venerdì 1 marzo 2019

Macchine, soldi e scarpe sparite "Supercazzola" nei beni sequestrati. - Riccardo Lo Verso

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Nuova Sport Car e Bagagli: amministrazioni giudiziarie sotto inchiesta.

PALERMO - Dal consulente che guadagnava 5 mila euro al mese senza autorizzazione del giudice alle scarpe, 240 paia, scomparse dal magazzino. La gestione della Nuova Sport Car di Isola delle Femmine e dei negozi Bagagli di Palermo e provincia sono state tutto fuorché trasparenti.
L'amministratore giudiziario Walter Virga, i coadiutori e i consulenti da lui nominati hanno ricevuto nei giorni scorsi l'avviso di conclusione delle indagini firmato dal pubblico ministero Claudia Ferrari. Ci sarà, dunque, un processo anche a Palermo per lo scandalo della gestione dei beni sequestrati che ha travolto Silvana Saguto, l'ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale sotto accusa a Caltanissetta.

L'inchiesta dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria è partita ascoltando le parole del dipendente di una concessionaria di macchine di Gela, nel Nisseno: “.... ma come si può prendere i soldi per vendere le macchine... c'è proprio lo schifo, lo schifo, lo schifo... mille euro dieci macchine... guardano solo alla propria tasca”. Il riferimento era a Giuseppe Rizzo, il direttore commerciale voluto da Virga alla Nuova Sport Car. La storia del pizzo sulle forniture delle macchine in uscita dalla concessionaria non è stata riscontrata, ma è venuto fuori tutto il resto.

A cominciare dallo stipendio mensile di Rizzo, pagato nonostante Virga non fosse stato autorizzato da Fabio Licata, giudice delegato della misura di prevenzione Rappa. Anzi, a giudicare dalle parole pronunciate da Virga, Licata aveva definito il compenso “una follia”. “Licata chiamò la Saguto su questo e disse ma tu hai mai autorizzato qualcuno a cinquemila euro al mese?... dice è una follia - raccontava Virga ad Alessio Cordova -... bisogna pensare una giustificazione di questo... non c'è nessun contratto di assunzione.... sul discorso di Giuseppe (Giuseppe Rizzo, ndr) se noi ne usciamo vivi... si trova una soluzione diversa...”.

La soluzione era, secondo l'accusa, quella di fare carte false per giustificare il compenso legandolo a fantomatiche provvigioni. Talmente false che Virga definiva il suo piano “una supercazzola” da prospettare al giudice, salvo poi rendersi conto che “se il problema è direttamente Rizzo e non abbiamo nemmeno modo di difenderci, siamo fottuti”.

Per la gestione della concessionaria Virga si avvalse della collaborazione, oltre che di Rizzo, anche di Alessio Cordova e Dario Majuri. Sono tutti indagati anche perché avrebbero ottenuto dei prezzi di favore per le macchine comprate da alcuni loro parenti. Gli sconti ammonterebbero a dodici mila euro. A proposito di macchine, Vincenzo Corrado Rappa, a cui la Nuova Sport Car è stata di recente restituita dal Tribunale, ha spiegato in aula a Caltanissetta, dove si è costituito parte civile, che “quando la concessionaria la gestivo io le auto aziendali erano solo due, ora ne ho trovate 68”.

Fra queste potrebbe esserci anche la Mercedes classe C di cui Rizzo parlava a Cordova. Majuri, stando alle sue parole intercettate, “si è assicurato la C station, da più di un mese, una 220 grigia, io pensavo che lo sapessi”. Oppure potrebbe esserci anche l'autovettura a cui faceva cenno Cordova: “... Alessandro la macchina la deve pagare.. Alessandro ci deve dare la macchina... noi gli abbiamo fatto il passaggio è nostra la macchina”.

