mercoledì 14 novembre 2012

Toscana in ginocchio. Crolla ponte, tre morti.


Tevere in piena, a Roma

Allagamenti in via dei Prati Fiscali, via Salaria e via di Tor di Quinto. Protezione Civile in azione.

E' arrivata l'onda di piena del Tevere e questo ha causato allagamenti a Roma in via dei Prati Fiscali, via Salaria e via di Tor di Quinto. Alcuni canali hanno avuto dei rigurgiti causando fuoriuscite di acqua. Il Tevere ha superato i dodici metri. I tecnici della Protezione civile regionale stanno valutando la situazione.
A Castel Giubileo le linee bus 302 e 334 non transitano in zona e sono deviate su: Flaminia-Gra-Salaria/Bel Poggio. Lo rende noto l'Agenzia per la Mobilità di Roma. Allagamenti si sono verificati all'alba in via Flaminia altezza stazione Celsa e in via Prati fiscali che è stata chiusa al traffico da via Salaria fino a largo Valtournache.
IERI 3 MORTI IN TOSCANA - Tragedia nel Grossetano: tre dipendenti dell'Enel (tra loro anche una donna) sono morti dopo che la loro auto è finita in una vera e propria voragine che si è aperta sulla "spalla" della strada sul ponte del fiume Albegna. Il crollo ha interessato il ponte in quel punto, la struttura e' rimasta intatta quindi per quasi la sua intera gittata, tranne che nel tratto in cui inghiottito l'auto sulla quale erano a bordo.
Secondo quanto spiegato dal direttore del Dipartimento lavori pubblici della Provincia di Grosseto, il dirigente della Protezione civile, Massimo Luschi, l'acqua dell'Albegna arrivata a livello del ponte, "erodendolo" nella parte vicina all'appoggio su una delle sponde. "Qui si è aperta una voragine di circa 10 metri e l'auto con a bordo i tre operai dell'Enel è finita al suo interno". La strada - secondo Luschi - "era chiusa, come molte altre delle strade intorno, fin dalla notte precedente". 
Le vittime sono Antonella Vanni, 48 anni, che era responsabile del personale degli impianti geotermici in Toscana di Enel Green power e Paolo Bardelloni, 59 anni, e Maurizio Stella, 47 anni, addetti alla sicurezza. Tutti erano coniugati e lavoravano nell'impianto di Larderello dove sono riuniti gli uffici della geotermia di Enel. Tornavano a casa dopo essere stati a Roma per un corso.
Omicidio colposo: questo il reato su cui la procura di Grosseto ha aperto un'inchiesta per la morte dei tre dipendenti dell'Enel, secondo quanto si apprende dalla procura di Grosseto.
E' salva per miracolo una giovane donna che vicino a Bolzano è finita con la sua auto nelle acque impetuose del torrente Talvera, ingrossate dalle piogge degli ultimi giorni. Dopo aver perso il controllo della sua Volkswagen Polo, la donna è precipitata per decine di metri in un burrone, ma è rimasta praticamente incolume. La donna è stata tratta in salvo con un elicottero della Protezione civile, che l'ha issata a bordo con il verricello.
Ha 92 anni, stava dormendo nella sua stanza, ha sentito un boato, visto le mattonelle spaccarsi ed entrare terra e acqua. L'hanno salvata i vigili del fuoco facendola uscire dalla finestra. E' successo ad Alteta, frazione di Massa, la notte di domenica. Adesso c'é un buco nella sua stanza e l'anziana si è trasferita presso conoscenti. La vicenda è emersa oggi tra le storie della gente alle prese con l'emergenza alluvione in provincia di Massa Carrara. Dieci le famiglie evacuate ad Alteta nella stessa strada dove vive l'anziana e che è ancora sommerso dal fango.
GABRIELLI: BASTA ALIBI, INVESTIRE IN PREVENZIONE - "L'unica cosa da fare" per smettere di contare i danni - e soprattutto i morti - ogni volta che piove, è "investire in un programma serio" di messa in sicurezza del territorio, che consenta "a questo paese di non cadere a pezzi più di quanto stia cadendo". Dopo l'ennesima tragedia, il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli torna a ribadire che l'unica soluzione in questo campo si chiama prevenzione. Che si può fare con le risorse che ci sono e che, spesso, "vengono utilizzate come alibi per non fare le cose".
