mercoledì 7 novembre 2018

Condoni, non solo Ischia: nel decreto Genova spuntano altre sanatorie. - Maurizio Caprino e Giuseppe Latour

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Un altro condono, per un altro terremoto. Sempre introdotto con emendamenti inseriti alla Camera nel decreto Genova. Una sanatoria applicabile in assenza di qualsiasi richiesta di autorizzazione passata, nelle zone del Centro Italia colpite dal sisma del 2016. Con un limite di tolleranza del 20% della cubatura esistente. Di fatto, significa che è possibile sanare non solo piccole difformità ma anche, nei casi più estremi, mettere una toppa su situazioni più complesse, come la chiusura di un balcone o, persino, l’aggiunta di un piano.
Dunque, non c’è solo la sanatoria su Ischia a occupare i piani del governo, ma anche una seconda misura, comunque incisiva, per i 140 Comuni colpiti dai due terremoti del 2016. Messa in atto, per la precisione, aggiungendo l’articolo 39 ter.
Qui si innova una norma che l’esecutivo aveva inserito a luglio scorso, in fase di conversione del decreto Terremoto (Dl 55/2018), puntando a sanare piccole difformità che rischiavano di allungare i tempi di ricostruzione degli immobili privati nelle quattro regioni (Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche) colpite dal sisma. Quella versione della legge deve avere funzionato male perché, con un nuovo testo, il decreto Genova torna sul tema e mette in piedi una vera e propria riapertura dei termini del condono del 2003.
Nei 140 Comuni del cratere sarà possibile condonare, al momento della richiesta di contributo per la ricostruzione, un ampio ventaglio di interventi realizzati, prima del 24 agosto 2016, in assenza di qualsiasi titolo abilitativo edilizio: oltre a quelli di manutenzione straordinaria riguardanti le parti strutturali dell’edificio, anche gli interventi di restauro e di risanamento conservativo e quelli di ristrutturazione.
Non solo. Per interventi che sono al di sotto del limite del 5% della cubatura dell’immobile, non servirà neppure fare una richiesta formale. Oltre questo tetto viene, invece, introdotto un nuovo limite, pari al 20%, riferito ai piani casa regionali: tutto quello che resta entro il 20% potrà essere condonato. Quindi, ad esempio, anche un piano extra in una palazzina di quattro livelli. C’è un’eccezione: sono escluse solo le costruzioni che «siano state interessate da interventi edilizi totalmente abusivi per i quali sono stati emessi i relativi ordini di demolizione». Sanatoria, invece, per gli interventi abusivi senza ordine di demolizione.
L’emendamento che introduce il condono nelle quattro regioni del Centro è stato presentato da due deputati marchigiani: Tullio Patassini (Lega) e Patrizia Terzoni (5 Stelle). È stato approvato la notte del 22 ottobre.
Terzoni ha minimizzato dicendo che sono sanabili solo piccole irregolarità che risalgono a decenni fa, il tutto per sbloccare una ricostruzione ferma da due anni, su richiesta di più parti.
Tra queste di sicuro non c’è Legambiente: per il vicepresidente, Edoardo Zanchini, in questo modo «si riaprono in silenzio i termini del condono del 2003. È la prima volta che si consente di sanare quanto realizzato in un territorio fino al momento in cui avviene un terremoto. Così si dice: per il passato chiudiamo un occhio. Per noi, invece, la discriminante resta la data del 2003». Secondo Rossella Muroni (Leu), «si crea in questo modo un pericoloso precedente, per cui ad ogni calamità naturale si potrà proporre una nuova sanatoria».
Ieri sul decreto hanno discusso in seduta congiunta le commissioni Ambiente e Lavori pubblici del Senato. Il termine per presentare emendamenti scade alle 15 di oggi, ma uno dei relatori, Paolo Ripamonti (Lega) di fatto sollecita a non apportare modifiche perché «ci preme di più fare in fretta, a Genova si aspettano questo».
Fonte: ilsole24ore del 7 novembre 2018

domenica 4 novembre 2018

Abusivismo edilizio.




Se i problemi e i danni causati dall'abusivismo edilizio, che genera solo disastri e morti, si facessero pagare a chi è responsabile del misfatto e, quindi, a chi ha firmato il benestare alla costruzione o a chi ha fatto finta di non vedere, pensate che continuerebbero a trafficare disonestamente? Se chi è responsabile direttamente o indirettamente di disastri non viene punito, lo scempio continuerà all'infinito. Solo punendo severamente, mettendo le mani nelle loro tasche, chi ha autorizzato la costruzione o ha chiuso entrambi gli occhi per una manciata di monete o per scambio di voti, si potrà porre fine allo scempio del territorio e, come nei casi attuali, alle morti preannunciate di esseri viventi. Cetta.

venerdì 2 novembre 2018

GOLDMAN SACHS: SCANDALO 1MDB, L'ITALIANO ANDREA VELLA SOSPESO.

