venerdì 13 marzo 2015

DIECI RAGIONI PER CUI WASHINGTON BRAMA LA GUERRA. - Ron Holland

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“La guerra è semplicemente l'estensione della politica attraverso altri mezzi” - Carl von Clausewitz

Le elite politiche, la Federal Reserve e le lobbies che realmente conducono lo show nascondendosi dietro il Congresso e il presidente di qualsiasi partito americano sembrano essere spaventati per diversi motivi. Temono, giustamente, per il loro futuro politico così come per i profitti e la sopravvivenza della maggiori corporazioni internazionali ed interessi bancari che attualmente sorreggono la leadership politica e di regime.


Mai la nostra nazione, le corporazioni e i detentori dell'1% della ricchezza globale si sono trovati a fronteggiare così tante minacce che minano la crescita dei loro poteri e l'incremento della propria ricchezza. Anche se ci sono abbastanza colpe e sbagli da considerare, molte di queste minacce non devono essere realmente imputabili ai nostri leader politici od economici ma piuttosto essere considerati il risultato del cambiamento repentino che influenza il mondo di oggi.
I teorici della cospirazione preferiscono vedere il mondo in bianco e nero senza alcuna sfumatura di grigio e semplificare il tutto criticando società segrete o lobby per ogni problema ma io credo che la reale situazione sia alquanto più complicata. Ma ogni individuo dovrebbe capire che l'America libera in cui tutti noi siamo cresciuti è morta da tempo e seppellita e che solo le istituzioni e gli slogan sono rimasti a cullare l'opinione pubblica fino all'apatia e all'accettazione.

La nostra America non esiste più.

Di certo, le cospirazioni esistono e grazie al lavoro di Edward Snowden, sappiamo che l'America svolge veramente una sorveglianza globale raccogliendo dati, torturando e spiando tutto il mondo. Credo però che questo sforzo sia più diretto al controllo di personaggi potenti, politici interni e stranieri chè al prendere di mira gli indifesi cittadini americani che sono in disaccordo con le decisioni politiche, una situazione spaventosa per ciò che un tempo era considerato simbolo di libertà da tutto il mondo.

 Ma come diceva Dorothy al suo cane, Toto, nel classico film de “Il Mago di Oz”, “ho la sensazione che non ci troviamo più in Kansas”, anche noi non siamo più nell'America dei nostri padri fondatori. Il vero capitalismo ed i mercati liberi semplicemente non esistono più. Una manciata di potenti lobbies manipolano i mercati, la moneta legale è una franchigia redditizia e stiamo provando a sorvegliare e controllare tutto il mondo per mantenere la nostra posizione di leadership ottenuta alla fine della seconda guerra mondiale.

Oggigiorno sei un pazzo ad aver fiducia in ciò che il governo o la stampa spacciano per vero, chiaro ed imparziale, essendo tutto ciò puramente propaganda. Le organizzazioni governative esistono solamente per proteggere le industrie predilette e non il pubblico, il nostro sistema legale è uno scherzo e tutte le guerre combattute per la democrazia sono solo espedienti per saccheggiare altre nazioni, guadagnare ed accaparrarsi risorse naturali.

Tutti i governi fanno propaganda e i notiziari mainstream spacciano i piani segreti e le politiche al pubblico. Ma il mondo di oggi e specialmente gli Stati Uniti stanno fronteggiando nuove sfide non simulate o previste in precedenza e qua stà il problema ed il rischio per la nazione e per i cittadini.

La guerra potrebbe essere l'unica soluzione rimasta alla nostra elite politica per sopravvivere e prosperare.

Come ha chiaramente affermato Clausewitz, “la guerra è semplicemente l'estensione della politica con altri mezzi,” e la nostra leadership e le lobby che vi si nascondono dietro vogliono proseguire con le politiche e con le azioni che hanno fruttato loro tanta ricchezza e potere. Pensate per un attimo alle minacce che stanno fronteggiando in patria e all'estero e a come una seria ma ridotta guerra potrebbe risolvere o rimandare la maggior parte dei problemi e delle minacce che attanagliano la base del loro potere.

Ci sono due problemi con la soluzione armata. 

