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domenica 15 ottobre 2023

L'OLOGRAMMA E LA SINCRONICITÀ- Viviana Vivarelli.

 

Cos’è un ologramma? Un ologramma è un oggetto tridimensionale che sembra solido ma non lo è, in quanto è privo di solidità anche se è visibile da ogni lato, è una fotografia di luce a 3 dimensioni, proiettata da due rubini.
Un rubino è un cristallo di corindone con cromo, una struttura di silicio e ossigeno i cui elettroni hanno una trama molto debole. Se si agita un cristallo o lo si riscalda, esso scioglie il suo cuore, passando dallo stato solido a quello liquido, e in ciò cede elettroni. Questi non sono materia, ma luce, energia… La proprietà di cedere elettroni si chiama proprietà piezoelettrica.
Il rubino possiede un po’ di silicone, il silicone è un semiconduttore cioè può cedere o trattenere elettricità. I conduttori dei computer sono di silicone. E la centrale di produzione di computer IBM in America si chiama SILICON VALLEY. Un cristallo può vibrare in modo ritmico, si accende e si spegne, rilasciando o no energia. A causa di questa vibrazione ritmica, si usano cristalli liquidi per computer o orologi (rubini, quarzi…). I cristalli permettono al computer di lavorare secondo un sistema binario, ON-OFF, immagazzinando informazioni. Secondo la teoria delle energie sottili, i cristalli liquidi permettono anche alle nostre menti di immagazzinare informazioni sotto forma di energia.
Un pranoterapeuta dovrebbe portare a contatto della propria pelle un quarzo ialino o citrino che gli cederà elettroni, rigenerando le energie che la terapia dissipa.
In un rubino appositamente trattato, gli elettroni saltellano, ma ognuno con un movimento ondulatorio diverso. Dopo un certo tempo si sincronizzano e si dispongono tutti in un’onda di un solo tipo, entrando in fase. Allora, accade un fatto straordinario.
Gli elettroni sono particelle di luce, informazioni luminose. La luce è radiante, cioè si irradia da una fonte luminosa a 360°. Ma, quando gli elettroni danzano tutti allo stesso modo, la luce si allinea, si potenzia, diventa mirata e dal rubino nasce un filo sottilissimo di luce pura: il raggio laser. Il laser è una luce amplificata, continua, allineata, dove gli elettroni non balzano su e giù a caso, ma sono tutti in fase e vengono sparati come i proiettili di un fucile. La sua mira è precisissima e può avere un diametro piccolo a piacere, l’onda è coerente, in ogni suo punto i campi elettrici vibrano in fase, esso spara dunque in modo esattissimo il massimo dell’informazione col massimo della potenza. Un raggio laser può fare un foro piccolissimo a piacere in qualunque materiale, può tagliare un velo microscopico di cellule da un occhio, può saldare tra loro materiali diversi, può distruggere cellule tumorali, saldare la retina attraversando il bulbo oculare senza sfiorarlo, o lavorare sulla superficie di un organo senza penetrarlo all’interno, arrestare un’emorragia interna, coagulare uno strappo, perforare una cassaforte. Il laser è usato nelle fusioni nucleari, in elettronica, in chirurgia, può trasmettere informazioni, creare strumenti di precisione ecc…
Con due raggi laser si può creare un ologramma, una proiezione di luce a tre dimensioni. Su una lastra riproduciamo le informazioni luminose di un oggetto, poi, con un laser, possiamo fare il processo inverso e riprodurre l’oggetto, un oggetto che sembra vero e reale, con tutti i suoi punti luminosi e oscuri, perfettamente identico all’originale, in tutti i suoi dettagli, incrinature, sporgenze, rugosità, colori….così perfetto che l’ologramma di uno specchio è ancora uno specchio che specchia.
L’ologramma registra i campi ondulatori della luce e li ricostruisce. È una fotografia di luce nello spazio. L’immagine ha profondità e l’osservatore può anche girarvi attorno per guardarla da dietro. Si ha l’impressione di un oggetto sospeso per aria. L’oggetto da fotografare viene immerso in un raggio laser, un secondo raggio è fatto rimbalzare dal riflesso del primo, il punto di incontro tra i due è impresso su una pellicola, che, sviluppata, appare come un insieme di linee scure e di punti luce. Se un terzo laser la illumina, appare in aria l’immagine tridimensionale dell’oggetto originale.
Per ora abbiamo inventato solo l’ologramma fisso. C’è chi ha visto in una fiera l’ologramma di un rubinetto che versa acqua ed ha allungato la mano per chiuderlo. Nel film Guerre Stellari il protagonista riceve un ologramma della Principessa Bianca, la vede come fosse reale, alta 30 cm, che si muove e parla, e può ricominciare da capo a ripetere il messaggio come una segreteria telefonica tridimensionale. Questo è il nostro futuro. Immaginate un pilota che deve atterrare con scarsa o nulla visibilità di campo…nessuno strumento moderno oggi riesce a fargli vedere il campo di atterraggio così com’è veramente, ma se i piloti ne avessero una immagine olografica potrebbero vedere tutto il campo chiaramente… Un giorno potremo avere schermi per film o tv olografiche che fanno sorgere davanti ai nostri occhi immagini virtuali, una realtà tridimensionale con cui potremmo forse anche interagire. Viene da chiedersi se le famose apparizioni (le visioni mariane) non siano proiezioni di questo tipo. E ci chiediamo anche se i nostri sogni non siano la stessa cosa. Tutto in essi sembra solido, reale, interagente, ma niente è reale nel senso di materiale. Probabilmente il nostro cervello funziona come un ologramma, riceve frequenze e le converte in proiezioni. Il velo di Maia di cui parla la tradizione induista potrebbe essere il corrispondente religioso di un ologramma. Se il sogno fosse l’ologramma di una notte, il mondo potrebbe essere l’ologramma di una vita.
Anche in un sogno vedo le immagini calate in coordinate spazio-temporali, ma dove sono quello spazio e quel tempo? Dove stanno? Semplicemente non esistono, sono un’illusione percettiva soggettiva, una dilatazione della mia percezione, un fenomeno allucinatorio privo di consistenza. Se il mio sogno è un film interiore, allora anche la mia vita da sveglio potrebbe esserlo. Ogni realtà percepita potrebbe essere una realtà virtuale.
Il fisico inglese David Bohm ipotizzò che una realtà oggettiva non esistesse e che l’universo fosse un gigantesco ologramma. (“Ma allora”- chiese Andreina -“se la realtà è una proiezione, chi è che mi sta proiettando?”)
Il neurofisiologo americano Karl Pribam ipotizza una doppia conversione, l’oggetto percepito è convertito in frequenze mentali, che sono convertite in immagini davanti alla coscienza. Dal punto di vista olografico il mondo potrebbe essere un’enorme illusione, la materia non esisterebbe, tutto sarebbe maya, miraggio, come dicono le filosofie orientali, una realtà virtuale di cui faccio parte. È un’illusione che noi siamo persone fisiche che si muovono in un mondo fisico, potremmo essere sogni che si muovono in un sogno e un giorno potremmo svegliarci e scoprire di aver sognato la vita.
Ma se l’universo fosse una proiezione interconnessa, in cui ogni punto ha l’informazione totale, allora ciò che succede altrove potrebbe essere conosciuto qui. E un’esperienza di telepatia o di conoscenza diretta, una visione, un’inferenza della mente sulla materia, un atto di sincronicità diventerebbero spiegabili. L’esperienza mistica sarebbe l’immissione improvvisa in una coscienza olografica, il passaggio da una coscienza personale a una coscienza totale, il frammento che contiene l’intero. Non più una limitata vista periscopica, ma una visione d’insieme (come quella dell’Akasha indiano).
In una realtà unica e interconnessa, l’interazione diventa implicita. Quando ho paura, ho reazioni tanto sul piano organico che mentale che psichico. Corpo, mente, anima interagiscono con simmetrie di senso, isole di significato, picchi di corrispondenza, quello che Calligaris chiamava risonanza.
Allo stesso modo l’organismo olografico universale reagisce in modo sincrono. Risonanza e sincronicità sarebbero le due leggi del reale.
Dal mio libro ‘Introduzione alla radioestesia’: Le energie buone o cattive che influenzano l'uomo”. Pagg. 203. con figure. Euro 15,60 su carta, euro 3 in lettura digitale.