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(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - New York, 01 nov - Anche un banker italiano e' coinvolto nello scandalo che ha travolto Goldman Sachs nell'ambito dello 1Malaysia Development Bhd (1Mdb), controverso fondo d'investimento malese per lo sviluppo coinvolto in uno scandalo internazionale per presunti trasferimenti illeciti di denaro. 
Si chiama Andrea Vella, nato in Italia e fino al mese scorso co-capo dell'investment banking in Asia per la banca guidata da David Solomon. Secondo Bloomberg, e' stato sospeso e il suo profilo corrisponde a quello che il dipartimento di Giustizia Usa cita come "Co-Conspirator #4" nelle incriminazioni annunciate oggi sul caso. Entro' in Goldman nel 2007 e ne era partner. 

Secondo la Giustizia, il Co-Conspirator numero quattro era a conoscenza delle attivita' illecite di un ex banker di Goldman (Tim Leissner) che si e' dichiarato colpevole e lo ha aiutato a circumnavigare le regole interne alla banca sulla compliance. Le indiscrezioni di Bloomberg confermano quanto scritto il 20 ottobre dal Wall Street Journal, secondo cui Goldman Sachs aveva cambiato la leadership in Asia e che per questo a Vella era stato tolto un ruolo di management. Come raccontava il Wsj, e' stato coinvolto in un paio di episodi di cui la banca americana non va fiera. E' stato lui ha strutturare un'offerta di bond in Malesia che ha travolto Goldman in un'inchiesta di corruzione che potrebbe costringerla a versare una multa ingente. 

Inoltre, Vella ha lavorato a un derivato venduto al fondo sovrano libico che e' finito sui banchi di tribunale lo scorso anno (il gruppo e' stato assolto, ma il processo, nel quale l'italiano ha testimoniato, ha portato a galla dettagli poco gratificanti sui legami tra la banca e il fondo). L'Asia e' la regione piu' piccola e redditizia per Goldman, che la' (oltre che in Australia e Nuova Zelanda) ha generato nella prima meta' del 2018 utili al lordo delle imposte per 767 milioni di dollari. Quest'anno la banca e' la numero uno nell'M&A e nella sottoscrizione di azioni in quell'area. Ha capitanato la quotazione del produttore cinese di smartphone Xiaomi e della piattaforma di servizi online Meituan Dianping ed e' il principale underwriter del debutto prossimo a Wall Street di Tencent Music Group Entertainment.

Fonte: borsaitaliana dell'1/11/2018

giovedì 1 novembre 2018

Nuovo incendio nella baraccopoli di Borgo Mezzanone: un ferito grave.


L'immagine può contenere: una o più persone, notte e spazio all'aperto
Foto di Emma Barbaro

L’incendio è divampato verso le quattro del mattino. Sono quattro le baracche distrutte dalle fiamme.

FOGGIA - Ancora fiamme nella baraccopoli di Borgo Mezzanone: un uomo, presumibilmente africano, è rimasto gravemente ustionato nell’incendio divampato all’alba nel ghetto abusivo adiacente al Centro richiedenti asilo (Cara), a pochi chilometri da Foggia. L’uomo, che non è stato possibile identificare poiché non aveva documenti con sé, ha riportato ustioni sull'80% del corpo ed è stato immediatamente trasferito al Centro grandi ustioni di Brindisi. Le sue condizioni sono state definite gravi.Si tratta del secondo incendio nella baraccopoli in due giorni.
L’incendio è divampato verso le quattro del mattino. Sono quattro le baracche distrutte dalle fiamme. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Indagini sono in corso per cercare di risalire alla natura dell’incendio, il secondo che si verifica in due giorni. Martedì sera, infatti, un altro rogo ha coinvolto 30 baracche. In questo caso rimasero ferite quattro persone, di cui un 22 enne della Guinea che ha riportato ustioni su mani, piedi, collo e torace.
Fonte lagazzettadelmezzogiorno dell'1/11/2018

Dovrebbero chiudere questi "centri di accoglienza", in completo degrado. Quella che si fa in questi centri non è accoglienza, è annichilimento di tutto ciò che si definisce umanità! Cetta


