giovedì 3 giugno 2021

Cina: un caso di infezione umana da aviaria H10N3. -

 

Rilevato nella provincia orientale dello Jiangsu.


Un caso di infezione umana con il ceppo H10N3 dell'influenza aviaria è stato rilevato nella città di Zhenjiang della provincia cinese orientale dello Jiangsu. Lo ha reso noto oggi la Commissione Nazionale della Sanità.
Il paziente, un uomo di 41 anni, aveva sviluppato febbre e altri sintomi il 23 aprile ed era stato ricoverato il 28 aprile.
Ora è in condizioni stabili e, come sottolinea la Commissione, soddisfa ampiamente gli standard per la dimissione.
Tutti i contatti stretti del paziente nello Jiangsu sono stati posti sotto osservazione medica ed è stato messo in atto il monitoraggio di emergenza, come precisa l'ente, aggiungendo che non vi è stato il rilevamento di alcuna anomalia.
Il Chinese Center for Disease Control and Prevention ha effettuato il sequenziamento dell'intero genoma del campione il 28 maggio e il risultato è stato positivo al virus H10N3.
L'analisi dell'intero genoma mostra che il virus di origine aviaria non è effettivamente infettivo per gli esseri umani, secondo gli esperti, i quali ritengono rappresenti un rischio "molto basso" di epidemia su larga scala.

(Foto Ansa - Allerta inflenza aviaria, In Cina caso umano da nuovo ceppo.)

ANSA 

Virus creato a Wuhan: le “impronte digitali”. - Laura Margottini

 

L’origine di Sars-CoV-2: le nuove ipotesi.

La pandemia ha avuto origine dal salto di specie dal pipistrello all’uomo, passando per un intermediario non ancora noto, o è stato ingegnerizzato in laboratorio di ricerca di Wuhan, sfuggendo accidentalmente? A 18 mesi dall’inizio dell’incubo Sars-CoV-2, non c’è ancora chiarezza sull’origine della pandemia. Ed è a causa, prima di tutto, degli scienziati.

Partiamo dalla fine: 6 giorni fa, il tabloid britannico Daily Mail ha rilanciato la notizia secondo cui uno studio dal titolo “Biovacc-19: A Candidate Vaccine for Covid-19 (SARS-CoV-2) Developed from Analysis of its General Method of Action for Infectivity” mostrerebbe evidenze incontrovertibili del virus creato artificialmente in laboratorio: il genoma del virus conterebbe chiare “impronte digitali”. Il virus non avrebbe, quindi, progenitori in natura. La notizia ha fatto il giro del mondo.

Vittorio Colizzi, tra i più importanti virologi del mondo per l’Hiv, conosce bene uno dei tre autori, Angus Dalgleish: “È uno scienziato che da giovane ha identificato la molecola Cd4 come recettore per l’Hiv insieme al virologo Robin Weiss” ha spiegato al Fatto. “Una scoperta fondamentale”, racconta. Oggi “Dalgleish è uno dei pochissimi scienziati inglesi pro-Brexit. Abbiamo collaborato con Luc Montagnier (Premio Nobel per la Medicina nel 2008 per la scoperta del virus Hiv, insieme a Françoise Barré-Sinoussi, ndr).” Oggi Dalgleish e Montagnier – prosegue Colizzi – hanno in comune la capacità di perseguire opinioni controverse non suffragate da evidenze riconosciute dalla comunità scientifica. Rispetto all’origine del Sars2, “Dalgleish ha rilasciato molte interviste dove spiega che il suo studio fornirebbe evidenza a favore della tesi della fuoriuscita del virus dal laboratorio di Wuhan – aggiunge – ma nello studio originale non c’è alcun riferimento diretto”.

Spillover o “artificio umano”: scienza divisa.

Come stanno realmente le cose rispetto alle due ipotesi tuttora sul tavolo, lo spiega il Bulletin of Atomic Scientists – think tank americano di riferimento mondiale per biosicurezza, bioterrorismo, armamenti nucleari e cambiamento climatico – in un articolo dello scorso 5 maggio, The Origin of Covid. La realtà è che non ci sono ancora “evidenze scientifiche dirette” né a favore della teoria dello spillover naturale, né rispetto a quella che sia sfuggito dall’Istituto di Virologia di Wuhan. Opacità dovuta alle iniziali dichiarazioni degli stessi scienziati, non suffragate da alcuna evidenza.

