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giovedì 10 marzo 2022

No law zone. - Marco Travaglio

 

Commosso a favore di telecamera per l’eroica resistenza ucraina, il Partito Unico dell’Impunità Pd-Lega-FI-FdI-centrini approfitta della distrazione generale per combattere l’unica guerra che non comporta rischi, ma solo vantaggi: quella contro la Giustizia. In due mesi il Parlamento ha negato ai giudici l’autorizzazione all’arresto di Luigi “Giggino ’a Purpetta” Cesaro (senatore FI, imputato per camorra) e all’uso delle intercettazioni indirette di Cosimo Ferri (deputato Iv, sotto azione disciplinare al Csm per le cene con Palamara, Lotti&C.). Ha dichiarato insindacabile Carlo Giovanardi (ex deputato Ncd, imputato a Modena per “rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e minaccia o violenza a corpo dello Stato con l’aggravante di aver rafforzato l’associazione mafiosa”). Ha trascinato alla Consulta col conflitto di attribuzioni i pm di Firenze che hanno osato acquisire le chat di un privato cittadino a colloquio con Matteo Renzi (senatore Iv, imputato per finanziamento illecito nel caso Open). E ieri ha negato ai giudici di Roma l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni indirette di Armando Siri (senatore leghista, imputato per due corruzioni). In tutti questi casi, escluso quello di Giovanardi, il Pd ha votato col fronte centrodestra-Iv, lasciando soli 5Stelle e LeU (con i rispettivi ex) a votare contro.

Una mano sporca lava l’altra e trasforma il Parlamento in una fabbrica di abusi di potere incostituzionali. La Costituzione vieta di intercettare senza autorizzazione i membri del Parlamento, non chi da fuori parla con loro. Ma, vista l’abitudine di molti eletti di commettere reati e di parlarne con i complici, Camera e Senato si sono inventati un’“immunità contagiosa” che copre anche i non parlamentari. Il caso Siri è tipico: nel 2018 il sottosegretario leghista viene beccato sei volte al telefono con l’imprenditore Paolo Arata (legato a un finanziatore di Messina Denaro e intercettato) a parlare di norme e altri favori ai suoi affari nell’eolico: Conte lo caccia. Ieri il Senato, su richiesta del Pd, spacchetta le sei conversazioni in due voti: no alle prime due “per l’incerta e implausibile configurazione del requisito di necessità”; no alle altre quattro perché “la Procura poteva rendersi conto del coinvolgimento di un parlamentare e sospendere immediatamente le captazioni”. Due voti fuorilegge: sulla necessità di un’intercettazione decide il gip, non il Senato; ed è demenziale smettere di intercettare un soggetto intento a delinquere perché ogni tanto parla con un parlamentare (sennò a uno stragista, per evitare le intercettazioni, basterebbe fare il numero di un deputato). Mentre sproloquia di No fly zone, questa banda di impuniti si è già creata la No law zone.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2022/03/10/no-law-zone/6521092/

venerdì 21 maggio 2021

Tutti a casa. - Marco Travaglio


Stavolta Salvini ne ha detta una giusta: “Non può essere questo governo a fare le riforme”. Parlava di giustizia, fisco e Pa. Ma ci sono pure Rai, conflitto d’interessi, salario minimo, transizione digitale ed ecologica. Qualunque questione affronti, l’attuale maggioranza-ammucchiata non va d’accordo su nulla. E i problemi vanno affrontati con scelte nette per risolverli, non con compromessi al ribasso per non scontentare nessuno. Quindi, spiace dirlo, ma l’unica soluzione è quella indicata da Salvini: un patto fra chi ci sta per eleggere un nuovo capo dello Stato decente e per cambiare la legge elettorale restituendo ai cittadini il potere di scegliere. E poi elezioni a inizio 2022, per avere subito una maggioranza omogenea (o meno disomogenea dell’attuale Armata Brancaleone) che imbocchi una direzione precisa, uscendo da questa vaga melassa. Che ieri ha toccato l’apice nella conferenza stampa di Draghi. Il premier s’è confermato un ottimo slalomista, ma anche il capo di un governo che ha esaurito la spinta propulsiva (ammesso che l’abbia mai avuta). Sistemate alla bell’e meglio le vaccinazioni, consegnato il Pnrr e varato il Sostegni-2, non si sa davvero che altro possa combinare di qui a fine anno.

