venerdì 13 gennaio 2017

INTERFERENZE NELLE ELEZIONI? GLI STATI UNITI L’HANNO GIÀ FATTO IN 45 PAESI NEL MONDO. - Shane Dixon Kavanaugh











Una nuova ricerca mostra che l’America ha una lunga storia di ingerenze nelle elezioni in paesi stranieri.
Il tentativo della Russia di influenzare le elezioni del 2016 continua ad ossessionare i politici americani, e intanto l’amministrazione Obama ha contrattaccato con una serie di azioni punitive contro i servizi segreti e i diplomatici russi. Giovedì [29 dicembre] la Casa Bianca ha deciso di espellere 35 diplomatici sospettati di essere agenti dell’intelligence russa operanti negli Stati Uniti, e ha deciso di imporre sanzioni alle due maggiori agenzie di intelligence del Cremlino, in risposta a ciò che gli USA ritengono essere una serie di cyber-attacchi condotti dalla Russia durante la campagna presidenziale. Per il momento il presidente russo Vladimir Putin ha indicato che non ci saranno rappresaglie, ma la situazione potrebbe cambiare.
Tutta questa storia di attacchi e contrattacchi, e dell’interferenza nelle elezioni, è alla ribalta sotto i riflettori nazionali, fomentata ulteriormente dalla convinzione delle agenzie di intelligence americane che la Russia abbia voluto aiutare Donald Trump a conquistare la presidenza. Eppure,  nessuno dei due paesi può dirsi estraneo a tentativi di ingerenza nelle elezioni di altri paesi. Gli Stati Uniti, infatti, hanno una storia lunga e impressionante di tentativi di influenzare le elezioni presidenziali in altri paesi, come mostrato dal recente studio di un ricercatore in scienze politiche, Dov Levin.
Levin, ricercatore all’Istituto di Politica e Strategia dell’Università Carnegie-Mellon, ha riportato come gli USA abbiano cercato di influenzare le elezioni in altri paesi per ben 81 volte tra il 1946 e il 2000. Spesso agendo sotto copertura, questi tentativi includono di tutto: da agenti operativi della CIA che hanno portato a termine con successo campagne presidenziali nelle Filippine negli anni ’50, al rilascio di informazioni riservate per danneggiare i marxisti sandinisti e capovolgere le elezioni in Nicaragua nel 1990. Facendo la somma, gli USA avrebbero condizionato le elezioni in un totale di 45 paesi in tutto il mondo durante il periodo considerato. Nel caso di alcuni paesi come l’Italia e il Giappone gli USA avrebbero cercato di intervenire in quattro o più distinte elezioni . 
I dati di Levin non includono i colpi di stato militari o i rovesciamenti di regime che hanno seguito l’elezione di candidati contrari agli Stati Uniti, come ad esempio quando la CIA ha contribuito a rovesciare Mohammad Mosaddeq, il primo ministro democraticamente eletto in Iran nel 1953. Il ricercatore ha definito un’interferenza elettorale come “un atto che comporta un certo costo ed è volto a stabilire il risultato delle elezioni a favore di una delle due parti“. Secondo la ricerca di Levin, questo includerebbe: diffondere informazioni fuorvianti o propaganda, creare materiale utile alla campagna del partito o del candidato favorito, fornire o ritirare aiuti esteri e fare annunci pubblici per minacciare o favorire un certo candidato. Spesso questo prevede dei finanziamenti segreti da parte degli USA, come è avvenuto in alcune elezioni in Giappone, Libano, Italia e altri paesi.
Per costruire il suo database Levin dice di essersi basato su documenti declassificati della stessa intelligence americana, come anche su una quantità di report del Congresso sull’attività della CIA. Ha poi esaminato ciò che considera resoconti affidabili della CIA e delle attività americane sotto copertura, ricerche accademiche sull’intelligence americana, resoconti di diplomatici della Guerra Fredda e di ex funzionari della CIA. Gran parte delle ingerenze americane nei processi elettorali di altri paesi sono ben documentate, come quelle in Cile negli anni ’60 o ad Haiti negli anni ’90. Ma che dire di Malta, 1971? Secondo lo studio di Levin gli USA avrebbero cercato di condizionare la piccola isola mediterranea strozzandone l’economia nei mesi precedenti all’elezione di quell’anno.
I risultati della ricerca suggeriscono che molte delle interferenze elettorali americane sarebbero avvenute durante gli anni della Guerra Fredda, in risposta all’influenza sovietica che andava espandendosi in altri paesi. Per essere chiari, gli USA non sarebbero stati gli unici a cercare di determinare le elezioni all’estero. Secondo quanto riportato da Levin lo avrebbe fatto anche la Russia per 36 volte dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla fine del ventesimo secolo. Il numero totale degli interventi da parte di entrambi i paesi sarebbe stato dunque, in quel periodo, pari a 117.
Eppure anche dopo il crollo dell’Unione Sovietica, avvenuto nel 1991, gli USA hanno continuato i propri interventi all’estero, prendendo di mira elezioni in Israele, nella ex Cecoslovacchia e nella stessa Russia nel 1996, secondo quanto trovato da Levin. Dal 2000 a oggi gli USA avrebbero interferito con le elezioni in Ucraina, Kenia, Libano e Afghanistan, per citarne solo alcuni.

