mercoledì 2 ottobre 2019

Mafia, Vito Nicastri condannato a 9 anni. "Ha finanziato la latitanza di Messina Denaro".- Salvo Palazzolo

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Il "re" dell'eolico era accusato di concorso esterno. Da alcuni mesi collabora con i pubblici ministeri, ma ha sempre escluso rapporti con le cosche trapanesi. Condannato anche il fratello Roberto.

Il "re" dell'eolico, Vito Nicastri, l'imprenditore di Alcamo in affari con Paolo Arata, l'ex consulente di Matteo Salvini, è stato condannato oggi pomeriggio a nove anni di carcere dal gup di Palermo Filippo Lo Presti. Per concorso esterno in associazione mafiosa. I sostituti procuratori Gianluca De Leo, Giacomo Brandini e il procuratore aggiunto Paolo Guido gli contestavano di aver intrattenuto rapporti spregiudicati con esponenti delle cosche, quelli più vicini al superlatitante Matteo Messina Denaro, imprendibile dal giugno 1993. Per Nicastri, accusato dalla Dia di Trapani di intestazione fittizia e corruzione nell'ambito del caso Arata, è la prima condanna per mafia. Nonostante già negli anni scorsi avesse subito una maxi confisca di beni per un milione e trecento mila euro.

Da maggio, dopo l'arresto per la vicenda Arata, l'imprenditore collabora con i magistrati della procura di Palermo, ha svelato alcuni episodi di corruzione di pubblici funzionari, chiamando in causa il suo socio coculto Arata, ma ha sempre negato di avere avuto rapporti con esponenti mafiosi. Ora, questa sentenza lo smentisce. Il gup ha condannato anche il fratello di Vito, Roberto, pure lui a 9 anni, per concorso esterno in associazione mafiosa.


Era stato il pentito Lorenzo Cimarosa, cugino di Messina Denaro, a svelare che Vito Nicastri avrebbe fatto avere "una borsa piena di soldi" agli uomini legati al latitante. L'anno scorso, il "re" dell'eolico era già agli arresti domiciliari, ma iniziò a fare affari con Paolo Arata, ex parlamentare di Forza Italia e allora consulente per l'energia della Lega. Affari che ad agosto sono stati raccontati nel corso di un incidente probatorio, al tribunale di Roma: Nicastri ha confermato di aver saputo di una mazzetta da 30 mila euro che il suo socio avrebbe promesso al sottosegretario Armando Siri, per piazzare un emendamento che doveva aprire le porte a molti finanziamenti. Per questo filone, indaga la procura di Roma, sotto inchiesta ci sono Arata e Siri, quest'ultimo rimosso dal presidente del Consiglio Giusepep Conte, nonostante le resistenze della Lega.


L'impero.
Negli anni Novanta, si vantava di essere uno dei pochi imprenditori puliti nel settore dell’energia alternativa. E invece era lui il perno del sistema di potere che ruotava attorno alle pale eoliche. Vito Nicastri, l’ex elettricista di Alcamo diventato in vent' anni un top manager, avrebbe avuto alle spalle uno sponsor potente: l’ultimo grande latitante di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro.
Per questa ragione, nel 2013, la sezione Misure di prevenzione del tribunale di Trapani gli aveva confiscato un impero economico: un miliardo e trecento milioni di euro, tanto valevano le 43 società di capitali che Nicastri utilizzava per gestire i suoi affari nel settore dell’eolico e del fotovoltaico; alcune con sede in Sicilia, altre in Lazio e Calabria. Sono passate tutte allo Stato. E con le società, anche un tesoro fatto da 98 beni immobili: Nicastri aveva investito in centinaia di terreni fra Trapani, Palermo e Reggio Calabria.