Nel dicembre 2019 scoppia la pandemia: le autorità cinesi riferiscono che molti casi si erano verificati nel mercato del pesce di Wuhan. Gli esperti di tutto il mondo fanno due più due: le epidemie di Sars1 del 2002 e Mers del 2012 avevano avuto origine proprio dal salto di specie dal pipistrello all’uomo. Da questo e dalla successiva decodifica del genoma del Sars2 si inizia a propendere per l’ipotesi di spillover naturale: Sars1, Mers e Sars2 appartengono tutti alla famiglia dei beta-coronavirus. L’ipotesi è che il passaggio all’uomo si fosse verificato nei wet market di Wuhan. Poi però si scoprono casi di infezione da Sars2 precedenti e senza legami con il famoso mercato del pesce di Wuhan. Aspetto che passa in secondo piano: da lì a breve ci si aspettava di trovare tantissime prove a sostegno dell’insorgenza naturale del virus. Il fatto che Wuhan fosse l’Istituto di virologia, un centro leader mondiale per la ricerca sui coronavirus, è stato completamente sottovalutato. Quando, secondo il Bulletin, “non si poteva escludere la possibilità che il virus fosse fuoriuscito dal laboratorio. Fin dall’inizio, prosegue, l’opinione pubblica mondiale è stata plasmata a favore dello scenario dell’emergenza naturale, da forti dichiarazioni di due gruppi scientifici”.

Il primo passaggio chiave a favore dell’ipotesi di insorgenza naturale è dovuto a una lettera di virologi uscita il 19 febbraio 2020 sulla rivista medica Lancet: “Ci uniamo per condannare le teorie di cospirazione che suggeriscono che Covid-19 non avrebbe un’origine naturale”. Gli autori concludono che Sars2 ha avuto origine nella fauna selvatica, in assenza, però, della dalla benché minima evidenza scientifica. Tra gli ideatori della lettera c’era Peter Daszak, presidente della Eco Health Alliance di New York (organizzazione che ha finanziato la ricerca sul coronavirus all’Istituto di virologia di Wuhan) e membro del team di scienziati che ha concluso per l’Oms l’ispezione in Cina. Ma se il Sars2 fosse sfuggito dalla ricerca da lui finanziata, Daszak sarebbe potenzialmente colpevole. Un conflitto di interessi che non viene mai dichiarato su Lancet.

Poi, è la volta della lettera lettera pubblicata il 17 marzo 2020 sulla rivista Nature Medicine da un altro gruppo di virologi, guidati da Kristian G. Andersen dello Scripps Research Institute. “Le nostre analisi mostrano chiaramente che Sars2 non è un virus manipolato di proposito”. Ma anche in questo caso, sottolinea il Bulletin, non ci sono evidenze scientifiche incontrovertibili. Sta di fatto che dopo questi due passaggi, la tesi della fuoriuscita dal laboratorio è diventata tabù.

Le accuse cina-usa: la spy-story continua.

Oggi il vento è cambiato. Anthony Fauci a fine maggio ha detto: “Non sono convinto dell’origine naturale del virus. Potrebbe essere stato qualcos’altro, e dobbiamo scoprirlo”. Joe Biden ha chiesto un’indagine seria e trasparente. E la stessa rivista Science, tra le più prestigiose al mondo, è più volte tornata sull’argomento, ribadendo che l’unica indagine ufficiale fin qui condotta, quella dell’Oms in Cina, non è stata trasparente né conclusiva. Lo stesso Tedros Adhanom Ghebreyesus ha ammesso che “anche se la squadra di esperti inviati in Cina ha concluso che una fuoriuscita da un laboratorio sia l’ipotesi meno probabile, questa richiede nuove indagini, potenzialmente con nuove missioni che includano esperti specializzati”.

“C’è una zona della sequenza del virus della proteina Spike particolarmente strana da spiegare con un semplice passaggio naturale”, ha dichiarato anche Guido Silvestri, infettivologo dell’Emory Vaccine Centre di Atlanta (Usa). “E noi sappiamo da fonti certe che all’Istituto di virologia di Wuhan si stava lavorando da anni all’elaborazione in vitro di varianti di virus artificiali”, ha aggiunto. Varianti “che avevano un’aumentata capacità di infettare cellule umane sia in vitro sia nei topi”. Eppure la Bat Lady, la virologa Shi Zhengli dell’Istituto di Wuhan, sono mesi che sostiene, pure su Science, che “contraddice totalmente i fatti chi dice che il virus sia sfuggito dall’Istituto di virologia ci deve le sue scuse. Gli oltre 2mila coronavirus dei pipistrelli da noi rilevati dal laboratorio, incluso quello simile al 96,2% del SarsCoV2, sono delle semplici sequenze genetiche estratte da campioni di feci degli animali”. La storia continua. E il mistero pure.

IlFQ

Erori di stumpa. - Marco Travaglio

 

