Sviluppato alle porte di Roma, verrà testato nelle prossime settimane su 90 volontari. Se efficace, distribuito prima in Italia.
Il vaccino anti-Covid “made in Italy”, prodotto da un’azienda biotech laziale e finanziato dalla stessa Regione Lazio, sta per entrare nella sua fase “conclusiva”. In questi giorni, infatti, l’Ente della Pisana è alla ricerca di volontari che si facciano inoculare le prime provette della medicina, così da poterne valutare gli effetti (ed eventuali effetti collaterali).
In poco più di 24 ore sono arrivate oltre 4 mila candidature: un numero decisamente elevato, che consentirà di trovare facilmente i 90 volontari che dovranno sottoporsi alla cura sperimentale realizzata e sviluppata da ReiThera. L’azienda biotech con sede a Castel Romano, poco fuori dal Grande Raccordo Romano (e non troppo lontano da Pomezia, dove è stato sviluppato anche un altro vaccino anti-Covid), sta definendo gli ultimi dettagli operativi e strategici, così da farsi trovare pronta con l’appuntamento più importante della sua storia.
Nonostante sia attiva da oltre 20 anni nel settore delle biotecnologie, ReiThera ha investito con convinzione nello sviluppo del vaccino e si dice pronta a dare il suo contributo per contrastare il “ritorno di fiamma” del Covid 19 nel nostro Paese.
Come funziona il vaccino anti-Covid di ReiThera. In un’intervista rilasciata a Repubblica, Stefano Còlloca (co-fondatore di ReiThera e Chief of Technology dell’azienda) spiega come sia stato sviluppato il vaccino e quale sia la “ratio” che ha guidato le scelte degli scienziati romani. Secondo Còlloca, lo sviluppo di vaccini contro il SARS-CoV-2 non è troppo complesso, come dimostrano le tanti sperimentazioni in corso un po’ ovunque nel mondo (da ultimo in Russia).
Il vaccino di ReiThera, però, differisce dagli altri in fase di sviluppo perché basato su un adenovirus di gorilla, che ha lo scopo di “trasportare” una sequenza di codice genetico che provoca la reazione del nostro sistema immunitario e lo spinge a sviluppare degli anticorpi. L’adenovirus di gorilla, a differenza di quelli umani, non viene riconosciuto immediatamente dal sistema immunitario umano e, dunque, ha tempo a sufficienza per compiere la sua “missione”.
Pronti a produrre milioni di dosi, precedenza all’Italia. Come detto, in attesa dei risultati dei primi test, ReiThera sta ultimando i preparativi per farsi trovare pronta alla produzione di massa del suo vaccino. Nell’impianto alle porte di Roma sono in fase di ultimazione i lavori per l’ampliamento dell’impianto di produzione, dove stanno per essere installati due nuovi bioreattori da 3 mila litri ognuno. Questo consentirà di incrementare notevolmente la capacità produttiva di ReiThera.
L’obiettivo è quello di essere in grado di produrre milioni di dosi nel giro di un lasso di tempo ridotto, così da incontrare la domanda dei Paesi interessati alla medicina. La priorità, comunque, verrà data al nostro Paese: se il vaccino dovesse funzionare, le prime fiale saranno destinate ai pazienti italiani.
https://quifinanza.it/innovazione/video/vaccino-covid-reithera-regione-lazio/407627/
In poco più di 24 ore sono arrivate oltre 4 mila candidature: un numero decisamente elevato, che consentirà di trovare facilmente i 90 volontari che dovranno sottoporsi alla cura sperimentale realizzata e sviluppata da ReiThera. L’azienda biotech con sede a Castel Romano, poco fuori dal Grande Raccordo Romano (e non troppo lontano da Pomezia, dove è stato sviluppato anche un altro vaccino anti-Covid), sta definendo gli ultimi dettagli operativi e strategici, così da farsi trovare pronta con l’appuntamento più importante della sua storia.
Nonostante sia attiva da oltre 20 anni nel settore delle biotecnologie, ReiThera ha investito con convinzione nello sviluppo del vaccino e si dice pronta a dare il suo contributo per contrastare il “ritorno di fiamma” del Covid 19 nel nostro Paese.
Come funziona il vaccino anti-Covid di ReiThera. In un’intervista rilasciata a Repubblica, Stefano Còlloca (co-fondatore di ReiThera e Chief of Technology dell’azienda) spiega come sia stato sviluppato il vaccino e quale sia la “ratio” che ha guidato le scelte degli scienziati romani. Secondo Còlloca, lo sviluppo di vaccini contro il SARS-CoV-2 non è troppo complesso, come dimostrano le tanti sperimentazioni in corso un po’ ovunque nel mondo (da ultimo in Russia).
Il vaccino di ReiThera, però, differisce dagli altri in fase di sviluppo perché basato su un adenovirus di gorilla, che ha lo scopo di “trasportare” una sequenza di codice genetico che provoca la reazione del nostro sistema immunitario e lo spinge a sviluppare degli anticorpi. L’adenovirus di gorilla, a differenza di quelli umani, non viene riconosciuto immediatamente dal sistema immunitario umano e, dunque, ha tempo a sufficienza per compiere la sua “missione”.
Pronti a produrre milioni di dosi, precedenza all’Italia. Come detto, in attesa dei risultati dei primi test, ReiThera sta ultimando i preparativi per farsi trovare pronta alla produzione di massa del suo vaccino. Nell’impianto alle porte di Roma sono in fase di ultimazione i lavori per l’ampliamento dell’impianto di produzione, dove stanno per essere installati due nuovi bioreattori da 3 mila litri ognuno. Questo consentirà di incrementare notevolmente la capacità produttiva di ReiThera.
L’obiettivo è quello di essere in grado di produrre milioni di dosi nel giro di un lasso di tempo ridotto, così da incontrare la domanda dei Paesi interessati alla medicina. La priorità, comunque, verrà data al nostro Paese: se il vaccino dovesse funzionare, le prime fiale saranno destinate ai pazienti italiani.
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