sabato 28 novembre 2020

Scoperta una galassia fossile nel cuore della Via Lattea.

 

Si chiama Ercole, è il residuo di una collisione di 10 miliardi di anni fa.

C’è una galassia fossile nascosta nel cuore della Via Lattea: si chiama Ercole e le sue stelle rappresentano oggi circa un terzo della massa dell’intero alone della nostra galassia. Ercole potrebbe essere ciò che resta di uno scontro galattico avvenuto circa dieci miliardi di anni fa, quando la Via Lattea era ancora nella sua fase iniziale di formazione.

È quanto emerge dallo studio pubblicato sui Monthly Notices of the Royal Astronomical Society dagli astrofisici coordinati dall’Università di Liverpool John Moores. La ricerca è basata sui dati raccolti dalla campagna osservativa Apogee (Apache Point Observatory Galactic Evolution Experiment) della Sloan Digital Sky Survey (Sdss) per lo studio dell’archeologia della Via Lattea, la cui evoluzione è ricostruita attraverso l’analisi della storia di centinaia di migliaia di sue stelle.

I resti di Ercole, malgrado le sue dimensioni, erano finora sfuggiti agli astronomi, perché ben nascosti nel cuore della Via Lattea. “Per trovare una galassia fossile come questa, abbiamo dovuto esaminare dettagliatamente la composizione chimica e i movimenti di decine di migliaia di stelle”, ha spiegato Ricardo Schiavon, dell’Università di Liverpool, tra gli autori dello studio. “Si tratta di un’analisi particolarmente difficile - ha aggiunto Schiavon - perché le stelle al centro della Via Lattea sono ben nascoste da nubi di polvere interstellare. Apogee ci ha permesso, però, di penetrare questa fitta coltre di polveri, e di vedere più a fondo che mai nel cuore della nostra galassia”.

Separare le stelle della Via Lattea da quelle di Ercole, spiegano gli esperti, è come cercare un ago in un pagliaio. Per Danny Horta, dell’Università di Liverpool, tra i coordinatori, “delle decine di migliaia di stelle che abbiamo esaminato, poche centinaia avevano composizioni chimiche e velocità molto diverse”. Per l’esperto, “si tratta di stelle così diverse che potrebbero provenire solo da un’altra galassia. Studiandole in dettaglio - conclude - potremmo risalire alla posizione e alla storia di questa galassia fossile”.

https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2020/11/27/scoperta-una-galassia-fossile-nel-cuore-della-via-lattea_f056b148-9949-4768-a716-80b50c4f4d77.html?fbclid=IwAR1lUgBs_OqiZ_m4w23e0Kb2wCp6AW3U2GCfvMyAohVVJ17jLogud2RpYjc

Materia oscura, pincipio di parità violato? - Giulia Bonelli

 

Immaginiamo che l’intero universo possa riflettersi in un gigante specchio. Anche in questa versione cosmica ‘capovolta’, in linea teorica, tutte le leggi della fisica resterebbero valide. Si tratta di una simmetria nota come principio di parità, che indica appunto la capacità di un fenomeno di ripetersi immutato dopo un’inversione delle coordinate spaziali. I fisici hanno trovato diverse prove della validità cosmica di questo principio. Ad esempio, è stato dimostrato che l’elettromagnetismo funziona allo stesso modo indipendentemente dal fatto che ci si trovi nel sistema originale o in un sistema a specchio in cui tutte le coordinate spaziali sono state capovolte.

Eppure, secondo un nuovo studio condotto dall’High Energy Accelerator Research Organization giapponese e dal Max Planck Institute for Astrophysics tedesco, la violazione della parità potrebbe essere la chiave per comprendere i più grandi misteri del cosmo: la materia e l’energia oscura. Insieme, questi due ineffabili ingredienti costituiscono oltre il 95% dell’universo. Il che significa che tutte le particelle osservate fino a oggi occupano uno scarso 5% della massa e dell’energia conosciute. Tutto il resto è ancora da capire.