Parlando dell'ultima ondata di maltempo, il capo della protezione civile ha spiegato che ci sono indubbiamente stati "eventi importanti ed eccezionali", tanto che su alcune zone sono caduti in 48 ore oltre 400 mm di pioggia. Ma questi fenomeni, aggiunge, "hanno impattato su un territorio dove la fragilità è nota e arcinota e dove si è costruito dove non si doveva costruire".
Dunque la "vera scommessa" è "immaginare un percorso più strutturato di messa in sicurezza, che preveda investimenti non eclatanti ma certi e sicuri, che consentano di realizzare gli interventi necessari" per evitare tragedie. "Bisognerebbe mettere mano agli errori del passato - dice Gabrielli - avendo però il coraggio di stoppare gli errori del presente e del futuro. Perché se si continua con politiche di occupazione del suolo indiscriminate, allora non solo non si mette in sicurezza quello che è il frutto del passato, ma si continua a perpetuare comportamenti" sbagliati e pericolosi.
L'unica soluzione contro i danni provocati da alluvioni, terremoti e catastrofi naturali "è che i cittadini si assicurino in maniera obbligatoria", ha spiegato Gabrielli sottolineando che l'assicurazione sarebbe "supportata dallo Stato con forme di defiscalizzazione". "E' ora di rendersi conto - afferma Gabrielli - che lo Stato, per quelle che sono le sue risorse, non è più in grado di fornire in maniera equa risposte adeguate dal punto di vista del ristoro dei danni".
Già oggi, ricorda il capo della Protezione Civile, "ci sono stati alluvioni di serie A, B e C, terremoti di serie A, B e C", nei quali c'è stato un diverso trattamento nei confronti di chi ha avuto danni. "Qualcuno mi deve spiegare - dice Gabrielli - la differenza che passa tra il cittadino Franco Gabrielli che è stato colpito dal terremoto a L'Aquila o in Emilia e ha perso la casa e si vede riconosciuto quasi il cento per cento del ristoro, e il cittadino Franco Gabrielli di Mormanno o di Marsciano, al quale ciò non viene riconosciuto. Quale è la differenza? Quelli di Mormanno e Marsciano non pagano le tasse?. Eppure sono cose che si stanno verificando". Dunque, dice il capo del Dipartimento, "l'unica soluzione è che i cittadini si assicurino in maniera obbligatoria" in modo tale che "all'esito di catastrofi il ristoro sia fatto dall' assicurazione". "Perché questa - conclude Gabrielli - è l'unica risposta equa" che può essere data.
Di fronte alle tragedie e ai morti per le catastrofi naturali, tutti chiedono interventi. Poi però quando bisogna farli l'Italia mostra il suo vero atteggiamento mentale: "le cose importanti vanno fatte ma a casa degli altri", ha aggiunto il capo della Protezione Civile ricordando come si continua ad invocare la messa in sicurezza del territorio e, allo stesso tempo, si continua a costruire dove non si dovrebbe e si fa poco e nulla per mettere una pezza agli errori del passato. "La vicenda dei rifiuti è paradigmatica dell'atteggiamento mentale di questo paese: non si fa la differenziata, non si vogliono discariche vicino casa, non si fanno gli inceneritori e, siccome siamo un paese ricco, paghiamo per portare i rifiuti all'estero, dove li bruciano, producono energia e guadagnano". "Siamo quelli - conclude - del 'Not in my back yard', 'Non nel mio giardino'".
LUNGHE CODE SU E45 E RACCORDO TERNI-ORTE PER CHIUSURA AUTOSOLE - Diversi chilometri di fila si sono formati in alcuni tratti della E45 e del raccordo Terni-Orte per l'intenso traffico che sta interessando le due arterie in seguito alla chiusura dell'Autosole per il maltempo. In particolare sulla E45 nella zona di Fratta Todina, dove è stato istituito uno scambio di carreggiata per un cantiere, la polizia stradale riferisce che attualmente ci sono sei chilometri di coda verso sud e cinque verso nord (ma sono state toccate punte anche di una decina di chilometri).
Sul raccordo Terni-Orte traffico incolonnato a partire dallo svincolo di Capitone, nel comune di Narni, per i veicoli diretti a sud. Si è quindi praticamente formata - si è appreso ancora dalla stradale - una sorta di fila di circa 12 chilometri fino all'imbocco dell'Autosole. La polizia stradale umbra è quindi impegnata con tutte le pattuglie, anche per dare supporto in ambito autostradale alla sottosezione di Orvieto alle prese con le conseguenze del maltempo.

