sabato 11 marzo 2023

Satiricon.

 

L'opera è incentrata sulle vicissitudini del protagonista Encolpio, un giovane studente di retorica colto e sfaccendato, del suo efebico servo Gìtone, col quale intrattiene un'intensa relazione, e dell'infido amico-nemico Ascilto. L'antefatto, soltanto deducibile a causa della lacunosità del testo, racconta d'un imprecisato oltraggio commesso da Encolpio nei confronti della divinità fallica Priapo che, da lì in poi, lo perseguiterà provocandogli una serie di tragicomici insuccessi erotici.

La narrazione tràdita si apre in una Graeca urbs della Campania (non è mai indicata per nome, ma trattasi sicuramente di Pozzuoli o Napoli), nei pressi di una scuola, dove Encolpio e l'anziano retore Agamennone dibattono fervidamente sull'inesorabile declino dell'arte dell'eloquenza. A un certo punto, il protagonista si rende conto che il suo compagno di viaggio Ascilto si è defilato e, approfittando dell'arrivo degli studenti, s'allontana con l'intento di andarlo a cercare. Girovagando per la labirintica città campana, il giovane finisce per perdersi e, chiedendo ingenuamente indicazioni a un'anziana sconosciuta, viene da questa trascinato in un lupanare, dove però s'imbatte proprio in Ascilto. Qui i due, nel tentativo di fuggire, sono forse coinvolti in un'orgia. Riusciti a venirne fuori, i due giovani ritornano a casa, dove trovano ad attenderli Gitone. In seguito, dopo essersi fatti coinvolgere in una zuffa per le strade a causa del loro fallimentare tentativo di vendita d'alcune stoffe probabilmente trafugate, i due compari si trovano al loro rincasare a dover rispondere d'un qualche sacrilegio da loro commesso nel tempio di Priapo diverso tempo prima della narrazione pervenutaci: la sacerdotessa della divinità, Quartilla, fattasi trovare ad attenderli nella loro stanza al seguito delle sue ancelle e dei suoi schiavi/guardie siriaci, costringe infatti Encolpio e Ascilto a partecipare un'orgia come forma d'espiazione della colpa da loro commessa. In questa è coinvolto anche Gitone, che viene poi spinto per il malcelato ludibrio della donna a giacere con la settenne Pannichide. Una volta soddisfatta la richiesta della sacerdotessa, questa si congeda lasciando i protagonisti ormai esausti a riposarsi.

Il racconto si sposta dunque a casa di Trimalchione, un rozzo ed eccentrico liberto arricchitosi immensamente con l'attività commerciale, dove i tre giovani si trovano invitati a uno dei suoi sfarzosi e luculliani banchetti. Qui s'apre la scena della famigerata Coena Trimalchionis che, occupando quasi la metà dell'intero scritto pervenutoci, costituisce la parte centrale dell'opera. Al convivio sono ospiti, oltre ai tre giovani, anche il retore Agamennone (che, pur prendendo spesso parte ai banchetti organizzati da Trimalchione, nutre segretamente disprezzo nei suoi riguardi) e altri vari personaggi dello stesso ceto sociale del padrone di casa. La portata del cibo è spettacolare e altamente coreografica, accompagnata dai giochi acrobatici della servitù e dai racconti tra i commensali. I convitati intrattengono poi una lunga conversazione, che tocca i più svariati argomenti: la ricchezza e gli affari di Trimalchione, l'inopportunità dei bagni, la funzione sociale dei riti funebri, le condizioni climatiche e l'agricoltura, la religione e i giovani, i giochi pubblici, i disturbi intestinali, il valore del vetro, il fato, i monumenti funebri, i diritti umani degli schiavi. Il tutto offre uno spaccato vivace e colorato, non senza punte di chiara volgarità, della vita di quel particolare ceto sociale. Con l'arrivo di Abinna (accompagnato dalla moglie, Scintilla, grande amica della moglie di Trimalcione, Fortunata), costruttore impegnato nella realizzazione del maestoso monumento funebre di Trimalcione, quest'ultimo decide d'inscenare il proprio funerale, costringendo tutti gli astanti ad agire e comportarsi come se fossero stati invitati al suo banchetto funebre; i giovani, disgustati dal grottesco spettacolo, approfittano della confusione per fuggire.