In primo luogo, mentre può essere nel loro interesse garantire la loro sopravvivenza, la guerra sarebbe dannosa per i nostri militari, soldati e civili così come per l'economia, la ricchezza individuale e le libertà restanti. 
Secondo, non c'è garanzia che una guerra vera e propria, una volta iniziata, resterà circoscritta. 
Credo che entrambe le guerre mondiali siano esempi storici di come i piani per guerre ridotte possano tramutarsi in seri conflitti uccidendo decine di milioni di persone, tutto questo per garantire politici avidi di potere legalizzati da interessi economici. Rammentate questa classica citazione sulla guerra:

“Nessun piano di battaglia sopravvive allo scontro con il nemico”

-Helmuth von Moltke, stratega militare tedesco.

Le guerre si iniziano facilmente, radunando il patriottismo, ma sono difficili da portare a termine.

“Naturalmente la gente comune non vuole la guerra: neppure la Russia, né l'Inghilterra e neanche la Germania. Questo è ovvio. Ma, dopotutto, sono i leader dei paesi che ne determinano le politiche e che riescono a coinvolgere le persone, sia in democrazia chè in dittatura fascista o comunista. Voce in capitolo o no, la gente può sempre essere spinta a puntare sui politici. E' facile. Tutto ciò che devi fare è dire loro che sono stati attaccati, e denunciare i pacifisti per mancanza di patriottismo ed esporre il paese al pericolo. Funziona allo stesso modo in tutte le nazioni.”

    ⁃    Hermann Goering al processo di Norimberga.

    1.    Le guerre possono portare una crisi e fornire una giustificazione per proseguire con l'emissione di debito sovrano ed espandere la valuta per tutta la durata del conflitto.

    2.    La guerra permette ai politici di incolpare la Russia e la Cina per l'imminente fine del dollaro come valuta mondiale così come l'incombente crisi di dollaro e debito.

    3.    La Federal Reserve e il suo cartello bancario hanno veramente  distrutto l'occidente attraverso l'eccessiva emissione di debito, creazione di moneta e prestito. Una guerra permetterebbe di addossare la colpa alle nazioni nemiche.

    4.    La guerra permetterebbe agli Stati Uniti di riottenere il controllo sull'Unione Europea, sulle singole nazioni europee e sulla NATO. Oggi, la Germania, la Francia ed altre nazioni stanno spingendo a supporto delle politiche americane e ai piani di guerra riguardanti l'Ukraina.

    5.    La guerra soffocherebbe i movimenti di secessione in Spagna e Scozia, Grecia e Italia che mirano ad uscire dall' Unione Europea e dalla moneta comune.

    6.    Una guerra fornirebbe agli USA la scusa per stabilire di nuovo il controllo elitario sulle notizie ed opinioni divulgate da organizzazioni straniere e da fonti alternative sul web.

    7.    Una guerra contro Russia ed Iran ci proteggerebbe dalla competizione con petrolio e gas russi ed iraniani e al tempo stesso ci permetterebbe di controllare la produzione del medio oriente, continuando con il sistema del petroldollaro per gli anni a venire.

    8.    Come in entrambe le grandi guerre, una guerra più importante permetterebbe al governo di metter fine a tutti i movimenti politici interni e agli avversari eccetto per quelli “approvati” da entrambe le parti.

    9.    Una guerra vinta contro gli alleati della Cina rallenterebbe la sua scalata al potere globale a causa dell'eventuale ripresa di quest'ultima.

    10.  Per ultimo, in tempo di guerra, i politici possono sempre farla franca attaccando le libertà del cittadino, libertà di stampa e confiscare ricchezza ad un livello non concepibile in tempo di pace e qua sta l'ultima minaccia alla maggioranza del popolo americano.  I piani per un falso attentato, con cui far vivere i cittadini nel terrore, non funzionerebbero più oggigiorno dopo 14 anni dall'11 settembre.

Ma una guerra reale fornirebbe la scusa per confiscare il tuo oro ed il piano pensionistico in eccesso e beni IRA, ridurre o limitare i tuoi benefit sociali, drammaticamente innalzare le tasse ed istituire controlli di scambio totali limitando le tue libertà e capacità di resistere per tutta la durata della crisi. Parlerò di guerra, conflitti e del perché dovreste avere un rifugio sicuro dove risiedere al prossimo High Alert Investment Management Conference a Maggio.

