giovedì 8 novembre 2018

Prescrizione, c'è l'accordo.

Prescrizione, c'è l'accordo

Quadra trovata sulla prescrizione, dopo il vertice a Palazzo Chigi durato meno di un'ora tra il premier Conte, i due viceministri Salvini e Di Maio e il guardasigilli Bonafede. Dopo giorni di tira e molla sull'emendamento voluto dai Cinquestelle e che prevede il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado (sia in caso di condanna sia di assoluzione) la prescrizione entra subito nel ddl anticorruzione, ma sarà in vigore tra un anno. Contemporaneamente - si apprende da fonti di governo - si approva un disegno di legge delega a Bonafede per riformare il processo penale.

FUMATA BIANCA - La fumata bianca è arrivata a fine vertice dal capogruppo leghista al Senato Riccardo Molinari: "Abbiamo trovato la quadra", ha detto sorridente. La riforma della prescrizione, ha poi annunciato Bonafede, andrà in Aula la settimana prossima. Per il vicepremier Matteo Salvini "la mediazione è stata positiva" ma ha avvisato: "Accordo trovato, ma solo con tempi certi". Al termine del vertice, Salvini ha ribadito inoltre la necessità di avere tempi brevi per i processi. "In galera i colpevoli, libertà per gli innocenti" ha sottolineato.

SI PARTE NEL 2020 - Il titolare del Viminale ha spiegato che la norma sulla prescrizione "sarà nel ddl ma entrerà in vigore da gennaio del 2020 quando sarà approvata la riforma del processo penale". La legge delega, invece, che scadrà a dicembre del 2019, "sarà all'esame del Senato la prossima settimana". Tempistiche ribadite anche dal ministro per la Semplificazione Giulia Bongiorno, che ha sottolineato come la riforma del processo penale "camminerà insieme" alla riforma della prescrizione.

DI MAIO: "BASTA IMPUNITI" - Esulta Luigi Di Maio: "Ottime notizie! #BastaImpuniti - commenta il vicepremier in un post su Facebook -. La norma sulla prescrizione sarà nel disegno di legge anticorruzione! E entro l'anno prossimo faremo anche una riforma del processo penale. Processi brevi e con tempi certi. Finalmente le cose cambiano davvero!". Stamattina, prima del summit, in un'intervista rilasciata a 'Il Fatto Quotidiano' Di Maio aveva ventilato l'ipotesi di far saltare il contratto di governo senza un accordo sul voto.

CONTE: "TROVATA SOLUZIONE MIGLIORE" - "Riforma prescrizione e accelerazione dei processi penali: avanti spediti per l’attuazione del Contratto di Governo. Certezza del diritto e dei tempi processuali sono i nostri obiettivi. Come sempre ci confrontiamo e come sempre troviamo la soluzione migliore per gli italiani". Lo scrive in un tweet il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, commentando l'accordo raggiunto durante il vertice di questa mattina a Palazzo Chigi.

RISSA SFIORATA - Intanto, a Montecitorio, le commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera hanno dato il via libera all'ampliamento della prescrizione al ddl corruzione. Non senza proteste dell'opposizione, però, che ha contestato l'assenza del guardasigilli Bonafede, impegnato nel vertice di Palazzo Chigi. Alla sala del Mappamondo la tensione è arrivata alle stelle tanto che si è addirittura sfiorato lo scontro fisico tra i rappresentanti dell'opposizione, che hanno rumorosamente contestato la regolarità della votazione, e gli esponenti della maggioranza.
Sono volate parole grosse e le urla si sono sentite chiaramente nella sala antistante l'aula del Mappamondo, mentre i commessi sono dovuti intervenire per evitare che la situazione trascendesse. Ma la protesta non si è interrotta e si è trasferita in aula, dove Fi ha occupato i banchi del governo. Successivamente Pd, Fi, Leu e Fdi hanno preso la parola e hanno continuato a protestare per le modalità con le quali si è svolta la votazione in Sala del Mappamondo. E' stata chiesta l'immediata convocazione della conferenza dei capigruppo.

Il presidente di turno Ettore Rosato ha comunque fatto proseguire la seduta - che aveva all'odg la relazione della Giunta per le autorizzazioni sulla domanda di autorizzazione all'utilizzazione dei verbali e delle registrazioni delle intercettazioni nei confronti di Lello Di Gioia - affermando che sulla convocazione della capigruppo deciderà il presidente Roberto Fico, assente questa mattina per un impegno istituzionale.

