lunedì 17 aprile 2023

Ubriachi di cazzate con la guerra sotto casa. - Gioacchino Musumeci - L'opinione contro

 

Così dopo aver ignorato migranti in mare e averne minimizzato la morte, obbligando la Ue a intervenire seccamente, la Meloni, riconfigurata in modalità umana, si fa fotografare in un tenero abbraccio profuso a coloro contro cui ha nutrito nei beoti il germe della discriminazione.
Non mi frega niente della mossa mediatica in cui l'assurda premier stride come ghisa di rotaie alla frenata di un convoglio. E' più significativo che mentre una pataccara sfacciata ridisegna il proprio look a uso e consumo di scostumati quanto consunti cervelli, sfilano M 109 in una processione oscena dalla stazione di Udine verso l'Ucraina.
Solo poco tempo fa mancava il coraggio di mostrare tanta spregiudicatezza nella gestione dello scenario ucraino. Ma le cose cambiano, l'inerzia popolare suggerisce che si può e si deve osare di più nella certezza che non si vedrà alcuna reazione sostanziale. I governi l'hanno sempre saputo: l'Italia “unita” - che triste barzelletta!- è degli stolti, oppure degli infermi o di accidiosi. E se non è di questi è degli analfabeti funzionali, a milioni riversati sui social per pubblicare nella più imbecille incoscienza il negazionismo spudorato del militarismo sempre più pesante che ammorba l'aria, e i TG ormai ci sbattono in faccia.
Deragliati dal perimetro costituzionale ignorato e sbeffeggiato dai più, il governo ci traghetta, nel continuum orgoglioso del bellicismo draghiano, alle soglie di un conflitto che comporterà gioco forza l'invio di truppe terrestri. Si sa fin dall' inizio della guerra, l'Ucraina non possiede risorse umane ma tonnellate di armi su cui, secondo l'ennesimo servizio bomba del Pulitzer Seymour Hersh, il presidente Zelensky e corrottissimi a lui vicini, fanno la cresta per migliaia e migliaia di dollari.
Con tutto il rispetto l'Ucraina avrebbe meritato di meglio come d'altra parte l'Italia che non solo si presenta con una caricaturale colonella a capo del governo, ma è carente di italiani che si diano un significato oltre le stupidaggini a cui rispondono sorprendentemente bene.
Capaci di scendere in piazza autonomamente contro il green pass, non sanno difendere pensioni, stipendi, scuole, sanità e futuro di figli più maturi dei genitori. Ragazzi bastonati spesso e volentieri perché capaci di protestare pubblicamente. E gli adulti responsabili? Ammutoliti perfino dopo una processione di carri armati alla luce del sole.
Il nostro paese sonnambulo è guidato da un plotone di allucinati militaristi, i fascisti di ieri riciclati ancora al comando. E che accade di nuovo sotto il sole? Si inneggia alla guerra contro i russi con veemenza molto familiare. Alcune cose cambiano, altre non cambiano mai.
Ma al popolino di sorprendenti immemori basta sapere che l'unico contrario a questo orrore si chiama Giuseppe Conte. I manipolati sostengono o negano la guerra sotto casa, è vero, ma assai tapini i sostenitori dell'ex premier, partiti d'opposizione compresi. A ben vedere iniziative 0 spaccato.
Tanto basta da una parte per negare la realtà fino a farsi piacere la prospettiva di un conflitto su larga scala, e dall'altra accettarne passivamente il suo marciare ostinato e apparentemente inarrestabile. La sensazione di impotenza è palpabile, da soli non si risolve niente. Però si sappia: vengono così le guerre, per l'inerzia di chi poi dovrà parteciparvi volente o nolente.
Certo, avrei potuto nascere in un momento storico più positivo e nonostante tutto sono sempre stato molto ottimista ma non potevo prevedere l'oggi, il più sconcertante che potessi immaginare. Dopo aver studiato lingue morte al liceo, chimica e fisica all'università non potevo prevedere che se delle lingue resta sempre qualcosa, è degli italiani intelligenti che probabilmente resterà poco o niente oltre quello che i posteri vedranno nei musei.

