domenica 6 giugno 2021

Strage di Bologna, il conto di Gelli. Così ha usato 15 milioni di dollari. - Gianno Barbacetto


Come un diligente ragioniere di provincia, Licio Gelli teneva il suo documento più segreto accuratamente ripiegato nel portafoglio. Il Maestro Venerabile, volonteroso funzionario dell’eversione, aveva scritto su un foglio a quadretti, in parte a macchina e in parte a mano, in stampatello, una misteriosa contabilità divisa in nove colonne: data, motivo, importo, conto, note, e poi ancora data, note, importo. Ripiegato in tre, ha l’aria di quei libretti che i bambini fabbricano per gioco. Ma qui il gioco è pericoloso. Sulla copertina, il titolo è scritto a macchina a lettere maiuscole: “BOLOGNA-525779-XS”.

Questo libretto così infantile e così terribile – secondo la Procura generale bolognese – racconta i flussi dei soldi con cui Gelli ha finanziato la strage del 2 agosto 1980. Il “Documento Bologna” è stato per quarant’anni una prova dimenticata. Invisibile, come la “lettera rubata” di Edgar Allan Poe che nessuno vedeva eppure era ben esibita sopra il caminetto. A trovarla – anzi, ri-trovarla – è il sostituto procuratore generale Nicola Proto, che con il collega Umberto Palma e l’avvocato generale Alberto Candi l’ha scovata, ingiallita dal tempo, nell’Archivio di Stato di Milano, conservata insieme a centinaia di altri documenti del processo sul Banco Ambrosiano.

La stele di Rosetta e la finta corruzione del giudice.

Era stata estratta dal portafoglio di Gelli dopo il suo arresto a Ginevra, il 13 settembre 1982, e sequestrata dalle autorità svizzere. Per quattro anni era rimasta negli archivi elvetici e mandata in Italia il 16 luglio 1986, consegnata al giudice istruttore che stava indagando sul dissesto dell’Ambrosiano, Antonio Pizzi. Contrassegnata con il numero 27, è subito definita documento di “particolare interesse”. Eppure non si riesce a capirne il senso: “Bologna… non si riesce allo stato a dare un significato ben preciso”. A Gelli non vengono mai fatte le domande giuste. Adesso i magistrati bolognesi ritengono di aver interamente decifrato la stele di Rosetta della strage. Il numero 525779-XS indica un conto svizzero di Licio Gelli aperto presso l’Ubs. La denominazione “BOLOGNA” indica che lì è raccontata la storia dei soldi che finanziano la strage. Il documento allinea due flussi di denaro: il primo è chiamato “Dif. Mi” e si articola in sette operazioni bancarie tra il 3 settembre 1980 e il 15 febbraio 1981 per un totale di 10 milioni di dollari; il secondo è “Dif. Roma”, un flusso di 5 milioni di dollari che si muovono nei primi mesi del 1981. Che cosa significano “Dif. Mi” e “Dif. Roma”? E qui la storia si fa appassionante. Significano “Difesa Milano” e “Difesa Roma”. A Milano Calvi era indagato per violazioni valutarie, a Roma per concorso in bancarotta nel crac del gruppo Genghini. Il gatto e la volpe, Gelli e il suo compare Umberto Ortolani, riescono a convincere Calvi che grazie ai loro rapporti di loggia lo faranno prosciogliere, sia a Roma, sia a Milano. Ma le due operazioni hanno un costo: 10 milioni quella di Milano, 5 quella di Roma. Così il povero ragiunatt diventato padre-padrone dell’Ambrosiano risucchia 15 milioni di dollari dal Banco Ambrosiano Andino e li affida al gatto e alla volpe, che non li usano però per corrompere i giudici, come promesso, ma per finanziare se stessi e gli uomini della strage. A “UL” (cioè Umberto e Licio) vanno il 20% di “Difesa Milano” e il 30% di “Difesa Roma”: è la mediazione sul millantato credito, in cambio di una corruzione dei giudici solo promessa. È uno spettacolo di arte varia quello che il gatto e la volpe mettono in scena per convincere Calvi che stanno lavorando per lui: gli mostrano perfino una ricevuta bancaria per Ugo Ziletti, allora vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura. Tutto finto. Non pensano affatto ai guai giudiziari del ragiunatt. Hanno di peggio da fare. Il denaro comincia a correre. Parte il flipper. Il 22 agosto 1980, i 10 milioni della “Difesa Milano” transitano dall’Andino alla società Nordeurope, poi si dividono, metà alla Noè 2 e metà alla Elia 7 (due società di Ortolani), per ricongiungersi nel conto Ubs 596757 di Gelli. A settembre passano in tre conti Ubs: Bukada, Tortuga e il fatidico 525779-XS. I primi due sono di Marco Ceruti, fido braccio destro finanziario di Gelli e suo prestanome bancario; il terzo è di Gelli in persona. È il “conto Bologna”. Nel settembre 1981 altri milioni partono dall’Andino, passano per Bellatrix, arrivano a Antonino 13 (conto di Ortolani) e finiscono a Bukada (di Ceruti). Ora arriva il bello. I magistrati bolognesi e gli uomini della Guardia di finanza guidati dal capitano Cataldo Sgarangella vedono che i soldi di Calvi cominciano a muoversi dal 22 agosto 1980. La strage è del 2 agosto. E sul “documento Bologna” c’è qualcosa che non quadra: ci sono 1.900.000 dollari segnati con “dare a saldo” (nella colonna “Motivo”) e con “restano 1.900.000” (nella colonna “Note”). Come si spiega? Lo fa capire un bigliettino sequestrato a Gelli il 17 marzo 1981 nel suo ufficio di Castiglion Fibocchi, insieme a tanti altri documenti e alle liste della loggia P2. Il bigliettino è scritto a mano. Vi si legge: “A M.C. consegnato contanti 5.000.000 – 1.000.000” e “dal 20.7.80 al 30.7.80”.

