giovedì 6 ottobre 2016

Referendum costituzionale, perché il Financial Times dice "no". - Tony Barber


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Riforma inutile, un "ponte verso il nulla": non servono leggi approvate più rapidamente, servono leggi migliori e che siano fatte rispettare.


Tony Barber sul Financial Times picchia duro contro la riforma costituzionale voluta da Renzi e contro l'Italicum. A cominciare dal titolo - Un ponte costituzionale verso il nulla - l'editoriale è una breve ma ficcante requisitoria non solo e non tanto sulla qualità della riforma quanto sulla sua irrilevanza.
In sostanza, dice Barber che queste riforme costituzionali volute da Renzi farebbero poco per migliorare "la qualità del governo, della produzione legislativa e della politica".
Perché, aggiunge l'editorialista del quotidiano britannico, quel che serve all'Italia non sono leggi approvate con più rapidità; servono invece meno leggi  e che siano migliori. Devono essere scritte con cura, precisa ancora, e fatte rispettare. Invece che lasciare che siano bloccate o aggirate dalla pubblica amministrazione, dagli interessi particolari o dai cittadini.
Anche per l'Italicum il giudizio è negativo: una riforma davvero pessima.
Barber affronta anche l'argomento usato nelle cancellerie europee, dal governo americano e nelle istituzioni dell'Unione: si dice che una sconfitta di Renzi al referendum provocherebbe una pericolosa instabilità poilitica e destabilizzerebbe il paese, dando il via libera al Movimento cinque Stelle, l'anti-establishment. 

Sbagliato, dice Barber: chi l'ha detto che una vittoria del no destabilizzerebbe il paese? 
Anzi, sarebbe una vittoria del "Sì" invece a far male, perché potrebbe rafforzare "la follia di mettere l'obiettivo tattico della sopravvivenza di Renzi" davanti alla necessità strategica di avere una democrazia sana per l'Italia.
Va aggiunto tuttavia che con questo editoriale Barber sembra aver cambiato idea rispetto a luglio quando scrisse che la sconfitta di Renzi al referendum "rischierebbe di gettare l’Italia in uno stato di prolungata instabilità politica ed economica".
Barber aggiungeva anche che la vittoria del "no" potrebbe mettere l’Italia, paese cruciale per la sopravvivenza dell’unione monetaria, nelle mani di un partito idiosincratico, del tutto inesperto a livello nazionale e che vuole far uscire il paese dall’eurozona".
D'altra parte si potrebbe anche dire che l'editoriale di luglio non entrasse nel merito della riforma ma si limitasse a valutare le possibili conseguenze del risultato referendario. Conseguenze sulle quali, comunque, Barber ha cambiato idea.
Intanto il Comitato per il Sì risponde a Barber. "Non abbiamo enfatizzato le voci della stampa estera che si sono espresse a favore della riforma costituzionale, così non ci strappiamo le vesti quando leggiamo posizioni critiche, come quella espressa ieri a titolo personale da Tony Barber sul Financial Times". 
Così dice un post che si legge sul sito internet del Comitato per il sì "Basta un sì".
"Secondo Barber - prosegue il post - l'Italia non ha bisogno di più leggi, ma di meno leggi fatte meglio. Siamo d'accordo, sapete? Solo che per ridurre la quantità di leggi cui gli italiani sono soggetti - cioè quella burocrazia con cui purtroppo facciamo quotidianamente i conti - occorrono leggi di semplificazione, riforme, piani ben strutturati. Cioè occorre un Parlamento che possa funzionare in modo più semplice e occorre che siano meglio chiarite le competenze dello Stato e quelle delle Regioni. Le troppe leggi scritte male e i mille ostacoli che queste incontrano per essere applicate sono il frutto della confusione dei poteri, del fatto che oggi "tutti fanno tutto". Non a caso, nei nostri manifesti affissi in giro per le città parliamo di "leggi più semplici".
"La riforma è il primo passo verso il futuro - si legge ancora - non il traguardo. Nessuno ha mai pensato che la riforma costituzionale sia una bacchetta magica per risolvere i problemi italiani. Noi crediamo piuttosto che la nuova Costituzione sara' una cassetta degli attrezzi a disposizione delle prossime generazioni di italiani per governare meglio l'Italia in un mondo estremamente complesso. Se noi italiani sapremo usare bene gli strumenti messi a disposizione, l'Italia ne beneficerà. Se non sapremo farlo, ne pagheremo le conseguenze".
"Ciò di cui siamo assolutamente convinti è la necessità della riforma per dare finalmente stabilità e governabilità all'Italia. Forse qualcuno all'estero è troppo attaccato al pregiudizio dell'Italietta debole e divisa per mettersi a studiare in concreto la riforma e coglierne gli aspetti salienti e la portata sistemica. E non ci riferiamo certo al Financial Times, che - al netto delle posizioni personali espresse in singoli articoli - non ha mancato di incoraggiare la modernizzazione del nostro Paese, anche attraverso la riforma costituzionale. A chi invece vorrebbe confinare l'Italia in un ruolo di ripiego, risponderà chi vota, cioè gli italiani, che si stanno informando ogni giorno di più".