Scandalo nazionale, onta indelebile, sdegno unanime. Cosa è accaduto? Il governo dei migliori che fa il condonetto fiscale? No, quello non fa notizia. Il ministro della Transizione Ecologica apre al nucleare e agli inceneritori? No, anzi, ci facciamo l’aerosol. L’ex Ilva continua ad avvelenare e ad ammazzare malgrado i sequestri e le sentenze giudiziarie neutralizzate da quattro governi dal 2011 al 2016? No, quelle son quisquilie. Il generalissimo Figliuolo banchetta in un locale chiuso e parlotta senza mascherina in barba alle leggi del suo governo? No, lui è lui e noi non siamo un cazzo. I politici vogliono tappar la bocca ai pochi mafiosi che ancora parlano? No, questo è garantismo. Abbiamo più morti per Covid oggi coi vaccini che un anno fa senza e tutti gridano al miracolo? Che sarà mai: effetti collaterali. No, lo scandalo mondiale è che un pirla del Comune di Roma addetto alle targhe stradali ha scritto su quella di Ciampi “Azelio” anziché “Azeglio”. Apriti cielo. Sapidi calembour sulle prime pagine di Corriere (“Azelio e la povera Itaglia”), Repubblica (“La farsa del Raggio magico”), Stampa (“Se a Roma Ciampi diventa ‘Azelio’”), Giornale (“Se ‘Virgigna’ scivola su ‘Azelio’”), Libero (“La Raggi non sa scrivere, Mattarella furioso”), Foglio (“Onore all’Azelio” e intervista al figlio di Ciampi: “A mio padre non sarebbe accaduto”). Il Tempo ci apre financo il giornale: “Poveraccio paga la gaffe Raggi”. Quindi è ufficiale: è la sindaca che, con 22 mila dipendenti, scalpella personalmente le targhe stradali a una a una. Del resto, se sono colpa sua pure i cinghiali a Formello, Vernazzola, Cremona, Firenze, Palermo ecc. e nessuno tira in ballo i sindaci locali, ma solo lei, ignorando che la competenza sugli animali selvatici è regionale (come quella sui siti di smaltimento rifiuti), deve rassegnarsi: qualunque evento anche fortuito o atmosferico sull’orbe terracqueo, se negativo è colpa sua e se positivo è merito di Draghi.

Per lei è un bel progresso: sembra ieri che era una tangentista matricolata, una “patata bollente” e una Messalina impenitente, con un piede in galera e l’altro nella fossa. Insomma, il livello della polemica si è di molto elevato. Resta da capire dove abbia letto che Ciampi si chiamava Azelio. Un’idea ce la fornisce un lettore, inviandoci il link del sito della Presidenza della Repubblica, in cui si legge che il 23 gennaio 1989 il presidente Cossiga “riceve in udienza il Dott. Carlo Azelio Ciampi, Governatore della Banca d’Italia”. Calcolando che da allora si sono succeduti quattro presidenti senza che nessuno correggesse il refuso, può avere inizio la caccia ai putribondi mandanti della scalpellatrice Virgigna: Scarfaro, Ciumpi, Napolitagno e Matarela. Forza ragazzi, giù botte.

IlFQ

Vaccini, da oggi campagna aperta a tutti. Ecco come ci si può prenotare Regione per Regione.

 

Al via la fase della campagna di vaccinazione di massa, forte di venti milioni di dosi che arriveranno questo mese. Somministrazioni anche in azienda.

I punti chiave


È una sorta di “fine corsa” per la vaccinazione sulla base delle fasce di età, un sistema in parte già superato da alcune regioni con gli Open Day destinati ai più giovani. Al via invece la fase della campagna di vaccinazione di massa, con vaccinazioni a tappeto che potranno contare su venti milioni di dosi in arrivo questo mese (per dare l’idea da fine dicembre a fine maggio sono state consegnate 33 milioni di dosi). Da giovedì 3 giugno, dunque, secondo le indicazioni contenute in una circolare del commissario per l’Emergenza coronavirus Figliuolo, si allarga la “platea vaccinale”: chiunque vorrà vaccinarsi potrà farlo. Saranno utilizzati tutti i punti di somministrazione possibili (allo stato attuale sono 2662), a cui si aggiungeranno sempre da giovedì i 212 punti di somministrazione in azienda.

Scatta il “liberi tutti” per le Regioni.

Per le regioni è una sorta di “liberi tutti”: i sistemi di prenotazione dovranno allinearsi a questa novità. Anche in questo caso, tuttavia, le amministrazioni si muovono on ordine sparso. Alcune daranno la priorità ai 12-15enni, come l'Emilia Romagna, la Sicilia apre alle prenotazioni degli over-16, la Lombardia punta sulla fascia 12-29. Figliuolo ha chiesto di raggiungere «la massima copertura possibile di tutta la popolazione studentesca» prima del ritorno sui banchi di scuola a settembre.

Friuli Venezia Giulia.

In settimana la regione aprirà la prenotazioni a tutte le fasce di età.

Alto Adige.

Dal 3 giugno le prenotazioni per le vaccinazioni saranno possibili anche per gli altoatesini dai 16 ai 18 anni.

Valle d’Aosta, Open Day AstraZeneca.

Il 2 giugno c’è stato l’Astra Open Day, a cui hanno potuto aderire tutti i cittadini di età superiore ai 18 anni.

In Lombardia prenotazioni per fascia 12-29.

