Ventitré indagati in totale. Per l'ex segretario comunale, Salvatore De Priamo, è stata richiesta l’interdizione dai pubblici uffici (prima dovrà sostenere interrogatorio di garanzia davanti al gip). Sotto inchiesta anche il vicesindaco Delia Del Carlo e due assessori in carica, Elisa Malfatti e Massimiliano Roventini.
È accusato di aver ricevuto da due imprenditori un “sostegno politico finanziario” pari al 2/3% degli appalti pubblici. Il sindaco di San Vincenzo, Alessandro Bandini, è finito agli arresti. Insieme al primo cittadino del comune in provincia di Livorno sono finiti ai domiciliari anche due imprenditori. L’operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla procura labronica, contesta al sindaco – al secondo mandato, dopo la rielezione del 2019 con una lista di centrosinistra, la corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio nell’ambito di gare d’appalto. I due imprenditori edili, invece, vengono considerati “artefici di dazioni illegittime la cui uscita dalla contabilità aziendale è stata dissimulata tramite il pagamento di fatture per operazioni inesistenti”. Per l’ex segretario comunale di San Vincenzo, Salvatore De Priamo, è stata richiesta l’interdizione dai pubblici uffici (prima dovrà sostenere interrogatorio di garanzia davanti al gip). Complessivamente gli indagati sono 23 , tra i quali il vicesindaco Delia Del Carlo e due assessori in carica, Elisa Malfatti e Massimiliano Roventini.
Le indagini sono nate da un esposto di un privato cittadino, a seguito di un permesso a costruire, rilasciato dal comune, che andava a modificare lo sky line sul fronte mare, a causa della sopraelevazione e del cambio d’uso di un ex locale commerciale adibito a ristorante, provvedimento poi annullato per due volte dal Tar del Toscana perché in contrasto con le norme urbanistiche comunali. Le indagini, condotte dalla sezione di polizia giudiziaria presso la Procura e dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Livorno, hanno evidenziato “reiterate condotte di ritenuto abuso edilizio, agevolate da altri comportamenti delittuosi: dal falso in atto pubblico alla corruzione, alla turbata scelta del contraente negli appalti ad opera di imprenditori e funzionari”.
In particolare, in una serie di casi l’azione del comune di San Vincenzo sarebbe stata, secondo gli inquirenti, “diretta ad assecondare le richieste provenienti da imprenditori che hanno contribuito, con varie modalità, ad assicurare – per la rielezione del sindaco alle amministrative del maggio 2019 – un sostegno politico e finanziario nella misura del 2/3% delle somme incassate per effetto dell’aggiudicazione di lavori pubblici“. È emersa, spiegano gli investigatori delle Fiamme gialle, “una resilienza degli indagati alle decisioni della giustizia amministrativa, adita contro i provvedimenti contestati come illegittimi del Comune”. “Onde risolvere i vizi eccepiti, infatti, sarebbero state studiate strategie tendenti ad eludere la sostanza delle norme urbanistiche“, tanto che lo stesso giudice non ha escluso la compatibilità tra l’operazione urbanistica e una possibile condotta corruttiva. In altri casi, gli esponenti politici del Comune hanno tenuto condotte tali da far contestare loro di essere espressione di precisi interessi economici degli impresari assegnatari di lavori pubblici.
Tra gli episodi corruttivi contestati, è emersa la percezione del 2% dell’importo di due appalti del valore di 775.000 e 169.000 euro per la realizzazione di opere pubbliche funzionali a migliorare la viabilità di accesso a un camping; condotte che sono state ritenute connesse al finanziamento della campagna elettorale per la rielezione a sindaco. Contesto nel quale l’ente pubblico ha organizzato, per auto-promozione, lo spettacolo “Miss Livorno 2018 Miss Notte Rosa“, manifestazione pagata dalla società di costruzioni dei due imprenditori ora agli arresti domiciliari. In altri episodi è stato contestato il reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente con riferimento all’affidamento in gestione di una spiaggia attrezzata accessibile agli animali domestici e di una baracchina di proprietà comunale.
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