Tornati a casa verso sera, Encolpio cade preda di un profondo sonno, a causa del troppo vino bevuto, e Ascilto, approfittando di ciò, concupisce con Gitone. Sorpresili a letto nudi, il mattino seguente, Encolpio rompe l'amicizia che lo vincolava ad Ascilto, proponendogli dunque di dividersi i loro beni comuni e d'intraprendere ognuno la propria strada; ma, al momento di dividersi, Gitone sceglie di stare con Ascilto, lasciando Encolpio solo e disperato. Vagando senza meta per le strade della città, meditando addirittura di vendicarsi a fil di gladio dei suoi compagni traditori, il giovane si ritrova in una pinacoteca, dove fa la conoscenza di Eumolpo, un vecchio e squattrinato letterato, al quale il giovane finirà per confessare tutte le proprie disavventure. Notato poi l'interesse di Encolpio per un quadro raffigurante la presa di Troia, l'attempato poeta gliene declama il resoconto in versi (è la celebre Troiae halosis), che però non incontra i favori dei visitatori presenti che, infuriati, costringono dunque i due a una repentina fuga. Divenuti ormai amici, Encolpio invita il suo nuovo compagno d'avventure a cena ma, sulla via del ritorno, s'imbattono in Gitone che, scappato dalle grinfie di Ascilto, implora il suo ex-padrone e amante di riprenderlo con sé; Encolpio accetta e, con l'aiuto di Eumolpo, riesce a sottrarlo ad Ascilto con l'inganno.

Nei frammenti successivi, Encolpio, Gitone ed Eumolpo s'imbarcano su una nave che, come scoprirà con sgomento il protagonista, si trova sotto il comando del temibile Lica di Taranto, una vecchia conoscenza del giovane; sulla nave è presente anche Trifena, una ricca nobildonna da cui Gitone sembra nascondersi. I due giovani, vestendosi con dei cenci e rasandosi il capo a zero, cercano di farsi spacciare come i servi di Eumolpo, ma alla fine vengono scoperti. Encolpio e Gitone si ritrovano così a rischiare la vita, ed è solo con l'intervento di Eumolpo, riuscito a sedare gli animi con una lunga arringa difensiva in loro favore, che i giovani hanno salva la vita. Ne segue un banchetto, in cui Eumolpo diletta i convitati con alcuni racconti. La nave poi affonda a causa di una violentissima tempesta, ma i tre riescono comunque a trarsi in salvo. Naufragati sulle coste del Bruzio, Eumolpo suggerisce di recarsi a Crotone dove, stando ai suoi piani, si faranno mantenere dai cacciatori d'eredità. Durante il tragitto, Eumolpo recita ai ragazzi un poema epico, concernente il Bellum civile ("La guerra civile") fra Gaio Giulio Cesare e Gneo Pompeo Magno.

Da come si apprende dai successivi frammenti, i tre, da un po' di tempo stabilitisi a Crotone, con Eumolpo che recita la parte di un vecchio e danaroso senza figli e con Encolpio e Gitone quali suoi servi, vivono ormai nel lusso, grazie ai numerosi cacciatori d'eredità che, tra un dono e l'altro, cercano di entrare nelle grazie del vecchio poeta. Si legge poi di Encolpio che, per l'ira del dio Priapo, è ormai diventato impotente e, a causa di ciò, è divenuto bersaglio delle vendette di una sua ricca amante, Circe, che, credendosi da lui disprezzata, comincerà a perseguitarlo. Per cercare di porre rimedio alla sua debilitante condizione fisica, il giovane, dopo innumerevoli tentativi (tra cui quello di non unirsi più con l'amato Gitone), decide di rivolgersi a delle anziane e navigate maghe, Proseleno ed Enotea, che, con la scusa di praticare un rituale curativo, preparano il giovane a subire un rapporto anale, a cui Encolpio riesce a stento a scampare. Eumolpo, nel frattempo, sempre più pressato dai vari pretendenti, fa spargere la voce che sia morto, facendo poi redigere un testamento dove specifica che gli eredi avranno diritto alle sue sconfinate ricchezze solo se faranno a pezzi il suo corpo e se ne ciberanno in presenza del popolo. La narrazione termina dunque con degli stralci alquanto frammentari tra i protagonisti inerenti famigerati casi di cannibalismo verificatisi nel corso della storia.

