Renzi a Conte,non parlo rimpasto,ministre Iv pronte lasciare.
Non si organizzano task force con poteri sostitutivi al governo, non si chiede al cdm di approvare un documento all'ultimo momento, il Mes va utilizzato e serve un piano ambientale serio anche sfidando i sindaci sui progetti di trasformazione urbana. Sono alcuni dei punti prioritari indicati da Matteo Renzi a Giuseppe Conte in una lunga missiva resa pubblica su Facebook in cui si definisce il piano per il Recovery come un collage di buone intenzioni senz'anima.
Renzi si chiede inoltre che fine abbia fatto il documento Colao e attacca sul piano shock infrastrutturale approvato solo a parole e sulla questione dei servizi segreti.
"Per trasparenza totale incollo qui la lettera che ho inviato ieri al Presidente del Consiglio. Molto lunga, lo so. Ma almeno si capisce che parliamo di cose serie, non di rimpasti. Buona giornata". Lo scrive su Facebook il leader di Italia viva pubblicando la lettera inviata al premier. "Caro presidente, in questi giorni il racconto fatto dal Palazzo dice che "quelli di Italia Viva" vogliono le poltrone. È il populismo applicato alla comunicazione. Ma è soprattutto una grande bugia", si legge nella lettera. "Noi, Presidente, vogliamo dare una mano sui contenuti. Perché in discussione sono le idee, non gli incarichi di governo. Teresa, Elena, Ivan - che hanno lavorato bene su agricoltura, famiglie e politiche di genere, export - sono pronti a dimettersi domani, se serve. Noi infatti non concepiamo la politica come occupazione di posti. Non tiriamo a campare, vogliamo cambiare. Non ci basta uno strapuntino, vogliamo la politica".
https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2020/12/17/lettera-renzi-a-conte-no-task-forcesi-a-mes-ora-progetti_9a9a3fed-77bf-42a4-b5cc-1651366453bf.html
Non ha mantenuto la promessa fatta quando propose il referendum - quella delle dimissioni se avesse vinto il no, - sa benissimo di non avere un seguito; è la prosopopea personificata, il nulla che si auto definisce intellettuale e si permette di incitare gli altri a studiare... e tiene in scacco il governo ed il paese per imporre le sue regole discutibili sotto ogni punto di vista.
A lui interessa solo autoincensarsi, adularsi mostrando il suo cinismo, il suo menefreghismo nei nostri confronti.
La sua è la vendetta diretta a noi perchè non abbiamo avallato il suo referendum; infatti, rivestendo proprio la carica di senatore, carica che avrebbe voluto abolire, ci tiene in pugno, dimostrandoci la sua forza, la sua tenacia, il suo potere.
Perchè a lui non la si fa, lui non accetta un no, e, quando succede, fa partire la sua vendetta.
Mi domando con quale criterio Napolitano lo nominò Presidente del Consiglio.
Forse non lo conosceva bene, o forse aveva puntato sulla sua propensione a genuflettersi al potere economico ed alla sete di potere.
Un essere pericoloso per sé e per gli altri.
Cetta
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