martedì 9 marzo 2021

ARCHIVIO Livorno, arrestato per corruzione il sindaco di San Vincenzo: “Da 2 imprenditori sostegno pari al 2/3% del valore degli appalti pubblici”.

 

Ventitré indagati in totale. Per l'ex segretario comunale, Salvatore De Priamo, è stata richiesta l’interdizione dai pubblici uffici (prima dovrà sostenere interrogatorio di garanzia davanti al gip). Sotto inchiesta anche il vicesindaco Delia Del Carlo e due assessori in carica, Elisa Malfatti e Massimiliano Roventini.

È accusato di aver ricevuto da due imprenditori un “sostegno politico finanziario” pari al 2/3% degli appalti pubblici. Il sindaco di San Vincenzo, Alessandro Bandini, è finito agli arresti. Insieme al primo cittadino del comune in provincia di Livorno sono finiti ai domiciliari anche due imprenditori. L’operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla procura labronica, contesta al sindaco – al secondo mandato, dopo la rielezione del 2019 con una lista di centrosinistra, la corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio nell’ambito di gare d’appalto. I due imprenditori edili, invece, vengono considerati “artefici di dazioni illegittime la cui uscita dalla contabilità aziendale è stata dissimulata tramite il pagamento di fatture per operazioni inesistenti”. Per l’ex segretario comunale di San Vincenzo, Salvatore De Priamo, è stata richiesta l’interdizione dai pubblici uffici (prima dovrà sostenere interrogatorio di garanzia davanti al gip). Complessivamente gli indagati sono 23 , tra i quali il vicesindaco Delia Del Carlo e due assessori in carica, Elisa Malfatti e Massimiliano Roventini.

Le indagini sono nate da un esposto di un privato cittadino, a seguito di un permesso a costruire, rilasciato dal comune, che andava a modificare lo sky line sul fronte mare, a causa della sopraelevazione e del cambio d’uso di un ex locale commerciale adibito a ristorante, provvedimento poi annullato per due volte dal Tar del Toscana perché in contrasto con le norme urbanistiche comunali. Le indagini, condotte dalla sezione di polizia giudiziaria presso la Procura e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Livorno, hanno evidenziato “reiterate condotte di ritenuto abuso edilizio, agevolate da altri comportamenti delittuosi: dal falso in atto pubblico alla corruzione, alla turbata scelta del contraente negli appalti ad opera di imprenditori e funzionari”.

In particolare, in una serie di casi l’azione del comune di San Vincenzo sarebbe stata, secondo gli inquirenti, “diretta ad assecondare le richieste provenienti da imprenditori che hanno contribuito, con varie modalità, ad assicurare – per la rielezione del sindaco alle amministrative del maggio 2019 – un sostegno politico e finanziario nella misura del 2/3% delle somme incassate per effetto dell’aggiudicazione di lavori pubblici“. È emersa, spiegano gli investigatori delle Fiamme gialle, “una resilienza degli indagati alle decisioni della giustizia amministrativa, adita contro i provvedimenti contestati come illegittimi del Comune”. “Onde risolvere i vizi eccepiti, infatti, sarebbero state studiate strategie tendenti ad eludere la sostanza delle norme urbanistiche“, tanto che lo stesso giudice non ha escluso la compatibilità tra l’operazione urbanistica e una possibile condotta corruttiva. In altri casi, gli esponenti politici del Comune hanno tenuto condotte tali da far contestare loro di essere espressione di precisi interessi economici degli impresari assegnatari di lavori pubblici.