La nuova ricerca, pubblicata su Physical Review Letters, afferma che la materia e l’energia oscura potrebbero causare una violazione del principio di parità. Gli scienziati affermano di aver trovato questa violazione nella cosiddetta radiazione cosmica di fondo (o Cmb, dall’inglese cosmic microwave background), ovvero la radiazione elettromagnetica residua prodotta dal Big Bang che ancora oggi permea l’Universo. In particolare, gli autori della ricerca si sono basati su misurazioni della Cmb effettuate dal satellite Planck dell’Esa.

La chiave di tutto è la luce polarizzata ‘intrappolata’ nella radiazione cosmica di fondo. La luce è un’onda elettromagnetica che si propaga. Quando è costituita da onde che oscillano in una direzione preferita, i fisici la definiscono ‘polarizzata’. Per intenderci, la luce che proviene dal Sole non è polarizzata perché è costituita da onde che si propagano in tutte le direzioni. Invece la luce di un arcobaleno è polarizzata perché le sue onde seguono una direzione definita, venendo disperse dalle goccioline d’acqua nell’atmosfera. Allo stesso modo, la luce dello sfondo cosmico a microonde è stata polarizzata quando è stata diffusa dagli elettroni, circa 400.000 anni dopo il Big Bang.

I dati di Planck mostrano che questa luce polarizzata, che ha viaggiato attraverso l’universo per 13,8 miliardi di anni, potrebbe aver interagito con la materia o l’energia oscura, che a sua volta avrebbero fatto ruotare il piano di polarizzazione. In altri termini, avrebbero violato il principio di parità.

Gli autori dello studio parlano di una precisione delle misure del 99,2% – esiste quindi ancora un certo margine di errore. Ma se questi dati fossero confermati, ecco che la violazione di una importante teoria della fisica classica potrebbe aiutare a risolvere l’enigma della materia e dell’energia oscura.


https://www.globalscience.it/24106/materia-oscura-pincipio-di-parita-violato/?fbclid=IwAR2GMcl7sbOIph9-8VPv2kjWudqQaKJyJXEbLpIOGYUCA3Mcn0KEHIgSiRM

Fotana&Gallera hanno finito anche le scuse. - Antonio Padellaro

 

Non rispondono e scappano. Gli chiedono come sia possibile che a fine novembre le scorte di vaccino antinfluenzale a disposizione dei cittadini lombardi siano spesso introvabili, e loro balbettano, svicolano e se messi alle strette promettono immediate interviste chiarificatrici. Per poi dileguarsi oltre i cristalli del grattacielo della Regione e scomparire per sempre. Il fatto è che assessori e funzionari della giunta di destra non rispondono (giovedì sera all’inviato di Piazza Pulita) perché non sanno cosa diamine dire. E non sanno cosa dire perché la premiata ditta Fontana&Gallera, insieme ai vaccini ha esaurito anche lo stock delle spiegazioni accettabili (in un vortice di camici, cognati e paradisi fiscali). Certo, se proprio non vuoi aspettare inutilmente altre settimane, e forse mesi, in quanto cosiddetto soggetto fragile, per anzianità e patologie varie puoi sempre rivolgerti al benemerito San Raffaele. Dove sarai subito accontentato sborsando 65 euro sull’unghia. Una cifra che spiega nel modo più semplice ed efficace in cosa consista il “virtuoso” modello lombardo, quello che mette in virtuosissima concorrenza la sanità privata con quella pubblica. Dove infatti stravince la prima perché nella seconda il vaccino sarebbe pure gratis, ma purtroppo non c’è. Se tanto ci dà tanto, prepariamoci alla prossima delirante emergenza, quella del vaccino anti-Covid, che una volta validato sarà acquistato e gestito direttamente dallo Stato. Se esso sarà reso obbligatorio è l’interrogativo che appassiona tg e talk. Ma siamo sicuri che il vero problema riguarderà chi non vuole vaccinarsi? E non invece chi vuole vaccinarsi? Perché qualcosa ci dice che di fronte a una richiesta di massa ci sarà qualche Regione, una in particolare, che troverà il modo di far pagare anche questa volta ciò che dovrebbe essere gratuito. E chissà, nel sempre possibile caso di un esaurimento delle scorte, potrebbero pensarci i fan leghisti del caro amico Putin a rifornire del formidabile vaccino Sputnik i poveri lombardi. Che versando 65 euro potranno anche fare da cavia.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/28/fotanagallera-hanno-finito-anche-le-scuse/6019573/