Dalle ore 23 di mercoledì 2 giugno tutti i lombardi appartenenti alla fascia 12-29 potranno prenotare la propria vaccinazione. È quanto ha fatto sapere la vicepresidente della Regione Lombardia e assessore al Welfare, Letizia Moratti. «Potranno accedere al portale di Poste tutti coloro che hanno già compiuto i 12 anni - ha spiegato Moratti -. Come indicato da Aifa a questo target di popolazione sarà somministrato il vaccino Pfizer. L’inizio della possibilità di prenotarsi a partire dalle ore 23 è motivato dall’allargamento del target ai 12 anni e non ai 16 come precedentemente previsto».

Piemonte: aperte le prenotazioni per gli over 30.

Dal 2 giugno sono state aperte le prenotazioni per le persone con più di 30 anni (inclusi i nati nel 1991) e dal 3 giugno quelle per i giovani con più di 18 anni compiuti. Sono 100mila le vaccinazioni previste in azienda. Il Piemonte si muove per dare la priorità alle montagne. «In alta Valsesia, la prima vallata che ha aderito alla nostra campagna, sono già più di mille le persone vaccinate e nei giorni scorsi alle vette vercellesi si sono aggiunti molti altri territori impegnati nella vaccinazione delle varie fasce della popolazione», hanno messo in evidenza il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il vicepresidente e assessore alla Montagna Fabio Carosso e l'assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi. «Ora proseguiamo entrando nel vivo con un fitto calendario che ci permetterà, come da programma, di completare nella settimana del 14 giugno le vaccinazioni necessarie a rendere le nostre montagne un luogo sicuro per chi lo vive ogni giorno, ma anche per accogliere i tanti turisti che amano le vette piemontesi. Un grazie particolare alle Asl e ai nostri sindaci, che si sono già attivati per sensibilizzare i loro cittadini e ad aiutare coloro che ne avessero necessità ad aderire alla campagna sul portale regionale». La campagna del Piemonte “Montagne Covid free” rientra nel Piano vaccinale nazionale e richiama quanto previsto dalla circolare del 5 maggio 2021, trasmessa alla Conferenza delle Regioni da Figliuolo, sulle aree isolate e più difficilmente raggiungibili.

Liguria ferma per ora ai quarantenni.

Dal 31 maggio è partita la seconda chiamata volontaria per gli over 18 per il vaccino Astrazeneca e Johnson&Johnson promossa dalla Regione. Al momento la chiamata alle vaccinazioni è per i quarantenni.

Emilia Romagna, priorità ai teenager.

Dal 7 giugno in Emilia-Romagna aperture ravvicinate di prenotazioni del vaccino per fasce d’età, con priorità (dopo gli over 40) per i teen-ager. Il 7 e l’8 giugno si potranno infatti prenotare ragazzi tra 12 e 19 anni, prima ancora di over 30 e over 20. Una scelta precisa, ha spiegato la Regione, che va nella direzione di arrivare all’inizio dell’anno scolastico, a settembre 2021, con tutto il mondo della scuola vaccinato con prima e seconda dose, non solo insegnanti e collaboratori, ma anche quanti più ragazze e ragazzi possibili. Queste le altre date per lo scaglionamento di prenotazione per fasce d’età in regione: 9 e 10 giugno tocca ai 35-39enni; 11, 12 e 13 giugno spazio alla fascia 30-34; 14 e 15 giugno sono i giorni per chi ha tra i 25 e i 29 anni e infine dal 16 al 18 giugno si chiuderà con i 20-24enni. La vaccinazione dei ragazzi fragili tra i 12 e i 15 anni, che fino a ieri non potevano accedere a nessun vaccino, sarà invece gestita in maniera prioritaria e immediata dalle Asl già a partire da questi giorni, sottolinea la Regione, Asl che si faranno carico di chiamare direttamente questo target.

Lazio continua con gli Open Day AstraZeneca.

Dal 3 giugno il Lazio parte con la vaccinazione nelle aziende, e continua a organizzare “open day” per gli over 18 con AstraZeneca. Rimangono le convocazioni per età (si è arrivati fino al 1981, le prossime saranno per i nati dopo il 1982). Per gli over 12 la prenotazione sarà dal pediatra.

L’Abruzzo apre alla vaccinazione dei 16enni.

Dal 3 giugno tutti i cittadini che abbiano compiuto 16 anni potranno prenotarsi per il vaccino. La piattaforma sarà attiva dalle ore 14. Per la fascia di età tra i 12 e i 15 anni, invece, si attendono le indicazioni operative da parte della Struttura Commissariale.

Molise: dal 5 giugno la fascia 20-29.

Prenderanno il via il 3 giugno le adesioni alla campagna vaccinale per la fascia d’età 39-30 anni, mentre per quella che va dai 29 ai 20 le adesioni potranno essere inoltrate a partire da sabato 5 giugno.

Marche: già aperti slot dai 40 anni in su.

La regione ha aperto da vari giorni lo slot di prenotazione dai 40 anni in su (oltre alle altre fasce di età). Da domenica 30 maggio sono scattate le prenotazioni senza limiti di età (ma dai 16 anni in su) per persone con comorbidità. Dal 2 giugno e fino al 6 possono andare a vaccinarsi i maturandi, circa 14mila ragazzi, senza prenotazione, seguendo però l’ordine alfabetico.

