giovedì 22 agosto 2019

CRONACA della crisi ORA PER ORA 20 agosto 2019.


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Ore 23 – Buffagni (M5s): “Il M5s non ha paura né delle elezioni né di continuare a governare”
“Noi non abbiamo paura né delle elezioni né di continuare a governare. Vorrei però che si tornasse a parlare di contenuti”. Così Stefano Buffagni (M5S), in diretta al Tg1.
Ore 22.20 – Casellati legge in Aula la lettera di dimissioni di Conte
Il presidente del Senato Elisabetta Casellati ha letto in Aula la lettera con cui Giuseppe Conte ha presentato le sue dimissioni da premier al Quirinale, informandone la presidenza di Palazzo Madama. Casellati ha aggiunto che “il Senato è convocato a domicilio”.
Ore 21.50 – Zingaretti (Pd): “Giusto verificare se ci sono altre ipotesi di ampia maggioranza”
“Nella nostra democrazia è giusto andare a verificare se ci sono altre ipotesi di ampia maggioranza, ma in netta discontinuità con quanto visto in questi mesi”. Così al Tg1 il segretario Pd Nicola Zingaretti. “Serve un cambiamento a cominciare dal meoto, serve una condivisa idea di sviluppo per mettere al centro al crescita. Altrimenti si va al voto, non vogliamo papocchi o accordicchi”, ha aggiunto.
Ore 21.45 – Giorgetti (Lega): “Non era possibile andare avanti. Io l’avevo detto qualche mese prima”
“Con questi litigi continui, non era possibile andare avanti. Per la verità io l’avevo detto qualche mese prima…”. Giancarlo Giorgetti, a SkyTg24, ricorda il suo scetticismo sulla prosecuzione dell’esperienza di governo tra Lega e M5S. Quanto ai tempi dell’apertura della crisi scelti da Matteo Salvini, Giorgetti dice: “Noi siamo un partito, scegliamo il capo e il capo decide. Poi può decidere bene o male, ma decide il capo”.
Ore 21.40 – Conte ha visto i presidente delle Camere Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati
Ore 21.20 – Il calendario delle consultazioni: M5s al Colle giovedì alle 17 –
L’ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica comunica il calendario delle consultazioni: Nel pomeriggio di mercoledì Mattarella incontrerà -tra le 16 e le 19 – i presidenti di Camera e Senato, il gruppo parlamentare Per le Autonomie del Senato, e i Misti di Camera e Senato, e quello di LeU di Montecitorio. Giovedì – tra le 10 e le 17 – Fratelli d’Italia, il Pd, Forza Italia, la Lega e infine il Movimento 5 stelle.
Ore 21.10 – Conte lascia Quirinale dopo pochi minuti –
Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha lasciato il Quirinale dopo pochi minuti. Il premier dimissionario ha rassegnato le proprie dimissioni nelle mani del capo dello Stato, Sergio Mattarella. In piazza numerosi giornalisti e una decina di curiosi.ume 0%
Ore 21.05 – Quirinale: “Conte si è dimesso, consultazioni al via da mercoledì alle ore 16”
Comunicato stampa del Quirinale: “Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa sera al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Avv. Giuseppe Conte, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica ha preso atto delle dimissioni e ha invitato il Governo a curare il disbrigo degli affari correnti. Le consultazioni avranno inizio domani, mercoledì 21 agosto, alle ore 16.00. Il calendario delle consultazioni sarà reso noto attraverso l’Ufficio Stampa”.
Ore 20.55 – Salvini: “Finché posso rimango al Viminale” – 
“Faccio quello che dice il presidente della Repubblica. Finché posso rimango a lavorare” al Viminale. Lo ha detto Matteo Salvini in Senato ai cronisti che gli domandavano se intende dimettersi da ministro dell’Interno o meno.
Ore 20.50 – Salvini: “A Mattarella chiederò di tornare al voto” 
“Chiedo il voto al presidente Mattarella” l’ha detto il vicepremier Matteo Salvini dopo l’aula del Senato. “La via maestra sono le elezioni. Alle Consultazioni al Quirinale la Lega si presenterà da sola”, ha ribadito.
Ore 20.45 – Salvini: “Italia non merita un governo contro” – 
“Oggi in Aula ho capito che c’è un avversione a Matteo Salvini. L’Italia non merita un governo, ammucchiata, ‘contrò Salvini, ma un governo del per. Io non lo temo, anzi”. Così Matteo Salvini, parlando al Senato, al termine della seduta.
Ore 20.42 – Conte al Quirinale per dimissioni –
Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, è appena arrivato al Quirinale per rassegnare le proprie dimissioni nelle mani del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il premier è salito al Colle dopo la lunga giornata in Senato senza rilasciare dichiarazioni.
Ore 20.40 – Salvini: “Da Conte solo insulti” –
“In Aula del Senato oggi non abbiamo ascoltato idee. Dopo un anno di governo insieme, dunque, solo insulti dal presidente del consiglio. Che delusione, se mal sopportava la Lega e me e preferiva il Pd poteva dirlo subito”. Lo scrive su twitter il vicepremier Matteo Salvini.
Ore 20.35 – Conte lascia Senato diretto al Quirinale, folla lo acclama –
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lascia Palazzo Madama per recarsi al Quirinale e viene salutato da una cinquantina di persone con uno striscione che lo acclamano urlando “Conte, Conte” e “Presidente, Presidente”.
Ore 20.27 – Conte: “Crisi porta firma di Salvini, è evidente” –
“E’ evidente che la responsabilità della crisi porta visibile la sua firma”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, nelle replica al Senato, parlando di Matteo Salvini.
Ore 20.26 – Conte: “Dal 3 giugno Salvini non ha compreso senso di leale collaborazione” –
“Il 3 giugno ho convocato una conferenza stampa per declinare con esempi concreti il concetto di leale collaborazione” ma “dopo il 3 giugno Salvini ha stentato a cogliere il significato della leale collaborazione”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte al Senato.
Ore 20.25 – Conte: “Salvini senza coraggio, io vado da Mattarella” –
“Nessun problema, se ti manca il coraggio sul piano politico” di assumersi la responsabilità della crisi “non c’è problema, me l’assumo io. Questa è la conclusione, unica, obbligata, trasparente. Vi ringrazio tanto, io vado dal presidente della Repubblica”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte concludendo la sua replica al Senato. “Prendo atto che al leader della Lega Matteo Salvini – ha aggiunto – manca il coraggio di assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti”.
Ore 20.22 – Conte: “Fatico a capire tatticismi” – 
“Dobbiamo essere d’accordo su un punto: non possiamo affidarci a espedienti, tatticismi, giravolte verbali che io faccio fatica a comprendere. Scusatemi ma sono molto lineare, apprezzo la linearità di azione”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte nelle repliche in aula.
Ore 20.20 – Conte: “Lega ritira sfiducia? Se manca il coraggio me lo assumo io” –
“Non possiamo, se amiamo le istituzioni e i cittadini, affidarci a espedienti, tatticismi, giravolte verbali che faccio fatica a comprendere. Io apprezzo la coerenza logica e la linearità d’azione. Se c’è mancanza di coraggio, non vi preoccupate, me ne assumo io la responsabilità io davanti al Paese”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nella replica al dibattito in Aula al Senato soffermandosi sul ritiro della mozione di sfiducio da parte della Lega.
Ore 20.16 – Salvini ascolta Conte dai banchi della Lega – 
Il vicepremier Matteo Salvini sta ascoltando la replica del premier Giuseppe Conte in aula al Senato dai banchi della Lega.
Ore 20.15 – Conte: “Nessun ravvedimento, nessuna questione personale con Salvini” – 
“Non c’è stato nessun ravvedimento tardivo, se sono stato frainteso vorrei chiarire. Non ne faccio una questione personale tra me e gli amici della Lega e tra me e Salvini, con cui mi fermerei a fare una chiacchierata per dirgli il mio dissenso su tante questioni. Io ho parlato di cultura delle regole e di sensibilità istituzionale”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, nelle repliche al Senato, parlando del suo intervento di oggi in aula su Salvini.
Ore 20.10 – La controreplica di Conte: “Su migranti non rinnego nulla”.
“Tra le varie questioni sollevate c’è stata anche quella dell’immigrazione. Io non sto qui a giustificarmi nè a rinnegare quanto abbiamo fatto”. Lo ha detto Giuseppe Conte nella replica al Senato. “C’è stata una politica di maggiore rigore sul presupposto che una indiscriminata accoglienza equivale ad una non accoglienza”.
Ore 20.05 – Patuanelli (M5s): “Lega ritira mozione di sfiducia? Tardi” –
La mozione di sfiducia della Lega al premier Conte “oggi è stata ritirata, ma direi che è un pò tardi. E’ evidente chi ha aperto questa crisi”. Così Stefano Patuanelli, capogruppo M5S al Senato, durante il suo intervento in Aula.
Ore 20.02 – Patuanelli (M5s): “Salvini non ha spiegato perché ha voluto crisi” – 
“Salvini ha parlato per 25 minuti… ma non ha detto l’unica cosa che aspettavamo di sentire per capire: perché ha voluto la crisi di questo governo”. Lo ha detto in Aula il capogruppo M5S al Senato, Stefano Patuanelli.
Ore 20.01 – Patuanelli (M5s): “Noi quelli del No? Voi quelli del boh” –
“Dalle europee in poi avete detto in loop che siamo quelli del no. Per me voi siete quelli del boh. Noi non abbiamo paura di rivolgerci al popolo con nuove elezioni, noi non abbiamo paura di niente”. Così il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli, intervenendo in Aula.
Ore 20 – Salvini esce dall’Aula –
L’ex premier Matteo Renzi è rientrato in Aula al Senato per assistere alla replica del premier Giuseppe Conte. Il vicepremier Matteo Salvini, rientrato dopo qualche ora di assenza è uscito nuovamente.
Ore 20.01 – Salvini vede i suoi prima di controreplica di Conte – 
Riunione in corso tra Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti, Massimiliano Romeo, Roberto Calderoli e lo staff di comunicazione comunicazione della Lega in una sala attigua all’aula del Senato. Il vicepremier si è sincerato con il capogruppo del Carroccio di avere tempo a disposizione per non perdere la replica di Conte.
Ore 19.55 – Fonti M5s: “Ritiro mozione di sfiducia? Per addossare colpa a Conte” –
La porta del Movimento 5 Stelle alla Lega è chiusa definitivamente. Il ritiro della mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte, secondo quanto apprende LaPresse da fonti qualificate M5S, non rappresenta alcuna mano tesa bensì un modo per addossare tutta la colpa della fine del governo giallo-verde a Conte, quando la crisi è stata invece aperta dal vicepremier Matteo Salvini. Il movimento, guidato da Luigi Di Maio, pertanto salirà al Quirinale, viene riferito, con una apertura sia a un governo tecnico, per fare la legge di bilancio e poi andare al voto, sia a un governo politico con solide basi.
Ore 19.51 – Fonti Lega: “Controsenso sfiducia con apertura su riforme” –
Era un controsenso mantenere la mozione di sfiducia a Conte avendo aperto alla possibilità di continuare il percorso delle riforme, avendo peraltro il premier già annunciato le sue dimissioni rendendo la mozione stessa superflua. E’ quanto spiegano fonti della Lega motivando il ritiro della mozione di sfiducia.
Ore 19.30 – Lega ritira mozione di sfiducia al Senato 
La Lega ha ritirato la mozione di sfiducia al Senato presentata a suo tempo nei confronti del governo Conte. Lo apprende l’Ansa da qualificate fonti di maggioranza.
Ore 19.05 – Renzi (Pd): “Giglio magico fuori dal nuovo governo” – 
Quando si parla di ‘renzianì in genere si intende quello che voi chiamate Giglio Magico, cioè io, Luca Lotti e Maria Elena Boschi. Io non parlo per Luca e Maria Elena ma se dovessi dare un suggerimento direi che sarebbe naturale che noi tutti restassimo fuori” da un eventuale nuovo governo. Lo ha detto Matteo Renzi parlando con i cronisti in Senato.
“Il Governo se nasce – ha aggiunto – è a servizio pubblico del Paese, non per risolvere i problemi dei partiti”.
Ore 19 – Renzi (Pd): “Conte bis? Non apro bocca” – 
Se nasce un nuovo governo, come auspica, sul nome del premier Matteo Renzi non intendere “aprire bocca”. Lo ha detto lo stesso senatore del Pd parlando con i giornalisti al senato.
