martedì 19 gennaio 2021

Una crisi agghiacciante. - Tommaso Merlo

 

Una crisi al buio con centinaia di morti al giorno e la terza ondata alle porte. Uno dei punti più bassi della storia della nostra Repubblica. La vecchia politica italiana non si è fermata neanche davanti all’emergenza del secolo. Prima ci hanno pensato le opposizioni sovraniste che dall’alto del loro patriottismo non hanno smesso un secondo di alimentare un chiassoso pollaio nella speranza di lucrarci sopra qualche voto. Poi la vecchia politica nostrana si è spinta addirittura oltre, facendo implodere la maggioranza nel pieno dello sforzo per contenere il virus e i suoi danni devastanti. Arrivando al punto da pugnalare alle spalle il proprio generale al culmine della battaglia. Un generale integro come Conte apprezzato sia dai cittadini che all’estero proprio per come sta conducendo il nostro paese in questa complessa crisi. Una crisi agghiacciante sia per la tempistica sia perché del tutto priva di reali motivi politici. Una crisi basata su insulsi pretesti escogitati per celare irricevibili egoismi personali e di fazione. Un obbrobrio mentre il bollettino di guerra continua a salire e ai cittadini già esasperati sono richiesti ulteriori sacrifici. I poveri cristi chiamati al senso di responsabilità mentre presunti onorevoli si dimostrano talmente irresponsabili da far saltare all’aria il governo in piena emergenza. È proprio vero che la vecchia politica insieme al vecchio giornalismo sono una delle peggiori espressioni del nostro paese. Resti malconci di logiche e cricche che han fatto danni enormi e che non si vogliono rassegnare alla loro fine storica. E poi hanno pure il coraggio di sorprendersi se scoppia il populismo, se la società di radicalizza e se la rabbia dei cittadini cerca sbocchi altrove. E poi hanno pure il coraggio d’indignarsi se milioni di cittadini disgustati non s’informano più e non vanno più nemmeno a votare e disprezzano perfino le istituzioni. Ora non resta che attendere l’epilogo. Vedremo se la vecchia politica riuscirà a levarsi finalmente dai piedi l’intruso generale Conte e mettere così le mani sul Recovery oppure no. Vedremo se la vecchia politica riuscirà a levarsi finalmente dai piedi le istanze di cambiamento del 4 marzo e riprendere così il solito andazzo oppure no. Vedremo se il parlamento reagirà per il bene del paese oppure per il proprio come da migliore tradizione magari escogitando qualche mostruosità. Difficile credere che le orde di transfughi e poltronosauri che bivaccano da sempre nell’emiciclo siano diventati di colpo tutti irreprensibili angioletti disposti a perdersi altri due anni a sbafo sapendo di essere al loro ultimo giro di giostra e con la pandemia comoda comoda da usare come scusa per rinviare il voto. Di certo, se alla fine la parola passasse ai cittadini, l’esito potrebbe essere meno scontato del previsto. I sondaggi danno il sovranismo in testa ma dopo mesi in cui la vecchia politica ha dato il peggio di sé e dopo una crisi agghiacciante come questa, le urne potrebbero riservare sorprese. Inchiodando la vecchia politica alle sue colpe e facendo prevalere il buon senso di affidarsi a chi ha dimostrato capacità e senso di responsabilità come la coalizione guidata da Conte. Quanto ai libri di storia, vi resterà giusto come la vecchia politica italiana non si sia fermata neanche davanti all’emergenza del secolo. Aprendo una agghiacciante crisi al buio con centinaia di morti al giorno e la terza ondata alle porte. Uno dei punti più bassi della storia della nostra Repubblica. (18 gennaio)

https://repubblicaeuropea.wordpress.com/2021/01/17/una-crisi-agghiacciante/

Che follia perdonare Matteo. - Gaetano Pedullà


Più imbarazzante di Renzi che manda in crisi il Governo in piena pandemia c’è Renzi che lallo lallo prova a fare marcia indietro, aprendo porte e saracinesche a quel dialogo che lui stesso ha chiuso con Conte e in special modo Zingaretti. Il motivo è sotto gli occhi di tutti: alla Camera e al Senato c’è un assembramento di parlamentari pronti a votare la fiducia, e tra questi molti sono di Italia Viva, ben felici di poter essere riaccolti nel Pd, costretto dalle circostanze ad essere meno schifiltoso con chi era andato via sbattendo la porta per inseguire le illusioni dello statista di Rignano.

Invece di seppellire il premier, dunque, l’uscita dei renziani dalla maggioranza metterà fine alla carriera politica di Renzi, a cui in Parlamento non resterà nemmeno il simbolo e dovrà accomodarsi nel gruppo misto. Per questo dalla ministra Bonetti al deputato Faraone ieri è stato tutto un inseguirsi di amorosi sensi verso gli ex alleati, dicendo in estrema sintesi che tutto è perdonato, e le ministre ci mettono un secondo a ritirare le dimissioni, che peraltro Conte ha già archiviato da un pezzo.

