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venerdì 18 agosto 2023

Cittadinanza Italiana Yurii Sheliazhenko e per tutti i renitenti alla leva in Ucraina. - Marco Baratto

 

Lanciata da Marco Baratto

Yurii Sheliazhenko. Il pacifista ucraino sta subendo una dura repressione per la sua esposizione mediatica che mostra al mondo l’esistenza di un vasto movimento per la pace in dissenso con la politica del governo Zelensky.

Il pacifista è stato condannato agli arresti domiciliari. Questa pena , relativamente leggera, è dovuta anche alla sua forte esposizione mediatica.

Ma, in caso di Yurii Sheliazhenko, non è isolato . Infatti, vi è un diffuso sentimento contrario al reclutamento obbligatorio che riguarda centinaia di migliaia di giovani ucraini. Già all'inizio della guerra molti uomini, si nascondevano nelle vetture per fuggire, assieme alle loro famiglie e non combattere una guerra ritenuta ingiusta .

Il Movimento Pacifista ucraino che ha sempre sostenuto queste posizioni antimilitariste e nonviolente, come scritto chiaramente nel documento «Agenda di pace per l’Ucraina e il mondo» che è gli è costato l’incriminazione.

Chiediamo alle autorità italiane di concedere la cittadinanza italiana a  Yurii Sheliazhenko ed ha tutti gli uomini che non vogliono combattere. 

https://forum.comedonchisciotte.org/notizie/petizione-online-cittadinanza-italiana-al-pacifista-ucraino-yurii-sheliazhei-e-a-tutti-gli-ucraini-renitenti-alla-leva/

lunedì 28 settembre 2020

Cambia il reddito di cittadinanza: stretta su chi rifiuta il lavoro. - Marco Galluzzo

 
















Il piano del premier Giuseppe Conte: una app per incrociare domanda e offerta. «Se resta com’è, rischia di essere una misura assistenziale senza progettualità»

«Voglio che una soluzione sia operativa entro sei mesi, il reddito di cittadinanza in questo modo rischia di essere una misura assistenziale senza progettualità».

L’accelerazione.

La disposizione, perentoria, di Giuseppe Conte è avvenuta al termine di tre riunioni riservate avute negli ultimi giorni con il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, con il ministro dell’Innovazione digitale Paola Pisano e con il presidente dell’Anpal (l’Agenzia nazionale delle politiche attive sul lavoro), Domenico Parisi, l’esperto di big data che ha lavorato con successo negli Stati Uniti e che ormai da mesi lamenta di essere ostacolato nel suo lavoro e di avere le mani bloccate.

Insomma è con taglio molto decisionista che il presidente del Consiglio ha preso in mano il dossier sul reddito di cittadinanza e le politiche attive sul lavoro (incontro fra domanda e offerta di impiego, fra aziende e disoccupati), ha chiesto alla Catalfo e a Parisi di collaborare invece di litigare e ha stigmatizzato che a distanza di un anno e mezzo dall’introduzione del reddito non esista traccia di un sistema unico e nazionale informatico che dovrebbe aiutare i disoccupati a trovare un lavoro e le aziende a trovare le persone che lo cercano.

https://www.corriere.it/politica/20_settembre_28/scelta-conte-cambia-reddito-cittadinanza-8b64ff72-00fb-11eb-8a00-13bbbd5f28b0.shtml

sabato 26 settembre 2020

Toh! sommosse per il reddito di cittadinanza. - Antonio Padellaro













In giro per festival estivi noto che c’è sempre un momento in cui l’oratore, a corto di argomenti e di pubblico, tira fuori il Reddito di cittadinanza citato come l’esempio più esecrabile del populismo del piffero. Quello dell’incompetenza bovina, della stupidità politica, frutto avvelenato della peronospora grillina da debellare al più presto. A questo punto il copione prevede (in un crescendo rossiniano di toni) la nota romanza del “sono gli stessi che annunciarono dal balcone la fine della povertà”. Applausi. Onestamente la povertà abolita per decreto continua a sembrarmi, come dire, un tantino sopra le righe. Anche se poi l’occhio mi è caduto su questo titolo dell’edizione siciliana di Repubblica: “In centomila senza più Reddito. Allarme alla Regione: “Rischio sommossa”.

