La bella notizia è arrivata ieri, con un post bomba!
Bellissima notizia nella quale non speravamo nemmeno.
Eravamo in un limbo, speravamo nella crescita dei "comuni a 5 stelle" che si prefigurava, però, molto lenta, anche se inesorabile.
Il PD ci aveva abbandonato, i suoi capisaldi: Fassino, D'Alema, si erano appropriati del partito, ne avevano fatto una cosa propria, non più condivisibile con il popolo della sinistra.
Ci sentivamo soli, senza un punto di riferimento per le nostre ideologie di sinistra, l'unica speranza era il movimento di Beppe Grillo, con i programmi della carta di Firenze:
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/documenti/carta_di_firenze.pdf
e con le sue proposte: parlamento pulito: via i condannati, massimo due legislature e poi a casa.
Un buon inizio per chi dalla politica vuol essere amministrato e non dominato.
Ora possiamo ben sperare che con Grillo e Di Pietro all'opposizione si potranno eliminare le anomalie ed il marasma che governo e finta opposizione hanno creato per coprirsi le spalle e per poter agire indisturbati, fregandosene altamente di ciò che la politica è: "l'arte di governare la società".
La salita è erta e costellata da vari intoppi, l'emaciato Fassino ed il pessimo D'Alema creeranno ostacoli, ma il paese siamo noi, noi lo manteniamo, noi ne siamo i padroni, loro sono solo gli amministratori ormai indesiderati, perchè traditori di ideologie, di promesse fatte e mai mantenute, hanno fatto il loro tempo, sono obsoleti, inutili e costosi.
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 13 luglio 2009
sabato 11 luglio 2009
G8 a L'Aquila: spot inutile e costoso.
Di Pancho Pardi.
Il G8 inutile e costoso. Collocato all'Aquila da una mossa pubblicitaria. Già il terremoto sessanta giorni prima delle elezioni aveva permesso a Berlusconi di andare sedici volte all'Aquila complicando a dismisura il già gravoso impegno dei pompieri e di tutti gli altri impegnati nei soccorsi. Vendeva la propria immagine di salvatore e così ha occupato in pianta stabile i telegiornali. Poi l'idea pubblicitaria per eccellenza: il G8 all'Aquila.Non c'è motivazione razionale del gesto. Tralasciamo per il momento le spese prodigate nel luogo prima previsto in Sardegna e i lavori lì interrotti. In un luogo in cui tutti gli sforzi dovrebbero tendere a sollevare le condizioni dei terremotati, ad affrontare in modo tempestivo le urgenze dei prossimi mesi, a preparare gli alloggi e le scuole e l'ospedale prima del prossimo inverno, si deve invece assistere a uno sforzo insensato per organizzare un summit internazionale nel posto meno adatto del mondo.In senso minimalista, si potrà al massimo sostenere che qualche struttura prodotta potrà essere utilizzata anche in seguito: qualche strada, l'aeroporto. Ma l'Aquila è ingombra di milioni di tonnellate di macerie, un numero sterminato di case rimaste in piedi sono lesionate e per precauzione ritenute inagibili. La ripresa autunnale porrà il problema delle scuole; dove andranno i bambini, i ragazzi, gli universitari? Si può pensare di sospendere anche un solo giorno la cura di queste urgenze in nome dei bisogni del G8?C'è poi il problema dell'accentramento dei poteri nelle mani del plenipotenziario delegato dal capo del governo. E' in palese contrasto con il ruolo delle autonomie. La ricostruzione, come insegna limpidamente l'esperienza friulana, è dimensione squisitamente pluralistica. Il suo successo dipende dal coinvolgimento di tutti i soggetti attivi: il popolo ricostruisce la sua città. Invece l'accentramento dei poteri fa intravedere un orizzonte di appalti pilotati dove un piccolo stuolo di roditori privati si appresta a percepire profitti incalcolabili. Dove la retorica della concorrenza coprirà le prassi di cartello.La stasi viscosa dei lavori favorisce la diaspora degli abitanti. E questa a sua volta è premessa di dispersione futura. Intanto chi resta in città è sottoposto a vincoli crescenti. Il G8 impone misure