Un nuovo incendio nel gran #ghetto di Borgo Mezzanone, in provincia di #Foggia. Questa notte le fiamme, divampate nell'area direttamente a ridosso del #Cara, avrebbero arso 4-5 baracche. Al momento non sembrerebbero esserci feriti gravi, ma si attendono ulteriori informazioni. La dinamica sembrerebbe essere sempre la medesima: causa dell'incendio, infatti, sembrerebbe essere ancora una volta una bombola di gas malfunzionante.
Questo è il secondo incidente nell'arco di 48 ore. A causa dell'incendio divampato martedì sera è stato ricoverato presso il centro grandi ustioni di Brindisi un giovane originario della Guinea Conakry. Le sue condizioni sarebbero gravissime. I bollettini medici parlano di gravi ustioni sull'80% del corpo. 
In quell'#inferno, purtroppo, accade anche questo. 
#BorgoMezzanone #Fuoricampo #StayHuman


Emma Barbaro su fb

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Foto di Emma Barbaro

I punti della Manovra.

I punti della Manovra

La firma di Mattarella è arrivata ieri sera. Dopo la bollinatura della Ragioneria di Stato e l'avallo ufficiale del presidente della Repubblica, ora il ddl bilancio passa all'esame del Parlamento. La discussione prevista alla Camera è fissata per fine novembre, tra il 29 e il 30, con votazioni anche di sabato e domenica. "Ho inviato alla Camera dei deputati la manovra del popolo - ha commentato in serata il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro -. Grazie a questo provvedimento finalmente al centro ci sono i cittadini. Il cambiamento che abbiamo promesso - dice - è realtà". Ma di quale cambiamento si tratta? Ecco, di seguito, alcune delle misure presenti nella bozza.

FONDO RISTORO VITTIME CRISI BANCARIA - Istituito, attraverso l'art. 38., il 'Fondo per il ristoro dei risparmiatori', fondo destinato alle vittime delle crisi bancarie. Previsto uno stanziamento di 525 mln di euro per il triennio 2019-2021 per quei risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto e riconosciuto con sentenza del giudice o attraverso la pronuncia dell'Arbitro per le controversie finanziarie.

ASSUNZIONI PA, POLIZIA E RICERCATORI - Ondata di assunzioni a tempo indeterminato nella PA a favore delle amministrazioni dello Stato, degli enti pubblici non economici nazionali e delle agenzie tramite concorso. Previste anche assunzioni straordinarie nelle forze di Polizia, nei Vigili del Fuoco. Previste inoltre 1000 assunzioni per chiamata diretta per i ricercatori universitari.

ASSUNZIONI ISPETTORATO LAVORO - In arrivo nei prossimi tre anni 1000 assunzioni all'Ispettorato del Lavoro: 300 nel 2019, 300 nel 2020, 400 nel 2021.

BONUS LAVORO LAUREATI ECCELLENTI - In arrivo il bonus lavoro per le giovani eccellenze italiane. Ai datori di lavoro privati, si legge nella nuova bozza delle manovra, che, a decorrere dal primo gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2019, assumono con contratto subordinato a tempo indeterminato laureati, ovvero di dottori di ricerca, in possesso dei requisiti, verrà infatti "riconosciuto un incentivo, sotto forma di esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi Inail, per un periodo massimo di 12 mesi decorrenti dalla data di assunzione, nel limite massimo di 8.000 euro per ogni assunzione effettuata". L’esonero "è riconosciuto per le assunzioni a tempo indeterminato che riguardano: giovani in possesso della laurea magistrale, ottenuta dal 1° gennaio 2018 al 30 giugno 2019 con una votazione pari a 110 e lode entro la durata legale del corso di studi, prima del compimento del trentesimo anno di età, in università statali e non statali legalmente riconosciute, italiane o estere se riconosciute equipollenti in base alla legislazione vigente in materia, ad eccezione delle Università telematiche; giovani in possesso di un dottorato di ricerca, ottenuto dal primo gennaio 2018 al 30 giugno 2019, prima del compimento del trentaquattresimo anno di età, in università statali e non statali legalmente riconosciute italiane ad eccezione delle Università telematiche".L’esonero, si legge ancora, "è riconosciuto anche per assunzioni a tempo parziale, purché con contratto subordinato di tipo indeterminato. In tal caso, il limite massimo dell’incentivo è proporzionalmente ridotto". L'esonero "si applica anche nei casi di trasformazione, avvenuta tra il 1° gennaio 2019 ed il 31 dicembre 2019, di un contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato fermo restando il possesso dei requisiti previsti alla data della trasformazione".