“Ormai io non sono centrale – ha detto Renzi – ho portato la palla sin qui”. Interpellato dai cronisti sul discorso di Conte, l’ex premier ha spiegato quanto detto in Ala: “Conte ha lasciato con stile, gli va riconosciuto. Certo noi gli abbiamo fatto notare che si poteva accorgere anche prima di tutte le cose di cui ha accusato Salvini. Poi io il mio giudizio sul suo governo l’ho già dato, ha fallito, ed è il governo Conte”. Conte, hanno osservato i cronisti, si è candidato per un bis: “l’incarico lo dà Mattarella su indicazione dei partiti, io non apro bocca”.
Ore 18.25 – Boccia (Pd): “Renzi si scusi per aver accusato dem di connivenza” –
“Renzi dovrebbe semplicemente scusarsi. È molto grave che usi la parola connivenza riferendosi al Pd e alla comunità di cui farebbe parte e che tanto gli ha dato in questi anni. Un insulto a tante donne e tanti uomini che non lo meritano”. Così su Twitter Francesco Boccia, deputato Pd e responsabile economia e società digitale del Partito Democratico.
Ore 18.10 -Giorgetti a Renzi: “In bocca al lupo con Di Maio.”  
In un corridoio laterale del Senato, in pieno dibattito dopo il discorso di Conte, Matteo Renzi incrocia Giancarlo Giorgetti appena fuori dall’aula.
Il senatore del Pd, nel suo intervento, aveva appena riconosciuto “l’onore delle armi” al sottosegretario alla Presidenza. Cordialità e strette di mano tra i due: “In bocca al lupo!”, dice Renzi a Giorgetti. Il leghista replica: “In bocca al lupo a te! Con Di Maio…”. E Renzi: “Io al governo con Di Maio non vado”.
Ore 18.07 – Domani capigruppo Camera alle 10 e 30 –
Domani alle ore 10.30 è convocata la capigruppo della Camera. All’ordine del giorno, comunicazioni del presidente Fico.
Ore 18.05 – Fonti M5s: “Salvini ha deciso, ora tiene a sua poltrona” –
Salvini la sua scelta l’ha già fatta. Chiedendo di tornare al voto non vuole più governare con il M5S. Chiedendo di sfiduciare Conte non vuole più questo governo. Quindi si dimetta e basta o ha paura di perdere la poltrona?”. Lo sottolineano fonti del M5S replicano alle parole di Matteo Salvini che ha proposto di completare le riforme prima di tornare al voto.
Ore 18 – Zanda: “Non ci sarà riedizione” –
“Il Presidente della Repubblica e le forze politiche vedranno come risolvere la crisi, o con le elezioni o con un nuovo governo. Dopo il suo intervento sappiamo che non ci sarà una riedizione del suo governo con la stessa maggioranza, la stessa formazione e lo stesso contratto incostituzionale che lo ha sorretto”. Lo ha detto il senatore del Pd, Luigi Zanda, intervenendo al Senato.
“La nostra Costituzione prevede le elezioni ogni cinque anni, quelle che interrompono la legislatura sono decise solo dal Presidente della Repubblica – ha aggiunto – I senatori vogliono che la costituzione sia rispettata e che sia il presidente della Repubblica a decidere se la legislatura va interrotta oppure no”. Zanda ha poi detto che “le dimissioni di Conte sono una buona notizia” anche perché “fare un governo sulla base di un contratto è uno sfregio alla Costituzione e alla prassi costituzionale”.
Ore 17.50 – Giorgetti: “Toni duri da Conte? Tutto come previsto” –
“E’ andato tutto come previsto”. Così Giancarlo Giorgetti, risponde ai cronisti che gli chiedono se sarebbe aspettato toni così duri dal premier nei confronti di Matteo Salvini. Quanto al futuro, il sottosegretario leghista prosegue: “La domanda non è se il Pd e i Cinque Stelle possono durare ma se possono mettersi assieme”.
Ore 17.42 – Morra (M5s): “Salvini in Calabria col rosario, può sembrare messaggio a ‘ndrangheta” –
Matteo Salvini dopo che l’8 di agosto ha fatto sapere urbi et orbi che bisognava interrompere l’esperienza di governo ha avviato un tour, non un pellegrinaggio, incontrando cittadini, venendo contestato, ma soprattutto ostentando il rosario. Ora in terra di Calabria ostentare il rosario, votarsi alla Madonna, dove c’è il santuario cui la ‘ndrangheta ha deciso di consegnarsi significa mandare messaggi che uomini di Stato, soprattutto ministri degli Interni devono ben guardarsi dal mandare”. Lo ha affermato Nicola Morra (M5S) in aula al Senato, nel dibattito sulle comunicazioni del premier Giuseppe Conte.
Ore 17.45 – Morra (M5s): “Salvini non ha idea di contrasto mafie” – 
Matteo Salvini “ha avuto paura di venire in commissione” antimafia “perché non ha idea di cosa sia un’azione di contrasto alle mafie”. Lo ha detto il presidente della commissione antimafia, Nicola Morra (M5S), in aula al Senato. “Il 7 di agosto – ha poi raccontato Morra – avendo la possibilità di parlare con il ministro degli Interni, gli ho chiesto quando avrebbe avuto intenzione di farsi vedere in Aula. Salvini mi ha toccato con il palmo delle mani e mi ha detto: ‘Non ti preoccupare, verrò il più presto possibilè”. Visto che poi ha aperto la crisi “mi sono sentito preso per il naso. Un ministro della Repubblica non può prendere per i fondelli l’Aula del Parlamento”.
Ore 17.40 – Salvini: “Se domani governo Pd-M5s c’era già disegno prima” –
“Ho detto che son disposto a tagliare i parlamentari e poi si procede al voto nella maniera più veloce possibile, se è fra un mese è fra un mese, se è fra quattro mesi è fra quattro mesi… Certo, se loro staccano la spina e da domani iniziano a dialogare col Pd, vuol dire che c’era già un disegno preordinato”. Così Matteo Salvini, parlando con i cronisti al Senato.
Ore 17.35 – Salvini: “Non ho staccato io la spina al governo” 
“Ho staccato io la spina al governo? La spina si stacca in Parlamento, se il presidente Conte si autostacca la spina, si autolicenzia é una scelta sua, se da domani qualcuno è al tavolo con Renzi….vuol dire che c’era un disegno preordinato”. Così Matteo Salvini ai cronisti al Senato. “La Lega lo lascia il margine. Loro da settimane dicono ‘se c’è la sfiducia non si tagliano i parlamentarì, io sono disposto a tagliarli e poi si proceda al voto nella maniera più veloce possibile, tra 1 mese o tra 4. Certo se loro staccano la spina e iniziano a dialogare col Pd…”.
Ore 17.32 – Meloni (Fdi): “Conte ha solo obiettivo difendere poltrone dei 5 stelle”
“Giuseppe Conte utilizza parole auliche per nascondere l’obiettivo reale: difendere le poltrone del Movimento 5 Stelle. Non si può invocare il rispetto della Costituzione e poi tramare per un osceno governo Cinquestelle-Pd che ha come unico obiettivo quello di impedire agli italiani di esercitare la loro sovranità, prevista dall’articolo 1 della Costituzione. Andremo dal Presidente Mattarella a ribadire che Fratelli d’Italia non c’è per nessun inciucio: chiediamo elezioni subito, perché dalle elezioni può nascere un governo forte e coeso, capace di difendere gli interessi italiani”. E’ quanto dichiara il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Ore 17.30 – Grasso: “No accordicchi, serve governo che guardi interesse generale” – 
“E’ davvero patetico sentire di telefoni accesi come se fosse un amore estivo, oggi ho sentito Salvini ripetere il ritornello di Pappalardo ‘Ricominciamo, ricominciamò pur di non lasciare il Viminale. Patetico”. Così il senatore Pietro Grasso di Leu parlando in aula al Senato. “In questi mesi l’azione del governo ha avuto un solo grande dominus e sulla base del compromesso continuo avete permesso troppi strappi alle istituzioni, alla Costituzione, al tessuto democratico e civile del Paese”, ha detto Grasso ringraziando Conte di aver “mantenuto ferma la volontà di riferire in Senato”. “C’è bisogno di riscrivere l’agenda del Paese affrontando i veri problemi non cavalcando le emergenze- aggiunge – noi abbiamo avversato un governo gialloverde ma mai l’abbiamo considerata una truffa ai cittadini. E dunque è legittimo che da oggi questo stesso parlamento esplori altre possibilità alternative. L’Italia non ha bisogno di un accordicchio, di un esecutivo dal corto respiro. Se questo governo desse vita a un governo pronto a ribaltare l’agenda e guardare all’interesse di tutti allora avremmo il dovere di provarci. Solo in quel caso darei al governo il mio voto di fiducia”.
Ore 17.20 – Grasso (LeU): “Salvini ha pieni poteri al Papeete non in Parlamento” – 
Matteo Salvini “incredibilmente non dimissionario, perché il potere è più forte della dignità” ha fatto ricorso al ritornello del cantante Pappalardo Ricominciamo…” perchè si è resto conto che i pieni poteri li ha al Papeete e non in Parlamento e così l’uomo forte si è asserragliato nel fortino. Patetico”. Lo ha detto Pietro Grasso (Leu) in aula a palazzo Madama, sottolineando che c’è bisogno di ripartire dall’economia, dal lavoro, dall’emergenza climatica, e di sicurezza in termini di giustizia e certezza della pena, di contrasto all’evasione fiscale. “C’è bisogno di riscrivere l’agenda del Paese”, ha sottolineato, aggiungendo che l’Italia “non ha bisogno di un accordicchio” e se “il Parlamento ribalta agenda attuale, avremmo il dovere storico di provarci. A quel governo darei personale e convinto voto di fiducia”.
Ore 17.15 – Bernini (Forza Italia): “No Conte bis, dimissioni subito”-
“L’unico antidoto al precipitare dalla crisi è la stabilità politica, che viene solo da nuove elezioni”. Lo ha detto la capogruppo di FI, Anna Maria Bernini, nel dibattito al Senato dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte. Nel suo intervento, ha aggiunto l’azzurra rivolgendosi a Conte, “lei si stava rivolgendo a una parte dell’emiciclo, lei pensa a un Conte bis di sinistra-sinistra, un conte bis che lei sta cercando in questa Aula, nonostante il volere degli italiani. Lei vuol passare dal partner verde e quello rosso. Lei vuol rimanere lì dov’è, e ammanta tutto questo con l’interesse del Paese”.
Ore 17.11 – De Petris (LeU): “Ora si apre fase nuova” –
“Salvini ha tirato fuori il suo solito repertorio che dimostra ancora una volta che può rappresentare un pericolo per il nostro paese. Il suo è stato un intervento in cui ha voluto forse evocare il padrone assoluto che è se stesso. Tuttavia c’è la possibilità di poter aprire una pagina nuova e diversa per il nostro Paese ma bisognerebbe ripartire dalla ricostruzione di quei valori fondanti che sono nella nostra Costituzione e che possono essere il primo cemento, ancora prima del programma per poter provare a costruire un’ipotesi di uscita da questa crisi”. L’ha detto la capogruppo del Misto Loredana De Petris a margine del dibattito in corso nell’aula del Senato commentando l’intervento di Matteo Salvini in Aula.
Ore 17.12 – Marcucci (Pd): “Correggeremo alcuni errori del governo” –
“Alcuni errori gravi in questi anni di governo ci sono stati, sicuramente li vogliamo correggere”. Così il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci rispondendo ai giornalisti sulle condizioni di un accordo con M5S, “condizioni programmatiche, nell’interesse del Paese”, le ha definite il renziano Marcucci.
Ore 17.10 – Marcucci (Pd): “Nel discorso di Conte rispetto istituzionale” –
“Nel discorso di Conte ho visto rispetto istituzionale e mi ha fatto piacere”. Così il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci. “Un’autoassoluzione dice Zingaretti? Sarebbe grave un’autoassoluzione perché hanno governato male”, ha risposto il renziano Marcucci.
Ore 17 – Renzi a M5s: “Forse al governo insieme ma io non in esecutivo” –
“Colleghi di M5s, non so se voteremo lo stesso governo, io non ne farò parte”. Lo ha detto Matteo Renzi in Aula al Senato. “Sono qui a dire che prima delle legittime ripicche ci sono gli interessi del Paese. So che è in arrivo una recessione, che tra Usa e Cina c’è un problema di Dazi, che se l’Italia non si siede al tavolo europeo saranno problemi. Di fronte a questo prima vengono le istituzioni. Per questo daremo il nostro contributo perché a pagare la vostra sciagurata fine non siano le famiglie”
Ore 16.51 – Marcucci (Pd): “Si a confronto con i 5 stelle” –
“Sì a un confronto con i Cinquestelle, poi vedremo se ci saranno le condizioni per dare vita a un governo”. Così il capogruppo Pd Andrea Marcucci uscendo dall’Aula del Senato.
Ore 16.45 – Sit-in M5s: “Accompagneremo Conte al Quirinale” –