Gioacchino Musumeci 

https://www.facebook.com/photo/?fbid=917953336207607&set=a.104436357559313

domenica 16 aprile 2023

Imbastardimento


Siamo nelle mani di gente che approda in parlamento senza avere una preparazione adeguata e che lo fa solo per assicurarsi un'esistenza agiata per sè e per i suoi eredi, assicurandosi, inoltre, incarichi importanti in aziende di prestigio, conservando, al contempo, la carica di parlamentare.

In uno Stato ove vige la democrazia e un articolo della costituzione recita cosi':
- "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinioni politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali."
Come avrete potuto notare nell'articolo sono stati aggiunti riferimenti a commi di altri articoli, probabilmente per addolcire il significato dell'articolo stesso, ciò non giustifica le differenze sociali ed economiche che i nostri aguzzini hanno creato tra noi e loro.
Basti pensare alla mala-sanità nazionale e già vien voglia di prenderli a calci là dove la schiena perde il suo bel nome.
Loro son bravi a prelevare mensilmente dai nostri stipendi e dalle nostre pensioni cifre esorbitanti alle quali dobbiamo aggiungere tutte le imposte extra da pagare, quali revisioni auto, bollo auto, canone rai, assicurazione auto, ztl, acqua, luce, gas, telefono, etc, per cui è lecito domandarsi: ma perché pago tutto ciò se poi ho bisogni di una visita che riguarda la salute debbo aspettare un anno, oppure pagare per farla subito?
Questa non è giustizia. Questo è caos, lo stesso caos che i padri costituendi volevano evitare quando crearono e approvarono il progetto generale riguardante "diritti e doveri dei cittadini".

cetta

venerdì 14 aprile 2023

Isola delle femmine tra storia e leggende. - Mariafrancesca

Foto: 1 Immagini gratis di Sicilia Isola Delle Femmine - pixabay

La fondazione del Comune di Isola delle Femmine risale al 1854. In quell’anno la borgata di pescatori che viveva nei pressi della Tonnara appartenente al Comune di Capaci divenne un Comune indipendente.

La città prende il nome dall'omonimo isolotto. Riguardo al toponimo (cioè al nome del luogo), ed in particolare all'espressione delle Femmine, vi sono diverse ipotesi e leggende. Secondo una nota ipotesi sull’ isolotto vi era un carcere femminile. Tale ipotesi era giustificata dalla presenza di un edificio che si erge sull’isolotto. Dai reperti storico-archeologici è emerso the tale edificio non è mai stato né una prigione, né un castello, bensì una torre difensiva. In epoca romana Plinio il Giovane in una lettera a Traiano racconta che sull'isolotto risiedevano bellissime fanciulle che si offrivano in premio al vincitore della battaglia.

Secondo un’altra leggenda vicino all’'isolotto dimorano alcune sirene, poiché il rumore di una fortissima corrente marina proveniente da Nord–Ovest ricorda i sibili di queste mitologiche creature. Infine, la leggenda più famosa racconta di 13 donne ottomane, che dopo aver commesso gravi colpe, furono abbandonate dai propri mariti su una barca (senza marinaio) e lasciate alla deriva. La corrente marina le trasportò sull'isolotto dove vissero felici per poco meno di un decennio. Tuttavia i mariti, pentiti del loro gesto, le cercarono e le ritrovarono dopo 7 anni. Fecero pace e inizialmente rimasero sull’isolotto. Successivamente si spostarono sulla terraferma dove in onore della pace fatta fondarono il Comune di Capaci (per la pace).