Spero di sbagliare che la guerra sia la soluzione scelta a causa dei molti sbagli di Washington. Guardate cosa accade in Siria, Iraq e in Ucraina nel prossimo anno ed avrete la risposta. Ma uno dei nostri padri fondatori certamente farebbe di meglio che permettere ad una guerra o ad una crisi ad essa legata di soverchiare una buona leadership ed il buon senso.

“Coloro i quali rinunciano a libertà essenziali per ottenere una sicurezza temporanea non meritano né libertà né sicurezza” - Benjamin Franklin.


Ron Holland
Fonte: www.thedailybell.com
Link: http://www.thedailybell.com/editorials/36116/Ron-Holland-10-Reasons-Washington-Has-War-Fever/
27.02.2015

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di LORD DIEGO

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14764

giovedì 12 marzo 2015

Rai, bar chiusi per Mafia Capitale: i dipendenti restano a bocca asciutta. - Claudio Marincola

RAI

Tempi duri per i dipendenti di viale Mazzini. Non bastassero i tagli imposti dal decreto Irpef ecco che ora arrivano anche le restrizioni - per così dire - alimentari. Da quando il blitz della Finanza ha aperto le porte del carcere a Giuseppe Ietto, l’imprenditore che gestiva la catena dei bar interni, gli approvvigionamenti arrivano a singhiozzo. 
«I caffè bastano appena, i cornetti sono contati, ci salviamo con qualche tramezzino», allarga le braccia uno degli avventori del bar di Saxa Rubra messo a dura a prova dalla ristorazione ridotta.
La Unibar è finita nell’inchiesta Mafia capitale. Dal 5 dicembre, il giorno del blitz, la società che si assicurava da anni la gestione dei bar nelle 8 sedi romane della Rai va avanti senza il suo titolare. É la stessa società che riforniva i centri per gli immigrati creati dalla cooperativa 29 Giugno, quella di Salvatore Buzzi. Il business dei pasti caldi distribuiti in tutta la Penisola, sommato a cappuccini e maritozzi e moltiplicato per il numero dei centri, equivaleva a un giro di circa 52 milioni di euro. Anche bruscolini, insomma, ma non solo.
In Rai la Unibar era entrata circa 10 anni fa quando le regole e la forma giuridica non obbligavano l’azienda a bandire una gara d’appalto. Ora è tutto diverso. L’elenco delle società fornitrici e il controllo degli appalti è demandato ad una società esterna, (la “nuova” Guida Monaci). Il chè un po’ sorprende visto il numero e la qualità professionale delle risorse interne disponibili. Resta il fatto che da quando Giuseppe Ietto è finito in prigione per i circa 70 dipendenti dei bar si è spalancato il baratro. L’ultimo stipendio che hanno percepito è quello del novembre scorso (e solo il 70%). D’allora molti fornitori hanno tagliato i viveri temendo di non essere pagati. Si va avanti sulla fiducia, con chi accetta una dilazione sui tempi. L’incubo per i lavoratori della Unibar finirà soltanto quando verrà assegnato il nuovo bando - pubblicato il 24 luglio e scaduto il 3 ottobre - e quando i dipendenti verranno riassorbiti dai vincitori, come prevede l’appalto.
Giornalisti e dipendenti non sono rimasti insensibili. Al Tg2 in segno di solidarietà è stata lanciata una colletta e sono stati raccolti circa 4 mila euro. E così anche nelle altre testate. Fino all’arrivo della nuova gestione bisognerà tirare: ci sono giorni in cui le “risorse” scarseggiano e i frigobar sono vuoti o vengono gestiti con parsimonia. Succede già da giorni in viale Mazzini e negli altri punti di ristorazione: il circolo Rai di Tor di Quinto; via Asiago; via Teulada; Saxa Rubra, Auditorium, Salario e Dear. Il fatturato nel 2013 aveva registrato introiti per 2 milioni e 343 mila euro. Negli anni passati tutt’al più ci si lamentava per la qualità dei cibi serviti o per il servizio scadente. Stavolta è la quantità che latita. «Abbiamo caffè solo per 150 tazzine - si è sentito dire un dipendente l’altro giorno da uno dei barman - ma è meglio non spargere troppo la voce».


http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/rai_bar_chiusi_mafia_capitale/notizie/1101874.shtml

La legge Sederino (Marco Travaglio).

