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giovedì 15 giugno 2023

Cinque cose da sapere sulla villa di Silvio Berlusconi: a chi andrà ora? - Fabrizio Gatti


Da un duplice omicidio, con suicidio dell'assassino, all'arrivo di Silvio Berlusconi. RaiTre ha ricostruito il passato di Villa San Martino ad Arcore, la bella tenuta che ha ospitato la camera ardente del Cavaliere in attesa dei funerali. Il luogo simbolo di trent'anni di politica, dei vertici di Forza Italia e di tante riunioni riservate, affonda la sua storia in un sanguinoso caso di cronaca nera. L'avevano rivelato due libri di Giovanni Ruggeri e Mario Guarino: “Berlusconi, inchiesta sul signor Tv” nel 1987 e “Berlusconi – Gli affari del Presidente” nel 1994 non ebbero però vita facile, inseguiti per anni dai legali del protagonista. È andata molto meglio vent'anni dopo a un documentario della tv del servizio pubblico, intitolato “I marchesi Anna e Camillo Casati Stampa”, firmato da Marco Marra e trasmesso nel 2014 durante la prima puntata del programma "Stelle nere".

1 – Il giallo di via Puccini.

Sono le sette e un quarto di una domenica sera, il 30 agosto 1970, in via Giacomo Puccini 9 a Roma. È l'ultimo cancello a sinistra, una meraviglia in ferro battuto, prima di via Pinciana e di Villa Borghese. Agli ultimi due piani vivono il ricco marchese brianzolo, Camillo Casati Stampa, 43 anni, e la moglie Anna Fallarino, 41.

Sposati da undici anni, non hanno figli. Ma frequentano un'ampia cerchia di amici e amiche con cui condividono tutto. Anche le loro intimità, come scopriranno le indagini. La vita di Anna diventa ancor più complicata quando nel suo cuore entra un pariolino romano, Massimo Minorenti, 25 anni, il suo giovane amante.

2 - Anna Fallarino e l'amante.

La sera del 30 agosto si ritrovano tutti e tre nell'appartamento di via Puccini. Forse Camillo ha intenzione di chiudere con Anna e suicidarsi. Lo lascia intendere un biglietto trovato durante le perquisizioni. Forse Anna e Massimo hanno l'obiettivo di farsi mantenere da Camillo. Non ci sono testimoni. Il marchese prende uno dei suoi fucili da caccia è spara sei colpi calibro dodici. Uccide per primo il ragazzo. Due colpi. Poi il suo amore. Tre colpi. L'ultimo sparo è per sé.

I Casati Stampa sono una famiglia nobile lombarda. Camillo Casati Stampa di Soncino aveva ereditato una distesa di terreni a Segrate, appena fuori Milano. Palazzi e appartamenti ovunque. Un'intera isola nel Tirreno, la scenografia naturale per le sue trasgressioni con Anna e gli amici. E una villa antica ad Arcore, in viale San Martino, nelle campagne appena fuori Monza. Una dimora che quando era proprietà dello zio, il conte Alessandro Casati, aveva ospitato più volte il filosofo Benedetto Croce.

3 - Due minuti per l'eredità.

Una volta uccisi la moglie, l'amante e se stesso, rimane una sola discendente: Anna Maria Casati Stampa di Soncino, nata dal primo matrimonio di Camillo. Ma la ragazza ha 19 anni e, per la legge di allora, è ancora minorenne e non può toccare nulla. Il testamento di Camillo, aperto davanti a un notaio, tra l'altro dichiara la moglie erede universale. Il patrimonio per miliardi di lire rischia così di finire alla modesta famiglia di Anna Fallarino, partita a 16 anni da Amorosi, un piccolo paese in provincia di Benevento. Ma è necessaria una condizione: che Anna, pur ferita gravemente, sia morta dopo Camillo. In caso contrario, l'erede sarà la figlia del marchese.

Come spiegare ai nostri figli i funerali di Stato - di Fabrizio Gatti

“È l'autopsia a ristabilire la verità – spiega Marco Marra nel documentario di RaiTre – a calcolare la manciata di secondi che separa le vite dei due amanti”. La differenza, stimano i medici legali, è di due minuti e mezzo a favore del marito.

4 – Cesare Previti, ministro.