Secondo un’altra ipotesi toponomastica l’espressione delle Femmine è la storpiatura, l’italianizzazione del nome del governatore bizantino Eufemio, che cercò di rendere autonomi i siciliani dal governo di Costantinopoli. Infine un'altra ipotesi è che il toponimo abbia avuto origine dalla parola araba fim, che significa imboccatura, alludendo all’imboccatura esistente tra la costa e l'isolotto. Gli archeologi hanno rilevato la presenza umana fin dal Neolitico. Tuttavia i reperti archeologici (sia terreni che subacquei) più rilevanti riguardano l'età punico-romana. Fin dai tempi più antica la principale attività di sussistenza della popolazione locale è sempre stata la pesca. Infatti negli anni ‘80 è stata attestata sull'isolotto la presenza di vasche, appartenenti ad un stabilimento per la lavorazione del pesce e dove gli antichi romani preparavano il garum, una gustosa salsina di pesce.

Nel XII secolo i pescatori fondarono un borgo marinaro avente una tonnara, vicino alla quale sorse una chiesa, destinata al culto di questi ultimi. Il Re Guglielmo II donò tale tonnara al vescovo di Monreale, e successivamente divenne proprietà e sede della famiglia Bologna. Oggi è la sede municipale. Ad Isola vi sono due torri di avvistamento: la Torre di dentro, e la Torre di fuori. La torre di dentro, situata sulla terraferma, ha una pianta circolare e risale al 1388. Essa probabilmente è stata edificata preesistente. Infatti da alcuni documenti storici è emerso che nel 1176 vi era una torre, chiamata Tonnarella monta a leva, destinata alla difesa della tonnara situata nel golfo di Capaci. Tale torre venne donata dal re Guglielmo II alla chiesa di Monreale. L’odierna torre in terra avente una pianta circolare è stata edificata in tufo ed è dotata di due piani, raggiungibili attraverso una scala. Al piano di sotto vi trovava una cisterna che raccoglieva l'acqua piovana, il piano superiore venivano utilizzato come deposito per le armi. La torre sull'isolotto, detta torre di fuori, è stata i edificata nel ‘600 dall'architetto Camillani, che divenne famoso per aver realizzato la fontana di piazza Pretoria a Palermo. Cosi come la terra di dentro, anche la terra di fuori fu realizzata in tufo e su 2 piani, ma essa ha una pianta quadrata.

Di tale torre oggi rimane solo un rudere. Infatti dai raccanti e dalle fotografie degli abitanti locali è emerso che nel ’43 tale torre fu utilizzata come bersaglio durante gli allentamenti militari dagli alleati. La torre fu bombardata sia dai cannoni, che i soldati azionavano sulla terra, sia dagli aerei militari. Quando venne fondato il comune di Isola, la popolazione nativa era di circa 1000 abitanti. Dopo la sua fondazione ci fu un incremento demografico. Tuttavia, agli inizi del Novecento molti isolani emigrarono in America a bordo di alcune barche dette Capaciote, e fondarono un nuovo borgo nei pressi di San Francisco. La popolazione riprese a crescere dal 1965, quando i palermitani presero l'abitudine di trasferirsi ad Isola per le vacanze estive.

Agli inizi negli anni Sessanta i palermitani presero l'abitudine di trasferirsi ad Isola per le vacanze estive. Inoltre, ancor prima della seconda guerra mondiale le famiglie avevano l'abitudine di fare dei pic-nic domenicali sull'isolotto e di saliere sul terrazzo nella torre di fuori per danzare. Tale isolotto si trova a circa 800 metri di distanza dalla terra ferma. Esso è un’attrazione presenta un’elegante forma più o meno ovale a causa delle attività erosive dell’acqua e del vento. Su tale isolotto i pastori in età moderna portavano le loro pecore a pascolare. Secondo la popolazione locale esse producevano dell’ottimo latte da cui si produceva una squisita ricotta. Per tutelare, proteggere e valorizzare il patrimonio paesaggistico di tale città.