Per sé aveva fatto realizzare una sontuosa villa ad Alcamo, ma aveva acquistato anche decine di appartamenti e magazzini fra Trapani e Catanzaro. La confisca riguarda pure una grande passione di Nicastri: un catamarano di 14 metri per 8, costruito nel cantiere di Belleville, in Francia, nel 2009; è rimasto ancorato saldamente al porticciolo turistico di Castellammare del Golfo. L’imprenditore aveva una passione anche per le auto di grossa cilindrata, gli sono state sequestrate Mercedes e Audi. Infine, la Dia ha messo i sigilli a 60 rapporti finanziari, fra conto correnti, dossier titoli e polizze assicurative. Fu una delle confische più grande di tutti i tempi.


https://palermo.repubblica.it/cronaca/2019/10/01/news/mafia_vito_nicastri_condannato_a_9_anni_vicino_al_latitante_messina_denaro_-237431538/

Roma, 13enne giù dal balcone. I pm indagano per istigazione al suicidio. Ipotesi bullismo.

Roma, 13enne giù dal balcone. I pm indagano per istigazione al suicidio. Ipotesi bullismo

Inchiesta del procuratore aggiunto Monteleone sul caso della ragazzina morta domenica sera nella zona di Valle Aurelia dopo essere caduta dal nono piano. Polizia al lavoro su telefonino e pc per verificare alcuni messaggi ricevuti.
Dietro la decisione di togliersi la vita ad appena 13 anni lanciandosi dal nono piano di un condominio a Roma, potrebbe nascondersi una storia di bullismo e vessazioni. E’ il sospetto della Procura di Roma che sulla vicenda, avvenuta nel tardo pomeriggio di domenica nella zona di Valle Aurelia, hanno avviato una indagine ipotizzando il reato di istigazione al suicidio. Al momento il procedimento, coordinato dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, è contro ignoti ma gli inquirenti hanno avviato una attività istruttoria ad ampio raggio per cercare di accertare il contesto in cui si è consumata la fine tragica della ragazzina. “E’ cresciuta in una famiglia in cui i genitori stavano attraversando un momento di crisi, come accade spesso – spiega chi indaga all’Ansa – ma dall’analisi del suo cellulare potrebbe emergere una realtà diversa”. Il riferimento è ai tanti messaggi trovati su un social network frequentato dalla minorenne in cui emergono insulti, frasi offensive. Parole cariche di odio scritte da utenti “anonimi” che prendono pesantemente di mira la 13enne. Qualche amica avrebbe però tentato anche di difenderla, schierandosi con lei, scrivendo messaggi pubblici di solidarietà e invitando i bulli a desistere, a farla finita. Ma quei comportamenti vessatori dei cyberbulli non sarebbero finiti e avrebbero potuto indurre la ragazza, secondo l’ipotesi dei pm, a farla finita.
I magistrati hanno affidato le indagini agli agenti del commissariato Aurelio che analizzeranno il telefonino e il pc della ragazza per cercare di risalire all’autore o agli autori dei messaggi e, parallelamente, proseguiranno nelle audizioni di parenti e amici al fine di delineare il “vissuto” della giovane.
La storia della ragazzina di Valle Aurelia non è l’unico episodio di questo tipo su cui sono al lavoro i pm di Roma del pool dei reati contro la persona. Verifiche infatti sono state disposte per il caso legato al tentato suicidio di una bimba di 10 anni avvenuto alcuni giorni fa. Il fatto risale al 25 settembre e la tragedia è stata evitata grazie all’intervento di due agenti della Direzione Centrale della Polizia Criminale che attratte da un capannello di persone che guardavano verso l’alto e dalle urla di aiuto di un’anziana donna, hanno subito capito la gravità della situazione. Entrate nell’appartamento e hanno afferrato la bimba evitando che si lanciasse nel vuoto.
Io non so quale sia stata la vera causa del folle gesto, ma temo fortemente per questa generazione che oserei chiamare "di cristallo". A questi ragazzi, che vivono di tecnologia, manca l'istruzione per l'uso, manca la capacità di reazione, manca la stima di se stessi, hanno costante bisogno di consenso, senza il quale non si sentono gratificati. Manca, forse, l'appoggio morale, una presenza stabile. La nostra è una società malata, priva di contenuti, dedita al consumo, all'apparire, all'estetica.
E non per colpa dei nuclei familiari o, quantomeno, non tutta, molta colpa è da attribuire alla società che costringe i nuclei a ritmi stressanti e frustranti nei quali c'è poco tempo da dedicare nel dovuto. C.