Natangelo

Ci risiamo. La sentenza della Cassazione che conferma quella d’appello e assolve definitivamente B. nel processo Ruby dalle accuse di concussione e prostituzione minorile ha scatenato il solito diluvio di cazzate, riassumibili nei titoli degli house organ al seguito: 
“Il bunga-bunga era una bufala” (Il Giornale), 
“Silvio assolto, ora chi paga?” (Libero), 
“Un assurdo processo politico” (Il Foglio). 
Non si accontentano che il padrone l’abbia fatta franca grazie alla legge Severino, o Sederino visto che glielo restituisce bello lindo, roseo e levigato come il culetto di un bambino (la frode fiscale è già passata in cavalleria). Non accendono un cero a Santa Paola. Pretendono pure di farci passare tutti per fessi, forse perché cercano compagnia. Incredibilmente si associa al coro una persona solitamente seria come Michele Emiliano, ex pm, ex sindaco di Bari, ora leader Pd in Puglia e candidato a governatore, che invita addirittura la Boccassini a “scusarsi con B.”. Roba da matti.
   1) Chi paga? Se la domanda riguarda i costi dell’indagine, quella della Procura di Milano sul gigantesco sistema prostitutivo nella villa di Arcore, accertato e confermato dalle condanne in primo grado e in appello per Mora, Minetti e Fede nel processo Ruby-bis, è costata meno di qualunque altra su fatti simili: 65 mila euro (di cui 26 mila per le intercettazioni, come scrive Luigi Ferrarella sul Corriere). Se invece la domanda riguarda il prezzo pagato da B. in termini di discredito (per lui e per l’Italia governata da lui) e di voti persi, chi è causa del suo mal pianga se stesso: se B. non si fosse riempito la casa di mignotte, di cui alcune minorenni, e se poi non avesse telefonato in Questura, abusando del suo potere, per far rilasciare Ruby nelle mani della Minetti e della “collega” Michelle Conceicao per evitare che parlasse, non sarebbe mai stato processato.   
2) Assurdo processo politico? Uno dei due reati contestati, la prostituzione minorile, è frutto di due leggi fatte dalle sue ministre Prestigiacomo e Carfagna per inasprire le pene contro gli sporcaccioni che vanno con le ragazzine. I pm, scoperta la presenza di almeno una minorenne ad Arcore, erano obbligati ad applicarla. Idem per il reato di concussione. Il 27-5-2010, quando B. chiamò il capo di gabinetto della Questura di Milano, Piero Ostuni, l’articolo 317 del Codice penale puniva da 4 a 12 anni “il pubblico ufficiale… che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe o induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro o altra utilità”.
È proprio quel che fece il premier B. che, da pubblico ufficiale, costrinse o indusse Ostuni a dargli indebitamente l’utilità di rilasciare subito Ruby, fermata per furto, contro il parere del pm minorile e contro la prassi ordinaria, prima che parlasse dei festini di Arcore. 
Quindi quella telefonata era reato (concussione per costrizione o per induzione) quando fu fatta, quando la Procura aprì l’indagine, quando B. fu rinviato a giudizio e quando iniziò il processo. 
Poi, il 6 novembre 2012, il Parlamento di cui B. era il leader di maggioranza nel governo Monti approvò la legge Severino che spacchettava la concussione: quella per costrizione (violenza o minaccia) restava tale e quale; quella per induzione diventava un reato minore (induzione a dare o promettere denaro o altra utilità), con pene più basse e prescrizione più breve, ma soprattutto impossibile da dimostrare, perché richiede non solo un “indebito vantaggio” per l’induttore (l’ex concussore, cioè B.), ma anche per l’indotto (l’ex concusso, allora vittima e ora complice nel nuovo delitto, cioè Ostuni). Il vantaggio per B. è noto: se Ruby fosse rimasta in Questura quella notte, avrebbe potuto svelare ciò che i pm scoprirono qualche mese dopo. 
Il vantaggio per Ostuni è nullo: ha obbedito al premier per servilismo, piaggeria, quieto vivere. Quindi ciò che prima era reato, ora non lo è più. Il Tribunale aggirò l’ostacolo condannando B. per concussione per costrizione: per i primi giudici, la pressione esercitata dal premier su Ostuni era irresistibile. 
La Corte d’appello, confermati l’altro ieri dalla Cassazione, ha invece considerato quelle telefonate resistibili, dunque rientranti nel nuovo reato di induzione. E qui hanno dovuto assolvere B.: perché, nonostante il pacifico “abuso della sua qualifica per scopi personali”, Ostuni non ricavò dal suo cedimento alcun vantaggio indebito. È sparito il reato, per legge: ma i fatti restano.   
3) A Sallusti che titola “Il bunga-bunga era una bufala” ha già risposto l’avvocato Franco Coppi, difensore di B.: “Nemmeno noi contestiamo che ad Arcore avvenissero fatti di prostituzione compensati, anche per Ruby”. Quindi, di grazia, di che dovrebbe scusarsi la Boccassini? Di aver applicato la legge senza prevedere che gliel’avrebbero cambiata sotto il naso col voto determinante dell’imputato e dei suoi cari? O di aver sospettato che B. sapesse che Ruby era minorenne? Fermo restando che, in mancanza di prove schiaccianti, è anche legittimo pensare il contrario, resta insuperata e insuperabile una domanda: visto che l’istituto dell’affidamento è riservato ai minori, perché mai B. si scomodò dal vertice internazionale di Parigi a telefonare in Questura per far affidare Ruby alla Minetti, se pensava che Ruby fosse maggiorenne?   Ciò detto, massima solidarietà ai servi di B., costretti a sostenere qualunque balla e a passare per fessi pur di conservare il posto e lo stipendio, finché dura. “Ognuno – diceva Totò – ha fa laccia che ha, ma qualche volta si esagera”.
Da Il Fatto Quotidiano del 12/03/2015.