NAPOLITANO: SOLIDARIETA' E APPREZZAMENTO SOCCORSO - "Il Capo dello Stato esprime la propria solidarietà alle Comunità coinvolte, la sua commossa partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime, e al tempo stesso il vivo apprezzamento a quanti sui territori colpiti sono impegnati nella gestione dell'emergenza e nelle operazioni di soccorso". Lo afferma il Quirinale.
"Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, sta seguendo l'evolversi della situazione determinatasi a seguito degli eventi alluvionali su vasti territori delle regioni del Centro e del Nord Italia, attraverso il Dipartimento della Protezione Civile e le Prefetture interessate", aggiunge la nota del Quirinale. 
CLINI: A CIPE PIANO CONTRO DISSESTO IDROGEOLOGICO - "Presenterò al Cipe il piano contro i cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico e spero che se ne parli nella prossima riunione" del Comitato". Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, a margine della visita in uno stabilimento di produzione di un'auto elettrica a Roma.

Senza titolo.



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martedì 13 novembre 2012

Regione Lazio, arrestato l’ex capogruppo Idv Maruccio. L’accusa è di peculato. - Andrea Palladino


Regione Lazio, arrestato l’ex capogruppo Idv Maruccio. L’accusa è di peculato


Il politico avrebbe prelevato un milione di euro tra il 2011 e il 2012, dirottati su dieci conti personali. Dalle carte dell'inchiesta emerge che il politico avrebbe "bruciato" più di 100mila euro nelle slot machine gestite dal tesoriere del partito, Andrea Palma. La testimonianza: "Al gioco era un bombardiere, non si fermava mai". Il gip di Roma: "Attività predatoria di risorse pubbliche".