Babbeo Natale. - Marco Travaglio

 

Il premio Coglionevirus del giorno se lo aggiudicano, ex aequo: l’addetto alle pompe funebri che s’è fatto un selfie col pollicione accanto alla bara aperta di Maradona; e gli autori dei cento e più articoli dell’ultima settimana per “difendere” e “salvare il Natale” dal governo dei senzadio che s’inventano il Covid e gli 800 morti al giorno per guastarci le feste. L’apoteosi s’è registrata ieri, dopo che il ministro Boccia ha confermato il coprifuoco alle 22 anche il 25 dicembre e, con una battuta, ha spiegato che “quest’anno non è un’eresia far nascere Gesù Bambino due ore prima”, anticipando la messa di mezzanotte. Apriti cielo. Sedicenti cattolici e noti mangiapreti sono insorti come un sol uomo ergendosi a Defensores Fidei: giù le mani dal compleanno di Gesù. E i giornaloni dietro. “‘Gesù nasca prima’. Caos messa di Natale”, “Boccia sposta Natale” (Giornale). “Boccia vuole stabilire quando nasce Gesù” (Libero). “Boccia surreale: ‘Gesù può nascere due ore prima’” (Verità). “Il caso della messa di Natale: ‘Gesù può nascere prima’” (Messaggero). “Anticipare di qualche ora la messa di Natale: il governo tratta con la Cei” (Repubblica). Poteva mancare l’illuminato parere di Salvini? Non poteva: “A me non sembra normale che un ministro della Repubblica, che si dovrebbe occupare delle emergenze, proponga una nascita anticipata di Gesù Bambino e manchi di rispetto a un Paese legato profondamente ai simboli cattolici”. Il pover’uomo dev’essere davvero convinto che Gesù di Nazareth sia nato alle 24.00 in punto del 25 dicembre di 2020 anni fa sotto il segno del Capricorno. Non sa che quella data è una convenzione priva di qualunque attendibilità storica.

Nei primi due secoli, in Oriente c’era chi celebrava il Natale il 20 maggio, chi il 20 aprile, chi il 17 novembre; e in Occidente chi il 28 marzo, chi il 25 dicembre. Nel IV secolo la Chiesa scelse la data attuale per cristianizzare una festa pagana dell’Impero romano: il Sol Invictus, in onore della dea Mitra vincitrice delle tenebre, coincidente con quello che si pensava essere il solstizio d’inverno (poi anticipato dagli scienziati al 21 dicembre). Ma in Oriente si optò per il 6 gennaio, in uno con l’Epifania. Del resto, se Gesù avesse voluto farci conoscere il giorno del suo compleanno, l’avremmo trovato nei vangeli. Che invece non fanno cenno alla sua data di nascita. Non solo al giorno, ma neppure all’anno. Tant’è che oggi, paradossalmente, gli storici lo collocano tra il 7 e il 4 avanti Cristo. Strano che la Madonna di Medjugorje, con cui Salvini vanta un filo diretto, non gliel’abbia detto. Forse voleva risparmiare al figlio gli auguri e i regali del Cazzaro, tipo i soliti rosari sbaciucchiati. O forse Salvini ha le pile del walkie-talkie scariche.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/28/babbeo-natale/6019544/

venerdì 27 novembre 2020

Altro che Natale: ennesima rissa giallorosa sul Mes. - Luca De Carolis e Wanda Marra

 

La pandemia morde senza pause e Regioni e governo litigano sui colori che fanno rima con chiusure e divieti. Eppure è ancora sul Mes che si scaricano le tensioni nella maggioranza. Al punto che la capidelegazione di ieri, dove si sarebbe dovuto discutere anche delle misure contro il Covid, diventa uno scontro che si dilata sino al pomeriggio, tutto sul fondo salva-Stati. Una battaglia, sostengono fonti trasversali, più a uso interno che sul merito. Su cui peserebbero anche le resistenze di parte del M5S sul dl Sicurezza, che hanno irritato il Pd.