Quel filo fino a “Zaff”, il capo degli Affari riservati.

Che cosa significa? “M.C.” è Marco Ceruti. Spiega in aula il capitano Sgarangella che c’era qualcosa di tanto urgente da costringere Gelli ad anticipare in contanti suoi, a luglio, quanto poi arriverà da Calvi e sarà recuperato solo a settembre, sul “conto Bologna”: il tesoretto per finanziare la strage. Un milione in contanti per gli stragisti tra il 20 e il 30 luglio 1980; più 850.000 per “Zaf” il 30 luglio; e 20.000 per “Tedeschi Artic”. Altri 4.000.000 affluiscono sui conti Bukada e Tortuga. Di questi, 340.000 vanno a Giorgio Di Nunzio – sostengono gli investigatori – per finanziare la strage. “Tedeschi” è Mario Tedeschi, allora parlamentare del Msi e direttore del Borghese, oggi accusato di essere uno dei mandanti, insieme a Gelli e insieme a “Zaff”, che riceve una bella fetta del denaro di Calvi: è “Zafferano”, ovvero Federico Umberto D’Amato, capo degli Affari riservati e gran gourmet noto per la sua incontenibile passione per lo zafferano e per i misteri neri d’Italia.

IlFQ

Armatevi e partite. - Marco Travaglio

 

Inuovi 5Stelle di Conte somigliavano ormai alla comica che Mannelli ricorda qui accanto: quella di Stanlio e Ollio in partenza che salutano tutti (“Arrivedooorci! Arrivedooorci!”) e non partono mai. Ne risentivano i sondaggi, per quel che valgono in questa morta gora. Ma soprattutto ne risentiva la democrazia, casomai fregasse ancora a qualcuno, orfana del partito di maggioranza privo di un capo, una linea, una voce. Ad approfittarne sono stati Draghi, gli altri ministri e partiti, passeggiando per 100 giorni sul cadavere dei 5Stelle. Si sono appropriati – come il cuculo che s’imbuca nel nido altrui, come il paguro bernardo che occupa la conchiglia altrui – delle migliori conquiste del Conte-2 (dal Pnrr alle misure anti-Covid, dall’avvio della campagna vaccinale all’assegno unico per i figli) come fossero roba loro. E altre le hanno smantellate: reddito minimo, blocco delle trivelle e dei fondi all’idrogeno blu, lotta all’evasione (un bel condono), 16 mila assunti nei tribunali, riforma del Csm. Che, nella versione Bonafede, vietava il rientro dei magistrati reduci dalla politica; ora, nella versione Cartabia, chi fa politica può tornare allegramente in toga dopo due anni (sai che paura). E tocca pure leggere su Rep: “Stretta sulle toghe in politica. Cartabia e il freno alle porte girevoli”. Sì, il freno della funivia di Stresa.

Un giorno, com’è già avvenuto col governo Monti, guarderemo indietro e rideremo di quanto fossero sopravvalutati i “migliori”: almeno quanto erano sottovalutati i “peggiori”. E quel giorno arriverà se e quando Conte, dopo l’accordo di divorzio da Casaleggio, riuscirà a dare forma e contenuti ai nuovi 5Stelle. Che, com’è già avvenuto col Pd di Zinga e con Leu, potranno contaminare in positivo anche gli alleati. Si spera in tempo per correggere la rotta del governo (che intanto sta demolendo pure i controlli anticorruzione affidandoli – non è una barzelletta – a Brunetta). E si spera in tempo per le elezioni, che al momento sono un cappotto assicurato delle destre: Lega e FdI sono in testa ai sondaggi, con tanti saluti a chi raccontava la favoletta che Draghi avrebbe seppellito il “populismo”. Non sappiamo se Conte, che da neofita ha offerto buone prove come premier, sarà all’altezza anche alla guida del M5S: come leader politico è ancora tutto da scoprire. Ma all’orizzonte non si vede nessuno che possa riuscirci meglio di lui. E, se qualche capetto o caperonzolo grillino pensa di presentargli il conto raccattando truppe mastellate per farsi le proprie correntine, non condannerà all’estinzione soltanto se stesso, ma anche i 5Stelle e – ciò che più conta – la speranza di molti italiani di non morire melonian-salviniani. Magari con B., o quel che ne resta, presidente della Repubblica.

IlFQ

Blocco licenziamenti solo in Italia. Come funzionano le regole degli altri paesi. - Claudio Tucci

 

I punti chiave


In Italia si continua a discutere di blocco dei licenziamenti, con i sindacati che, a gran voce, chiedono al premier, Mario Draghi, di prorogare nuovamente la misura - un unicum a livello internazionale - fino al 31 ottobre.

L’esecutivo è diviso, e da palazzo Chigi difendono la faticosa mediazione messa a punto, sul solco delle esperienze europee, che prevede dal 1° luglio il blocco dei licenziamenti solo per quelle imprese, in difficoltà, che utilizzano la cassa integrazione scontata, senza cioè pagare i contributi addizionali.

Contrarie a nuove proroghe del divieto sono le imprese, che chiedono invece misure ad hoc per accompagnare (e non sprecare) questi mesi di ripresa.

IL CONFRONTO

Elasticità dell'occupazione rispetto al PIL. Dati in % - Fonte: elaborazione @AGarnero su dati OCSE

IL CONFRONTO

Noi e gli altri.

Ma negli altri paesi cosa è successo in quest’anno e più di pandemia? Grazie all’aiuto di Andrea Garnero, economista al dipartimento occupazione e affari sociali dell’Ocse, abbiamo provato a vedere un po’ anche “a casa degli altri”. Anche per comprendere, un po’ meglio, le critiche che la Ue ha sollevato nei giorni scorsi al blocco generalizzato dei licenziamenti italiano.