Encolpio mitomane

Encolpio, protagonista e narratore della vicenda, si definisce "mitomane", in quanto paragona eventi del proprio vissuto a storie del mito. Questo comportamento è legato all'educazione dei giovani basata sostanzialmente sullo studio dell'epica classica, da Omero a Virgilio, e sulle vicende ivi narrate degli eroi del mito, tutti eventi poco realistici.

Encolpio, abbandonato da Gitone, su una spiaggia ripensa al proprio vissuto proprio come Achille all'inizio dell'Iliade, meditando vendetta. I suoi propositi vengono però subito annichiliti dall'incontro con un soldato che gli chiede di quale legione sia, ma i suoi scarponcini bianchi sono una spia della sua bugia.

Giunto poi in una pinacoteca, osserva i quadri e, proprio come Enea sbarcato a Cartagine vede scene che gli ricordano la distruzione di Troia, così Encolpio si ricorda della propria delusione amorosa, e come nell'Eneide giunge un nuovo personaggio, ovvero Didone, così giunge Eumolpo.

Trimalchione l'arricchito

Personaggio del romanzo decisamente degno d'interesse, rappresenta la figura del liberto arricchito, o parvenu, che pur avendo migliorato la propria condizione sociale, è rimasto rozzo e volgare. Personalità eccentrica, bizzarra, che ama ostentare la propria ricchezza e vestire in modo stravagante. Allo stesso tempo vuole anche mostrare di avere cultura, e perciò quando parla con il retore Agamennone, afferma di possedere ben tre biblioteche, solo che in seguito continua dicendo che una è di greco e una di latino.

Crede che sia Cassandra ad aver ucciso i propri figli e non Medea, afferma che Dedalo ha rinchiuso Niobe nel cavallo di Troia, crede nell'esistenza di un poeta, tale Mopso Trace, confondendo evidentemente il poeta Mopso con Orfeo di Tracia, e sbaglia del tutto la trama dell'Iliade, in cui, stando alla sua versione, Diomede e Ganimede sarebbero stati fratelli di ElenaAgamennone la rapì e le sostituì una cerva in onore della dea Diana; vinse Ifigenia e la dette in moglie ad Achille e per questo Aiace impazzì.

Il labirinto

La Graeca urbs, così come la Cena Trimalchionis e la nave di Lica, sembrano richiamare un labirinto.

Encolpio si perde all'interno della città campana dov'è ambientata la prima parte dell'opera, si muove e gli sembra di ritornare sempre nel medesimo punto. Alla fine s'imbatte in una vecchia, alla quale domanda "dove sto di casa", domanda stupida, che dimostra la sua imperizia del mondo fuori da un ambito scolastico. La donna equivoca il significato di queste parole e lo trascina in un lupanare, dove incontra Ascilto che pure lui si era perso.

Nella cena, invece, la casa stessa è un labirinto, dal quale i protagonisti non riescono a uscire, e così pure la lunghezza e il numero delle portate della cena, che non fanno altro che suscitare un sentimento di attesa e disattesa. Nel corso della cena, infatti, una pietanza non si dimostra mai ciò che apparentemente sembra. Inoltre proprio il cuoco di Trimalcione si chiama Dedalo.

Forse meno suggestiva è la nave di Lica, sorvegliata da un marinaio, in quanto se c'è chi sorveglia non è proprio un labirinto. Questa è comunque la tesi espressa dal latinista e filologo Paolo Fedeli.


https://it.wikipedia.org/wiki/Satyricon

Norimberga. - G.Middei

 

A Norimberga son stati condannati uomini che avevano obbedito. L'umanità intera consente che essi non dovevano obbedire, perché c'è una legge che gli uomini considerano superiore. Una parte dell'umanità la chiama legge di Dio, l'altra parte la chiama legge della Coscienza. Quelli che non credono né nell'una né nell'altra non sono che un'infima minoranza malata. Sono i cultori dell'obbedienza cieca.

