Basta solo aspettare, poi la resa dei conti arriva sempre. Fino a un mese fa, tra i gargarismi “garantisti” contro i magistrati di Lodi che avevano osato arrestare e condannare l’ex sindaco Uggetti (poi assolto in appello), le pompe magne ai referendum radical-leghisti per una “giustizia giusta” (come no) e i salmi in gloria della “riforma Cartabia” per una giustizia rapida e senza la barbarie delle manette, la custodia cautelare in carcere era ai minimi storici del consenso politico-mediatico. Poi, ad Aci Trezza, lo stalker Tony Sciuto ha ucciso a colpi di pistola la sua ex Vanessa Zappalà dopo mesi di minacce. E ora tutti a strillare: ma perché non era in galera? La Procura, dopo l’arresto in flagranza per stalking, aveva chiesto i domiciliari, ma il gip aveva optato per la misura meno afflittiva introdotta dalle leggi sullo stalking e sul “codice rosso”: il divieto di avvicinamento alla vittima. Perché non il carcere? Senza precedenti penali specifici e violenze gravi, è impossibile che sia concesso per lesioni lievi e minacce come quelle denunciate dalla povera Vanessa: a furia di riformare al ribasso la custodia cautelare per non finirci loro, i politici l’hanno prevista solo come extrema ratio. Sta al giudice dimostrare che nessun’altra restrizione può impedire la reiterazione del reato. Infatti il gip ha ritenuto che il divieto di avvicinamento bastasse. Ma neppure i domiciliari avrebbero impedito a Sciuto di sparare alla ex: le evasioni dal domicilio sono all’ordine del giorno e non ci sono forze dell’ordine sufficienti per piantonare tutti.
Ora Francesco Merlo spiega su Rep che “solo il carcere ferma lo stalker”. Giusto. Chissà se è solo un omonimo di quel Francesco Merlo che il 6 luglio, sempre su Rep, esaltava “i sei referendum come una spinta e un aiuto al governo Draghi e alla ministra Cartabia, e come un monito al Parlamento… perciò mi fiderei ancora dei radicali” perché “dal 1946 solo i referendum hanno fatto volare l’Italia”. Ecco: mentre lui vola, magari scopre che il quesito n. 5 abolisce la custodia cautelare in carcere per tutti, salvo che si dimostri il “concreto e attuale pericolo” che uno reiteri “gravi delitti con uso di armi o di altri mezzi di violenza personale o diretti contro l’ordine costituzionale o di criminalità organizzata”. Per tutti gli altri, niente manette. E, fra questi “altri”, oltre a ladri, scippatori, bancarottieri, evasori, frodatori, corrotti, corruttori, concussori, truffatori, falsari ecc, ci sono gli stalker. Le forze dell’ordine dovranno continuare ad arrestarli in flagrante. Però, dopo 48 ore, il gip non solo potrà (come oggi), ma dovrà scarcerarli. Se la porcata passerà, segnatevi chi l’ha voluta: radicali, Lega, FI, Iv, Udc e Merlo. Così, per sapere chi andare a ringraziare.
ILFQ