Fonte: adnkronos del 8/11/2018.


La prescrizione va abolita.
La prescrizione premia chi commette reati e si può avvalere di bravi e costosi avvocati, per i quali è facile trovare cavilli e rimandare udienze, mentre aumenta il loro compenso professionale.
Oltretutto non rispetta quanto sancito dalla Costituzione nell'art. 3 che recita: "E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."
I nostri sedicenti e, per fortuna ex, governanti, introducendo la prescrizione nell'ordinamento giuridico hanno ignorato l'articolo, aumentando gli ostacoli di ordine sociale ed economico esistenti tra i cittadini.
Non è la prima volta che il governo ignora il contenuto dell'art. 3, lo ha fatto in varie occasioni, ciò che non risulta comprensibile è riscontrare che la Consulta non sia intervenuta per dichiarare incostituzionali tutte quelle leggi che non rispettano il parametro stabilito.
Cetta.

mercoledì 7 novembre 2018

Verdini condannato per bancarotta

Verdini condannato per bancarotta


Il Tribunale di Firenze ha condannato a 4 anni e 4 mesi l'ex senatore Denis Verdini, imputato in un processo in cui era accusato di concorso in bancarotta preferenziale di un'impresa edile che aveva rapporti con il Credito Cooperativo Fiorentino, la banca di cui Verdini è stato presidente per un ventennio. La Procura, con il pm Luca Turco, aveva chiesto una condanna a sei anni.

Condannati anche i due imprenditori titolari della ditta, Ignazio e Marco Arnone, padre e figlio, di Campi Bisenzio. A Ignazio Arnone è stata inflitta una pena di 3 anni e 4 mesi e al figlio Marco una pena di 2 anni e 4 mesi. L'accusa aveva chiesto un anno e tre mesi per il padre e il figlio, titolari dell'impresa edile che effettuò lavori per conto della banca all'epoca presieduta da Verdini.

Prima della requisitoria del pm, Verdini, presente in aula, aveva rilasciato dichiarazioni spontanee per giustificare la linearità del suo operato, ricordando che i fatti sono avvenuti mentre era in corso al Credito Cooperativo Fiorentino un'ispezione di Banca d'Italia con il successivo commissariamento.

Secondo l'accusa, Verdini, da presidente del Credito Cooperativo Fiorentino, avrebbe pianificato un'operazione che portò la banca a rientrare in possesso di parte dei soldi prestati a una delle due imprese edili degli Arnone ma al tempo stesso a portare alla bancarotta della stessa ditta. Un'operazione che, secondo la Procura, recò inoltre svantaggio agli altri creditori dell’impresa edile. Da qui la condanna per bancarotta preferenziale.


Fonte: adnkronos del 7 novembre 2018

Condoni, non solo Ischia: nel decreto Genova spuntano altre sanatorie. - Maurizio Caprino e Giuseppe Latour