In un documentato articolo, il collega Antonio Fraschilla scrive che l’erogazione dell’assegno sarà sospesa per due mesi “come previsto dalla legge manifesto del Movimento 5 Stelle per verifiche” e per ripresentare quindi la domanda nei Centri per l’impiego o nei Caf. “Uno stop – leggiamo – che coinvolgerà comunque tutti i 560mila beneficiari del sussidio in Sicilia. Un’intera grande comunità perché molti non possono fare lavoretti, in nero o meno”. Si parla di circa 400mila persone “inabili, o che non hanno alcuna qualifica oppure hanno in carico parenti e figli con handicap”. Una deplorevole condizione umana che, probabilmente, farebbe storcere il naso all’oratore di cui sopra, che a questo punto potrebbe invocare maggiori controlli per debellare furbi e furbetti (applausi). Il fatto è che l’assessore regionale Antonio Scavone ha scritto alla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, anche lei siciliana: “Parliamoci chiaro, rischiamo una sommossa nelle nostre città se non ci saranno garanzie sul ripristino dell’assegno”. Apprendiamo infatti che in Sicilia il sostegno varia dai 560 ai 1.000 euro al mese, in base a numero di figli a carico e affitto di casa. Che problemi analoghi li ha pure la Campania, dove i beneficiari del reddito sono più di 600mila. E che l’indigenza che soffoca il Sud impone di accelerare le pratiche visto che l’emergenza Covid rende di difficile accesso uffici e strutture. In un prossimo dibattito proverò a sfidare l’impopolarità ponendo all’uditorio due semplici domande. Come saremmo messi oggi in Italia se con la pandemia, il lockdown e la catastrofe economica non ci fosse stato il Reddito di cittadinanza? E pure se l’abolizione della povertà è un vasto programma, non potremmo accontentarci di abolire le sommosse?

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/26/toh-sommosse-per-il-reddito-di-cittadinanza/5944598/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=commenti&utm_term=2020-09-26

lunedì 19 agosto 2019

I 5 Stelle difendano il reddito. Con chiunque. - Luisella Costamagna



Scoperte - Una gita al parco, l’incontro con una disoccupata salvata dall'assegno: ecco su cos'è la crisi.
L’altro giorno, al parco con i miei cani, ho incontrato una signora vista mille volte. Di solito i nostri dialoghi si limitavano ai quattrozampe, mai mi aveva raccontato cosa facesse nella vita, né avevamo mai parlato di politica pur sapendo che sono giornalista. Questa volta, invece, mi ha chiesto preoccupata: “Ma che succede con ‘sta crisi? Si torna a votare?”. Interdetta per la domanda inaspettata, ho improvvisato un barlume di riflessione sulla pagliacciata ferragostana: “Mah, bisogna vedere… se Salvini riesce ad andare fino in fondo… magari i 5 Stelle riescono a trovare un accordo col PD… Boh, tocca aspettare…”. Lei ha tagliato i miei (molti) punti di sospensione un po’ politichesi con una lama: “Sai, sono disoccupata. Lavoravo in uno studio medico, poi mia madre si è ammalata e io ho dovuto occuparmi di lei, per cui ho mollato”.
Breve attimo di esitazione e imbarazzo. “Ora che lei non c’è più vivo grazie al reddito di cittadinanza: 500 euro al mese. Un sollievo, senza non saprei come fare”. Accenna un sorriso, e io con lei. “Sto cercando lavoro, spero di trovarlo. Se senti qualcosa fammelo sapere”. “Certo!”, dico io ripromettendomi di darle una mano, ma con la consapevolezza che a 50 anni non nutrire grandi speranze, di questi tempi, non è pessimismo… E sono tornata ai miei punti di sospensione. A casa ho ripensato a quella confessione, a quanto le sarà costata e alla sua sacrosanta preoccupazione. E ho capito: questa crisi-buffonata, partorita da un vicepremier che fa il dj a torso nudo al Papeete Beach, che approfitta di Ferragosto per tentare di prendere tutto, che manda in visibilio gli opinionisti in servizio effettivo permanente, i quali non vedevano l’ora di mollare moglie e figli sotto l’ombrellone per tornare all’esegesi delle mosse di palazzo… be’, questo show di mezza estate di nani e ballerine è fatto sulla pelle delle persone.
Ve ne siete accorti? Ci pensate? Persone come quei 922.487 italiani (ogni numero è uno come noi, in carne e ossa) che al 31 luglio hanno già ricevuto un importo medio mensile di 526 euro e a cui si potrebbero aggiungere altri 170mila che hanno fatto domanda ma devono aspettare ulteriori verifiche. Oltre 1 milione di persone – poco meno degli abitanti di Milano, appena più di Napoli – che ora sono nel panico all’ipotesi di perdere di nuovo tutto con un nuovo governo a traino Salvini. Non ha mai fatto mistero della sua contrarietà al reddito e l’ha digerito solo perché, con il suo 17% alle Politiche, si era sposato con un Di Maio al 33, ma in queste ore è riemersa la volontà della Lega di abolirlo: possiamo star certi che, se mai diventerà premier, sarà uno dei suoi primi atti.
I Cinquestelle hanno più che mai il dovere di fare da argine e difendere il loro provvedimento: hanno fatto tanti errori, hanno permesso a Salvini di diventare quello che è, ma il reddito (e non solo) resta una misura di civiltà e di aiuto concreto che gli fa onore. Valutino tutte le opzioni, stringano accordi con chi credono, ma restino “templari” del reddito di cittadinanza. E con loro lo siano anche tutte le forze politiche e i leader di buona volontà e moralità, che in queste ore non ballano sul bagnasciuga della crisi alla faccia degli italiani, aspettando solo l’onda giusta che li porti a Palazzo Chigi.