L'assoluzione di Berlusconi. - Andrea Scanzi


Si fa un gran parlare dell'assoluzione di Berlusconi sul caso Ruby. Per carità, i berlusconiani fanno bene a esultare (più che altro fa bene Berlusconi). Due considerazioni a margine, però, forse aiutano. 
1 - Ho sempre pensato che, tra tutti i processi che lo vedevano coinvolto, questo fosse il più pruriginoso (e dunque il più televisivo) ma anche il meno rilevante. E' curioso come, in Italia, tanti abbiano ritenuto più grave fare sesso con le olgettine che non frodare il fisco, o avere avuto per "ideologo" un uomo condannato per mafia, o avere scelto Mangano come "stalliere". Eccetera. 
2 - Ai neo-esperti di giurisprudenza andrebbe fatto notare che Berlusconi è stato assolto grazie alla legge Severino (Governo Monti), che ha cambiato la legge sulla concussione nel corso del processo. Se fosse stata in vigore la norma esistente prima del novembre 2012, Berlusconi sarebbe stato condannato. La legge Severino ha spacchettato in due il reato di concussione: costrizione e induzione. La seconda si verifica solo se l'indotto ne trae vantaggio. E Piero Ostuni, capo di Gabinetto della Questura, non ha tratto vantaggio. Quindi, secondo la Corte d'Appello, niente concussione. 
La Cassazione, che non decide nel merito ma si pronuncia sulla legittimità, ha confermato. Per quanto assolto, il processo ha comunque ribadito 
a) che Berlusconi ha telefonato in questura, 
b) che c'è stato abuso di potere, 
c) che questo reato è stato poi cancellato.
Così, giusto per la precisione.
P.S. Davvero stiamo ancora parlando di tutto questo? Davvero siamo ancora qui? Davvero l'Italia è così allergica a evolversi?