Tra gli episodi corruttivi contestati, è emersa la percezione del 2% dell’importo di due appalti del valore di 775.000 e 169.000 euro per la realizzazione di opere pubbliche funzionali a migliorare la viabilità di accesso a un camping; condotte che sono state ritenute connesse al finanziamento della campagna elettorale per la rielezione a sindaco. Contesto nel quale l’ente pubblico ha organizzato, per auto-promozione, lo spettacolo “Miss Livorno 2018 Miss Notte Rosa“, manifestazione pagata dalla società di costruzioni dei due imprenditori ora agli arresti domiciliari. In altri episodi è stato contestato il reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente con riferimento all’affidamento in gestione di una spiaggia attrezzata accessibile agli animali domestici e di una baracchina di proprietà comunale.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/09/livorno-arrestato-per-corruzione-il-sindaco-di-san-vincenzo-da-2-imprenditori-sostegno-pari-al-2-3-del-valore-degli-appalti-pubblici/6127176/#newsletter-box-article

Presto sarà ai domiciliari da dove potrà manovrare la sua linea di difesa basata sui ricatti.
Non c'è niente da fare: l'80% dei politici fa politica per scopi prettamente personali e di amministrare la res publica onestamente non ci pensa nemmeno. Nel gergo politico, chi si comporta onestamente è un fesso e viene messo alla gogna dalla stampa nazionale.
Chi ruba lo fa vantandosi e raccoglie l'ammirazione dei pecoroni che continuano a votarlo, conscio del fatto che, nelle maggior parte dei casi, non pagherà nulla sia in termini monetari che morali e legali.
Spesso viene anche osannato e premiato a dismisura, mi pare di aver potuto appurare.
c.

“Renzi con mbs? Così legittima i sauditi”. - Marco Lillo e Valeria Pacelli

 

La Relatrice delle Nazioni Unite.

Matteo Renzi avrebbe dovuto essere molto più consapevole del conflitto di interessi e di come il suo nome e il suo profilo stanno contribuendo a legittimare l’Arabia”. Agnès Callamard è la ricercatrice che per prima, in un rapporto pubblicato oltre un anno e mezzo fa, ha puntato il dito verso le responsabilità del principe Muhammed bin Salman (MbS) nell’omicidio di Jamal Khashoggi, il giornalista ucciso il 2 ottobre del 2018 nel consolato saudita di Istanbul. Esperta di diritti umani, Agnes Callamard è una delle relatrici speciali per le esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. Dopo aver svolto le sue indagini, nel suo rapporto finale di giugno 2019 scrisse di “prove credibili che richiedono ulteriori indagini, sulle responsabilità individuali di funzionari sauditi di alto livello, compreso il principe ereditario”. Ossia MbS, lo stesso davanti al quale, nel gennaio scorso, l’ex premier Renzi elogiava l’Arabia come culla del “nuovo Rinascimento”.

Agnès Callamard, lei spesso dice che parla come “esperto indipendente”, non a nome delle Nazioni Unite. Può spiegare come svolge il suo ruolo e come è iniziato il suo lavoro sul caso Khashoggi?

Come Relatore Speciale posso decidere cosa fare, non rispondo a nessun governo. Non agisco su commissione. Alla fine di dicembre, quando ho capito che nessuno avrebbe indagato, ho deciso di farlo io stessa. Devo dire purtroppo che non ho avuto molto sostegno da parte dell’Onu. Penso fossero un po’ preoccupati per l’indagine e per questo mi hanno fornito un supporto molto limitato.

Il 25 febbraio è stato rilasciato il rapporto della Direzione Nazionale dell’Intelligence Usa. Sono solo 4 pagine, il suo rapporto è di 100. Ci si poteva aspettare qualcosa di più dagli Usa?

Assolutamente! Avremmo dovuto avere più informazioni. Per un certo verso, il rapporto è una buona cosa. Sono contenta che gli Stati Uniti abbiano fatto quel che hanno fatto, è un bene per la democrazia. Fino a questo momento la Casa Bianca aveva imposto un veto su quel rapporto. Ma sono anche delusa: il rapporto non fornisce prove materiali, nè fatti, fornisce solo una conclusione. La maggior parte delle informazioni raccolte dalla Cia sono rimaste segrete. Inoltre il governo ha detto: ‘Non prenderemo alcuna azione perché è un Paese con cui abbiamo relazioni diplomatiche’. Questo tipo di messaggio è pericoloso: dà l’impressione che se tu sei un capo di Stato o un quasi capo di Stato (come il principe MbS, Ndr) puoi fare quello che vuoi.