Vincenzo Maruccio, ex capogruppo dell’Italia dei valori in Regione Lazio, è stato arrestato dal nucleo nucleo di polizia Valutaria della Guardia di Finanza. L‘accusa è di peculato per essersi appropriato di circa un milione di euro di fondi destinati al partito. Dall’ordine di custodia richiesto dal procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi e dal sostituto Stefano Pesci, ed emesso dal gip Flavia Costantini, emerge che nel periodo incriminato il politico, già assessore nella giunta di centrosinistra guidata da Piero Marrazzo, avrebbe bruciato dai 100 ai 120mila euro nelle slot machine, in particolare in una sala giochi gestita da un altro dirigente dell’Idv, Andrea Palma,tesoriere regionale del partito.
Ma Maruccio – lo ha raccontato lui stesso in interrogatorio – era al centro di un vorticoso giro di contanti e assegni tra “sale giochi, tabaccherie, parenti”, scrive il gip nell’ordinanza, “quali la madre che dalla Calabria, a suo dire, gli inviava con l’autobus i risparmi della nonna e amici vari, alcuni calabresi”. Proprio in un’inchiesta della Procura di Catanzaro, il nome di Maruccio (non indagato) è emerso nelle intercettazioni tra i protagonisti di un presunto gruppo di potere massonico-’ndranghetistico.
L’arresto arriva in un momento molto difficile per il partito, segnato da scissioni e dalla discussione sulla questione morale che, in particolare dopo le accuse di Report, investe anche il fondatore – ed ex pm di Mani pulite – Antonio Di Pietro. Pochi giorni fa si è saputo dell’inchiesta che a Bergamo coinvolge Gabriele Cimadoro, parlamentare del partito e cognato di Di Pietro.
LAZIO, UN NUOVO CASO FIORITO. Maruccio – che dopo aver appreso di essere indagato si era dimesso dal partito e dal consiglio regionale – è il secondo capogruppo del Consiglio regionale del Lazio a finire in carcere, dopo quello del Pdl Franco Fiorito, anche lui accusato di uso privato dei fondi di partito. Uno scandalo che ha determinato la caduta della giunta Polverini e il ritorno alle urne, in data ancora da stabilire e oggetto di polemiche tra l’ex governatrice e il ministero dell’Interno. E nell’ordine di custodia cautelare, disposta dal gip per 30 giorni, riecheggiano i toni della vicenda Fiorito. Il gip Costantini scrive infatti di “un’attività predatoria di risorse pubbliche”, di una “sistematica spoliazione” dei conti dell’Italia dei Valori alla Regione Lazio da parte di Maruccio. ”Si può ritenere che la gestione delle ingenti risorse (oltre 1.200.000 euro per ogni anno) che la Regione Lazio ha messo a disposizione dell’Idv” sia stata “esclusiva, incontrollata, proprietaria e destinata, almeno nelle speranze dell’indagato, anche a risultare incontrollabile a posteriori”, aggiunge il gip. L’inchiesta continua ora alla ricerca di eventuali favoreggiatori, anche all’interno dell’Idv, coinvolti dall’ex capogruppo nel tentativo di “concordare versioni favorevoli” sulla gestione dei fondi.   
Salvatore Vincenzo Maruccio avrebbe sottratto circa un milione di euro dai fondi pubblici messi a disposizione del gruppo consiliare Idv tra l’aprile del 2011 e il giugno del 2012. Il denaro sarebbe stato prelevato da due conti correnti aperti dall’Idv sulle banche Cariparma e Credito Artigiano e poi trasferito, secondo l’accusa, dallo stesso Maruccio su dieci conti correnti di cui risulta titolare presso alcune banche. Sette di questi conti sono personali mentre altri tre in codelega.
IL “BOMBARDIERE” DELLE SLOT MACHINE. Durante le indagini è emerso che nel periodo incriminato Maruccio ha bruciato parecchie migliaia di euro alle slot machine. “Molto spesso mi procuravo il contante cambiando assegni dei miei conti o chiedendo anticipazioni da amici come ad esempio la sala giochi Il Travaso presso la quale avrò cambiato circa 60mila euro”, ha affermato l’ex capogruppo Idv nell’interrogatorio del 25 ottobre davanti al pm Pesci, riportato nell’ordinanza. La procura ha convocato il titolare della Travaso, società che gestisce la sala giochi romana Las Vegas Slot Room. Si tratta di Andrea Palma, anche lui dirigente del partito dipietrista. “Dal 2001 la nostra amicizia si è intensificata”, racconta a verbale Palma. “Vincenzo Maruccio spesso si e recato presso il Las Vegas Slot Room per giocare alle slot machine. Per quello che so, in quanto appreso dal personale o direttamente da lui, Maruccio ha frequentato il locale fino a pochi giorni fa per giocare”. Nel gergo della sala da gioco, l’esponente dell’Idv era uno dei “bombardieri“, cioè persone che nel gioco “non si limitano mai”. 
A una domanda del pm, Palma risponde che nel locale Maruccio “aveva la disponibilità, come altri clienti importanti, di una somma in contanti che poteva prendere in prestito direttamente dalla cassa della sala giochi, senza avere l’obbligo di restituirla il giorno stesso”. Il titolare della Travaso descrive il collega di partito come un forte giocatore: “Ci sono stati giorni rari in cui ha accumulato debiti verso la cassa anche di 5mila euro, dovuti a più anticipazioni per varie giornate di gioco”. E conclude: “Presumo, data la mia esperienza personale, che Maruccio abbia potuto perdere cifre importanti e considerevoli, che potrebbero ammontare a circa 100mila euro. La sala giochi vanta a oggi un credito verso di lui di 5.500 euro”.
“SOLDI IN AUTOBUS DALLA CALABRIA”. Gli inquirenti descrivono l’ex assessore come ”una persona perennemente pressata dalla necessità di reperire denaro, pur percependo cospicui introiti come consigliere regionale”. Maruccio era sempre in cerca di denaro “reperito” da “svariate fonti: sale giochi, tabaccherie, parenti, quali la madre che dalla Calabria, a suo dire, gli inviava con l’autobus i risparmi della nonna e amici vari, alcuni calabresi”. Tra questi ”amici” figura anche una ex convivente che lo avrebbe aiutato “economicamente addirittura facendo la cessione di un quinto dello stipendio”. Per questa donna l’ex esponente dell’Idv avrebbe, con soldi del partito, pagato “il canone di locazione dell’appartamento che le era in uso mediante un assegno di 5.400 euro”. Secondo il gip nel reperimento di soldi, l’ex capogruppo “non ha esitato a violare ogni regola, sia quelle sulla circolazione del contante, sia quelle sulla negoziazione degli assegni”.
LA DIFESA: “AVEVO ANTICIPATO SOLDI PER IL PARTITO”. Durate l’inchiesta, Vincenzo Maruccio si è difeso spiegando di essere stato costretto ad anticipare soldi per sostenere le spese della politica quando il partito era in crisi di liquidità per i ritardi dell’amministrazione negli accrediti, e gli eventi incalzavano. Una spiegazione che non ha convinto la procura e la Guardia di Finanza.
Il gip ha convalidato l’arresto ravvisando “il pericolo di inquinamento delle prove”. Il provvedimento ha suscitato la protesta del legale di Maruccio, Luca Petrucci, che definisce l’arresto uno “strumento di pressione” sul suo assistito: “Vincenzo Maruccio si è dimesso, ha lasciato tutti gli incarichi, si è presentato spontaneamente agli inquirenti”, spiega il legale. “Ha offerto la massima collaborazione. Malgrado tutto ciò arrivano oggi gli arresti. La custodia cautelare dovrebbe essere l’extrema ratio, ma in questo modo appare come uno strumento di pressione sull’indagato”.
L’interrogatorio di garanzia è fissato venerdi’ mattina alle 12 nel carcere romano di Regina Coeli l’interrogatorio di garanzia di Vincenzo Maruccio, l’ex capogruppo dell’Idv alla Regione Lazio, arrestato questa mattina con l’accusa di peculato. A interrogare Maruccio sara’ il gip Flavia Costantini che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare. Secondo quanto si e’ appreso, i difensori di Maruccio, gli avvocati Luca Petrucci e Raffaella Talotta, non potranno incontrare il loro assistito fino all’interrogatorio.