Nel 1997 fu istituita dalla Regione Siciliana la riserva naturale orientata di Isola delle Femmine gestita dalla LIPU; nel 2003 il ministero dell’ambiente istituisce l'area marina protetta di Capo Gallo-Isola delle Femmine. Oltre alla valorizzazione ed alla tutela del patrimonio paesaggistico e delle specie di animali presenti sul territorio, lo scopo di tali istituti è anche promuovere il territorio dal punto di vista economico e le attività di ricerca scientifica.  

https://www.palermotoday.it/social/segnalazioni/isola-delle-femmine-storia-leggende.html?fbclid=IwAR1iHd-wD41je6GYnVg77Tf2mDYPYARiETxlsmVoA9GCRkzxGO-zDWjxjLw

Vitalizi, li incassano tutti: pure condannati o eletti per 1 giorno - Lorenzo Giarelli e Ilaria Proietti

 I casi più assurdi.

Pivetti fa 60 anni ed entra tra i beneficiari: con lei, anche chi non ha mai messo piede in Aula
DI L. GIAR. E ILA. PRO.
Non vedeva l’ora e infine è giunto anche il suo momento.
Irene Pivetti a processo per evasione e autoriciclaggio nell’inchiesta sulla compravendita delle Ferrari,
può tirare un sospiro di sollievo. Non sarà finalmente più costretta a vivere con i mille euro che gli frutta lavorare per una mensa sociale: è scatta l’ora X meglio, l’età minima, per ricevere finalmente pure lei il vitalizio della Camera.
Minacciato dal taglio contro cui aveva anzitempo tuonato nel 2018: “Il taglio è una questione da morti di fame: il tema vero non sono i quattro spicci che si risparmiano, ma a cosa serve la politica.
Quanto a me,
sarei addirittura disponibile a rinunciare all’assegno della Camera. Ma a una condizione: che mi si restituiscano cash i contributi che ho versato”.
E invece non dovrà fare neppure il gesto perché l’assegno le spetta, basta che conservi la fedina penale pulita dato che a Montecitorio i condannati non hanno diritto all’assegno, mica come al Senato.
Che ha ridato tutto a tutti, compreso a Antonio D’Alì che continua a vedersi accreditare in banca ogni mese la bellezza di 9 mila euro con buona pace della sentenza per concorso esterno in associazione mafiosa che l’ha portato direttamente in carcere.
O il Celeste Roberto Formigoni che riceve 7 mila euro (sempre lordi) al comodo di casa sua dopo i servizi sociali e una breve “penitenza” in carcere per la condanna a 5 anni e 10 mesi per corruzione.
Ma anche alla Camera in altri tempi non si son fatti mancare nulla.
A volte è bestato un giorno di lavoro per guadagnarsi 2.000 euro al mese a vita. Se oggi infatti ci vogliono almeno 4 anni e 6 mesi per maturare il vitalizio, nella Prima Repubblica si poteva staccare il dividendo anche solo con un mezzo pomeriggio a Montecitorio o Palazzo Madama.
O senza esserci mai stato, come nel caso di Piero Craveri. Storico torinese, consigliere regionale
in Campania per volere di Marco Pannella, il 9 luglio 1987 entra in Senato coi Radicali e dopo poche ore consegna le dimissioni: “Non ho mai messo piede in Parlamento – il suo sfogo anni fa alla Zanzara – ma prendo il vitalizio e non mi vergogno.
Ho sempre fatto politica”.
Quell’assolata proclamazione estiva gli frutta 2.159 euro al mese (poi ridotti e poi nuovamente aumentati, a causa del continuo balletto di sentenze a Palazzo Madama). “Pannella mi chiese di dimettermi e mi dimisi – è ancora la versione di Craveri – Poi è arrivata una lettera a casa in cui mi chiedevano se volevo versare i contributi come i senatori in carica. Li versai e mi è arrivato il vitalizio”.
Un caso simile è quello di Angelo Pezzana, anch’egli Radicale. Deputato per una settimana a cavallo di San Valentino 1979, Pezzana si dimette “per motivi personali” che gli “impediscono di lasciare Torino” per Roma. Pazienza: la Camera apprezza e dal 2000 (al compimento dei 60 anni) assicura un assegno che – al valore attuale – sarebbe pari a 3.100 euro, poi ridotto a 1.200 col ricalcolo voluto da Roberto Fico cinque anni fa.
Nell’almanacco delle bizzarrie del vitalizio c’è poi un volto pop.
Si tratta di Gerry Scotti, popolare conduttore Mediaset: nel 1987 entra alla Camera col Partito Socialista e per un anno partecipa attivamente ai lavori parlamentari, prima di accorgersi che le sue proposte restano “tutte inascoltate, lettera morta”.
La vocazione svanisce, Scotti si eclissa e torna allo spettacolo, pur restando in carica fino al 1992.
In quell’anno la Camera fa i conti e si accorge che a Scotti spetta l’equivalente di 1.400 euro al mese, cifra a cui il conduttore prova a rinunciare scrivendo a Montecitorio e poi, negli anni, anche all’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Nulla da fare, il vitalizio è per sempre e l’unica cosa che può fare Scotti è promettere di devolvere il denaro in beneficenza.