“Accompagneremo Conte fino al Quirinale”. Gli attivisti del Movimento 5 Stelle, riuniti da ore all’esterno del Senato, continuano a manifestare chiedendo che il premier dimissionario venga riconfermato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Senza sosta i cori contro il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini. “È un criminale parassita della traditori – dicono gli attivisti -. Avevamo i migliori ministri del mondo, Toninelli, Bonafede, la Lezzi”.
Ore 16.42 – Zingaretti: “Conte riconosca suoi errori e si apre nuova fase” –
Le parole di Conte sono “da apprezzare” ma c’è il “rischio di una autoassoluzione”. Per questo “qualsiasi nuova fase politica non può non partire dal riconoscimento di questi limiti strutturali di quanto avvenuto in questi mesi”. Lo dichiara in una nota il Segretario del Pd Nicola Zingaretti.
Ore 16.41 – Renzi a Salvini: “Col governo del 17% hai fallito” 
“Lei ha fatto un governo col 17% e non col 51% e questo governo ha fallito anche per sua responsabilità”. L’ha detto il senatore del Pd ed ex premier Matteo Renzi nel suo intervento in Aula, al Senato, rivolgendosi a Matteo Salvini che ha parlato prima di lui. E ha aggiunto: “La sfido dove vuole, signor ministro Salvini ma non giochi sulla pelle degli italiani, in gioco ci sono le famiglie italiane”.
Ore 16.40 – Renzi: “Comunque vada Salvini chiarisca su Russia”-
“Comunque finisca la crisi, “faccia chiarezza sulla Russia, quereli Savoini perché non può esistere democrazia occidentale nella quale c’è il sospetto della più grande tangente mai chiesta da chi lavorava con lei”. Lo ha detto Matteo Renzi, in Senato, rivolgendosi a Matteo Salvini.
Ore 16.39 – Renzi: “Serve governo per evitare aumento dell’Iva”-
“No si è mai votato in autunno, c’è da evitare l’aumento dell’Iva e serve un governo non perchè noi ci vogliamo tornare ma perchè l’aumento dell’Iva porta crisi dei consumi non è un colpo di Stato cambiare il governo ma un colpo di sole aprire la crisi ora ora, questo è il Parlamento non il Papeete”. Lo afferma il senatore del Pd Matteo Renzi in aula al Senato.
Ore 16.35 – Renzi: “Governo populista ha fallito” – 
“Sarebbe facile assistere allo spettacolo sorridendo ma la situazione impone un surplus di responsabilità. Lei oggi presidente del consiglio si dimette ed il governo che lei ha definito populista ha fallito e tutta l’Ue ci dice che l’esperimento populista funziona in campagna elettorale ma meno bene quando si tratta di governare”. Lo afferma il senatore del Pd Matteo Renzi in aula al Senato.
Ore 16.32 – Salvini al Pd: “Voi citate Saviano io Papa Giovanni Paolo II” –
“Voi citate Saviano e io cito Giovanni Paolo II… “. Lo ha detto Matteo Salvini parlando al Senato rivolto ai banchi del Pd.
Ore 16.30 – Salvini: “Andiamo al voto, ma se volete prima taglio dei parlamentari” –
“La via maestra sono le elezioni, così gli italiani giudicheranno. Ma se volete tagliare i parlamentari e andiamo a votare? Ci siamo”. Così Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno, parlando in aula al Senato dopo le comunicazioni di Giuseppe Conte.
Ore 16.29 – Salvini a M5s: “Buon lavoro col partito di Bibbiano” –
I ministri della Lega sono “gente libera che risponde solo e soltanto alla popolo italiano, non alla Merkel o a Macron” gente che ha “una idea di famiglia e di figli, che hanno una mamma e un papà, e buon lavoro con il partito di Bibbiano”. Lo ha detto Matteo Salvini in Senato.
Ore 16.28 – Salvini: “Finché campo chiederò protezione di Maria” 
“Gli italiani non votano in base a un rosario, ma con la testa e con il cuore. La protezione del cuore immacolato di Maria per l’Italia la chiedo finchè campo, non me ne vergogno, anzi sono ultimo e umile testimone”. Lo afferma il vicepremier, Matteo Salvini, intervenendo nell’Aula del Senato.
Ore 16.25 – Salvini: “Siamo unici presunti fascisti che vogliono il voto” –
“Siamo gli unici presunti fascisti che vogliono il voto, pensa che dittatura vorremmo avere? Quella del voto… “. Lo afferma il vicepremier, Matteo Salvini, intervenendo nell’Aula del Senato.
Ore 16.23 – Salvini a Conte: “Lei fa torto a cattolici se pensa che votino per il rosario” –
“Lai fa un torto agli italiani e ai cattolici italiani quando pensa che votino in base al rosario…Non me ne vergogno ma ne sono l’ultimo e umile testimone”. Lo ha detto Matteo Salvini al Senato.
Ore 16.20 – Sit in sostenitori M5s: “Conte bis, Conte bis” –
“Conte bis, Conte bis”. È il coro che si alza dal sit in del Movimento 5 Stelle all’esterno di Palazzo Madama, a pochi minuti dall’annuncio di dimissioni del premier. “Salvini buffone, assassino del popolo”, le accuse rivolte a vicepremier e leader della Lega.
Ore 16.17 – Salvini parla venti minuti –
Matteo Salvini “sfora” i dieci minuti che la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati aveva annunciato avere a disposizione per intervenire nell’Aula del Senato. Il Pd protesta, ma la presidente chiarisce: “Il ministro Salvini ha chiesto di parlare per venti dei quaranta minuti previsti per la Lega dalla conferenza dei capigruppo. I tempi sono stati distribuiti così e dunque mi attengo alla distribuzione”. E restituisce la parola a Salvini.
Ore 16.15 – Moavero cede strapuntino a ministra Stefani –
Galanteria del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi nell’Aula del Senato. Al termine della comunicazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha lasciato il proprio strapuntino al banco dei ministri alla collega della Lega Erika Stefani, che era in piedi.
Ore 16.12 – Salvini: “Si vota anche a settembre”
“Si vota anche a settembre, non veniteci a parlare di aumento Iva, di spread, di esercizio provvisorio, di recessione… “. Lo afferma il vicepremier, Matteo Salvini, intervenendo nell’Aula del Senato.
Ore 16.10 – Salvini: “Mai preso un caffè con Merkel”
“Non mi è mai capitato di parlare con Merkel sui propri interessi di partito per chiedere consigli su come vincere le elezioni…Non ho mai preso un caffè lamentandomi che Salvini ha chiuso i porti “. Lo afferma il vicepremier, Matteo Salvini, intervenendo nell’Aula del Senato.
Ore 16.08 – Salvini: “Per insulti di Conte bastava Saviano”
“E’ una novità di oggi, mi dispiace che il presidente del Consiglio mi abbia dovuto mal sopportare per un anno”. L’ha detto il vicepremier Matteo Salvini nel suo intervento in Aula, al Senato, replicando al premier Conte ed elencando alcuni aggettivi con cui il presidente del Consiglio l’ha definito: “pericoloso, autoritario, preoccupante, inefficace, incosciente”. E ha concluso: “Bastava Saviano per raccogliere tutti questi insulti, un Travaglio, un Renzi, non il presidente del Consiglio”.
Ore 16.06 – Salvini: “Italia non sia schiava di nessuno”
“La libertà consiste nel non avere nessun padrone e io non voglio l’Italia schiava di nessuno”. Lo ha detto Matteo Salvini in aula a palazzo Madama, citando Cicerone.
Ore 16.05 – Salvini: “Chi ha paura del voto non è uomo libero” –
Sono qua “con la grande forza di essere un uomo libero, quindi vuol dire che non ho paura del giudizio degli italiani, in questa aula ci sono donne e uomini liberi e donne e uomini un pò meno liberi. Chi ha paura del giudizio del popolo italiano non è una donna o un uomo libero”. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini in Aula al Senato.
Ore 16.04 – Salvini: “Critica surreale è crisi ad agosto”-
“La critica più surreale è che non si fanno le crisi d’agosto. I parlamentari lavorano d’agosto come tutti gli altri italiani”. Lo ha detto Matteo Salvini in aula.
Ore 16.02 – Salvini a Conte: “Mi dispiace che mi hai malsopportato per un anno”-
“Mi dispiace che lei mi ha dovuto mal sopportare per un anno, l’ho scoperto oggì”. Lo ha detto Matteo Salvini parlando al Senato.
Ore 16.01 – Salvini: “Rifarei tutto quello che ho fatto” –
“Grazie e finalmente: rifarei tutto quello che ho fatto”. Lo afferma il vicepremier, Matteo Salvini, intervenendo nell’Aula del Senato. “Non ho paura del giudizio degli italiani”.
Ore 16 – Salvini si sposta tra i parlamentari per replicare al premier –
Dopo un attimo di incertezza, Matteo Salvini -su indicazione della presidente del Senato Elisabetta Casellati- si è spostato dal seggio riservato al vicepremier, accanto a Giuseppe Conte, allo scranno del senatore della Lega, e ha iniziato il suo intervento.
Ore 15.58 – Giorgetti stringe mano a Salvini, unico tra leghisti
Giancarlo Giorgetti è l’unico membro della squadra di Governo a stringere la mano al presidente del Consiglio Giuseppe Conte al termine delle sue dichiarazioni in Senato. In piedi ad applaudire tutti i ministri e segretari M5S. Scambio di battute con la bocca coperta dalle mani tra Conte e Salvini.
Ore 15.57 – Conte conclude suo intervento: “Viva l’Italia”- 
“Questo incarico mi ha permesso di conoscere l’Italia che ha un immenso capitale economico sociale e culturale dobbiamo solo tutti impegnarci ciascuno nel proprio quotidiano per accrescerne il prestigio. Viva la nostra patria e viva l’Italia”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel suo intervento in Senato concludendo il suo intervento in Aula.
Ore 15.56 – Espressioni diverse tra Di Maio e Salvini durante discorso Conte 
Durante il discorso del premier Giuseppe Conte al Senato le mimiche facciali dei due vicepremier, seduti al suo fianco, sono opposte. Espressioni spesso sarcastiche quelle di Luigi Di Maio, a tratti fermo ed impassibile. Salvini invece spesso scuote la testa e inarca le sopracciglia e a volte appare perplesso sulle parole di Conte.
Ore 15.55 – Conte: “Ho fiducia nel futuro dell’Italia” –
Questa esperienza mi lascia una grande verità. Mi ha arricchito enormemente. Mi ha trasmesso grande fiducia per il futuro del Paese”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte al Senato terminando le sue comunicazioni.
Ore 15.55 – Conte: “Mattarella guiderà Paese in momento delicato” –
“Ora il presidente della Repubblica guiderà il Paese in questo passaggio delicato. Colgo l’occasione per ringraziarlo per il sostegno che mi ha dato”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel suo intervento in Senato.
Ore 15.52 – Conte: “Alla fine del dibattito vado al Colle per dimettermi”-
“Alla fine di questo dibattito mi recherò dal Presidente della Repubblica per dimettermi”. Lo afferma il premier, Giuseppe Conte, intervenendo nell’Aula del Senato.
Ore 15.50 – Conte: “Decisione Lega mi impone di mettere fine a governo”
“La decisione della Lega che ha presentato la mozione di sfiducia e ne ha chiesto l’ìimmediata calendarizzazione oltreché le dichiarazioni e comportamenti, chiari e univoci, mi impongono di interrompere qui questa esperienza di governo”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nelle comunicazioni al Senato.
Ore 15.48 – Conte: “Non bisogna lasciarsi condizionare dai sondaggi”
“Occorre evitare di lasciarsi condizionare dai dai sondaggi, bisogna che le valutazioni sul governo siano fatte alla fine”. Così il premier Giuseppe Conte nel corso delle sue comunicazioni sulla crisi di governo nell’aula del Senato.
Ore 15.47 – Conte a M5s: “Dovevate essere in aula quando ho parlato della Russia” –
“Quando il presidente del consiglio si presenta in aula per rendere una informativa richiesta dal parlamento stesso”, come avvenuto per i presunti fondi russi alla Lega, “il rispetto delle istituzioni vorrebbe che si rimanesse in Aula ad ascoltarlo e non c’è ragione che giustifichi l’allontanamento”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte rivolgendosi agli “amici del Movimento Cinque Stelle”.
Ore 15.46 – Casellati a Lega e M5s: “Ascoltiamo Conte” –
“Vorrei ascoltare il presidente del Consiglio senza tifoserie, grazie”. Questo l’appello rivolto dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ai senatori della Lega e del M5S mentre sono in corso nell’aula di palazzo Madama le dichiarazioni di Giuseppe Conte.
Ore 15.46 – Conte cita Federico II di Svevia –
“Tu che “ispiri la tua azione alle concezioni sovraniste, permettimi di richiamare il pensiero di un sovrano illuminato, Federico II di Svevia”, per il quale anche il potere del sovrano non si deve levare al di sopra della legge. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte al Senato, rivolgendosi a Matteo Salvini. “Non abbiamo bisogno di persone e uomini con pieni poteri – ha aggiunto – ma che abbiano cultura istituzionale e senso di responsabilità”.