In mattinata il premier Giuseppe Conte riunisce i capidelegazione (Alfonso Bonafede, Dario Franceschini e Teresa Bellanova), ma con loro ci sono anche il ministro degli Affari europei, Enzo Amendola e quello dell’Economia, Roberto Gualtieri. Perché all’ordine del giorno non c’è il ricorso ai 37 miliardi della nuova linea di credito sanitario, ma la riforma del Mes di cui si discuterà lunedì all’Ecofin: congelata dal dicembre 2019 per le resistenze dei Cinque Stelle, ma alla quale il ministro dell’Economia si è deciso a dire sì. Però le risorse del Mes restano una faglia che divide i giallorosa. Con i dem e Italia Viva che ripropongono l’esigenza di utilizzarle. Mentre Bonafede e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio fanno muro: “La nostra posizione non cambia, rimaniamo contrari”. E si mostrano freddi anche sulla riforma del fondo. “La linea del governo – sostengono – era sempre stata un’altra, ossia che la riforma del Mes dovesse essere collegata all’Unione bancaria e al Bicc (uno strumento di bilancio per finanziare riforme e investimenti, ndr)”. Dal Mef ricordano una risoluzione dell’ 11 dicembre 2019, con la quale il Parlamento impegnava il governo a iscrivere le riforme dell’Unione in una revisione della governance economica europea. Cosa, sostengono, di fatto avvenuta con le novità introdotte per contrastare l’emergenza Covid-19. Attraverso una logica di pacchetto: la funzione del Bicc sarebbe stata assorbita dal Next Generation Ue, mentre è stato creato lo strumento di un titolo obbligazionario sicuro (ad esempio gli Eurobond, che hanno preso la forma dei prestiti Sure), ed è stato escluso qualsiasi meccanismo che implichi la ristrutturazione automatico del debito pubblico.

Ma dietro alle obiezioni dei grillini c’è soprattutto il sospetto che il sì alla riforma del Mes sia un cavallo di Troia per spingere poi l’Italia a farvi ricorso. Così Bonafede chiede e ottiene l’audizione del titolare del Tesoro davanti ai presidenti delle Commissioni Finanze e Bilancio. E Gualtieri fa sapere che l’avrebbe fatta comunque. Mediatore obbligato in mezzo al fuoco incrociato, Conte ci tiene a chiarire che per passare dall’ok politico alla firma (a fine gennaio) occorre che il Recovery Fund sia sbloccato. Prova a smussare, il premier. Ma un paio di grillini di governo sbuffano: “Rispetto a qualche settimana fa Conte pare più ambiguo sul tema”. E sussurrano un aneddoto curioso, ossia che alla riunione avrebbe fatto capolino l’eurodeputato di En Marche Sandro Gozi, ex dem.

Sul tavolo, Gualtieri mette l’accordo che prevede l’anticipazione al 2021 del cosiddetto “backstop”, il paracadute per il Fondo unico di salvataggio bancario, strumento caro all’Italia, da dove prendere le risorse necessarie per “salvare” banche di interesse per l’intera Ue. Questo punto dovrebbe aiutare a far ingoiare l’altra parte della riforma che prevede il salvataggio di interi paesi: i critici sostengono che renderebbe più facile la ristrutturazione del debito. I Paesi frugali chiedono delle condizioni sulle regole bancarie che l’Italia rifiuta. Per cui, può essere che lunedì non ci sarà alcun accordo. Ma Gualtieri alle Commissioni dirà che sarebbe suicida ora porre un veto come quello dell’Ungheria di Orban, dopo che l’Europa ha messo in campo un nutrito pacchetto di aiuti, che l’early backstop è vantaggioso per l’Italia, che se si chiude lunedì verrà approvato un documento secondo cui quasi tutte le banche europee e tutte quelle italiane hanno passato il test e sono sicurissime.