I Paesi occidentali, tra cui l’Italia, dovrebbero varare sanzioni?

Appoggio completamente i governi pronti a intraprendere sanzioni individuali. Io chiedo sanzioni contro gli individui implicati nell’uccisione di Khashoggi e ciò include MbS. Finora tutti quelli che lo circondano sono stati sanzionati, tranne lui. Mi torna in mente l’uccisione in Egitto di Giulio Regeni. In fondo si tratta dello stesso scenario: secondo l’indagine italiana, quello di Regeni è stato un omicidio di Stato. L’Italia ha condotto un’inchiesta approfondita, ma anche in questo caso c’è assenza d’impegno da parte della comunità internazionale.

L’ex premier italiano Matteo Renzi dal 2019 ha partecipato alla Davos nel deserto organizzata a Riyad dal Future Investment Initiative (Fii) e da più di un anno è diventato membro del board pagato 80 mila dollari l’anno da questo istituto creato con decreto del Re. Come giudica questo comportamento?

Respingo le attività di persone che dovrebbero avere un quadro ben chiaro della situazione. Proprio in virtù del passato e del presente politico di Renzi, egli ha una visibilità e una credibilità che viene utilizzata per legittimare ciò che sta accadendo in Arabia Saudita. Non è un uomo d’affari qualsiasi, non è un italiano qualsiasi, è un italiano che ha una grande storia alle spalle ed è per questo che è stato avvicinato dall’Arabia Saudita. Avrebbe dovuto essere molto più consapevole, secondo me, del conflitto di interessi e di come il suo nome e il suo profilo stiano contribuendo a legittimare l’Arabia. Fa parte di una campagna di pubbliche relazioni molto efficace lanciata dall’Arabia con il sostegno delle corporation occidentali. Renzi dovrebbe aver capito che la sua presenza viene strumentalizzata allo scopo di legittimare e creare un’immagine dell’Arabia Saudita.

Mentre svolgeva la sua indagine su Khashoggi non ha avuto paura? Non si è mai sentita sola?

Nel corso di questi cinque anni ho potuto spesso contare sull’impegno di singole persone, sempre gratuitamente. Quindi, non si è mai del tutto soli. E no, non ho paura, ma non sono un’ingenua. Sono consapevole delle minacce che mi sono state rivolte da parte dell’Arabia Saudita e da altri Stati. Ho preso alcune precauzioni anche per quanto riguarda il mio telefono, il mio computer. Ma non ho paura, non lascio che siano loro a dettare come io mi debba sentire.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/09/renzi-con-mbs-cosi-legittima-i-sauditi/6126985/

Recovery, stuolo di tecnici: ok al reclutamento-lampo. - Carlo Di Foggia

 

Centinaia di esperti nei ministeri (a tempo). Da Brunetta al Tesoro, chi comanderà.

Il Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) sarà incardinato al Tesoro anche nella sua fase attuativa. A gestirlo arriverà uno stuolo di tecnici assunti con “procedure specifiche”, in sostanza senza concorso e per un tempo limitato (andranno poi stabilizzate). È la prima parte di un piano più ampio di riforma affidato al ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, che lo illustrerà oggi. Per quegli strani giri del destino, l’uomo che, dallo stesso ruolo, dieci anni fa avviò la stagione dei tagli nel comparto pubblico, oggi è chiamato a risolvere la grana.

