Quadra trovata sulla prescrizione, dopo il vertice a Palazzo Chigi durato meno di un'ora tra il premier Conte, i due viceministri Salvini e Di Maio e il guardasigilli Bonafede. Dopo giorni di tira e molla sull'emendamento voluto dai Cinquestelle e che prevede il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado (sia in caso di condanna sia di assoluzione) la prescrizione entra subito nel ddl anticorruzione, ma sarà in vigore tra un anno. Contemporaneamente - si apprende da fonti di governo - si approva un disegno di legge delega a Bonafede per riformare il processo penale.
FUMATA BIANCA - La fumata bianca è arrivata a fine vertice dal capogruppo leghista al Senato Riccardo Molinari: "Abbiamo trovato la quadra", ha detto sorridente. La riforma della prescrizione, ha poi annunciato Bonafede, andrà in Aula la settimana prossima. Per il vicepremier Matteo Salvini "la mediazione è stata positiva" ma ha avvisato: "Accordo trovato, ma solo con tempi certi". Al termine del vertice, Salvini ha ribadito inoltre la necessità di avere tempi brevi per i processi. "In galera i colpevoli, libertà per gli innocenti" ha sottolineato.
SI PARTE NEL 2020 - Il titolare del Viminale ha spiegato che la norma sulla prescrizione "sarà nel ddl ma entrerà in vigore da gennaio del 2020 quando sarà approvata la riforma del processo penale". La legge delega, invece, che scadrà a dicembre del 2019, "sarà all'esame del Senato la prossima settimana". Tempistiche ribadite anche dal ministro per la Semplificazione Giulia Bongiorno, che ha sottolineato come la riforma del processo penale "camminerà insieme" alla riforma della prescrizione.
DI MAIO: "BASTA IMPUNITI" - Esulta Luigi Di Maio: "Ottime notizie! #BastaImpuniti - commenta il vicepremier in un post su Facebook -. La norma sulla prescrizione sarà nel disegno di legge anticorruzione! E entro l'anno prossimo faremo anche una riforma del processo penale. Processi brevi e con tempi certi. Finalmente le cose cambiano davvero!". Stamattina, prima del summit, in un'intervista rilasciata a 'Il Fatto Quotidiano' Di Maio aveva ventilato l'ipotesi di far saltare il contratto di governo senza un accordo sul voto.
CONTE: "TROVATA SOLUZIONE MIGLIORE" - "Riforma prescrizione e accelerazione dei processi penali: avanti spediti per l’attuazione del Contratto di Governo. Certezza del diritto e dei tempi processuali sono i nostri obiettivi. Come sempre ci confrontiamo e come sempre troviamo la soluzione migliore per gli italiani". Lo scrive in un tweet il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, commentando l'accordo raggiunto durante il vertice di questa mattina a Palazzo Chigi.
RISSA SFIORATA - Intanto, a Montecitorio, le commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera hanno dato il via libera all'ampliamento della prescrizione al ddl corruzione. Non senza proteste dell'opposizione, però, che ha contestato l'assenza del guardasigilli Bonafede, impegnato nel vertice di Palazzo Chigi. Alla sala del Mappamondo la tensione è arrivata alle stelle tanto che si è addirittura sfiorato lo scontro fisico tra i rappresentanti dell'opposizione, che hanno rumorosamente contestato la regolarità della votazione, e gli esponenti della maggioranza.
Sono volate parole grosse e le urla si sono sentite chiaramente nella sala antistante l'aula del Mappamondo, mentre i commessi sono dovuti intervenire per evitare che la situazione trascendesse. Ma la protesta non si è interrotta e si è trasferita in aula, dove Fi ha occupato i banchi del governo. Successivamente Pd, Fi, Leu e Fdi hanno preso la parola e hanno continuato a protestare per le modalità con le quali si è svolta la votazione in Sala del Mappamondo. E' stata chiesta l'immediata convocazione della conferenza dei capigruppo.
Il presidente di turno Ettore Rosato ha comunque fatto proseguire la seduta - che aveva all'odg la relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzazione dei verbali e delle registrazioni delle intercettazioni nei confronti di Lello Di Gioia - affermando che sulla convocazione della capigruppo deciderà il presidente Roberto Fico, assente questa mattina per un impegno istituzionale.
Fonte: adnkronos del 8/11/2018.
La prescrizione va abolita.
La prescrizione premia chi commette reati e si può avvalere di bravi e costosi avvocati, per i quali è facile trovare cavilli e rimandare udienze, mentre aumenta il loro compenso professionale.
Oltretutto non rispetta quanto sancito dalla Costituzione nell'art. 3 che recita: "E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."
I nostri sedicenti e, per fortuna ex, governanti, introducendo la prescrizione nell'ordinamento giuridico hanno ignorato l'articolo, aumentando gli ostacoli di ordine sociale ed economico esistenti tra i cittadini.
Non è la prima volta che il governo ignora il contenuto dell'art. 3, lo ha fatto in varie occasioni, ciò che non risulta comprensibile è riscontrare che la Consulta non sia intervenuta per dichiarare incostituzionali tutte quelle leggi che non rispettano il parametro stabilito.
La prescrizione premia chi commette reati e si può avvalere di bravi e costosi avvocati, per i quali è facile trovare cavilli e rimandare udienze, mentre aumenta il loro compenso professionale.
Oltretutto non rispetta quanto sancito dalla Costituzione nell'art. 3 che recita: "E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."
I nostri sedicenti e, per fortuna ex, governanti, introducendo la prescrizione nell'ordinamento giuridico hanno ignorato l'articolo, aumentando gli ostacoli di ordine sociale ed economico esistenti tra i cittadini.
Non è la prima volta che il governo ignora il contenuto dell'art. 3, lo ha fatto in varie occasioni, ciò che non risulta comprensibile è riscontrare che la Consulta non sia intervenuta per dichiarare incostituzionali tutte quelle leggi che non rispettano il parametro stabilito.
Cetta.