Umbria, tocca ai cinquantenni.

Le pre adesioni sono state aperte a tutti fino ai 18 anni. Proseguono le vaccinazioni per le fasce d’età: tocca ai cinquantenni.

Toscana, il 7 giugno aprono le prenotazioni per chi ha 16 anni.

Già aperte le prenotazioni dei nati fino al 1983. La prenotazione per chi ha 16 anni compiuti ed è residente in inizierà il 7 giugno.

In Veneto dal 3 giugno liberi tutti, al via over 12.

«Dal 3 giugno via libera a tutti con l’apertura dell’agenda per le vaccinazione dai 12 ai 39 anni». Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia spiegando che saranno disponibili «700 mila prenotazioni, con agenda aperta fino al 4 agosto». Annunciato anche l’arrivo di 1.092.000 dosi entro la fine del mese,

Dal 3 giugno in Puglia prenotazioni aperte ad under 40.

La Regione Puglia darà attuazione alla circolare del commissario straordinario per l’emergenza Covid aprendo a tutte le fasce di età vaccinabili la prenotazione per il vaccino negli hub della Puglia a partire da giovedì 3 giugno. Quindi, da giovedì prossimo anche gli under 40 potranno prenotarsi. La fascia di popolazione compresa tra i 39 e i 16 anni età è pari a un milione di persone circa. Per non sovraccaricare i canali telematici e telefonici di prenotazione, le prenotazioni saranno sbloccate per fasce di età a scaglioni, il 3 giugno si inizierà con i nati dal 1982 al 1986; il 5 giugno toccherà ai pugliesi nati dal 1987 al 1991 e così via sino all’11 giugno quando potranno aderire alla campagna i nati dal 2002 al 2005. Le prenotazioni potranno avvenire tramite il sito www.lapugliativaccina.regione.puglia.it, i numero verde 800713931 (lunedì - sabato 8-20) o recandosi in farmacia.

Basilicata: priorità ancora ad anziani e fragili.

Dal 3 giugno la Regione recepirà le indicazioni del Commissario all’emergenza. La piattaforma - si è appreso dalla giunta regionale - sarà aperta ma in regione la priorità restano, per ora, le persone di età avanzate e fragili. In questi giorni si sta procedendo con gli ultrasessantenni e anche con coloro che hanno oltre 50 anni di età.

La Calabria apre ai 12enni.

Alle 16 del 3 giugno potranno accedere alla prenotazione tutte le persone a partire dai 12 anni di età, comprendendo anche i ventenni e gli over 30 che erano in attesa di essere inseriti.

La Sicilia apre a prenotazioni tra 16 e 39 anni.

Dal 3 giugno si aprono anche in Sicilia le prenotazioni per le vaccinazioni anti Covid per chi ha tra 16 e 39 anni. L’estensione della somministrazione del siero al nuovo target (che comprende oltre un milione e trecentomila persone) è stata autorizzata nell’ambito della campagna nazionale di immunizzazione. Verranno utilizzati i vaccini Pfizer e Moderna e, su base volontaria, anche Vaxzevria e Janssen (monodose).

Campania, dalle 22 del 2 giugno via ad adesioni dai 12 anni.

A partire dalle 22 del 2 giugno la piattaforma della Regione Campania apre per le adesioni alla campagna vaccinale ai cittadini dai 12 anni di età in su. Lo ha comunicato l’Unità di crisi regionale. Le relative convocazioni, nei prossimi giorni, sono ovviamente legate alla disponibilità dei vaccini e al progressivo completamento delle fasce di età per le quali la piattaforma era già aperta. Per la fascia di età 12-17 anni il vaccino che sarà somministrato è Pfizer. La Campania ha sperimentato con open day e progressive aperture vaccinali nelle settimane scorse - e negli ultimi giorni con i maturandi - l’ampliamento delle fasce interessate.

Sardegna: dal 4 giugno fascia 16-39 anni.

Da venerdì 4 giugno la platea dei soggetti vaccinabili nell’Isola si amplia con l’inclusione dei cittadini nella fascia d’età 16-39 anni: a partire dalle 12, tramite la piattaforma di Poste Italiane, saranno abilitati a prenotare la somministrazione delle dosi negli hub e nei centri vaccinali del territorio regionale.

ANSA

Zaki: legale, altri 45 giorni di custodia cautelare.

 

Nasrallah, questo l'esito dell'udienza di ieri.


La custodia cautelare in carcere in Egitto di Patrick Zaki è stata prolungata di 45 giorni. Lo ha riferito all'ANSA una sua legale, Hoda Nasrallah, annunciando l'esito dell'udienza svoltasi ieri e reso noto oggi dalla Procura egiziana. Altri "45 giorni, come ogni volta", si è limitata a dire al telefono l'avvocatessa rispondendo alla domanda su quale fosse l'esito dell'udienza di ieri.  "Rinnovata la detenzione preventiva per Patrick Zaki.