Ecco la lista dei grandi debitori insolventi di Mps. - Carlo Festa e Fabio Pavesi



Nella lista nera dei grandi debitori morosi, che hanno affossato Mps portandola a cumulare 47 miliardi di prestiti malati, ci sono nomi eccellenti dell’Italia che conta. Dai grandi imprenditori, agli immobiliaristi, al sistema delle coop rosse fino alla giungla delle partecipate pubbliche della Toscana. 
Il parterre è ecumenico sul piano politico. Centro-sinistra, Centro-destra pari sono. Del resto per una banca guidata per decenni da una Fondazione espressione della politica era quasi naturale l’arma del credito come strumento di consenso e di scambio.
Tra i protagonisti di spicco più emblematici, come ha ricostruito Il Sole24Ore, figura sicuramente la famiglia De Benedetti e la sua Sorgenia. Emblematica per dimensioni e per quel ruolo innaturale che ha svolto Mps. La Sorgenia si è indebitata per 1,8 miliardi con il sistema bancario. La sola Mps, chissà come, si è caricata di ben un terzo di quel fardello. Seicento milioni erano appannaggio del solo istituto senese che ha fatto lo sforzo più ingente rispetto al pool di 15 istituti che avevano finanziato la società elettrica finita a gambe all’aria. I De Benedetti capita l’antifona della crisi irreversibile non si sono resi disponibili a ricapitalizzare come da richiesta delle banche. Alla fine il «pacco» Sorgenia è finito tutto in mano alle banche che hanno convertito l'esposizione creditizia in azioni. E Mps si ritrova ora azionista della Nuova Sorgenia con il 17% del capitale. Per rientrare dal credito prima o poi, occorrerà risanare la società e venderla. Oggi Sorgenia è tra gli incagli di Mps. Non solo, nel 2015 la banca ha svalutato i titoli Sorgenia per 36 milioni di euro.

IL PIANO INDUSTRIALE CHE DOVRÀ ESSERE RIVISTO Proiezioni finanziarie previste dal piano industriale 2016-2019. Dati in milioni di euro (Fonte: Mps)

Ma Mps da anni si porta dietro (insieme ad altre banche) anche la fiducia accordata a Luigi Zunino. L’ex immobiliarista rampante cumulò debito con il sistema bancario per 3 miliardi. Tuttora la sua ex Risanamento è inadempiente con Mps che ha, sempre nel 2015, svalutato titoli in portafoglio per 11,6 milioni. Tra i grandi incagli di Siena ecco spuntare anche un altro nome di spicco.
È Gianni Punzo azionista di peso di Ntv e patron e ideatore dell’interporto di Nola, la grande infrastruttura logistica del meridione. Da tempo la Cisfi, la finanziaria che sta in cima al complesso reticolo societario è in affanno per l’ingente peso debitorio. Anche qui le banche Mps in testa hanno convertito parte dei prestiti in azioni. Mps è oggi il primo socio della Cisfi sopra il 7% (con Punzo al 6,1%).
Anche la Cisfi Spa che recepisce la crisi dell’interporto di Nola è un incaglio per Mps che ha titoli in pegno svalutati anch’essi per 11 milioni a fine del 2015. Ed ancora la ex banca di Mussari deve tuttora metabolizzare il disastro della BTp, il general contractor della ditta Bartolomei-Fusi, che aveva in Verdini un grande sponsor, protagonista più delle cronache giudiziarie recenti che di quelle economiche.
Dal dissesto del contractor delle grandi opere toscano è rinata la Fenice Holding. Anche qui Mps se la ritrova in portafoglio in virtù dei prestiti non ripagati. Tra gli immobiliaristi come non citare Statuto che ha visto pignorato il suo Danieli di Venezia su cui Mps (con altri) aveva ingenti finanziamenti.
E c’è il capitolo amaro della Impreme della famiglia di costruttori romani Mezzaroma che hanno portato i loro guai in casa Mps. E poi residua a bilancio dal 2007 il disastroso progetto immobiliare abortito di Casalboccone a Roma eredità dei Ligresti che vede Mps azionista (in cambio dei crediti non pagati) con il 22% del capitale. Il capitolo Coop vede Mps protagonista della ristrutturazione del debito di Unieco.
Tra i dossier immobiliari c’è il finanziamento di alcuni fondi andati in default: come un veicolo gestito da Cordea Savills, finanziato con eccessiva leva da Mps, che aveva in portafoglio gli ex-immobili del fondo dei pensionati Comit. Ma Mps ha finanziato anche alcuni dei fondi di Est Capital, società finita in liquidazione che gestiva il progetto del Lido di Venezia.
E infine c’è il capitolo della partecipate pubbliche. Mps è inguaiata con pegni o titoli in Scarlino Energia; Fidi Toscana; Bonifiche di Arezzo; l’Aeroporto di Siena e persino le Terme di Chianciano. La banca si ritrova a fare l’imprenditore di società in crisi quando avrebbe dovuto solo fare la banca.