Ma mentre Gualtieri continua a cercare di abbassare i toni, dal Nazareno fino a sera parlano dell’ennesima grana che il governo non è in grado di risolvere.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/25/altro-che-natale-ennesima-rissa-giallorosa-sul-mes/6015483/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=oggi-in-edicola&utm_term=2020-11-25

Per grazia ricevuta. - Marco Travaglio

 

Nel leggere le lagne quotidiane del Pd – dichiarate o spifferate ai retroscenisti di corte – contro il governo, il premier e gli alleati a 5Stelle, sorge spontanea una domanda: ma glielo prescrive il medico, a questi signori, di sostenere il Conte-2 viste le atroci sofferenze che ciò provoca alle loro animucce candide? Perché non aprono la crisi e non fanno un altro governo o ci rimandano alle elezioni e provano a vincerle? Forse si sono già scordati come e perché un anno fa erano tornati nella stanza dei bottoni. Non per merito loro, ma di Salvini: senza l’harakiri del Cazzaro, il famoso “partito a vocazione maggioritaria” veleggiava sul 16% dopo la più ciclopica batosta della storia del centrosinistra, con la prospettiva di restare all’opposizione altri vent’anni. Invece, con sua grande sorpresa, risalì al governo per grazia ricevuta e per puro culo, aggrappato alla scialuppa di Conte che, essendo da due anni in cima ai sondaggi, sommamente schifava. Salvo poi scoprire che bastava fingersi morto e mandare avanti il premier per rivedere il 20%.

Ora, da qualche settimana, non passa giorno senza una presa di distanze, uno sgambetto, un’imboscata del Pd al suo governo, e nella forma più vile e viscida perché nessuno ci mette mai la faccia. Uno stillicidio quotidiano, tipico delle guerre di logoramento. Le menate giornaliere sul Mes e sul rimpasto (ma perché non si rimpastano la De Micheli?). Le critiche alla Azzolina, prima perché non riapre le scuole, poi perché non vuole richiuderle e ora perché vuole riaprirle. La difesa dell’impresentabile De Luca che insulta premier e alleati. Gli attacchi a Morra in stereofonia con le destre. Il voto per regalare a Gasparri la licenza di diffamare. La guerra alla Raggi, magari a costo di digerire Calenda o di candidare la Lorenzin (le alleanze locali sono obbligatorie solo se il candidato è del Pd). Le mire su Rai, servizi segreti e cybersicurezza. L’insofferenza per la cabina di regia sui 209 miliardi del Recovery Fund (e chissà mai chi li ha ottenuti). Le dichiarazioni d’amore a B. Insomma, dopo un anno di distrazione che avevamo preso per timido cambiamento, il Pd è tornato a fare il Pd, cioè a dare il peggio di sé. Tant’è che non si capisce perché non si riprenda l’Innominabile e il Giglio Fradicio.

Tutte scelte legittime, intendiamoci: in politica i sentimenti non esistono e nulla è indissolubile. Basta dirlo: si apre la crisi, Conte finalmente si leva dalle palle e torna a fare il professore e l’avvocato, nasce un nuovo governo con un’altra maggioranza (auguri), guidato da uno dei tanti Cavour pidini che troneggiano nei sondaggi (non ce ne viene in mente nessuno, ma fa niente), o si va a votare. E poi si ride. O si piange.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/11/27/per-grazia-ricevuta/6018323/

Covid, Il nuovo dpcm confermerà le 3 fasce. Misure ad hoc per il Natale.

 

Boccia: 'Non è eresia far nascere Gesù due ore prima o seguire la messa due ore prima' dice il ministro parlando del coprifuoco alle 22. La Lombardia resta rossa fino al 3 dicembre.

I presidenti delle Regioni hanno chiesto al governo nella videoconferenza in vista del prossimo Dpcm di valutare la chiusura delle frontiere in caso di divieto di riapertura degli impianti da sci. L'obiettivo dei governatori sarebbe evitare così la concorrenza degli Stati europei che invece dovessero permettere le vacanze sulla neve.