Ore 15.45 – Conte a Salvini: “Crocifissi nei comizi è incoscienza religiosa” –
“Permettimi un’ultima osservazione, ammetto che non te l’ho mai riferita. Chi ha responsabilità di governo dovrebbe evitare di accostare durante i comizi gli slogan politici ai simboli religiosi”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlando in aula al Senato. “Sono episodi di incoscienza religiosa che rischiano di offendere il sentimento dei credenti e oscurare il principio di laicità, tratto fondamentale dello stato moderno”.
Ore 15.44 – Conte: “Azione di governo qui si arresta” –
“La crisi in atto compromette l’azione di questo governo che qui si arresta”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel suo intervento in Senato.
Ore 15.43 – Conte a Salvini: “La vicenda russa andava chiarita.” 
La vicenda russa andava chiarita. Avresti evitato al tuo presidente del Consiglio di presentarsi in aula al tuo posto e avresti evitato di rifiutarti di riferirmi le informazioni in tuo possesso”. Così il premier Giuseppe Conte nel corso delle sue comunicazioni sulla crisi di governo nell’aula del Senato.
Ore 15.43 – Conte a Salvini: “Dovevi venire in aula su vicenda Russia”-
“Se avessi accettato di venire qui al Senato per riferire sulla vicenda russa che oggettivamente merita di essere chiarita anche per i riflessi sul piano internazionale…”.Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel suo intervento in Senato. E il vicepremier Salvini commenta con un gesto eloquente, tirando idealmente una riga nel vuoto con due dita.
Ore 15.42 – Conte a Salvini: “Tuo controcanto in Ue ha generato confusione”-
“In coincidenza dei più importanti Consigli europei non sei riuscito a contenere la foga comunicativa creando un controcanto politico che ha generato confusione”. Lo afferma il premier, Giuseppe Conte, intervenendo nell’Aula del Senato.
Ore 15.41 – Conte: “Nostro ordinamento preclude vie autoritarie” –
“Non abbiamo bisogno di persone e uomini con pieni poteri, ma che abbiano cultura istituzionale e senso di responsabilità”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte al Senato. “Le crisi di governo, nel nostro ordinamento, non si affrontano e regolano nelle piazze – ha spiegato – ma nel Parlamento. In secondo luogo, il principio dei pesi e contrappesi è fondamentale perché sia garantito l’equilibrio del nostro sistema e siano precluse vie autoritarie”.
Ore 15.40 – Pd applaude insieme a M5s quando Conte attacca Salvini –
L’applauso dei senatori M5S si è aggiunto a quello dei senatori del Pd e di Leu quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto di essere preoccupato dall’appello alle piazze di Matteo Salvini. Il leader della Lega tiene la testa china su un foglio su cui verga copiosi appunti.
Ore 15.38 – Conte: “Non abbiamo bisogno di pieni poteri ma cultura istituzionale” –
“Non abbiamo bisogno di persone di uomini con pieni poteri ma di persone con cultura istituzionale e senso di responsabilità”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlando in aula al Senato. “Se tu avessi mostrato sensibilità istituzionale l’intera azione di governo ne avrebbe giovato”, ha aggiunto.
Ore 15.37 – Conte a Salvini: “Crisi di governo si fanno in Parlamento non in piazza”
“Caro ministro dell’Interno, caro Matteo aprendo questa crisi di governo ti sei assunto una grande responsabilità davanti al Paese, hai chiesto pieni poteri e ancora di recente ti ho sentito invocare la piazza a tuo sostegno: questa tua concezione mi preoccupa. Nel nostro Paese le crisi di governo non si fanno nelle piazze, ma in Parlamento”. Lo ha detto Giuseppe Conte al Senato.
Ore 15.34 – Conte a Salvini: “Tua decisione ha compromesso anche flat tax”
“Questa decisione tuttavia ha compromesso il lavoro già avviato per la legge di Bilancio che avrebbe messo in atto una ampia riforma fiscale, comprendente la flat tax, ma anche la riforma della giustizia tributaria e la revisione del cuneo fiscale”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlando in aula al Senato. 
Ore 15.33 – Conte a Salvini: “Su piazze e poteri tua concezione mi preoccupa”
“Il Paese ha urgente bisogno che siano completate le misure per favorire la crescita economica e gli investimenti. Abbiamo predisposto vari strumenti che con questa incertezza rischia di non essere valorizzati. Caro ministro dell’Interno, promuovendo questa crisi di governo ti sei assunto una grande responsabilità di fronte al Paese. Ti ho sentito chiedere “pieni poteri” e invocare le piazze a tuo sostegno, questa tua concezione mi preoccupa”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel corso delle comunicazioni al Senato.
Ore 15.32 – Conte: “Dopo Europee Salvini ha cercato preteste per la crisi” 
“La verità è che all’indomani del voto europeo, Salvini ha posto in essere un ‘operazione di distacco e pretesto per lasciare il governo: questa decisione tuttavia ha compromesso lavoro legge di bilancio”. Lo afferma il premier, Giuseppe Conte, intervenendo nell’Aula del Senato. Mentre Conte pronunciava queste parole, Salvini, al suo fianco, diceva di no con la testa.
Ore 15.30 – Conte: “Grancassa Lega offensiva per attività del governo”
“Amici della Lega, avete tentato di comunicare l’idea del governo dei No e, così, avete macchiato 14 mesi di intensa attività di governo pur di alimentare questa grancassa mediatica. Così, avete offeso non solo il mio impegno personale, e passi, ma anche la costante dedizione dei ministri”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel corso delle comunicazioni al Senato.
Ore 15.28 – Conte alla Lega: “Governo dei No? Offendete i vostri ministri” –
“Amici della Lega, avete tentato di accreditare maldestramente l’idea del governo di no. Pur di battere questa grancassa mediatica avete macchiato 14 mesi di intensa attività di governo. Avete offeso non solo il mio impegno personale ma anche la costante dedizione dei vostri ministri e sottosegretari che mi hanno affiancato con passione fino all’ultimo giorno”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlando in aula al Senato.
Ore 15.25 -Conte: “Da Salvini grave carenza di cultura costituzionale”
“I comportamenti adottati in questi ultimi giorni dal ministro dell’interno rivelano scarsa responsabilità istituzionale e grave carenza di cultura costituzionale. Mi assumo la responsabilità di quello che dico”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte al Senato.
Ore 15.24 – Lega contesta Conte quando critica Salvini
I senatori della Lega contestano il presidente del Consiglio Giuseppe Conte quando egli manifesta le sue critiche sull’atteggiamento assunto da Matteo Salvini in questa crisi. Le parole del premier sono sottolineate da un applauso del M5S, che si ripete al rinnovarsi di ogni critica verso il leader della Lega da parte del presidente del Consiglio.
La Lega applaude solo quando Conte dice che bisogna “far votare i cittadini”. L’opposizione non esprime alcun sentimento durante il dibattito. Matteo Renzi viene visto sorridere, poi girarsi con i suoi a commentare coprendosi la bocca con la mano.
Ore 15.23 – Conte: “Interesse di parte compromette interesse dell’Italia”-
“Ogni partito è chiamato ad operare una mediazione tra gli interessi di parte e quelli generali, quando ci si concentra solo su interessi di parte non si tradisce solo la nobiltà della politica ma si compromette l’interesse nazionale”.Lo afferma il premier Conte.
Ore 15.22 – Conte: “Sollecitare voto ogni anno è da irresponsabili”
“Quando si assumono così rilevanti incarichi istituzionali e dando il via del governo del cambiamento si assumo precisi doveri verso i cittadini e verso lo Stato”. Lo afferma il premier, Giuseppe Conte, intervenendo nell’Aula del Senato. “Far votare i cittadini è l’essenza della democrazia, sollecitarli a votare ogni anno è irresponsabile”.
Ore 15.21 – Conte: “Per nuovo governo difficoltà nel contrasto all’Iva”
“Il nuovo governo avrebbe difficoltà nel contrastare l’aumento dell’iva e sarebbe esposto agli sbalzi dello spread”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel suo intervento in Senato.
Ore 15.21 – Lega contro Conte quando cita esercizio provvisorio
“Baaah!”. Lo urlano in coro i senatori della Lega quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dice che una crisi di governo in questo momento determinerebbe un altamente probabile rischio di esercizio provvisorio.
Ore 15.20 – Conte: “Crisi rende Italia debole in Ue”
“Questa crisi interviene in un momento delicato dell’interlocuzione con le istituzioni Ue. In questi giorni si stanno per concludere le trattativa per i commissari e io mi sono adoperato per garantire all’Italia un ruolo centrale. E’ evidente che l’Italia corre il rischio di partecipare a questa trattativa in condizioni di oggettiva debolezza”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel corso delle comunicazioni al Senato.
Ore 15.19 – Conte: “Da questa crisi gravi rischi per il Paese”
“I tempi di questa decisione espongono a gravi rischi il nostro Paese”. Lo ha detto i premier Giuseppe Conte nelle sue comunicazioni al Senato parlando della decisione di Salvini di avviare la crisi di Governo.
Ore 15.17 – Conte: “Probabile rischio di ritrovarsi in esercizio provvisorio” 
“Con i tempi di questa crisi si mette il Paese a rischio di ritrovarsi in esercizio provvisorio. Questo è altamente probabile”. Lo afferma il premier, Giuseppe Conte, intervenendo nell’Aula del Senato.
Ore 15.16 – Conte: “Confronto in Senato strumento di democrazia”
“Ho sempre limpidamente sostenuto che in caso interruzione anticipata dell’azione di governo sarei tornato qui dove inizialmente ho raccolto la fiducia. E’ un’iniziativa nata non dal vezzo di un giurista o da un moto di orgogli, ma dalla convinzione che il confronto in quest’aula sia lo strumento più efficace per il funzionamento della democrazia”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel suo intervento in Senato.
Ore 15.16 – Conte: “Non posso permettere crisi a mezzo social”
Questo passaggio “merita di essere chiarito in un pubblico dibattito che consenta trasparenza e assunzione di responsabilità da parte di tutti i protagonisti della crisi. Io ho garantito che questa sarebbe stata un’esperienza di governo all’insegna della trasparenza e del cambiamento e non posso permettere che questo passaggio possa consumarsi a mezzo di conciliaboli riservati, comunicazioni rilasciate sui social o per strada”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel corso delle comunicazioni al Senato.
Ore 15.15 – Conte: “Da Salvini decisione grave”
“Siamo al cospetto di una decisione oggettivamente grave, che comporta conseguenze moto rilevanti per la vita economica e sociale del Paese”. Lo ha detto Giuseppe Conte, in Senato, parlando della decisione di Salvini di aprire le crisi di governo.
Ore 15.14 – Conte: “Chiesto di riferire dopo dichiarazioni di Salvini”
“Ho chiesto di intervenire per riferire sulla crisi di governo innescata dalle dichiarazioni del ministro dell’interno e leader di una delle due forza di maggioranza”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel suo intervento in Senato.
Ore 15.13 – Conte: “Crisi innescata da Salvini”
“Sono qui per riferire in aula sulla crisi di governo innescata dalla dichiarazioni del ministro dell’Interno”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte al Senato.
Ore 15.10 – Comincia il discorso di Conte.
Ore 15.05 – Conte in aula, applausi da M5s. Silenzio da Lega.
Lungo applauso dei senatori M5S all’ingresso nell’aula di palazzo Madama del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Seduti e in silenzio i parlamentari leghisti. Il premier è seduto tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Ore 15 – Salvini si siede tra i banchi del governo,
