A.A.A. offresi premier di transizione, grande disponibilità, bella presenza, prezzo ragionevole.Luca Cordero di Montezemolo è pronto per la politica, non lo aveva mai detto così chiaramente come ieri, ma non subito. Bisogna aspettare una “fase costituente”, come dice il presidente della Ferrari in perfetto politichese a una convention della sua associazione Italia Futura. Il senso è questo: l’alternanza al governo è una cosa ottima, ma per “le situazioni normali”, ma quando c’è da ricostruire un Paese lacerato da una “guerra civile a bassa intensità” serve “la collaborazione di tutti”. E qualcuno in grado di mettere tutti d’accordo. Quanto alla “Terza Repubblica”, dice Montezemolo, “la devono costruire quelli che hanno trent’anni meno di me”.
L’occasione per ribadire la propria disponibilità a una chiamata politica è un interminabile convegno di Italia Futura sull’“orgoglio italiano” e il settore della cultura. Al teatro Argentina, nel centro di Roma, c’è tutta la squadra montezemoliana ad ascoltare quattro ore di interventi (bofonchiando per i 45 minuti di ritardo con cui si comincia) sulla cultura e il suo rilievo economico. Decine di relatori, da Diego Della Valle che presenta il suo finanziamento per il restauro del Colosseo come il modello da seguire (invitaMassimo Moratti a occuparsi meno di fuorigioco e più di cultura) alla cantante Malika Ayane all’ex capo della Mondadori Gian Arturo Ferrari. C’è un dirigente del ministero dei Beni culturali, Roberto Cecchi, indagato per abuso d’ufficio. Ci sono filmati, lunghe relazioni, tutti gli oratori sforano il tempo a loro disposizione, alla fine sul palco sale Montezemolo. Commosso, dice, per un video sulle eccellenze italiane nella cultura, con la voce roca invita a “chiudere questa terribile Seconda Repubblica”.
Quando i suoi collaboratori scoprono che il presidente di Italia Futura ha deciso di parlare a braccio c’è un attimo di panico, pare che fosse anche un vezzo dell’Avvocato Gianni Agnelli snobbare il lavoro degli spin doctor. Alla fine lo convincono a leggere almeno la parte politica, cesellata per non dire troppo ma far capire tutto, dai due principali cervelli politici dell’associazione, il direttore Andrea Romano e il manager Carlo Calenda. Montezemolo non sbava troppo, si concede qualche ingenuità come dire che abbiamo “un volontariato leader in Europa” e che “se fossi un precario come quelli del teatro Valle che protestano qui fuori, anche io avrei l’angoscia per non sapere che fare fra tre mesi”. Ma non accenna in modo esplicito a Silvio Berlusconi, sorvola completamente sullo scandalo P4 e suLuigi Bisignani, suo amico personale a cui (si legge nelle carte della Procura di Napoli) ha chiesto aiuto per far approvare alla Rai delle fiction dell’ex compagna Edwige Fenech. Tra le righe si nota anche la recente tregua con il ministro Giulio Tremonti, un altro che ambisce a guidare governi post-berlusconiani. Dice Montezemolo che “la stabilità dei conti pubblici ha rappresentato l’unico argine che ha tenuto durante la Seconda Repubblica e non possiamo permettere che venga travolto”. Anche se, dice Montezemolo, i tagli vanno fatti “con il laser e non con il machete”.
Per Tremonti le cose si stanno però complicando parecchio, quando mancano pochi giorni alla presentazione della manovra triennale da 40 miliardi. Confindustria dice che se non si fanno anche riforme per favorire la crescita, nel 2012 la crescita sarà la metà rispetto alle previsioni (quindi lo 0,6 per cento) annullando parte degli effetti di risanamento della correzione, visto che lo scopo è migliorare il rapporto tra deficit e Pil. Senza riforme, avverte Confindustria, di miliardi ne serviranno 58, non 40. Sta già cominciando la protesta delle Regioni per i previsti tagli alla sanità, dei sindacati per l’aumento dell’età pensionabile nel settore privato, mentre la commissione Bilancio della Camera chiede di smetterla con i tagli lineari, mentre il malumore della Lega è sempre più evidente: almeno nel provvedimento di bilancio, il Carroccio deve incassare qualcosa per rispondere alla base di Pontida.