di sicurezza che fissano un mosaico di barriere invalicabili. Ci vogliono pass, permessi, documenti di identificazione. Perfino nel capannone in cui sono insediati i presìdi delle diverse funzioni amministrative gli stessi funzionari e gli assessori sono assoggettati a un regime di controllo parossistico. Ingressi e uscite differenziati, sbarramenti ripetuti, regolamenti. Il controllo sui fruitori degli insediamenti provvisori diventa sempre più stringente e si è sentito perfino il richiamo opposto a chi vuole discutere: qui non si parla di politica.Con le vesti dell'efficienza avanza in realtà una visione che ha già qualcosa di totalitario. Tutto questo per il dominio dell'apparenza televisiva. Un capo del governo screditato sulla scena internazionale guiderà rapidi passeggi dei suoi colleghi tra le macerie reali della città distrutta e gli splendori apparenti dei progetti irrealizzabili. Il G8 svolgerà il suo ruolo caduco di spot televisivo e sarà rapidamente dimenticato. Quando le sue luci si saranno spente gli aquilani si rimboccheranno la maniche e, finanziati con fondi insufficienti dal governo chiacchierone, cercheranno di ricostruire la loro città per dare un tetto alle famiglie, mandare i figli a scuola, ridare vita alle piazze della loro socialità sospesa.
http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/articoli/politica/g8_a_laquila_spot_inutile_e_co.php?notifica
Cosa avevo detto?
Che avevo detto?Che le risposte alle tante domande sarebbero arrivate subito dopo la chiusura sel G8.
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/ciancimino-berlusconi/ciancimino-berlusconi/ciancimino-berlusconi.html
"La lettera sarebbe stata consegnata a Massimo Ciancimino da Pino Lipari, uomo di fiducia di Bernardo Provenzano. Il messaggio, secondo quanto racconta il figlio dell'ex sindaco di Palermo, lo avrebbe ricevuto nella villa a San Vito Lo Capo di proprietà di Lipari, e in quella occasione sarebbe stato presente anche Provenzano. Massimo Ciancimino non ricorda con precisione la data in cui avvenne la consegna. Ma sottolinea, invece, che il messaggio era completo, cioè non era tagliato nella prima parte così com'è stato trovato dai carabinieri durante una perquisizione. Il foglio di carta, infatti, è strappato a metà e in questo modo i pm lo hanno mostrato a Ciancimino."
Ora c'è da chiedersi:
- chi è la "talpa" che ha tenuto nascosta la lettera,
- chi l'ha privata della prima parte - chi, ora, ha deciso di renderla pubblica.
Infine: perchè?
Noi, semplici giudici di letture, possiamo dedurre che:
- Berlusconi, senza alcun dubbio, sia un uomo messo nella condizioe di governare dalla mafia,
- che i suoi "capitali" iniziali altro non siano che somme messegli a disposizione dalla mafia.
Ora non ci resta che chiederci: perchè la mafia, che lo tiene al guinzaglio, ora decide di liberarsene?
Perchè non ha saputo portare a termine ciò che gli era stato imposto?
E "che cosa gli era stato imposto" che lui non ha saputo portare a termine?
Quali erano le "mire" della mafia?
Che cosa "rappresentiamo" noi, in tutta la vicenda?
Spero un giorno di saperlo, anche per non dover morire con questo "atroce dubbio".
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/ciancimino-berlusconi/ciancimino-berlusconi/ciancimino-berlusconi.html
"La lettera sarebbe stata consegnata a Massimo Ciancimino da Pino Lipari, uomo di fiducia di Bernardo Provenzano. Il messaggio, secondo quanto racconta il figlio dell'ex sindaco di Palermo, lo avrebbe ricevuto nella villa a San Vito Lo Capo di proprietà di Lipari, e in quella occasione sarebbe stato presente anche Provenzano. Massimo Ciancimino non ricorda con precisione la data in cui avvenne la consegna. Ma sottolinea, invece, che il messaggio era completo, cioè non era tagliato nella prima parte così com'è stato trovato dai carabinieri durante una perquisizione. Il foglio di carta, infatti, è strappato a metà e in questo modo i pm lo hanno mostrato a Ciancimino."