Alessandro Kallinen Garipoli, pure lui indagato, era coadiutore di Virga nella gestione dei negozi Bagagli, il primo sequestro affidato da Saguto al giovane avvocato Walter, figlio di Tommaso, presidente di una sezione del Tribunale e membro del Csm (nella scorse settimane Tommaso Virga è stato assolto a Caltanissetta dall'accusa di abuso d'ufficio in un troncone del processo principale). Anche la gestione dei negozi, andati di recente in confisca perché considerati di proprietà della famiglia mafiosa Milano di Porta Nuova, non si è contraddistinta per la trasparenza.

Nel 2015 le cimici piazzate dentro la concessionaria di macchine registrarono il triste resoconto che un consulente fiscale faceva a Virga, Majuri e Cordova: “.. ci dovete mettere un punto... quella persona si è fottuta soldi, ma assai, ve lo assicuro io al 100 per cento... è un comportamento inaccettabile... per fortuna non sono io l'amministratore perché altrimenti gli andrei a rompere le corna”. Virga replicava: “.... gli ho detto chiaramente... Alessandro mi devi trovare i giustificativi... mi basta che siano credibili...”. Era Cordova a fornire le cifre del buco: “... mancano 7 mila euro, 6 mila euro, pigliamo noi i soldi, li mettiamo e appariamo tutte cose... però si deve togliere da in mezzo ai piedi”. Virga, Majuri e Cordova sono anche indagati perché avrebbero omesso di denunciare le appropriazioni indebite di Garipoli.

A quest'ultimo la Procura contesta 14.935 euro per l'amministrazione Rappa 

(sono i compensi per attività che non avrebbe mai svolto) e 25.251 euro per l'amministrazione Bagagli nella quale, per stessa ammissione di Virga, “è stato perso il controllo della situazione... dal magazzino mancano 240 paia di scarpe... oggi c'è uno là dentro che ruba, che è dipendente se oggi noi lo allontaniamo ce ne usciamo meglio”. Garipoli ammetteva che nella contabilità del 2013 “c'è un bordello”. Così diceva a una commercialista secondo la quale, “mancano 12 mila euro... più altri soldi.... penso che mi manchino gli incassi di Bagheria, per 6 mila euro a dicembre 2013...”. In realtà, ultimati i conti, all'appello mancherebbero 25 mila euro, prelevati in contanti delle casse dei punti vendita. E le scarpe? Mai scovate, tranne le nove paia che i finanzieri trovarono a casa di Garipoli durante una perquisizione.  

https://livesicilia.it/2019/03/01/macchine-soldi-e-scarpe-sparite-supercazzola-nei-beni-sequestrati_1039614/

Non si salva nessuno, tutti ad arraffare l'afferrabile a portata di mano...

Rifiuti tossici nell’asfalto, a Bologna coinvolti 21 comuni. - Cristina Degliesposti

I Comuni erano del tutto all'oscuro

Inchiesta Dda, sotto accusa tre imprenditori veneti. Nel conglomerato presenti sostanze come nichel, piombo e cromo ben oltre i limiti.

Bologna, 28 febbraio 2019 - Spuntano anche 21 Comuni del Bolognese nella maxi inchiesta della Dda di Venezia, ‘Strade al veleno’, sulle presunte sostanze nocive ben al di sopra della soglia di legge (tra cui nichel, cromo, cloruro e piombo) riscontrate nel conglomerato ecologico utilizzato per asfaltare piazze e strade.

AGGIORNAMENTO Rifiuti tossici nell'asfalto, a Bologna spuntano cantieri Hera.

Secondo le accuse, il materiale sarebbe stato venduto ai Comuni come conglomerato ecologico certificato a un prezzo concorrenziale ma – sempre stando agli addebiti della procura che ha coordinato le indagini dei carabinieri forestali – senza essere sottoposto alla decontaminazione prevista. Il pubblico ministero veneziano Giovanni Zorzi ha chiesto quindi il rinvio a giudizio per tre imprenditori veronesi indagati per traffico e gestione illegale di rifiuti usati tra il 2014 e il 2016 in Veneto, Lombardia e nella nostra regione.
Il 20 marzo si terrà l’udienza preliminare a Venezia, nella quale potranno costituirsi parte civile decine di enti pubblici del nord Italia: la Regione Emilia-Romagna, che ha già incaricato l’avvocato Mariano Rossetti, ma anche le Regioni Veneto e Lombardia, le province di Bologna, Verona, Padova, Rovigo, Mantova, Modena e Ferrara.