La giovane figlia di Camillo Casati Stampa è quindi la legittima proprietaria dell'immenso patrimonio. Ma anche dei debiti del padre con il fisco. Poiché è ancora minorenne, come tutore le viene assegnato un amico di famiglia: il senatore liberale Giorgio Bergamasco, avvocato a Milano e ministro per i Rapporti con il Parlamento nel secondo governo di Giulio Andreotti. Ma nella gestione delle sue proprietà è seguita personalmente da un avvocato nato a Reggio Calabria e cresciuto professionalmente a Roma, Cesare Previti, 36 anni, futuro parlamentare e ministro della Difesa nel primo governo di Silvio Berlusconi. Rimaniamo a quegli anni.

L'avvocato Cesare Previti nel documentario di RaiTre

La ricostruzione della tv pubblica entra nei dettagli: “Nel 1973 è proprio l'avvocato a fare una proposta alla sua assistita – sostiene il documentario di RaiTre –. Anna Maria, infatti, insieme al patrimonio del marchese Camillo, ha ereditato un discreto debito che il padre ha contratto con il fisco italiano. Un debito pari a un miliardo 278 milioni e 520mila lire. E se vendessimo quella villa in Brianza? Non sappiamo che farcene di quel casale diroccato”.

5 – Il giovane Silvio Berlusconi.

Le condizioni di Villa San Martino non sono infatti quelle attuali. Anche se all'interno ci sarebbero una biblioteca con migliaia di volumi, arredi e opere d'arte di grande valore non ancora valutati. Secondo la stima comunicata alla figlia del marchese, non merita più di cinquecento milioni di lire, circa 260 mila euro, al valore di allora. Troppo poco per coprire il debito con lo Stato. Ci sono però i terreni della dinastia Casati Stampa. Quelli a sud di Milano e gli altri a est, a Segrate. Ettari di campi agricoli. Si arriva così a un accordo preliminare per la compravendita.

“La società interessata – dice il conduttore di RaiTre – è una società immobiliare di Milano che fa capo a un giovane e ambizioso imprenditore edile milanese”. Il costruttore si chiama Silvio Berlusconi, ha 37 anni e un progetto tra i tanti: realizzare a Segrate una seconda Milano, ma a misura di persona, per chi se lo può permettere. Con il verde, il lago artificiale, gli appartamenti, i balconi grandi, la chiesa e le scuole sotto casa. La futura Milano 2.

Anna Maria accetta, ma passano gli anni. “Dopo varie peripezie, nel 1979 – sostiene il documentario – si sancisce con un ennesimo atto notarile che la tenuta verrà pagata con 800 azioni di una delle tante società dell'imprenditore milanese. Le dicono che varrebbero queste azioni la bellezza di un miliardo e settecento milioni. Ma quando Anna Maria, dal Brasile dove si è trasferita per sempre tenta di venderle, solo uno si fa avanti. È proprio quell'imprenditore che però le riprende a metà prezzo. Alla fine la villa sarà venduta, terreni a parte, per cinquecento milioni di lire. Oggi sfiora i cinquantadue milioni di euro”. Se la stima è corretta, cinquantadue milioni attuali equivalgono, dopo i lavori di restauro e l'allargamento del parco, a una dimora di oltre cento miliardi di lire: a chi andrà ora?

https://www.today.it/attualita/silvio-berlusconi-funerali-villa-arcore.html

lunedì 10 dicembre 2012

Processo Ruby, Boccassini: “B. vuole dilatare i tempi per arrivare a elezioni”.


Ilda Boccassini, il capo della Direzione distrettuale antimafia di Milano


E' il commento in aula del procuratore aggiunto di Milano all'assenza ingiustificata della ragazza marocchina che avrebbe dovuto testimoniare oggi. L'avvocato di Karima ha spiegato di aver ricevuto un sms in cui Karima dice di essere all'estero. Scontro difesa e accusa, l'avvocato Ghedini: "Intollerabile, questa è una aggressione".

