Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 19 agosto 2025
Realpolitik. Fra Trump e Putin niente complotto: Donald conosce la realtà. Alessandro Orsini
Oggi è morta l'Unione Europea. Giovanni Salamone
Oggi è morta definitivamente l’Unione Europea per mano di un branco di incompetenti, servi e dilettanti allo sbaraglio. Mai nella storia in Europa avevamo avuto una classe governativa così imbarazzante.
Sono arrivati a un appuntamento cruciale per dire "esistiamo anche noi" con zero carte da giocare. Ci vuole davvero talento per ridursi così. A tratti hanno fatto anche pena.
Praticamente l'unica cosa che sono stati in grado di dire per tutto il tempo alla Casa Bianca è stata "cessate il fuoco", ripetuto a pappagallo a turno da tutti. Sembravano dei robottini telecomandati, che parlavano a turno sotto ordine del padrone con le mutande sporche. Se avete qualche minuto andate a guardare le facce di Ursula, Meloni, Macron, Merz, Rutte e company.
Sono andati a fare una gita a Washington per sentirsi dire, anche da Trump che piaccia o meno, che le condizioni le detta la Russia. Uno sberlone politico di queste dimensioni forse è paragonabile a quello preso dalla Germania dopo la seconda guerra mondiale.
Da segnalare anche la mappa in bella vista con la quale gli imbecilli di Bruxelles sono stati accolti alla Casa Bianca. Giusto per ribadire come stanno le cose. E le cose stanno che la Russia ha vinto e l'occidente ha perso. Trump nonostante tutto lo ha capito. Quegli idioti che dipendono da Ursula no. Ed è drammatico!
T.me/GiuseppeSalamone
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lunedì 18 agosto 2025
Vincenzo Costa - Verso la guerra.
Se i leaders europei si allineano ammettono di parlare a vanvera e la loro irrilevanza.
A quel punto alcuni leaders e alcuni paesi (i volenterosi) sono di fatto in guerra con la Russia. Gli usa inizieranno a ritirare le loro truppe dall'Europa.
La Meloni dovrà scegliere tra questi leaders e Trump. Credo si sgancerà dai volenterosi. Gli USA non lasceranno il territorio italiano e manterranno le loro basi in Italia. Gli serve per il mediterraneo. L'Italia non sarà toccata dalla guerra.
A Spagnoli, slovacchi e ungheresi di fare una guerra non importa davvero. A quel punto la UE e la nato di fatto non esistono più. Al massimo rimangono carrozzoni vuoti.
A quel punto, dato che gli ucraini (quelli reali) non vogliono e non possono più combattere, gli europei volenterosi dovranno combattere, senza il sostegno americano e pagando per le armi che questi forniranno.
Tutti gli amici che si sono ubriacati di retorica saranno accontentati.
Perché parlano di "pace giusta" intendendo che la Russia si arrenda dopo centinaia di miglia di morti. Se fossero meno ipocriti parlerebbero chiaro: la loro pace giusta e' la guerra.
*Post Facebook del 18 agosto 2025
LE UNICHE PAROLE SENSATE VENGONO DAL GEN. DELLA FOLGORE MARCO BERTOLINI. -
domenica 17 agosto 2025
Per i media mainstream il vertice Putin – Trump è fallito: e invece ecco perchè è stato un successo verso la pace. - Di Tarik Cyril Amar, Rt.com
Di Tarik Cyril Amar, Rt.com
Non aspettatevi che i media mainstream occidentali, i politici dell’Europa NATO-UE o il regime di Zelensky ed i suoi surrogati lo ammettano, ma non c’è dubbio che il vertice in Alaska tra i presidenti russo e americano sia stato un successo. Non è stata una svolta, ma chiaramente è stato qualcosa di più di un evento del tipo “è positivo che almeno stiano parlando”.
Non è stato paragonabile all’incontro di Ginevra tra il presidente russo Vladimir Putin e l’allora presidente americano Joe Biden nel 2021, che era destinato a fallire a causa dell’arrogante intransigenza dell’amministrazione Biden.
Fondamentalmente, stavolta entrambe le parti – no, non solo una – hanno ottenuto ciò che gli esperti occidentali amano definire “vittorie”: gli Stati Uniti hanno dimostrato agli europei dell’UE-NATO che sono loro e solo loro a decidere quando e come parlare con la Russia e con quali obiettivi. I vassalli europei trovano difficile da comprendere perché si tratta di una vera e propria attuazione della sovranità, qualcosa che non hanno e non vogliono più.