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Un altro condono, per un altro terremoto. Sempre introdotto con emendamenti inseriti alla Camera nel decreto Genova. Una sanatoria applicabile in assenza di qualsiasi richiesta di autorizzazione passata, nelle zone del Centro Italia colpite dal sisma del 2016. Con un limite di tolleranza del 20% della cubatura esistente. Di fatto, significa che è possibile sanare non solo piccole difformità ma anche, nei casi più estremi, mettere una toppa su situazioni più complesse, come la chiusura di un balcone o, persino, l’aggiunta di un piano.
Dunque, non c’è solo la sanatoria su Ischia a occupare i piani del governo, ma anche una seconda misura, comunque incisiva, per i 140 Comuni colpiti dai due terremoti del 2016. Messa in atto, per la precisione, aggiungendo l’articolo 39 ter.
Qui si innova una norma che l’esecutivo aveva inserito a luglio scorso, in fase di conversione del decreto Terremoto (Dl 55/2018), puntando a sanare piccole difformità che rischiavano di allungare i tempi di ricostruzione degli immobili privati nelle quattro regioni (Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche) colpite dal sisma. Quella versione della legge deve avere funzionato male perché, con un nuovo testo, il decreto Genova torna sul tema e mette in piedi una vera e propria riapertura dei termini del condono del 2003.
Nei 140 Comuni del cratere sarà possibile condonare, al momento della richiesta di contributo per la ricostruzione, un ampio ventaglio di interventi realizzati, prima del 24 agosto 2016, in assenza di qualsiasi titolo abilitativo edilizio: oltre a quelli di manutenzione straordinaria riguardanti le parti strutturali dell’edificio, anche gli interventi di restauro e di risanamento conservativo e quelli di ristrutturazione.
Non solo. Per interventi che sono al di sotto del limite del 5% della cubatura dell’immobile, non servirà neppure fare una richiesta formale. Oltre questo tetto viene, invece, introdotto un nuovo limite, pari al 20%, riferito ai piani casa regionali: tutto quello che resta entro il 20% potrà essere condonato. Quindi, ad esempio, anche un piano extra in una palazzina di quattro livelli. C’è un’eccezione: sono escluse solo le costruzioni che «siano state interessate da interventi edilizi totalmente abusivi per i quali sono stati emessi i relativi ordini di demolizione». Sanatoria, invece, per gli interventi abusivi senza ordine di demolizione.
L’emendamento che introduce il condono nelle quattro regioni del Centro è stato presentato da due deputati marchigiani: Tullio Patassini (Lega) e Patrizia Terzoni (5 Stelle). È stato approvato la notte del 22 ottobre.
Terzoni ha minimizzato dicendo che sono sanabili solo piccole irregolarità che risalgono a decenni fa, il tutto per sbloccare una ricostruzione ferma da due anni, su richiesta di più parti.
Tra queste di sicuro non c’è Legambiente: per il vicepresidente, Edoardo Zanchini, in questo modo «si riaprono in silenzio i termini del condono del 2003. È la prima volta che si consente di sanare quanto realizzato in un territorio fino al momento in cui avviene un terremoto. Così si dice: per il passato chiudiamo un occhio. Per noi, invece, la discriminante resta la data del 2003». Secondo Rossella Muroni (Leu), «si crea in questo modo un pericoloso precedente, per cui ad ogni calamità naturale si potrà proporre una nuova sanatoria».
Ieri sul decreto hanno discusso in seduta congiunta le commissioni Ambiente e Lavori pubblici del Senato. Il termine per presentare emendamenti scade alle 15 di oggi, ma uno dei relatori, Paolo Ripamonti (Lega) di fatto sollecita a non apportare modifiche perché «ci preme di più fare in fretta, a Genova si aspettano questo».
Fonte: ilsole24ore del 7 novembre 2018

domenica 4 novembre 2018

Abusivismo edilizio.




Se i problemi e i danni causati dall'abusivismo edilizio, che genera solo disastri e morti, si facessero pagare a chi è responsabile del misfatto e, quindi, a chi ha firmato il benestare alla costruzione o a chi ha fatto finta di non vedere, pensate che continuerebbero a trafficare disonestamente? Se chi è responsabile direttamente o indirettamente di disastri non viene punito, lo scempio continuerà all'infinito. Solo punendo severamente, mettendo le mani nelle loro tasche, chi ha autorizzato la costruzione o ha chiuso entrambi gli occhi per una manciata di monete o per scambio di voti, si potrà porre fine allo scempio del territorio e, come nei casi attuali, alle morti preannunciate di esseri viventi. Cetta.

venerdì 2 novembre 2018

GOLDMAN SACHS: SCANDALO 1MDB, L'ITALIANO ANDREA VELLA SOSPESO.

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(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - New York, 01 nov - Anche un banker italiano e' coinvolto nello scandalo che ha travolto Goldman Sachs nell'ambito dello 1Malaysia Development Bhd (1Mdb), controverso fondo d'investimento malese per lo sviluppo coinvolto in uno scandalo internazionale per presunti trasferimenti illeciti di denaro. 
Si chiama Andrea Vella, nato in Italia e fino al mese scorso co-capo dell'investment banking in Asia per la banca guidata da David Solomon. Secondo Bloomberg, e' stato sospeso e il suo profilo corrisponde a quello che il dipartimento di Giustizia Usa cita come "Co-Conspirator #4" nelle incriminazioni annunciate oggi sul caso. Entro' in Goldman nel 2007 e ne era partner. 

