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martedì 1 agosto 2023
I peggiori istinti della nostra vita. - Massimo Erbetti
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lunedì 31 luglio 2023
Putin: "Entro quattro mesi consegne gratis del grano ai paesi africani"
Il presidente russo, Vladimir Putin, al termine del vertice Russia-Africa, a San Pietroburgo, ha fatto il punto con la stampa. Un discorso amplio il suo, in cui ha parlato dei colloqui di pace, dell’esportazione del grano, delle perdite subite dall’esercito ucraino. “L’Ucraina ha perso 415 carri armati dal 4 giugno”, ha sentenziato il capo del Cremlino.
L’esportazione del grano
“Personaggi maligni provano a bloccare l’esportazione di grani e fertilizzanti russi, ma falliscono”, ha detto il presidente Putin, “La Russia va avanti”. Poi, ha aggiunto: “Affinché i paesi più poveri non soffrano davvero, in modo che non ci siano motivi per accusarci di essere colpevoli della difficile situazione dei paesi più poveri dell'Africa, abbiamo detto che siamo pronti a iniziare a fornire grano a questi Paesi, gratuitamente, per motivi umanitari. Inizieremo a consegnare 50.000 tonnellate entro 3-4 mesi”.
L’iniziativa di pace africana.
Secondo il presidente Putin, “Alcuni punti dell'iniziativa di pace africana sull'Ucraina, compresi gli scambi di prigionieri di guerra, sono già in corso di attuazione. L’Africa vuole sinceramente la fine del conflitto in Ucraina". Poi, ha precisato che "complessivamente il continente africano ha un atteggiamento amichevole e positivo verso la Russia”. E ha aggiunto: “L’iniziativa africana o quella cinese per dei colloqui potrebbero essere una buona base per arrivare alla pace in Ucraina”.
I colloqui di pace Ucraina-Russia.
“La Russia non ha rifiutato i colloqui di pace al contrario dell'Ucraina, che ha emesso un decreto che li vieta. Non abbiamo mai rifiutato i negoziati di pace. Ma a Kiev c’è un decreto che vieta le trattative”. Perché il processo possa iniziare, ha aggiunto il capo del Cremlino, "è necessario che ci sia un accordo da entrambe le parti. La Russia non può rispettare un cessate il fuoco in Ucraina, perché Kiev che sta cercando di attaccare”.
E sulla Nato.
“La Russia non vuole lo scontro diretto con la Nato, ma se qualcun altro lo scatenerà, Mosca è pronta. Siamo sempre pronti per qualsiasi scenario. Ma nessuno lo vuole. E su iniziativa della parte americana, un tempo abbiamo creato un meccanismo speciale per prevenire questi conflitti”, ha dichiarato Putin. “I nostri capi di alcuni dipartimenti comunicano direttamente tra loro e hanno l’opportunità di consultarsi su qualsiasi situazione di crisi”. Poi, in conclusione, ha ribadito il concetto: "Nessuno vuole scontri, ma se qualcuno li vuole, non certo noi, siamo pronti”.
Antonio Gramsci, 11 febbraio 1917. - Professor X - G. Middei
Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.
domenica 30 luglio 2023
Machu Picchu: l’analisi del DNA getta nuova luce sul popolo Incas. - Arianna Guastella
Una nuova analisi del DNA dei resti umani sepolti a Machu Picchu fornisce informazioni sui servitori degli Incas.
Gli uomini e le donne che servivano i reali Inca a Machu Picchu non erano locali; provenivano da terre lontane conquistate dall’impero, rileva un nuovo studio.
Un team internazionale di ricercatori ha analizzato l’antico DNA di oltre 30 persone sepolte a Machu Picchu, probabilmente servitori dell’élite Inca, e ha confrontato i dati genetici con il DNA di altri antichi resti umani e di persone moderne della regione.
I risultati hanno rivelato che i servi provenivano da tutti gli altopiani andini, così come da tutta la costa del Perù, secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances.
Chi viveva a Machu Picchu?
Gli Incas governarono la regione andina del Sud America dall’inizio del XV secolo alla metà del XVI secolo, quando gli spagnoli presero possesso dell’impero. Più di un secolo prima dell’invasione spagnola, gli Inca costruirono un imponente palazzo sulle montagne del sud del Perù, probabilmente per l’imperatore inca Pachacuti, che regnò dal 1438 al 1471. Ma poco si sa sulle origini e sulla vita dei servi che gestivano la tenuta di Machu Picchu.