L'ennesimo rinnovo che non lascia spazio a dubbi: la sua detenzione è un accanimento giudiziario": lo scrive Amnesty Italia su Twitter.

ANSA

mercoledì 2 giugno 2021

Il pastorello del Papeete. - Marco Travaglio

 

Magari non è niente, ma siamo molto preoccupati per le condizioni psicofisiche del Cazzaro Verde che, da quando Giorgetti l’ha sedato, Draghi l’ha gabbato e la Meloni l’ha quasi sorpassato, dà segni evidenti di squilibrio. L’altro giorno intimava al governo di farla finita col blocco dei licenziamenti, come se il governo non ci avesse già pensato da solo. Poi ha detto che ora parla con Draghi per prorogare il blocco dei licenziamenti (pensando evidentemente al suo). E, in attesa che Draghi trovi del tempo libero, ha parlato con la Madonna (all’insaputa della medesima), andandola a trovare a Fatima, e ne ha subito spifferato le confidenze a Libero, ancor più autorevole dopo l’avvento di Sallusti. Titoli: “La Madonna mi ha detto che…”, “Salvini: ‘La Madonna ci vuole tutti più uniti’”. Dove “tutti” sono gli altri leader del centrodestra, in particolare alla Meloni che – gli ha detto sempre la Vergine – deve smetterla di fare opposizione e di insidiarlo nei sondaggi, sennò “il cuore immacolato di Maria” poi sanguina. Intanto (lui, non la Vergine) fa campagna per i referendum dei radicali per una giustizia giusta e garantista: lui che a qualunque arrestato (leghisti esclusi) augura di “marcire in galera” e quando fu catturato il sindaco pd Uggetti gli fece il gesto delle manette ai polsi (infatti s’è scusato Di Maio). In attesa che la Madonna di Fatima gli spieghi la differenza fra garantismo e giustizialismo, il pastorello del Papeete Beach s’indigna perché, dopo 25 anni di galera, Giovanni Brusca è uscito per aver collaborato con la giustizia: È una schifezza. Bisogna cambiare la legge. Uno che ha 100 omicidi sulle spalle, ha sciolto un bambino nell’acido e ha ucciso Falcone e la sua scorta è una bestia. Se c’è l’ergastolo e non lo dai a lui a chi lo dai?”. Ora, la legge che lui vorrebbe cambiare la ispirò Falcone, che lui vorrebbe difendere da una legge voluta da lui: prevede l’ergastolo senza sconti (ostativo) per i mafiosi che non parlano e con lo sconto per quelli che parlano. E il bello è che i radicali, suoi alleati nei referendum garantisti, vogliono abolirlo, l’ergastolo: ostativo e non. Ma si può trovare un buon compromesso: dentro i pentiti e fuori i non pentiti, che poi sono i mafiosi migliori perché non parlano. Così nessun mafioso parla più e non si rischia che qualcuno faccia il nome di qualche amico tuo.

Ps. Da qualche giorno riceviamo lezioni di garantismo dai “colleghi” di Repubblica, il giornale che il giorno dopo la sciagura della funivia aveva già deciso che i tre arrestati erano “La banda del forchettone” o “della forchetta”, salvo poi vederne scarcerare due su tre perché forse la banda non c’era. Se questi sono i garantisti, siamo fieri del nostro giustizialismo.

IlFQ

Lauree «inutili» e stipendi bassi? Ecco i titoli più richiesti entro il 2025. - Francesca Barbieri

Illustrazione di Andrea Marson/Il Sole 24 Ore

 









Nella classifica europea degli stipendi per i giovani neolaureati l’Italia è ancora una volta in fondo: sarà per questo che la fuga dei cervelli all’estero è aumentata del 42%? Quali sono i titoli di studio più richiesti e quelli che pagano di più?

In Germania guadagnano quasi il doppio e in Svizzera addirittura 2,5 volte in più. In Belgio e Olanda sono a +50%, in Francia a +25%, in Gran Bretagna a +16 per cento. Nella classifica europea degli stipendi per i giovani neolaureati l’Italia è ancora una volta nelle ultime posizioni: 28mila euro annui lordi rispetto agli oltre 32mila degli inglesi, ai 35mila dei francesi, ai 50mila dei tedeschi e ai quasi 80mila degli svizzeri. Sarà per questo che in otto anni - registra la Corte dei conti - c’è stato un aumento del 41,8% dei trasferimenti per lavoro?

Barriere all’ingresso e lauree deboli.