Ora c'è da chiedersi:
- chi è la "talpa" che ha tenuto nascosta la lettera,
- chi l'ha privata della prima parte - chi, ora, ha deciso di renderla pubblica.
Infine: perchè?
Noi, semplici giudici di letture, possiamo dedurre che:
- Berlusconi, senza alcun dubbio, sia un uomo messo nella condizioe di governare dalla mafia,
- che i suoi "capitali" iniziali altro non siano che somme messegli a disposizione dalla mafia.
Ora non ci resta che chiederci: perchè la mafia, che lo tiene al guinzaglio, ora decide di liberarsene?
Perchè non ha saputo portare a termine ciò che gli era stato imposto?
E "che cosa gli era stato imposto" che lui non ha saputo portare a termine?
Quali erano le "mire" della mafia?
Che cosa "rappresentiamo" noi, in tutta la vicenda?
Spero un giorno di saperlo, anche per non dover morire con questo "atroce dubbio".
Il G8 visto da me.
Gli pseudo-giornalisti italiani scrivono solo ciò che gli è stato "consigliato" di scrivere.
E sono stati allertati a cogliere anche le sfumature di ciò che fanno o dicono di "fuori dall'usuale" i capi di governo straniero e le loro consorti.
Strano? No, affato! Questo è l'imput ricevuto e questo fanno.
Dimenticano, però, che anche "gli altri" giornalisti, quelli stranieri, leggono e guardano i loro giornali, e commenteranno lo scempio che si è fatto durante questo G8 "tutto italiano" in cui il nostro capo del governo, pare, non abbia commesso alcun errore (?????).
Strano anche questo, vero?
Chi è disposto, comunque siano andate effettivamente le cose durante il G8, a dimenticare il passato affatto limpido di mr. B?
Secondo voi ha sbagliato la lady francese a disertare gi incontri di protocollo?Dopo essere stata definita una "sua donna"?
Non c'era anche una petizione lanciata da alcune donne importanti italiane che invitava le ledies straniere a disertare il G8?
Riflettete e capirete: il gossip, come alcuni intendono chiamare le verità vergognose perpetrate dal nostro premier, arriveranno subito dopo la manifestazione: solo allora sapremo come sono "realmente" andate le cose!
E sono stati allertati a cogliere anche le sfumature di ciò che fanno o dicono di "fuori dall'usuale" i capi di governo straniero e le loro consorti.
Strano? No, affato! Questo è l'imput ricevuto e questo fanno.
Dimenticano, però, che anche "gli altri" giornalisti, quelli stranieri, leggono e guardano i loro giornali, e commenteranno lo scempio che si è fatto durante questo G8 "tutto italiano" in cui il nostro capo del governo, pare, non abbia commesso alcun errore (?????).
Strano anche questo, vero?
Chi è disposto, comunque siano andate effettivamente le cose durante il G8, a dimenticare il passato affatto limpido di mr. B?
Secondo voi ha sbagliato la lady francese a disertare gi incontri di protocollo?Dopo essere stata definita una "sua donna"?
Non c'era anche una petizione lanciata da alcune donne importanti italiane che invitava le ledies straniere a disertare il G8?
Riflettete e capirete: il gossip, come alcuni intendono chiamare le verità vergognose perpetrate dal nostro premier, arriveranno subito dopo la manifestazione: solo allora sapremo come sono "realmente" andate le cose!
venerdì 10 luglio 2009
Il G8 del 2009 all'Aquila. Programma.