E invece bisogna dir loro che Claude Eatherly, il pilota di Hiroshima, che vede ogni notte donne e bambini che bruciano e si fondono come candele, rifiuta di prender tranquillanti, non vuol dimenticare quello che ha fatto quand'era «un bravo ragazzo, un soldato disciplinato» (secondo la definizione dei suoi superiori) «un povero imbecille irresponsabile» (secondo la definizione che dà lui di sé ora).[...]

Un delitto come quello di Hiroshima ha richiesto qualche migliaio di corresponsabili diretti: politici, scienziati, tecnici, operai, aviatori. Ognuno di essi ha tacitato la propria coscienza. A dar retta ai teorici dell'obbedienza e a certi tribunali tedeschi, dell'assassinio di sei milioni di ebrei risponderà solo Hitler. Ma Hitler era irresponsabile perché pazzo. C'è un modo solo per uscire da questo macabro gioco di parole. Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto.

Lorenzo Milani, Lettera ai giudici, 1965. (Se vi piace ciò che pubblico, potete trovarmi anche su Instagram, dove vi parlerò dei grandi classici, mi trovate a questo link: https://www.instagram.com/ilprofessorx

#storia #filosofia #istruzione Nella foto: Daniel Popper 

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venerdì 10 marzo 2023

Il nucleo interno rotante della Terra si è recentemente fermato e poi ha cambiato direzione. - Tom Halle

 

La sfera solida e vorticosa al centro del nucleo interno della Terra sembra essersi recentemente fermata e potrebbe anche ora ruotare nella direzione opposta rispetto ai decenni precedenti, secondo un nuovo studio.

Una coppia di scienziati dell’Università di Pechino in Cina ha osservato i movimenti delle misteriose viscere della Terra studiando i dati sulle onde sismiche dei terremoti che hanno attraversato il nucleo interno della Terra.

Osservando i cambiamenti in queste onde, possono farsi un’idea di cosa sta succedendo all’interno degli strati interni della Terra, molto più in profondità di quanto qualsiasi trapano e strumento possa raggiungere. I loro dati descrivono in dettaglio il cambiamento delle onde sismiche nel corso di molti decenni, a partire dai record dell’Alaska dai primi anni ’60 fino alle registrazioni raccolte nel 2021.

I dati hanno mostrato che le parti del nucleo che in precedenza mostravano chiari segni di variazione improvvisamente hanno mostrato pochissimi cambiamenti intorno al 2009, il che suggerisce che la rotazione del nucleo interno si è fermata. 

Hanno anche rilevato notevoli cambiamenti nelle onde a partire dai primi anni ’70 che suggeriscono che questa pausa faceva parte di un’oscillazione che si verifica ogni settant’anni circa, quando il nucleo interno sta gradualmente tornando indietro nella direzione opposta.

Il funzionamento interno della Terra è un affare misterioso. La sua struttura può essere suddivisa in quattro strati principali: la crosta esterna, poi il mantello prevalentemente solido, seguito dal nucleo esterno di metallo liquido e il nucleo interno finale fatto di ferro e nichel. 

Poiché il nucleo interno è separato dal resto della Terra solida dal nucleo esterno liquido, è in grado di compiere una rotazione diversa rispetto alla superficie terrestre. Lo spin del nucleo interno è governato dal campo magnetico generato nel nucleo esterno di metallo liquido, nonché dagli effetti gravitazionali del mantello.

Tuttavia, le teorie sul movimento di questo nucleo interno non sono concordate. Molti ricercatori in precedenza ritenevano che lo strato geologico più interno del pianeta ruoti accanto al resto del pianeta a una velocità leggermente superiore rispetto alla superficie, ma ora si ritiene che sia meno semplice.

L’anno scorso, la ricerca ha suggerito che il nucleo interno della Terra oscilla, oscillando dolcemente e ruotando da una direzione all’altra in un ciclo. È interessante notare che hanno trovato alcuni dati insoliti dei primi anni ’70, proprio come questo nuovo studio.