mercoledì 5 ottobre 2016

Referendum, sul quesito parte il ricorso al Tar del Lazio: “E’ una truffa”. Benigni: “Se vince il No peggio della Brexit”.

Referendum, sul quesito parte il ricorso al Tar del Lazio: “E’ una truffa”. Benigni: “Se vince il No peggio della Brexit”

Sinistra Italiana e il Movimento 5 stelle hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il testo del quesito del Referendum. A parere dei ricorrenti, infatti, “il quesito così formulato finisce per tradursi in una sorta di ‘spot pubblicitario’, tanto suggestivo quanto incompleto e fuorviante, a favore del governo che ha preso l’iniziativa della revisione e che ora ne chiede impropriamente la conferma ai cittadini, che non meritano di essere ingannati in modo così plateale”.
Intanto il dibattito sul referendum continua e fa discutere la frase del premio Oscar Roberto Benigni che, intervistato da Le Iene, è tornato a esprimersi sulla Riforma costituzionale promossa dal governo. “La Costituzione è stata un miracolo, resta la più bella del mondo. I padri costituenti sono stati dei giganti perché hanno illuminato le macerie. L’Italia è rialzata grazie a loro. Ma ora è necessaria una revisione, nonostante nella riforma qualche cosa sia da rivedere”. E un merito all’esito ha detto: “Se vince il No sarà peggio della Brexit. Possiamo stare sereni se vince il Sì. Bisogna pensare al bene degli italiani”.
A presentare il ricorso al Tar sono stati gli avvocati Enzo Palumboe Giuseppe Bozzi (che attualmente difendono i ricorrenti messinesi dinanzi alla Consulta nel giudizio per l’incostituzionalità dell’Italicum), nella loro qualità di elettori e di esponenti del Comitato Liberali x il No e del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, e i senatori Vito Claudio Crimi (M5S) e Loredana De Petris (Sinistra Italiana-SEL). “I ricorrenti – si legge in una nota – lamentano che il quesito predisposto dal Quirinale non tiene conto di quanto stabilito dall’art. 16 della legge 352-1970, secondo cui, quando si tratti di revisione della Costituzione, il quesito referendario deve recare la specifica indicazione “degli articoli” revisionati e di ciò che essi “concernono”. Il quesito, aggiungono, “oltre a non specificare quali siano gli articoli della Costituzione interessati dalla riforma, alcuni dei quali ben più importanti di quelli citati (come la nuove modalità di elezione del Presidente della Repubblica e dei Giudici costituzionali di derivazione parlamentare), si limita invece a riprodurre il titolo del ddl di revisione, che, assieme al corretto ma insufficiente riferimento ad alcuni istituti incisi dalla revisione, riporta impropriamente anche una presunta finalità della legge (il c. d. contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni), che non trova specifico riferimento in alcuna delle norme revisionate, potendone semmai essere una conseguenza, neppure certa e comunque irrisoria”.
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"Gli M5S hanno presentato un esposto in Procura contro Renzi per le dichiarazioni sull’ipotesi della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. A depositare l’esposto, dove si ipotizza il reato di manipolazione del mercato, il capogruppo alla Camera, Giulia Grillo e il deputato Andrea Colletti. “Il giorno dopo le dichiarazioni la quotazione del titolo della Salini Impregilo ha avuto un aumento del 6,75%, conseguenza certa delle dichiarazioni del Premier”. E non è questa l’unica grana giudiziaria per il governo: i grillini e Sinistra italiana hanno presentato un ricorso sulla formula del quesito del referendum del 4 dicembre."
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/05/referendum-sul-quesito-parte-il-ricorso-al-tar-del-lazio-e-una-truffa-esposto-m5s-su-frasi-renzi-per-ponte-sullo-stretto/3076784/

Siamo a questo punto?
Al governo non sono in grado di predisporre un quesito referendario e vogliono cambiare la Costituzione?
E che dovremmo dire della propensione del nostro, ahimè, PdC che, da perfetto ingenuo qual'è, rilascia pubbliche affermazioni che recano un enorme guadagno all'azienda amica...?
E' questa la gente che ci governa?