Il ritorno in campo di Silvio Berlusconi si riverbera immediatamente sui i suoi processi. E così oggi Ruby, la marocchina ospite delle serate ad alto tasso erotico di Arcore quando era ancora minorenne e invano spacciata per la nipote dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak, non si è presentata in aula per testimoniare. “Questa è una strategia per dilatare i tempi, del processo per arrivare alla campagna elettorale” ha affermato il procuratore aggiunto di MIlano Ilda Boccassini nel corso dell’udienza del processo Ruby che vede il leader del Pdl imputato per concussione e prostituzione minorile. La ragazza oggi non si è presentata a testimoniare senza documentare il motivo dell’assenza. E in aula è stato scontro tra accusa e difesa
”Ho cercato di mettermi in contatto con la ragazza, ma il suo cellulare è staccato e anche quello del suo ragazzo, lei mi ha mandato un sms per dire che è all’estero ma non ho la documentazione di questo viaggio e non so quando tornerà ”ha dichiarato Paola Boccardi, legale di Ruby. L’avvocato ha spiegato così l’assenza ingiustificata della giovane che deve testimoniare nel processo a Silvio Berlusconi, citata dalla difesa dell’ex premier. Il legale ha chiarito che non può dire se la ragazza riuscirà ad essere in aula il 17 dicembreNon è la prima che i testi e la stessa Ruby non si presenta in aula: A causa di concomitanti impegni parlamentari non avevano potuto esser presenti in aula i due ex ministri Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna il 31 ottobre scorso.  
La difesa dell’ex premier ha chiesto di citare nuovamente Ruby come teste per il 17 dicembre, ma Boccassini ha chiesto la ‘decadenza’ del teste perché non crede ai motivi dell’assenza: che non è “documentata. Io non credo a quello che ci viene prospettato in udienza, questa è una strategia per dilatare i tempi del processo e arrivare in campagna elettorale”. Ghedini ha ribattuto: “Questo è intollerabile, questa è una aggressione alla difesa”. Boccassini ha aggiunto: “Conosco le strategie della difesa dell’imputato Berlusconi da tempo”. I giudici, dopo essersi ritirati in camera di consiglio per valutare tempi e modi dell’eventuale testimonianza di Ruby, hanno citato nuovamente la teste per l’udienza del 17 e hanno dato disposizioni alla Polizia giudiziaria di cercarla “in tutto il territorio nazionale”. I magistrati hanno quindi respinto la richiesta del Pm di considerare ‘decaduta’ la testimone. Se alla prossima udienza non si presenterà i giudice potranno decidere la misura dell’accompagnamento coatto. L’esame della teste “non è superfluo né irrilevante” affermano i giudici che chiedono alle forze dell’ordine rintracciarla “anche acquisendo notizie dalla famiglia d’origine e dal suo compagno”. L’aggiunto Boccassini ha suggerito di fare accertamenti presso gli uffici di immigrazione di diverse questure italiane: “Se è andata all’estero – è il ragionamento del magistrato – dovrebbe risultare”. La presidente del collegio, Giulia Turri, ha assicurato che il tribunale “non lascerà nulla di intentato” per verificare dove si trova Ruby
“Mi sembra di capire che ci fosse fretta da parte della procura di arrivare alla sentenza prima delle elezioni” ha poi affermato fuori dall’aula Ghedini. In aula Boccassini aveva ipotizzato anche la fissazione di un’udienza prima delle festività natalizie per recuperare quella “persa” oggi, a causa dell’assenza di Ruby. ”E’ la Procura di Milano che ha aperto la campagna elettorale”. A un cronista che gli faceva notare come la campagna elettorale sia sbarcata oggi nel processo sul caso Ruby, Ghedini ha risposto: “La campagna elettorale l’ha aperta la procura, che ha chiesto di fare udienza anche a Natale per arrivare a una sentenza che i pm ritengono possa essere di condanna prima delle elezioni”. Secondo Ghedini dunque, i pm milanesi vogliono “un risultato pre-elettorale”.  A chi gli chiedeva invece se la difesa avanzerà legittimi impedimenti per Berlusconi nel corso della campagna elettorale, Ghedini ha risposto: “Lo valuteremo di volta in volta, comunque noi non abbiamo mai opposto legittimi impedimenti”. Ciò che è grave, secondo Ghedini, “è l’accelerazione prima di una campagna elettorale di un processo che si prescriverà nel 2025, un processo che è andato molto più rapidamente di quelli per gli imputati detenuti”. Secondo lo storico legale dell’ex premier, le frasi pronunciate stamani dal pm Ilda Boccassini riguardo alla presunta strategia dilatoria della difesa per arrivare alle elezioni sono “teorie diffamatorie”.
Già in passato la Procura di Milano aveva lamentato le improvvise e a volte ingiustificate assenze dei testi citati chiedendo quindi che per le udienze fossero chiamati in Tribunale a Milano più testimoni. Eppure poco meno di due mesi fa la ragazza, invano spacciata per la nipotina di Mubarak e oggi madre di una bambina, aveva dichiarato che non vedeva l'ora di dire la verità in aula e cioè che alle feste era la meno disinvolta e che non ha mai avuto rapporti sessuali con l’ex premier. Lo stesso Berlusconi ha sempre negato qualsiasi intimità con la ragazza, anche se diverse testi hanno confermato che le serate ad Arcore era un vero e proprio “puttanaio”

venerdì 9 novembre 2012

Processo Ruby, cinque Olgettine: “Silvio ci dà ancora 2500 euro al mese”.