Programma del Vertice G8 2009
L'Aquila, 8 – 10 luglio 2009
8 Luglio
13.00 – 15.00Colazione di lavoro G8*(Economia mondiale)Foto: G8
15.30 – 17.30Sessione di lavoro G8(Temi globali)
Eventuale conferenza stampaIncontri bilaterali
20.30 Pranzo di lavoro G8(Temi politici internazionali)
*Italia, Canada, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Federazione Russa, Germania, Giappone, Commissione UE+ Presidenza UE (Svezia)
9 Luglio
Incontri bilaterali
10.00 – 12.00Sessione di lavoro G8 + Brasile, Repubblica Popolare Cinese, India, Messico, Sud Africa + Egitto(Temi globali/Politiche per lo sviluppo dei Paesi poveri)Foto: G8 + Brasile, Repubblica Popolare Cinese, India, Messico, Sud Africa + Egitto
12.30 – 14.30 Colazione di lavoro G8 + Brasile, Repubblica Popolare Cinese, India, Messico, Sud Africa + Egitto + AIE, Banca Mondiale, FMI, ILO, OCSE, OMC, ONU. (Fonti future della crescita economica globale)
14.30 – 15.00 Junior 8(I Leader incontrano giovani rappresentanti dei Paesi G8 + Brasile, Repubblica Popolare Cinese, India, Messico, Sud Africa + Egitto)
15.00 – 18.30 Riunioni in formato Major Economies ForumEventuale conferenza stampa
Incontri bilaterali
20.30 Pranzo offerto dal Presidente della Repubblica Italiana(G8 + Brasile, Repubblica Popolare Cinese, India, Messico, Sud Africa + Egitto + Australia, Repubblica di Corea, Indonesia, Danimarca + Paesi Bassi, Spagna, Turchia + Algeria, Angola, Etiopia, Libia, Nigeria, Senegal + Commissione dell’Unione Africana + AIE, Banca Mondiale, FMI, ILO, OCSE, OMC, ONU + FAO, IFAD, PAM).
10 Luglio
8.30 – 10.00 Colazione di lavoro G8 + Algeria, Angola, Egitto, Etiopia, Libia, Nigeria, Senegal, Sud Africa + Commissione dell’Unione Africana + AIE, Banca Mondiale, FMI, ILO, OCSE, OMCONU.(Impatto della crisi sull’Africa)
10.30 – 12.30 Sessione di lavoro sulla Sicurezza alimentare(G8 + Brasile, Repubblica Popolare Cinese, India, Messico, Sud Africa + Egitto + Australia, Repubblica di Corea, Indonesia, Danimarca + Paesi Bassi, Spagna, Turchia + Algeria, Angola, Etiopia, Libia, Nigeria, Senegal + Commissione dell’Unione Africana + AIE, Banca Mondiale, FMI, ILO, OCSE, OMC, ONU + FAO, IFAD, PAM)Foto di gruppo di tutti i Capi delegazione
13.00 Conferenza stampa finale della Presidenza G8Programma aggiornato al 6 Luglio alle ore 13:10
http://www.g8italia2009.it/G8/Home/Summit/G8-G8_Layout_locale-1199882089535_Programma.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/G8
L'Aquila, 8 – 10 luglio 2009
8 Luglio
13.00 – 15.00Colazione di lavoro G8*(Economia mondiale)Foto: G8
15.30 – 17.30Sessione di lavoro G8(Temi globali)
Eventuale conferenza stampaIncontri bilaterali
20.30 Pranzo di lavoro G8(Temi politici internazionali)
*Italia, Canada, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Federazione Russa, Germania, Giappone, Commissione UE+ Presidenza UE (Svezia)
9 Luglio
Incontri bilaterali
10.00 – 12.00Sessione di lavoro G8 + Brasile, Repubblica Popolare Cinese, India, Messico, Sud Africa + Egitto(Temi globali/Politiche per lo sviluppo dei Paesi poveri)Foto: G8 + Brasile, Repubblica Popolare Cinese, India, Messico, Sud Africa + Egitto
12.30 – 14.30 Colazione di lavoro G8 + Brasile, Repubblica Popolare Cinese, India, Messico, Sud Africa + Egitto + AIE, Banca Mondiale, FMI, ILO, OCSE, OMC, ONU. (Fonti future della crescita economica globale)
14.30 – 15.00 Junior 8(I Leader incontrano giovani rappresentanti dei Paesi G8 + Brasile, Repubblica Popolare Cinese, India, Messico, Sud Africa + Egitto)
15.00 – 18.30 Riunioni in formato Major Economies ForumEventuale conferenza stampa
Incontri bilaterali
20.30 Pranzo offerto dal Presidente della Repubblica Italiana(G8 + Brasile, Repubblica Popolare Cinese, India, Messico, Sud Africa + Egitto + Australia, Repubblica di Corea, Indonesia, Danimarca + Paesi Bassi, Spagna, Turchia + Algeria, Angola, Etiopia, Libia, Nigeria, Senegal + Commissione dell’Unione Africana + AIE, Banca Mondiale, FMI, ILO, OCSE, OMC, ONU + FAO, IFAD, PAM).