Per quanto riguarda il Bolognese, poi, le indagini della forestale hanno portato a individuare come parti offese i Comuni di Budrio, Calderara di Reno, Casalecchio di Reno, Castel San Pietro, Castello d’Argile, Crespellano, Crevalcore, Galliera, Granarolo, Imola, Loiano, Molinella, Monghidoro, Monteveglio, Ozzano, Pieve di Cento, San Lazzaro di Savena, San Pietro in Casale, Sant’Agata Bolognese, Sasso Marconi e Zola Predosa.

Sulla vicenda si sono già mossi i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Giancarlo Tagliaferri e la pentastellata Silvia Piccinini, il primo con un’interrogazione e la seconda con una risoluzione con la quale impegna la giunta a coinvolgere le consulente e gli osservatori per la legalità. Tra le richiesta della Piccinini c’è anche quella che la Regione garantisca supporto agli enti locali e ai comitati di cittadini che volessero prepararsi ad azioni legali o a una class action.

https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/rifiuti-asfalto-inchiesta-1.4466307?fbclid=IwAR1FoWf7n9nsopfu5zs8paOBN0SOMscHNvTRd2rVo3KnWtXb7NJjxQyEe1k

giovedì 28 febbraio 2019

Ecotassa: ecco le auto che non la pagheranno. - Corrado Canali

Uno dei padiglioni del Salone dell'Auto di Ginevra
Uno dei padiglioni del Salone dell'Auto di Ginevra

Alfa Mito, Fiat 500, Panda, Lancia Ypsilon sotto le emissioni consentite. Come Peugeot 2008, 3008 e 5008, la up di VW e la Dacia Sendero.


Citroën C3 anche in variante crossover, la C3 Aircross e la berlina C3 Cactus. 

Sempre stando nell’ambito di marchi francesi, non pagano nulla i tre modelli della “famiglia” di suv-crossover di Peugeot e cioè la 2008, la 3008 e la 5008. Oltre ad un’altra citycar, ma in questo caso di produzione tedesca, la Volkswagen up! e una compatta premium come la Mini in tutte le sue varianti di carrozzeria. Così come un modello del brand low cost per antonomasia, la Dacia Sandero, una berlina molto apprezzata dalle famiglie italiane. Come dire che un buon motivo quando si deve scegliere una nuova vettura è anche non incorrere in ulteriori intoppi e magari riuscire a spuntare un prezzo di acquisto vantaggioso dal concessionario di fiducia.

Di Maio: «Tutti i risparmi della spending review al taglio del cuneo». - Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci






Tariffe Inail, reddito di cittadinanza, decreto dignità e produttività. Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio parla con Il Sole 24 Ore dopo la firma del decreto che aggiorna le tariffe Inail con un risparmio per le imprese stimabile in circa 500 milioni. Ecco le risposte di Luigi Di Maio.
Con l'aggiornamento delle tariffe Inail inizia l'operazione taglio del cuneo? «È un primo passo importante che le piccole e medie imprese aspettano da oltre 20 anni. Abbiamo abbassato le tariffe Inail per dare alle imprese un primo vero sgravio sul costo del lavoro. Nel 2019 il vantaggio netto delle imprese in termini di minori costi è stimabile in oltre 500 milioni di euro. In totale le imprese risparmieranno oltre 1,7 mld di euro. Il cuneo fiscale è un tema centrale e da lì passa la possibilità per il Paese di essere competitivo. È un obiettivo che perseguiamo come esecutivo e che sappiamo di dover maneggiare con cura»
Sarà una riduzione generalizzata e strutturale? «L’abbassamento delle tariffe è strutturale e generalizzato, abbiamo lavorato con l’Inail affinché ci fossero tariffe più legate al tasso di incidenti e abbiamo inserito nuove professioni. Un salto nel futuro. Entrano le attività legate alla produzione di nanomateriali, un settore di produzione prima non presente che invece è in forte crescita con produzioni di alta qualità. Poi sono state inserite le attività di consegna merci in ambito urbano, come i rider che stranamente non erano previsti anche se le vecchie tariffe sono state realizzate negli anni ’90 quando erano in auge gli antenati dei rider, i pony express: sono i misteri della burocrazia di questo paese. Questo lavoro ha anche razionalizzato le voci tariffarie che sono passate da 739 a meno di 595. Abbiamo eliminato voci obsolete che non consentivano una stima puntuale delle tariffe. In definitiva recuperiamo 20 anni di ritardo in cui le nostre imprese hanno pagato più del dovuto».
Trattandosi di una riduzione media del 32%, c'è il rischio che qualche impresa paghi di più? «I tassi medi per le imprese sono ridotti di quasi un terzo. Si passa dal 26,53 per mille del 2000 al 17,85 per mille. Ma questo non vuol dire che qualcuno pagherà in più. I singoli tassi di premio, non superano mai quelli previsti dalla Tariffa 2000. Invece per alcune categorie il risparmio è anche del 50%. Un risultato importante e concreto che le aziende toccheranno con mano ogni volta che pagheranno gli stipendi. Le porto ad esempio due casi: un’impresa di costruzione edile con imponibile retributivo annuo dichiarato di 200.000€ pagava un premio assicurativo con la vecchia tariffa di 26mila euro , nel 2019 con la nuova tariffa pagherà 22mila euro con una riduzione del 15 per cento. Un’impresa che effettua lavori di falegnameria con un imponibile retributivo annuo dichiarato di 200mila euro pagava un premio assicurativo di 20mila euro con la vecchia tariffa, invece verserà nel 2019 di 11.964 euro con un risparmio del 40%».
Prevedete altri interventi di riduzione del costo del lavoro, considerando che per mettere mille euro in busta paga l'azienda ne paga più di 1.800? «È un tema a cui teniamo molto, e sappiamo quanto è atteso dalle imprese italiane. Con la spending review di quest'anno abbasseremo il cuneo fiscale. Voglio ricordare che con il reddito di cittadinanza le aziende che offrono un lavoro ai cittadini che ne possono beneficiare, avranno diritto a un incentivo fino a un massimo di 18 mesi dell’assegno inizialmente previsto per quelle persone. Vale per tutte le imprese italiane e per quelle del Sud questa misura si potrà agganciare (raddoppiando) a un’altra di mia iniziativa, già approvata nell'ultima finanziaria. Si tratta della decontribuzione al 100% dagli oneri Inps, sul 2019 e il 2020, per quelle imprese che nel Mezzogiorno assumeranno con contratti stabili under35 o cittadini disoccupati da più di 6 mesi. Procediamo per step e dimostrando il lavoro coi fatti. Non con promesse. Ho già in programma un ciclo di incontri sui prossimi obiettivi da perseguire e li decideremo coi gli imprenditori e con le associazioni di rappresentanza».
Lo farete prima del Def di aprile? «Non prendo impegni sui tempi su una tema atteso e delicato e che ha un costo importante. Una cosa è certa: il 2019 sarà l’anno della spending review, dei tagli agli sprechi. Tutto quello che recupereremo lo useremo per abbassare il cuneo fiscale delle aziende, con massima priorità per il Made in Italy. In questi primi mesi di governo ci siamo attivati per realizzare una dopo l’altra le istanze che arrivano dalle imprese. Sono istanze che aspettano risposte da oltre 20 anni. Ne affrontiamo una per una senza prendere in giro nessuno su tempi e scadenza.
Il Senato ha approvato il decretone che andrà alla Camera. Come pensate di superare le criticità evidenziate dalle Regioni sui navigator? 
«La ringrazio per questa domanda perché mi permette di ripetere quello che ho già detto alle regioni. Come ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico non voglio togliere prerogative garantite dalla legge alle regioni. Voglio realizzare il percorso del reddito di cittadinanza e andare fino in fondo. Tutti dovranno essere pronti, per questo motivo è fondamentale partire con un’attività ad alto impatto per gestire i percettori e rilanciare le politiche attive del lavoro. Il ministero è pronto ad agire in piena collaborazione con le regioni, ci deve essere la volontà comune di realizzare un percorso unico nella storia di questo paese. In conversione è stato dato un segnale importante di attenzione alle regioni accogliendo la loro richiesta. Regioni ed enti potranno effettuare nuove assunzioni a tempo indeterminato non solo nei limiti della spesa sostenuta per il personale cessato l'anno precedente, ma anche per l'anno in corso, purché la facoltà di assumere sia stata effettivamente maturata, cioè a pensionamenti appena avvenuti. Questo consente un più rapido avvio delle 5600 assunzioni (4000 nuove e 1600 già previste) finanziate per i Cpi».
Avete incontrato i Caf che lamentano la mancanza della convenzione sul Rdc e la limitatezza di risorse. Come superare questi nodi? «Vi do una notizia, con i Caf l'accordo con Inps per la convezione è praticamente chiuso. Il ministero aggiunge una parte di risorse di circa 15 milioni di euro per la gestione delle pratiche del reddito. Stiamo lavorando in silenzio ma siamo operativi e pronti per partire. Ribadisco nuovamente un concetto, noi non stiamo realizzando una misura assistenziale, noi stiamo costruendo un nuovo mercato del lavoro. Che prevede formazione finalizzata e in cui le imprese sono un interlocutore importante. È il cosiddetto patto per il lavoro. Vogliamo recepire le richieste di skills e competenze di cui le aziende hanno bisogno e formare adeguatamente le persone. L’investimento di risorse che abbiamo messo nei centri per l'impiego, dando alle regioni oltre un miliardo di euro in due anni, serve a far funzionare il mercato del lavoro per tutti gli utenti e non solo per il percettore del reddito. Grazie al reddito di cittadinanza si può costruire davvero un mercato delle politiche attive per il lavoro. Esiste in tutto il mondo e gli italiani non potevano aspettare altro tempo».
Per quali acquisti si potrà usare la card Rdc e come evitare che i 100 euro in contanti non vengano spesi per lotteria o gratta e vinci? 
«Il prelievo di contanti è limitato a 100 euro e non accetto che gli italiani siano considerati disonesti solo a casua di qualche furbetto. È importante sottolineare che il reddito potrà essere speso in beni di prima necessità, per pagare l’affitto o il mutuo di casa, per fare la spesa o acquistare medicine. Un importante segnale per quella crescente parte di popolazione che vive in condizioni di disagio. Poi ricordo a tutti che i controlli saranno serrati e si rischia molto nel mettere in piedi truffe o spese non consentite, fino a 6 anni di carcere».
Sull’incremento del sussidio per disabili e famiglie numerose la maggioranza ha ritirato gli emendamenti. Li ripresenterete alla Camera? «Sulle misure per I disabili c'è la massima attenzione, abbiamo ritirato gli emendamenti per una questione di ammissibilità, ma dopo un drafting normativo li ripresenteremo alla Camera».