Campania, carabinieri indagano sui veleni nelle acque. E il sindaco del Pd cerca di far rimuovere il comandante. - Vincenzo Iurillo

Campania, carabinieri indagano sui veleni nelle acque. E il sindaco del Pd cerca di far rimuovere il comandante

E' successo in provincia di Avellino, a Solofra, capitale campana dell’industria delle concerie. La procura irpina ha aperto un fascicolo per avvelenamento, delitti colposi contro la salute pubblica e omissione d’atti d’ufficio. Secondo gli inquirenti, il primo cittadino dem Vignola ha contattato un ex senatore del suo partito (Enzo De Luca, solo omonimo del governatore) affinché intercedesse con il ministro Pinotti per far trasferire il comandante che indaga.

Solofra, capitale campana dell’industria delle concerie, l’acqua è contaminata dal tetracloroetilene, ci sono pozzi sequestrati da più di due anni e c’è il rischio che l’inquinamento si propaghi nei comuni irpini a valle. Risulta da una inchiesta della Procura di Avellino che ha aperto un fascicolo per avvelenamento delle acque, delitti colposi contro la salute pubblica e omissione d’atti d’ufficio. Ed il Pd locale, che governa il territorio, che fa? Trama al telefono per vedere se è possibile rimuovere il comandante della Stazione dei Carabinieri di Solofra che indaga sui presunti responsabili dell’inquinamento. Ovvero su di loro, ed in particolare su un sindaco dem. Intercettato mentre sollecita pressioni sul ministro della Difesa Roberta Pinotti (estranea a queste vicende e tirata in ballo a sua insaputa), dal quale dipendono gerarchicamente i militari dell’Arma.

Lo si evince dalle telefonate depositate dai pm alla conclusione di una prima tranche di indagini, che contesta a un manager e a un tecnico di Irno Service il reato di smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. Si tratta delle intercettazioni del sindaco Pd Michele Vignola a colloquio con l’ex senatore, ex assessore regionale e componente della segreteria campana dem Enzo De Luca (solo omonimo del Governatore). 
Conversazione del 26 marzo 2014, ore 13.12. Vignola, indagato e col telefono sotto controllo, chiama De Luca: “Poi quell’altra cosa… mi stai facendo pigliare collera… una cosa che non ti posso parlare per telefono…”. De Luca: “Io tutto quello che potevo fare l’ho fatto…”. Vignola insiste: “Mah… e no… possiamo andare a Roma… al ministero della Difesa…”. De Luca ribatte: “Ho capito… devo parlare con quella madonna… devo parlare con Roberta (Pinotti, ndr)”. Vignola: “Me la devi fare questa cosa qua… me la devi chiudere… questa è una cosa personale… che ti sto chiedendo”.
E’ una delle quattro telefonate che il procuratore capo di AvellinoRosario Cantelmo cita come indizi delle manovre di Vignola “per intervenire su politici avellinesi di primo piano per far trasferire il comandante dei Cc di Solofra Giuseppe Friscuolo, evidentemente troppo attivo nelle indagini”. Indagini che secondo la Procura danno fastidio a un sindaco che “più che preoccuparsi della contaminazione della falda idropotabile del suo Comune, sia preso essenzialmente dal problema di non scontentare il potente ceto dei conciatori solofrani, costituente il suo bacino elettorale”.
Le telefonate tra Vignola e De Luca in cui si discute di come ‘arrivare’ al ministro si intensificano con l’avanzare delle indagini, culminate nel sequestro di due pozzi idropotabili di Solofra. Il 31 marzo 2014 De Luca informa Vignola: “Vado dopodomani a Roma, quasi certamente incontro pure la Pinotti”. L’11 aprile gli comunica che la missione è compiuta: “Ho fatto quella cosa… l’ho fatta al massimo livello… dovrebbe andare in porto… anche tranquillamente… quindi volevo tranquillizzarti su questo… e martedì forse vado di nuovo… detto questo, poi ci possiamo vedere in questi giorni…”. Segue lunga discussione su questioni politiche locali. Ma Vignola appare impaziente: “Che tempi ti hanno dato per questa cosa?”. Si riferisce, secondo gli inquirenti, al trasferimento del comandante Friscuolo. De Luca: “Gli ho detto di fare una cosa immediatamente… di intervenire fortemente e senza mezzi termini… e poiché la il capogruppo… tra l’altro con il Generale… e quella (la Pinotti, ndr) tiene proprio rapporti diretti… ehhh che ti devo dire…”.
Il comandante non è stato trasferito ed è ancora al suo posto, non ci sono tracce che De Luca abbia davvero provato a fare pressioni sul ministro Pinotti e il pm propende per la tesi che l’ex senatore abbia solo millantato per rabbonire il suo interlocutore e collega di partito. Resta da capire perché, di fronte alle insistenze di un sindaco che chiede la testa di un carabiniere servitore dello Stato, un ex parlamentare ed uomo delle istituzioni non abbia risposto “questo non si può fare, pensiamo invece a come disinquinare il nostro territorio”.