10 Luglio
8.30 – 10.00 Colazione di lavoro G8 + Algeria, Angola, Egitto, Etiopia, Libia, Nigeria, Senegal, Sud Africa + Commissione dell’Unione Africana + AIE, Banca Mondiale, FMI, ILO, OCSE, OMCONU.(Impatto della crisi sull’Africa)
10.30 – 12.30 Sessione di lavoro sulla Sicurezza alimentare(G8 + Brasile, Repubblica Popolare Cinese, India, Messico, Sud Africa + Egitto + Australia, Repubblica di Corea, Indonesia, Danimarca + Paesi Bassi, Spagna, Turchia + Algeria, Angola, Etiopia, Libia, Nigeria, Senegal + Commissione dell’Unione Africana + AIE, Banca Mondiale, FMI, ILO, OCSE, OMC, ONU + FAO, IFAD, PAM)Foto di gruppo di tutti i Capi delegazione
13.00 Conferenza stampa finale della Presidenza G8Programma aggiornato al 6 Luglio alle ore 13:10
http://www.g8italia2009.it/G8/Home/Summit/G8-G8_Layout_locale-1199882089535_Programma.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/G8
giovedì 9 luglio 2009
La mia vita da cubista (e l'abbacinante storia del PD)
Di Andrea Scanzi.
Chiedo scusa per la lunga assenza.
Cioè, in realtà non la chiedo, ma tra voi comunisti la finta educazione è di casa.
Quindi mi adeguo.In queste settimane ho avuto molto da fare come cubista di destra.
Ho cercato di allietare, roteando gonadi e bacino, le feste di Villa Certosa e Palazzo Grazioli.
Ho davvero avuto molto da fare. Sono stati bei momenti, di grande spensieratezza. Esempi veri di democrazia, col sorriso sulle labbra e la mente sgombra.Molti ricordi satollano (?) la mia mente, ottenebrandola di malinconia. Rammento come fosse ieri la festa in cui ho ballato tutta la notte sopra un cubo a forma di cervello di Gasparri (era un cubo molto piccolo).
Ballavo con un tanga pervinca di Winnie The Pooh, e credetemi Winnie The Pooh mi dona un casino.
Esalta eroticamente le mie adenoidi.
La musica riempiva la stanza, che era poi l’immensa sala di Villa Certosa. Gli altoparlanti in legno di comunista propagavano Luca era gay nella versione Padania Remix di Dj Maroni.
Quella sera abbiamo ballato fino a tarda notte. In un parossismo di ormoni azzurri, ricordo il mio muoversi sinuoso e ammiccante, con Mara Carfagna che mi guardava colma di vivido ludibrio. Alla destra del mio cubo, Calderoli digeriva con fierezza il settantesimo falafel di gladioli bresciani, esalando tenui flatulenze forcaiole in segno di stima. Alla sinistra del mio cubo, come Dimaco sul Golgota, Sandro Bondi declamava le sue poesie magicamente in equilibrio tra Gozzano e Don Lurio. Maurizio Lupi chiedeva sempre di ascoltarle un’altra volta, non per piacere personale ma perché alla prima non le capiva mai (è un po’ duro, Lupi, ma a noi piace così).
