L’altra sera, a Otto e mezzo, Alessandro Sallusti ne ha detta una giusta: “Ci mancherebbe altro che il governo non riuscisse a riaprire le scuole!”. Già, ma fino al giorno prima l’intera stampa e tutti gli iscritti al partito dominante – il Partito Preso – dicevano che le scuole non avrebbero riaperto e, se qualcuna si fosse azzardata a farlo, si sarebbe presentata agli studenti senza aule, né sedie né banchi né cattedre né insegnanti né bidelli né mascherine né lavagne né gessetti né cessi né niente. Questo continuo annunciare catastrofi e apocalissi che poi non si verificano mai è uno dei motivi per cui la gente non si fida più dei giornali.
Il Reddito di cittadinanza non si farà mai! Fatto. Il blocco della prescrizione non passerà mai! Passato. Non oseranno mai cacciare i Benetton da Autostrade! Cacciati. Il governo M5S-Pd è impossibile! Infatti. Conte non eviterà mai la procedura d’infrazione! Evitata due volte. Gli Eurobond non passeranno mai! Passati. Conte non avrà mai 173 miliardi di Recovery Fund! Ne ha ottenuti 209. Tutti prenderanno il Mes e Conte e M5S caleranno le brache! In Europa non lo vuole e non ne parla nessuno, a parte Cipro e i nostri giornaloni. Non riusciremo mai a far abolire i trattati di Dublino sui migrantii! Ieri Von der Leyen ne ha annunciato l’abolizione. Conte cade! Oggi no, domani vedremo. Così le scuole: fino al giorno prima di riaprire, non dovevano riaprire.
“I sindacati alla Azzolina: ‘La scuola non riaprirà’” (Giornale, 18.7).
“Salta il banco. Disastro Arcuri-Azzolina. Caos scuola su tavoli e sedie. Rivolta delle aziende contro l’assurdità del bando: ‘Ci vogliono 5 anni per 3,7 milioni di banchi’” (Giornale, 23.7).
“I presidi denunciano i ritardi del ministero: così non riusciamo a ripartire. Assufficio e Assodidattica: ‘Qualcuno si pone il problema se la gara dei banchi andrà deserta?’” (Repubblica, 24.7).
“‘La gara andrà deserta’. Il pasticcio di Arcuri e Azzolina sui banchi” (Luciano Capone, Foglio, 24.7).
“Scuola, rischio caos per settembre. I produttori: impossibile fornire 3 milioni di banchi. Assufficio: le condizioni di gara non sono accettabili. I produttori potrebbero disertare il bando” (Sole 24 Ore, 28.7).
“Azzolina-Arcuri, 2 incapaci coperti da Conte. Il bando andrà deserto, è scritto coi piedi” (Mario Giordano, Verità, 29.7).
“Arcuri fa cagate di bandi” (Nicola Porro, 30.7).
“Sui banchi anche la Scavolini scarica Arcuri. Se non saranno gli stranieri né i colossi italiani, chi salverà la scuola? Un altro bluff, ma di breve durata. Le aziende non si sono fatte avanti, né i colossi italiani ne quelle straniere” (Capone, Foglio, 31.7).
Poi al bando partecipano 14 aziende italiane e straniere e lo vincono in 11 per consegnare 2,4 milioni di banchi entro ottobre. Ma subito si ricomincia.
“La resa del governo sulla scuola: lezioni da casa. In sei mesi non è cambiato nulla” (Libero, 1.9).
“La scuola riapre con le classi a turno. Studenti obbligati a rimanere a casa” (Verità, 3.9).
“Coperte solo 3 cattedre su 10” (Messaggero, 4.9).
“Scuole in alto mare: ‘Rinviamo l’apertura’” (Repubblica-Roma, 5.9).
“Scuola, ultimi in Europa. Linee guida oscure e diffuse all’ultimo momento. Nessun collegamento coi servizi territoriali. E il record di chiusura. Il confronto con l’Ue è impietoso” (Espresso, 6.9).
“Scuole al via senza banchi. E manca un docente su 4” (Messaggero, 7.9).
“Banchi in ritardo, l’ansia del Quirinale” (Corriere della Sera, 7.9).
“Scuola, caos a una settimana dal via” (Messaggero-Roma, 8.9).
“Colle pronto a bocciare Giuseppi sulla scuola. Mattarella è stufo di lui” (Maurizio Belpietro, Verità, 8.9).
“La scuola riparte solo a metà” (Repubblica, 9.9).
“Scuola, le spinte per il rinvio. Molti presidi chiedono di ritardare l’avvio delle lezioni” (Corriere della Sera, 9.9).
“In aula un giorno a settimana o turni di 3 ore: è una giungla” (Messaggero, 9.9).
“Senza banchi né prof: ‘Costretti ad aprire, ma non siamo pronti’” (Repubblica-Roma, 10.9).
“I presidi si ribellano: ‘Così è impossibile partire’” (Stampa, 10.9).
“La campanella della scuola si prepara a suonare a morto” (Libero, 10.9).
“Conte: al via il 14. Ma i presidi si ribellano” (Stampa, 10.9).
“Conte: scuole al via. Presidi in trincea: il 14 è impossibile” (Messaggero, 10.9).
“Lezioni da casa per tutto l’anno” (Messaggero, 11.9).
“Scuola al via, mascherine già un miraggio” (Stampa, 11.9).
“Scuola senza aule, banchi e mascherine” (Verità, 11.9).
“Una scuola su 4 è a rischio chiusura” (Giornale, 12.9).
“Promesse mancate. Il tempo perso che rende pericoloso tornare in aula” (Luca Ricolfi, Messaggero, 12.9).
“Per tornare in classe ci rimane il Padreterno. Manca tutto, resta solo la fede” (Libero, 13.9).
Poi la scuola riapre, all’italiana ma molto meno peggio delle attese, e subito sparisce dai radar dei giornali. Che già preparano la prossima bufala. Ci vorrebbe una mozione di sfiducia, se non ci avessero già pensato i lettori.
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