Zingaretti ha sospeso gli esponenti del Pd collusi con la N’ndrangheta in Calabria. Nel frattempo, passata la tempesta di Bibbiano, il Pd balza agli onori delle cronache per Gozi. Dopo Carla Bruni è lui la nuova première dame di Francia.
Il Pd è un partito politicamente già defunto tenuto in vita artificialmente da una banda di dirigenti incarogniti e da uno scenario politico favorevolissimo. Dopo il 4 marzo, il Pd è rimasto l’unico partito “in teoria” all’opposizione di Salvini. Da solo occupa uno spazio enorme ed ha tutti i giornalai a favore. Per questo resiste intorno al venti. Se non va oltre, è perché è un partito marcio che ha perso ogni credibilità e si trascina da uno scandalo all’altro in attesa di quello letale. Ma chi detesta Salvini e a chi non basta la formula del contratto, non ha alternative. O sta a casa o vota la vecchia sinistra. Se il Movimento non fosse andato al governo con Salvini, il Pd avrebbe fatto la fine di Forza Italia, sarebbe stato prosciugato dal nuovo corso e si sarebbe ridotto intorno al cinque percento. Come successo a destra, cioè, il Movimento avrebbe assorbito tutti i consensi di quella che un tempo fu la sinistra coalizzando tutti gli oppositori di Salvini. Ed invece le cose sono andate diversamente. Per senso di responsabilità dopo aver preso quello storico 32% e per legittima ansia di dimostrare il proprio valore dopo anni di calunnie, il Movimento ha firmato un contratto con l’unica forza che ci è stata, la Lega. E stando ai fatti, la sfida è stata vinta. Il Movimento ha concluso molto di più della Lega e senza rubare. Stando però ai consensi, il Movimento si è dissanguato finendo sotto al Pd. Il perché sta tutto in Salvini che non è espressione di una destra tradizionale o moderata, Salvini è fautore della destra più becera mai vista in Italia. Una destra volgare ed estremista del tutto incompatibile con gran parte degli elettori del Movimento. Incompatibile politicamente, incompatibile culturalmente. E nemmeno la formula del contratto è bastata a contenere tale ripulsione. Anche perché Salvini, invece di lavorare, si è dedicato all’unica cosa che sa fare, ruttare per raccattar voti. Una presenza costante ed irritante che ha aggravato la posizione del Movimento. Il Pd ha tentato di sfruttare questa situazione puntando fin dall’inizio allo sfascio del governo gialloverde e degli odiati populisti. Una strategia disastrosa. Piuttosto che tornare a votare Pd, gli elettori emigrano. E il perché è molto semplice. Il Movimento rappresenta tra le altre cose, un modello più avanzato di partito e di politica e una volta fatto il salto evolutivo in avanti, il cittadino non torna più indietro. Zingaretti e tutti gli altri baronetti sono figli di un passato che gli italiani vogliono solo dimenticare. Per questo, quando il governo cadrà e quando il Movimento tornerà ad occupare l’enorme spazio di opposizione a Salvini, lo scenario politico potrebbe stravolgersi. Il Pd farebbe la fine di Forza Italia scomparendo e milioni di cittadini potrebbero riavvicinarsi al Movimento. A giovarne sarebbe tutto il paese perché Salvini va fermato e oggi il Pd è talmente sputtanato che quando lo attacca anche giustamente, ottiene l’effetto opposto. Rafforza cioè Salvini mentre il Movimento è costretto a mordersi la lingua ed assistere inerme ad una perdita dei consensi sempre più drammatica .