Al centro, davanti a tutti noi, il Sultano raccontava per la trecentesima volta la sua barzelletta preferita. Noi fingevamo di non conoscerla, per donargli il piacere del nostro plauso convinto.
A fine festa, Niccolò Ghedini ci faceva firmare una liberatoria, nella quale dichiaravamo che non eravamo mai stati lì e se un giorno un grumo giustizialista ce l’avesse chiesto, avremmo dovuto trincerarci dietro il mantra Mavalà, ripetuto come l’Om mani padme hum buddista.
Sono davvero stati bei momenti, soprattutto quando Lucia Tanti è uscita nuda da una torta-gigante a forma di Schifani. La torta era piena di panna e quella scena mi ha titillato l’ormone come neanche Kelly LeBrock ne La signora in rosso.
Di quelle feste, ora, serbo nel cuore la convinzione di essere stato parte attiva della Storia. Di avere fatto il mio dovere. Di non aver mulinato il bacino invano.E questo ciondolo, in mezzo al collo, a forma di farfalla scandinava albina, sta lì a dimostrarlo. Lo guardo scintillare alla luce del sole, e l’orgoglio pervade le mie ariane membra. Sono davvero fiero di me. E ho al contempo (?) pena della vostra pochezza bolscevica. Non siete che rigurgiti del tempo, boli mal digeriti di un Percorso di cui mai farete parte. Siete solo carne morta (cit).
Esaurita questa premessa, di cui vado giustamente fiero, desidero parlare del vero evento di queste settimane. Non l’imminente G8, non le foto sovversive di Zappadu, non le rivelazioni criminose della D’Addario. No.
Esaurita questa premessa, di cui vado giustamente fiero, desidero parlare del vero evento di queste settimane. Non l’imminente G8, non le foto sovversive di Zappadu, non le rivelazioni criminose della D’Addario. No.
L’evoluzione abbacinante del Pd. Cioè il Partito Disastro.
Ne sono affascinato. Tale crescendo rossiniano mi inebria. Neanche la rubrica di Don Vittorio Zucconi su Radio Capital mi piglia così. Sono tutto un fremito, quando sento parlare il Pd dell’imminente redde rationem.
Il Pd è il faro della nostra coscienza, il baluardo della democrazia, l’ultima frontiera della politica. Il Pd è riuscito laddove tutti hanno fallito: si è definitivamente sganciato dalla società civile. Anzi, dalla società e basta. Si è emancipato dalla realtà. E’ avulso dalla manovra, laddove “manovra” è qui da intendersi come sinonimo di “Mondo”.Se, prima del Pd, i partiti – banali – affidavano le loro mosse ai desideri dell’elettorato e agli alambicchi della storia, il Pd se ne disinteressa totalmente. E non per sbadataggine: per scelta.Vive in un mondo tutto suo, ignifugo agli agenti esterni. Se la canta e se la suona.
Il Pd non è un partito: è un buco nero. Risucchia tutto, tranne i dirigenti. Loro sono immortali, come un meteorite fuori asse, tenacemente ancorato alla propria esistenza di tracciante stellare senza arte né parte. Eppur vivo.La loro capacità di gestire la crisi è meravigliosa. La maggioranza arranca, non ne indovina mezza, ma il Pd non affonda il colpo. No. E quando perde le elezioni, esulta perché “almeno non siamo scomparsi”. Un po’ come se uno, dopo aver scoperto di aver perso vista, udito e parola per un morbo incurabile, dicesse “eh sì, però ho ancora l’alluce sinistro”. A suo modo, un capolavoro nell’arte di accontentarsi. Pragmatismo ruleZ.