Nobel per la Fisica a Thouless, Haldane e Kosterlitz.

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Per la scoperta del volto 'esotico' della materia.


Il Nobel per la Fisica 2016 è andato a David Thouless, Duncan Haldane e Michael Kosterlitz, per la scoperta del 'volto' esotico della materia, ossia dei passaggi che avvengono da uno stato all'altro della materia in condizioni inusuali. Questi studi hanno aperto le porte alla ricerca di nuovi materiali e in particolare di quelli per la superconduttività ad alta temperatura.

Gli esploratori del cuore della materia
Thouless, dell'Università di Washington a Seattle, Haldane, dell'università di Princeton e Kosterlitz, della Brown University, tutti e tre di origine britannica, sono i fisici che fin dagli anni '70 hanno cercato di esplorare il cuore della materia. "Hanno studiato i passaggi che avvengono nella materia quando avviene il passaggio da uno stato a un altro", ha spiegato Marco Grilli, del dipartimento di Fisica dell'Università Sapienza di Roma.
I ricercatori premiati con il Nobel sono stati i primi a vedere che cosa succede quando si passa da un oggetto magnetizzato, come una calamita, a un oggetto che non lo è, oppure da un metallo normale a un metallo superconduttore, o ancora da un fluido normale a superfluido che non ha viscosità. 
Negli anni '70, ha proseguito Grilli, Kosterlitz e Thouless sono stati i primi a osservare i passaggi che avvengono nei materiali che hanno solo due dimensioni, scoprendo che "esisteva un modo nuovo nei quali la materia poteva passare da una fase a un'altra", ha spiegato ancora Grilli. In particolare hanno scoperto che durante questi processi, chiamati passaggi di fase, la materia parte da uno stato ordinato per diventare disordinata. Hanno scoperto inoltre che questo passaggio avviene con la formazione di vortici che si estendono progressivamente. Haldane si è occupato invece del modo in cui il passaggio da uno stato all'altro può avvenire in modo diverso in materiali diversi e che queste differenze dipendono dalla struttura interna, più o meno complessa. 

I vincitori del Nobel per la Fisica 2016 sono tutti e tre di origini britanniche e da decenni lavorano negli Stati Uniti.
David Thouless, 82 anni, è professore emerito nell'Università di Washington a Seattle. E' nato nel 1934 in Gran Bretagna, a Bearsden, e ha studiato negli Stati Uniti, nella Cornell University di Ithaca.
Michael Kosterlitz, 74 anni, insiegna Fisica nella Brown University di Providence. E' nato in Scozia, ad Aberdeen, nel 1942 e ha studiato a Oxford.
Duncan Haldane, 65 anni, insegna Fisica nell'Università di Princeton. E' nato a Londra nel 1951 e si è trasferito negli Stati Uniti dopo gli studi nell'università di Cambridge.

Cnr, premio ai 'mattoni' del futuro quantistico  
Il Nobel per la Fisica è un premio ''ai mattoni di un futuro quantistico''. Lo afferma il presidente del Condiglio nazionale delle Ricerche (Cnr), Massimo Inguscio, in merito all'assegnazione del Premio Nobel per la Fisica 2016 a David Thouless, Duncan Haldane e Michael Kosterlitz. ''Questi nuovi materiali quantistici 'esotici' - spiega Inguscio - proteggono dai disturbi dovuti a rumore, impurità e disordine. In tal modo vengono preservate quelle caratteristiche che aprono prospettive reali nello sviluppo di mattoni fondamentali per le tecnologie del futuro, ad esempio di bit quantistici estremamente stabili che potrebbero avvicinare la realizzazione di calcolatori rivoluzionari''. Il Cnr, in sinergia con il mondo universitario, sottolinea in una nota, ''lavora in questi campi di frontiera sia con nuovi materiali allo stato solido che con simulatori con atomi ultrafreddi. Ed è tanto impegnato in questo sforzo verso il futuro da coordinare la road map italiana nella importante flagship lanciata dall'Europa proprio sul tema delle tecnologie quantistiche''.

martedì 4 ottobre 2016

Per chi ancora non lo avesse capito....