Secondo la Giustizia, il Co-Conspirator numero quattro era a conoscenza delle attivita' illecite di un ex banker di Goldman (Tim Leissner) che si e' dichiarato colpevole e lo ha aiutato a circumnavigare le regole interne alla banca sulla compliance. Le indiscrezioni di Bloomberg confermano quanto scritto il 20 ottobre dal Wall Street Journal, secondo cui Goldman Sachs aveva cambiato la leadership in Asia e che per questo a Vella era stato tolto un ruolo di management. Come raccontava il Wsj, e' stato coinvolto in un paio di episodi di cui la banca americana non va fiera. E' stato lui ha strutturare un'offerta di bond in Malesia che ha travolto Goldman in un'inchiesta di corruzione che potrebbe costringerla a versare una multa ingente. 

Inoltre, Vella ha lavorato a un derivato venduto al fondo sovrano libico che e' finito sui banchi di tribunale lo scorso anno (il gruppo e' stato assolto, ma il processo, nel quale l'italiano ha testimoniato, ha portato a galla dettagli poco gratificanti sui legami tra la banca e il fondo). L'Asia e' la regione piu' piccola e redditizia per Goldman, che la' (oltre che in Australia e Nuova Zelanda) ha generato nella prima meta' del 2018 utili al lordo delle imposte per 767 milioni di dollari. Quest'anno la banca e' la numero uno nell'M&A e nella sottoscrizione di azioni in quell'area. Ha capitanato la quotazione del produttore cinese di smartphone Xiaomi e della piattaforma di servizi online Meituan Dianping ed e' il principale underwriter del debutto prossimo a Wall Street di Tencent Music Group Entertainment.

Fonte: borsaitaliana dell'1/11/2018

giovedì 1 novembre 2018

Nuovo incendio nella baraccopoli di Borgo Mezzanone: un ferito grave.


L'immagine può contenere: una o più persone, notte e spazio all'aperto
Foto di Emma Barbaro

L’incendio è divampato verso le quattro del mattino. Sono quattro le baracche distrutte dalle fiamme.

FOGGIA - Ancora fiamme nella baraccopoli di Borgo Mezzanone: un uomo, presumibilmente africano, è rimasto gravemente ustionato nell’incendio divampato all’alba nel ghetto abusivo adiacente al Centro richiedenti asilo (Cara), a pochi chilometri da Foggia. L’uomo, che non è stato possibile identificare poiché non aveva documenti con sé, ha riportato ustioni sull'80% del corpo ed è stato immediatamente trasferito al Centro grandi ustioni di Brindisi. Le sue condizioni sono state definite gravi.Si tratta del secondo incendio nella baraccopoli in due giorni.
L’incendio è divampato verso le quattro del mattino. Sono quattro le baracche distrutte dalle fiamme. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Indagini sono in corso per cercare di risalire alla natura dell’incendio, il secondo che si verifica in due giorni. Martedì sera, infatti, un altro rogo ha coinvolto 30 baracche. In questo caso rimasero ferite quattro persone, di cui un 22 enne della Guinea che ha riportato ustioni su mani, piedi, collo e torace.
Fonte lagazzettadelmezzogiorno dell'1/11/2018

Dovrebbero chiudere questi "centri di accoglienza", in completo degrado. Quella che si fa in questi centri non è accoglienza, è annichilimento di tutto ciò che si definisce umanità! Cetta


Un nuovo incendio nel gran #ghetto di Borgo Mezzanone, in provincia di #Foggia. Questa notte le fiamme, divampate nell'area direttamente a ridosso del #Cara, avrebbero arso 4-5 baracche. Al momento non sembrerebbero esserci feriti gravi, ma si attendono ulteriori informazioni. La dinamica sembrerebbe essere sempre la medesima: causa dell'incendio, infatti, sembrerebbe essere ancora una volta una bombola di gas malfunzionante.
Questo è il secondo incidente nell'arco di 48 ore. A causa dell'incendio divampato martedì sera è stato ricoverato presso il centro grandi ustioni di Brindisi un giovane originario della Guinea Conakry. Le sue condizioni sarebbero gravissime. I bollettini medici parlano di gravi ustioni sull'80% del corpo. 
In quell'#inferno, purtroppo, accade anche questo. 
#BorgoMezzanone #Fuoricampo #StayHuman


Emma Barbaro su fb

L'immagine può contenere: una o più persone, incendio e notte
Foto di Emma Barbaro

I punti della Manovra.