Processo Cenere, la giunta Scapagnini condannata in Cassazione.










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Adesso c’è pure il bollo della Cassazione: i contributi previdenziali concessi dal Comune di Catania ai suoi dipendenti per i danni da ‘cenere nera’ dell’Etna, tre giorni prima delle elezioni comunali del 2005, costituirono reato elettorale e dunque i ricorsi per l’ultimo grado di giudizio non sono ammissibili.
La decisione della Suprema corte è stata presa ieri a tarda sera. E così diventa condanna definitiva passata in giudicato, quella inflitta dalla seconda corte d’appello di Catania nei confronti dell’ex sindaco, oggi parlamentare del Pdl Umberto Scapagninie dei sei componenti la giunta comunale in carica nel 2005: Nino Strano, Filippo Grasso, Nino Nicotra, Ignazio De Mauro, Orazio D’Antoni e Fabio Fatuzzo. Il primo fu condannato a due anni e sei mesi, tutti gli altri, nella qualità di assessori comunali, a due anni e due mesi.
Per tutti e sette gli imputati si tratta di una sentenza, questa della Cassazione, molto pesante, non tanto per la pena che dovranno scontare – non andranno certo in carcere, così come è avvenuto per l’ex governatore Cuffaro, dietro l’angolo c’è l’indulto – ma sicuramente per l’interdizione dai pubblici uffici che sbarrerà loro la eventuale carriera politica finita clamorosamente con una sentenza di condanna che ancora fa discutere.
La vicenda della cenere vulcanica e dei contributi ai dipendenti comunali,
quando scoppiò il caso giudiziario sembrava essere una materia difficile da trasferire nelle aule giudiziaria. E invece nel corso degli anni è arrivata la sentenza di primo grado del tribunale, poi confermata in appello. I giudici di secondo grado scrissero nelle motivazioni della sentenza che il “rimborso fu illegittimo, con uguale ingiusto vantaggio patrimoniale dei dipendenti comunali, 3-4 giorni prima dello svolgimento della tornata elettorale che vedeva il sindaco Scapagnini e gli altri appellanti ricandidarsi per il secondo mandato.
Erano i rimborsi Inpdap dati ai dipendenti del Comune per i fenomeni eruttivi e sismici dell’Etna, la cosiddetta cenere vulcanica.
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Terremoto, 5 Paesi bloccano gli aiuti dell'Europa all'Emilia.