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-01-10/ecco-lista-grandi-debitori-morosi-mps-203935.shtml?uuid=ADI10OUC&refresh_ce=1

lunedì 9 gennaio 2017

Lavoro, Istat: “A novembre 2016 la disoccupazione è tornata a salire. Quella giovanile a 39,4%, il massimo da ottobre 2015”.

Lavoro, Istat: “A novembre 2016 la disoccupazione è tornata a salire. Quella giovanile a 39,4%, il massimo da ottobre 2015”

Il tasso cresce anche per le altre fasce di età, ma i dati preliminari diffusi dall'istituto di statistica mostrano in parallelo un aumento degli occupati. L'apparente contraddizione deriva dal calo degli inattivi, cioè le persone che smettono di cercare un'occupazione perché scoraggiate. A trovare lavoro però sono soprattutto gli over 50.


A novembre 2016 il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 39,4%: un aumento di 1,8 punti percentuali rispetto al mese precedente che l’ha portato al livello più alto a partire da ottobre 2015. Lo rileva l’Istat nelle sue stime sul penultimo mese del 2016, da cui emerge che nella fascia di età tra 15 e 24 anni è sceso anche il tasso di occupazione, mentre quello di inattività – che include anche le persone impegnate negli studi – è calato di 0,6 punti.
In generale, il quadro del mercato è in chiaroscuro: anche allargando lo sguardo alle altre fasce di età il tasso dei senza lavoro ha registrato un incremento, passando dall’11,7 all’11,9% su base mensile e crescendo dello 0,5% su novembre 2015. I senza lavoro sono saliti a quota 3.089.000, in aumento di 57mila unità su ottobre e di 165mila su novembre 2015. In parallelo, tuttavia, sono aumentati di 19mila unità gli occupati e il tasso di occupazione è stato pari a 57,3%, in aumento di 0,1 punti su ottobre. L’apparente contraddizione deriva dal calo degli inattivi, cioè le persone che smettono di cercare un’occupazione perché scoraggiate: a novembre il tasso di inattività si è assestato ai minimi storici, a quota 34,8%: gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono calati di 93mila unità su ottobre e di 469mila su novembre 2015.
L’aumento degli occupati riguarda le donne e, ancora una volta, le persone ultracinquantenni, un trend che lo scorso anno è andato via via consolidandosi a scapito dei giovani e soprattutto della classe 25-34 anni, che a novembre ha visto il tasso di occupazione calare di 0,4 punti percentuali. Non a caso, aggiunge l’Istat, la crescita su base annua si è concentrata “esclusivamente tra gli over 50”: +453mila occupati.
Passando alle tipologie di contratto, nel mese di novembre sono aumentati gli indipendenti e i dipendenti permanenti, mentre sono calati i lavoratori a termine. I dati mensili, commenta l’Istat, confermano un quadro di sostanziale stabilità del mercato del lavoro che si protrae da alcuni mesi. A ben guardare, però, nel periodo settembre-novembre si è registrato un lieve calo degli occupati rispetto al trimestre precedente: -0,1%, pari a -21mila. Il calo ha interessato gli uomini, le persone tra 15 e 49 anni e i lavoratori dipendenti, mentre ci sono stati segnali di crescita per le donne e gli over 50. Su base annua invece si conferma la forte crescita dei dipendenti (+1,1%, pari a +193mila) e si rileva un lieve aumento anche tra gli indipendenti (+0,1%, pari a +7mila). La crescita dei dipendenti riguarda sia quelli permanenti (+0,9%, pari a +135mila) sia quelli a termine (+2,5%, pari a +58mila).

sabato 7 gennaio 2017

Il GPL per la casa: cos’è, come funziona e quanto costa?