L’audizione del ministro dell’Economia Daniele Franco ieri alle Camere era attesa visto che il tecnico a cui Mario Draghi ha affidato la revisione del Piano ereditato dal governo Conte – che deve usare 191 miliardi di fondi Ue – doveva spiegare anche perché il ministero è ricorso all’aiuto del colosso della consulenza McKinsey (e dei big del settore, da Kpmg, a E&Y e Accenture). A grandi linee, Franco ha anticipato quel che è ormai evidente: a gestire i fondi non bastano le strutture ordinarie della P.A., fiaccata da anni di tagli, ma verranno create strutture ad hoc in tutti i ministeri, a partire dal suo.

Nella versione di Conte, la task force che doveva gestire il piano era incardinata a Palazzo Chigi, coordinata da due dicasteri (Economia e Sviluppo) e affidata a una “struttura di missione” con centinaia di tecnici guidati da 6 figure apicali. Con l’arrivo di Draghi, Franco ha affidato la revisione del piano (da consegnare entro aprile a Bruxelles) alla Ragioneria dello Stato – che nell’idea del governo giallorosa doveva solo “monitorare” le spese – dislocando 50 tra dirigenti e funzionari. Un contingente “che crescerà ancora”.

La governance del Pnrr sarà affidata a una “struttura centrale” al Tesoro che “supervisionerà l’attuazione, gestirà i flussi finanziari, controllerà la spesa, valuterà i risultati e deciderà le eventuali correzioni”. Sarà affiancata da “una unità di audit indipendente, responsabile delle verifiche sistemiche”, che avrà il compito di fare da garante con Bruxelles. La struttura di missione conterà centinaia di figure, e il Tesoro – ha detto Franco – ha chiesto agli altri ministeri di creare strutture ad hoc simili, anche se più piccole.

In sostanza la task force che doveva essere a Palazzo Chigi viene spostata al Tesoro e in parte, in altri ministeri, il grosso dei quali (Transizione ecologica, Digitale, Infrastrutture) è guidato da tecnici che rispondono a Draghi (e al Quirinale). Tradotto: per i partiti che reclamavano più collegialità nelle decisioni, i margini di intervento non aumentano di certo. Ai parlamentari preoccupati, il ministro ha spiegato che le Camere verranno coinvolte nella stesura. Come? Tenendo conto “delle risoluzioni che esprimeranno” sulla bozza del vecchio piano. Ma i tempi sono stretti e di fatto deciderà il governo.

Oggi Brunetta illustrerà le linee guida della riforma, che prevederà procedure specifiche per reclutare migliaia di tecnici specializzati per gestire il Pnrr; rivedere e sbloccare le procedure concorsuali (lo stato dell’arte lo leggete a destra).

Nella sua audizione, Franco ha poi chiarito che il piano lasciato da Conte “presenta molti elementi di solidità”, e che si faranno delle modifiche selettive. Sul ricorso a McKinsey&C. la riposta ha toccato vette quasi surreali. Il ministro si è giustificato spiegando che “le strutture pubbliche hanno spesso bisogno di input specialistici su determinati lavori, come ad esempio la presentazione di slide”. Eppure solo sabato il ministero aveva chiarito che il colosso avrà ruoli di “supporto tecnico di project management e monitoraggio” nella stesura del Piano. Molti colossi già lavorano con i ministeri, ma coinvolgerli nella fase decisiva è una scelta precisa (peraltro all’epoca esplicitamente esclusa dal governo Conte).

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/09/recovery-stuolo-di-tecnici-ok-al-reclutamento-lampo/6126965/

Gli spiriti guida. - Marco Travaglio

 