Il Partito Disastro è oltre tutti noi. Loro sanno e noi no. Loro non sono antiberlusconiani (a differenza di voi rosiconi) perché è dimostrato che l’antiberlusconismo non paga (non si è mai capito CHI l’abbia dimostrato, ma loro sanno che è così. E non è certo il caso di sottilizzare).
Loro sono nuovi, sono buoni, sono colti.
Loro sanno, a differenza di noi.
Loro sono loro e voi non siete un cazzo.
Ci attendono nuove magnifiche sorti e progressive.
Vagliamole (?).
Partito Dalema. Il mio preferito. D’Alema è uno che, da quando è nato, vive per minare dalle fondamenta la sinistra europea, con un sadismo - gli va riconosciuto - instancabile. Ma non è tanto questo, il suo merito. No: è piuttosto la capacità di ripresentarsi, ogni volta, come guaritore di quella stessa crisi che lui ha generato. Stupendo. Sarebbe come se io, un giorno, venissi in casa vostra, vi distruggessi i mobili con una mazza da baseball e poi me ne andassi. Dopodichè, qualche giorno dopo, tornassi da voi come nulla fosse, e vi obbligassi a rifare il mobilio di casa secondo il mio gusto (e i vostri soldi). Per poi distruggervelo un’altra volta. E via così, nei secoli dei secoli. D’Alema non è un politico: è un trojan horse. L’hardware sinistrato lo conosce, ma si rifiuta di combatterlo: per fedeltà alla causa (persa).
Partito Rutelli. Avete preso appunti? Io sì. Con attenzione religiosa. Sono giorni, e settimane, che Rutelli finisce sui giornali per dettare le sue condizioni. Cioè, pensateci: Rutelli detta le condizioni per rimanere dentro il Pd, “altrimenti lui se ne va”. E non lo dice come promessa, ma come minaccia. Anche questa è bellissima. Un po’ come Ronaldinho che va dai dirigenti del Milan, dopo una stagione da enfisema polmonare obeso, e gli dice: “O mi fate giocare o me ne vado”. E la società, invece di cacciare lui, caccia l’allenatore (ah già, è successo davvero: scusate). Non c’è però da fare ironie, stavolta. Rutelli va ascoltato sul serio. Vanno trascritti tutti i suoi pensieri. Tutti. Va tenuto conto di ogni suo desiderio. Occorre sapere tutto, veramente tutto, della sua idea di partito. Per poi fare l’esatto contrario, levarselo di torno una volta per tutte e mandarlo nel Pianeta Cicoria a biascicare inglese come la controfigura improponibile di Albertone Sordi.
Partito Bersani. Ecco, a me Bersani non dispiace. Veramente. Ha questa presenza fisica che trasuda Lambrusco e tortellini, è uno emiliano vero, ha questo faccione da burocrate che si vergogna di essere burocrate e sa che le idee migliori gli vengono da ubriaco, al sesto giro di Nocino (fatto dal contadino di fiducia, lo stesso che alle Feste de l’Unità dorava il gnocco fritto). Bersani è quello che provò a bastonare le lobby dei tassisti, insomma c’è di peggio. Però mi dicono che è solo l’ombra lunga di D’Alema, e allora mollo tutto e bevo il mio Lambrusco da solo. (Ps. Ho scritto “il gnocco fritto” perché vuole effettivamente “il” e per farvi capire quante cose so).
Partito Franceschini. Ah, Franceschini. Il mio Francy. What a man. Che uomo carismatico, che mattatore, che icona mediatica. Lo guardo e ho voglia di Fabrizio Frizzi. E che profondità di linguaggio. Neanche Alberoni una profondità così. E poi Francy è bello. Quella pettinatura da diacono, quelle camicie che comunicano una precisa idea di Golgota e un chiaro cilicio penitenziale. Francy è uno che si strugge, che si arrovella. Che sta male e non lo nasconde. Incarna l’afflato masochistico catto-comunista (non so cosa ho scritto, è venuto così). Quando lo vedi, pensi che siamo nati per soffrire. E ci stiamo riuscendo: alla grande. Franceschini è la proiezione olografica del concetto di carisma secondo Gentiloni. Sciaborda rutilanza (?). E’ il Luca Fusi della politica, però più triste. Vamos (cit).