TAGLI ALLE REGIONI CHE NON RIDUCONO I VITALIZI - La norma che contiene la 'sforbiciata' è nell'articolo 76 inserito dalla maggioranza M5S-Lega nell'ultima versione della legge di bilancio, aggiornata al 30 ottobre, in possesso dell'Adnkronos. In particolare, la norma in questione prevede una riduzione di ben l'80% dei trasferimenti per quelle Regioni che non tagliano i vitalizi di governatori e consiglieri regionali. "Riduzione dei costi della politica nelle Regioni a statuto speciale, ordinario e nelle province autonome" il titolo dell'articolo 76. A dimostrazione della serrata trattativa sul tema, nella bozza campeggia evidenziata in giallo, insieme al titolo dell'articolo, la dicitura "in attesa di valutazione politica". Testualmente l'articolo 76, comma 1, prevede che "ai fini del coordinamento della finanza pubblica e per il contenimento della spesa pubblica, a decorrere dall'anno 2019, una quota pari all'80 per cento dei trasferimenti erariali a favore delle regioni e province autonome, diversi da quelli destinati al finanziamento del Servizio sanitario nazionale, delle politiche sociali e per le non autosufficienze e del trasporto pubblico locale" è erogata a condizione che "le regioni a statuto speciale, ordinario e le province autonome" entro "quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ovvero sei mesi qualora occorra procedere a modifiche statutarie, provvedano a rideterminare, ai sensi del comma 2, la disciplina dei trattamenti previdenziali e dei vitalizi già in essere in favore di coloro che abbiano ricoperto la carica di presidente della regione, di consigliere regionale o di assessore regionale".

CENTRALE PROGETTAZIONE OPERE PUBBLICHE - Nasce la 'Centrale di progettazione per le opere pubbliche', istituita a partire dal 1° gennaio 2019. La Centrale si occuperà della fattibilità tecnica ed economica dei progetti, progettazione, gestione delle procedure d'appalto, assistenza tecnica alle amministrazioni.

FLAT TAX PER I PROF - Una 'flat tax' per i docenti: prevista infatti una imposta sostitutiva al 15% sui compensi delle lezioni private e delle ripetizioni svolte dai professori titolari di cattedre.

CEDOLARE SECCA NEGOZI - Disposta la cedolare secca al 21% sugli affitti di negozi o botteghe con superficie fino a 600mq (escluse le pertinenze). Attenzione però: per usufruire della detassazione, il contratto non dovrà risultare interrotto anticipatamente rispetto alla scadenza naturale, pena l'impossibilità di usufruire della cedolare secca per l'anno 2019.

FONDO FAMIGLIA - Nessuna cancellazione dalla manovra del fondo famiglia da 100 milioni. E' quanto sottolineano fonti del ministero della Famiglia, precisando che "l'incremento di 100 milioni di euro del fondo per le politiche della Famiglia non è saltato, è solo stato inserito - trattandosi del potenziamento di un fondo esistente - nella seconda sezione della legge di bilancio".

BONUS VERDE - Il testo bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato prevede la proroga anche al 2019 delle detrazioni fiscali degli interventi per la sistemazione dei giardini, il cosiddetto bonus verde.

INVESTIMENTI AMMINISTRAZIONI CENTRALI - La manovra conferma che il Fondo per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali avrà una dotazione di 2,9 mld per il 2019, 3,1 mld per il 2020 e 3,4 mld dal 2021 al 2033. Si tratterebbe dunque di 50,8 mld in 15 anni di esercizio di bilancio.

NASCE 'INVESTITALIA' - La legge di bilancio, secondo l'ultima bozza circolata, prevede di istituire, all'articolo 18, una "struttura di missione per il supporto alle attività del presidente del Consiglio dei ministri di coordinamento delle politiche del governo e dell'indirizzo politico e amministrativo dei ministri in materia di investimenti pubblici e privati, denominata 'InvestItalia', che opera alle dirette dipendenze del Presidente del Consiglio dei ministri anche in raccordo con la Cabina di regia Strategia Italia". A InvestItalia è attribuita, tra gli altri compiti, quelli di "analisi e valutazione di programmi di investimento riguardanti le infrastrutture materiali e immateriali; valutazione delle esigenze di riammodernamento delle infrastrutture delle pubbliche amministrazioni; verifica degli stati di avanzamento dei progetti infrastrutturali". Per lo svolgimento dei compiti di InvestItalia è autorizzata la spesa di 25 milioni di euro a decorrere dal 2019. Alla struttura, secondo l'articolo, può essere assegnato un contingente di personale, anche estraneo alla pubblica amministrazione, dotato di "elevata qualificazione scientifica e professionale".