Angolini incantevoli.





Silvio Berlusconi, gli azzurri vogliono Matteo Renzi: "È lui a portare avanti le nostre battaglie"


ritratto di Dorian Gray

"Renzi sta portando avanti le nostre battaglie. Sul no all'aumento delle tasse, sugli investimenti nelle opere pubbliche, sulla necessità di puntare sulle partite Iva. Basta con la politica di Salvini". Gli azzurri si lamentano con Silvio Berlusconi e ormai nemmeno da poco tempo. I forzisti chiedono - secondo Italia Oggi - di chiudere definitivamente l'ipotesi di un centrodestra unito e di puntare al dialogo con il senatore di Firenze.

I movimenti verso Italia Viva hanno subito una fase di rallentamento, ma gli azzurri scontenti puntano a due date in particolare: la prima è la Leopolda, la seconda sono le elezioni in Umbria. Nei prossimi giorni dovrebbero esserci nel gruppo IV del Senato alcuni nuovi innesti, principalmente dal Pd (uno dei papabili è Stefano e D'Alfonso). A presentare il conto saranno le Regionali in Umbria: qui Forza Italia sarà decisiva. 

https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13509977/silvio-berlusconi-matteo-renzi-schiaffo-matteo-salvini-giorgia-meloni.html

Io l'ho sempre sostenuto, Renzi, ideologicamente, non è di sinistra, ma non è neanche di destra. Lui è un "amorfo" che usa la politica per curare i propri interessi, da perfetto emulo di mister B. La sua ultima sortita: quella di perorare l'unione tra m5s e Pd, per poi estromettersi dal Pd e fondare un suo partito, ne è una prova. Lui, infatti, non essendo più leader del Pd, non potendo esercitare alcuna pressione per imporre le regole e le indicazioni che gli venivano impartite dall'alto, ha dovuto creare un suo entourage attraverso il quale mettere a punto le manovre che gli venivano assegnate.
Trattandosi di politica, che è "amministrazione della res pubblica", personaggi come lui e come B., servi di non sia sa quali padroni, rappresentano il peggio del peggio.
E se B. afferma che gli "azzurri" vogliono Renzi per portare avanti le loro battaglie, sorge spontanea una domanda: chi sono gli azzurri ai quali si fa riferimento?

C.

Il cappotto e l’asola - Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 2 Ottobre:

L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono

Tutto avremmo immaginato, nella vita, fuorché di concordare in pieno con Dario Franceschini: “Avviso ai naviganti: la smania quotidiana di visibilità logora i governi. Già visto tutto. Si inventano litigi sull’Iva, quando nessuno vuole aumentarla, solo per avere qualche riflettore acceso”. Ce l’ha con i renziani e alcuni M5S che han montato una polemica sul nulla, come se qualcuno volesse aumentare l’Iva e loro no. In realtà l’impegno di sterilizzare l’aumento dell’Iva dal 22 al 25% sarà rispettato.
Ma, siccome c’è anche quello di tagliare le tasse sul lavoro (sciaguratamente chiamato “cuneo fiscale”) e le coperture non ci sono, Conte e il Tesoro vorrebbero aumentare l’Iva dell’1-1,5% a chi paga in contanti oltre una certa soglia: per dare più soldi ai lavoratori e incentivare i pagamenti con carta (a costo zero), disincentivare il cash e recuperare evasione.
L’aumento sarebbe volontario: se tutti pagano “tracciabile”, l’Iva non sale per nessuno. Apriti cielo.
Risultato: chi pensava di lucrare per il suo ego e la sua bottega ha convinto milioni di italiani che il neonato governo sia già in crisi e regalato a Salvini&C. il pretesto per strillare al “governo delle tasse”, mentre gli onesti ne pagheranno un po’ meno e i disonesti un po’ di più.