Che cos'è il GPL?

preventivo
Il GPL, o Gas di Petrolio Liquefatto, non è solo il liquido che troviamo negli accendini o un’alternativa alla benzina. Infatti per tutte le abitazioni non collegate alla rete di distribuzione nazionale, il GPL rappresenta la principale alternativa al gas metano, comoda e competiviva. Nelle zone rurali e nei piccoli centri urbani non raggiunti dai gasdotti del metano, il GPL è il combustibile più comune per cucinare e riscaldare.
Il GPL è un combustibile facile da trovare, a basso impatto ambientale e con un'elevata resa.
Trasportato con facilità ovunque allo stato liquido, il GPL è scaricato in bombole (di solito, miscela ca.75% di butano e 25% di propano) e serbatoi (ca. 95% di propano) di varie dimensioni per utilizzo domestico, industriale ed agricolo.
Con le bombole o con un serbatoio individuale o condiviso, come fonte di energia esclusiva o integrata alle fonti rinnovabili come la biomassa, il GPL è una fonte energetica flessibile che offre soluzioni molto diverse e adeguate ai vari profili.
DA COSA È COMPOSTO IL GPL?
Il GPL è una miscela di idrocarburi leggeri ma con un alto contenuto energetico, composta per la maggior parte da propano e butano ed ottenuta dalla distillazione del petrolio greggio o dal frazionamento del gas naturale.

Il GPL in Italia.

In Italia sono oltre 7 milioni le famiglie che impiegano il GPL ad uso residenziale per il riscaldamento, cottura e acqua calda sanitaria. Tuttavia queste rappresentano il 5% delle famiglie italiane che utilizzano il GPL per cucinare e per riscaldare la loro casa mentre quasi l’80% è collegato alla rete di distribuzione del gas e utilizza il metano.

Il fabbisogno di GPL ad uso combustione nel 2015 è stato pari a 1,6 milioni di tonnellate. (Fonte: Assemblea annuale di Assogasliquidi - 24 febbraio 2016).

Bombole o serbatoio di GPL?

Il GPL viene usato in contesti e secondo modalità molto diverse, dalle piccole bombole ai serbatoi di grande capienza (oltre 1000 litri). Ovviamente, per le utenze che hanno dei consumi rilevanti i serbatoi offrono una soluzione molto più idonea delle bombole, da usare solo in caso di consumi bassi (i.e per uso cottura o acqua calda).
Ad esempio quando il GPL è usato per riscaldamento per interi condomini oppure in villette plurifamiliari o per usi industriali come gas di processo, sarà indispensabile installare un serbatoio di capacità adeguata.

Le bombole

serbatoi gpl
Se non sei collegato alla rete di distribuzione del gas, non ti preoccupare, puoi sempre utilizzare una bombola di GPL per alimentare i tuoi fornelli. Dove trovi le bombole del gas? Recati presso uno dei punti vendita specializzati e ricorda che a volte viene richiesta una cauzione per la bombola, restituita quando riporterai indietro la bombola. Una volta trasportata a casa, posizionala in un luogo sicuro.
Numerosi rivenditori offrono anche il servizio a domicilio 24 ore su 24, consegnando e installando direttamente a casa la bombola piena e portando via quella scarica. 
ATTENZIONE CON IL GAS NON SI SCHERZA!Leggi le informazioni di sicurezza per gli utenti di gas naturale e GPL redatta dai Vigili del Fuoco.
La capacità delle bombole per uso domestico può variare; i seguenti tagli sono i più diffusi: 10 - 15 - 20 - 25 kg, tuttavia esistono bombole fino a 62 kg. Il prezzo di una bombola varia da un rivenditore all’altro per cui vi consigliamo di fare un confronto tra diversi negozi nella vostra zona.
Per darvi un’idea del prezzo di una bombola:
  • da 10 kg costa 25 - 30 euro
  • per una da 15 kg il prezzo è di 35 - 45 euro
Le bombole contengono generalmente GPL, ossia una miscela costituita principalemente da propano e butano. In commercio esistono anche le bombole con solo propano (alta percentuale di propano), utilizzate specialmente nelle zone di alta montagna o notoriamente fredde.
Il motivo è che il butano congela ad una temperatura di circa 0 °C mentre il propano riesce ad evaporare fino a temperature molto più basse. In montagna quando fa freddo, c'è il rischio che il butano non riesca a diventare gassoso, bloccando il funzionamento degli apparecchi collegati.