I risultati hanno suggerito che il nucleo interno si stava muovendo lentamente in una direzione diversa tra il 1969 e il 1971, ruotando di almeno un decimo di grado all’anno, rispetto alla direzione in cui si stava muovendo tra il 1971 e il 1974.

“Dalle nostre scoperte, possiamo vedere gli spostamenti della superficie terrestre rispetto al suo nucleo interno, come le persone hanno affermato per 20 anni”, John E. Vidale, coautore dello studio e professore di scienze della terra presso l’USC Dornsife College of Letters, Arts e Scienze, ha detto in una dichiarazione nel 2022 . “Tuttavia, le nostre ultime osservazioni mostrano che il nucleo interno ha ruotato leggermente più lentamente dal 1969 al 1971 e poi si è spostato nella direzione opposta dal 1971 al 1974”.

Gli strani movimenti del nucleo terrestre potrebbero sembrare molto distanti da noi, ma il suo comportamento ha effettivamente un’influenza sulla vita sopra la superficie.

Il nucleo della Terra, in particolare il suo nucleo esterno, influenza il campo magnetico del pianeta. Da quando il Polo Nord Magnetico è stato documentato scientificamente per la prima volta all’inizio del XIX secolo, ha percorso circa 2.250 chilometri (1.400 miglia) attraverso i tratti superiori dell’emisfero settentrionale dal Canada verso la Siberia.

Tra il 1990 e il 2005, la velocità di questo movimento è aumentata da meno di 15 chilometri (9,3 miglia) all’anno a circa 50-60 chilometri (31-37 miglia) all’anno. È probabile che questo flusso sia l’effetto di due “blob” magnetici di materiale fuso all’interno del pianeta, che provocano uno spostamento titanico del suo campo magnetico.

Il nuovo studio è stato pubblicato  sulla rivista Nature Geoscience.

Tom Halle

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Fonte:  www.iflscience.com

https://www.pianetablunews.it/2023/02/06/il-nucleo-interno-rotante-della-terra-si-e-recentemente-fermato-e-poi-ha-cambiato-direzione/?fbclid=IwAR3wCMdz-Pqww5PnBvHoUEdqsv4dv9w_Uue_MuDeTqLbNQHpG10i_zPVNSM

Ecco cosa succede a chi mangia finocchio dopo i pasti: “pazzesco”. - Sandra Di Garbo

Il finocchio è un ortaggio di colore bianco-verde caratterizzato dall’aspetto bulboso, con steli e fronde verdi. E’ un membro della famiglia delle Apiaceae (carota), ed è un ortaggio che viene coltivato per i suoi germogli, foglie e semi commestibili avente ha un forte sapore di anice, che lo rende quindi un ingrediente davvero molto attraente e versatile. Vediamo allora insieme quali sono i suoi benefici e che cosa succede a chi mangia il finocchio dopo i pasti.

Masticare il finocchio, specialmente se crudo, prima dei pasti è un vero toccasana. Questa verdura infatti rende disponibili tutti gli enzimi utili alla scomposizione del cibo nella loro forma assimilabile al nostro corpo. In poche parole quindi, mangiare del finocchio dopo i pasti aiuta nella digestione e nella formazione di meno gas intestinali. 

Il finocchio aiuta ad evitare vari gonfiori e dolori addominali oltre che al fastidioso problema delle coliche; esso è anche un lieve lassativo, che combatte contro la stitichezza. Inoltre, si tratta di un alimento saziante, così da mangiare meno durante il pasto. C’è anche chi, dopo un pasto decisamente abbondante, mastica dei semi di finocchio al fine di poter facilitare la digestione.

Il finocchio è inoltre un grande amico che ci aiuta a contrastare il fastidioso reflusso gastro esofageo e l’alto contenuto di fibre presenti sono di grande aiuto inoltre nella formazione di una pellicola gelatinosa che è in grado di ridurre l’assorbimento di zuccheri e colesterolo. Quest’ortaggio favorisce perfino una corretta diuresi e per tale ragione è consigliato alle persone che hanno tendenza all’obesità per ritenzione di liquidi.