Terremoto, i danni a Finale Emilia (Foto Schicchi)


Olanda, Finlandia, Germania, Svezia e Gran Bretagna si oppongono alla proposta di ‘bilancio rettificativo’ per il 2012 sull’esborso da 670 milioni di euro. La Giunta regionale: "Fiduciosi dopo le parole dell'ambasciatore".
Bruxelles, 9 novembre 2012  - Olanda, Finlandia, Germania, Svezia e Gran Bretagna si oppongono alla proposta di ‘bilancio rettificativo’ per il 2012 presentata dalla Commissione europea e riguardante l’esborso da 670 milioni di euro per il terremoto in Emilia Romagna da parte del fondo d’emergenza sulle catastrofi naturali. I rappresentanti dei governi dei cinque paesi si sono espressi durante il dibattito alla riunione dell’Econfin speciale sul bilancio dell’Ue, in corso oggi a Bruxelles.
Gli stessi stati membri si sono opposti anche ad un secondo bilancio rettificativo, sempre il 2012, in cui si chiede di finanziare gli 8 miliardi di euro mancanti per pagare le fatture dei programmi dei fondi di coesione, e i 90 miliardi necessari per il programma "erasmus" di scambio degli studenti dei paesi membri. Inoltre, sono sempre gli stessi paesi bloccano la proposta della Commissione del nuovo bilancio 2013 in cui di chiede un aumento del 7% rispetto all’anno precedente, in ragione del fatto che si tratta dell’ultimo anno del periodo di programmazione finanziaria 2007-2013, e come sempre in questi casi vengono a scadenza la maggior parte delle fatture deli programmi attuati negli anni precedenti.I negoziati all’Ecofin continuano con grande difficoltà, tanto che il portavoce del commissario al bilancio, Janusz Lewandoski, ha pronosticato che la riunione non terminerà prima delle 3 o le 4 del mattino.
OTTIMISMO A BRUXELLES
Il rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue, Ferdinando Nelli Feroci, che partecipa al negoziato dell’Ecofin in corso a Bruxelles sul bilancio comunitario 2013 e sui due correttivi di bilancio per il 2012, si è detto “ottimista sulla possibilità di raggiungere entro la nottata una decisione positiva sul finanziamento dei 670 milioni di euro” stanziati per il terremoto in Emilia Romagna dal Fondo di solidarietà. L’ambasciatore ha rilasciato la sua dichiarazione alla stampa dopo la diffusione delle notizie allarmanti sull’opposizione, espressa oggi da almeno cinque Stati membri, alle proposte di bilancio correttivo della Commissione europea, che includono anche i fondi per l’Emilia Romagna e quasi 9 miliardi di euro di rimborsi (di cui 1,748 miliardi destinati all’Italia) per i programmi di coesione (Fondo sociale, Fondo di sviluppo regionale e fondi per lo sviluppo rurale). 
Nelli Feroci, che ha riferito di tenere “costantemente aggiornati sull’evoluzione del negoziato il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli e il presidente del Consiglio Mario Monti”, ha puntualizzato che “tutti, e soprattutto la Commissione europea, la presidenza di turno cipriota del Consiglio Ue e il Parlamento europeo (rappresentato dal presidente della commissione Bilancio Alain Lamassoure) hanno sottolineato come i fondi per l’Emilia siano dovuti, e che una decisione in merito è necessaria e deve essere presa”. 
Insomma, ha insistito l’ambasciatore “non c’è un’opposizione, ma cinque o sei paesi hanno detto che la decisione sulle modalità del finanziamento di questi fondi deve venire assunta contestualmente a quella sull’altra rettifica del bilancio 2012, quella da 9 miliardi”. I paesi ‘reticenti’ (Olanda, Svezia, Gran Bretagna e Finlandia, più Germania e Austria con delle posizioni più sfumate), chiedono di prendere i soldi mancanti da altri capitoli del bilancio comunitario, e non intendono dare per questo ‘denaro fresco’, come vogliono la Commissione e l’Europarlamento, d’accordo con una ventina di altri Stati membri.  
LA GIUNTA ERRANI
Fiduciosi, con l’auspicio che i fondi per il terremoto siano sbloccati, che il senso di responsabilità prevalga e gli impegni presi dall’Unione europea per il terremoto vengano mantenuti. Così, l’assessore regionale alle Attività produttive dell’Emilia-Romagna, Gian Carlo Muzzarelli, interviene sull’ipotesi di blocco dei fondi dell’Unione europea per il terremoto, i 670 milioni di euro che dovrebbero arrivare dal fondo di solidarietà.
“Si tratta di una vicenda che si intreccia purtroppo con una discussione più generale che riguarda gli equilibri di bilancio dell’Unione europea”, scrive oggi l’assessore in una nota. “Siamo fiduciosi per l’intervento richiesto anche dal presidente Vasco Errani e che ha visto un’azione immediata del Governo italiano, attraverso l’ambasciatore presso l’Unione europea, Ferdinando Nelli Feroci”. Le sue dichiarazioni, aggiunge Muzzarelli “ci fanno ben sperare. Auspichiamo, quindi, che i fondi siano sbloccati al piu’ presto, dal momento che si tratta di risorse indispensabili per gli interventi pubblici nelle aree colpite del sisma”. La speranza di Muzzarelli è che “prevalga il senso di responsabilità affinché vengano mantenuti gli impegni assunti e riconfermati a favore delle comunità così duramente provate”.