I 5Stelle sollevano lo scandalo Durigon, contestano le controriforme sulla giustizia della Cartabia e il finto ambientalismo di Cingolani (“mini-nucleare”, “idrogeno blu”, inceneritori e altre delizie): Draghi li ignora. Letta propone una dote ai giovani col ritorno della tassa di successione (misura liberale quant’altre mai: basta leggere Einaudi): Draghi lo liquida con una battuta (“È il momento di dare, non di prendere”: ai ricchi, s’intende). E non potrebbe fare altrimenti. Se compisse anche una sola scelta, il governo crollerebbe. Oggi o nel semestre bianco dopo il 3 agosto. Intanto la Restaurazione avanza col ritorno dei vitalizi ai pregiudicati e prossimamente agli ex parlamentari: come possono M5S, Leu e Pd, che li avevano aboliti, restare alleati con Lega e FI che li stanno ripristinando? Idem per la legge Zan che, per quanto perfettibile, è già morta grazie alle destre. E si riparla persino di separazione delle carriere togate modello P2. Non c’è tema dello scibile umano che non veda i giallorosa lontani le mille miglia da Lega e Forza Italia Viva. E il ricatto “se il governo va a casa, niente riforme e niente soldi del Recovery” è una pistola scarica: l’Ue vuole riforme vere, non pateracchi per accontentare tutti. Meglio parlar chiaro all’Ue e rinviare tutto a un governo e a una maggioranza veri. L’iniziativa, prima che ci pensi Salvini dal Papeete Beach a Ferragosto, dovrebbero prenderla i giallorosa. Dando una scadenza a quest’agonia per portarci finalmente a votare.

IlFQ

mercoledì 12 agosto 2020

Il salame disseta. - Marco Travaglio

BorderlineZ I segni più bugiardi dello zodiaco - BorderlineZ, blog
Chi pensa che i colpevoli dello scandalo bonus-povertà siano i ricchi che l’hanno chiesto è totalmente fuori strada.
Alessandro Sallusti ha scoperto che è tutto un “trabocchetto organizzato da Di Maio e soci con la complicità del loro uomo all’Inps, quel Tridico”: “Siamo sotto elezioni regionali e i partiti di governo (5Stelle e Pd) sono in affanno nei sondaggi”. Insomma “è un’invenzione di quel genio di Casalino” e altri “scagnozzi di Conte” che “scovano 5 parlamentari disgraziati dell’opposizione che hanno chiesto il bonus povertà”. E, astuti come sono, per risollevare le sorti dei 5Stelle, fanno in modo che uno dei cinque furbastri sia dei 5Stelle. Ammazza che volpi. Del resto “a Di Maio e alla sua famiglia (come si evince dalle disavventure del padre), gli euro non hanno mai fatto orrore”. E, se non avete capito che cazzo c’entrino il padre di Di Maio e lo scandalo dei laterizi abbandonati su una carriola nel suo orto, non sapete cos’è la logica. Ah, il titolo dell’editoriale sallustiano è “Non scriviamo sotto dettatura”. Si ride di gusto.
Per Vittorio Sgarbi, è tutta colpa di una “legge idiota fatta da cretini come Fico” (che non scrive leggi, essendo il presidente della Camera, e poi quello è un decreto del governo). L’altro è Feltri: “Non me la sento di accanirmi contro coloro che hanno incassato furbescamente gli oboli, perché in fondo essi (gli oboli, ndr), e anche in cima (qualunque cosa voglia dire, ndr), erano concessi in ossequio a una legge firmata dagli amministratori dello Stato”. Quindi la colpa è di “un esecutivo talmente inetto da permettere a cani e porci di incamerare quattrini” e chi deve “liberarci della loro mefitica presenza” non sono i percettori indebiti del bonus, ma chi l’ha previsto per quelli debiti. Analogamente la colpa delle pensioni ai falsi invalidi non è di chi si finge invalido per intascarle, ma di chi le ha volute per gl’invalidi veri.
Stefano Folli, su Repubblica, teme che lo scandalo “potrebbe gonfiare le vele ai fautori del ‘sì’ nel referendum sul taglio dei parlamentari”. Ma poi si rassetta il riportino e si rassicura da solo: “Il punto è la qualità di chi viene mandato in Parlamento, non la quantità di deputati e senatori che oggi (senza i tagli) è in linea con i principali Paesi europei” (falso, ma fa niente). Dunque “il ‘sì’ alla sforbiciata non cura nessuno di questi mali, anzi li aggrava”. Se ne deduce che, per curare “lo squallore dei 600 euro”, il numero dei parlamentari non andrebbe ridotto, ma aumentato: da 945 a 1.890 o, perché no, 5mila cifra tonda. Vuoi mettere, a quel punto, la qualità. È la legge del circo: “Più gente entra, più bestie si vedono”.
Dimenticavo: “Il salame fa bere, bere disseta, dunque il salame disseta” (Montaigne).