È il morbo della “salvinite”, perché il re della sparata da titolo è Salvini, che però fa solo quelle che gli portano consensi, mentre i giallorosa sono specializzati in quelle che portano consensi a lui. O perché dicono cazzate, o perché dicono cose anche sensate, ma nei tempi e nei modi sbagliati. Fioramonti si candida a nuovo Toninelli con le trovate di tassare le merendine e levare i crocifissi dalle scuole. Che possono avere un senso in tempi normali, ma buttate lì senza prepararle né spiegarle, nel mondo dell’istruzione che ha ben altre urgenze, sono autogol da 2 a 0 per Salvini. Idem per Letta che lancia il voto ai sedicenni, subito cavalcato da 5S, Pd e Lega: davvero bastano un milione di studenti ambientalisti in piazza per abbassare l’età elettorale? Poi c’è l’auto-tripletta di Pisapia, che intima al governo di abolire i dl Sicurezza, approvare lo Ius culturae (altra denominazione assurda) e il suicidio assistito tutto d’un colpo, per la gioia di Salvini e Meloni che non vedono l’ora di farci la campagna elettorale per le Regionali. I diritti sono cruciali, ma nel 2019, con le destre al 45%, un governo d’emergenza dovrebbe prima rassicurare la maggioranza degli italiani su troppe tasse, poco lavoro, immigrazione clandestina incontrollata ecc. e poi dedicarsi alle minoranze. Sabrina Ferilli, donna di sinistra coi piedi ben piantati a terra, lo ripete sempre: “Uno chiede un cappotto e quelli gli parlano dell’àsola”.

martedì 1 ottobre 2019

Def, la bozza della Nota: deficit/Pil al 2,2%, stop gli aumenti dell’Iva, mini taglio del cuneo. “Dalla lotta all’evasione attesi 7,2 miliardi”

Def, la bozza della Nota: deficit/Pil al 2,2%, stop gli aumenti dell’Iva, mini taglio del cuneo. “Dalla lotta all’evasione attesi 7,2 miliardi”

Il premier Conte: "Inizieremo a realizzare i 29 punti programmatici anche se non possiamo fare tutto il primo anno". Poi ribadisce: "Operazione di contrasto all'evasione come mai è stato fatto in passato. Incentiveremo la moneta elettronica ma senza penalizzare i commercianti". Per iniziare a ridurre le tasse sul lavoro ci sono l'anno prossimo solo 2,7 miliardi, a Bruxelles da chiedere oltre 14 di flessibilità. Il ministro Gualtieri: "Utilizzo significativo dei margini previsti, ma ho fiducia nel dialogo con la Commissione". Nel bilancio ci saranno "due nuovi fondi di investimento da 50 miliardi su un orizzonte pluriennale per riconversione energetica e incentivo all'uso di fonti rinnovabili".

Completa cancellazione dei 23 miliardi di clausole Iva e un primo avvio del taglio del cuneo fiscale. Sul fronte delle coperture, oltre 14 miliardi di flessibilità e 7,2 miliardi di proventi dalla lotta alla evasione. A meno di un mese dalla sua nascita, il governo Conte 2 ha approvato la nota di aggiornamento al Def, il documento che disegna la cornice di una manovra da circa 29 miliardi. Il deficit viene fissato al 2,2% del pil, come auspicato dal ministro Roberto Gualtieri che assicura il rispetto delle regole Ue e si dice “fiducioso che il dialogo costruttivo con la Commissione europea consentirà di confermare questo obiettivo”. Il debito però non è nei parametri di Bruxelles: cala di pochissimo, dal 135,7 al 135,1% del pil. La crescita è stimata nel 2020 allo 0,6%, anche se Gualtieri afferma che ora “c’è l’opportunità di un vero rilancio economico”, dopo la frenata dell’anno “gialloverde”. Per il governo resta però il nodo spinoso di indicare come in concreto si ricaveranno i 7 miliardi di lotta all’evasione. Per ora Conte conferma di avere in mente un’operazione di contrasto “come mai fatto in passato“. Per quanto riguarda l’Iva il titolare del Tesoro spiega che “nelle varie ipotesi esistono anche degli scenari di rimodulazione che complessivamente non aumentano l’Iva”. Che poi “questo debba essere svolto in un’altra fase o contestualmente” con la manovra sarà da vedere.