Truffa, finanziamenti europei illeciti per 650 mila euro tra Sicilia e Calabria.


etna agrumi
Il Nucleo antifrodi dei carabinieri (NAC) di Salerno ha individuato una truffa ai danni dell’Unione Europea per 650 mila euro al termine di una complessa attività investigativa nel settore “ortofrutticolo” nella piana di Gioia Tauro (Rc).Scoperti finanziamenti comunitari illeciti nel sistema degli aiuti alla trasformazione industriale degli agrumi provenienti dalla Sicilia.
Le indagini del Nac di Salerno si sono avvalse dei riscontri documentali acquisiti dall’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), dalle aerofotogrammetrie del Territorio e dalla Banca Dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale. L’attività dei militari del Nac ha dimostrato, in particolare, che per la campagna 2005/06 e 2007/08 un produttore di San Ferdinando (Rc) - titolare di alcune proprietà agricole anche nei comuni siciliani di Lentini, Ramacca e Palagonia, contrariamente a quanto dichiarato, di fatto, non aveva mai conferito alcun quantitativo di arance siciliane a cooperative agricole e all’industria di trasformazione. Dalle indagini svolte è infatti emerso che gli autotrasportatori non avevano mai effettuato alcun trasferimento di agrumi dalla Sicilia alla piana di Gioia Tauro.
Le irregolarità riscontrate hanno cosi’ consentito di individuare una truffa all’Ue ammontante a 650 mila euro di illeciti finanziamenti. L’esecuzione della misura cautelare da parte del Nucleo antifrodi dei carabinieri di Salerno ha quindi consentito di bloccare conti correnti e beni immobili per un controvalore equivalente di 350 mila euro.

Mafia, Gip di Palermo non archivia l'indagine su Michele Cimino.


michele cimino
Il Gip del Tribunale di Palermo, Maria Pino, non ha accolto la richiesta di archiviazione, presentata dalla Procura nei confronti di Michele Cimino, 44 anni, ex assessore al Bilancio ed ex vicepresidente della Regione Siciliana per il Pdl, appena rieletto all’Ars nelle liste di Grande Sud, nel collegio della provincia di cui è originario: Agrigento.
Il mese scorso Cimino, causa campagna elettorale, aveva chiesto e ottenuto dal Gip un rinvio dell’udienza. La settimana prossima il giudice sentirà in camera di consiglio la Procura e i legali dei tre indagati: assieme l’ex assessore, accusato di concorso in associazione mafiosa, sono sotto inchiesta suo padre, Gianni Cimino, e il segretario, Giovanni Galizia.
La richiesta di archiviazione era stata presentata dal pubblico ministero Fernando Asaro nell’aprile 2011, che però nel mentre è stato trasferito alla Procura generale di Caltanissetta. Secondo i legali degli indagati, gli avvocati Nino Caleca e Grazia Volo, si tratta solo di un “passaggio tecnico”, perché il giudice cioè potrebbe avere necessità di un’integrazione del materiale che le è stato messo a disposizione o di ascoltare le ragioni della Dda. Cimino era finito sotto inchiesta nel settembre 2010, qualche giorno dopo essere uscito dal governo Lombardo.
L’indagine era stata denominata “Family” e aveva riguardato l’allora sindaco di un paese dell’Agrigentino, Castrofilippo, Salvatore Ippolito, arrestato per mafia assieme ad altre quattro persone. Cimino era stato indicato come deputato che aveva ottenuto voti in cambio di soldi dalle cosche, su richiesta del padre Gianni, e “a disposizione” per affari, appalti, finanziamenti.