Un fenomeno - sottolinea l’analisi della Corte dei conti - riconducibile sia alle persistenti difficoltà di entrata nel mercato del lavoro sia al fatto che il possesso della laurea non offre, come invece avviene in area Ocse, possibilità d’impiego maggiori rispetto a quelle di chi ha un livello di istruzione inferiore (solo il 68% dei laureati italiani ha un lavoro contro la media Ocse del’'85%). In generale nel nostro paese il tasso di occupazione dei giovani è di molto inferiore alla media europea (16,8% tra gli under 25, quasi la metà rispetto al 32,1% dell’area euro) ed è alto il numero di Neet, oltre 3 milioni di under 35 che non studiano e non lavorano.E così in tanti, soprattutto tra i laureati, cercano fortuna all’estero.«Il “paradosso italiano” – commenta Federica Meluzzi, dottoranda in economia all’Istituto Politecnico di Parigi – è che il rendimento del titolo universitario risulti basso nonostante l’offerta di lavoro molto qualificato sia tra le più scarse tra i paesi Ocse, come dimostrano le statistiche sul numero dei laureati. L’incapacità del sistema di assorbire e valorizzare le competenze acquisite durante gli studi universitari è sintomatica di problemi strutturali della nostra economia: da un lato, una struttura produttiva concentrata in settori a basso valore aggiunto, dall’altro una classe imprenditoriale poco qualificata, se si pensa che il 38% dei titolari delle micro e piccole imprese ha la licenza media e solo il 15% ha una laurea».

Le competenze chiamano competenze.

“Skills beget skills” (le competenze chiamano competenze): «Le imprese guidate da un imprenditore o da un manager laureato - sottolinea Meluzzi - dimostrano una maggiore propensione all’assunzione di personale altamente qualificato, innovano di più e sono più produttive. Ed è questo equilibrio low-skill che è fondamentale rompere per creare opportunità e migliori condizioni per la forza lavoro più qualificata e al tempo stesso rilanciare la produttività».

Spiragli per il futuro.

Secondo un’elaborazione della società di consulenza Mercer si registra però un leggero trend di crescita almeno nelle buste paga: il salario iniziale dei neolaureati nel 2016 era 26.500 euro quindi in 5 anni è cresciuto del 6% circa (nel 2020 è di 28.000 euro), ma non per tutti. «Si sono abbassati da 27mila euro a 26mila euro i livelli d’ingresso per la laurea triennale - evidenziano da Mercer -, per la magistrale si è passati da 28mila a 28.459 euro, e per i master da 28mila a 31.500 euro». E il tasso di disoccupazione giovanile è in leggero calo (-0,2%) ad aprile 2021 attestandosi al 33,7%. «Osservando l’andamento dei dati nel nostro storico - dichiara Mariagrazia Galliani, responsabile Mobility&Data di Mercer Italia - possiamo notare che la tendenza in Italia è di riconoscere maggiormente il ruolo dei giovani che si affacciano nel mondo del lavoro, mettendo a disposizione politiche di total reward che non solo puntino a elementi tangibili, ma che siano anche collegate a elementi di natura valoriale e che generino un senso di orgoglio e appartenenza rispetto al brand».

LAUREATI IN INGRESSO SUL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO PER INDIRIZZO.

Valori medi annui, 2021-2025 (*Comprende scienze motorie. Fonte: Unioncamere - Anpal).


Superare il gap di formazione: il caso Generali.

La compagnia assicurativa Generali, ad esempio, ha condotto un’iniziativa di skill assessment globale durante il 2020 per comprendere l’effettiva preparazione dei propri dipendenti rispetto ad alcune skill fondamentali, definendo priorità e target per poi assegnare obiettivi di formazione per superare il gap tra bisogni e competenze effettive. L’iniziativa ha consentito a Generali Group di misurare oltre 45.000 livelli di professionalità nel mondo e ha potuto generare un enorme quantità di dati per meglio indirizzare i progetti formativi. Inoltre ha consentito di risparmiare il 30% del tempo che veniva prima utilizzato per training non efficaci, come per esempio corsi di formazione rivolti a lavoratori già con competenze in quell'ambito.

Il ”treno” Recovery fund.

Del resto, la formazione (non solo per i giovani) diventa la leva strategica per rilanciare il lavoro nei prossimi anni: le possibilità arrivano dal tesoretto di 30 miliardi previsti dal Pnrr al capitolo Education. Formazione chiave di volta per ripartire anche per il Governatore della Banca d’Italia Iganzio Fazio: «In Italia oltre 3 milioni di giovani tra i 15 e 34 anni non sono occupati, né impegnati nel percorso di istruzione o inattività formative - ha detto nelle considerazioni finali di lunedì 31 maggio - si tratta di quasi un quarto del totale, la quota più elevata tra i paesi dell’Unione europea. Se ne deve tener conto nel ridefinire le priorità per lo sviluppo economico e sociale e nel dirigere l’impegno verso la costruzione di un’economia davvero basata sulla conoscenza, il principale strumento a disposizione di un paese avanzato per consolidare e accrescere i livelli di benessere».

Quali lauree offrono più lavoro?

Allargando l’orizzonte al 2025 le previsioni di Unioncamere e Anpal evidenziano - nell’arco di 5 anni - una richiesta di 1,2 milioni di laureati da parte delle aziende italiane: per il 61-62% da inserire nel settore privato (dipendenti e indipendenti) e per il 38-39% in quello pubblico.