Il finocchio costituisce anche una buona fonte di fibre e di nutrienti come il potassio e il folato che possono sostenere la buona salute del cuore; ma non solo , perché aiuta a ridurre la pressione sanguigna, in quanto ha tanto potassio e davvero poco sodio. Mangiare regolarmente quest’ortaggio aiuta a rilassare la tensione dei vasi sanguigni, oltre anche ad evitare il rischio di infarti, ictus e complicazioni varie per i pazienti diabetici.

Infine diciamo che il finocchio contiene beta-carotene (convertito poi in vitamina A nel corpo) e vitamina C, importante per la produzione del collagene e per la riparazione dei tessuti. Entrambi questi nutrienti svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute della pelle, in modo che le mucose riescano a proteggere le vie respiratorie.

https://www.4fan.it/08/03/2023/ecco-cosa-succede-a-chi-mangia-finocchio-dopo-i-pasti-pazzesco/

Cutro, manifestanti lanciano peluche contro l’auto di Meloni, Salvini e Tajani.

 

Urla “vergogna”, “assassini”. Poi il lancio di peluche contro le auto di Meloni e dei ministri Salvini e Tajani diretti al Consiglio dei ministri a Cutro, in provincia di Crotone, dopo la strage del naufragio dello scorso 26 febbraio che ha provocato 72 vittime accertate. Sempre a Cutro sono comparse scritte contro il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, poi subito cancellate. Ma le contestazioni in piazza proseguono. Fonti di Palazzo Chigi rivelano a Repubblica che Meloni non andrà al palazzetto dello sport di Crotone che ospita le bare dei naufraghi. La Germania si è detta “pronta a redistribuire i superstiti”. Parigi apre ai cambiamenti delle regole di Dublino, ma chiede all’Italia maggiore impegno. Intanto, le opposizioni alla Camera hanno abbandonato la commissione Affari costituzionali dove si discuteva la proposta di legge della Lega che vorrebbe ripristinare tutti i decreti sicurezza di Salvini.

Infosannio 9-3-2023

giovedì 9 marzo 2023

Giorgia dei miracoli. - Massimo Erbetti

 

Il lavoro in Italia non c'è? Assolutamente falso, da quando è arrivata Giorgia di lavoro ce ne sta così tanto che non si sa più a chi darlo…

Non ci credete? Beh fate male, molto male…guardate qui:
"Francesco Lollobrigida: “Fino a 500 mila posti di lavoro per immigrati formati in patria”
(La Stampa 1 marzo 2023)

Per cui ben 500 mila posti ci sono…giusto? Ma non finisce qui…

"La ministra Calderone e la Mia al posto del reddito di cittadinanza: "Così taglieremo il sussidio ai single per darlo alle famiglie"
(Open 9 marzo 2023)

A parte il titolo di cui parlerò in seguito…perché mica vorremo tralasciare l'ennesima discriminazione fatta da sta gente, no? Scrivevo…a parte il titolo, se leggiamo all'interno dell'articolo, scopriamo che:
"...La relazione tecnica alla manovra individua 404 mila occupabili, ma ben 300 mila – il 75% – sono singoli. Questa platea va messa subito in grado di attivarsi. E lo faremo intervenendo sul punto debole del Reddito: la presa in carico. Ben 600 mila persone che ricevono il sussidio non sono mai passate per un Centro per l’impiego".

A parte il fatto che mi risulta difficile capire come sia possibile che "Ben 600 mila persone che ricevono il sussidio non sono mai passate per un Centro per l'impiego"... quando gli occupabili sono 404 mila…i 200 mila in più da dove vengono?...Vabbè andiamo avanti…

Ma nessuno ha pensato di dire alla ministra che i centri per l'impiego dipendono dalle regioni e la maggior parte delle regioni è amministrata dalla destra? Per cui se i centri per l'impiego non hanno funzionato, di chi è la colpa? Del reddito di cittadinanza, o dei governi regionali?...oppure bastava cambiare nome alla norma per farli funzionare?

Comunque una cosa è certa: Giorgia dei miracoli è riuscita (a parole) a moltiplicare i posti di lavoro e ad accontentare tutti…ben 500 mila posti per i migranti…e ben 400 mila o 600 mila (chissà) per gli occupabili…e alla fine siamo intorno al milione…e se non sbaglio c'era un altro che prometteva 1 milione di posti di lavoro veh?

