lunedì 19 novembre 2012

Carceri, è emergenza sovraffollamento In cella 66mila detenuti per 46mila posti.



Roma - (Adnkronos/Ign) - L'associazione 'Antigone' denuncia le condizioni dietro le sbarre nel suo ultimo rapporto 'Senza dignità', precisando che "per l'Italia potrebbero scattare sanzioni per almeno 400mila euro dalla Corte europea dei Diritti dell'uomo". Nei giorni scorsi il presidente dell'Unione Camere Penali, ospite ai 'Dibattiti Adnkronos': ''Nelle carceri situazione intollerabile, condizioni igieniche al limite" (VIDEO) (VERSIONE INTEGRALE).

Roma, 19 nov. - (Adnkronos/Ign) - Il sovraffollamento, il taglio delle risorse, le violenze e le morti in cella. Sono questi alcuni dei maggiori problemi dell''emergenza carceri' in Italia, denunciati dall'associazione Antigone, che questa mattina ha presentato a Roma il IX Rapporto nazionale sulle condizioni di detenzione dal titolo "Senza dignità". Su 46.795 posti disponibili - calcola Antigone - oggi in cella ci sono 66.685 detenuti, per un tasso di affollamento del 142,5% contro una media europea del 99,6%. Sono soprattutto uomini italiani i detenuti nelle nostre carceri, provenienti da Campania (26,3%), Sicilia (17,9%), Puglia (10,5%) e Calabria (8,6%). Le donne, 2.857, rappresentano solo il 4,2%. Mentre gli stranieri sono il 35,6% , una percentuale anche questa tra le più alte in Europa.
Altro problema, denunciato da Antigone, è quello dell'eccessivo numero di ore trascorse in cella dai detenuti: nella grande maggioranza delle carceri italiane il tempo è in media di venti ore al giorno. La possibilità di uscire si limita infatti all'ora d'aria, quattro ore al giorno che, lamenta Antigone, "l'esperienza ci insegna vengono spesso ulteriormente contratte".
Delle 66.685 persone detenute al 31 ottobre 2012, il 40,1% (26.804) non sconta una condanna definitiva, ma è in carcere in custodia cautelare. In base ai dati pubblicati dal Consiglio d'Europa nel marzo 2012, questa percentuale è del 23,7% in Francia, del 15,3% in Germania, del 19,3% in Spagna e del 15,3% in Inghilterra. La media dei paesi del Consiglio d'Europa è del 28,5% e questo dato, denuncia Antigone, "rappresenta certamente l'anomalia maggiore del nostro sistema".
I detenuti nelle nostre carceri non sono in buone condizioni di salute. "Non ci sono dati nazionali affidabili - spiega l'associazione - ma nelle carceri toscane sono malati ben il 73% dei detenuti, e non c'è motivo di ritenere che altrove le cose stiano in modo diverso. Le patologie più comuni sono i disturbi psichici, (26,1%), seguiti dalle malattie dell'apparato dirigente (19,3%) e da malattie infettive e parassitarie (12,5%)". Altro problema denunciato è quello della tossicodipendenza. "Da quando la sanità penitenziaria è passata dal ministero della Giustizia a quello della Salute non sono più disponibili i dati sul numero dei tossicodipendenti in carcere. Il dato però - avverte l'associazione - da tempo si aggira attorno al 25%, e non c'è motivo per credere che il problema oggi sia meno grave di ieri".
Nel primo semestre del 2012 a lavorare sono stati 13.278 detenuti, meno del 20% del totale dei reclusi e comunque una cifra molto inferiore rispetto al numero dei condannati (che al 30 giugno erano 38.771) ai quali l'amministrazione ha l'obbligo di garantire un'occupazione retribuita. Si tratta della percentuale più bassa dal 1991. "Alla fine del 2011 - ha calcolato l'associazione - quando erano presenti nelle nostre carceri 66.897 detenuti, erano iscritti a corsi di formazione professionale in tutto 2.434, un misero 3.6% dei presenti". In merito alle attività scolastiche, meno di un quarto dei 67.961 dei detenuti in carcere alla fine del 2010 era impegnato in attività scolastiche (15.708) e poco più di un decimo dei presenti ha portato a termine con successo un percorso di studio.
L'associazione Antigone avverte che sono in arrivo 400 sentenze della Corte europea dei Diritti dell'Uomo per il sovraffollamento delle carceri italiane. Sono stati presentati, aggiungono da Antigone, 170 nostri ricorsi alla Cedu e abbiamo supervisionato altri 230 ricorsi, presentati direttamente dai detenuti. "Per l'Italia potrebbero scattare sanzioni per almeno 400mila euro" conclude Antigone.
Nel giorno della presentazione del rapporto dell'associazione Antigone il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni ha denunciato la vicenda riguardante la salma di un ragazzo morto in carcere, che è da oltre nove mesi allocata in una cassa provvisoria nel 'Deposito cremazioni' del cimitero di Prima Porta senza che, per altro, si siano effettuate procedure di conservazione organica della stessa. La vittima è un giovane, deceduto l'11 febbraio del 2012 per una overdose di eroina nel carcere di Regina Coeli. Le indagini, tutt'ora in corso, si sono indirizzate verso un altro detenuto che è in custodia cautelare per un altro reato, che avrebbe fornito alla vittima la dose letale. "Le indagini tutt'ora in corso non possono assolutamente giustificare questa situazione. Bisogna tenere in debito conto che, oltre alla perdita traumatica di un proprio caro, una famiglia sta vivendo il dramma di non poterlo piangere per un ultimo saluto", ha dichiarato il Garante Angiolo Marroni.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Carceri-e-emergenza-sovraffollamento-In-cella-66mila-detenuti-per-46mila-posti_313909588602.html