Matteo Salvini entra nell’Aula del Senato e si avvia, tra gli applausi dei senatori leghisti, al banco del governo. Il ministro Alberto Bonisoli si alza e gli lascia il posto. Ma il vicepremier resta in piedi. Alle sue spalle, in piedi tutti gli altri ministri della Lega, appoggiati alla balaustra sotto la presidenza del Senato. Resta seduto solo Lorenzo Fontana. Tra Salvini e Di Maio neanche l’incrocio di uno sguardo.
Ore 14.58 – Conte ascolterà il dibattito, poi replica –
Dopo le sue comunicazioni all’aula del Senato il presidente del Consiglio dovrebbe ascoltare il dibattito parlamentare e dovrebbe replicare. E quindi non andare direttamente al Colle dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E’ quanto si apprende da fonti di palazzo Chigi.
Ore 14.55 – Ministro e sottosegretari M5s occupano interi banchi del governo.
A dieci minuti dall’inizio delle comunicazioni del presidente del Coniglio Giuseppe Conte i membri del governo del M5S hanno occupato tutti i posti ai banchi del governo nell’Aula del Senato, lasciando libera solo la sedia del premier. L’intento è chiaro: non far accomodare ai banchi del governo nessuno dei ministri della Lega, i quali appaiono spaesati e non sanno dove sedersi.
Ore 14.54 – Applausi degli attivisti M5s per Conte. Fischi da quelli della Lega.
Il premier Giuseppe Conte è appena arrivato al Senato dove i militanti leghisti in presidio davanti a palazzo Madama lo hanno accolto con fischi al grido di ‘buffone, buffonè e ‘elezioni, elezionì.
Ore 14.52 – Conte è arrivato in Senato.
Giuseppe Conte ha appena lasciato palazzo Chigi. Il premier è atteso al Senato per le comunicazioni in aula alle 15.
Ore 14.50 – Attivisti 5 stelle e della Lega si fronteggiano davanti al Senato.
Militanti M5S e leghisti si fronteggiano davanti al Senato dove a breve interverrà il premier Giuseppe Conte. Cori e striscioni dai due presidi. ‘Onestà, onestà’ gridano gli attivisti grillini. ‘Un capitano, c’è un solo un Capitanò, ribattono i leghisti che hanno esposto dei manifestini con scritto ‘Salvini non mollarè mentre intonano l’inno d’Italia.
Ore 14.40 – Blog delle Stelle: “Salvini è inaffidabile, fa le capriole”
“Il Ministro Matteo Salvini, fra un comizio e un mojito, è alla ricerca di un ‘centro di gravità permanentè che, suggeriva Battiato, non gli faccia mai cambiare idea sulle cose e sulla gente. ‘Suo malgradò qui c’è una forza come il MoVimento 5 Stelle che ha invece deciso di agire in maniera decisa e credibile. Non c’è tempo da perdere con chi si dimostra inaffidabile, dobbiamo pensare agli interessi degli italiani”. Così il blog M5S. “Abbiamo sempre lavorato per obiettivi seri e concreti, sottoscritti in un Contratto di Governo su cui ci siamo dimostrati sempre leali. Altri si sono persi in dichiarazioni e slogan che sono tutto e il contrario di tutto”. “Ecco lo strano ‘Vangelo secondo Matteò, con le dichiarazioni del Ministro Salvini degli ultimi 10 giorni. A pensarci bene, il vero Vangelo ci aveva avvertito: “In verità vi dico, uno di voi mi tradirà”.
Ore 14.38 – Al via conferenza dei capigruppo
È cominciata la conferenza dei capigruppo al Senato, convocata per definire le modalità e i tempi del dibattito, se ci sarà, dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Ore 14.30 – Forza Italia: “Sfiducia a Conte? Valuteremo dopo discorso”
“Valuteremo dopo aver ascoltato le comunicazioni del premier Giuseppe Conte” se presentare una risoluzione di ‘sfiducià al governo. Lo ha detto la capogruppo al Senato di FI, Anna Maria Bernini, uscendo dalla riunione del gruppo azzurro, ancora in corso a Palazzo Madama.
Ore 14.20 – Romeo (Lega): “Non siamo alla frutta”
“Prendo un pò di frutta, scusate. Ma non siamo alla frutta checché ne scrivano alcuni di voi…”. Lo dice ai giornalisti Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, prima dell’intervento del premier Giuseppe Conte. “Il dibattito in aula ci sarà sicuramente e Matteo Salvini interverrà, forse non solo lui”, aggiunge. I ministri della Lega dove prenderanno posto, tra i banchi del governo o del gruppo? “Meglio scoprirlo in diretta, no? Perché rovinare la sorpresa?”, conclude.
Ore 14.10 – Calderoli (Lega): “Risoluzione contro Conte? Vediamo” 
Lega presenterà risoluzione di sfiducia a Conte? “Alle 14.30 c’è la capogruppo, poi alle 15 parla Conte, vediamo…”. Lo ha detto Roberto Calderoli al temine del vertice di quasi due ore tra Matteo Salvini e i senatori della Lega al palazzo dei gruppi di palazzo Madama.
Ore 14 – Romeo (Lega): “Salvini parlerà in ogni caso” 
Attendiamo cosa dice Conte in aula, poi faremo le nostre valutazioni. In ogni caso Salvini farà il suo intervento”. Lo ha detto il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo dopo il vertice con Matteo Salvini.
Ore 13.45 – Romeo (Lega): “Vediamo cosa dice e fa Conte in aula”
“Vediamo prima cosa dice e cosa fa Conte in Aula…”. Lo ha detto il capogruppo al Senato della Lega, Massimiliano Romeo al termine della riunione del gruppo con Matteo Salvini, quando gli chiedono se il carroccio presenterà o meno una risoluzione di sfiducia al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Ore 13. 40 – In corso riunione senatori Fi.
E’ in corso a Palazzo Madama la riunione del gruppo di Forza Italia al Senato, in vista della seduta di oggi, con le comunicazioni del presidente del consiglio Giuseppe Conte sulla crisi di governo.
Ore 13.37 – Al Senato tensioni su ipotesi del dibattito. 
Ore di tensione e di frenetici contatti al Senato, alla vigilia delle comunicazioni del premier Conte. Ad agitare i gruppi parlamentari è l’ipotesi che al discorso del presidente del Consiglio possa seguire un dibattito in aula. Nessuno, al momento, lo ha chiesto formalmente ma una parte dei senatori, quelli che vorrebbero chiudere la partita del governo, sono sospettosi: “Sarebbe un chiaro tentativo di favorire strani giochi e allungare i tempi”. Sarà una capigruppo a decidere un caso che, si sottolinea, non ha precedenti. A fronte di ciò, il percorso della giornata al momento viene confermato: “Conte prima o poi, in giornata, salirà al Quirinale”, assicurano fonti parlamentari.
Ore 13.26 – Verdini: “Il rapporto con Salvini lo ha mia figlia” – Siparietto tra i cronisti e l’ex senatore Denis Verdini, che passeggiava vicino a Palazzo Madama mentre i giornalisti aspettavano la fine della riunione dei senatori leghisti. “Ma che triangolo? Io ho avuto con Berlusconi un rapporto straordinario. E con Renzi, lo sanno tutti. Con Salvini il rapporto ce l’ha mia figlia. Se mi volete attaccare, mi devo fidanzare io con Salvini. Certo le ho votate, le unioni civili, però… “. “Io non voglio tornare: ho finito, e basta”, ha ribadito Verdini, assalito dai cronisti che lo hanno rincorso.
Ore 13.23 – In corso a Palazzo Madama la riunione del gruppo di Forza Italia.
E’ iniziata a Palazzo Madama la riunione del gruppo di Forza Italia al Senato, in vista della seduta di oggi, con le comunicazioni del presidente del consiglio Giuseppe Conte sulla crisi di governo.
Ore 13.14 – Romano Prodi torna dopo 11 anni alla Festa dell’Unità di Bologna.
Alla Festa nazionale dell’Unità ci saranno Matteo Renzi e Romano Prodi, il Professore dopo 11 anni di assenza. Lo ha fatto sapere Stefano Vaccari, responsabile nazionale dell’organizzazione del Pd, rispondendo ai cronisti alla presentazione della kermesse dem che si aprirà venerdì a Ravenna.
Ore 13.11 – Rosato (Pd): “Raggiunte 75mila firme per sfiduciare Salvini”
“Sono arrivate a 75 mila le firme per sostenere la mozione di sfiducia a Salvini. La raccolta, lanciata da Matteo Renzi tramite i Comitati di azione civile, ha mobilitato migliaia di cittadini per chiedere che il ministro dell’odio, dei 49 milioni di euro sottratti allo Stato e dei traffici illeciti con la Russia di Putin, lasci la poltrona. Le firme verranno consegnate al Senato, dove si discute della mozione di sfiducia che Salvini ha fatto al suo governo”. Lo riferisce il coordinatore nazionale dei Comitati civici Ettore Rosato, che è anche vicepresidente della Camera.
Ore 13.10 – Renzi: “Oggi governo annuncia le dimissioni”
“E oggi il Governo Populista annuncia le dimissioni. Si chiude dopo 14 mesi una delle peggiori esperienze della storia repubblicana”. Lo scrive Matteo Renzi in un post su Facebook in cui, tra le altre cose, si legge: “Adesso un governo istituzionale per evitare l’aumento dell’Iva e per riportare l’Italia in Europa: come al solito tocca rimediare ai loro danni”.
Ore 13.03 – Pd sui social: “Il governo gialloverde sta finendo”
“Il governo giallo-verde sta finendo”. Il Pd, alla vigilia delle comunicazioni del premier Conte al Senato, ha messo sulle sue pagine social un manifesto esplicito sulle prospettive della crisi. “E’ fallito un esperimento politico che ha prodotto disastri”, si legge sul manifesto dove campeggia il disegno di una clessidra che si va svuotando.
Ore 12.58 – Calenda irride Renzi: “Gagliardo, sfida Salvini senza elezioni”
“Sono pronto a sfidare Salvini alle elezioni nel collegio di Firenze o in quello di Milano, scelga lui”, scrive Matteo Renzi su Twitter postando una sua intervista in Tv. A stretto giro, arriva però il commento sferzante di Carlo Calenda: “Gagliardo. Anche se senza elezioni è difficile sfidare chicchessia”. L’ex ministro, sempre su Twitter, poi prosegue sempre rivolgendosi a Renzi: “Il punto però ora è un altro: sei d’accordo anche sul governo di legislatura M5s-Pd? Perché io non l’ho ancora capito. E direi che di questo si parla ora più che di un governo istituzionale di pochi mesi”.
Ore 12.49 – Prodi: “Orsola? Temi proposti distanti dalla destra”
Romano Prodi dirama una nota per correggere alcune interpretazioni circolate negli ultimi giorni circa la sua proposta per un cosiddetto governo “Orsola” avanzata domenica in un editoriale sul Messaggero: “Sta circolando, diffusa anche da importanti quotidiani nazionali, l’opinione secondo cui ‘Orsolà (…) preveda anche l’adesione della destra”, si legge nel comunicato. Che specifica come i temi proposti dall’ex premier e padre nobile del Pd “non risulta siano stati finora cari alla destra. Anche per questo il patto si chiama Orsola e non Ursula”. Come a dire: l’invito a dare vita a un governo di legislatura era rivolto a Pd e M5s ma non a Forza Italia.
Ore 12.39 – Toninelli: “Sui migranti l’Ue ci volta le spalle, colpa di Salvini”
Nella vicenda Open Arms, “c’è un dato politico da registrare: mentre in precedenza gli altri Paesi europei, prima dello sbarco, davano la disponibilità ad accogliere una parte di migranti, ora invece ci dicono prima di sbarcarli a Lampedusa e poi si vedrà. Stanno ricominciando a voltarci le spalle e questo ha un unico responsabile: Matteo Salvini, che ha indebolito il Governo e, di conseguenza, la nostra posizione in Europa”. Lo scrive il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli su Facebook.
Ore 12.47 – Verdini: “Non sono consigliere di Salvini, sono balle spaziali”
“Su di me scrivono balle spaziali. Non consiglio nessuno… Salvini? E’ fidanzato con mia figlia, mica con me…”. Lo ha detto Denis Verdini, ex coordinatore di Forza Italia, dal suo ufficio a pochi metri dal palazzo dei gruppi di palazzo madama dove Matteo Salvini è in riunione con i senatori della Lega.
Ore 12.31 – Salvini alla riunione dei senatori della Lega
E’ in corso la riunione dei senatori della Lega con Matteo Salvini, presso la sede del gruppo, per fare il punto della situazione politica alla vigilia delle comunicazioni del premier Giuseppe conte sulla crisi di governo. Al Palazzo dei gruppi anche il sottosegretario alla Presidenza Giancarlo Giorgetti, i ministri e i senatori della Lega.
Ore 12.13 – Giorgetti (Lega): “Siamo compattissimi”
“Siamo compattissimi”. Così Giancarlo Giorgetti ha risposto ai cronisti che gli chiedevano delle indiscrezioni su malumori nella Lega riguardo la gestione della crisi, entrando al Palazzo dei gruppi del Senato per la riunione con Matteo Salvini.
Ore 12.05 – Bongiorno: “La Lega è stracompatta”
“La Lega è stracompatta. Non ci sono stati capricci o volontà di rottura, ma se c’è stata frattura è solo per la consapevolezza che bisogna fare le cose per bene”. Lo ha detto il ministro della Pa Giulia Bongiorno, arrivando al palazzo dei gruppi per la riunione dei senatori della Lega con Matteo Salvini.