In Germania cig più generosa, in Francia più controlli.

Ma procediamo con ordine. La Germania, come moltissimi altri paesi Ocse, ad esempio, ha reso più generosa la cassa integrazione, ma non ha vietato i licenziamenti. Francia e Spagna hanno optato per una via intermedia, di aumento dei controlli e dei costi.

In Spagna, un lavoratore licenziato a causa del Covid-19 può andare dal giudice e far dichiarare il licenziamento nullo, con conseguente reintegra, o illegittimo, nel qual caso il dipendente riceve un compenso di 33 giorni di retribuzione per anno di lavoro.

La Francia ha messo in piedi un sistema di controlli rafforzati dei licenziamenti collettivi nelle aziende con più di 50 dipendenti da parte della Direccte, l’autorità alla quale queste aziende devono notificare l’intenzione di licenziare un lavoratore.

Il legame tra cig scontata e maggiore tutela dell’occupazione

In Europa, insomma, laddove si è messo in piedi un sistema di cassa integrazione generoso (e vantaggioso per le imprese) c’è stata una relativa stabilità dei contratti a tempo indeterminato. Ma al contrario la crisi si è abbattuta sui lavori precari: in molti paesi Ue si è assistito a un crollo delle assunzioni a tempo per i mancati rinnovi dei contratti a termine. Quindi, anche all’estero, come in Italia per diversi mesi, tante persone hanno perso il lavoro, ma non attraverso i licenziamenti.

L’esempio del Regno Unito.

I dati per ora sono parziali. Ma dall’Ocse confermano che in Francia e Regno unito i licenziamenti non sono schizzati al rialzo nei primi mesi di pandemia. Interessante è l’esempio inglese.

Qui, cioè nel Regno unito, dove licenziare è molto più semplice che in Italia e la maggior parte dei paesi Ocse, nei primi mesi dell’emergenza l’aumento dei licenziamenti è stato limitato, mentre ha cominciato ad accelerare significativamente in estate, quando il Job Retention Scheme, una sorta di cassa integrazione, è stato reso meno generoso.

Un altro segnale che il provvedimento davvero determinante in questi mesi è la Cig “vantaggiosa”: se le imprese, infatti, hanno accesso a questa Cig, non licenziano, perché licenziare costa in termini di procedure, indennizzi ed eventuali ricorsi. Del resto, la mediazione messa a punto dai tecnici di palazzo Chigi proprio a tutti questi esempi internazionali si è rifatta, legando la cig scontata al blocco dei licenziamenti.

L’impatto sul mercato del lavoro.

Ma queste diverse misure normative adottate oltralpe che impatto hanno avuto sui rispettivi mercati del lavoro? In altre parole, il mancato divieto generalizzato di licenziamento ha prodotto pesanti perdite occupazionali in Germania, Francia, Spagna, Regno Unito? Una prima risposta a queste domande è arrivata nei giorni scorsi dalla commissione Ue.

Che ha evidenziato come l’elasticità media totale dell’occupazione nell’Ue - che misura la reattività dell’occupazione ai cambiamenti dell’attività economica - sia stata di 0,25 nel 2020, rispetto a un’elasticità di 0,24 per l’Italia.

Per alcuni paesi, come Germania e Francia, l’elasticità dell’occupazione è ancora più bassa, ovvero quei paesi sono riusciti a contenere l’impatto sul mercato del lavoro senza ricorrere a misure restrittive come il divieto assoluto di licenziamenti.

In sintesi, il calo dell’occupazione rispetto al Pil in Italia è stato nella media europea e peggiore di Francia, Germania. È stato invece migliore di Portogallo e Spagna. Per tutti questi motivi, la commissione Ue ritiene che il divieto di licenziamento, più a lungo resti in vigore, «potrebbe addirittura rivelarsi controproducente poiché ostacola il necessario adeguamento della forza lavoro a livello aziendale».

