sabato 17 aprile 2021

Chi tramava per fare cadere Conte. - Antonio Padellaro

 

Di trame, complotti e poteri occulti leggo ciò che scrivono coloro che ne sanno più di me (non è difficile). Ciò detto non mi azzardo a trarre conclusioni su quanto sostenuto da Goffredo Bettini nel manifesto di Agorà, la nuova area culturale che lancerà oggi. Dove c’è scritto che (riassumo) Giuseppe Conte è stato vittima di un complotto in quanto ritenuto “inaffidabile” rispetto a una “convergenza di interessi nazionali e internazionali” che l’ex premier “non avrebbe assecondato”. Ora, sulle modalità (note e meno note) della cacciata di Conte da Palazzo Chigi probabilmente non basterebbe un libro. Tuttavia, per non confondere le sedute spiritiche con le congiure di palazzo, mi limito a osservare che Bettini non è certo un cantastorie, come dimostra la sua lunga autorevole militanza politica a sinistra (dal Pci al Pd). Vicino all’ex segretario democratico Nicola Zingaretti, egli durante il governo giallorosso non ha fatto mancare i suoi consigli a Conte, e sempre alla luce del sole. Se dunque in un documento pubblico scrive di “convergenze” contro l’avvocato qualcosa di più preciso saprà. A meno che non si tratti di una deduzione basata più sulle sensazioni che sui fatti. Come indurrebbe a pensare l’espressione “interessi internazionali” ricorrente nella storia patria ogni qualvolta si vuole alludere all’intervento di poteri di entità superiore, e dunque inafferabili. Quanto agli “interessi nazionali”, nel contesto evocato da Bettini resta da capire se Demolition Renzi abbia agito in proprio o su mandato di qualche manovratore (sceicchi arabi inclusi). Mentre non sembra che Bettini tiri in ballo la figura di Mario Draghi, ma ne sapremo di più addentrandoci nella lettura di Agorà. Per fortuna il testimone diretto del possibile intrigo, Giuseppe Conte, è vivo, lotta insieme a noi e qualche appunto lo avrà pure preso.

IlFattoQuotidiano

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