Sul tema della produttività. Sono oltre 42mila i contratti di secondo livello che spingono la produttività. C'e spazio per la completa detassazione per i premi? 
«È un tema importante ma oggi la soglia di 3mila euro copre già la gran parte dei premi di produttività. Come ho detto prima, se ci saranno risorse da investire le metteremo sul cuneo fiscale così da abbassare ulteriolmente il costo del lavoro e rendere competitivo il paese anche per investitori esteri. Un'Italia appetibile dal punto di vista del costo del lavoro è un'opportunità anche in vista della Brexit. E proprio su questo tema sono già al lavoro».
Decreto dignità, i dati evidenziano un aumento delle trasformazioni di contratti precari, un incremento del turn over e dei contratti di breve durata. Pensate di intervenire con correttivi sulle causali? 
«Io veramente mi attengo ai dati che ha diramato l’Inps il 21 febbraio scorso che indicano che non vi è alcun trade-off tra la tutela dei diritti del lavoro e la tutela dell'occupazione, che costituiva invece la giustificazione di molte delle politiche di liberalizzazione del mercato del lavoro implementate negli ultimi decenni. Nel complesso, nel 2018 si è registrato un importante incremento delle trasformazioni da tempo determinato a indeterminato: nello scorso anno i contratti di lavoro stabili sono quasi raddoppiati e sono aumentati di 228mila unità, evidenziata da una notevole accelerazione negli ultimi due mesi, con incrementi tendenziali superiori al 100%. Sono fiducioso che questi numeri saranno confermati anche nel 2019 e direi proprio che siamo sulla strada giusta».
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Decretone: dalla stretta sui migranti al Tfs statali, tutti i contenuti. - Andrea Gagliardi