Tra i rari spiriti guida che ci aiutano a campare, mai rinunceremmo ad Angelo Panebianco e Massimo Recalcati. Figuratevi la gioia nel ritrovarli entrambi ieri, in stereo, su Corriere e Stampa. Una doppia boccata di ossigeno. Panebianco spiega perché Usa, Uk e Israele hanno vaccini da buttare e l’Europa no: quelli sono “pragmatici” e badano al “risultato”, mentre noi europei ce ne fottiamo perché siamo “giuridici”. Una “patologia” tipica di noi italiani, in aggiunta ad altre infezioni: “populismo”; “atteggiamento ostile nei confronti delle imprese private”, del “profitto” e della “concorrenza di mercato”, in particolare “quelle farmaceutiche”, viste come “le peggiori” dai comunisti che preferirebbero lo Stato; e, last but not least, “leggi acchiappa-ladri” con “procuratori e polizie che si sforzano di acchiapparli”. Chissà se Withebread ha saputo che Big Pharma ha consegnato meno della metà delle dosi pattuite da contratto con la Ue, per vendere le altre a chi le paga il doppio. Che un anno fa, grazie alla “concorrenza di mercato”, non producevamo mascherine, camici e guanti perché si faceva tutto in Asia e abbiamo dovuto inventarci una produzione nazionale grazie ai famigerati Conte e Arcuri. Che intanto Arcuri, più pragmatico che giuridico, comprò un miliardo di mascherine dalla Cina senza badare troppo ai costi e ai mediatori, così ottenne il risultato e salvò migliaia di vite, ma i giornaloni gli ruppero le palle perché non aveva tirato sul prezzo e ora esultano perché Draghi l’ha silurato. Che, tirando sul prezzo, la Von der Leyen s’è fatta fregare dalla “concorrenza di mercato” metà dei vaccini già pagati e ora si converte al sovranismo dirigista bloccando addirittura le esportazioni extra-Ue. E poi, già che ci siamo, che minchia c’entrano le polizie e i pm che acchiappano i ladri?

Al cupo pessimismo panebianchiano fa da contrappunto l’illuminato ottimismo del prof. Recalcazzola (“Il Draghismo e la legge del padre”): dopo tanti padri degeneri, tipo Berlusconi, Grillo e pure Prodi, l’Italia ha finalmente trovato la “figura della leadership paterna”, “ideologicamente desensibilizzata” ma dotata di “ascetismo di matrice weberiana” e “autorevolezza carismatica”, che “riattiva la funzione orientativa del padre” con “la via composta e rigorosa del silenzio nobile della prassi”, obbligando “i figli litigiosi a rimettere le loro pietre nelle tasche per il bene comune”. Indovinate: chi è questo Geppetto lacaniano 2.0? Mario Draghi, naturalmente, che “si profila come un paradossale erede di Berlinguer”. Ma pure, a ben vedere, di Che Guevara. Ora che ci ha trovato un babbo, se non è troppo pretendere, chiederemmo a Recalcazzola un ultimo sforzo: ci manca tanto uno zio.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/09/gli-spiriti-guida/6126962/

Sondaggi, effetto Conte: il M5s ruba voti al Pd e torna secondo. I dem crollano dopo l’addio di Zingaretti: persi 2 punti in 7 giorni.

 

I dati di Swg per il TgLa7 - In una settimana i Cinquestelle guadagnano un punto e mezzo circa e scavalcano Fratelli d'Italia e democratici. Il partito più grande del centrosinistra dietro a quello di Giorgia Meloni.

Ora non si tratta più di una proiezione sul futuro, ma di un effetto visibile nei sondaggi: la concretizzazione della leadership di Giuseppe Conte nel M5s e il contemporaneo addio di Nicola Zingaretti alla guida del Pd hanno messo il turbo ai Cinquestelle e affossato i democratici. Il risultato è che in un colpo solo i grillini superano sia gli ex alleati di governo sia i Fratelli d’Italia. A dirlo sono i numeri della rilevazione settimanale dell’istituto Swg per il TgLa7.