I serbatoi

serbatoi gpl
Se i tuoi consumi richiedono volumi di combustibile troppo elevati per semplici bombole è necessario, se lo spazio te lo consente, optare per un serbatoio di GPL in prossimità della tua abitazione. In questo modo si evita l'incoveniente della sostituzione della bombola che sarebbe troppo frequente. Il serbatoio sarà ricaricato dal fornitore GPL di tua scelta ogni volta che sarà necessario. Per ulteriori informazioni visita l'articolo: come installare il serbatoio.
La capacità non è l'unica caratteristica di differenziazione tra un bombolone e l'altro, possono variare infatti le modalità con le quali l'utente usufruisce del GPL e le condizioni di utilizzo del serbatoio, se di proprietà, in locazione oppure in comodato d'uso. 

Le modalità di installazione del serbatoio GPL

Tra i serbatoi disponibili vi sono quelli esterni, di più semplice installazione, o quelli interrati (anche parzialmente) più vicini alle abitazioni e con un minore impatto paesaggistico. In questo secondo caso il serbatoio è quasi invisibile poiché è sotto terra e dall'esterno è visibile solo un coperchio che si può facilmente mimetizzare.
Per il bombolone esterno si dovrà individuare una zona con uno spazio adeguato per poter recintare il serbatoio. In aggiunta alle considerazioni estetiche, questa scelta ha delle implicazioni in termini di costo dell'installazione e di regole di sicurezza.
Per legge dovranno essere rispettate delle distanze di sicurezza tra il serbatoio e gli edifici e gli elementi circostanti. Visita l'articolo dedicato alle distanze per un serbatoio di GPL interrato.
Nel caso di serbatoio interrato, la distanza di sicurezza dalla casa è dimezzata rispetto ad un serbatoio esterno!
Il serbatoio, chiamato comunemente bombolone, ha di solito una capacità di c.a. 1.000 litri per un cliente domestico; per gli usi industriali, invece, il suo volume può arrivare a superare anche i 15.000 litri in base alle esigenze del cliente.
Devi installare un serbatoio e desideri un preventivo gratuito? Chiama il numero 011.196.201.84,  (lun-ven dalle 9 alle 19 e sab dalle 9 alle 13) senza sovraccosti, oppure compila il modulo per un preventivo gratuito.

E' meglio il serbatoio di GPL a rifornimento o a consumo?

Con il GPL, l'utente può scegliere tra la gestione a rifornimento oppure a consumo con un contatore che misura il gas consumato da ogni singolo cliente. Questa seconda soluzione viene applicata spesso quando gli utenti finali sono numerosi, come ad esempio in un condominio dove è presente un unico serbatoio che serve tutti i condomini.
Scopri come funziona il GPL a contatore per un condominio. Il sistema con il contatore a volte è presente anche con un singolo utente finale, ma è più insolito.
  • A rifornimento
    L'utente gestisce direttamente il suo serbatoio, prende l'iniziativa di contattare il fornitore per riempirlo e paga ad ogni rifornimento di gas, "allo scarico", invece di ricevere bollette periodiche. Il cliente è quindi responsabile del serbatoio e del suo approviggionamento.
  • A consumo:
    L'utente dispone di un contatore, letto regolarmente dal fornitore di GPL che garantisce il riempimento del serbatoio e fattura i consumi rilevati. In questo caso, il cliente non si deve mai preoccupare del serbatoio, poiché sarà cura del fornitore tenerlo sempre pieno! Le utenze di GPL con il contatore a consumo sono particolarmente pratiche per le multi-utenze, per esempio condomini o villette plurifamiliari.

Quali sono i principali fornitori di GPL in Italia?