Le teste Moai dell’isola di Pasqua hanno un corpo. - Matteo Rubboli

Le teste Moai dell'isola di Pasqua hanno un corpo 5
Lo sapevate che le teste di pietra giganti dell’isola di Pasqua hanno un corpo? Non si conosce la ragione precisa per cui i mastodontici corpi siano stati interrati, potrebbero esser stati sepolti di proposito, oppure potrebbero esser stati interrati dal tempo. In effetti, perché realizzare una statua per poi interrarla? Le figure, Moai il loro nome scientifico, sono state realizzate fra il 1250ed il 1500 dal popolo Rapa Nui. gli esemplari più grandi pesano sino a 75 tonnellate, e venivano tutti realizzati nella cava di tufo del vulcano Rano Raraku, per poi essere trasportate sino alla costa in un modo ancora oggi sconosciuto. Tradizione locale narra che i Moai camminassero da soli sino alla riva, ma nel 1955 fu dimostrato come, con corde e tronchi, qualche decina di uomini fossero in grado di spostarne una in pochi giorni.
Si ipotizza che le statue avessero un significato benaugurante, e sono quindi rivolte al mare per favorire la pesca. Le più piccole invece si stima potessero avere una valenza raffigurativa di personalità dell’isola, mentre invece è improbabile un significato religioso. Sino a poco tempo fa comunque, non si era a conoscenza del corpo interrato. Per saperne di più, visita il sito ufficiale dell’università che sta eseguendo gli scavi per portare alla luce queste magnifiche realizzazioni dal fascino immutabile del mistero.
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Le teste Moai dell'isola di Pasqua hanno un corpo 3
Le teste Moai dell'isola di Pasqua hanno un corpo 4

mercoledì 11 marzo 2015

Ulivo millenario - La regina.



L’albero d’Ulivo denominato ”La Regina” e’ un’imponente pianta ultramillenaria, della varieta’ autoctona ”Ogliarola Leccese”. Ha un’eta’ stimata di oltre 1.400 anni e misura una circonferenza alla base di circa 14 metri. E’ posizionata in agro di Vernole/Lecce (Puglia), individuabile su Google Maps attraverso le coordinate: 40.33.17.80N – 18.26.85.90E.

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Chi ci manda Tsipras a parlare con i tedeschi e con la Bce? Ecco il ritratto dell’uomo più importante d’Europa. - Sergio Di Cori Modigliani