Sequestro lampo a Spinelli, ragioniere di Berlusconi: 35 milioni per un dossier.


Sequestro lampo a Spinelli, ragioniere di Berlusconi: 35 milioni per un dossier


La notte del 15 ottobre una banda composta da sei persone e capeggiata da un uomo legato a un clan barese, ha fatto irruzione in casa del 'cassiere' del Cavaliere, intimandogli di chiamare l'ex premier: "Abbiamo documenti in grado di ribaltare la sentenza Lodo Mondadori". Dopo un mese di indagini, sono in corso arresti e perquisizioni. La denuncia del sequestro formalizzata il 18 ottobre, due giorni dopo i fatti.

Sequestro lampo a scopo estorsivo, con l’offerta da parte dei malviventi di documenti utili ad alleggerire la posizione di Silvio Berlusconi nel caso Lodo-Mondadori. Giuseppe Spinelli, stretto collaboratore del Cavaliere (e noto alle cronache per i pagamenti cash alle Olgettine) è stato aggredito, a metà ottobre, in casa sua, e minacciato per tutta la notte (insieme alla moglie) con una pistola, da un gruppo di persone che ha chiesto all’ex premier – tramite, appunto, il suo cassiere – 35 milioni di euro “in cambio di documentazione utile all’ex presidente del Consiglio nel processo sul Lodo Mondadori, in grado di ribaltare la sentenza civile d’Appello”. La Polizia di Stato, a seguito di una serrata indagine, ha eseguito questa mattina sei arresti e varie perquisizioni. A indagare sull’episodio sono state la sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Milano e la Squadra mobile. Decine di uomini della Polizia di Stato stanno eseguendo in varie città italiane arresti e perquisizioni disposte dalla Direzione distrettuale Antimafia di Milano. La questura di Milano conferma che si è trattato di “sequestro lampo a scopo di estorsione, avvenuto nel milanese la notte tra il 15 e il 16 ottobre”. Non risulta che sia stato pagato alcun riscatto. Mentre, secondo quanto dichiarato dai vertici della Squadra Mobile, la magistratura è stata informata nel pomeriggio del 17 ottobre, 30 ore dopo la fine del sequestro. E la denuncia formalizzata il 18.
LA BANDA – Spinelli e la moglie sono stati sentiti dai pm la mattina del 18 ottobre. La banda che ha fatto irruzione in casa Spinelli era composta da sei persone. Le persone arrestate oggi sono sei: tre italiani e tre albanesi. Il regista è un pregiudicato di Bari, Francesco Leone, legato al clan Parisi. Leone è autore di una celebre rapina a fine anni ’80 alla Caripuglia di Bari, con bottino di 1 miliardo e 200 milioni di lire. Diventa pentito nel ’96, ma già nel ’97 i pm scelgono di non utilizzarlo nel processo per il Petruzzelli di Bari. Nel ’98 è di nuovo autore di rapine e gli viene revocato il programma di protezione. Nel 2000 viene arrestato per rapine e sequestri lampo a Roma (tentò di sequestrare un ufficiale dell’Aeronautica militare chiedendo 5 milioni di lire). Proprio per i sequestri lampo, viene condannato nel 2001 a 9 anni e 4 mesi. Insieme a lui Pierluigi Tranquilli, incensurato, arrestato dalla Mobile di Roma, fermato a un casello autostradale mentre era diretto in Toscana. Alessio Maier, nato a Como e residente a Malnate (Va), con precedenti per associazione a delinquere legati al traffico di auto rubate e a un giro di false finanziarie da cui partì un’indagine per truffa per cui fu arrestata anche la moglie di Franco Baresi, Maura Lari. Poi tre cittadini albanesi, tutti con precedenti penali: Ilirjan e Laurenc Tanko, Marjus Anuta
LA TELEFONATA A BERLUSCONI – A riferire la dinamica del sequestro è il capo della Squadra Mobile di Milano Alessandro Giuliano: “Secondo il racconto dello stesso Spinelli, mentre rientrava in casa il 15 ottobre, è stato aggredito da uomini incappucciati mentre apriva la porta di casa. Queste persone hanno costretto i coniugi a restare segregati per tutta la notte, fino alle 9 del mattino successivo, quando Spinelli ha potuto contattare direttamente Silvio Berlusconi. Che era consapevole di essere al telefono con il suo collaboratore mentre era sotto minaccia”. Il sequestro finisce alle 9 del mattino del 16 ottobre. La segnalazione del reato è arrivata alla procura il 17 ottobre. E solo il 18 la denuncia formale. I malviventi avrebbero obbligato Spinelli a chiamare il Cavaliere proprio per proporre lo scambio tra soldi e documenti sul caso che ha contrapposto i Berlusconi e i De Benedetti. Forse una registrazione. Il Cavaliere e l’avvocato Ghedini, secondo le ricostruzioni fatte dalla polizia, avrebbero preso tempo. Poi la segnalazione alla magistratura. Da quel giorno, oltre un mese fa, Spinelli vive sotto scorta in località segreta.

