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mercoledì 9 dicembre 2020

Blitz antidroga, 6 arresti, anche fratelli Bianchi.

 

I due si trovano attualmente in carcere.


Operazione antidroga dei carabinieri ai Castelli romani. Sei gli arrestati.

Tra i destinatari del provvedimento ci sono anche i fratelli Bianchi, attualmente in carcere poiché indagati per l'omicidio di Willy Duarte Montero, avvenuto a Colleferro lo scorso 6 settembre. Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Velletri avrebbero accertato l'esistenza di un sodalizio dedito allo spaccio di stupefacenti nell'area di Velletri, Lariano, Artena e comuni limitrofi, ricorrendo ad azioni violente e minacce per intimorire gli assuntori 'insolventi' e obbligarli a pagare.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Velletri su richiesta della locale Procura, nei confronti delle 6 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e tentata estorsione. 

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2020/12/09/blitz-antidroga-6-arresti-anche-fratelli-bianchi_3320027a-a4ac-4ab8-bb65-da6bdc9a1536.html

giovedì 17 settembre 2020

Colleferro. Orologi d’oro, ville, vacanze e auto di lusso: ma i fratelli Bianchi (e il padre) percepivano il reddito di cittadinanza. - Vincenzo Bisbiglia

 


È quanto risulta dagli accertamenti fiscali e patrimoniali portati avanti dagli inquirenti, parallelamente all’inchiesta sulla morte del giovane di Paliano. I quattro ragazzi e gran parte dei componenti delle loro famiglie risultano nullatenenti, o quasi. Come loro, anche Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, gli altri due accusati dell’omicidio volontario di Willy Monteiro Duarte.

La villa di famiglia svetta in cima alla collina di Colubro, la frazione di Artena da dove partivano le scorribande dei fratelli Bianchi. Anche Marco e Gabriele, i presunti assassini di Willy Monteiro Duarte – il ragazzo pestato e ucciso la notte fra il 5 e il 6 settembre a Colleferro, in provincia di Roma – percepivano il reddito di cittadinanza. Così come il padre. E così anche come Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, gli altri due giovani, rispettivamente in carcere e ai domiciliari, accusati dell’omicidio volontario del 21enne. È quanto risulta dagli accertamenti fiscali e patrimoniali portati avanti dagli inquirenti, parallelamente all’inchiesta sulla morte del giovane di Paliano. I quattro ragazzi e gran parte dei componenti delle loro famiglie risultano nullatenenti, o quasi. Gabriele Bianchi aveva da poco aperto una frutteria a Cori con l’aiuto del suocero, il coordinatore locale di Forza Italia, Salvatore Ladaga. Alessandro Bianchi, il maggiore dei fratelli – non coinvolto nella vicenda – aveva un ristorante inaugurato da pochi giorni che non ha più riaperto. Bianchi senior faceva piccoli lavori da fabbro. Mestieri umili che non giustificano gli stili di vita: villeautomobili costosevestiti firmatiorologi d’oro e vacanze in località notoriamente esclusive.

Come si guadagnavano allora da vivere (e non solo)? “I fratelli Bianchi lavorano su commissione, chi ha un credito e non riesce a farsi restituire i soldi manda loro dal debitore. Arrivano, picchiano e tornano con i soldi”, è la tesi degli inquirenti che gli avvocati stanno cercando in tutti i modi di smentire, tirando addirittura in ballo il caso Tortora. Dal racconto di chi indaga, in particolare “i gemelli” lavorano come emissari dei pusher di zona: quando gli “acquirenti” iniziano a indebitarsi, gli spacciatori chiamano loro, i “picchiatori”, che intervengono per “suonarle” a chi si è attardato troppo. “In molti nemmeno denunciano, non gli conviene”, ripetono, quasi rassegnati.

E c’è anche un giro, fisso. Di solito la loro serata inizia a cena ad Artena, al Nai Bistrot di Alessandro Bianchi, il fratello maggiore, chef “di livello” che ha dato il via all’attività di famiglia poche settimane fa. Poi parte il tour dei paesi. Colleferro è la prima tappa, fissa. In piazza Italia, davanti alla caserma. Poi si va a Lariano, comune dei Castelli attaccato alla frazione di Colubro, dove la famiglia Bianchi vive. Quindi Giulianello, sede delle Macellerie Sociali, il cui titolare Marcello ha pubblicato sui social un racconto eloquente delle prepotenze perpetrate dai “gemelli”. Infine Cori, in provincia di Latina inoltrata.

Il caso è arrivato in Parlamento. Ce lo ha portato il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, che ha presentato un’interrogazione al Governo: “È vero che i quattro accusati percepivano il reddito di cittadinanza? Se sì, come mai le indagini patrimoniali sono state effettuate solo a seguito dell’omicidio di Colleferro, quando invece era noto a tutti lo stile di vita alquanto sopra le righe che i quattro conducevano?”. E ancora: “Che il reddito di cittadinanza sia stato nei mesi erogato a delinquenti, spacciatori, contrabbandieri ed ex terroristi era cosa già acclarata, ma il caso dei quattro arrestati per l’assassinio di Willy dimostra come questa marchetta di Stato non preveda alcun controllo”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/09/17/colleferro-orologi-doro-ville-vacanze-e-auto-di-lusso-ma-i-fratelli-bianchi-e-il-padre-percepivano-il-reddito-di-cittadinanza/5934482/