Iva sterilizzata e incentivazione moneta elettronica.
“Voglio confermare che abbiamo sterilizzato l’aumento dell’Iva. Ma non ci accontentiamo di questo”, ha commentato in conferenza stampa Giuseppe Conte. “Io ho chiesto la fiducia su 29 punti programmatici, su un progetto politico molto articolato”, e il governo è al lavoro per iniziare a realizzarli “già da quest’anno, non possiamo rinviare. Già da quest’anno progettiamo, con questa manovra e i documenti collegati, la modernizzazione del paese, la digitalizzazione delle sue infrastrutture, la svolta green per proteggere da subito il nostro ambiente. Vogliamo anche già iniziare a ridurre il cuneo fiscale, come promesso ai lavoratori. E in prospettiva abbassare le tasse e le aliquote Iva, anche se siamo consapevoli che non possiamo fare tutto il primo anno”. Per quanto riguarda la lotta all’evasione, “siamo consapevoli di dover lavorare per inasprire le sanzioni ai grandi evasori ma anche realizzare un grande patto con i cittadini”, ha ribadito Conte. “Uno degli strumenti più efficaci per conseguire questo obiettivo è incentivare la moneta elettronica. Ma lo vogliamo fare senza penalizzare nessuno, senza meccanismi disincentivanti. Il nostro obiettivo, e stiamo lavorando a tante simulazioni per scegliere quella giusta, è raggiungere questa finalità senza penalizzare i commercianti e avvantaggiando i consumatori, valorizzando anche i circuiti per la moneta elettronica alternativi, quello postale ma non solo”. Conte ha spiegato poi che “dalle interlocuzioni che abbiamo avuto fin qui con le istituzioni europee c’è consapevolezza della necessità di consentire l’utilizzo dello spazio fiscale e quindi anche manovre un po’ più espansive rispetto al passato”.
Gualtieri: “Voltare pagina sull’evasione”.“L’enorme sacca di evasione fiscale è una sfida che dobbiamo affrontare, non risolveremo mai i problemi strutturali se non voltiamo pagina sull’evasione”, ha aggiunto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, secondo cui lo spread dovrebbe tornare al di sotto dei livelli di Spagna e Portogallo “con un beneficio per la finanza pubblica che sarebbe assai considerevole” anche se già ora “il minor costo del debito pubblico” per il calo dello spread vale “6 miliardi”. Secondo il nuovo titolare del Tesoro il quadro macroeconomico delineato nella Nota “coniuga bene l’esigenza di assicurare un sostegno alla crescita, evitando una manovra restrittiva che avrebbe avuto un effetto negativo in una fase di rallentamento internazionale, e quella di assicurare la solidità della finanza pubblica e di garantire un percorso graduale” di riduzione “del debito e del costo del suo finanziamento”. “Vorremmo emettere dei green bond, emissioni di titoli di debito italiani esplicitamente destinati a sostenere gli investimenti nella sostenibilità ambientale“, ha anticipato Gualtieri. Inoltre nel bilancio “verranno introdotti due nuovi fondi di investimento, assegnati a Stato e Enti territoriali, per un ammontare complessivo di almeno 50 miliardi su un orizzonte pluriennale. Le risorse saranno assegnate per attivare progetti di rigenerazione urbana di riconversione energetica e di incentivo all’utilizzo di fonti rinnovabili”.