Economia, sanità e ingegneria al top.

In valore assoluto la richiesta riguarderà soprattutto dottori in economia o statistica, con una domanda compresa tra 36mila e 40mila unità l’anno (di cui 35.000-38.500 dell'indirizzo economico e oltre 1.300 di quello statistico). Seguono i laureati dell’area giuridico e politico-sociale, per cui si prevede una richiesta di oltre 39mila unità all’anno (di cui 23.100 per giurisprudenza e 16.300 per l’indirizzo politico-sociale). E poi spicca l’indirizzo medico-sanitario, dove serviranno tra 33-35mila laureati in media annua, ma anche le specializzazioni di ingegneria, con una domanda compresa tra 31-35mila unità, insegnamento e formazione (comprese scienze motorie) per cui si stima che saranno necessari circa 25mila laureati l’anno.

Skill mismatch.

Ma a fronte di 1,2 milioni di richieste delle aziende, sul mercato del lavoro faranno il proprio debutto 966mila laureati. Tra i più numerosi quelli ad indirizzo economico (oltre 30mila unità nella media dei cinque anni), poi gli ingegneri (circa 24mila all’anno), medici-sanitari e paramedici (circa 23mila unità annue) e laureati dell’indirizzo politico-sociale (20mila all’anno). Tra gli indirizzi di ingegneria - evidenzia lo studio Anpal / Unioncamere - quello ampiamente prevalente è ingegneria industriale (11mila laureati all’anno). Dove si concentra il gap maggiore? «Medico-sanitario, scientifico-matematico-fisico, ingegneria e architettura» si legge nel report sono gli indirizzi dove la richiesta supera la disponibilità di candidati con le competenze adeguate. Per il settore medico-sanitario - per il quale si stima una carenza di offerta di 11-13mila laureati all’anno - il mismatch è evidentemente «il riflesso della crescente domanda di competenze sanitarie e di assistenza connesse all’invecchiamento della popolazione e all’adeguamento dei sistemi sanitari post-pandemia - evidenziano da Unioncamere -, anche in un’ottica di maggiore prevenzione e presidio territoriale».

Profili introvabili.

La forte richiesta di competenze nell’indirizzo scientifico-matematico-fisico (che comprende l’informatica), per il quale saranno richiesti oltre 8mila laureati all’anno, a fronte di un’offerta di 5mila unità in ingresso nel mercato, è la conseguenza dell’accelerazione dei processi di digitalizzazione e di automazione indotti anche dalla pandemia. «Con buona probabilità - si legge nello studio - ciò influisce positivamente anche sui fabbisogni di laureati in ingegneria, per i quali tuttavia si riscontrano differenze rilevanti a seconda dei singoli indirizzi di ingegneria esaminati.Per architettura la domanda (compresa tra 13.000-13.400 laureati all’anno, con un'offerta di 6.200 neolaureati) appare legata soprattutto alla componente dei lavoratori indipendenti». Per alcuni indirizzi si delinea invece un tendenziale eccesso di offerta: linguistico, chimico-farmaceutico, geo-biologico, agro-alimentare. Per questi ultimi si ripropone quindi il fondamentale tema dell’orientamento e dei relativi servizi di supporto, tra cui una corretta informazione sugli effettivi sbocchi lavorativi che possono essere ragionevolmente previsti al momento di scegliere il corso di studi da intraprendere.

I 5 settori che pagano di più i giovani.

Secondo Page group - società specializzata in indagini retributive - sono 5 i settori offrono migliori stipendi d’ingresso per i giovani: information tecnolonogy, engineering, healthcare, finanza e tax & legal. «In ambito It - spiegano da Page Group - un data scientist può arrivare a 40mila euro annui, software e web developer a 35mila euro, mentre in ambito finanziario un jounior financial controller può partire da 27mila euro e un junion internal auditor da 25mila». Nel campo Engineer gli stipendi migliori per i giovani - secondo Page group - riguardano gli ingegneri di progetto (40mila euro) e gli application engineer (30mila euro). Nell’healtcare un clinical project manager può arrivare a 35mila euro l’anno e un esperto sul controllo qualità parte da 27mila euro. Nel Tax&legal infine un avvocato neoabilitato parte da 25mila euro lordi anni e un tax specialist da 30mila. «Al netto dei ruoli che richiedono un percorso di studi specifico, nella ricerca dei candidati è in costante crescita l'importanza delle soft skill e delle attitudini caratteriali come l'intelligenza emotiva - conclude Pamela Bonavita, Senior Executive Director, della società di consulenza Hr PageGroup - che consente di adattarsi a contesti mutevoli e alla complessità moderna.Non esistono lauree “sbagliate” o ”inutili”: la regola d’ora per i giovani che si trovano a dover scegliere la propria facoltà universitaria è di optate per i percorsi che più li appassionano e gratificano, senza dimenticare di sviluppare le competenze digitali e le soft skill, tutto ingredienti fondamentali per una carriera di successo».

IlSole24Ore