martedì 1 agosto 2023

I peggiori istinti della nostra vita. - Massimo Erbetti

 

Criminalizzare, negare, aizzare, odiare…
Criminalizzare determinate categorie…
I poveri, tutti i poveri…
i migranti, tutti i migranti…
Gli ambientalisti, tutti gli ambientalisti.
Negare…
Negare il cambiamento climatico
Negare le pandemie
Negare addirittura le evidenze scientifiche.
Aizzare…e odiare…
Aizzare alcuni contro chi la pensa in modo diverso…odiare il contendente…odiare quello diverso da sé stessi…o addirittura chi ha orientamenti culturali, sociali, religiosi e sessuali…addirittura chi mangia in modo diverso…
E così tutti i poveri diventano fannulloni, tutti i migranti criminali…chi è di una religione diversa un terrorista…alla comunità LGBT si tolgono diritti…
E ora anche la negazione del cambiamento climatico…
"D’estate fa caldo d’inverno fa freddo". E quando vai sull’Adamello e sul Tonale e vedi i ghiacciai che si ritirano anno dopo anno… Certo che stai lì a pensare!. Poi studi un pochino di storia e vedi che sono cicli"
(lo ha detto ieri Salvini)
Per cui niente cambiamento climatico…niente poveri, perché quelli che lo sono, lo sono per scelta, niente migranti, perché sono tutti delinquenti…niente di niente…
I peggiori istinti della nostra vita…e la cosa funziona e funziona, perché c'è rabbia, rancore, insicurezza…la gente ha paura, non ha fiducia nel futuro.
Ho un lavoro instabile? Sottopagato? Magari al nero? Ma è normale che devo prendermela con qualcuno…dovrei prendermela con chi governa, ma è irraggiungibile, non riesco ad arrivarci…meglio prendersela con chi sta peggio di me…perché se io sono vulnerabile, chi sta peggio di me, lo è ancor di più…e se le cose stanno così, ho almeno la speranza…la speranza che se viene tolta qualcosa a lui quella cosa venga a me…
Stessa cosa per i migranti…
E poi ci sono le cose che ci fanno paura…paura vera…il cambiamento climatico…e io ho bisogno di sicurezza…almeno datemi un po' di sicurezza…non fatemi pensare che il domani sarà ancora peggiore a causa del cambiamento climatico…desertificazioni…inondazioni…cataclismi…ma che ho fatto io di male…per meritarmi tutto questo?
Mi sfruttate, mi massacrare, non mi date una sanità che funziona…e io devo vedere che a qualcuno qualcosa la date? E a me niente?
E allora sai che c'è? Io me la prendo con tutti…poveri, migranti, gay, vegani, ambientalisti, mussulmani…medici, scienziati, professori…e nego tutto…non c'è povertà, non c'è guerra, non c'è pandemia…nessun cambiamento climatico…
Me la prendo con tutti e nego tutto…devo salvarmi…e per salvarmi distruggo ogni cosa…anche me stesso…
I peggiori istinti della nostra vita…c'è chi li scatena e chi li fa scatenare…