La Russia, da parte sua, ha dimostrato di poter negoziare mentre i combattimenti continuano e di non avere alcun obbligo giuridico o morale – né alcuna pressione pratica – di cessare i combattimenti prima che i negoziati producano risultati che ritenga soddisfacenti.
Il fatto che sappiamo così poco – almeno a questo punto – sul contenuto specifico e dettagliato dei colloqui al vertice e sui loro risultati è, in realtà, un segno di serietà. È così che funziona la diplomazia degna di questo nome: con calma, riservatezza e pazienza, prendendosi il tempo necessario per ottenere un risultato dignitoso e solido.
In tale contesto, il rifiuto esplicito del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di rendere pubblici i punti di disaccordo che permangono e che hanno impedito per ora una svolta è un segnale molto positivo: è chiaro che egli ritiene che tali punti possano essere chiariti nel prossimo futuro e che quindi meritino discrezione.
Tuttavia, abbiamo alcuni indizi che consentono di avanzare ipotesi plausibili sull’atmosfera del vertice: non sorprende che entrambi i leader non abbiano nascosto il loro rispetto e persino la loro cauta simpatia reciproca. Anche questo è positivo, come lo è sempre stato. Ma di per sé ciò non può portare a un accordo sull’Ucraina o a una più ampia politica di normalizzazione (o forse anche a una nuova distensione, se siamo tutti molto fortunati). Per questo, sia Trump che Putin sono troppo seri nel difendere gli interessi nazionali.
Ancora più significativo è il fatto che, subito dopo l’incontro, Trump abbia utilizzato un’intervista alla Fox News per affermare tre cose importanti. Ha confermato che sono stati compiuti “molti progressi”, ha riconosciuto che il presidente russo vuole la pace e ha detto a Zelensky di “concludere un accordo”. Quando Putin, in una breve conferenza stampa, ha avvertito Bruxelles e Kiev di non cercare di sabotare i colloqui, Trump non ha contraddetto il leader russo.
Gli eventi commemorativi che hanno accompagnato il vertice hanno trasmesso più di un messaggio. Onorare pubblicamente l’alleanza americano-russa (allora sovietica) della Seconda guerra mondiale implicava ovviamente che i due paesi avessero allora cooperato intensamente al di là di un profondo divario ideologico, che oggi non esiste più.
Ma probabilmente c’era un secondo messaggio sottile: un altro alleato della Seconda guerra mondiale, spesso ingiustamente “dimenticato” (secondo le parole dello storico Rana Mitter), era, dopo tutto, la Cina.
In questo senso, il ricorso deliberato e ripetuto di Putin alla memoria della cooperazione tra Washington e Mosca era anche un ulteriore segnale che la Russia non sarebbe stata disponibile ad alcuna fantasia “”Kissinger alla rovescia” volta a dividere il partenariato Mosca-Pechino.
Trump ha già avuto colloqui telefonici con Kiev e con le capitali dell’UE. Anche in questo caso, sappiamo poco. Tuttavia, è interessante notare che nulla di ciò che abbiamo sentito su queste conversazioni indica un altro cambiamento di opinione da parte di Trump. Almeno per ora, il presidente americano sembra lasciare poche speranze ai bellicisti europei e al regime di Kiev che si schiererà nuovamente contro Mosca. Secondo alcune fonti, Trump potrebbe aver modificato la sua posizione avvicinandosi a quella della Russia, preferendo i colloqui di pace alla richiesta ucraina di concentrarsi prima solo su un cessate il fuoco.
Ciò ha senso, soprattutto perché loro e i media mainstream allineati con loro non riescono a smettere di dare lezioni a Trump su quanto lo considerino credulone. C’è da sperare che il presidente degli Stati Uniti ne abbia abbastanza di Zelensky, Bolton, del New York Times e compagnia bella che gli dicono pubblicamente che è uno sciocco che sta per farsi ingannare dai cattivi russi. La punizione adeguata per queste offensive sciocchezze è assicurarsi che i loro stessi autori si rivelino del tutto irrilevanti.
Questa è la questione più importante per il futuro di ciò che è stato avviato con successo (o, in realtà, continuato pubblicamente) al vertice in Alaska.
La Russia è stata estremamente coerente e non dà alcun segno di voler diventare meno prevedibile. Ma l’Occidente è stato litigioso e instabile. Questo è il momento in cui Washington deve attenersi a un percorso di normalizzazione con Mosca, indipendentemente da ciò che vogliono i suoi clienti europei e il regime ucraino.
Ironia della sorte, non ascoltarli troppo, se necessario, è la cosa migliore anche per i loro cittadini.