Innegabile!



Chi ha visto Report e lo spaccato che ne esce della politica e di come vengono sperperati i soldi che ci vengono quotidianamente sottratti da uno Stato ingordo, non può che riflettere su questa citazione!

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Voti e grandi opere: i clan si stanno comprando il paese.



«Nel nord Italia la mafia si presenta con il volto rassicurante di manager e colletti bianchi: in un momento di recessione come questo, l’aristocrazia mafiosa offre dei capitali, accontentandosi di quote di minoranza, per colonizzare progressivamente il territorio con una fitta rete di relazioni a lungo termine». Lo ha detto il procuratore generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, durante la missione speciale a Palermo della Commissione antimafia europea. «Non dimentichiamo che uno dei mandanti del giudice Rosario Livatino operava in Germania dove era conosciuto come un brillante imprenditore di import-export». La stessa Europa, avverte lo scrittore Massimo Carlotto, è diventata «la più grande “lavanderia di denaro” del mondo», grazie alla permeabilità del business e ai giganteschi affari garantiti dalle grandi opere.
«I media – accusa Carlotto – ci raccontano ancora la mafia di Totò Riina, di Bernardo Provenzano: ma quella era l’archeologia della mafia, ora i clan Roberto Scarpinato e Massimo Carlottosiciliani e calabresi si scontrano negli Usa e in Canada, lontano dai riflettori». Per Carlotto, ospite tempo da del “Valsusa FilmFest”, quello delle grandi opere come la linea Tav Torino-Lione è un terreno d’elezione per la nuova imprenditorialità mafiosa, come riconobbe l’allora ministro dell’interno Roberto Maroni. In televisione finiscono ancora notizie di arresti per traffico di droga, ma il narcotraffico – aggiunge Carlotto – non è in cima alle voci del nuovo business criminale: oltre al traffico di armi, secondo il giallista, il fatturato delle mafie è gonfiato soprattutto dal colossale business della sofisticazione alimentare, seguito dal traffico illegale dei rifiuti e dallo sfruttamento internazionale della prostituzione. Le grandi opere? «Sono affari sicuri, senza rischi, perfetti per riciclare il denaro di provenienza illecita».
Denaro che, in tempi di grande crisi, fa gola a tutti, a cominciare dalle banche: «Le mafie – aggiunge Carlotto – non sarebbero mai potute arrivare dove sono arrivate, senza determinanti appoggi nel mondo della politica, dell’imprenditoria e della finanza». Fa eco il procuratore Scarpinato: «Il veicolo di penetrazione delle mafie nei territori è la collusione attraverso la canalizzazione di voti di preferenza verso un candidato». Pietra dello scandalo, l’hinterland lombardo inquinato dalla ‘ndrangheta: a Milano e dintorni «non occorrono migliaia di voti, ne basta una manciata». Oppure, aggiunge il magistrato, l’infiltrazione «avviene con il coinvolgimento di pezzi di nomenklatura, con una triangolazione di interessi tra colletti bianchi, imprenditori e mafia». Un’articolazione «che mostra una strutturazione nuova del fenomeno». E attenzione: la mafia prospera anche perché «milioni di cittadini normali chiedono di acquistare illegalmente beni e servizi, secondo le leggi di mercato». In questo modo, il fenomeno assume «dimensioni macroeconomiche», non più contrastabili «coi soli strumenti del diritto penale».

