giovedì 13 agosto 2020

Il premier presti orecchio alla Meloni. - Antonio Padellaro

Così Giorgia Meloni sta cambiando il centrodestra italiano - Il Foglio

A proposito dei “mille euro con un click”, di cui abbiamo scritto ieri, Giorgia Meloni mi fa notare che nella sua proposta era specificato che la richiesta poteva farla soltanto chi non aveva più di 2mila euro sul conto corrente. Mi ricorda inoltre che FdI contestò il fatto che per il bonus autonomi non fosse previsto un tetto di reddito a 600 euro. È vero, e mi scuso dell’involontaria omissione. Nessuna “cantonata” però. Infatti la precisazione non tocca la sostanza del problema. Ovvero, mettersi una buona volta d’accordo su cosa è, e cosa invece non è assistenzialismo in questa fase storica. Un termine “usato normalmente in senso negativo per indicare i fenomeni degenerativi della politica redistributiva e di sostegno ai redditi promossi dallo stato sociale” (Oxford Languages). Ma che ai tempi del Covid poco ha a che vedere con le irrinunciabili politiche a favore di quella vasta parte del Paese messa in ginocchio dal lockdown. Siano i mille euro proposti dalla Meloni, o i seicento del bonus governativo (con profittatori al seguito) si tratta in ogni caso di risorse gigantesche. Il cui esborso limita di fatto le politiche di sostegno alle imprese, indispensabili per la risollevare l’Italia.
È il solito problema della coperta troppo corta su cui, ne siamo convinti, la leader del partito che ha ereditato i principi della destra sociale avrebbe delle cose serie da dire. Giorni fa, intervistata da Sky, la Meloni lamentava le non risposte del governo alle proposte economiche di FdI. Senza contare, ricordiamo, l’appuntamento di palazzo Chigi che Giuseppe Conte aveva promesso al centrodestra e poi rimandato per il protrarsi delle trattative a Bruxelles sul Recovery Fund. Il premier non ha certo bisogno di saperlo da noi che l’opposizione (ancorché maggioritaria nei sondaggi) va ascoltata con attenzione. Non per convenienza formale ma per condividere quante più misure nell’interesse dei cittadini. E dal momento che l’opposizione è divisa in partes tres forse (senza perdere troppo tempo con l’orfano del Papeete o con i funzionari di Berlusconi) un orecchio particolare andrebbe riservato proprio a Giorgia Meloni. Che almeno studia e i problemi li conosce.

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