Solo 2,7 miliardi per il cuneo. Unico intervento espansivo insieme a stop clausole.In attesa di conoscere i contenuti della manovra vera e propria, oggetto delle discussioni e delle tensioni tra gli alleati di governo, la Nota di aggiornamento che ne costituisce la cornice macroeconomica conferma solo in parte le anticipazioni di queste settimane. Due le sorprese principali: sul fronte delle entrate, gli introiti attesi da lotta all’evasione e promozione dei pagamenti elettronici sono monstre, considerato che lo scorso anno l’intera “macchina” del recupero ne ha portati a casa 19. Conte però ha detto che la previsione non è eccessiva perché “proprio oggi un quotidiano ha pubblicato stime su transazioni elettroniche di 46 pro capite in Italia, contro la media europea di 135 a persona. Se si colmasse il gap, si stima il recupero di 12,5 miliardi“. Per quanto riguarda il cuneo fiscale, il primo arriverà solo un segnale. Quasi simbolico. Stando alle bozze, infatti, “l’impegno aggiuntivo nel 2020 è valutato in 0,15 punti percentuali di Pil che saliranno a 0,3 punti nel 2021″. Si tratta di circa 2,7 miliardi nel 2020 e di circa 5,4 miliardi nel 2021. “Le misure di riduzione della tassazione sul lavoro intendiamo avviarle e rafforzarle nel quadro triennale di azione del governo”, ha spiegato Gualtieri rispondendo a una domanda. Il taglio è peraltro l’unico intervento – oltre al disinnesco degli aumenti Iva – cui viene attribuito un valore espansivo. Ma di soli 0,1 punti percentuali, contro gli 0,3 punti di “spinta” prevista dalla “rimodulazione delle imposte indirette”. In tutto, la manovra avrà un effetto espansivo di soli 0,2 punti, che aggiunti agli 0,4 tendenziali portano la crescita prevista a +0,6%.
Deficit/pil al 2,2%. Ma nella trattativa con Bruxelles potrebbe salire.
L’andamento del deficit “migliora notevolmente in confronto alle proiezioni del DEF”, scendendo dal 2,4 al 2,2, anche se “rispetto alle proiezioni di inizio luglio, l’aggiornamento del Conto economico della PA di questo Documento incorpora una revisione al rialzo delle stime delle entrate tributarie più contenuta“. Pesa, in positivo, il “calo dell’incidenza della spesa per interessi sul PIL (dal 3,6 per cento di aprile al 3,4 per cento)”. Il punto di partenza è un deficit 2018 “lievemente più elevato di quanto precedentemente stimato, 2,2 per cento anziché 2,1 per cento del PIL”, per effetto della revisione Istat comunicata il 23 settembre.
Le coperture: 0,8 punti di flessibilità, il resto da lotta all’evasione e spending.
La manovra per il 2020 sarà di circa 29 miliardi. La flessibilità che verrà richiesta sul deficit è di circa 14,4 miliardi, lo 0,8% del Pil. Le risorse a cui attingere come coperture “sono pari a quasi 0,8 per cento del Pil (circa 14,4 miliardi)” così suddivisi: 7,2 miliardi (0,4% del Pil) dalla lotta all’evasione, compresa la “diffusione di strumenti di pagamento tracciabili”, 1,8 miliardi dalla spending review (0,1% del Pil), 1,7 miliardi (circa lo 0,1% del Pil). Il resto verrà dalla “riduzione delle spese fiscali e dei sussidi dannosi per l’ambiente e nuove imposte ambientali, che nel complesso aumenterebbero il gettito di circa lo 0,1 per cento del pil”, altri 1,7 miliardi.
23 ddl collegati alla manovra tra cui il Green new deal.
Saranno 23 i ddl collegati alla manovra. Nella bozza è elencata la lista dei provvedimenti: il primo è il Ddl Green New Deal e transizione ecologica del Paese. Ci sono poi un ddl recante riduzione del cuneo fiscale, uno “in materia di revisione della disciplina del ticket e delle esenzioni per le prestazioni specialistiche e di diagnostica ambulatoriale” e un “ddl recante interventi per favorire l’autonomia differenziata ai sensi dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione attraverso l’eliminazione delle diseguaglianze economiche e sociali nonché l’implementazione delle forme di raccordo tra Amministrazioni centrali e regioni, anche al fine della riduzione del contenzioso costituzionale”.