Che cosa ne dite di questo signore?
La sua faccia vi ispira?
Secondo voi è pulito, schietto, sincero e ce la farà?
Oppure è semplicemente la maschera di un’eterna finzione che finirà per deludere tutti?
Innanzitutto, il suo nome: si chiama Yani Varoufakis.
Il Wall Street Journal lo ha definito “il falco del radicalismo di sinistra in Europa”.
Ma non è un giornalista o qualcuno in cerca di visibilità televisiva.
Dal 26 Gennaio 2015, costui è il nuovo Ministro delle Finanze della Grecia.
Il suo “protettore”, maestro, (nonché capo ufficio) è lo statunitense James Kenneth Galbraith, un economista e pensatore americano che rappresenta l’indomito spirito antagonista dei liberals d’oltreoceano. Galbraith lo ha voluto a tutti i costi nella università di cui lui è preside, la prestigiosa University of Texas, ad Austin, dopo averlo scoperto come assistente alla cattedra di macroeconomia presso l’Istituto di Studi di Alta Economia a Canberra, Australia.
Varoufakis ha due lauree, una in scienze dell’economia, l’altra in matematica. E’ specializzato nella “teoria dei giochi” ed è un esperto di “simulazione di costruzione di realtà virtuali di composizione e decomposizione della scena finanziaria”.
E’ l’incubo della finanza speculativa internazionale, non tanto per il fatto che avesse potere, non ne aveva nessuno dato che era soltanto l’allievo prediletto di James Galbraith, quanto piuttosto per il fatto che è considerato il più grande esperto tecnico al mondo sui sofisticati giochetti speculativi dell’architettura finanziaria.
Fino a ieri, lo conoscevamo in pochi e il suo potere -tranne che all’interno dei circuiti progressisti statunitensi- era equivalente a zero.
Non è più così.
Da oggi è il Ministro delle Finanze della Grecia.
Da ieri è diventato per la troika, la Bce, la Merkel e Juncker, l’uomo più temibile in assoluto.
Si racconta che il magnate proprietario di Sky, di centinaia di tabloid, e della Fox news, Rupert Murdoch, quattro mesi fa aveva inviato (firmata di suo pugno) una informativa -probabilmente un ordine dall’alto - a tutti gli impiegati della cupola mediatica che fanno parte del suo impero, spiegando che per nessun motivo doveva essere né intervistato, né citato, pena il licenziamento in tronco del giornalista che avesse osato dargli spazio.
Apparso tre settimane fa sulla BBC, aveva dichiarato che “l’Europa non esiste più, è stata sequestrata da una cricca di criminali assetati del sangue pulsante dei cittadini, i quali vogliono dettar legge truccando i conti, alterando i bilanci, distruggendo i diritti civili, approfittando del fatto che nel loro quartiere generale persone davvero molto in gamba, e altamente competenti nel campo dell’alta tecnologia finanziaria, sono in grado di operare seguendo lo schema di un gioco perverso e diabolico che finirà per distruggerci tutti, riportandoci nel buio del medioevo. Datemi la possibilità di sedermi al loro tavolo e spezzo loro la spina dorsale”.
E’ uno che parla così.
Questo è l’uomo che venerdì mattina, 28 Gennaio, alle ore 12, incontrerà nel suo ufficio di Atene gli emissari della Bce, del Fondo Monetario Internazionale, della Commissione Europea, oltre al braccio destro del ministro dell’economia tedesco.
Per averlo lì, Alexis Tsipras ha compiuto un’azione di grande azzardo, da tutti considerata geniale quanto pericolosa. Si è alleato con la destra alla quale ha dato il ministero degli interni e il ministero della difesa affidando loro l’incarico di gestire il disagio sociale, pretendendo in cambio (e ottenendo) carta bianca per Varoufakis.
“Distruggeremo le basi sulle quali hanno distrutto l’Europa, decennio dopo decennio, costruendo un sistema che succhia l’energia e il potere economico da ogni altro membro della società…l’Europa, nelle loro mani, è diventato un riformatore vittoriano, perché questo è il loro progetto: far regredire i popoli e costituire una neo-aristocrazia imperiale di tipo dittatoriale, una vera e propria monarchia assoluta”.
Così si concludeva la sua intervista alla BBC.
Non ha nessuna intenzione di uscire dall’euro e ha ufficialmente dichiarato (poche ore fa) che Mario Draghi può dormire sonni tranquilli a condizione che sia disposto e disponibile a svegliarsi prima che sia troppo tardi; “io sono a disposizione, e posso dire che come Ministro delle Finanze, pienamente appoggiato e delegato dal capo del governo, non andrò alla riunione dell’Eurogruppo cercando una soluzione che sia buona solo per il contribuente greco e cattiva per quello slovacco, irlandese, tedesco, francese, italiano. 
Il divide et impera è finito”.
In Italia, il Sole24ore, a nome della Confindustria, ha pubblicato oggi un articolo su di lui (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-01-27/alle-finanze-falco-varoufakis-economista-accidentale-103043.shtml?uuid=ABFDzdkC) che intitola “Chi è il falco Yani Varoufakis”, in cui leggo tra le righe il timore reverenziale per una personalità con la quale non sarà facile trattare, tanto meno sarà possibile abbindolarlo.
In America, un entusiasta Galbraith, nel commentare l’avvenuta nomina al dicastero delle finanze del suo allievo e adorato pupillo, ha detto “è una grandiosa vittoria per le speranze, le ambizioni e i progetti di ogni progressista europeo che voglia combattere”.
E’ l’osso più duro disponibile sul mercato in Europa.
Staremo a vedere che cosa combina, come se la cava, che cosa ottiene.
E’ presto per dirlo.
Ma mi sembra davvero una ottima notizia per tutti noi europei che a fronteggiare i mastini della guerra e i fondamentalisti finanziari ci vada qualcuno che ha la giusta competenza tecnica e il suo merito se l’è conquistato sul campo.
Non è davvero poco, di questi tempi.
Buona fortuna e che il Signore lo assista.