Pressioni o “richieste”. Arrivate direttamente dallo staff del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana per non pubblicare un articolo sull’inchiesta dei camici che vede oggi il governatore leghista indagato per frode in pubbliche forniture. Motivo: non danneggiare Fontana e la sua famiglia. L’articolo non sarà pubblicato. La vicenda, che non ha riverberi penali, emerge dalle carte dell’indagine e riguarda un giornalista (non indagato) del sito Affari Italiani definito negli atti “giornale di area politica vicina alla Regione”. Tutto avviene a giugno 2020, quando il caso dei camici venduti alla centrale acquisiti della Regione (Aria) dal cognato di Fontana è da poco di dominio pubblico. Il giornalista, che dagli atti appare vittima di un sistema di potere, viene sentito dai pm l’8 maggio. Spiega: “Volevo scrivere un articolo durissimo di commento contro Filippo Bongiovanni (ex dg di Aria indagato, ndr) perché (…) una volta saputo della fornitura di Dama (l’azienda del cognato Andrea Dini, indagato, ndr) avrebbe dovuto chiamare Fontana e chiedere spiegazioni”.
L’articolo non uscirà mai anche a causa, ragionano gli inquirenti, delle lamentele di Bongiovanni arrivate ai vertici regionali. “Non ho anticipato a Bongiovanni che avrei scritto, non so chi possa averglielo detto”. Di certo il giornalista ne parla con Paolo Sensale, portavoce di Fontana. “Ricordo di aver detto che Bongiovanni aveva sbagliato. A Sensale ho detto che stavo per scrivere questo articolo durissimo”. Prosegue: “Non ho più scritto l’articolo perché Sensale mi ha convinto dicendomi che Fontana avrebbe avuto dei problemi con la sua famiglia”. Aggiunge: “Escludo sia stata una imposizione, ma una richiesta, e quando nelle intercettazioni parlo del presidente faccio riferimento al suo portavoce o alla sua segreteria”. Le intercettazioni sono con l’ex presidente di Aria Francesco Ferri. Qui Ferri dice “di sapere quale fosse il motivo per il quale Fontana aveva chiesto di non scrivere più sulla vicenda Dama”. Spiega Ferri a verbale: “Fu Bongiovanni a dirmi che lui sarebbe andato a parlare con i magistrati a riferire quanto a sua conoscenza se fossero continuati gli articoli di stampa contro di lui, in particolare di Affari Italiani. Mi disse che ne parlò con Antonello Turturiello (segretario generale della Regione non indagato)”. Interrogato sul punto Bongiovanni dice: “Ferri mi disse che quel giornale voleva indicarmi come capro espiatorio. In quel periodo Fontana raccontava una versione non veritiera”. Il giornalista, prima di rinunciare a scrivere, il 15 giugno incontra il deputato leghista Paolo Grimoldi. “Non fu Grimoldi a dirmi di non scrivere”. Richiesta che venne a suo dire dal portavoce del presidente.
ILFQ