Esistono tanti fornitori di GPL, una decina di grandi operatori e tantissimi distributori locali. I venditori che operano su tutto il territorio nazionale sono pochi ed è importante identificare quali sono i fornitori presenti nella zona prima di richiedere un preventivo e trovare l'offerta migliore.
Oltre al prezzo del GPL, il cliente dovrà valutare anche i vari servizi offerti dai fornitori di GPL:
  • Presa in carico dei controlli sulla sicurezza e sulla manutenzione dell'impianto (ex CPI, valvola di sicurezza ecc.)
  • Costo iniziale dell'impianto, alcuni fornitori possono proporre un finanziamento per i lavori di installazione
  • Qualità del servizio clienti: strumenti di gestione dell'utenza (applicazione mobile, avviso per il rifornimento, disponibilità di GPL...)
Di seguito troverte un elenco dei principali operatori nella distribuzione e vendita di GPL sul territorio italiano.
Chi vende GPL in Italia?
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FornitoreDescrizione
Il gestore storico del gas in Italia ha una rete di fornitori di GPL (bombole e serbatoi) diffusa su tutto il territorio nazionale.
Per ulteriori informazioni su Eni per il GPL
.Presente nelle regioni del centro e del Nord-Ovest fornisce servizi innovativi (applicazioni per smartphone) per richieste di preventivo, ricariche e vendita.
Scopri le offerte di TotalGaz per il GPL
Il leader italiano nella distribuzione del GPL nato da una joint venture tra due importanti realtà societarie: il Gruppo italiano Brixia e la  Società olandese SHV.
Ulteriori informazioni su Liquigas per il GPL
Costantin si occupa di progettare, installare e rifornire serbatoi GPL per impianti civili e industriali. Costantin dispone di importanti centrali di stoccaggio e di un’efficiente rete di trasportatori per la distribuzione.
Ulteriori informazioni sul GPL di Costantin
BUTANGAS serve centinaia di migliaia di clienti privati di bombole e piccoli serbatoi, oltreché industrie e istituzioni pubbliche.
Ulteriori informazioni su ButanGas
È tra i primi cinque operatori italiani nel gpl e opera in 3 business: gpl, gas speciali/chimica, macchine industriali.
Ulteriori informazioni su Lampogas
Ultragas Tirrena, insieme alla controllata Tuttogas, è attiva nel settore del GPL in tutta Italia. COn una rete commerciale capillare, soprattutto in Sardegna, distribuisce serbatoi, bombole e servizi a contatore a famiglie e clienti aziendali.
Ulteriori informazioni su Ultragas Tirrena per il GPL
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Quanto costa il GPL?

Il costo del GPL varia prima di tutto in base alla tipologia di impianto, se utilizzi le bombole oppure hai installato un serbatoio. In generale il prezzo del GPL segue le evoluzioni del prezzo dei prodotti petroliferi: petrolio e gas naturale.
Tuttavia a livello locale il prezzo del combustibile GPL cambia in base ai fattori qui elencati:
  • La tipologia di contratto stipulato
  • Il consumo annuale del cliente
  • La zona geografica

Il costo di una bombola di GPL

Le bombole sono commercializzate in base al loro peso in chilogrammi. I modelli più comuni e maggiormente diffusi per il settore domestico sono da 10, 15 o 25 kg, mentre le bombole più grandi possono raggiungere anche 62 kg.
Un chilo di GPL (chiamato comunemente anche propano) costa intorno ai 2,00-2,30 €/kg (ossia 1,1 - 1,3 €/lt).

Il costo del GPL in serbatoio

Fino a qualche anno fa il costo di un litro di GPL arrivava a superare 1 € al litro. Nel corso degli ultimi tempi, grazie al calo dei prezzi del petrolio sui mercati internazionali, rifornire un serbatoio di GPL non è mai stato così conveniente.
Oggi un litro di GPL può costare tra 55 e 70 centesimi di euro, tasse escluse. Così, il rifornimento di un serbatoio di 1000 litri, rispettando le norme di sicurezza che impongono di lasciare vuoto il 20%, costa tra 450 e 550 €.

Quanto costa installare un serbatoio di GPL?

Per quanto riguarda l’installazione dell’impianto di GPL per la tua casa, tre sono le possibilità offerte, da valutare in base alle tue preferenze e ai tuoi consumi.
Il serbatoio può essere concesso dal fornitore con una delle seguenti modalità:
  1. Serbatoio di proprietà dell'utente
  2. Serbatoio in regime di comodato d'uso
  3. Serbatoio con contratto di affitto
Queste tre alternative sono possibili per tutti gli impianti di stoccaggio del GPL. Il serbatoio di proprietà di solito è scelto da clienti che hanno consumi elevati e comporta una spesa iniziale per l'installazione superiore. Dopo 2 anni dalla stipula del contratto il cliente ha il diritto di poter cambiare la modalità scelta, visita la pagina su come inviare la disdetta del contatore.
Negli ultimi due casi, il serbatoio rimane di proprietà del fornitore che lo mette a disposizione dell'utente per l'utilizzo. In entrambe queste situazioni, il cliente è vincolato con il fornitore. Se stai pagando troppo per la fornitura di GPL e sei interessato ad un cambio, chiama lo 011.196.201.84, il umero è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 ed il sabato dalle 9.00 alle 13.00, e scopri come cambiare fornitore di GPL.

Il serbatoio in comodato d’uso gratuito

Il fornitore di GPL installa il serbatoio a fronte di un contratto di esclusività per l'approviggionamento pluriennale del GPL. Il cliente è quindi vincolato da contratto ad acquistare il GPL da quel fornitore e quindi ha meno potere contrattuale. L'installazione iniziale è a carico del fornitore che dovrà assicurarsi un certo periodo di tempo per rientrare dell'investimento realizzato.
Nel caso in cui i lavori fossero complessi, come ad esempio se si tratta di un serbatoio interrato, il fornitore potrà chiedere un contributo forfettario per i lavori.
Per realizzare un eventuale cambio di fornitore sarà necessario aspettare la fine del periodo di esclusiva e il rinnovo contrattuale. In caso di recesso del contratto, il fornitore potrà recuperare il serbatoio o proporti di riscattarlo attraverso l'acquisto dello stesso.