Se le cose dovessero precipitare, comunque, Tremonti è pronto per un governo transitorio appoggiato dal Quirinale. Come Montezemolo che, rispondendo alle sollecitazioni di Mario Draghi della Banca d’Italia, sta preparando un osservatorio sugli sprechi della politica e una spending review, un’analisi del bilancio dello Stato per decidere dove tagliare. Così, giusto per essere pronto nel caso qualcuno avesse bisogno di lui.
L’occasione per ribadire la propria disponibilità a una chiamata politica è un interminabile convegno di Italia Futura sull’“orgoglio italiano” e il settore della cultura. Al teatro Argentina, nel centro di Roma, c’è tutta la squadra montezemoliana ad ascoltare quattro ore di interventi (bofonchiando per i 45 minuti di ritardo con cui si comincia) sulla cultura e il suo rilievo economico. Decine di relatori, da Diego Della Valle che presenta il suo finanziamento per il restauro del Colosseo come il modello da seguire (invitaMassimo Moratti a occuparsi meno di fuorigioco e più di cultura) alla cantante Malika Ayane all’ex capo della Mondadori Gian Arturo Ferrari. C’è un dirigente del ministero dei Beni culturali, Roberto Cecchi, indagato per abuso d’ufficio. Ci sono filmati, lunghe relazioni, tutti gli oratori sforano il tempo a loro disposizione, alla fine sul palco sale Montezemolo. Commosso, dice, per un video sulle eccellenze italiane nella cultura, con la voce roca invita a “chiudere questa terribile Seconda Repubblica”.
Quando i suoi collaboratori scoprono che il presidente di Italia Futura ha deciso di parlare a braccio c’è un attimo di panico, pare che fosse anche un vezzo dell’Avvocato Gianni Agnelli snobbare il lavoro degli spin doctor. Alla fine lo convincono a leggere almeno la parte politica, cesellata per non dire troppo ma far capire tutto, dai due principali cervelli politici dell’associazione, il direttore Andrea Romano e il manager Carlo Calenda. Montezemolo non sbava troppo, si concede qualche ingenuità come dire che abbiamo “un volontariato leader in Europa” e che “se fossi un precario come quelli del teatro Valle che protestano qui fuori, anche io avrei l’angoscia per non sapere che fare fra tre mesi”. Ma non accenna in modo esplicito a Silvio Berlusconi, sorvola completamente sullo scandalo P4 e suLuigi Bisignani, suo amico personale a cui (si legge nelle carte della Procura di Napoli) ha chiesto aiuto per far approvare alla Rai delle fiction dell’ex compagna Edwige Fenech. Tra le righe si nota anche la recente tregua con il ministro Giulio Tremonti, un altro che ambisce a guidare governi post-berlusconiani. Dice Montezemolo che “la stabilità dei conti pubblici ha rappresentato l’unico argine che ha tenuto durante la Seconda Repubblica e non possiamo permettere che venga travolto”. Anche se, dice Montezemolo, i tagli vanno fatti “con il laser e non con il machete”.
Per Tremonti le cose si stanno però complicando parecchio, quando mancano pochi giorni alla presentazione della manovra triennale da 40 miliardi. Confindustria dice che se non si fanno anche riforme per favorire la crescita, nel 2012 la crescita sarà la metà rispetto alle previsioni (quindi lo 0,6 per cento) annullando parte degli effetti di risanamento della correzione, visto che lo scopo è migliorare il rapporto tra deficit e Pil. Senza riforme, avverte Confindustria, di miliardi ne serviranno 58, non 40. Sta già cominciando la protesta delle Regioni per i previsti tagli alla sanità, dei sindacati per l’aumento dell’età pensionabile nel settore privato, mentre la commissione Bilancio della Camera chiede di smetterla con i tagli lineari, mentre il malumore della Lega è sempre più evidente: almeno nel provvedimento di bilancio, il Carroccio deve incassare qualcosa per rispondere alla base di Pontida.
Se le cose dovessero precipitare, comunque, Tremonti è pronto per un governo transitorio appoggiato dal Quirinale. Come Montezemolo che, rispondendo alle sollecitazioni di Mario Draghi della Banca d’Italia, sta preparando un osservatorio sugli sprechi della politica e una spending review, un’analisi del bilancio dello Stato per decidere dove tagliare. Così, giusto per essere pronto nel caso qualcuno avesse bisogno di lui.
Nessun commento:
Posta un commento