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I requisiti.

Le principali modifiche introdotte a Palazzo Madama riguardano il reddito di cittadinanza, uno strumento pensato sia per combattere la povertà che per facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro. Nel corso dell'esame sono state approvate, su proposta della Lega, l'esplicitazione che i requisiti di residenza e soggiorno per il diritto al beneficio devono concorrere cumulativamente, la norma anti-furbetti in caso di divorzio o separazione, l'obbligo di certificazione dallo Stato estero in caso di stranieri. Aumentato anche il numero di ore che i beneficiari del reddito devono destinare a servizi di utilità sociale il cui tetto passa da 8 a 16 ore settimanali.

In casi di stop all'erogazione.

Su proposta M5S è stato introdotto lo stop per 12 mesi al Rdc per il singolo componente il nucleo familiare in caso di dimissioni volontarie e non più per l'intero nucleo così come un limite alla distanza in cui deve essere accettata un'offerta congrua di lavoro nel caso di famiglie con minori o disabili. Sempre in relazione all'offerta congrua viene specificato che, per quanto riguarda il requisito retributivo, dovrà essere di almeno 858 euro (il 10% del massimo di 780 euro previsto per il RdC).

La privacy.

E' stata inoltre rivista e rafforzata la tutela della privacy su alcuni aspetti come il monitoraggio delle spese effettuate con la carta Rdc. Lo Stato non vedrà le singole spese effettuate grazie al reddito di cittadinanza. L'Aula del Senato ha approvato infatti un emendamento del governo al decretone che recepisce le obiezioni del Garante. La modifica prevede quindi che lo Stato possa monitorare “i soli importi complessivamente spesi e prelevati” dalla Carta Rdc.

Niente limite ai rinnovi.

La Lega, dopo l'accordo con l'alleato M5S, ha ritirato, tra le altre, la proposta di consentire un solo rinnovo al reddito e anche quella che chiedeva di non sommare il bonus per le assunzioni al Sud con gli incentivi a chi assume beneficiari del sussidio. Il governo ha anche annunciato di lavorare per ampliare alle trasformazioni a tempo indeterminato e ai lavori a tempo parziale le mensilità destinate alle imprese.

Le sanzioni.

Sul versante delle sanzioni sono stati approvati, tra gli altri, l'emendamento che estende alle condanne definitive per reati di mafia e di terrorismo la revoca del RdC; quello che estende ai casi di collaborazione coordinata e continuativa irregolare la decadenza dal RdC; la maxi-sanzione (una maggiorazione del 20%) nel caso di impiego irregolare di beneficiari del RdC. Inoltre si consente all'ispettorato del lavoro l'accesso alle banche dati dell'Inps.

Gli incentivi per i datori di lavoro.