Circa 750 persone vivevano a Machu Picchu – tra cui l’imperatore, altri membri della famiglia reale Inca, ospiti e servitori permanenti – durante l’alta stagione tra maggio e ottobre, secondo lo studio. Molti reali erano serviti da uomini conosciuti come “yanacona”, che non erano Inca. Piuttosto, venivano spesso prelevati dalle terre conquistate e presentati in dono all’imperatore. Anche le donne conosciute come “aclla” furono prese dalle loro terre d’origine e date in moglie a questi servi maschi. Insieme, la yanacona e l’aclla provvedevano ai bisogni dell’imperatore e dei suoi ospiti mentre si dedicavano a banchetti, canti, danze e cacce e svolgevano importanti cerimonie religiose.
Nell’ultimo secolo di lavori archeologici a Machu Picchu, i ricercatori hanno scoperto le tombe di quasi 200 persone morte tra il 1420 e il 1532. Date le ceramiche semplici e non in stile inca sepolte con gli individui, si è a lungo ipotizzato che queste grotte funerarie contenevano i resti dei servi yanacona e aclla che frequentavano la famiglia reale. Ricerche precedenti che utilizzavano analisi biochimiche suggerivano inoltre un alto livello di diversità etnica tra la popolazione sepolcrale di Machu Picchu.
Per verificare ulteriormente l’ipotesi che le persone sepolte fossero servitori portati lì da diverse parti del Sud America, i ricercatori hanno analizzato i dati del DNA antico di 34 persone trovate nei quattro cimiteri di Machu Picchu, così come il DNA di 36 persone moderne e antiche della Valle di Urubamba, chiamata anche Valle Sacra, a nord della capitale Inca di Cusco.
I risultati hanno rivelato che “Machu Picchu era sostanzialmente più diversificato geneticamente rispetto ai villaggi rurali contemporanei nelle Ande”, ha dichiarato Lucy Salazar, un’archeologa dell’Università di Yale che ha condotto lo studio.
Inoltre, il team ha trovato una differenza significativa tra gli antenati genetici dei servitori maschi e femmine: la maggior parte degli individui maschi proveniva dalle regioni degli altipiani, mentre le femmine avevano antenati molto più diversi e non degli altipiani.
Nel testare gli scheletri per la parentela biologica, i ricercatori hanno trovato solo una coppia di parenti di primo grado: una madre e una figlia sepolte l’una vicino all’altra. La madre sembra provenire dalle pianure amazzoniche, mentre la figlia è cresciuta negli altopiani o nelle Ande costiere. La mancanza di ulteriori relazioni biologiche suggerisce che i servi arrivarono a Machu Picchu come individui piuttosto che come comunità o famiglie allargate, hanno concluso i ricercatori.
Ken-ichi Shinoda, antropologo e direttore del Museo nazionale della natura e della scienza del Giappone, non coinvolto nello studio, ha dichiarato che “considerando che Machu Picchu era una città significativa all’epoca, non sorprende che persone provenienti da varie regioni andine si siano riunite qui”. Shinoda e il suo team hanno precedentemente analizzato il DNA di scheletri in luoghi di sepoltura non d’élite intorno a Machu Picchu e hanno trovato una diversità genetica molto inferiore.
Gli scheletri nel nuovo studio, che sono stati scavati e portati alla Yale University nel 1912, sono stati oggetto di richieste di rimpatrio fino a quando non sono stati tutti restituiti al Perù nel 2012. In passato, “non potevo analizzarli”, ha detto Shinoda. “Ora che è diventato possibile, sono lieto che siano state fatte nuove scoperte”.
Mentre le nuove analisi rivelano informazioni sulle origini e sulla vita dei servitori che gestivano Machu Picchu, rimangono interrogativi sulla vita dei reali.
“Nonostante i limiti intrinseci”, hanno scritto i ricercatori, “le nostre analisi degli individui non elitari dimostrano che le informazioni genomiche, in combinazione con fonti archeologiche ed etnostoriche, possono rivelare una visione più sfumata e completa della vita quotidiana a Machu Picchu rispetto a quella disponibile in passato”.
https://reccom.org/machu-picchu-dna-getta-nuova-luce-sul-popolo-incas/