Consiglio di Stato, magistrati amministrativi contro Renzi: “Forzata la legge per nominare la Manzione”. - Ilaria Proietti


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Matteo Renzi e Antonella Manzione

L’Associazione nazionale magistrati amministrativi (Anma) pronta a dare battaglia. Annunciando ricorsi e minacciando dimissioni dal Consiglio di presidenza di Palazzo Spada. Per la designazione della pupilla del presidente del Consiglio, già a capo dei vigili urbani di Firenze e poi nominata ai vertici del dipartimento affari giuridici della presidenza del Consiglio. “E’ la prima volta che dal governo vengono indicati  nominativi così poco qualificati”. Ma anche per l'emendamento varato in commissione Giustizia alla Camera. Che spalanca le porte dell’organo di autogoverno a due membri di diritto. Uno dei quali è l'ex ministro Patroni Griffi.

Ora basta. Il 7 ottobre al direttivo dell’Associazione nazionale magistrati amministrativi (Anma) si minaccia battaglia. Contro la decisione di Matteo Renzi di indicare per un posto al Consiglio di Stato, Antonella Manzione. Già capo dei vigili urbani a Firenze e poi voluta a Roma dal premier al vertice del Dipartimento affari giuridici della Presidenza del Consiglio (Dagl). “Vogliamo verificare se ci siano i presupposti per un ricorso contro questa nomina. Non si tratta di una questione infondata, anche perché già sulla nomina di Manzione al Dagl erano stati fatti rilievi dalla Corte dei Conti”, spiega a ilfattoquotidiano.it Fabio Mattei, segretario generale di Anma che non nasconde l’amarezza. “E’ la prima volta che dal governo vengono indicati per Palazzo Spada nominativi così poco qualificati. E che nella loro funzione saranno chiamati a giudicare affari milionari. O a dare pareri su provvedimenti dello stesso esecutivo che li ha nominati pur essendo privi dei requisiti previsti”.
TODOS CABALLEROS Possibile  che non ci fossero altre professionalità su cui puntare? E’ la domanda che sollevano dall’associazione. “Per fare spazio a nomine come quella della Manzione si è addirittura forzato la legge”, accusa Mattei. Che aggiunge: “La normativa prevede un requisito minimo di  età, 55 anni che lei non ha. Oltre che preparazione e qualifiche che fino ad oggi avevano portato a scegliere professori universitari ordinari, avvocati di lungo corso, magistrati di corte d’Appello o altissimi dirigenti pubblici. Qui invece, con il rispetto dovuto, siamo al todos caballeros”, spiega il presidente dell’Anma a proposito “dell’ultima infornata governativa. Che ha, come mai prima, una fortissima connotazione politica”.
PALAZZO OCCUPATO.  Ma al direttivo del 7 ottobre sarà esaminata al microscopio quella che più d’uno definisce una strategia del governo per  occupare ‘manu militari’ Palazzo Spada, il cuore della giustizia amministrativa. “Si intravvede un unico filo conduttore nelle decisioni dell’esecutivo Renzi. Che parte da quella di mantenere in servizio alcuni magistrati, spostando solo per loro e quindi in maniera assolutamente anomala anche per la scelta di farlo con decreto legge, il termine per la pensione: è un  fatto grave perchè lede l’imparzialità e l’indipendenza della giustizia”, dice Mattei. Che non fatica a definire questa mossa “un blitz del governo”. Non l’unico, peraltro.
GIUSTIZIA ALL’ATTACCO. Malissimo digerito anche l’emendamento infilato ‘alla chetichella’ in commissione Giustizia alla Camera che spalanca le porte dell’organo di autogoverno della magistratura amministrativa, completamente elettivo con la sola eccezione del suo presidente, a due membri di diritto. “Nessuno si è premurato di consultare il Consiglio di presidenza. A noi, che addirittura siamo stati sentiti in Commissione qualche giorno prima, non avevano detto nulla. Neppure un accenno”, si rammarica  il segretario di Anma: “Con questa decisione si altera  il peso dei membri elettivi del Consiglio di presidenza, incidendo sulla rappresentanza. Insomma, un’ulteriore intromissione che consente di fatto al governo di mettere le mani sulla giustizia amministrativa”. Che ora è pronta a reagire.
DIMISSIONI IN VISTA. La Giunta Anma ha chiesto un incontro urgente al presidente della Commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti. E a David Ermini, altro esponente del Pd che da relatore del decreto ha proposto l’emendamento incriminato. E che consentirà l’ingresso in Consiglio di Presidenza al presidente aggiunto del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi. E al presidente del tribunale amministrativo regionale con maggiore anzianità di ruolo, il cui identikit sembra corrispondere oggi quello del presidente del tar Toscana Armando Pozzi. “Chiediamo lo stralcio di questa previsione: se dovesse passare anche in aula, i sei membri eletti a Palazzo Spada dai tar si vedrebbero costretti alldimissioni. La loro presenza nell’organo di autogoverno a quel punto, nonostante rappresentino la stragrande maggioranza dei magistrati amministrativi, sarebbe totalmente marginale. Bisogna a tutti i costi impedire questa operazione verticistica dal sapore chiaramente politico”.
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Opere pubbliche, 14 arresti per tangenti in Lombardia.