venerdì 4 dicembre 2020

Stormir di fronde. - Marco Travaglio























Per non farci mancare nulla, ora abbiamo pure le fronde. Tre, senza contare quella dei renziani che ce l’hanno nel Dna. C’è quella di un drappello di senatori Pd che contestano il governo sul divieto agli spostamenti tra Comuni durante le feste. C’è quella dei 46 parlamentari 5Stelle capitanati da Morra, Toninelli e Lezzi che contestano il sì dell’Italia alla riforma del Mes. E c’è quella di 4 eurodeputati M5S che se ne vanno con supercazzole sulla buonanima di Casaleggio, sulla “difesa del pianeta e la tutela della salute dei cittadini” e sulla “fine del Movimento” a far data da cotanta perdita. Tre fronde diverse, un comune denominatore: l’assoluto e irresponsabile distacco dalla realtà. Alla fronda pidina ha risposto, a stretto giro, il dato terrificante dei morti di ieri per o con Covid: quasi mille, record assoluto dall’inizio della pandemia. In quattro giorni abbiamo avuto più vittime dell’11 Settembre e certi decerebrati vanno dietro ai capricci dei parenti stretti ed eventuali elettori. La miglior risposta alle due fronde grilline sarebbe una risata, ma siccome c’è in ballo il governo va articolata meglio.

La riforma del Mes, secondo alcuni addirittura peggiorativa di quel prestito-capestro per gli Stati in bancarotta, passerà comunque: FI o chi per essa, viste le pressioni europee, nel voto del 9 dicembre rimpiazzerà i dissidenti 5Stelle. Che così avranno ottenuto questo triplice risultato: screditare vieppiù il M5S, proprio mentre i poteri marci vogliono buttarli fuori da Palazzo Chigi e i giornaloni fanno a gara a demolire le loro conquiste (vedi le fake news del Corriere sul Reddito di cittadinanza); indebolire il governo Conte (di cui il M5S è l’azionista n.1 e che per questo è così inviso ai padroni del vapore); rafforzare il partito delle larghe intese e del governo Draghi all’insaputa di Draghi. La solita eterogenesi dei fini, già sperimentata con la linea Di Battista-Laricchia alle Regionali: il M5S rifiutò l’alleanza col Pd in Puglia, perse per strada un bel po’ di elettori che provvidero da soli, salvo poi entrare nella giunta Emiliano con un peso molto più marginale di quello che avrebbe avuto con un’intesa preventiva. Una soluzione di buonsenso l’ha indicata il viceministro Pierpaolo Sileri: il M5S fa passare la riforma del Mes e gli alleati Pd-Iv-Leu la piantano di invocare il prestito anti-Covid di 36 miliardi, visto che Conte e Gualtieri hanno ribadito mille volte che l’Italia non ne ha bisogno perché non ha problemi di cassa, non è alla bancarotta e ha già stanziato per la sanità quasi 10 miliardi in 9 mesi con vari scostamenti di bilancio. Se ne servono altri, basta prenderli dalle convenzioni fra Regioni e cliniche private. Ma, come tutte le soluzioni di buon senso, anche questa ha un’aspettativa di vita sottozero.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/12/04/stormir-di-fronde/6026164/

lunedì 27 novembre 2017

ALL'ONU, L'INCAPACITA' DEGLI STATI UNITI DI AMMETTERE LA REALTA'. - Thierry Meyssan

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Quattro veti successivi sulla menzogna di Khan Shaykhun.
Mentre i presidenti Putin e Trump fanno progressi sulla questione siriana, gli alti funzionari statunitensi all’ONU sono impegnati in un braccio di ferro con la Russia. Rifiutandosi di indagare su un crimine, giudicato tale a priori, hanno provocato non uno, bensì quattro veti al Consiglio di Sicurezza. Secondo Thierry Meyssan, il comportamento schizofrenico degli Stati uniti sulla scena internazionale attesta la divisione dell’amministrazione Trump e, al tempo stesso, il declino dell’imperialismo americano.

Adottando lo stesso atteggiamento del suo lontano predecessore Adlai Stevenson durante la crisi dei missili cubani, Nikki Haley ha denunciato l’incidente di Khan Shaykhun mostrando come prova fotografie raccapriccianti. “Prove” la cui autenticità il Meccanismo d’inchiesta congiunto Onu-OPAC [Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, ndt] si è tuttavia rifiutato di certificare. Si noti che il falco Jeffrey Feltman è seduto accanto all’ambasciatrice.
Indubbiamente poche cose sono cambiate dall’11 settembre 2001. Gli Stati Uniti continuano a manipolare l’opinione pubblica internazionale e gli organismi delle Nazioni Unite, sicuramente per ragioni diverse, mostrando però il medesimo disprezzo per la verità.

Nel 2001 i rappresentanti di Stati Uniti e Regno Unito, John Negroponte e Stewart Eldon, garantivano che i rispettivi Paesi avevano attaccato l’Afghanistan per legittima difesa, in seguito agli attentati di New York e Washinton [1]. Il segretario di Stato, Colin Powell, prometteva che avrebbe fatto avere al Consiglio di Sicurezza un dossier completo contenente le prove delle responsabilità afghane. Dopo sedici anni siamo ancora in attesa del documento.

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Il segretario di Stato Colin Powell mente al Consiglio di Sicurezza. Brandisce quel che presenta come fiala di antrace in grado di uccidere l’intera popolazione di New York e accusa l’Iraq di aver preparato la terribile arma per attaccare gli Stati Uniti. Washington non si è mai scusata per la pagliacciata.