P. S. Non mi sono dimenticato dei single…magari ne parlerò magari domani.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=10223098032904855&set=a.2888902147289

… O come oh come porti i capelli bella bionda … ovvero: non donna di provincia ma bordello. - Francesco Briganti



















“ L’Italia è marcia, il dio denaro ha crisi epilettiche e … anche io non mi sento tanto bene …! ”; parafrasando quella che è una famosa citazione di Woody Allen si può riassumere in poche parole ciò che, ogni mattina, ciascun italiano: di sicuro quel 90% escluso da ogni gioco di potere: economico, finanziario o politico che sia, si dice guardandosi allo specchio.

Un mal di vivere comune ci affratella quasi tutti, il che non vuol dire che la cosa sia per questo giusta ed accettabile, significa solo che quasi tutti abbiamo ceduto alla più classica “sindrome di Stoccolma”.
Ci siamo talmente assuefatti alle vessazioni, le più varie, che ogni nuova sofferenza non fa altro che darci la forza per attendere: predisponendoci in tal senso, alla prossima che sappiamo arriverà.
Siamo un popolo di sfigati volontari masochisti!
L’Italia è un bellissimo paese; è stato culla della civiltà; ha delle bellezze geografiche ed una ricchezza culturale e museale che pochi altri hanno eguale; può offrire un territorio che se fosse curato per quanto è bello potrebbe fare invidia al biblico Eden.
Eppure per quanto il mondo ami l’Italia, noi italiani ne siamo considerati come quelli che davanti ad una fogna ne respirano i miasmi a pieni polmoni!
Insomma, per il mondo che non ci capisce, noi abbiamo abbracciato ogni schifo possibile! Ed i più furbi di questo profittano senza vergogna!
Ieri sera al TG di Mentana, Milena Gabbanelli ha spiegato come in effetti la guerra in corso stia comunque favorendo l’economia americana: a non fare altro che i propri legittimi interessi, nel mentre stesso che una sottile e furbetta crisi intestina sta logorando i rapporti tra i paesi europei.
Succede, infatti, che mentre i paesi a debito pubblico contenuto possono tranquillamente aiutare le loro imprese senza chiedere permesso a nessuno, quelli a debito pubblico immenso come noi non possono; ragione per cui mentre noi e quelli come noi (quali?; ce ne sono?) vorrebbero un fondo comune: finanziato da tutti gli stati, dal quale attingere: così da non aggravare il proprio debito pubblico, quelli come la Germania (in particolare) dicono: letteralmente, che si sono rotti i coglioni a fare le banche per gli altri.
Dunque e nella più bieca logica del mercato globale: chi può spenda e chi non può si fotta!.
Quindi: ITALIANI a noi il culo please!
Quando quella minima stima nei nostri confronti abbia avuto inizio non è facile stabilirlo.
Probabilmente fu con il tradimento della triplice alleanza nella prima guerra mondiale; o forse ancora prima con i giochi politici di Cavour o ancor prima quando ogni contrada cercava un padrone diverso a cui asservirsi.
Oppure è stato dopo: quando tutti quelli che da fascisti che erano: ma solo dopo la fucilazione del duce, si dichiararono, tutti o quasi, degli antifascisti!
Chissà? Il chiedersi, poi, come mai Iddio Padre onnipotente non abbia fatto succedere la vicenda del Cristo in questa terra: appunto dimenticata, è la domanda che rivela, senza dubbio alcuno, la Sua infinità bontà.
Egli non volle certificare che Giuda era italiano!; per quanto, se uno andasse a ben cercare, probabilmente, scoprirebbe che era figlio illegittimo di un soldato romano!
Comunque sia, la nomea di “Italiani pizza e mandolino” e la sua conseguente precarietà ed inaffidabilità ne è la prima conferma!