SANITA' - Per il 2019, il finanziamento al Servizio sanitario nazionale resta confermato in 114,4 miliardi di euro. Per il 2020 il Fondo è però incrementato di 2 miliardi e per il 2021 di un altro miliardo e mezzo. E' una delle novità per il Ssn prevista nella nuova bozza della legge di bilancio. L'aumento delle risorse alle Regioni "è subordinato alla stipula, entro il 31 gennaio 2019, di una specifica intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per il Patto per la salute 2019-2021, che contempli misure di programmazione e di miglioramento della qualità delle cure e dei servizi erogati e di efficientamento dei costi".

Fonte adnkronos dell'1/11/2018

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domenica 28 ottobre 2018

Il «quarto potere» nel ghetto di Borgo Mezzanone. - in Inchieste/Terre di migranti - Emma Barbaro

Nel ghetto di Borgo Mezzanone, Foggia

Baracche e rimessaggio nell’area nigeriana. A destra, due giovani nigeriane // Emma Barbaro

C’è una Puglia che non troverete nelle guide turistiche e nei percorsi mainstream. È la Puglia dei ghetti e dei caporali. La Puglia in cui lo Stato e l’anti-Stato sono un’unica: una realtà inscindibile.

Il 2 giugno scorso, festa della Repubblica, siamo rientrati nel gran ghetto di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia. Mentre altrove – sulle pubbliche piazze – si celebrava lo Stato che «riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo», che attribuisce «pari dignità sociale» e uguaglianza davanti alla legge, negli antri sperduti della nostra penisola si consumano quotidianamente crimini contro una porzione d’umanità che, ci piaccia o no, continua a esistere. Quella che stiamo per raccontarvi è la rapida evoluzione di ciò che gli esperti, quelli senza reticenze, definiscono «la più grande baraccopoli d’Europa.» Una vergogna a cielo aperto i cui numeri, oggi, sfiorano le 5 mila unità.
Nel ghetto di Borgo Mezzanone, Foggia
FOTO: PRIMI INSEDIAMENTI DELL’AREA NIGERIANA. SULLA DESTRA, MATERASSI ACCANTONATI // EMMA BARBARO
SODALIZI MAFIOSI.
Cumuli di rifiuti e plastiche dati alle fiamme. Il puzzo che sale dalla ex pista del ghetto di Borgo Mezzanone è insopportabile. Eppure, come abbiamo previsto questo inverno, i numeri dei reietti che vivono nel ghetto sono destinati ad aumentare. Così come i nuclei abitativi.
Ma chi fornisce a queste persone la materia prima per la costruzione delle baracche in mattoni e cemento? Chi alimenta lo spaccio di droga e la prostituzione, maschile e femminile, all’interno e all’esterno del ghetto? Chi contribuisce al giro d’affari criminale che si alimenta sulle spalle dei paria dell’umanità?
Le risposte sono inequivocabili. 
L’ultima relazione della Commissione parlamentare antimafia – approvata nella seduta dell’8 febbraio scorso – parla specificatamente di un sistema criminale che, a Borgo Mezzanone, si autoalimenta attraverso il sodalizio tra mafia nigeriana e ceppi mafiosi locali. 
Realizzata col contributo dello scrittore ed etnografo Leonardo Palmisano – tra i primi ad analizzare e monitorare costantemente il fenomeno – la relazione censisce uno stato di fatto. Se la Sacra Corona Unita sembra vivere un momento di declino – la cui forza intimidatoria, tuttavia, continua a essere inversamente proporzionale alla necessità di esibirla – a stringere alleanze con la criminalità made in Nigeria ci pensa la mafia del Gargano. Una volta siglata la pax (provvisoria) tra i gruppi «dei montanari» – area garganica – e quelli «della pianura» – area Capitanata – l’interesse strategico delle cosche sembra essersi incanalato proprio verso l’ex pista di Borgo Mezzanone. Lì dove il traffico d’esseri umani e di stupefacenti sembra essere divenuto una realtà concreta attraverso il placet dei gruppi criminali stranieri.
Il «quarto potere» – così come viene definito dalla già citata relazione – si nutre di uomini e donne giovanissimi, importati direttamente dall’Africa come un tempo si faceva con le materie prime, allo scopo di garantire al sistema un flusso vitale minimo. Le più recenti relazioni della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (Dna) e della Direzione distrettuale antimafia (Dda) arricchiscono di particolari quella che ormai si è trasformata in una realtà tangibile. Un segnale incontrovertibile del fatto che le istituzioni sanno, monitorano, controllano. Ma perché, allora, non re-agiscono?