Elisa Toti


Berlusconi continua a pagare le ragazze delle “cene eleganti” di Arcore. Elisa Toti, Aris Espinoza, Ioana Visan, Marysthelle Polanco e Eleonora De Vivo confermano: "Ci dava un aiuto allora e ce la dà anche adesso". La soubrette dominicana: "Me li dà perché sono passata da puttana".

Le ultime, di oggi, sono Elisa Toti, Aris EspinozaIoana Visan, Marysthelle Polanco. Prima di loro, durante l’inchiesta, erano state Nicole Minetti Imma ed Eleonora De Vivo. Ma ci sono stati di recente anche Mariano Apicella e Danilo Mariani. Sono alcuni testimoni del processo Ruby bis, nel quale sono imputati Nicole MinettiEmilio Fede e Lele Mora con le accuse di induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile (in un processo parallelo Silvio Berlusconi è imputato di concussione e prostituzione minorile). Dalla Toti a Mariani hanno tutti una cosa in comune: il Cavaliere durante l’inchiesta e il processo sulle “cene eleganti” di Arcore li ha pagati, in un modo o nell’altro. Oggi gli ultimi nomi di una lista che sembra non finire mai. Durante l’udienza al tribunale di Milano Elisa, Aris, Ioana e Marysthelle, tutte Olgettine, hanno dichiarato di continuare a ricevere tra i 2000 e i 2500 euro al mese dall’ex premier. 
Elisa: “Mi aiutava prima e mi aiuta anche adesso”Berlusconi mi aiutava prima e mi aiuta anche adesso dandomi 2500 euro al mese con dei bonifici” ha rivelato la Toti, una delle ragazze che hanno preso parte alle serate di Arcore, che ha deposto come testimone nel processo sul caso Ruby che vede alla sbarra. In aula anche Aris Espinoza, l’ex showgirl che ha dichiarato di ricevere la stessa somma da Berlusconi.  
L’ex presidente del consiglio, stando a quanto dichiarato dalla Toti, l’avrebbe aiutata “prestando una garanzia per l’acquisto di una casa e mi sta aiutando anche a pagare la fidejussione di quella casa”. Nel 2010 Berlusconi le avrebbe anche regalato un’automobile, una Mini. Al pm Antonio Sangermano, che le ha chiesto se avesse mai fatto sesso a pagamento con Berlusconi, la Toti ha risposto seccamente: “Mai, non sono una prostituta“. Ha poi detto di aver visto Ruby ad aprile 2010, a villa San Martino, “ma non mi venne presentata, l’ho guardata perché non l’avevo mai vista prima. Era nuova”. 
La Toti ha spiegato che lavora come presentatrice a Mediaset e che in precedenza ha lavorato nella redazione del Grande Fratello e in Publitalia. Rispondendo alle domande del pm ha raccontato che dal gennaio 2011, ossia dalle perquisizioni in via Olgettina dove anche lei aveva una casa, ha iniziato a ricevere i 2500 euro al mese da Berlusconi. Ha raccontato inoltre di avere visto l’ex premier che nel corso di alcune serate ad Arcore “dava denaro in contanti in buste” ad alcune ragazze. Tuttavia, ha aggiunto, “escludo che fossero soldi dati per attività sessuali, ma erano un aiuto, lui ha sempre aiutato tutte”. Ha inoltre spiegato che aveva detto “al dottor Berlusconi” che aveva bisogno di un appartamento “e lui mi ha messo in contatto con la Minetti. Io avevo portato anche i soldi per la caparra, ma non sapevo che l’appartamento di via Olgettina l’avrebbe pagato lui, era, credo, un favore personale”.
Aris: “6500 euro da B.? Non me lo ricordo”Anche Aris Espinoza, un’altra delle ragazze che avrebbero partecipato ai presunti festini a luci rosse di Arcore ha dichiarato di beneficiare della stessa somma di denaro dall’ex premier: “Sì, ricevo ancora aiuti dal presidente. Non ho più contratti con Mediaset e Berlusconi mi dà un aiuto con un bonifico di 2500 euro al mese”. La Espinoza, interrogata sulle serate ad Arcore le ha descritte come cene tranquille, dove “poi le ragazze si spostavano nella sala-discoteca” e, nel corso di queste feste, non avrebbe mai visto “scene a luci rosse” tra l’ex capo del governo e le sue ospiti.