Il governo ha confermato che di riapertura degli impianti si potrà parlare soltanto dopo le feste di Natale. "Gli impianti da sci e il sistema vacanze invernali che sono fondamentali per la nostra economia riapriranno quando l'epidemia si sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo.

I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire". E' quanto avrebbe detto il ministro Boccia alle Regioni, secondo quanto si apprende. "La sicurezza delle persone e la salute vengono prima di tutto. Dobbiamo chiudere questa seconda ondata evitando la terza e mantenendo la convivenza con il virus con il massimo della sicurezza - ha aggiunto Boccia-. Anche in Germania si è scelta la linea della massima prudenza, nella consapevolezza che -ha detto oggi il ministro Helge Braun- 'davanti a noi ci sono mesi invernali difficili, e questo vale fino a marzo' .

"Seguire la messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre". E' quanto ha detto il ministro Boccia alla videoconferenza con gli Enti locali, secondo quanto si apprende. "Questa è eresia non facciamo i sepolcri imbiancati - ha aggiunto l'esponente Pd -. Papa Francesco ha dato un esempio bellissimo a tutti nella scorsa Pasqua, a partire dalla Via Crucis. Il Natale non si fa con il cronometro ma è un atto di fede". Usa l'ironia per far capire che il governo non intende deflettere dalla linea della massima prudenza durante le festività. E il premier Conte lo dice chiaramente: "Altri sacrifici? E' necessario, non possiamo abbassare la guardia, gli italiani sono consapevoli che sarà un Natale diverso o ci esponiamo a una terza ondata a gennaio, con il rischio di un alto numero di decessi". Concetto ribadito da Agostino Miozzo, coordinatore del Cts: " passare un Natale ordinario con il cenone è piuttosto azzardato".

Altro punto all'ordine del giorno dell'incontro tra governo e regioni la scuola. "Le regioni unanimamente hanno ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza". Lo ha detto nel punto stampa quotidiano sul covid il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in merito alla riunione tra i ministri Boccia, Speranza e la conferenza regioni, l'Anci con Decaro e le province italiane. "Tutte le regioni hanno unanimamente ritenuto di dire al Governo che si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole - ha detto Toti - in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata".

Restano diversi altri punti da definire per il Dpcm di Natale. Uno è quello degli orari di apertura delle attività commerciali per lo shopping dei regali e di quelle di ristorazione. L'altro quello degli spostamenti tra regioni per raggiungere i parenti: anche su questo l'orientamento prevalente del governo sarebbe rigoroso, con il divieto totale, a prescindere dalle colorazioni, eventualmente con qualche deroga. Oggi torneranno a riunirsi i capi delegazione di maggioranza, e potrebbero esserci anche Cts e Istituto superiore di sanità. A giorni, forse prima, saranno riconvocate le Regioni. Il nuovo dpcm sulle misure anti contagio dovrebbe confermare l'impianto del decreto attuale, con la divisione delle Regioni in tre fasce, e introdurre specifiche restrizioni per il Natale. È l'orientamento che emerge da più fonti di governo. Dovrebbero restare in particolare gli automatismi, legati al monitoraggio, che prevedono il passaggio progressivo da zona gialla ad arancione o rossa o viceversa (senza "salti" di due da rossa a gialla). Ma è ancora aperta nel governo la discussione sulle misure per il Natale - che dovrebbero confluire con le altre in un unico dpcm - e non si sarebbe discusso, nel vertice a Palazzo Chigi di ieri , neanche del tema scuola. Oggi si faranno nuove valutazioni, dopo il confronto con Cts e Iss, anche alla luce dei dati del nuovo monitoraggio.

 Intanto la Lombardia resta rossa fino al 3 dicembre.

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2020/11/26/covid-regioni-dad-fino-a-gennaio-rientro-il-7.-sci-chiudere-le-frontiere_9f97ab81-0849-4ab6-b27b-82e1d7648a14.html