IlSole24Ore

M5S, Conte: 'Abbiamo i dati degli iscritti'. Davide Casaleggio lascia il movimento.

 

L'ex premier su Facebook: 'Il movimento, forte delle sue radici, entra in una nuova storia'.


Intesa tra M5s e associazione Rousseau per la riconsegna dei dati degli iscritti al Movimento ma Davide Casaleggio strappa ed esce dal Movimento. Senza il cognome Casaleggio, con il volto di Giuseppe Conte e con Beppe Grillo "arbiter" del nuovo corso: dopo un'attesa lacerante nasce dunque il nuovo Movimento 5 Stelle. L'ex premier e Davide Casaleggio siglano una faticosa intesa, "facilitata" dall'intervento del Garante della Privacy: il primo si impegna a "onorare i debiti" nei confronti dell'Associazione Rousseau, il secondo formalizza la consegna dei dati degli iscritti.

I termini finanziari dell'intesa non sono noti.

Conte e Rousseau avrebbero chiuso, secondo alcune indiscrezioni, ad una cifra attorno ai 250mila euro, da pagare in un certo periodo di tempo da parte del nuovo Movimento al quale gli eletti devono, mensilmente, mille euro. La piattaforma Rousseau sarà sostituita da quella fornita, con tutta probabilità, dalla Isa srl, società con sede a Viterbo. Sarà una piattaforma tecnica, così come aveva preannunciato Conte presentando un Movimento che, almeno all'esterno, potrebbe essere più partitico, con tanto di sede fisica (a Roma, a due passi da Montecitorio), segreteria e scuola di formazione ad hoc. L'intesa potrebbe placare i gruppi parlamentari, sempre più simili a un campo minato e nei quali cresce l'insofferenza verso il governo Draghi.

"Il tempo dell'attesa e dei rinviii - scrive su facebook Giuseppe Conte - è finito, il Movimento 5 Stelle entra, forte delle sue radici, in una nuova storia. Giugno segna l'inizio del nostro 'secondo tempo': siamo finalmente in possesso dei dati degli iscritti ed è stato raggiunto l'accordo con l'associazione Rousseau". "È stato un lungo confronto, ma sono contento di poter dire che ogni parola, ogni telefonata e discussione avuta in queste settimane è una pietra che poggiamo alla base del nuovo progetto politico. Ringrazio in particolare Vito Crimi, con cui abbiamo concordato un cronoprogramma e che in questo periodo non si è mai risparmiato. Nei prossimi giorni il progetto politico sarà rivelato e discusso: gli iscritti con il loro entusiasmo e con le loro decisioni saranno il motore principale che ci guiderà in questa avventura", scrive l'ex premier.

"Ci prendiamo solo qualche giorno per verificare i dati e predisporre tutte le attività preliminari alle operazioni di voto. Subito dopo presenteremo il nuovo Statuto e la Carta dei principi e dei valori: sarà aperta una fase per le osservazioni degli iscritti ed entro la fine di questo mese ci sarà la pronuncia con un voto online prima sullo Statuto e successivamente sul nuovo leader del M5S. "È tempo di guardare avanti, adesso. È tempo di essere realisti ma anche di lavorare per "realizzare l'impossibile": abbiamo un Paese e un futuro a cui dedicare le nostre più preziose energie", aggiunge.

"Adesso più che mai dobbiamo fare squadra, coinvolgendo tutti. Con Giuseppe Conte possiamo rilanciare il MoVimento, ora dobbiamo sostenerlo e blindare la sua leadership. Uniti possiamo ancora fare tante cose utili per gli italiani". Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. 