Nel 2003, durante un intervento ripreso dalle televisioni del mondo intero, lo stesso Colin Powell spiegò al Consiglio di Sicurezza che anche l’Iraq era implicato negli attentati dell’11 settembre e stava preparando un nuovo attacco agli Stati Uniti con armi di distruzione di massa [2]. Tuttavia, il generale Powell, lasciando l’incarico governativo ammise, su una rete televisiva americana, che tutte le innumerevoli accuse del suo discorso erano false [3]. Dopo quattordici anni stiamo ancora aspettando che gli Stati Uniti si scusino davanti al Consiglio di Sicurezza.

Il mondo intero ha dimenticato le accuse americane sulla responsabilità del presidente Saddam Hussein negli attentati dell’11 settembre (in seguito Washington ha attribuito gli stessi attentati prima all’Arabia Saudita e, ora, all’Iran, senza mai portare alcuna prova). 
In compenso, tutti ricordano il dibattito, durato mesi, sulle armi di distruzione di massa. All’epoca, la Commissione di Controllo, Verifica e Ispezione delle Nazioni Unite (in inglese UNMOVIC) non trovò la minima traccia di queste armi. Un braccio di ferro oppose l’allora direttore di UNMOVIC, lo svedese Hans Blix, prima agli Stati Uniti, poi all’ONU e, infine, all’insieme del mondo occidentale. Washington sosteneva che Blix non aveva trovato le armi perché svolgeva male il proprio lavoro. Blix affermava invece che l’Iraq mai era stato in grado di fabbricare armi simili. Poco importa, gli Stati Uniti bombardarono comunque Bagdad, invasero l’Iraq, rovesciarono il presidente Saddam Hussein e lo impiccarono, occuparono il Paese e lo saccheggiarono.

Il metodo statunitense posteriore al 2001 non ha nulla a che vedere con quello che l’ha preceduto. Nel 1991 il presidente Bush padre si premurò, prima di attaccare l’Iraq, di avere il Diritto internazionale dalla propria parte. Spingendo Bagdad a invadere il Kuwait e Saddam Hussein a intestardirsi, ottenne il sostegno di quasi tutte le altre nazioni. Nel 2003 Bush figlio si limitò invece a mentire e a perseverare nella menzogna. Molti Stati presero le distanze da Washington e il mondo assistette alle manifestazioni pacifiste più imponenti della storia, da Parigi a Sydney, da Pechino a Città del Messico.

Nel 2012 l’Ufficio Affari Politici dell’ONU redasse un progetto contemplante la capitolazione totale e incondizionata della Siria [4]. Il suo direttore, lo statunitense Jeffrey Feltman, ex vice della segretaria di Stato Hillary Clinton, utilizzò ogni mezzo a sua disposizione per formare la più vasta coalizione della storia e accusare la Siria di ogni sorta di crimine, mai dimostrato.

Se gli Stati che sono in possesso del documento Feltman hanno deciso di non pubblicarlo è per tutelare le Nazioni Unite. È difatti inaccettabile che le risorse dell’ONU, un’istituzione creata per preservare la pace, vengano utilizzate per promuovere la guerra. Io, che sono libero dagli obblighi che vincolano uno Stato, ho invece pubblicato in Sous nos yeux [5] uno studio dettagliato di quell’ignobile documento.

Nel 2017 il Meccanismo d’Inchiesta congiunto ONU-OPAC, creato su richiesta della Siria per indagare sull’uso di armi chimiche sul suo territorio, è stato teatro dello stesso braccio di ferro che oppose Hans Blix a Washington. Però, questa volta, i fronti sono rovesciati. Nel 2003 l’ONU difendeva la pace. Oggi non più: Jeffrey conserva il proprio posto ed è ancora il numero due dell’ONU. E ora è la Russia che, in nome della Carta delle Nazioni Unite, si oppone a funzionari internazionali pro-USA.

I lavori del Meccanismo d’Inchiesta, oggetto di normale dibattito nel primo periodo, ossia da settembre 2015 a maggio 2017, sono diventati divisivi da quando, alla sua direzione, il guatemalteco Edmond Mulet è subentrato all’argentina Virginia Gamba. Una nomina voluta dal nuovo segretario generale dell’ONU, il portoghese Antonio Guterres.

Del Meccanismo d’Inchiesta fanno parte funzionari dell’ONU e dell’OPAC, la prestigiosa organizzazione internazionale che nel 2013 ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per la sorveglianza sulla distruzione dell’arsenale chimico siriano da parte di Stati Uniti e Russia. Tuttavia, il suo direttore, il turco Ahmet Üzümcü, ha subito una trasformazione. A giugno 2015 è stato invitato a Telfs Buchen (Austria) per partecipare alla riunione del Gruppo Bilderberg, il club della NATO.

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A dicembre 2015 Ahmet Üzümcü è stato decorato della Legione d’Onore da Laurent Fabius, il ministro francese degli Esteri che ha affermato che il presidente al-Assad «non ha diritto di vivere» e che Al Qaeda «fa un buon lavoro».

La questione è ben più grave del 2003, quando lo scontro era tra Hans Blix e Stati Uniti, che minacciavano d’intervenire contro l’Iraq se l’ONU avesse dimostrato l’esistenza di armi di distruzione di massa. Nel 2017 il conflitto è invece tra la Russia ed Edmond Mulet, che potrebbe avallare a posteriori l’intervento americano contro la Siria. Senza esitare Washinton ha ritenuto infatti la Siria responsabile di un attacco al gas sarin a Khan Shaykhun e ha bombardato la base aerea di Sheyrat [6].