I punti della Manovra

La firma di Mattarella è arrivata ieri sera. Dopo la bollinatura della Ragioneria di Stato e l'avallo ufficiale del presidente della Repubblica, ora il ddl bilancio passa all'esame del Parlamento. La discussione prevista alla Camera è fissata per fine novembre, tra il 29 e il 30, con votazioni anche di sabato e domenica. "Ho inviato alla Camera dei deputati la manovra del popolo - ha commentato in serata il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro -. Grazie a questo provvedimento finalmente al centro ci sono i cittadini. Il cambiamento che abbiamo promesso - dice - è realtà". Ma di quale cambiamento si tratta? Ecco, di seguito, alcune delle misure presenti nella bozza.

FONDO RISTORO VITTIME CRISI BANCARIA - Istituito, attraverso l'art. 38., il 'Fondo per il ristoro dei risparmiatori', fondo destinato alle vittime delle crisi bancarie. Previsto uno stanziamento di 525 mln di euro per il triennio 2019-2021 per quei risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto e riconosciuto con sentenza del giudice o attraverso la pronuncia dell'Arbitro per le controversie finanziarie.

ASSUNZIONI PA, POLIZIA E RICERCATORI - Ondata di assunzioni a tempo indeterminato nella PA a favore delle amministrazioni dello Stato, degli enti pubblici non economici nazionali e delle agenzie tramite concorso. Previste anche assunzioni straordinarie nelle forze di Polizia, nei Vigili del Fuoco. Previste inoltre 1000 assunzioni per chiamata diretta per i ricercatori universitari.

ASSUNZIONI ISPETTORATO LAVORO - In arrivo nei prossimi tre anni 1000 assunzioni all'Ispettorato del Lavoro: 300 nel 2019, 300 nel 2020, 400 nel 2021.

BONUS LAVORO LAUREATI ECCELLENTI - In arrivo il bonus lavoro per le giovani eccellenze italiane. Ai datori di lavoro privati, si legge nella nuova bozza delle manovra, che, a decorrere dal primo gennaio 2019 e fino al 31 dicembre 2019, assumono con contratto subordinato a tempo indeterminato laureati, ovvero di dottori di ricerca, in possesso dei requisiti, verrà infatti "riconosciuto un incentivo, sotto forma di esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi Inail, per un periodo massimo di 12 mesi decorrenti dalla data di assunzione, nel limite massimo di 8.000 euro per ogni assunzione effettuata". L’esonero "è riconosciuto per le assunzioni a tempo indeterminato che riguardano: giovani in possesso della laurea magistrale, ottenuta dal 1° gennaio 2018 al 30 giugno 2019 con una votazione pari a 110 e lode entro la durata legale del corso di studi, prima del compimento del trentesimo anno di età, in università statali e non statali legalmente riconosciute, italiane o estere se riconosciute equipollenti in base alla legislazione vigente in materia, ad eccezione delle Università telematiche; giovani in possesso di un dottorato di ricerca, ottenuto dal primo gennaio 2018 al 30 giugno 2019, prima del compimento del trentaquattresimo anno di età, in università statali e non statali legalmente riconosciute italiane ad eccezione delle Università telematiche".L’esonero, si legge ancora, "è riconosciuto anche per assunzioni a tempo parziale, purché con contratto subordinato di tipo indeterminato. In tal caso, il limite massimo dell’incentivo è proporzionalmente ridotto". L'esonero "si applica anche nei casi di trasformazione, avvenuta tra il 1° gennaio 2019 ed il 31 dicembre 2019, di un contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato fermo restando il possesso dei requisiti previsti alla data della trasformazione".

TAGLI ALLE REGIONI CHE NON RIDUCONO I VITALIZI - La norma che contiene la 'sforbiciata' è nell'articolo 76 inserito dalla maggioranza M5S-Lega nell'ultima versione della legge di bilancio, aggiornata al 30 ottobre, in possesso dell'Adnkronos. In particolare, la norma in questione prevede una riduzione di ben l'80% dei trasferimenti per quelle Regioni che non tagliano i vitalizi di governatori e consiglieri regionali. "Riduzione dei costi della politica nelle Regioni a statuto speciale, ordinario e nelle province autonome" il titolo dell'articolo 76. A dimostrazione della serrata trattativa sul tema, nella bozza campeggia evidenziata in giallo, insieme al titolo dell'articolo, la dicitura "in attesa di valutazione politica". Testualmente l'articolo 76, comma 1, prevede che "ai fini del coordinamento della finanza pubblica e per il contenimento della spesa pubblica, a decorrere dall'anno 2019, una quota pari all'80 per cento dei trasferimenti erariali a favore delle regioni e province autonome, diversi da quelli destinati al finanziamento del Servizio sanitario nazionale, delle politiche sociali e per le non autosufficienze e del trasporto pubblico locale" è erogata a condizione che "le regioni a statuto speciale, ordinario e le province autonome" entro "quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ovvero sei mesi qualora occorra procedere a modifiche statutarie, provvedano a rideterminare, ai sensi del comma 2, la disciplina dei trattamenti previdenziali e dei vitalizi già in essere in favore di coloro che abbiano ricoperto la carica di presidente della regione, di consigliere regionale o di assessore regionale".