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Nella Via Lattea fino a 10 miliardi di sosia della Terra.


Rappresentazione artistica di pianeti simili alla Terra (fonte: NASA/ESA/G. Bacon, STScI) © Ansa

Rappresentazione artistica di pianeti simili alla Terra (fonte: NASA/ESA/G. Bacon, STScI).

Fino a dieci miliardi: potrebbero essere tanti i sosia della Terra nella Via Lattea. Pubblicata sull'Astronomical Journal, la stima del numero dei pianeti con un clima abbastanza temperato da avere acqua allo stato liquido in superficie si deve all'università della Pennsylvania, che ha utilizzato i dati del telescopio spaziale Kepler della Nasa. In pratica, secondo i calcoli una stella simile al Sole ogni quattro potrebbe accogliere un pianeta con caratteristiche simili a quelle della Terra.
La stima è considerata dagli esperti un passo importante per andare in cerca di possibili forme di vita aliena, per esempio indirizzando la 'caccia' del futuro cacciatore di mondi Wfirst (Wide-Field Infrared Survey Telescope) della Nasa, il cui lancio è in programma entro i prossimi dieci anni. "Avremo un ritorno decisamente maggiore dei nostri investimenti, sapendo dove andare a cercare", ha osservato il coordinatore della ricerca, Eric Ford.
Il nuovo calcolo dei mondi potenzialmente abitabili costituisce una sorta di rivoluzione nello studio della Via Lattea e questo passo, rilevano gli autori della ricerca, sarebbe stato impossibile senza i dati del telescopio Kepler, che ha permesso di scoprire 2.600 pianeti nella Via Lattea e di capire che molti di essi sono simili alla Terra. L'analisi basata sui dati di Kepler, andato in pensione nell'ottobre 2018, "ha delle incertezze, ma fornisce una stima ragionevole di come i pianeti simili alla Terra nella nostra galassia siano compresi fra cinque e dieci miliardi", ha detto ancora Ford.

5 punti di sutura. - di Marco Travaglio

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Un lettore ci scrive: “Un governo M5S-Pd sarebbe la peggiore sciagura”. 
Vero, ma con una piccola aggiunta: “Dopo un governo monocolore Salvini”. Che seguirebbe inesorabilmente a: elezioni anticipate in ottobre; un governo tecnico con tutti dentro (tipo Monti) o nessuno dentro (tipo Cottarelli) fino a primavera; un governicchio M5S-Pd che passi il tempo a vivacchiare e litigare, per sfasciarsi dopo qualche mese, magari quando Renzi avrà pronto il suo sfavillante partito del 3%. Quindi o nasce un governo serio e blindato, o è meglio votare subito, prima che Salvini si riabbia dalle sbornie e dalle sberle estive. Un governo serio non può partire dai veti, ma da una trattativa su poche cose da fare nei primi mesi (poi, se funziona, si procede). Invece Zingaretti (subito smentito da Renzi) parte dai veti: “Discontinuità” rispetto a Conte (troppo popolare?) e agli ex ministri (solo dell’ultimo governo o anche dei capolavori di Monti, Letta, Renzi e Gentiloni?). 
Quanto al programma, presenta 5 punti. Di sutura. “Appartenenza leale all’Ue”: slurp. 
“Democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del Parlamento”: mecojoni. 
“Sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale”: gnamm. “Cambio nella gestione dei flussi migratori”: perbacco. “Ricette economiche e sociali in chiave redistributiva”: apperò. 
Vasto programma, direbbe De Gaulle. 
Ma così vago e vacuo che, con qualche distinguo, potrebbe starci pure Salvini. E persino CasaPound. 
B. ci sta sicuro, con Dell’Utri dai domiciliari e Previti dalla clinica.