Davide Casaleggio si "disiscrive" dal Movimento 5 Stelle. La sua intenzione è annunciata in un post sul blog delle Stelle.  "Abbiamo costruito un modello di cittadinanza attiva che oggi è considerato tra i migliori 5 al mondo e ne sono profondamente orgoglioso. Il percorso della partecipazione dal basso continuerà lungo la strada che abbiamo tracciato mantenendo l'integrità, la coerenza e la solidità morale che abbiamo sempre coltivato, nei mille modi in cui sarà possibile. Questo non è più il MoVimento e sono certo non lo avrebbe più riconosciuto nemmeno mio padre."

ANSA

Raggiunto il record di 600mila vaccinati in un giorno in Italia.

 

Figliuolo: 'Italia seconda in Ue per popolazione vaccinata'.

Il record di oltre 600mila somministrazioni in un giorno e a Bari le prime dosi del vaccino già inoculate ai primi 150 ragazzi dodicenni fragili. La campagna vaccinale sale oltre la quota attesa del generale Francesco Figliuolo, che esulta: l'Italia è al secondo posto assoluto in Europa in termini di popolazione interamente immunizzata, subito dopo la Germania e davanti a Francia e Spagna.

Il nuovo traguardo, in arrivo nei prossimi giorni, sarà il raggungimento - almeno con la prima dose - della metà della popolazione vaccinabile (al momento 24 milioni e mezzo su 53).

Nel Paese che si avvia gradualmente all'abbandono delle restrizioni verso una totale zona bianca, l'unico nodo ancora da sciogliere resta la data sull'apertura delle discoteche. Ma la questione è ormai entrata in agenda e la prossima settimana, forse martedì, potrebbe partire una prima interlocuzione con i tecnici ministeriali. I gestori dei locali chiedono che l'Esecutivo si esprima quanto prima per fornire delle certezze, che arriveranno quindi nei prossimi giorni: attenzione al tema è stata posta non solo dalle Regioni, ma anche dal ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini, e dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. Potrebbe tramontare l'idea del test in due sole città per far spazio ad una disposizione generale che permetta la riapertura generale delle strutture in sicurezza intorno agli inizi di luglio. L'allentamento delle misure passa anche per lo spostamento di un'ora del coprifuoco a mezzanotte per le Regioni in zona gialla, sempre meno. I dati infatti migliorano giorno dopo giorno: al momento nel Paese ci sono meno di 200mila persone positive al Covid, precisamente 195.369. Sono invece 57 le vittime colpite dal virus secondo il bollettino delle ultime 24 ore e 2.436 i nuovi contagiati registrati, con il tasso di positività stabile all'1%.

In terapia intensiva ci sono in tutto 788 malati e sono stati 20 ingressi in un giorno. I dati migliorano sulla spinta dell'incremento delle somministrazioni e uno dei fattori chiave - secondo lo stesso Figliuolo - è l'aumento dei punti vaccinali: ai 2.666 presenti al momento in Italia se ne stanno aggiungendo altri 800 realizzati da imprese, grande distribuzione ed altri operatori economici grazie al Piano delle inoculazioni dei lavoratori nelle aziende. Delle oltre 604mila dosi, 420mila hanno riguardato la prima dose e adesso l'obiettivo è arrivare alla metà dell'intera popolazione vaccinata almeno con il primo 'shot' entro la seconda metà di giugno, quando il Paese tornerà alla quasi normalità. Ma l'obiettivo, fanno sapere dalla struttura commissariale, andrà messo a sistema con gli approvvigionamenti. E dopo le prenotazioni dei giorni scorsi è già partita in queste ore in alcune Regioni la vaccinazione dei dodicenni. A Bari è toccato agli under 16 fragili, con le prime 150 somministrazioni tra pazienti e loro conviventi.