Sul fronte degli incentivi previsti per i datori di lavoro che assumono sono state approvate, tra gli altri, la norma che mette un tetto di 36 mesi all'obbligo per il datore di lavoro di non licenziare il dipendente pena la restituzione dell'incentivo e l'obbligo di essere in regola con le quote per i disabili a meno di assunzione di una persona che rientri nella categoria. Approvata anche una proposta a firma Leu che specifica che il bonus per i datori di lavoro in caso di assunzioni a tempo pieno e indeterminato vale anche per quelle “mediante contratto di apprendistato”.

L'accesso anticipato al Tfs.

Tra le novità, in materia previdenziale è stato previsto l'allungamento delle rate, da un massimo di 60 a un massimo 120 rate mensili, per la cosiddetta pace contributiva e la possibilità di accesso anticipato al Tfs con finanziamento bancario anche a dipendenti pubblici già in pensione nonché l'incremento a 45mila euro, da 30mila, dell'anticipo.

mercoledì 27 febbraio 2019

La Procura ha alzato il tiro Trema la “Catania bene”. - Antonio Condorelli

La Procura ha alzato il tiro Trema la “Catania bene”

Tecnologie sofisticate e grande sinergia con Finanza, Dia e Squadra mobile. Ecco cosa sta accadendo.

CATANIA – “Questa pesantezza dell'azione della Procura...non escluderei che possono fare un monitoraggio”. È il 19 marzo del 2018 quando il re dei commercialisti Antonio Pogliese viene intercettato dagli investigatori della Guardia di Finanza. Non si tratta di un'operazione come tante, gli inquirenti ipotizzano che ci sia stata un'evasione da 200milioni di euro. E' arrivano molto in alto con gli arresti eseguiti appena pochi giorni fa, ma è chiaro che la Procura, già da tempo, ha alzato il tiro.

Carmelo Zuccaro lo aveva assicurato il giorno dell'insediamento alla guida della Procura etnea: “Indagheremo sulla zona grigia”. Così aveva detto il 27 giugno del 2016. E così è stato. L'arrivo a Catania di Sebastiano Ardita e il potenziamento del gruppo specializzato sulla Pubblica amministrazione oggi guidato da Fabio Regolo hanno consentito di trasformare un ufficio che da sempre zoppicava nel settore dei colletti bianchi, in un modello investigativo non solo per la Sicilia.

GLI INVESTIGATORI – L'ufficio ha creato un asse con Guardia di Finanza, Squadra Mobile e Direzione Investigativa Antimafia, puntando sui reati economici, sulla corruzione e sui reati tipici dei colletti bianchi. Osando dove, prima, sicuramente per problemi organizzativi, non si riusciva ad arrivare. Era infatti normale, a Catania, portare al fallimento un'impresa, creare una nuova società, distrarre milioni di euro e mandare al macero i debiti. Adesso le cose sono cambiate.

“CATANIA BENE” - Gli inquirenti guidati da Salvi prima e da Zuccaro poi, sono entrati nelle stanze dei bottoni etnee, in quella di Mario Ciancio, in quella di Russo Morosoli, di Antonio Pogliese e sicuramente in molte altre, mettendo a nudo relazioni pericolose e consuetudini tipiche di una realtà parallela, fatta di colletti inamidati e fiumi di soldi, di strette di mano e complicità anche con esponenti delle istituzioniÈ il nuovo volto di quella “Catania bene” che ha fatto dei favori e delle relazioni il suo punto di forza, tanto che alcune indagini sono finite anche ai piani alti del tribunale amministrativo etneo, passando da importanti studi legali.

IL NUOVO VOLTO – Non è una sentenza definitiva, si tratta di uno stadio iniziale delle indagini che hanno portato all'esecuzione degli arresti, ma il giudice per le indagini preliminari Santino Mirabella ha riservato parole durissime agli indagati del “sistema” Pogliese: “Qui ci si trova davanti a soggetti assolutamente privi di scrupoli in ordine alla pervicacia la quale si violano, si bypassano, si eludono le regole, mettendo in piedi una struttura che di quelle regole sfrutta gli aspetti solo esteriori e che della sostanza delle norme trae solo la apparenza del loro rispetto. Tutte le obbligazioni verso lo Stato vengono viste come un ostacolo che con un buon allenamento si può saltare, ritenendo le proprie gambe sempre muscolarmente superiori all'asticella di volta in volta prospettata”.