Qualora il rapporto del Meccanismo d’Inchiesta si scostasse in qualche modo dalla linea di condotta di Washington, gli Stati Uniti sarebbero costretti a chiedere scusa alla Siria e a indennizzarla. I funzionari internazionali pro-USA ritengono perciò sia loro dovere pervenire alla conclusione che la Siria ha bombardato il suo stesso popolo con il gas sarin, depositato illegalmente nella base aerea di Sheyrat.

Dal mese di ottobre la discussione tra alcuni funzionari ONU e la Russia ha iniziato a salire di tono. Contrariamente a quanto sostiene la stampa occidentale, il contenzioso non riguarda affatto l’esito del Meccanismo d’Inchiesta, ma esclusivamente i metodi utilizzati; Mosca rifiuta a priori ogni conclusione cui si sia giunti con metodi non conformi ai principi internazionali, stabiliti nel quadro della Convenzione sulle Armi Chimiche e dell’OPAC [7].

Il sarin è un gas neurotossico estremamente letale per l’uomo. Esistono varianti del prodotto, come il clorosarin e il ciclosarin, e una versione ancora più pericolosa, il VX. Tutti questi prodotti chimici sono assorbiti dalla pelle e passano direttamente nel sangue. In un periodo che può variare da qualche settimana a qualche mese si disperdono nell’ambiente, non senza conseguenze per la fauna con cui può entrare in contatto. Quando penetrano nel suolo il sarin e le sue varianti, in assenza d’ossigeno e luce, possono mantenersi attivi molto a lungo. Basta osservare le fotografie dell’attacco di Khan Shaykhun, dove si vedono persone prelevare campioni poche ore dopo l’attacco, senza indossare tute che proteggano la pelle, per avere la certezza che, se c’è stato uso di gas, non può trattarsi né di sarin né di alcuno dei suoi derivati. Maggiori dettagli si possono trovare nello studio del professor Theodore Postol, del Massachusetts Institute of Technology (MIT), che smonta una a una le argomentazione dei sedicenti esperti della CIA [8].

Ebbene, contravvenendo ai principi della Convenzione sull’Uso delle Armi Chimiche, il Meccanismo d’Inchiesta non si è recato sul posto per prelevare campioni, analizzarli e indentificare il gas eventualmente utilizzato. Rispondendo alle domande poste a tal proposito a maggio e giugno scorsi dalla Russia, l’OPAC ha dichiarato che stava esaminando le condizioni di sicurezza in cui si sarebbe svolto il sopralluogo, per giungere infine alla conclusione che non occorreva muoversi perché «non sussistono dubbi sull’utilizzo del sarin».

In compenso, il Meccanismo d’Inchiesta si è recato nella base di Sheyrat, dove, secondo Washington, il gas sarin era stato illegalmente immagazzinato e poi caricato sui bombardieri. Anche in questo caso, nonostante l’insistenza della Russia, non ha prelevato campioni.

Il Meccanismo d’Inchiesta si è anche rifiutato di prendere in esame quanto rivelato dalla Siria a proposito della fornitura di gas agli jihadisti da parte delle società statunitensi e britanniche Federal Laboratories, Non Lethal Technologies e Chenring Defence UK [9].
Nel progetto di risoluzione presentato il 16 novembre, gli Stati Uniti e i loro alleati riconoscono che i funzionari internazionali dovrebbero investigare «in modo appropriato allo svolgimento del loro mandato» [10].

La Russia ha respinto il rapporto del Meccanismo d’Inchiesta a motivo del suo carattere dilettantistico e ha rifiutato tre volte di rinnovarne il mandato. Ha opposto il veto il 24 ottobre [11], il 16 [12] e 17 novembre, così come aveva già fatto il 12 aprile [13] , allorquando Stati Uniti e Francia [14] tentarono di ottenere la condanna della Siria per questo preteso attacco al gas sarin. 
Queste sono state l’ottava, la nona, la decima e l’undicesima volta che la Russia è ricorsa al veto sulla questione siriana.
S’ignora per quale ragione Washington abbia presentato, o fatto presentare, al Consiglio di Sicurezza per quattro volte e per vie diverse lo stesso assunto. 
Un traballamento già verificatosi all’inizio della guerra contro la Siria, il 4 ottobre 2011, il 4 febbraio e il 19 luglio 2012, quando Francia e Stati Uniti cercarono di far condannare dal Consiglio di Sicurezza quella che chiamavano la repressione della primavera siriana. La Russia sosteneva invece che non si trattava di guerra civile, bensì di un’aggressione esterna. Ogni volta gli Occidentali replicavano che avrebbero alla fine «convinto» il partner russo.
È interessante osservare che oggi la doxa occidentale asserisce che la guerra in Siria è iniziata con una rivoluzione democratica, poi degenerata e, alla fine, strumentalizzata dagli jihadisti. 
Ebbene, contrariamente a quanto si disse, non esiste alcuna prova della benché minima manifestazione nel 2011-12 in Siria a favore della democrazia. Tutti i video dell’epoca mostrano manifestazioni a sostegno del presidente el-Assad o contro la Repubblica Araba Siriana, mai per la democrazia. 
Nessun video mostra slogan o cartelli pro-democrazia. Tutti i video delle sedicenti “manifestazioni rivoluzionarie” di quel periodo sono stati girati di venerdì, all’uscita dalle moschee sunnite, mai in un altro giorno della settimana e mai in un luogo d’incontro diverso da una moschea sunnita. 
È vero che in alcuni video si sentono frasi in cui c’è la parola “libertà”. Però, tendendo bene l’orecchio si capisce che i manifestanti non stanno rivendicando la “Libertà” nel senso occidentale, ma la “libertà di applicare la sharia”. Se qualche lettore riesce a rintracciare un documento affidabile di una manifestazione di più di 50 persone che mi contraddica, per favore me lo faccia avere, non mancherò di pubblicarlo.