Aridateci Aigor. - Marco Travaglio

 

Allegria! Nasce una Commissione parlamentare per indagare sulla gestione del Covid da parte dei governi Conte e Draghi (e non delle Regioni, competenti in sanità): cioè sul lockdown, le zone rosse, arancioni e gialle, gli acquisti di mascherine, i vaccini, perfino i banchi “a rotelle”.
Insomma su tutte le benemerite iniziative, poi copiate dai migliori governi d’Europa, che hanno arginato la pandemia e salvato decine di migliaia di vite.
Nelle vere democrazie le commissioni d’inchiesta le crea l’opposizione per controllare chi detiene il potere, non chi detiene il potere per ricattare l’opposizione. Perciò M5S e Pd protestano. Ma al loro posto ci limiteremmo a disertare le sedute e a goderci lo spettacolo dei segugi destronzi che indagano da soli. Uno spettacolo che, visti i precedenti, si annuncia imperdibile.
In Italia le commissioni parlamentari non scoprono mai nulla più dell’acqua calda, riuscendo semmai a incasinare il poco che ha accertato la magistratura. E colpiscono pure come boomerang chi le architetta.
La più recente è quella sulle banche, voluta da Renzi nel 2017 contro i 5Stelle, Lega e FdI che osavano denunciare i conflitti d’interessi del suo Pd nei crac bancari. Partito per suonarle agli oppositori, il poveretto finì suonato dallo scandalo della sua soffiata sul dl Banche Popolari a De Benedetti, che ci speculò in Borsa. Si scoprì pure che la Boschi aveva fatto il giro delle sette banche, più Consob e Bankitalia, per raccomandare l’Etruria tanto cara al babbo.
Il meglio però lo diedero i berluscones con due capolavori della commedia all’italiana: le commissioni Telekom Serbia e Mitrokhin. La prima, presieduta dall’avvocato di Dell’Utri, Enzo Trantino, nasce nel 2003 per indagare sull’acquisto nel 1997 del 29% della compagnia telefonica serba da Stet-Telecom Italia: 900 miliardi di lire al governo di Milosevic, già sotto embargo e poi catturato e condannato all’Aja. Per nascondere le tangenti (vere) pagate da Previti ai giudici romani per comprare le sentenze Mondadori e Imi-Sir, salta fuori un “supertestimone” delle tangenti (false) intascate da Prodi, Fassino e Dini sui conti cifrati “Mortadella”, “Cicogna” e “Ranocchio”. Il portentoso teste, tal Igor Marini, si presenta come “conte polacco”, giura di aver trattato personalmente l’acquisto di Telekom, ma afferma di aver dimenticato le carte in Svizzera. La commissione gli crede sulla parola e parte con lui per Lugano. Ma si scorda di avvertire gli svizzeri, che arrestano i nostri eroi. I parlamentari vengono poi rilasciati. Marini lo trattengono in galera, essendo ricercato per aver truffato alcuni alberghi: mangiava, beveva e dormiva, ma non pagava il conto come un altro conte, il Mascetti di Amici miei.