CATANIA TREMA – Incrociando le date delle intercettazioni effettuate dalla Procura con il giorno di emissione delle varie ordinanze, si comprende che l'ufficio guidato da Zuccaro è andato molto avanti. C'è un anno di indagini da scoprire. Ed è possibile che ci sia molto altro, ancora, da raccontare sul vero volto di questa città.

https://m.catania.livesicilia.it/2019/02/24/la-procura-ha-alzato-il-tiro-trema-la-catania-bene_489026/?fbclid=IwAR0dN84UDKpvYZaVWZLSPoG83I_ozwxw5aSJSLrvYoB1Jks_bXyJ58Wtwfk

VERGOGNA A DI MARTEDI'. - Luigi De Socio

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Un indisponente Floris annuncia: "Siccome Di Maio ha fatto un appello a non spiegare come aggirare il Reddito di Cittadinanza, allora noi spiegheremo come aggirare il Reddito di Cittadinanza".
Segue uno squallido servizio in cui si spiega che con la Postepay del RdC si può acquistare una carta prepagata con la quale, poi, si possono acquistare i "gratta e vinci" senza farsi scoprire da quei cattivoni dei populisti (tanto cattivi da aver dato 780 euro mensili a chi non ha nulla).
Prima di tutto una domanda a Floris: "Irresponsabile che non sei altro, ma se per caso un padre di famiglia segue il tuo "consiglio" e poi cade nella rete dei controlli e si becca sei anni di galera, la moglie e i figli andranno a mangiare e dormire a casa tua??? Fatti una domanda e datti una risposta. E visto che ti trovi, mettiti davanti allo specchio e sputati in faccia".
Andiamo avanti.
Sorvoliamo per decenza sulla assurdità dell'ipotesi che una famiglia che non arriva a fine mese, allorchè riceva una Postepay con 780 euro mensili, invece di correre ad acquistare beni di prima necessità e ad accendere un cero di rilevanti dimensioni sotto l'immagine del santo a cui sono devoti, corra invece in preda a chissà quale demone ad acquistare una carta prepagata per tentare improbabili fortune.
Sorvoliamo anche sulla sontuosa dimostrazione di imbecillità da parte degli autori del servizio di La7, poichè qualsiasi acquisto effettuato con una Postepay è tracciabile. Ed è facilissimo rilevare ogni spesa "anomala", prima fra tutte l'acquisto di ricariche telefoniche (facilmente rivendibili), carte prepagate e altri oggetti non necessari.
Cosa rimane, allora, sotto gli occhi di tutti, di questa "trovata" del conduttore? Rimane la vergognosa ostentazione di poter impunemente consigliare ai telespettatori come frodare lo Stato, senza che nessuno possa impedirlo, celandosi vigliaccamente dietro il paravento della libertà di stampa e di informazione. Che purtroppo già da tempo si è trasformata nella ben più degenere libertà di denigrare gli onesti e di coprire i delinquenti.
Ignorando volutamente che la deontologia di chi fa informazione imporrebbe che il conduttore di un programma visto da milioni di telespettatori si assuma il compito di trasmettere messaggi di legalità e rispetto delle istituzioni, invece di fare il consulente dei frodatori dello Stato.
Come se in Italia, di furbetti e di ladri, non ce ne fossero già abbastanza.
Evidentemente, se dalle parti di Arcore c'è qualcuno con la "naturale attitudine a delinquere", a condurre i talk show ci sono soggetti con la "naturale attitudine a fare da consulenti ai delinquenti".
E poi ci chiediamo perchè, mentre l'Italia sta andando a puttane, la gente continua a votare proprio quelli che l'hanno distrutta.
https://www.facebook.com/alan.candia.1970/posts/10218519170356002

Da denunciare, l'istigazione a delinquere è un reato penale, previsto dall'art. 414  del vigente codice penale.