Certo, l’offerta di pace ha degli innegabili vantaggi visto che le opposizioni di Centrodestra cavalcano la piazza che aspetta i vaccini e i ristori ma poi votano contro e rallentano tutto. Nel bilancio tra costi e benefici, riprendersi Renzi tra i giallorossi ha però un conto totalmente negativo. Mai l’ex rottamatore ci ha raccontato il vero motivo del suo tentativo di far saltare Conte, per quanto la conclusione a cui si arriva seguendo le impronte è la spartizione dei miliardi europei. Soldi che sono degli italiani e che dovranno servire per fare grandi infrastrutture e riforme strutturali.

Lasciare che questo ben di Dio – mai visto e che sicuramente mai più rivedremo – negli artigli di chi vuole prendersi il bottino, a partire dai soliti salotti industriali e finanziari, con i loro giornaloni tuttora a lutto per il demolition man che si è demolito da solo, significa sacrificare l’unica concreta possibilità di ammodernamento del Paese. Un prezzo che non c’è giustificazione per pagare, in special modo per un prodotto scaduto da un pezzo com’è l’ex rottamatore.

https://www.lanotiziagiornale.it/editoriale/che-follia-perdonare-matteo/

Il Governo ottiene la fiducia alla Camera. Conte: “C’è un progetto politico preciso che mira a rendere il nostro Paese più moderno”.

 

Il Governo ottiene la fiducia alla Camera con 321 sì, 259 no e 27 astenuti. Domani l’Esecutivo dovrà superare lo scoglio del Senato, dove la maggioranza è in bilico. Il premier interverrà a Palazzo Madama alle 9.30.

“Il mio appello è molto chiaro: c’è un progetto politico preciso che mira a rendere il nostro Paese più moderno, a completare tante riforme messe in cantiere, abbiamo bisogno di realizzare la transizione verde, di perseguire la transizione digitale, di affrontare tutte quelle diseguaglianze vecchie e nuove”. E’ quanto ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in replica alla Camera dove è atteso in serata il voto di fiducia (leggi l’articolo).

“La forza di questo progetto – ha aggiunto – è lavorare in questa direzione. Non bisogna avere timori, ho rivolto un appello a tutte le forze politiche e ai singoli parlamentari.  Dalle scelte che ciascuno in questa ora grave deciderà di compiere dipende il futuro del Paese. Siamo chiamati a costruirlo insieme, è un appello trasparente, alla luce del sole, chiaro che propongo nella sede più istituzionale e rappresentativa del Parlamento”.

https://www.lanotiziagiornale.it/appello-di-conte-alla-camera-dalle-scelte-che-ciascuno-decidera-di-compiere/

La legge del 2%. - Marco Travaglio

 

Qualunque cosa pensino del discorso di Conte, le persone sane di mente non possono non apprezzarne almeno lo stile e non pensare cosa sarebbe dell’Italia se finisse nelle grinfie di stilnovisti come quel tal Borghi, che dietro le quinte offre “buoni ruoli” ai 5Stelle se passano alla Lega e in aula discetta autobiograficamente di chi “defeca al centro della stanza”. Per recuperare un po’ di fiducia in un Parlamento sempre più screditato, attendiamo l’intervento di Liliana Segre, che alla sua età ha disobbedito ai medici ed è scesa a Roma – come ha raccontato a Gad Lerner sul Fatto – per votare la fiducia a Conte all’insegna di “un richiamo fortissimo di senso del dovere e indignazione civile”. Certo, a infoltire le file dell’antiparlamentarismo c’è il solito indecoroso mercimonio dei “responsabili” o “volonterosi” o “costruttori”. Ma ancor più vergognoso è l’uso propagandistico che ne fanno – oltre ai giornalistucoli della sinistra salviniana – Iv, Lega, FdI e financo FI: cioè i professionisti del trasformismo che evocano Mastella e Scilipoti come spaventapasseri. Da che pulpito! Quando l’Innominabile scippò 48 parlamentari al Pd per fondare Iv, sabotare il governo e infine rovesciarlo, che altro fece se non un’operazione alla Mastella&Scilipoti? E quando Iv, Lega e FdI imbarcavano transfughi M5S, FI e Udc, dov’era chi oggi dà degli incoerenti ai coerenti ex Pd ed ex M5S che tornano nella maggioranza M5S-Pd? E quando Salvini chiede a Mattarella (nel marzo 2018 e in questi giorni) l’incarico per un governo di centrodestra senza avere i numeri, a cosa pensa se non a “responsabili” in uscita da altri partiti?

