La recita di Salvini e quei coglioni degli italiani. - Tommaso Merlo
Per conquistare i pieni poteri, Salvini si è dato una calmata e una ripulita. Quei coglioni degli italiani sono pronti a consegnarli il paese solo se tiene a bada la lingua e finge di essere più moderato. Non li deve spaventare, li deve rassicurare. Quei coglioni degli italiani vogliono finire tra le braccia di un capo forte ma benevolo che li protegga da un mondo malvagio che si ostina a cambiare. Un uomo tutto d’un pezzo che li faccia tornare indietro all’era delle ‘nazioni” rinchiudendoli dentro confini culturali e di filo spinato. Una retromarcia isolazionista e dirigista che per essere venduta a quei coglioni degli italiani ha però bisogno di una diversa strategia di marketing, di una confezione più accattivante e friendly. E così, come ogni prodotto che vuole conquistare nuove quote di mercato, Salvini rinnova il packaging. E così, come un attore che vuole conquistare un nuovo pubblico, Salvini cambia copione e costume di scena. Sorrisi, toni concilianti e perfino abiti casual chic. Per conquistare quei coglioni degli emiliani romagnoli e poi di tutta Italia. Un camuffamento divenuto necessario dopo la crisi improvvisa e l’evocazione dei pieni poteri che ha spaventato il paese, compattato i suoi oppositori e fatto nascere addirittura un governo contro di lui. E un camuffamento necessario a seguito dello scandalo russo che ha lasciato ombre neofasciste internazionali che minano la sua credibilità e quella del suo partito anche oltre confine. Un camuffamento disperato, perché Salvini fa politica da 1993, è un vecchio poltronista di professione di cui si conosce l’indole personale e le vere idee fino alla noia. Eppure i brandelli del vecchio regime sembrano abboccare alla sua nuova strategia di marketing per conquistare i pieni poteri. I giornalai di sinistra o paragonano Salvini a Mussolini facendo il suo gioco con la solita retorica comunista d’annata, oppure pensano di fermare Salvini con la satira e le battutine da bar sport. Ormai nessuno parla più dell’esperienza penosa da ministro di Salvini e dello scandalo del Metropol e ormai passano nell’indifferenza le varie cene con Parnasi e tutte le beghe di soldi su cui la Lega si ostina a non far luce. Quanto ai brandelli di destra siamo alle solite. Si sono compattati attorno al loro nuovo duce di tolla. Berlusconi è finito e in cambio di protezione anche postuma, ha schierato le sue televisioni e suoi giornali con Salvini. Mediaset è un megafono della propaganda leghista mentre i giornalini di carnevale della destra sono scatenati con la solita becera faziosità. Dopo aver ucciso il giornalismo, sono al vilipendio di cadavere. Quanto alla Rai, Salvini va in onda dalla mattina alla sera grazie alle persone che è riuscito ad infiltrare e a quelle che si sono vendute in attesa che prenda i pieni poteri. Un classico del nostro paese, quando sorge un nuovo Cialtrone all’orizzonte, le mandrie parassitarie dello stato e dell’informazione emigrano verso nuovi pascoli. Ma per conquistare i pieni poteri, Salvini alla fine ha bisogno di voti, anche di quelli più moderati e perbenisti e tradizionalisti. Per questo si è dato una calmata e una ripulita. Tornerà ad essere se stesso solo quando sarà riuscito a far abboccare quei coglioni degli italiani e conquistare quei pieni poteri che insegue da una vita.
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