CENTRALE PROGETTAZIONE OPERE PUBBLICHE - Nasce la 'Centrale di progettazione per le opere pubbliche', istituita a partire dal 1° gennaio 2019. La Centrale si occuperà della fattibilità tecnica ed economica dei progetti, progettazione, gestione delle procedure d'appalto, assistenza tecnica alle amministrazioni.

FLAT TAX PER I PROF - Una 'flat tax' per i docenti: prevista infatti una imposta sostitutiva al 15% sui compensi delle lezioni private e delle ripetizioni svolte dai professori titolari di cattedre.

CEDOLARE SECCA NEGOZI - Disposta la cedolare secca al 21% sugli affitti di negozi o botteghe con superficie fino a 600mq (escluse le pertinenze). Attenzione però: per usufruire della detassazione, il contratto non dovrà risultare interrotto anticipatamente rispetto alla scadenza naturale, pena l'impossibilità di usufruire della cedolare secca per l'anno 2019.

FONDO FAMIGLIA - Nessuna cancellazione dalla manovra del fondo famiglia da 100 milioni. E' quanto sottolineano fonti del ministero della Famiglia, precisando che "l'incremento di 100 milioni di euro del fondo per le politiche della Famiglia non è saltato, è solo stato inserito - trattandosi del potenziamento di un fondo esistente - nella seconda sezione della legge di bilancio".

BONUS VERDE - Il testo bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato prevede la proroga anche al 2019 delle detrazioni fiscali degli interventi per la sistemazione dei giardini, il cosiddetto bonus verde.

INVESTIMENTI AMMINISTRAZIONI CENTRALI - La manovra conferma che il Fondo per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali avrà una dotazione di 2,9 mld per il 2019, 3,1 mld per il 2020 e 3,4 mld dal 2021 al 2033. Si tratterebbe dunque di 50,8 mld in 15 anni di esercizio di bilancio.

NASCE 'INVESTITALIA' - La legge di bilancio, secondo l'ultima bozza circolata, prevede di istituire, all'articolo 18, una "struttura di missione per il supporto alle attività del presidente del Consiglio dei ministri di coordinamento delle politiche del governo e dell'indirizzo politico e amministrativo dei ministri in materia di investimenti pubblici e privati, denominata 'InvestItalia', che opera alle dirette dipendenze del Presidente del Consiglio dei ministri anche in raccordo con la Cabina di regia Strategia Italia". A InvestItalia è attribuita, tra gli altri compiti, quelli di "analisi e valutazione di programmi di investimento riguardanti le infrastrutture materiali e immateriali; valutazione delle esigenze di riammodernamento delle infrastrutture delle pubbliche amministrazioni; verifica degli stati di avanzamento dei progetti infrastrutturali". Per lo svolgimento dei compiti di InvestItalia è autorizzata la spesa di 25 milioni di euro a decorrere dal 2019. Alla struttura, secondo l'articolo, può essere assegnato un contingente di personale, anche estraneo alla pubblica amministrazione, dotato di "elevata qualificazione scientifica e professionale".

SANITA' - Per il 2019, il finanziamento al Servizio sanitario nazionale resta confermato in 114,4 miliardi di euro. Per il 2020 il Fondo è però incrementato di 2 miliardi e per il 2021 di un altro miliardo e mezzo. E' una delle novità per il Ssn prevista nella nuova bozza della legge di bilancio. L'aumento delle risorse alle Regioni "è subordinato alla stipula, entro il 31 gennaio 2019, di una specifica intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per il Patto per la salute 2019-2021, che contempli misure di programmazione e di miglioramento della qualità delle cure e dei servizi erogati e di efficientamento dei costi".

Fonte adnkronos dell'1/11/2018