Ecco perché, se non il vincolo di mandato, sarebbe ora di introdurre la norma costituzionale suggerita da Zagrebelsky: la decadenza del parlamentare che cambia (legittimamente) schieramento per farla finita col tradimento della volontà popolare. Se la norma fosse già in vigore, oggi nessuno cercherebbe “responsabili”, perché Iv non sarebbe mai nata, la maggioranza godrebbe ottima salute e il governo si occuperebbe dell’Italia anziché della crisi più pazza del mondo. Non sappiamo come andrà oggi in Senato: se Conte andrà avanti o andrà a casa. Nell’attesa, un sentito ringraziamento per non aver mai nominato l’Innominabile, applicandogli la legge del 2% e degradandolo a “quello della conferenza stampa”. Per una volta, dopo mesi di occupazione totale di tv e giornali, ieri nessuno ha osato proporre di tornare con lui. Anzi, meglio: nessuno, a parte i suoi portaborse, ha parlato di lui. Almeno per 24 ore ci siamo liberati dello Scilipoti di Rignano. Anche se quello di ieri fosse stato l’ultimo giorno del Conte-2, ne sarebbe valsa la pena.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/19/la-legge-del-2/6070271/

L'Etna dà spettacolo, doppio trabocco lavico da Sud-Est.

 

Una spettacolare eruzione è in corso sull'Etna con due bracci lavici che emergono alla zona sommitale del vulcano attivo più alto d'Europa. Lo segnala l'Ingv di Catania.

Il primo 'braccio' emerge dal cratere di Sud-Est e si dirige in direzione della desertica Valle del Bove e raggiunge una altezza di circa 2.900 metri sul livello del mare. Un secondo trabocco di lava è stato rilevato dal lato nord lato nord dello stesso cratere. E' presente una intensa attività stromboliana. L'ampiezza del tremore vulcanico si mantiene su valori alti, assieme a quello del tremore infrasonico. I dati della rete Gps dell'Etna non mostrano variazioni significative.  I fenomeni sono confinati nella zona sommitale dell'Etna, ma sono visibili anche da Catania e Taormina. 

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2021/01/18/letna-da-spettacolo-doppio-trabocco-lavico-da-sud-est_e4ab4085-5b5e-46aa-b92a-5466203581c8.html

lunedì 18 gennaio 2021

Uno stralcio del discorso del presidente Conte al Parlamento. - Lorenzo Tosa

 

A un certo punto del suo discorso alla Camera, dopo aver rivendicato le scelte fatte, le vittorie ottenute, gli sforzi e i sacrifici di tutti, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo ha detto:

“Confesso un certo disagio. Sono qui per provare a spiegare una crisi di cui i cittadini - e io stesso - non ravvisano alcun plausibile fondamento. Le nostre energie dovrebbero essere sempre orientate al Paese, invece appaiono dissipate in contrappunti sterili, incomprensibili. C’era davvero bisogno di aprire una crisi politica in questa fase? No. Abbiamo compiuto ogni sforzo per evitare che questa crisi potesse esplodere, nonostante sempre maggiori pretese, continui rilanci, concentrati non a caso su tutti i temi più divisivi tra le forze di maggioranza. Questa crisi ha aperto una ferita profonda nel Paese. Arrivati a questo punto, si volta pagina.”

Poche parole, che lasciano pochi spazi a dubbi o interpretazioni:
“Questa crisi non ha alcun fondamento”

Il senso delle istituzioni.
Il richiamo alla Costituzione.
Il primato della politica.
Sembra poco. Di questi tempi è un miracolo.

Qualunque altra strada, qualunque avventura, qualunque regalo a questa destra - anche oggi ululante e schiumante in aula - sarà ricordato come uno degli errori politici più gravi della Storia repubblicana.

A prescindere da qualunque ideologia o schieramento, chi sta con il Paese oggi sta con Conte. 

https://www.facebook.com/lorenzotosa.antigone/photos/a.476251642907003/1001130400419122/

Ma mi faccia. - Marco Travaglio.

 

Gombloddo! “Il tentativo di buttare la crisi su di me sta diventando imbarazzante” (Matteo Renzi, segretario Iv, Mezz’ora in più, Rai3, 17.1).Lui non voleva: è stata la Bellanova. Anzi no, Scalfarotto.

Il gioco delle coppie. “Nasce il governo Conte-Mastella” (Renzi, La Stampa, 13.1). Il governo Renzi-Verdini è momentaneamente trasferito per il 50% a Rebibbia.

SanPa, seconda stagione. “Casini: ‘Che errore i responsabili. È ancora possibile recuperare Renzi’” (Repubblica, 15.1). In comunità?