Appena sentono il suo nome, i giudici di Torino chiedono la sua estradizione: lo cercavano da mesi per una truffa su titoli indonesiani. I pm, diversamente dalla Commissione, indagano su di lui e scoprono che vive in un tugurio nel Bresciano e fa il facchino al mercato ortofrutticolo: l’attività tipica degli intermediari da Stato a Stato. La seconda moglie racconta in lacrime che Igor ha truffato anche lei: non era conte né polacco, si spacciava per numero 2 dello Ior e amico del Papa. La prima moglie, la soubrette Isabel Russinova, dichiara ai pm: “Igor ha preso in giro anche me. Mi sono vergognata per anni, ma ora che ha truffato l’intero Parlamento mi sento meno sola”. Dei conti Cicogna, Mortadella e Ranocchio e della maxi-tangente da 450 miliardi non si troverà traccia. Marini sarà condannato a dieci anni per calunnia. E si scoprirà che l’unico a prendere soldi provenienti dall’affare Telekom Serbia è stato un membro della Commissione Telekom Serbia: Italo Bocchino di An.
Il degno pendant del conte Aigor è Mario Scaramella da Napoli, “superconsulente” della commissione Mitrokhin, che indaga sugli infiltrati del fu Kgb in Italia sotto la presidenza di Paolo Guzzanti, padre d’arte. Una vita di espedienti, trascorsa a millantare credito e fondare inesistenti centri studi e organizzazioni internazionali antiatomiche formate da lui e dalla fidanzata, nonché a spacciarsi per “giudice antimafia”: un cazzaro legato al Sismi e alla Cia. La Commissione gli crede ciecamente e lo manda in giro per l’Europa a torchiare vecchie spie russe in andropausa. Quelle gli raccontano le porcate di Putin, ma lui è più interessato a Prodi, di cui purtroppo nessuno sa nulla, a parte una spia che ha sentito dire da un’altra (morta) che un’altra (morta) aveva saputo da un’altra che Prodi piaciucchiava al Kgb. Quindi Prodi agente sovietico, forse coinvolto nel caso Moro. “Una bomba termonucleare!”, esclama Guzzanti al telefono con Scaramella, “lo dico subito al Capo”. Cioè a B.. Ma neanche lui lo prende sul serio. Scaramella continua a molestare gente nei bar di Londra, mostrando foto di Prodi e persino di Diliberto e Pecoraro Scanio (anche loro del Kgb, malgrado l’età). Nei suoi rapporti cifrati, Pecoraro è ‘Pecorosky’ e ‘Culattosky’. Una delle spie molestate prega Guzzanti di riprendersi lo stalker: “Your friend is a mental case”. Mario sostiene di essere stato avvelenato a Londra col polonio insieme all’ex agente Litvinenko: “Mi han dato una dose dieci volte superiore a quella mortale”. Solo che Litvinenko muore, mentre Scaramella resuscita e torna in Italia. Lo arrestano appena scende dall’aereo e lo condannano per armi e calunnie. Ora sia lui sia Marini sono fuori. Pronti per la Commissione Covid.

mercoledì 12 aprile 2023

Risparmio in bolletta con le batterie a base di sabbia. - Elisabetta Coni

Photo by: Como una Reina – Pixabay

 Al via la sperimentazione di una tecnologia tutta italiana, partendo dalle aziende per poi spostarsi sulle abitazioni: si parte da Salerno con le batterie a base di sabbia utile per edifici energivori. 

Si sa che la crisi energetica con relativo aumento dei prezzi del gas hanno dato la spinta per il progresso di energie rinnovabili alternative al gas. Del resto è proprio il settore industriale ad essere stato pesantemente compromesso dai salassi delle bollette energetiche, essendo le aziende molto energivore. Quindi, cercare fonti di energia meno costosa e che sia sostenibile è diventata una sorta di priorità.