Dissociatori molecolari, perchè non sono stati costruiti? (dicembre 2007)



Da più parti si chiedono informazioni relative ai costi da sostenere per la costruzione di un Dissociatore Molecolare, in grado di eliminare alla radice il tragico problema dello smaltimento dei rifiuti in Campania. I dati che mi accingo a presentarvi sono pubblici.
Tutti, dico tutti, gli addetti ai lavori li conoscono da tempo. Aver ignorato la tecnologia dei Dissociatori Molecolari è, di per se, una cosa grave, ma ancora più grave, anzi imperdonabile, è aver sottaciuto i costi ridicoli necessari per risolvere definitivamente il problema. Quanti dissociatori si sarebbero potuti costruire con i nove miliardi di euro spesi in Campania, negli ultimi anni, per non raggiungere nessun risultato positivo? Qualcuno, in futuro, dovrà forse essere giudicato e condannato per aver fatto finta di non sapere? Vedremo. Nell'attesa ecco il resoconto economico relativo ad un impianto in grado di trattare ben 32.000 tonnellate di rifiuti l'anno (circa quattro tonnellate l'ora per 8000 ore di funzionamento annue). Ipotizzando che l'investimento sia finanziato al 100% da un mutuo rimborsabile in 12 rate annuali costanti ad un tasso d'interesse fisso pari al 5%, il valore della rata mensile del mutuo, comprensiva di capitale più gli interessi, sarebbe di 1.700.000 euro. Oltre al costo della rata mensile si dovrebbero aggiungere 500.000 euro del contratto di manutenzione ordinaria dell'impianto con la ditta costruttrice, più 300.000 euro per il costo del personale necessario a far funzionare l'impianto stesso (una decina di persone al massimo). A questi devono essere aggiunti i costi generali dell'impianto, circa 400.000 euro più le eventuali spese di manutenzione straordinaria, altri 200.000 euro. Per completare il quadro economico calcoliamo in circa 150.000 euro il costo di smaltimento delle ceneri e in 180.000 euro l'imposta di fabbricazione sull'energia elettrica. Si, perché la vera novità sarebbe proprio questa: la produzione e rivendita d'energia elettrica alle società di distribuzione che potrebbe fruttare fino al milione di euro l'anno alle casse dell'ente gestore. L'impianto di cui sopra, infatti, potrebbe produrre fino a 2,5 MW d'energia elettrica l'anno da poter rivendere ad aziende come Enel o Edison. Per non parlare, poi, della potenza termica, pari a circa 5 MW annui, per un introito di 2.000.000 di euro (rivendendola al prezzo di mercato). Tra l'altro, la potenza termica può anche essere utilizzata direttamente, per riscaldare case, scuole, edifici pubblici, palestre, piscine ecc. oppure per riscaldare serre che producono fiori o altri prodotti agricoli ad alto valore aggiunto (altri posti di lavoro ed altri introiti per le società proprietarie delle strutture). Per finire questo breve, ma spero interessante resoconto, chiediamoci perché di fronte ad un costo così limitato (tra i 23 ed i 25 milioni di euro, calcoliamo anche le spese impreviste se ci capiamo), con la possibilità di ammortizzarlo al 100% in pochissimi anni utilizzando gli introiti della vendita dell'energia elettrica e della potenza termica, si è preferito costruire un macchinoso, dispendioso, poco efficace, pericoloso, inquinante e malvisto da tutti, impianto di termovalorizzazione ad Acerra? Io la risposta me la sono già data. Vorrei, però, che tutti quelli coinvolti in certe disastrose iniziative, avessero il coraggio di apparire in televisione per spiegare ai familiari dei malati e dei morti causati dai rifiuti, le ragioni delle loro sciagurate decisioni politiche.
http://www.pupia.tv/2007/12/aversa/dissociatori-molecolari-perch-non-sono-stati-costruiti/6893