La Spectre. “Ormai comanda solo lui nel centrosinistra: Travaglio” (Piero Sansonetti, Riformista, 14.1). “Ultimi tentativi per salvare Conte. Li guidano Casalino e Travaglio” (Claudia Fusani fu Pompa, Riformista, 13.1). “… Senatori contattati da noti legali vicini al premier, da presidenti di ordini forensi a nome dello studio Alpa, da generali della Guardia di Finanza, da amici del capo dei servizi segreti Vecchione, da arcivescovi e monsignori vicini al cardinal Bassetti e alti prelati vicini alla Comunità di Sant’Egidio…” (Massimo Giannini, La Stampa, 17.1). E Jack lo Sciamano? E il divino Otelma? E Giovanni Rana? E la Gegia? Dove li mettiamo?

45 anni e sentirli. “Domani compiamo 45 anni. Quelli che da sempre leggono Repubblica” (Repubblica, 13.1). È previsto un risarcimento?

Parlando con pardon. “Assenza di donne in giunta? Non conta ciò che gli assessori hanno in mezzo alle gambe, ma ciò che hanno in mezzo alle orecchie” (Vincenzo Figuccia, consigliere regionale Sicilia ex Udc, ora Lega, 30.12). Come no, però tu ti chiami Figuccia.

Si chiama fuori. “Delrio: ‘Ora serve un governo autorevole’” (La Stampa, 16.1). Quindi lui non entra.

Passerotto non andare via/1. “GRAZIE GRAZIE GRAZIE !!! Mi avete letteralmente travolto con oltre 12.000 like e 3.000 messaggi di apprezzamento e vicinanza sui miei canali social. Sapere che migliaia di lombardi hanno compreso ed apprezzato il mio lavoro in questo lungo periodo mi ha commosso profondamente. Io ho gestito questa situazione pazzesca al meglio delle mie capacità e mi commuove riscontrare che i miei concittadini abbiano riconosciuto lo straordinario sforzo compiuto. Guardo l’orizzonte con stanchezza ma anche la consapevolezza di aver rappresentato una speranza…” (Giulio Gallera, FI, assessore uscente alla Sanità in Lombardia, Facebook, 8.1). Sì: che te ne andassi.

Passerotto non andare via/2. “…E in questo momento non posso che ripetere AVANTI SEMPRE A TESTA ALTA” (Gallera, ibidem). Testa? Quale testa?

Con le pezze Arcuri. “Arcuri chiede di andarci piano con le iniezioni. Il commissario spinge la Lombardia a rallentare il ritmo delle somministrazioni” (Libero, 14.1). Ecco chi è stato: è Arcuri che ha frenato Gallera. Dunque, per favore, richiamatelo subito in servizio. Ché già ci manca.

Parametri. “Adesso il governo riveda i parametri. Per il Cts non eravamo tra le aree critiche” (Attilio Fontana, Lega, presidente Regione Lombardia, Corriere della sera, 17.1). Giusto: apriamo la Lombardia e chiudiamo Fontana.

Compagno Mediaset. “Guardo e riguardo queste persone sfilare. Chi sono? Proletari, mi verrebbe da dire. Poveracci poco istruiti, marginali, facilmente manipolabili, junk food e fake news, marionette nelle mani di uno sciagurato li ha usati per il suo potere. È così che si diventa fascisti?” (Giorgio Gori, sindaco Pd di Bergamo, a proposito degli assalitori trumpiani di Capitol Hill, Twitter, 7.1). Se la sinistra sei tu, sì.

L’ideona. “Il governo è ai titoli di coda. E non è questione di poltrone. L’esecutivo si nasconde da mesi dietro Arcuri. Era meglio incaricare subito Bertolaso” (Roberto Giachetti, deputato Iv, La Verità, 11.1). Uahahahahahah.

È fatta. “Così la crisi può aiutare Renzi a tentare la scalata alla Nato” (Domani, 11.1). Dove non riuscì il Patto di Varsavia, riuscirà lui.

Bei tempi. “Fake news e torbido spionaggio. Mattarella sotto tiro. Un motivo è da cercare nella scarsa autorevolezza della nostra intelligence di cui Conte ha le deleghe” (Claudia Fusani, Riformista, 12.1). Non ci sono più gli autorevoli Pollari&Pompa di una volta.

Le solite scuse. “La vera svolta sarebbero le elezioni. Ma ogni scusa è buona per evitarle” (Paolo Mieli a La Verità, 16.1). Tipo la Costituzione.

Il titolo della settimana/1. “Briatore: ‘Bravo Matteo! Serve gente competente’” (Giornale, 15.1). Sono soddisfazioni.

Il titolo della settimana/2. “La guerra di Renzi inizia dalla prescrizione” (Il Dubbio, 16.1). Infatti s’è prescritto lui.

Il titolo della settimana/3. “I 100 anni del Pci. Il comunismo nato nel sangue vive nel Pd” (Marcello Veneziani, La Verità, 17.1). Magari.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/18/ma-mi-faccia-4/6069004/