BASTA SPARARE SUI CIVILI E SUI BAMBINI....



Ognuno di noi nel proprio piccolo può fare qualcosa. Boicotta il made in Israele! Siamo tutti coinvolti!

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Fantascienza.

Foto: ➊ Tieni il mouse fermo su •• Monello Tremendo ••
➋ Aspetta due secondi si aprirà un finestrella.
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E Silvio pagò in Alfani di bronzo. di Michele Serra (15 luglio 2011)



Come respingere l'ennesimo, inaudito attacco dei giudici comunisti? La famiglia Berlusconi sta studiando le possibili contromosse.

Etica. Prima di tutto sono state messe a fuoco le questioni di principio, che vanno anteposte a qualunque altra considerazione, e perfino agli interessi personali. Sul piano dei principi, pagare i 560 milioni di risarcimento alla Cir costituirebbe un gravissimo precedente: vorrebbe dire che anche per Berlusconi valgono le leggi di questo paese. Cioè - non so se vi rendete conto - che Berlusconi ha gli stessi doveri di un imbecille qualunque, come te che leggi questo articolo o io che lo sto scrivendo. Chiarito questo punto i Berlusconi hanno individuato una vasta gamma di strategie difensive.

Soluzione militare. E' suggerita dalla figlia Marina, che ha partecipato alla riunione di famiglia indossando un'armatura medievale autentica, appena ritoccata dal suo chirurgo estetico che ha rinforzato la cotta toracica portandola dalla seconda alla quarta misura. Si tratta di fortificare Arcore e prepararsi a un lunghissimo assedio, con pentoloni di olio bollente ai davanzali e un lungo tunnel sotterraneo per i rifornimenti di cibo e di escort. I grossisti di carne suggeriscono di sperimentare, per la prima volta in Italia, le escort surgelate, da stivare in grandi freezer già complete di tubino nero, trucco e ciondolo con la farfallina: basta avere l'accortezza di lasciarle frollare un paio di giorni prima dell'uso. 

Soluzione finanziaria. Abolire l'euro. Questo consentirebbe, oltre a trascurabili effetti minori come la cacciata dell'Italia dall'Europa, di dichiarare non esigibile qualsiasi somma in euro, compresa l'infame ammenda. Si tratterebbe poi di coniare una nuova moneta. Probabile l'introduzione del Silvio (valore leggermente superiore all'euro) con i suoi sottomultipli: il Piersilvio (che vale un decimo di Silvio) e altre monete spicciole come l'Alfano di bronzo, l'inconfondibile Bondo con il buco in mezzo e la minuscola Brunetta, così piccola che se cade per terra viene rapita dalle formiche e portata nella tana. 


Soluzione politica interna.Costituzionalisti e giuristi vicini al premier hanno studiato tutte le vie percorribili per una soluzione politica che eviti alla famiglia Berlusconi di pagare i 560 milioni. E' stato messo a punto un percorso complesso e delicato, formato da diverse fasi. Si tratterebbe di organizzare un colpo di Stato, sparare sulla folla, deporre Napolitano, arrestare gli oppositori, fucilare i membri del Csm, dichiarare il coprifuoco, abolire il Parlamento e, solo successivamente, una volta sistemati tutti i tasselli precedenti, apparire in televisione e dichiarare che non verrà pagato alcun risarcimento alla Cir.

Soluzione politica esterna. Ormai impraticabile l'esilio in Libia (troppo alto il rischio di essere bombardato dall'aviazione italiana), Berlusconi potrebbe chiedere asilo politico in Brasile, spiegando a Lula di essere vittima di una infame persecuzione politica, come Cesare Battisti, e di contare molti amici tra gli intellettuali francesi, tra i quali Sylvie Vartan. Per sembrare più credibile, Berlusconi si sta allenando a scrivere gialli, ma i primi tentativi sono deludenti: si capisce già dal primo paragrafo che il colpevole è il giudice comunista.

Soluzione psichiatrica.
 Per unanime convinzione è questa la più praticabile, quella che ha maggiori probabilità di successo. In diversi test, di fronte a psichiatri e criminologi di scuole differenti, i discorsi di Berlusconi sono stati giudicati "tipicamente paranoici, deliranti già nei presupposti, percorsi da megalomania deragliante, privi di qualunque connessione con la realtà". Ottime, dunque, le probabilità che il premier sia giudicato incapace di intendere e di volere e dispensato dal pagamento dei 560 milioni di euro.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/e-silvio-pago-in-alfani-di-bronzo/2156131