Due le sedute vaccinali organizzate mentre per facilitare l'adesione è stata istituita una mail dedicata, che i genitori dei ragazzi tra i 12 e 15 anni hanno utilizzato per aderire alla campagna e prenotare. Nelle prossime ore nel Lazio, invece, si svolgerà il Rieti Junior open day: un banco di prova per i candidati più piccoli all'immunità che inizierà con 120 candidati, tanti quanto le dosi messi a disposizione. Sono invece quasi seimila gli operatori del turismo e dei centri estivi che si sono prenotati alle slot appena aperte in Veneto. Entrambe le categorie hanno aderito in massa alla proposta tanto che in una delle aziende sanitarie di Venezia in poco tempo sono terminati tutti i 1.700 posti a disposizione. 

ANSA

La Cina sta creando un "Sole artificiale", il che è un po' inquietante.

La fusione nucleare ci permetterebbe di produrre enormi quantità di energia con bassissime emissioni di carbonio. Energia pulita e praticamente illimitata, come quella di una stella. E in effetti si tratta proprio di questo: costruire un Sole artificiale. Tutto sta nel riuscire a controllare questa immensa potenza.

La mattina del 28 maggio il reattore cinese EAST (Experimental Advanced Superconducting Tokamak) ha raggiunto un nuovo record mondiale, toccando i 120 milioni di gradi e soprattutto controllando quella temperatura per 101 secondi. Per mettere nella giusta prospettiva questo risultato strabiliante bisogna pensare che nel 2018 furono toccati i 100 milioni di gradi, ma solo per 10 secondi.

WESTEND61GETTY IMAGES

Mentre il Sole riesce a creare questa reazione naturalmente anche grazie alla gravità noi dobbiamo usare dei generatori super potenti e stabili per forzare l'unione degli atomi e per farli funzionare ci serve il deuterio, che si trova nell'acqua.

Tanto per capirci 1 litro d'acqua di mare può produrre l'equivalente energetico di 300 litri di benzina attraverso la fusione nucleare.

Non sappiamo ancora quando riusciremo effettivamente ad usare questo tipo di energia, magari ci vorranno ancora dieci anni, ma con questi risultati ci avviciniamo a grandi passi a quel momento.

esquire.com 

sabato 5 giugno 2021

G7: accordo storico sulla tassazione globale.

 

Lo annuncia il Cancelliere dello Scacchiere Sunak.


I ministri delle Finanze del G7 hanno raggiunto "un accordo storico" sulla tassazione globale. Lo dichiara il Cancelliere dello Scacchiere inglese, Rishi Sunak.

Accordo "sul principio di una aliquota globale minima del 15% per la tassazione delle grandi imprese, applicata Paese per Paese", ha scritto su Twitter il Tesoro britannico, parlando "una stretta sull'elusione fiscale" che farà pagare "la giusta quota" alle multinazionali di Big Tech. Secondo il Tesoro, "le maggiori imprese globali, con margini di profitto di almeno il 10%, vedranno il 20% di tutti gli utili al di sopra di tale soglia riallocato e tassato nei Paesi dove effettuano vendite".

I ministri delle Finanze del G7 hanno preso, con l'accordo su un'aliquota minima globale del 15%, un "impegno senza precedenti che metterà fine alla corsa al ribasso nella tassazione aziendale, assicurando equità per i lavoratori negli Stati Uniti e in tutto il mondo", ha dichiarato in una nota la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen.

"Oggi a Londra abbiamo compiuto un grande passo verso un accordo globale senza precedenti sulla riforma della tassazione delle imprese. E' stato un incontro molto positivo che ci ha permesso di costruire ponti su questioni cruciali". Così il commissario Paolo Gentiloni. "Le possibilità di un accordo globale sono notevolmente aumentate. Ora dobbiamo fare l'ultimo miglio per espandere questo consenso ai membri del G20 e a tutti i paesi coinvolti nel quadro inclusivo dell'Ocse. La Commissione contribuirà attivamente a queste discussioni multilaterali in corso per garantire il raggiungimento di un accordo ambizioso a luglio", conclude.

Articolo e foto ANSA.