Il serbatoio in affitto

Il fornitore installa il serbatoio e fa pagare al cliente un canone di solito annuale. In base al contratto stipulato, sarai libero o no di comprare il tuo GPL presso altri fornitori. Anche il costo dell'installazione dipende dal contratto ed in genere è a carico del fornitore. Il canone di affitto del serbatoio comporta un costo minore per il successivo eventuale riscatto del serbatoio.

Il serbatoio di proprietà

I lavori di installazione del serbatoio sono a tuo carico e quindi i costi iniziali sono decisamente supriori rispetto alle prime due situazioni. Tuttavia puoi scegliere il fornitore che preferisci ad ogni rifornimento, una scelta interessante per chi consuma tanto gas.
Inoltre il cliente in questo caso ha più potere contrattuale in sede di negoziazione con il fornitore sul prezzo del GPL da pagare.

Il GPL per gli usi professionali

In quelle zone non raggiunte dalla rete del gas metano il GPL, grazie ai suoi vantaggi, è impiegato anche per  usi industriali. I suoi utilizzi più comuni vanno dal riscaldamento degli ambienti e dell'acqua, all'uso come gas di processo, ad esempio per l'essiccazione degli alimenti come frutta e cereali.
Tutti i maggiori fornitori di GPL propongono offerte personalizzabili alle aziende a seconda delle loro esigenze. Per questo motivo ti consigliamo di richiedere diversi preventivi per poter trovare l'offerta migliore di GPL.
Il GPL comporta una combustione pulita e quindi viene impiegato in diversi settori. In particolare abbiamo selezionato alcuni mercati per valutarne i vantaggi per ogni circostanza.
Scopri i benefici del GPL per la tua attività:
http://luce-gas.it/faq/gpl-casa-costo-bombole-serbatoi#costo

Il loro compito.

Risultati immagini per quali sono i doveri di un governo

Vogliamo spiegare ai nostri amministratori, quelli ai quali abbiamo dato la nostra fiducia e che hanno la responsabilità di governarci, che il loro compito consiste nel legiferare per il nostro benessere?
Mi pare che abbiano dimenticato qual'è il loro compito.

Cetta.

Modello 730: ecco tutte le novità.

Modello 730: ecco tutte le novità


Da oggi è disponibile sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, www.agenziaentrate.gov.it, la bozza del 730/2017 con le relative istruzioni. Diverse le novità che entrano nel modello dichiarativo, tra cui l'agevolazione sui premi di risultato dei dipendenti del settore privato e il regime speciale previsto per i lavoratori rimpatriati.
Da quest’anno è prevista una tassazione agevolata per i dipendenti del settore privato che percepiscono premi di risultato d'importo non superiore a 2.000 euro o a 2.500 euro se l'azienda coinvolge pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro. In particolare, se i premi di risultato sono percepiti in denaro, si applica un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali pari al 10%; se i premi invece sono percepiti sotto forma di benefit o di rimborso di spese di rilevanza sociale sostenute dal lavoratore, non si applica alcuna imposta.
Per i lavoratori che si sono trasferiti in Italia concorre alla formazione del reddito complessivo soltanto il 70% del reddito di lavoro dipendente prodotto nel nostro Paese.
Agevolazioni previste dalla 'legge dopo di noi': dal periodo d'imposta 2016, per le assicurazioni aventi per oggetto il rischio di morte finalizzate alla tutela delle persone con disabilità grave, l'importo massimo dei premi per cui è possibile fruire della detrazione del 19% è elevato a 750 euro. Sempre a partire dall’anno d’imposta 2016, è possibile fruire della deduzione del 20% di erogazioni liberali, donazioni e altri atti a titolo gratuito, complessivamente non superiori a 100.000 euro, a favore di trust o fondi speciali che operano nel settore della beneficienza.
School bonus: per le erogazioni liberali di ammontare fino a 100.000 euro effettuate nel corso del 2016 in favore degli istituti del sistema nazionale d’istruzione è riconosciuto un credito d’imposta pari al 65% delle erogazioni effettuate, che sarà ripartito in 3 quote annuali di pari importo.
Spese arredo immobili giovani coppie: alle giovani coppie, anche conviventi di fatto da almeno 3 anni, in cui uno dei due componenti non ha più di 35 anni e che nel 2015 o nel 2016 hanno acquistato un immobile da adibire a propria abitazione principale, è riconosciuta la detrazione del 50% delle spese sostenute, entro il limite di 16.000 euro, per l’acquisto di mobili nuovi destinati all’arredo dell’abitazione principale.
Spese per canoni di leasing per abitazione principale: È riconosciuta la detrazione del 19% dell’importo dei canoni di leasing pagati nel 2016 per l’acquisto di unità immobiliari da destinare ad abitazione principale ai contribuenti che, alla data di stipula del contratto, avevano un reddito non superiore a 55.000 euro. L’importo dei canoni di leasing per cui si può fruire della detrazione non può essere di importo superiore a 8.000 euro se, alla data di stipula del contratto, si hanno meno di 35 anni o di 4.000 euro se alla stessa data si hanno 35 anni o più. L’agevolazione spetta anche se nel 2016 sono stati pagati i prezzi di riscatto: in tal caso il prezzo del riscatto non può essere superiore a 20.000 euro se si aveva meno di 35 anni, a 10.000 euro se si aveva 35 anni o più.
Iva pagata nel 2016 per l’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B: a chi lo scorso anno ha acquistato un’abitazione di classe energetica A o B è riconosciuta la detrazione del 50% dell’Iva pagata nel 2016.
Dispositivi multimediali per il controllo da remoto: è riconosciuta la detrazione del 65% delle spese sostenute nel 2016 per l’acquisto, installazione e messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento e/o produzione acqua calda e/o climatizzazione delle unità abitative.