Ora si attende la lista dei “discontinui” del Pd, noto vivaio di teneri virgulti: Gentiloni? Franceschini? Prodi? Veltroni? Napolitano? Letta? Lotti? Martina? Pinotti? Fedeli? Madia? Lorenzin? Padoan? Troppo continui. 
Però restano altre garanzie di efficacia e soprattutto serietà: Orfini, Morani, Ascani, Gozi (se Macron ce lo presta), mai stati ministri per ovvi motivi. Senza dimenticare Cantone, che si porta su tutto. Tutti carneadi oltre la frontiera di Chiasso. Messi come siamo, col poco tempo che darà Mattarella, di tutto c’è bisogno fuorché di trovatine nuoviste tipo Corrida dei dilettanti allo sbaraglio. Serve gente che sappia subito dove metter le mani, non per rubare ma per fare. Chi ha avuto un buon ministro dell’Interno come Minniti o degli Esteri tipo Gentiloni dovrebbe rinviare la discontinuità a tempi migliori e far fuoco con la legna che ha. Idem per il M5S che, a parte 4-5 uomini di governo (Conte, Di Maio, Bonafede, Fraccaro, Bonisoli), ha la panchina corta. Sennò tanto vale lasciar perdere subito e votare: prima comincia il monocolore Salvini, prima finisce.

su Il Fatto Quotidiano del 22 Agosto

ED ORA NON RESTA CHE ASCOLTARE CHI LO CONOSCE MEGLIO DI TUTTI. - Flavio Tosi

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Eccolo lì, Salvini: a lezione da Giuseppe Conte, che gli ha spiegato il senso delle istituzioni democratiche e di fronte al Paese lo ha inchiodato davanti alle sue responsabilità definendolo sleale, bugiardo, opportunista, assenteista e completamente ignaro dell'abc costituzionale. Insomma un incapace, un fannullone e un traditore, come chi scrive ha sempre sostenuto. Del resto chi tradisce una volta, tradisce sempre: e Salvini nella sua vita politica ha tradito nell'ordine Bossi, Maroni e il sottoscritto, ma soprattutto gli ideali federalisti e liberali della Lega. Ovvio che per esclusivo tornaconto prima o poi arrivasse a tradire anche il suo governo.

Non ho apprezzato il premierato di Conte e l'esecutivo gialloverde, ma con onestà intellettuale riconosco oggi a Conte un'uscita di scena da uomo serio e perbene. Un gigante rispetto al nanetto politico ex comunista padano. Una grande dignità al confronto della miseria umana e politica di Salvini, che prima nudo in spiaggia faceva il gradasso e chiedeva "pieni poteri", poi quando ha capito di aver fatto una cazzata ha cominciato a fare passi indietro e a mendicare la pace, sino ad arrivare a proporre premier Di Maio. Perfino oggi Salvini ha mostrato tutta la sua inadeguatezza come leader: non sapeva nemmeno dove sedersi e dove parlare, faceva le faccette isteriche come i ragazzini durante il rigoroso discorso di Conte. Poi ha utilizzato il Senato per dire le solite puttanate demagogiche, la più grande di tutte che era pronto a mettere 50 miliardi per tagliare le tasse quando sa che non c'è una lira (infatti ha fatto cadere il governo perché pensava di poter fare la manovra salata e anti-popolo solo dopo un voto che lo bullonasse alla sedia per 5 anni). Infine ha elemosinato a Di Maio un nuovo accordo. Un buffone! Un buffone senza dignità!

Eccolo lì, Salvini, tanto tracotante nel suo ennesimo vuoto e isterico comizio, quanto piccolo piccolo nella valenza politica e strategica. Eccolo lì, Salvini: un pallone che si sta sgonfiando nelle contraddizioni della sua miserabilità. Guardatelo: è affannato, paonazzo, straparla, perde il filo, mentre il Conte tradito lo umilia e lo mette con le spalle al muro. Il piccolo Salvini è talmente sfatto, disperato e impaurito da mendicare ancora, fino all'ultimo. Cosa non si farebbe per salvare la poltrona! Ha la faccia di tolla Salvini e in un visibile gioco di specchi afferma il contrario di ciò che pensa. Dice che non ha paura perché ha una fifa blu di perdere il potere. Afferma che rifarebbe tutto perché sa di essersi fregato da solo. Dice che la Lega è compatta perché si rende conto che anche con molti dei suoi ha perso credibilità (Giorgetti in primis). Invoca le piazze perché è consapevole che fra qualche mese non lo seguirà più nessuno. E questo piccolo omino disperato sarebbe un leader?

Purtroppo i suoi alleati di centrodestra non riescono a capire a chi si sono messi in mano. Registro infatti ancora oggi il totale asservimento di un parte di Forza Italia e di Fratelli d'Italia a questo piccolo "guappetto" ridicolo. Sono appiattiti, senza nessun slancio e nessuna visione. Il centrodestra vuole morire con Salvini. Ma la gran parte dei suoi elettori, che sono liberali, popolari e riformisti, no.


Flavio Tosi
(già sindaco leghista della città di Verona per due mandati dal 2007 al 2015) 


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mercoledì 21 agosto 2019

Crisi di governo, Conte va da Mattarella e si dimette. Mossa disperata della Lega: ritira mozione di sfiducia. Il premier replica: “Se Salvini non ha il coraggio, mi assumo io responsabilità”.

Crisi di governo, Conte va da Mattarella e si dimette. Mossa disperata della Lega: ritira mozione di sfiducia. Il premier replica: “Se Salvini non ha il coraggio, mi assumo io responsabilità”

A Palazzo Madama finisce l'alleanza tra M5s e Lega dopo 445 giorni. Il premier parla per tre quarti d'ora, con i il leader del Carroccio seduto alla sua destra: "La decisione della Lega che ha presentato la mozione di sfiducia e ne ha chiesto l’ìmmediata calendarizzazione oltreché le dichiarazioni e comportamenti, chiari e univoci, mi impongono di interrompere qui questa esperienza di governo". Il ministro dell'Interno: "La via maestra sono le elezioni, così gli italiani giudicheranno. Ma se volete tagliare i parlamentari e andiamo a votare? Ci siamo". Renzi: "Nuovo esecutivo per evitare aumento Iva". Zingaretti: "Premier riconosca suoi errori e si apre nuova fase". In serata il premier sale al Quirinale e si dimette: consultazioni da mercoledì alle 16. 