Nel mirino sub-appalti, anche collegamento fra terminal Malpensa.


La Guardia di Finanza di Milano ha eseguito 14 arresti tra cui quelli di un dirigente di una società controllata da Ferrovie Nord nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Dda di Milano con al centro l'acquisizione di sub-appalti di opere pubbliche in Lombardia. Tra le commesse anche quella relativa alla linea ferroviaria che collega il terminal 1 al terminal 2 di Malpensa. Tra i reati, l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione.
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata "alla commissione di reati di corruzione diretta all'acquisizione di subappalti di opere pubbliche realizzate in Lombardia". Contestati anche reati di natura fiscale, per presunta "utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti" e "indebite compensazioni", e poi ancora la truffa ai danni dello Stato, la bancarotta fraudolenta, l'intestazione fittizia di beni e complessi societari e la "illecita concorrenza realizzata attraverso minaccia e violenza".
La presunta associazione per delinquere sarebbe stata formata da "imprenditori bergamaschi e calabresi", alcuni dei quali "aventi contiguità ad un contesto criminale di 'ndrangheta". E' quanto emerge dagli atti dell'indagine, condotta dalla Gdf e coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Ilda Boccassini e dal pm Bruna Albertini, che ha portato in carcere, tra gli altri, Davide Lonardoni, 45 anni di Varese, dirigente di NordIng, società del gruppo Ferrovie Nord Milano. Tra le 11 persone finite in carcere (per tre, invece, sono stati disposti i domiciliari) c'è anche Pierino Zanga, imprenditore bergamasco, "formalmente mero dipendente all'interno delle varie società, ma di fatto 'dominus' di un circuito di società aggiudicatrici dei vari subappalti per la realizzazione di opere pubbliche".
Stando alle indagini, la presunta associazione per delinquere sarebbe stata composta da vari imprenditori "avvalendosi di diverse società operanti nel settore dell'edilizia", anche intestate a prestanome e apparentemente prive di legami tra loro. Gli approfondimenti di indagine, con una complessa attività di polizia giudiziaria e tributaria, hanno portato all'accertamento anche di presunte violazioni di natura penale e tributaria e di "attività distrattive del patrimonio di alcune società coinvolte, in relazione alle quali - come spiega la Gdf - il Tribunale ha dichiarato il fallimento" con ipotesi di bancarotta per i "titolari di fatto". Numerose perquisizioni sono in corso e nel blitz sono impegnati oltre 100 finanzieri.
La corruzione esiste perchè la politica è corrotta.
Per eliminare l corruzione dobbiamo purificare le stanze del potere legislativo. E per purificare le stanze del potere legislativo dobbiamo mandare a casa gli individui che hanno permesso che la corruzione entrasse da padrona nelle istituzioni del paese.
Abbiamo bisogno di cambiare; fino a quando in politica continueranno a circolare gli stessi personaggi che hanno portato la nazione allo sbando, affondando le loro mani nelle casse dello stato per arricchirsi ed assicurarsi una longeva permanenza in parlamento, non vedremo alcun miglioramento, non avremo speranza in un futuro migliore. Cetta