Di Tarik Cyril Amar, Rt.com
16.08.2025
Tarik Cyril Amar. Storico tedesco che lavora presso l’Università Koç di Istanbul, esperto di Russia, Ucraina ed Europa orientale, storia della Seconda guerra mondiale, guerra fredda culturale.
Fonte: https://www.rt.com/news/623066-alaska-summit-success-last/Traduzione a cura della Redazione di ComeDonChisciotte.org
PEPE ESCOBAR: LO SCONTRO TRA L’ORSO E L’AQUILA IN ALASKA - Di Old Hunter
https://www.facebook.com/photo/?fbid=3086490891532657&set=a.397017047146735
Mar Mediterraneo bollente, 1 mare su 3 è inquinato. L’allarme di Legambiente.
Mare e laghi italiani sempre più sotto pressione. Un campione su tre è oltre i limiti di legge. Temperature record nel Mediterraneo e maladepurazione cronica aggravano la crisi. Legambiente chiede un piano nazionale e spinge sull’eolico offshore
Un mare italiano su tre è inquinato e le acque del Mar Mediterraneo sono sempre più calde. Sono i dati delle campagne estive 2025 di Goletta Verde e Goletta dei Laghi di Legambiente, che delineano un quadro preoccupante per le acque italiane, costiere e interne. Su 388 campioni prelevati in 19 regioni da oltre 200 volontari, il 34% ha superato i limiti di legge, classificandosi come inquinato o fortemente inquinato.
FOCI E CANALI I PIU’ INQUINATI.
La situazione peggiore, per quanto riguarda l’inquinamento, si registra alle foci di fiumi, canali e corsi d’acqua, dove il 54% dei punti monitorati presenta criticità. Lontano dagli scarichi, in mare aperto o nelle acque lacustri, la percentuale scende al 15%.
“Le foci non sono balneabili e spesso non vengono monitorate dalle autorità, ma molte hanno spiagge libere frequentate da cittadini che meritano acque sicure”, denuncia Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente.
MARI SEMPRE PIU’ CALDI.
Nel 2025 il Mare Nostrum si è aggiudicato un nuovo primato negativo. Infatti, secondo i dati satellitari Copernicus rielaborati da Legambiente, la temperatura media delle acque superficiali del Mediterraneo a giugno e luglio 2025 è ammontata a 25,4°C, la più alta dal 2016. Un aumento di mezzo grado rispetto ai valori fino al 2021, che accelera la perdita di biodiversità e amplifica gli eventi meteo estremi, alimentati dall’energia termica accumulata in estate e rilasciata in autunno-inverno.
IL PROBLEMA DELLA MALADEPURAZIONE.
La depurazione resta il vero tallone d’Achille delle acque italiane. In Italia il 4,4% del carico inquinante non è trattato con sistemi adeguati, pari a quasi 3,5 milioni di abitanti equivalenti. A questo si aggiungono 855 agglomerati in procedura di infrazione per mancato rispetto della Direttiva europea sulle acque reflue: un carico complessivo di oltre 26 milioni di abitanti equivalenti. Le sanzioni già pagate dal nostro Paese a Bruxelles superano i 210 milioni di euro, a cui si sommano nuove multe da 10 milioni più penalità semestrali da oltre 13,5 milioni, legate alle sentenze più recenti.
LE PROPOSTE DI LEGAMBIENTE.
Legambiente ha rilanciato la proposta di un piano nazionale per la tutela delle acque, che includa una governance integrata e piani di adattamento climatico, investimenti per modernizzare la depurazione e favorire il riuso agricolo delle acque trattate. La strategia dell’associazione prevede anche più controlli su foci e scarichi, nonché un’accelerazione sulle fonti rinnovabili marine, in particolare l’eolico offshore, “tecnologia compatibile con la fauna marina” secondo lo studio sul parco Beleolico di Taranto.
“Dopo il decreto porti, servono risorse per rendere Taranto e Augusta come hub dell’eolico offshore, creando anche occupazione green”, ha sottolineato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.
MARI E LAGHI.
L’8% dei 263 punti monitorati da Goletta Verde lungo i 7.500 km di coste italiane è risultato inquinato e il 27% fortemente inquinato. Per i laghi, Goletta dei Laghi ha analizzato 125 campioni in 44 bacini: il 30% oltre i limiti.
Fortunatamente, dal dossier emergono anche note positive: avvistamenti di delfini, i primi “Tartadog” addestrati a individuare nidi di tartarughe marine, regate sostenibili sui laghi e laboratori didattici per diffondere la cultura della tutela ambientale.
https://energiaoltre.it/1-mare-su-3-e-inquinato-legambiente/