Partito Veltroni. Aveva detto che non avrebbe fatto più politica. E invece. Del resto aveva anche detto che sarebbe andato in Africa (come se il terzo mondo non avesse già abbastanza problemi). E invece. Veltroni è l’uomo del “ma anche” e dell’ “e invece”. Perennemente a mezz’asta, in bilico con se stesso. Spietatamente vacuo. E’ l’Oblady Obladà della sinistra. La sua carriera è stata folgorante. In neanche un anno, ha resuscitato Berlusconi, ammazzato Prodi, strozzato sulla culla un partito neonato e augurato ai giovani militanti di finire come il protagonista di Into The Wild (cioè avvelenati da un fungo in Alaska, crepando tra gli stenti). Veltroni è un portatore sano di tsunami. A lui non succede niente, per gli altri è un disastro continuo. Eppure lui è sempre lì, mai fuori moda, pronto a dispensare consigli e farsi scrivere i testi da Jovanotti. Esce dal suo album Panini, nelle notti di plenilunio, per dettare le linee guida su come uscire dalla crisi che lui stesso ha generato. In questo senso, e non solo in questo, Don Walter è uguale al suo finto nemico D’Alema. Le due facce della stessa medaglia (bucata).
Partito Serracchiani. In un mondo ideale, ma anche solo normale, Debora Serracchiani sarebbe stata una anonima militante buona per far numero alle feste e con un concetto vedovile di look. In un mondo che di normale non ha nulla, la Serracchiani è stata fatta passare come la risposta italiana a Obama. Certo. E Antonello Venditti è la risposta romana ai Black Sabbath. La Serracchiani impersona l’idea di giovanilismo e vincentismo della sinistra riformista. Lady Debora è l’outtake di Rosy Bindi, il bootleg di Franceschini: il prodotto in saldo al Discount Veltroni, che va a ruba sotto le feste per poi stancare a neanche un mese dall’acquisto. Non ha nessuna colpa, come non ha nessun pregio particolare. Sta lì, messa non a miracol mostrare ma a bluff svelare. A conferma di come il Pd arrivi un po’ tardi alle cose, in sede ci sono rimasti male quando la Serracchiani – all’apice della sua elaborazione politica – ha detto di votare Franceschini “perché è simpatico”. Troppo labile come motivazione, hanno abbaiato i gran capi: allora tanto vale votare Checco Zalone. Vero, ma non è che uno dalla Serracchiani si aspetti anamnesi degne di Rosa Luxemburg. E anche questa storia dei “giovani” andrebbe ridimensionata: se i giovani sono Salvini e la Serracchiani, non ho poi questa urgenza del ricambio generazionale. Si noti poi come la Serracchiani reputi simpatico Franceschini. F-r-a-n-c-e-s-c-h-i-n-i. Ed io che ero rimasto a Daniel Cohn-Bendit.
Partito Marino. E questo chi cazz’è? Dice: “il leader dei piombini”. Ah. Ma io continuo a non saperne molto. Però la sua candidatura ha fatto arrabbiare Marini (MARINI!!!!!!!!!!!!!!!!!!). E questa, tutto sommato, non è una credenziale da poco.
Conclusioni. Comunque vada, sarà un insuccesso. Con questi leader non vinceranno mai. E neanche faremo più girotondi.
Conclusioni. Comunque vada, sarà un insuccesso. Con questi leader non vinceranno mai. E neanche faremo più girotondi.
E ora scusate, torno sopra il Cubo Gasparri.
Dj Maroni ha appena messo Datemi un martello.
La ballerò con Laura Ravetto, mi vida e mi corazon. Daje.
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