Nel ghetto di Borgo Mezzanone, Foggia
FOTO: UNA CAMIONETTA DELL’ESERCITO MONITORA I FLUSSI AL DI LÀ DELLA RETE METALLICA DEL CARA // EMMA BARBARO
IL CARA.
A dispetto di quel che si può ipotizzare, il sistema criminale sembra innescarsi direttamente dal Cara che sorge a ridosso della baraccopoli. Ebbene sì. Le reti metalliche prontamente squarciate in prossimità dell’area nigeriana, assicurano ai bordelli del ghetto un flusso di “materiale umano” da gestire e smistare continuamente. Il numero delle baracche realizzate per assicurarsi il controllo della prostituzione, maschile e femminile, è salito a sei. Tre in più di quelle che avevamo censito non più tardi di qualche mese fa.
La più grande, quella che gli abitanti della baraccopoli definiscono «la discoteca», è il luogo prescelto per i festini a cui partecipano, spesso, i clienti abituali che costellano la provincia di Foggia. Vi si recano addirittura giovanissimi neolaureati per festeggiare “degnamente” la conclusione di percorsi di studio che avrebbero dovuto insegnare loro a vivere, prima ancora che ad assimilare concetti. Ma la pochezza morale, la bassezza delle intenzioni, sembra non avere limiti a Borgo Mezzanone. Il tutto, chiaramente, si svolge sotto lo sguardo vigile degli uomini dello Stato. Esercito, carabinieri e polizia, che non osano spingersi al di là della barriera metallica, osservano flusso e deflusso continuo di persone all’interno dei bordelli. Osservano anche me, mentre cerco di raccogliere elementi utili per tentare di dipanare la matassa. In silenzio, come si conviene.
Più in là, nell’area centrale della baraccopoli, sorge invece la più grande chiesa pentecostale del ghetto. È quello il luogo in cui i nigeriani esercitano una vera e propria azione coercitiva e morale sui ragazzi, innescando le dinamiche dello sfruttamento. Mentre sono lì il prete, appena arrivato sulla pista con un’Audi A5, somministra sermoni ai numerosissimi adepti seduti ad ascoltarlo. A giudicare dagli occhi vacui e dalle movenze di molti di loro, sembrerebbe che la chiesa sia uno dei luoghi cardine in cui avviene lo smercio e la somministrazione di droghe. Che divengono, così, lo strumento ideale per tenere imbrigliati i ragazzi nelle maglie di uno sfruttamento che non conosce distinzioni di sesso, né d’età.
Nel ghetto di Borgo Mezzanone, Foggia
FOTO: LE BARACCHE DELL’AREA SENEGALESE // EMMA BARBARO
“CAVALLO BIANCO”
Al ghetto la chiamano “cavallo bianco”. È una giovane donna, d’età indefinita, che si aggira ubriaca tra le baracche alla ricerca di “protezione”. Cavallo bianco è una zingara romena. Il colore del suo incarnato, dei suoi occhi, la rendono in questo contesto una merce tanto rara quanto pregiata.
«Sono più simile a te, ecco perché tutti questi negri mi vogliono. Così io posso guadagnare un poco di più, senza problemi.»
Sono queste le prime parole che pronuncia quando mi accompagna nella sua lurida stamberga, dove il nuovo protettore riposa indisturbato. Non so perché sceglie di raccontarmi la sua storia. Forse è troppo ubriaca persino per rendersi conto di infrangere la sacra regola del silenzio che vige nel ghetto.
«Cosa faccio per vivere? Ma è semplice. Faccio la puttana. Sono una puttana da quando avevo dodici anni. Non posso lavorare in campagna perché ho ernia sulla pancia, sono già stata operata cinque volte», mi dice scoprendosi il ventre. Osservo bene e scorgo una lunghissima cicatrice che dall’altezza dell’ombelico si dipana verticalmente, a forma di serpente, fino al basso ventre. Ne noto un’altra, più marcata e orizzontale, che quasi si congiunge alla prima.
«Come te la sei fatta questa?», le chiedo incuriosita.
«Questa ho fatto qualche anno fa, per mio bambino. Sai, io avevo un bambino piccolo. Lo avevo chiamato Antonio, come un poliziotto amico mio.»
«Dov’è adesso il tuo bambino?» insisto.