Di certo c’è, ai giorni nostri, la constatazione che noi ingoiamo di tutto: da un Formigoni qualsiasi che non ricorda se ha fatto o no una vacanza a spese di qualcun altro; ad un leghista: Bossi, Salvini o chi per loro, che minaccia di querelare chi sparla dicendo di leghisti legati ad intrallazzi vari; a Scajola, ritrovatosi padrone di una casa pagata da un altro; all’ex responsabile della protezione civile che aveva una massaggiatrice brasiliana; alle agende natalizie per deputati e senatori che costano milioni dei nostri euro; ai Renzi ed alle fatine dei boschi che non sanno mai nulla di ciò che succede nelle loro case e tra i loro amici e parenti, è tutto un caravan serraglio di vicende che sembrano supposte di glicerina per quanto entrano e si assorbono facilmente.
E vogliamo dimenticare: i Gentiloni ed i Di Maio che arrivano al governo senza neppure riuscire a crederci loro stessi; le nipoti dei capi di stato egiziani; la prostituzione minorile; le concussioni, gli imbrogli, le evasioni fiscali che ci costano miliardi l’anno; la criminalità organizzata: sociale, politica, materiale, ideologica, religiosa e così via; la burocrazia stupida; le buche nelle strade mai riparate o riparate in modo che si debbano ancora riparare; e lo strozzinaggio di stato?
E che dire, infine, dei Salvini e delle Meloni and C. a scimmiottare: ora qui ora lì, uno appeso per i piedi?
Salvo poi ritrattare; ridimensionare; rifare daccapo, smentendo sé stessi come fosse la cosa più normale al mondo!
Noi italiani: a valle di tutto questo, comunque cediamo al ricatto continuo ed alla prevaricazione perenne di uno stato e dei suoi governi: chiunque li componga, ad anteporre uno smaccato ed incomprensibile “ BENE DEL PAESE “ mai facendoci comprendere: bene e chiaramente, perché lo stesso DEVE ESSERE sempre a danno dei “ PAESANI “ e ad essere sempre e comunque a danno delle stesse categorie di persone!
Queste ultime, peraltro, accettando ogni cosa: perché questo è il volere di Dio; perché tengono famiglia e, si sa: “« … la famigghia prima di tutto … capiscisti ah?!.»
Ecco appunto! E poi fingiamo di stupirci quando ci rivelano: “ toh che novità! ”, che Messina Denaro per trent'anni è stato latitante: a CASA SUA!
Allora: questo significa, quindi, quella triplice affermazione che recita: “ Dio, patria e famiglia! “ Ma su, per favore!
In qualunque paese del mondo una situazione come quella italiana avrebbe dato la stura ad una caccia al ladro evasore; una difesa ad oltranza dei più deboli; una veloce attuazione delle misure più urgenti ed efficaci a supportare il lavoro, la ricerca, l’innovazione, la scuola, la sanità, la giustizia; ed invece che si fa?
Si procede con la FLAT TAX, si abolisce il reddito di cittadinanza, si fanno condoni, si minacciano i presidi antifascisti, si perseguita (cazzo si!) un criminale sino a farlo diventare un martire: così poi si può sfruttare la protesta per la restaurazione; e così via seguendo quel piano illogico ma funzionale, in base al quale: arrivati al fondo del burrone si potranno tirare fuori solo quelli che saranno i servi utili da salvare!
Tutto questo è ciò che succede da un trentennio a questa parte in Italia!
In un paese in cui a milioni sono i giovani disoccupati; in cui a milioni sono i poveri veri; in cui falliscono centinaia di aziende al giorno; in cui la percentuale dei morti sul lavoro comincia ad essere endemica; in cui l’analfabetismo di ritorno è pari solo all’idiozia credulona indotta dai media e dall’ignavia stessa dei cittadini; in cui la giustizia è una barzelletta continua; in cui la sanità è una cinquina al lotto; in cui la cura del territori è la più scarsa d’Europa se non del mondo; in cui il sentimento e la compliance degli uni verso gli altri non sfocia in guerra civile solo perché sia gli uni che gli altri sono per il: “ cazzo adesso no, adesso ho da fare! “.
Ragione per cui ed alla fine, tutti quelli che arrivano a governare dicono sempre e soltanto: ben attenti a non farsi sentire da chi li ha, per l’ennesima volta, scioccamente eletti: “ … minchia che culo che abbiamo avuto! “e poi …