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Benché, per non offrire l’opportunità all’opposizione di accusarlo di farsi dare ordini dall’uomo del KGB, Vladimir Putin, il presidente Trump non abbia incontrato privatamente il presidente russo, l’11 novembre 2017 a Da Nang i due capi di Stato esibiscono la loro intesa.
Si potrebbe interpretare l’ostinazione statunitense nel manipolare i fatti come un segno dell’allineamento dell’amministrazione Trump alla politica dei suoi quattro predecessori. Questa ipotesi è però contraddetta dalla firma, l’8 novembre ad Amman, di un Memorandum segreto tra Giordania [15], Russia e Stati Uniti, e dalla Dichiarazione comune dei presidenti Putin e Trump l’11 novembre a Da Nang, in margine al vertice dell’APEC [16].

Il primo di questi documenti non è stato pubblicato ma, grazie a indiscrezioni, sappiamo che non tiene in conto la richiesta israeliana di creare una zona neutrale in territorio siriano, a 60 chilometri al di là, non del confine israeliano, bensì della linea di cessate-il-fuoco del 1967. Senza mai perdere occasione per gettare benzina sul fuoco, il governo britannico ha reagito facendo pubblicare dalla BBC fotografie satellitari della base militare iraniana di El-Kiswah (a 45 chilometri dalle linea del cessate-il-fuoco) [17]. Com’era prevedibile, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto immediatamente l’accordo tra le grandi potenze e annunciato che Israele si riserva il diritto d’intervenire immediatamente in Siria per salvaguardare la propria sicurezza [18]. 
Una dichiarazione che rappresenta una minaccia a uno Stato sovrano e, per questa ragione, vìola la Carta delle Nazioni Unite. Del resto, chiunque ha potuto vedere che, negli ultimi sette anni, il pretesto delle armi destinate al Libano ha sempre rappresentato una buona scusa. Per esempio, il 1° novembre Tsahal ha bombardato illegittimamente una zona industriale a Hassyié, col pretesto di distruggere armi destinate a Hezbollah. In realtà, l’obiettivo dell’attacco era una fabbrica che lavora il rame, indispensabile per il ripristino della rete elettrica siriana [19].
La Dichiarazione di Da Nang rappresenta un deciso progresso. Per esempio, stabilisce, per la prima volta, che tutti i siriani avranno diritto a partecipare alle prossime elezioni presidenziali. Ebbene, finora ai siriani in esilio è stato impedito dalla Coalizione Internazionale di votare, violando la Convenzione di Vienna. Da parte sua, la “Coalizione Nazionale delle Forze dell’Opposizione e della Rivoluzione” boicottava le elezioni perché era controllata dai Fratelli Mussulmani, secondo i quali «Il Corano è la nostra Legge», dunque in un regime islamista non c’è posto per elezioni.
Il contrasto tra il progresso dei negoziati Russia-USA sulla Siria, da un lato, e la testardaggine degli Stati Uniti nel volere negare i fatti davanti al Consiglio di Sicurezza, dall’altro, è sorprendente.
È interessante osservare il disagio della stampa europea, sia rispetto al lavoro dei presidenti Putin e Trump, sia nei confronti dell’ostinazione infantile statunitense al Consiglio di Sicurezza. Pressoché nessun media ha parlato del Memorandum di Amman e tutti hanno commentato la Dichiarazione Comune prima che fosse pubblicata, basandosi solo su una nota della Casa Bianca. Quanto alle bambinate dell’ambasciatrice Nikki Haley al Consiglio di sicurezza, i media europei si sono limitati a constatare unanimemente che i due Grandi non avevano trovato un accordo, ignorando le esaustive argomentazioni russe. Non si può non constatare che, mentre il presidente Trump cerca di chiudere con la politica imperialista dei predecessori, i funzionari internazionali pro-USA dell’ONU sono incapaci di adattarsi alla realtà. Dopo sedici anni di menzogne sistematiche non sono più in grado di pensare in funzione dei fatti, ma unicamente delle loro fantasie. Non riescono più a distinguere i propri desideri dalla realtà, tipico comportamento degli imperi in declino.