Il pm ha contestato alla testimone una intercettazione del 20 settembre 2010, dopo una serata ad Arcore, nella quale la ragazza parlava con il suo fidanzato di 6.500 euro che aveva ricevuto. Sangermano le ha chiesto: “Sono 6500 euro presi da Berlusconi?”. E lei: “Non me lo ricordo, posso non ricordarmi una cosa?”. A quel punto è intervenuta la presidente del Collegio Annamaria Gatto, ricordandole che “la reticenza è equiparata alla falsità”. Così la ragazza ha aggiunto: “Non ricordo esattamente, sicuramente parlavo di soldi, ma non penso che me li abbia dati Berlusconi”. Sangermano: “Allora sono piovuti dal cielo?”.  La testimone: “Può darsi”. Così il pm ha ribattuto: “Allora lei mi sta prendendo in giro”. La Espinoza, in precedenza, aveva anche detto di non avere mai avuto rapporti sessuali a pagamento con Berlusconi, di avere sempre pagato da sola le bollette e l’affitto dell’appartamento in via Olgettina e di avere avuto solo “aiuti” da Berlusconi.
Ioana: “Paga le mie spese dell’università”Anche Ioana ha spiegato di di percepire una sorta di assegno mensile: “Mi dà sui 2.000 euro al mese che poi sono le mie spese per l’Università”.  Senza contare i regali extra come quando nel 2010 l’ex premier le avrebbe dato “10.000 euro per il mio onomastico”. La ragazza ha raccontato che durante le serate ad Arcore Berlusconi dava “buste di contanti, a volte da 2.000 e a volte da 5.000 euro” alle ospiti, ma questi soldi “ non erano un corrispettivo per atti sessuali”. Anche lei come Toti e Espinoza ha “abitato in via Olgettina, pagava il presidente ed era Nicole Minetti a fare da tramite e a gestire un pò questa situazione”. La testimone poi ha raccontato che nel corso di alcune serate a Villa San Martino “Nicole parlava male di Ruby, diceva che era una scappata di casa e una tr…”.
Marysthelle e Eleonora confermano. La Polanco: “E’ perché sono passata per puttana”
Infine Marysthelle Polanco e Eleonora De Vivo: “2500 euro al mese” hanno confermato davanti al tribunale. “Prendo 2500 euro al mese – ha detto Polanco – perché conosco Silvio Berlusconi, perché ho una bambina e perché dopo lo scandalo sono passata per una puttana”. Il processo è stato rinviato al 23 novembre.
Le case di Apicella e del pianista di ArcoreNon è la prima volta che emerge che Berlusconi continua a pagare testimoni verbalizzati dalla Procura durante l’inchiesta o da magistrati e avvocati durante il dibattimento. All’inizio delle indagini, nei primi mesi di quest’anno, l’Uif aveva segnalato alla Procura i movimenti bancari per 127mila euro in 4 bonifici a Nicole Minetti (che poi è finita imputata) e le sorelle Imma ed Eleonora De Vivo, la cui deposizione è in programma oggi in tribunale. Ma proprio durante l’ultima udienza, a fine ottobre, era arrivata la conferma di come sia Mariano Apicella (lo “stornellatore” preferito da Berlusconi) sia Danilo Mariani (il pianista di Arcore) avevano venduto le proprie case (non proprio delle regge) dalle società immobiliari riconducibili proprio al Cavaliere. 
Tarantini, Lavitola, la casa di Dell’Utri sul lago di Como
Ma il pagamento dei testimoni (che l’ex presidente del Consiglio e i suoi avvocati hanno sempre definito come gesti di “generosità”) non è una prerogativa solo di questo processo. Anche Tarantini e Lavitola, per esempio, avrebbero usufruito delle “generose” elargizioni durante le inchieste sulle escort di Roma. Ma non solo: i pm di Palermo hanno aperto un’inchiesta sull’acquisto – ritenuto anomalo sotto il profilo del prezzo – di una villa di Dell’Utri sul lago di Como. Secondo i magistrati siciliani potrebbe essersi trattato di una presunta tentata estorsione: secondo l’impostazione dei magistrati, l’acquisto della villa sarebbe servito a “comprare” il silenzio sui presunti rapporti tra Berlusconi e i clan mafiosi.