“La crisi in atto compromette l’azione di questo governo, che qui si arresta”. Sono le ore 15 e 44 minuti di martedì 20 agosto 2019 quando Giuseppe Contedecreta la fine del governo gialloverde. Lo farà altre tre volte, con parole diverse e ancora più definitive, durante il suo intervento nell’aula del Senato. La stessa aula che quattordici mesi fa gli ha votato la fiducia per la prima volta. Da quel giorno sono passati 445 giorni esatti: tanto è durata l’avventura del Carroccio e del Movimento 5 stelle al governo del Paese. “La decisione della Lega che ha presentato la mozione di sfiducia e ne ha chiesto l’ìmmediata calendarizzazione oltreché le dichiarazioni e comportamenti, chiari e univoci, mi impongono di interrompere qui questa esperienza di governo”, dice il premier alle ore 15 e 50. Quattro minuti dopo conferma quello che in tanti avevano pronosticato: “Alla fine di questo dibattito mi recherò dal Presidente della Repubblica per dimettermi“. Lo farà effettivamente in serata, con un comunicato del Quirinale che alle 21 e 10 informa: “Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa sera al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Avv. Giuseppe Conte, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto”. È l’annuncio tanto atteso che di fatto chiude il governo gialloverde e apre una nuova fase istituzionale. Visto che nel tardo pomeriggio la Lega prova a ritirare la mano dalla crisi di governo, ritirando la mozione di sfiducia, ecco che le ultime parole pronunciate da Conte nella sua controreplica sono state pesantissime: “Caro Salvini, se ti manca il coraggio sul piano politico di assumersi la responsabilità della crisi non c’è problema, me l’assumo io. Questa è la conclusione, unica, obbligata, trasparente. Vi ringrazio tanto, io vado dal presidente della Repubblica”. “Prendo atto che al leader della Lega Matteo Salvini – ha aggiunto – manca il coraggio di assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti”.
Il futuro: nuovo governo o elezioni subito? – Le consultazioni, come previsto, partono subito: già mercoledì 21 maggio alle 16. Ma già dagli interventi in aula di Matteo Salvini, di Matteo Renzi, di Andrea Marcucci, di Pietro Grasso, del comunicato a distanza di Nicola Zingaretti, è evidente che adesso la partita è già diventata un’altra: urne subito o tentativi di varare un nuovo esecutivo? Un nuoco “contratto alla tedesca” tra Pd e 5 stelle per un “governo di legislatura”? O un “governo di scopo” per bloccare l’aumento dell’Iva? A Palazzo Madama ci sono opinioni diverse. “Colleghi di M5s, non so se voteremo lo stesso governo, io non ne farò parte“, è quello che dice Renzi. “Sì a un confronto con i 5 stelle, poi vedremo se ci saranno le condizioni per dare vita a un governo”, ripete il renziano Marcucci. Il segretario del Pd Zingaretti, però, frena a qualsiasi ipotesi di un Conte bis: “Qualsiasi nuova fase politica non può non partire dal riconoscimento dei limiti strutturali di quanto avvenuto in questi mesi”. Mentre Salvini, ovviamente, usa un vocabolario più affilato: “Cari amici dei 5 stelle, buon lavoro col partito di Bibbiano”. Che poi sarebbe il Pd. Ma andiamo con ordine.
Il faccia a faccia sui banchi di governo – L’annuncio della salita al Quirinale di Conte è il penultimo passaggio di un discorso lungo tre quarti d’ora, cominciato subito con un colpo di scena: Matteo Salvini e i ministri della Lega non siedono tra i banchi del Parlamento, ma tra quelli dei ministri, all’inizio completamente occupati da Luigi Di Maio e dai 5 stelle che sono costretti a fare posto agli ex alleati. Una decisione arrivata assolutamente a sorpresa e presa dal leader del Carroccio probabilmente per guadagnagare uno spazio nell’inquadratura di Conte. Come dire: nel giorno in cui tutti gli occhi sono puntati sul premier, l’uomo che vuole prenderne il posto non intende regalargli neanche un secondo di visibilità. Una scelta che probabilmente non ha premiato Salvini, costretto a offrire il volto agli schiaffi verbali del presidente del consiglio. Il leader della Lega tenta di reagire come può: come quando replica a Conte sottovoce (“Su questo sbagli amico mio”). O ancora quando il presidente del consiglio lo accusa di usare i simboli religiosi nel dibattito politico, e lui – dopo averci pensato su un paio di secondi – tira fuori il rosario dalla tasca della giacca, cerca con gli occhi l’obiettivo di una telecamera e poi lo bacia platealmente sotto gli occhi del premier. A un paio di metri c’è Di Maio, quasi sempre impassibile e fermo.
Il discorso di Conte: “Salvini ha compromesso interessi nazionali in cambio dei suoi” – Sono passati dieci minuti dalle 15 quando va in scena la crisi di governo più surreale della storia repubblicana italiana: il presidente del consiglio replica al leader della Lega, che gli ha levato la fiducia. Gli ricorda attacchi, errori e pericoli ai quali espone il Paese. E lo fa mentre lo “sfiduciante” siede alla sua destra, alla destra dello “sfiduciato“, al posto riservato al vicepremier, che non ha ancora mai smesso i panni di ministro dell’Interno. “I comportamenti adottati in questi ultimi giorni dal ministro dell’interno rivelano scarsa responsabilità istituzionale e grave carenza di cultura costituzionale. Mi assumo la responsabilità di quello che dico”. E poi: “Caro ministro dell’Interno, promuovendo questa crisi di governo ti sei assunto una grande responsabilità di fronte al Paese. Ti ho sentito chiedere “pieni poteri” e invocare le piazze a tuo sostegno, questa tua concezione mi preoccupa“. E ancora: “Non abbiamo bisogno di persone e uomini con pieni poteri, ma che abbiano cultura istituzionale e senso di responsabilità. Le crisi di governo, nel nostro ordinamento, non si affrontano e regolano nelle piazze ma nel Parlamento”.
La mano sulla spalla, gli attacchi dei leghisti – A ogni attacco, a ogni passaggio del premier che tirava in ballo Salvini, i banchi della Lega si attivavano per protestare, applaudire in modo ironico, urlare “buuuh!”. Salvini, occhi bassi sui fogli sul tavolo, faceva cenno ai suoi di fermarsi, di fare parlare il premier: poi però non li ha più bloccati, è rimasto fermo, quasi nervoso, ad ascoltare le parole dell’uomo al suo fianco mentre i suoi senatori protestavano. “Se avessi accettato di venire qui al Senato per riferire sulla vicenda russa che oggettivamente merita di essere chiarita anche per i riflessi sul piano internazionale”, ha detto a un certo punto il presidente del consiglio, mentre il suo vice ha sollevato gli occhi al cielo, tirando idealmente una linea nel vuoto con le dita della mano. Come dire: sul cenno al Russiagate non ci sarebbero state più possibilità di riavvicinamento. L’apice dello scontro, diventato via via sempre più psicologico, quasi fisico, è arrivato forse quando a un certo punto il premier ha poggiato la mano destra sulla spalla sinistra del suo ormai ex vicepremier. Una gesto durato una frazione di secondo, prima dell’ultima frecciata diretta di Conte a Salvini: “Caro Matteo, permettimi un’ultima osservazione, ammetto che non te l’ho mai riferita. Chi ha responsabilità di governo dovrebbe evitare di accostare durante i comizi gli slogan politici ai simboli religiosi. Sono episodi di incoscienza religiosa che rischiano di offendere il sentimento dei credenti e oscurare il principio di laicità, tratto fondamentale dello stato moderno”.
La controreplica di Salvini – La controreplica dell’ormai ex titolare del Viminale è arrivata quando da poco erano passate le 16. Mentre tutti i 5 stelle salutavano calorosamente Conte, con Giancarlo Giorgetti unico leghista a stringere la mano al premier, Salvini è stato costretto dall’indicazione della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, a smettere i panni del ministro e indossare per la prima volta quelli del leader dell’opposizione. Ha lasciato i banchi del governo e si è andato a sedere tra i suoi parlamentari per dire che avrebbe rifatto “tutto quello che ho fatto”. Al premier dedica i primi cinque dei venti minuti totali del suo intervento: “È una novità di oggi, mi dispiace che il presidente del Consiglio mi abbia dovuto mal sopportare per un anno. Bastava Saviano per raccogliere tutti questi insulti, un Travaglio, un Renzi, non il presidente del Consiglio”. Quindi ha recitato la specialità della casa. Ha recitato gli aggettivi pronunciati da Conte che si era appuntato (“Pericoloso, autoritario, preoccupante, inefficace, incosciente”), ha rispolverato l’accusa al Parlamento di non voler lavorare ad agosto (“La critica più surreale è che non si fanno le crisi d’agosto. I parlamentari lavorano d’agosto come tutti gli altri italiani”), ha replicato alle accuse sull’uso del Rosario (“Gli italiani non votano in base a un rosario, ma con la testa e con il cuore. La protezione del cuore immacolato di Maria per l’Italia la chiedo finchè campo, non me ne vergogno, anzi sono ultimo e umile testimone”). E se il premier aveva citato Federico II di Svevia, il leader della Lega ha optato per Cicerone: “La libertà consiste nel non avere nessun padrone e io non voglio l’Italia schiava di nessuno”. Più volte Salvini ha chiesto di tornare al più presto al voto. Poi alla fine ha ripetuto la sua offerta ai 5 stelle: “La via maestra sono le elezioni, così gli italiani giudicheranno. Ma se volete tagliare i parlamentari e andiamo a votare? Ci siamo”.

Svolta Open Arms, la Procura sequestra la nave e ordina lo sbarco.



Svolta nella vicenda Open Arms. La Procura di Agrigento ha disposto il sequestro dell’imbarcazione ferma al largo di Lampedusa da 19 giorni e lo sbarco immediato delle persone a bordo. I migranti hanno raggiunto la costa di Lampedusa nella tarda serata di martedì.
Il sequestro della nave Open Arms disposto dalla Procura di Agrigento è un sequestro preventivo. Secondo quanto si apprende, oltre all'inchiesta per sequestro di persona avviata nei giorni scorsi sulla base di esposti della ong spagnola, i magistrati hanno aperto un fascicolo a carico di ignoti per omissione e rifiuto di atti d'ufficio. 
Il reato, previsto dall'articolo 328 del Codice penale, punisce «il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni». E così il sequestro è stato disposto «per evitare che il reato sia portato a ulteriori conseguenze».
I magistrati ora stanno ricostruendo la catena di comando per risalire a chi ha impedito lo sbarco dei profughi. Ma il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, non ci sta. E, allontanandosi dall'aula del Senato, in un video su Fb attacca: «Il sequestro impone lo sbarco degli immigrati: ricordo che non c’era allarme sanitario, finti malati e finti minorenni. Qualcuno si sta portando avanti già nel nome del governo dell'inciucio che vuole riaprire i porti. Finché campo è mio dovere difendere i confini e la sovranità del Paese». E ancora: «Molto probabilmente mi arriverà una denuncia dalla stessa Procura che mi indagò per sequestro di persona, reato che prevede 15 anni di carcere: stavolta il reato è omissione di atti d'ufficio. Io non mollo»
La svolta è arrivata un'ora dopo che dalla base di Rota, a Cadice, era partita la nave militare, inviata dal governo spagnolo di Sanchez, che in tre giorni di navigazione sarebbe arrivata a Lampedusa per recuperare i naufraghi e portarli a Maiorca.
In capitaneria Patronaggio ha sentito il fondatore e il presidente di Open Arms, Oscar Camps e Riccardo Gatti, che all’uscita si sono precipitati sulla nave per dare la notizia.
«Finalmente l'incubo finisce, le persone rimaste riceveranno assistenza immediata in terra». ha scritto Open Arms su twitter.

https://www.ilsole24ore.com/art/open-arms-molti-naufraghi-si-gettano-mare-spagna-soluzione-prossime-ore-AC67LOf


Forse questa è la strada migliore da seguire in situazioni simili. C.

lunedì 19 agosto 2019

I 5 Stelle difendano il reddito. Con chiunque. - Luisella Costamagna



Scoperte - Una gita al parco, l’incontro con una disoccupata salvata dall'assegno: ecco su cos'è la crisi.
L’altro giorno, al parco con i miei cani, ho incontrato una signora vista mille volte. Di solito i nostri dialoghi si limitavano ai quattrozampe, mai mi aveva raccontato cosa facesse nella vita, né avevamo mai parlato di politica pur sapendo che sono giornalista. Questa volta, invece, mi ha chiesto preoccupata: “Ma che succede con ‘sta crisi? Si torna a votare?”. Interdetta per la domanda inaspettata, ho improvvisato un barlume di riflessione sulla pagliacciata ferragostana: “Mah, bisogna vedere… se Salvini riesce ad andare fino in fondo… magari i 5 Stelle riescono a trovare un accordo col PD… Boh, tocca aspettare…”. Lei ha tagliato i miei (molti) punti di sospensione un po’ politichesi con una lama: “Sai, sono disoccupata. Lavoravo in uno studio medico, poi mia madre si è ammalata e io ho dovuto occuparmi di lei, per cui ho mollato”.
Breve attimo di esitazione e imbarazzo. “Ora che lei non c’è più vivo grazie al reddito di cittadinanza: 500 euro al mese. Un sollievo, senza non saprei come fare”. Accenna un sorriso, e io con lei. “Sto cercando lavoro, spero di trovarlo. Se senti qualcosa fammelo sapere”. “Certo!”, dico io ripromettendomi di darle una mano, ma con la consapevolezza che a 50 anni non nutrire grandi speranze, di questi tempi, non è pessimismo… E sono tornata ai miei punti di sospensione. A casa ho ripensato a quella confessione, a quanto le sarà costata e alla sua sacrosanta preoccupazione. E ho capito: questa crisi-buffonata, partorita da un vicepremier che fa il dj a torso nudo al Papeete Beach, che approfitta di Ferragosto per tentare di prendere tutto, che manda in visibilio gli opinionisti in servizio effettivo permanente, i quali non vedevano l’ora di mollare moglie e figli sotto l’ombrellone per tornare all’esegesi delle mosse di palazzo… be’, questo show di mezza estate di nani e ballerine è fatto sulla pelle delle persone.
Ve ne siete accorti? Ci pensate? Persone come quei 922.487 italiani (ogni numero è uno come noi, in carne e ossa) che al 31 luglio hanno già ricevuto un importo medio mensile di 526 euro e a cui si potrebbero aggiungere altri 170mila che hanno fatto domanda ma devono aspettare ulteriori verifiche. Oltre 1 milione di persone – poco meno degli abitanti di Milano, appena più di Napoli – che ora sono nel panico all’ipotesi di perdere di nuovo tutto con un nuovo governo a traino Salvini. Non ha mai fatto mistero della sua contrarietà al reddito e l’ha digerito solo perché, con il suo 17% alle Politiche, si era sposato con un Di Maio al 33, ma in queste ore è riemersa la volontà della Lega di abolirlo: possiamo star certi che, se mai diventerà premier, sarà uno dei suoi primi atti.
I Cinquestelle hanno più che mai il dovere di fare da argine e difendere il loro provvedimento: hanno fatto tanti errori, hanno permesso a Salvini di diventare quello che è, ma il reddito (e non solo) resta una misura di civiltà e di aiuto concreto che gli fa onore. Valutino tutte le opzioni, stringano accordi con chi credono, ma restino “templari” del reddito di cittadinanza. E con loro lo siano anche tutte le forze politiche e i leader di buona volontà e moralità, che in queste ore non ballano sul bagnasciuga della crisi alla faccia degli italiani, aspettando solo l’onda giusta che li porti a Palazzo Chigi.