Traduzione 
Rachele Marmetti
Il Cronista

[1] Referenza: Onu S/2001/946 e S/2001/947.
[2] « Discours de M. Powell au Conseil de sécurité de l’ONU », par Colin L. Powell, Réseau Voltaire, 11 février 2003.
[3] “Colin Powell on Iraq, Race, and Hurricane Relief”, ABC, September 8, 2005.
[4] “La Germania e l’ONU contro la Siria”, di Thierry Meyssan, Traduzione Matzu Yagi, Megachip-Globalist(Italia) , Al-Watan (Siria) , Rete Voltaire, 28 gennaio 2016.
[5Sous nos yeux. Du 11-Septembre à Donald Trump, Thierry Meyssan, Demi-Lune, 2017.
[6] “Perché Trump ha bombardato Sheyrat?”, di Thierry Meyssan, Traduzione Matzu Yagi, Megachip-Globalist(Italia) , Rete Voltaire, 2 maggio 2017.
[7] « Observations émises par le Ministère russe des Affaires étrangères au sujet du dossier chimique syrien », Réseau Voltaire, 23 octobre 2017.
[8] “Il rapporto della CIA sull’incidente di Khan Shaykhun è grossolanamente menzognero”, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 18 aprile 2017.
[9] “Londra e Washington hanno fornito armi chimiche agli jihadisti”, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 16 agosto 2017.
[10] « Projet de résolution sur le Mécanisme d’enquête conjoint Onu-OIAC (Véto russe) », Réseau Voltaire, 16 novembre 2017.
[11] « Projet de résolution sur le renouvellement du Mécanisme d’enquête conjoint (Veto russe) », « Utilisation d’armes chimiques en Syrie (Veto russe) », Réseau Voltaire, 24 octobre 2017.
[12] « Projet de résolution sur le Mécanisme d’enquête conjoint Onu-OIAC (Véto russe) », Réseau Voltaire, 16 novembre 2017.
[13] « Débat sur l’incident chimique présumé de Khan Cheïkhoun (veto russe) », Réseau Voltaire, 12 avril 2017.
[14] « Évaluation française de l’attaque chimique de Khan Cheikhoun », Réseau Voltaire, 26 avril 2017.
[15] “La Giordania apporta il proprio sostegno alla Siria”, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 30 agosto 2017.
[16] « Déclaration commune des présidents russe et états-unien sur la Syrie », Réseau Voltaire, 11 novembre 2017.
[17] “Iran building permanent military base in Syria – claim”, Gordon Corera, BBC, November 10, 2017.
[18] “Israele respinge l’accordo russo-statunitense sulla Siria”, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 15 novembre 2017.
[19] « Israël bombarde une usine de cuivre en Syrie », par Mounzer Mounzer, Réseau Voltaire, 3 novembre 2017.

Fonte : “All’ONU, l’incapacità degli Stati Uniti di ammettere la realtà”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 24 novembre 2017, www.voltairenet.org/article198908.html

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martedì 9 dicembre 2014

"HUNGER GAMES" : UN FILM CHE A GAZA E' REALTA'. - RAMZY BAROUD





Non avrei mai potuto immaginare che sarei arrivato a fare un parallelismo tra il mio campo profughi di Nuseiratnella Striscia di Gaza, tra un popolo eroicoun film di Hollywood: la lotta del mio popolo è troppo sacra per questo genere di coseMa già solo dopo aver visto le prime scene dell'ultimo Hunger Games, un film del filone di Mockingjay, non ho potuto farne a meno.

All'inizio sono stato sopraffatto da un sentimento di rabbia nel vedere interi quartieri distrutti da governanti del Campidoglio che mostravano solo di non aver cuore, ma poi andando avanti con il film mi è sembrato di rivedere passarmi avanti scene della resistenza palestinese e in particolare a quella di Gaza.
Il Campidoglio - con la sua insuperabile tecnologia militare e con la sua enorme capacità di manipolare l'apparato mediatico - era inarrestabile in tutta la sua brutalitàI suoi governanti, che pretendevano di avere una superiorità su tutti gli altri abitanti della distopia di Panemnon si creavano limiti morali di nessun genere.

" Hunger Games" è la versione di un reality-show televisivo, che sarebbe stato creato come evento annuale per celebrare la vittoria del Campidoglio su una rivolta avvenuta tempo prima da parte di alcuni distretti. Ma questo evento doveva servire anche come "memento" su ciò che il Campidoglio sarebbe sempre pronto a farese qualche altro distretto avesse ancora osato alzare la testa in futuro.

I partecipanti dello show - tutti i bambini che erano stati scelti o obbligati ad andare volontariamente ad una selezione chiamata "raccolta" - venivano da tutti i distretti del paese. Tutti i concorrenti selezionati dovevano ammazzarsi l'un l'altro per il divertimento del Campidoglioche aveva basato la propria forza sulla divisione e sull'oppressione di tutti gli altriMa i distretti si ribellarono.

Tutti i distretti cominciarono la loro "resistenza" perché non ci può essere nessuna altra risposta ad una oppressione sistematica, nient'altro che la resistenza.Il 13° Distretto fu subito annientato per dare un esempio a tutti gli altri distretti in modo che non osassero più farsi strane idee e perché non insistessero a non voler comprendere che qualsiasi resistenza al Campidoglio sarebbe stata una azione futile. Lo spietato presidente di Panem, irremovibile, si  rivolgeva  a coloro che avevano sfidato il Campidoglio definendoli "radicali", e non "ribelli." A volteil Campidoglio cercava anche di mettere i vari distretti l' uno contro l'altroincitandoli alla guerra civile.


Il nesso naturale con quello che succede a Gaza è diventato troppo evidente per non essere colto quando Katnissuna delle bambine selezionate come "tributo", e assunta a simbolo di Mockingjay per la resistenza, ha pronunciato queste parole, subito dopo che i bombardieri del Campidoglio  avevano distrutto un ospedale pieno di uomini inermi, donne e bambini, uccidendo tutti"Io voglio dire alla gente che se qualcuno pensasse per un solo secondo che il Campidoglio  ci tratterà umanamente, dopo che avremo accettato un cessate il fuocosi sta illudendo da solo. Perché ora tutti sanno chi sono quelli del Campidoglio e sanno cosa sono capaci di fare"

Gli eventi raccontati in questo dramma sono stranamente simili al bombardamento e alla distruzione completa dell'ospedale di al-Wafa a Gaza, avvenuto alla fine di luglio di quest'anno - l'ospedale era l'unico centro di riabilitazione esistente nella striscia per curare le migliaia di vittime delle atrocità commesse dagli israeliani.

Il messaggio di Katniss al Campidoglio"Ci potrete torturare bombardare e bruciare le nostre case fino a distruggerle. Ma non vedete quello che state facendo ? Non vedete che sta prendendo a fuoco tutto ? E se bruciamo noi, anche voi brucerete con noi!"