Al primo posto c’è ancora la Lega, senza particolari variazioni rispetto alla scorsa settimana, poco sopra al 23 per cento. La sorpresa è che torna secondo il Movimento 5 Stelle che con un balzo di circa un punto e mezzo torna sopra al 17 per cento. Un salto che permette al M5s di sorpassare di nuovo i Fratelli d’Italia (16,8, -0,2 nell’ultima settimana) che da alcuni mesi avevano messo la prua davanti grazie alla crescita progressiva degli ultimi due anni. Ma soprattutto ne risente il Pd: il travaso di voti sembra evidente, anche se i democratici perdono più (-1,9) di quanto guadagnano i Cinquestelle (+1,4). La caduta del Pd si ferma così al 16,6.

A seguire i partiti più piccoli. Forza Italia è al 7, più o meno stabile. Azione di Carlo Calenda cede qualcosa, ma resta vicina alla soglia del 4 per cento. Prende quota Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni che acciuffa il 3 per cento grazie al +0,3; la lista è stata valutata separatamente da Articolo 1 di Pierluigi Bersani e Roberto Speranza che pure guadagna uno 0,2 e galleggia intorno al 2. Come spesso accade le forze politiche “pesate” in autonomia pesano di più della loro somma. Perde ulteriore terreno Italia Viva che scende al 2,5, mentre fanno passi in avanti questa settimana +Europa (2,3, +0,3) e Verdi (2,1, +0,2).

L’area degli indecisi e del non voto infine è in aumento di un punto, al 39 per cento.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/08/sondaggi-effetto-conte-il-m5s-ruba-voti-al-pd-e-torna-secondo-i-dem-crollano-dopo-laddio-di-zingaretti-persi-2-punti-in-7-giorni/6126866/

lunedì 8 marzo 2021

Oggi è il giorno dedicato alle donne.

 


A tutte le donne il profumo intenso della mimosa, intenso come la loro vita.

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Da Conte a Laocoonte. “Colao riscriverà il Recovery, ma aspetta deleghe e uffici” (Stampa, 25.2). “Il premier ha fretta, il Recovery Plan se lo riscrive da solo” (Repubblica, 1.3). “Franco riscrive il Recovery” (Stampa, 4.3). “Il governo si affida agli esperti McKinsey per il Recovery Plan” (Repubblica, 6.3). Ma quindi alla fine chi lo riscrive?

Un altro vulnus. “Giovannini: opere del recovery con i commissari” (Sole 24 ore, 3.3). “Giovannini: ‘La vera sfida del Recovery: completare le opere. Una task force per le verifiche’” (Messaggero, 7.3). Morto un tiranno se ne fa un altro.

Prosciolto a giudizio. “Corruzione: prosciolto Romeo, ma le agenzie scrivono il contrario” (Piero Sansonetti, Riformista edito da Romeo, 6.3). Infatti l’hanno rinviato a giudizio per associazione a delinquere, frode in pubbliche forniture e traffico di influenze illecite.

Condannato assolto. “Tognoli fu cacciato dalla politica con il rituale avviso di garanzia nel ‘92” (Paolo Guzzanti, Giornale, 6.3). “Un uomo onesto” (Messaggero, 6.3). “Indagato e poi condannato, Carlo Tognoli verrà assolto dalla Corte d’appello” (Corriere della sera, 6.3). No, verrà condannato definitivamente a 3 anni e 3 mesi per ricettazione delle tangenti di Mario Chiesa.

Vilipendio di cadavere/1. “Mio nonno sarebbe stato molto orgoglioso di un presidente del Consiglio come Draghi… E avrebbe voluto incontrare Greta Thunberg” (John Elkann, editore de La Stampa, intervistato da Massimo Giannini, direttore de La Stampa, sul centenario dalla nascita di Gianni Agnelli, già editore de La Stampa, 7.3). Povero Avvocato, nonostante tutto non meritava.

Vilipendio di cadavere/2. “Mio nonno farebbe subito il vaccino” (John Elkann, editore di Repubblica, intervistato da Repubblica, 7.3). Anche perchè avrebbe 100 anni. Comunque pure il mio.