«Mio bambino è…mio bambino è…io ho dovuto vendere mio bambino. Mi hanno portato via Antonio quando stavo in altro ghetto, quello dei bulgari.» E piange, disperata. È in questo preciso momento che cade la maschera. Abbandona la sua risata sgangherata, le grida sguaiate che utilizza come richiamo per i suoi clienti abituali e torna a essere, semplicemente, un essere umano. Quell’umanità violata commuove anche me. Le accarezzo il volto costellato di lentiggini chiare mentre lei alza lo sguardo e mi sussurra dolcemente: «Come sei bella. Mai nessuno ha toccato me così.»
Mi vergogno. Mi vergogno di essere una donna che ha avuto la fortuna di nascere al di là della barriera. Mentre lei, rea di una colpa che non smetterà mai di espiare, è stata violentata dalla vita prima ancora che dal cugino di suo padre. L’uomo che, per la prima volta, le ha dato un mestiere.
Cavallo bianco ha già cambiato diversi protettori all’interno del ghetto. Il primo, un nigeriano, viene definito come «un grandissimo stronzo. Quello mi faceva fare ficki ficki con tutti, ma poi non mi dava i soldi. E allora vaffanculo, ho detto.» Poi è passata sotto l’ala protettiva di un senegalese che le consentiva di andare con chi più le piacesse allo scopo di dividere, a fine giornata, i guadagni incassati.
«Ora sto con amore mio», mi confessa. «Questo ogni tanto fa ficki ficki con me, ma ora troppo stanco per ramadan. Così io la sera vado alla discoteca, e faccio cazzi miei. Lui mi aiuta perché abbiamo costruito insieme baracca e dividiamo spese. Ma a me non mi frega un cazzo, se domani trovo uno con più soldi vado con quello.»
La sua baracca le è costata 400 euro. Più le spese, incassate direttamente dai nigeriani, per l’affitto del terreno su cui sorge.
«Ma chi vi dà i mattoni e il cemento per costruire le baracche più belle?» domando ancora.
«Vengono da Foggia. Noi chiamiamo e quelli ci portano mattoni, cemento, segatura…tutto quello che serve insomma. Nigeriani controllano che va tutto bene, poi noi costruiamo.»
Nel ghetto di Borgo Mezzanone, Foggia
FOTO: LA CHIESA PENTECOSTALE DI BORGO MEZZANONE // EMMA BARBARO
EVERY NIGGERS IS STAR.
Cavallo bianco mi accompagna in uno dei bordelli. Vorrebbe farmi entrare anche nella famosa discoteca, ma capisco subito che sarebbe troppo rischioso. Molti dei nigeriani del ghetto mi seguono, mi tengono sotto stretta sorveglianza. Mi sento quasi “scortata” da occhi invisibili, celati in ogni punto, pronti a reagire se dovessi fare anche la minima mossa sbagliata. Nella baracca, in cui troneggia un grosso televisore Samsung spento, scorgo un nigeriano steso su un divano in pelle. Non male, per chi vive in un ghetto. Poco lontano intravedo un esserino minuscolo, di due anni o poco più, che viene prontamente sottratto al mio sguardo. Tutti mi hanno sempre ripetuto che non ci sono bambini nel ghetto. Ma è difficile nascondere la verità quando, tra i cumuli di rifiuti non ancora dati alle fiamme, ci sono porta-enfant semi distrutti, passeggini sgangherati, giochi per bambini e pannolini. I bambini, ben nascosti, nel ghetto ci sono eccome. Me lo hanno confermato alcuni testimoni, che hanno voluto restare anonimi.
«Forse qualcuno lo portano poi a Foggia, non stanno sempre qua», mi hanno confessato sottovoce. «Ma noi li vediamo sempre. Se ci sono visite da fuori, li nascondono. Però ci sono.»
Sì, ci sono. Così come ci sono prostitute minorenni prontamente fatte passare per ragazze che hanno già raggiunto la maggiore età. Giusto per limitare i danni, se dovessero essere scoperti. Una di loro è seduta ai limiti della baracca, con uno sguardo impaurito. Non parla in italiano, non si muove, non alza lo sguardo. Provo a presentarmi mentre il suo protettore mi osserva con lo sguardo truce.
«Che lavoro fai?», mi chiede in inglese. So di non poter mentire. Se un bianco entra nel ghetto o è un medico, o è un giornalista o è uno che vuol andare a puttane. Il campo delle ipotesi è piuttosto ristretto. Non faccio in tempo a spiegarle che non sono lì per farle domande. I suoi occhi lanciano uno sguardo di terrore all’indirizzo del protettore che scatta in piedi, pronto a qualsiasi cosa. Vengo invitata gentilmente a lasciare la baracca. E lo faccio.
Nel ghetto di Borgo Mezzanone, Foggia
FOTO: IL PANORAMA DALLA FINESTRA DEL NUOVO RISTORANTE NIGERIANO // EMMA BARBARO
SOLUZIONI A CONFRONTO.