E' come se l'autrice di  The Hunger Games, Suzanne Collins, conoscesse tutto quello che succede oggi a Gaza. Come se lei avesse scritto questa storia per raccontare una vera guerra che avviene tra un brutale Campidoglio (che chiameremo Israele) e i distretti ribelli (che chiameremo Palestina). Come se Gaza fosse stata la sua ispirazione per inventare il 13° Distretto, perché malgrado i ripetuti tentativi di annichilimento degli ultimi 65 anni  - e in particolare nelle ultime due guerre genocide quella del 2008-9 e quella del 2014 - la resistenza è ancora viva.

Chissà se la Collins è a conoscenza che Katniss, che non aveva scelto il suo destino ma che è diventata l'eroina del suo popolo, rappresenta quello che sono gli uomini, le donne e, si, anche tanti bambini di Gaza?

Chissà se lei è a conoscenza che la sua storia era già scritta e che era già stata vissuta da gente vera, che forse non ha mai sentito parlare del suo serial o che forse non è vissuta abbastanza per vedere i suoi film? 
Chissà se lei è a conoscenza che i capi criminali come il suo President Snow non sono qualcosa partorito dalla sua fervida fantasia, ma che è gente che esiste veramente, qui, oggi, e che hanno un nome come Benjamin Netanyahu e altri innumerevoli leader israeliani, che vogliono l' annichilimento totale degli abitanti di Gaza, solo per un loro capriccio?
Per quanto riguarda Hunger Games le somiglianze con Gaza sono inquietanti.

Poco prima che Israele imponesse severe sanzioni economiche a Gazaper punire i palestinesi del risultato ottenuto nelle loro elezioni democratiche, nel 2006, il primo consigliere del governo israeliano Dov Weisglass fece una promessa agghiacciante"L'idea è quella di mettere i palestinesi a dietama non per farli morire di fame"  e questa non era una dichiarazione fatta per caso.

Infatti dopo molte battaglie legali
Gishaun gruppo israeliano che si batteva per i diritti umani, era riuscito a presentare dei documenti che dimostravano che - dopo che Israele aveva messo in atto a Gaza una "politica deliberata di quasi fame" -  "la sicurezzanon aveva più niente a che fare con il blocco di Gaza.

Nella Operation Cast Lead di Israele, furono uccisi oltre 1.400 Palestinesi e altri 5.500 furono feriti. Ma nell'ultima guerra di Israele il prezzo che ha dovuto pagare la resistenza è salito a 2.137. Ma ci sono ancora tanti altri che stanno morendo per le ferite riportate.

Gaza ormai si erige sulle sue rovine. Interi quartieri sono stati distrutti, interi villaggi cancellati e intere famiglie annichilite. Centinaia di scuole, ospedali e moschee sono saltati in aria in una orgia di morte e distruzione senza precedenti.

Ma malgrado tutto questo la resistenza non è stata sconfitta a Gaza. Perché la resistenza non significa solo uomini o donne che imbracciano un fucile: Resistenza è un'idea, una idea pura nelle sue intenzioni, una idea romantica a volte, forse, ma di certo è una idea di tutta una comunità, che ha scelto dimorire combattendose necessarioma che non vuole vivere portando le catene della schiavitù.

Nemmeno le  agghiaccianti 
parole pronunciate da Moshe Feiglinil Vice presidente del parlamento israeliano (Knesset) sono bastate ad intimidire GazaIl 1° Agosto 2014 Feiglin ha scritto su Facebook il suo piano per distruggere la resistenza 2014 chiedendo di  "conquistare tutta la Striscia di Gazae annientare tutte le forze che combattono in quella zona insieme a tutti i loro sostenitori", poi ha continuato dicendo che tutti gli abitanti che fossero rimasti a Gaza dovevano essere mandati nei campi di concentramento che si trovano vicino al deserto del Sinai.  "In queste areesaranno istituite delle tendopoli, dove resteranno fino a quando non si troveranno i luoghi opportuni per farli emigrare" - ha scritto Feiglin.

Feiglin, e il suo Primo Ministro, Netanyahu - insieme a molti altri dell'establishment politico-militare di Israele - sono i veri leader responsabili di aver trasformato in atti della vita reale, quelle inverosimili situazioni immaginabili solo in una drammaturgia messa in atto da un "Campidoglio-della-fantasia" e che invece hanno realizzato nella totale impunità contro i "distretti" oppressi della Palestina.

E come Mockingjayche riesce a rinascere contro la prepotenza più assolutaGaza continuerà ad essere il "distretto ribelle"Il sangue dei suoi figli "quasimorti di fame" servirà un giorno a riunire tutti i distretti contro il suo Campidoglio. Allora, tutte le voci che avevano dubitato della giustezza della resistenzaabbasseranno il tono e lasceranno ascoltare il canto ribelle, forte e armonioso di tutto un popolo unito.

Fino ad allorail Mockingjay della Palestinae le migliaia di martiri viventi continueranno cantare, solo dal cielo, la stessa canzone che un giorno si leverà da tutti i distretti, se solo decidessero di svegliarsi...




Verrai, verrai,
all'albero verrai,
dove ti dissi di correre
per essere entrambi liberi
strane cose son successe qui
non ci sarebbe niente di strano
se ci incontrassimo a mezzanotte
all'albero degli impiccati.


Ramzy Baroud è redattore internationally-syndicated, consulente di media, autore e fondatore di PalestineChronicle.com. Il suo ultimo libro è  My Father Was a Freedom Fighter: Gaza's Untold Story (Pluto Press, London).

Fonte: http://www.atimes.com
Link: http://www.atimes.com/atimes/Middle_East/MID-01-041214.html

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14320