Che schivo. “Anche a Roma serve un Draghi: sì a Vittorio Sgarbi sindaco” (Fabrizio Cicchitto, Il Tempo, 27.2). Li accomuna il riserbo.

Le vie di fatto/1. “Pd irreversibile proprio come l’euro” (Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera, La Stampa, 7.3). Che cos’è, una minaccia?

Le vie di fatto/2. “Bonaccini? Una risorsa, ma non è il solo” (Andrea Marcucci, capogruppo Pd al Senato, Messaggero, 6.3). Vero: c’è pure Renzi.

Campa cavallo. “Serracchiani: io vicesegretaria? Prima le idee” (Corriere della sera, 4.3). Quindi c’è tempo.

Spuntature. “Pd, spunta l’idea di Fassino reggente” (La Stampa, 6.3). “Spunta Finocchiaro” (Repubblica, 6.3). “Bonaccini è il favorito, ma insieme a lui c’è Orlando. Spunta anche Roberta Pinotti” (Fanpage, 6.3). “Per la successione spunta Letta” (Repubblica, 7.3). Il seguito alla prossima spuntata.

Good news. “Il felice ritorno in primo piano dello Stato, simboleggiato dai ruoli assunti dal Capo della Polizia, da un Generale degli Alpini, da un Direttore generale di Bankitalia…” (Antonio Polito, Corriere della sera, 7.3). Per non parlare di McKinsey, Ernest&Young, Pricewaterhouse Coopers e Accenture: gli Stati.

Quante dosi, Figliuolo? “I miei consigli al generale Figliuolo: per battere il nemico faccia come Churchill”, “Carissimo generale Figliuolo, chi le scrive è una persone che ha grandissima fiducia nelle nostre Forze Armate e ripone grandi speranze nel suo operato… In bocca al lupo e massima fiducia nelle sue capacità, sperando che presto ‘i resti di quello che fu uno dei più potenti virus del mondo risalgano in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza’” (Roberto Burioni, Corriere della sera, 7.3). Bravo, ora riponi anche la lingua e va’ a ciapà i ratt.

Elementare, Mario. “Caro Draghi, Di Maio ha delle responsabilità per la morte di Attanasio”, “Di Maio, rispondi: perchè Attanasio è stato mandato allo sbaraglio?”, “Gli 007 lo avvisarono: Di Maio spieghi o lasci” (Paolo Guzzanti, Riformista, 24 e 26.2). Ha sparato lui: gliel’ha detto Scaramella in commissione Mitrokhin.

Slurp/1. “La parola è d’argento, il silenzio è Draghi” (Salvatore Merlo, Foglio, 5.3). E la lingua è di velluto.

Slurp/2. “Guardare Joe, Justin, Angela con la consueta ammirazione, ma senza invidia. È più bello essere l’Italia, oggi” (Luciano Nobili, deputato Iv, postando una foto di Draghi al G7, Twitter, 20.2). È il Nuovo Rinascimento.

Il titolo della settimana/1. “Patto Macron-Draghi per costruire il dopo Merkel” (Repubblica, 1.3). Mo’ scelgono pure il nuovo cancelliere tedesco.

Il titolo della settimana/2. “Cos’ha veramente detto Ratzinger al Corriere. C’è un Papa solo. Ma non è detto che sia Francesco” (Antonio Socci, Libero, 2.3). Vuoi vedere che è Pio IX?

Il titolo della settimana/3. “I partiti tornano centrali, grazie a Draghi” (rag. Claudio Cerasa, Foglio, 6.3). Uahahahah.

Il titolo della settimana/4. “Recovery, scoppia il caso della consulenza a McKinsey. ‘Ma a deciderà (decidere, ndr), sarà il Mes (il Mef, ndr)’” (La Stampa, 7.3). Comprendiamo il panico, ma qualcuno li avverta che il Mes è finito.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/03/08/ma-mi-faccia-il-piacere-221/6125764/