sabato 22 febbraio 2014

Andrea Scanzi.



E menomale che Renzi era quello coraggioso, quello furbo: quello del cambiamento. 

Macché: nient'altro che un democristiano 2.0, un Enrico Renzi, un Matteo Letta. 

Un serial bugiardo che mira a cambiare affinché nulla cambi. 
Un Gattopardo ibridato con Peppa Pig. 
Un rottamatore, sì, ma intenzionato a desertificare non il "vecchio" quanto la buona politica, la credibilità e la competenza. 

Parafrasando due delle sue poetesse preferite, Jo Squillo e Sabrina Salerno, "oltre l'ambizione non c'è di più".

Il suo governo è uno strazio così evidente che non ha senso infierire. 


C'è la Mogherini, quella che a L'aria che tira si vantava che loro (il Pd) mai e poi mai avrebbero ridato i soldi pubblici del finanziamento-rimborso ai partiti. 
C'è la Madia, nota inesperta di tutto. 
C'è la Boschi, nota (ma poco) e basta. 
Ci sono Alfano, Lupi e Lorenzin, giustamente felicissimi (solo Renzi poteva allungargli la vita) e vicini al "cambiamento" come Povia a Jimi Hendrix. 
C'è Franceschini, uno che c'è sempre, e la sua sola presenza inamovibile rende pressoché impossibile votare Pd (a meno che non si sia intrisi di un masochismo bulimico). 
Ci sono le lobby: Confindustria, Coop, Cl. 

C'è un dalemiano nel ruolo chiave dell'Economia. 
C'è la civatiana Lanzetta buttata là senza preavviso, giusto per isolare Civati e applicare alla perfezione il Manuale Cencelli, garantendosi quindi i voti di tutte le 812 correnti Pd. 

E c'è soprattutto Orlando, il carismatico e guizzante Andrea Orlando, uno che vorrebbe abolire ergastolo e 41 bis, uno che ha un'idea di giustizia al cui confronto Ghedini è antiberlusconiano. 

Uno che non ci doveva essere, perché Renzi (in una delle sue 2 o 3 idee di pregio avute negli ultimi mesi) voleva il "magistrato in servizio" Gratteri, ma con coraggio di Don Abbondio ha poi obbedito pure lui a Re Giorgio.

Renzi, renziani (verso cui siamo sempre più solidali) e stampa folgorata sulla via di San Matteo da Rignano la meneranno nei prossimi giorni con il 50% di quota rosa, l'esiguo numero dei ministeri che "una roba così solo De Gasperi nel secolo scorso" e l'età media più bassa nella storia della Repubblica Italiana. Tutte cose buone per glorificare le pagliuzze e nascondere le travi. 

La verità è che Renzi era e rimane un restauratore, un gattopardo: un Craxi-Berlusconi senza avere la bravura - anche maligna - di entrambi. Più che un Renzi I, questo è un Letta 2 o un Napolitano 3. Un rimpasto alla democristiana con supercazzola annessa, scappellamento a destra e qualche antani prematurato per indorare la pillola a un elettorato sempre più vilipeso (che pare accettare quasi tutto). Renzi voleva essere il nuovo Blair, ma sembra più che altro il vecchio Rumor. Meno preparato, però.

https://www.facebook.com/pages/Andrea-Scanzi/226105204072482

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