Referendum su Jobs Act. Avvocatura dello Stato: su articolo 18 quesito manipolativo.


L'Avvocatura dello Stato ha depositato oggi le tre memorie sui referendum abrogativi in materia di lavoro che la Corte Costituzionale dovrà valutare sul piano dell'ammissibilità l'11 gennaio. L'Avvocatura agisce per conto della Presidenza del Consiglio che ha deciso di costituirsi.

Il quesito referendario per abrogare le modifiche apportate con il Jobs Act all'art. 18 dello statuto dei lavoratori sui licenziamenti ha "carattere surrettiziamente propositivo e manipolativo" e per questo "si palesa inammissibile". 
È quanto sostiene l'Avvocatura dello Stato nella memoria - che l'Ansa ha potuto visionare - depositata oggi per conto della Presidenza del Consiglio, in vista della decisione della Corte Costituzionale sull'ammissibilità dei referendum sul lavoro. 
Se abrogazione voucher vuoto normativo L'abrogazione, attraverso il referendum, delle norme sui voucher previste dal Jobs Act rischia di produrre un vuoto normativo. È la posizione espressa dell'Avvocatura dello Stato nella memoria depositata oggi. 

"L'abrogazione dal corpo del decreto legislativo 81/2015 dei tre articoli suddetti - si legge infatti nella memoria - potrebbe determinare un vuoto normativo idoneo a privare di una compiuta e necessaria regolamentazione, tutte quelle prestazioni che - per la loro limitata estensione quantitativa o temporale - non risultino utilmente sussumibili nel paradigma normativo del lavoro a termine o di altre figure giuridiche contemplate dall'ordinamento vigente". 

L'Avvocatura rileva che "il proposito referendario non è tanto quello di sopprimere il 'voucher', quale strumento di remunerazione e disciplina del lavoro accessorio, ma di abolire lo stesso istituto del lavoro accessorio" e su questa base chiede che il quesito sia dichiarato inammissibile dalla Corte Costituzionale.  L'Avvocatura dello Stato ha dunque depositato oggi le tre memorie sui referendum abrogativi in materia di lavoro che la Corte Costituzionale dovrà valutare sul piano dell'ammissibilità l'11 gennaio. 
L'Avvocatura agisce per conto della Presidenza del Consiglio che ha deciso di costituirsi. Estensore delle memorie è Vincenzo Nunziata, vice avvocato generale. 
I quesiti che la Consulta esaminerà in camera di consiglio sono tre: uno sulle modifiche all'art.18 apportate dal Jobs Act in materia di licenziamenti, uno sulle disposizioni che limitano la responsabilità in solido di appaltatore e appaltante, in caso di violazioni nei confronti del lavoratore; e uno sui cosiddetti voucher, ossia i buoni lavoro per il pagamento delle prestazioni accessorie previsti sempre dal Jobs Act. 
I giudici costituzionali a cui è stato affidato il ruolo di relatori sono, per il primo quesito Silvana Sciarra, per il secondo Mario Morelli e per il terzo Giulio Prosperetti. I referendum sono stati proposti dalla Cgil, che ha raccolto oltre 3 milioni di firme a sostegno.