Inizia così la lunga giornata del capo dello Stato al Meeting di Comunione e liberazione, feudo del berlusconismo che fu, oggi lasciata alla sola rappresentanza di Anna Maria Bernini, l’ultima delle lady folgorate sulla via di Arcore e seduta in prima fila più per il fatto che gioca in casa (è emiliana di Modena) che non per quello che rappresenta. Tutt’altro. La star della giornata è solo ed esclusivamente Napolitano che guarda in faccia la realtà, l’affronta con schiettezza e bacchetta governo e opposizione per non aver fatto altrettanto. “La sussidiarietà – per il Capo dello Stato – è il motore decisivo per il cambiamento del nostro Paese”. E giù applausi, fino a far somigliare il padiglione B7 più a un palasport che non a un’ala della Fiera e di un Meeting sempre troppo serioso per essere vero.
E il segnale è molto semplice: anche Cl, lasciati alle spalle gli anni del berlusconismo, cerca una ricollocazione che parta dalle fondamenta, dalla Costituzione. L’unica strada che i Formigoni-boys ritengono, almeno in questo momento, praticabile.
Ma Napolitano – che rispetto alla visita ufficiale della mattina a Rimini si è tolto la cravatta, tanto per andarci giù senza troppa formalità – non si limita alla crisi economica, che sicuramente occupa gran parte del suo intervento. Lo sguardo va alla settimana prossima, quando, archiviate le preoccupazioni e ormai varata la manovra, sarà la volta della riforma del fisco: “Basta con assuefazioni e debolezze nella lotta all’evasione fiscale, di cui l’Italia ha ancora il triste primato, nonostante apprezzabili ma troppo graduali e parziali risultati. Anche al di là della manovra economica oggi in discussione e guardando alla riforma fiscale”, in quanto si tratta di “un impegno categorico”. “Perché l’evasione fiscale è una stortura dal punto di vista economico, legale e morale, che è divenuta intollerabile ed è da colpire, senza esitare a ricorrere ad alcuno dei mezzi di accertamento e di intervento possibili”.
Economia, fisco. E un riferimento alla giustizia, soprattutto relativo al problema delle carceri: ”Si sta prospettando, in una luce più positiva, il tema della riforma e del concreto funzionamento della giustizia, in funzione solo dell’interesse nazionale. Al tempo stesso, però, alla visione del diritto e della giustizia, sancita in Costituzione, ripugna la condizione attuale delle carceri e dei detenuti”. E giù di nuovo applausi, come se il vecchio garante della Costituzione fosse una rockstar. Tutti in piedi quando è entrato, stessa scena quando è uscito. Un signore senza capelli, molto sabaudo nell’aspetto e rigido nel pensiero, che in questo momento, anche il popolo che fu berlusconiano vede come un’ancora di salvezza.
La vita al Meeting torna quieta dopo che il presidente riprende la via di casa. Il carrozzone è dipinto da stand e gadget. Ovunque. E pensare che fino a pochi giorni fa era un cantiere enorme, tenuto in piedi da tanti volontari, perlopiù universitari. Oggi nel suo giorno di apertura il meeting di CL si rivelava agli occhi degli intervenuti come una perfetta macchina in cui tutto deve funzionare al meglio.
Il nemico del 2011 per Cl si chiama “ideologia relativista che vuole negare agli uomini il diritto alla certezza”. È quanto sostiene Emilia Guarnieri, presidente della fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Al meeting, nonostante le parole del Presidente della Repubblica che parla di “difficoltà serie”, si respira ottimismo. Alcuni dei giovani di Cl sono renitenti ad affrontare il discorso sulla politica: o non rispondono, dimostrandosi disinteressati, quasi impauriti, o dimostrano cautela, perché ad avanzare critiche al governo bisogna andare cauti, se ti dicono di pensare sempre positivo e se i maestri ti hanno cresciuto raccontandoti che il Pdl incarna i valori cattolici della famiglia, condivisi da CL.
Qualcuno però se n’è accorto che il governo, nella legislatura in corso, qualche contraddizione l’ha dimostrata e il matrimonio con Silvio Berlusconi sembra per molti essersi ormai consumato. “Una mossa intelligente per Berlusconi sarebbe passare il testimone ora, la sua immagine gli impedisce di agire bene in politica”. A dirlo è Pietro, ventenne di Cremona, studente di scienze politiche del gruppo “Clu” (CL universitari), che si riconosce maggiormente in Roberto Formigoni(l’unico che alla Fiera di Rimini ha l’ufficio in questi giorni, tanto per far capire chi comanda) eMaurizio Lupi. Il primo in particolare è il politico attualmente più amato dai giovani di Cl che lo vedrebbero volentieri alla guida del Pdl dopo il Cavaliere. “La Lombardia –continua Pietro- è una delle regioni al vertice in Europa e Formigoni ha dimostrato di sapere cosa fare nella sanità e nel sociale, mettendo a disposizione dei più bisognosi i buoni famiglia”. José, 21 anni, di origini peruviane studia economia e commercio alla Cattolica di Milano: “È difficile fidarsi del governo che c’è ora -ammette- un nuovo leader darebbe respiro al centrodestra. La vicenda giudiziaria di Berlusconi sicuramente lascia a desiderare”. E anche per Josè allora il faro a cui guardare è Formigoni, per il quale lui ha fatto campagna elettorale. E non è il solo: alcuni volontari di CL, ognuno con una maglietta di colore diverso, a seconda del ruolo ricoperto all’interno del meeting, distribuiscono un braccialetto e una cartolina col colori dell’Italia sulla quale si legge “Costruisci l’Italia che sogni. Se hai un’idea per migliorare il tuo Paese, inviala. Formigoni.it la pubblicherà.
Le migliori saranno utilizzate per scrivere un possibile programma per il governo dell’Italia”. Eccola la sussidiarietà ciellina: tutti possono essere utili nella costruzione di un’alternativa, ma la fiducia all’attuale governo per alcuni è critica.
Sara, ventitreenne di Milano, si è da poco laureata alla triennale di scienze politiche e vorrebbe fare la giornalista. Di moralismo non vuole sentire parlare e neanche del Ruby gate. Lei, cattolicca praticante, con un pragmatismo degno di nota la pensa così: “Sì, Berlusconi va a puttane, non lo stimo come uomo, ma per le famiglie ha fatto molto”.
Insomma è ormai giunta l’ora di un ricambio politico anche per i fedelissimi del Cavaliere, ma molti sono scettici sull’effettiva possibilità di suo passo indietro. Vorrebbero Formigoni ma non ci credono più di tanto e allora c’è chi si ‘accontenterebbe’ anche di Angelino Alfano.
di Emiliano Liuzzi e Enrico Bandini