«Quel posto lì va chiuso. So da tempo che il ghetto di Borgo Mezzanone è un inferno, ma va chiuso, senza soluzione di continuità. Quel che posso fare è chiedere un confronto col ministero dell’Interno per verificare, insieme, le modalità con cui gestire lo sgombero.» Michele Emiliano sembra deciso sul destino del gran ghetto. Intervenuto, tra i consensi generali, a una manifestazione organizzata lo scorso 2 giugno da Casa Sankara Associazione Ghetto Out, a San Severo, non ha remore. Abbraccia i bambini, disciplina le folle, raccoglie larghi consensi. Nel corso del suo lungo monologo descrive l’Italia, e la Puglia in particolare, come l’isola felice dei diritti. Il luogo in cui, attraverso un’azione di governo ispirata dal compianto assessore regionale Stefano Fumarulo, si è dato respiro alla voglia di riscatto di tre ex schiavi che si sono ribellati al giogo del caporalato. Nel più comune plebiscito di consensi, il Governatore sembra quasi aver dimenticato che Casa Sankara, purtroppo, è una realtà unica nel suo genere. E che quella unicità non rende meno evidenti le lacune di un’azione di governo che da troppo tempo, ormai, sembra aver completamente bypassato le responsabilità nella gestione delle numerose criticità regionali. Basti pensare alla sospensione della convenzione con Emergency senza aver offerto, al contempo, soluzioni di continuità per la tutela dei diritti alla salute dei giovani migranti che, dal Salento alla Capitanata, soffrono l’impossibilità di poter accedere liberamente alle cure. Assistenza medica affidata, in contumacia, all’azione solitaria delle associazioni – come il Cuamm Medici per l’Africa o ai volontari dei medici col camper – che troppo spesso agiscono nell’impossibilità di coprire tutti i ghetti che costellano la regione. Le responsabilità istituzionali sono troppo evidenti. E non si possono mascherare con un abbraccio dato, a favore di fotografi, a uno dei ragazzi del ghetto giunto fino a Casa Sankara per avere l’opportunità di descrivere al Presidente, con toni accorati, la propria condizione di inumanità.
Più calibrata sulla realtà sembra invece la soluzione offerta dallo scrittore Leonardo Palmisano. Che, su Borgo Mezzanone, ha le idee fin troppo chiare.
«La presenza dello Stato lì è visibile. Lo Stato c’è, è armato fino ai denti, ma non interviene su situazioni che non sono semplicemente illegali, ma criminali. I veri “invisibili” sono loro. Traffico di stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, insediamento mafioso e traffico di cibarie, mattoni, cemento. E va chiarito che non si tratta di materiali di risulta, ma di materie prime che vengono trasportate direttamente all’interno del ghetto. 
I leader di Borgo Mezzanone hanno relazioni fitte e ben radicate con il territorio. Poi, parliamoci chiaro. Quel che succede all’interno del Cara, a me puzza. Infatti chiederò al Ministero dell’Interno un’inchiesta sulla gestione di quel centro. Perché non è possibile che nel ghetto vi siano ragazzi e ragazze del Cara che vengono sfruttati tanto nei campi quanto per la prostituzione. Chi gestisce il Cara e quali sono le spese? Quanto ci guadagnano? Gli operatori, sono all’altezza dell’accoglienza? Non è possibile che, ad oggi, non sia pervenuta alcuna denuncia da parte di chi gestisce il Cara. 
La verità è che lì Stato e anti-Stato sono la stessa cosa. In più, si deve pensare al destino di queste persone. Vogliamo consegnarle nuovamente alla mafia dei caporali anche quest’estate? Non penso. Penso invece che serva smantellare il Cara e conseguentemente pensare a una soluzione alternativa per chi vive nel ghetto, ma non è un criminale. I criminali, e quindi la gran parte dei nigeriani che gestiscono questi traffici, vanno consegnati alla giustizia. 
Se questo significa sgombero, ebbene che si pervenga a una soluzione praticabile. Quel posto va smantellato, è inevitabile. Non c’è alternativa. Il rischio di epidemie è altissimo, le violenze sono quotidiane e non possiamo tollerare che tutto ciò avvenga sul territorio italiano, sotto gli occhi impassibili delle forze dell’ordine. L’emergenza l’ha creata lo Stato, con la complice indifferenza della Regione Puglia. E allora, che lo Stato la gestisca, se è uno Stato di diritto.»
fonte: terradifrontiera del 4/6/2018