Ma il maggior ostacolo per l’utilizzo di tecnologie rinnovabili nell’ambito industriale che richiedono alte temperature è da sempre legato alla difficoltà che pompe di calore e batterie di accumulo non arrivavano oltre ai 90 gradi. Ma EnelX con la collaborazione del Gruppo Magaldi Green Energy stanno sperimentando una nuova tecnologia chiamata TES, Thermal Energy Storage. Si tratta di Power to Heat. Si tratta di un sistema di storage termico da 13 megawattora che genera vapore termico. Questa maxi batteria si alimenta con fonti rinnovabili, utilizzando sabbia silicia come materiale di stoccaggio.

Come funziona la batteria a base di sabbia.

Il funzionamento di questa innovazione tecnologica nel campo del risparmio energetico e in bolletta è a base di sabbia. Essa viene scaldata mediante resistenze, raggiungendo temperature di 300 gradi e oltre. Questo calore si trasforma in vapore, il quale può essere utilizzato nei processi industriali. Il calore incamerato attraverso la sabbia, vero sistema di accumulo, sarà rilasciato tra le 8 e le 10 ore. 

Il progetto sperimentale di EnelX con Magaldi avrà una prima realizzazione presso una azienda di Salerno. Si tratta della Igi di Buccino, la quale è famosa per produrre olii vegetali che fornisce al gruppo dolciario Ferrero di Alba.

Secondo i due gruppi, questa collaborazione diventa un passo importante per offrire una alternativa valida con fonti rinnovabili e incrementare la decarbonizzazione dei processi industriali, sostituendo di fatto il gas.

Dal punto di vista economico, esso è conveniente visto che si arriva a 20€ a megawattora, più ovviamente il costo per produzione energia rinnovabile. Se pensiamo che una batteria al litio costa dai 40 ai 60 € a megawattora, la convenienza è evidente.

Stoccaggio energetico, il futuro dell’Italia

Il Belpaese ha risorse e competenze adeguate per svolgere un ruolo rilevante nell’ambito dello stoccaggio energetico. Si tratta di un fattore abilitante nella produzione di energie rinnovabili in modo continuativo allo scopo di creare un sistema stabile e sicuro. Ormai da oltre un anno si sono avviate sperimentazioni per trovare soluzioni innovative e alleggerire pertanto i processi industriali, ma non è detto che le batterie a base di sabbia siano destinate solo a questo uso esclusivo. 

Infatti, grazie alla loro efficienza energetica anche in caso di raggiungimento di temperature elevate, si potrebbe pensare a una alimentazione di edifici diversi dalle industrie come interi quartieri o addirittura interi paesi. In questo modo, si potrebbero elettrificare e soprattutto decarbonizzare lavorazioni come quello della ceramica, ma anche alleggerire il peso e il costo delle batterie di accumulo presenti sul mercato. Per ora, ci si sofferma al settore industriale: ci sono state sperimentazioni in Sardegna, Cile e Spagna: quest’ ultima per elettrificare i processi produttivi degli impianti della Renault. 

Si potrebbe pensare di avere un concorrente diretto dell’idrogeno green in quanto l’energia rinnovabile convertita in calore ed accumulata con questa tecnologia, ha un’efficienza superiore al 90% ed è in grado di elettrificare almeno il 50% dei processi industriali in Italia, ma anche all’estero. Si pensa anche agli orari migliori per caricare e scaricare il sistema di accumulo e quando conviene immettere energia in rete per una efficienza e un risparmio senza eguali.

https://www.casaideadesign.it/attualita/risparmio-in-bolletta-con-le-batterie-a-base-di-sabbia.php

“Ti devi solo levare la merda da dosso”. - Ettore Zanca

 

Tempo fa ho fatto un sogno in cui un amico caro scomparso era con me durante un pranzo al mare. Mi allontanavo per guardare le onde e lasciavo al tavolo mio padre, mio figlio, una donna di spalle che era oniricamente mia compagna a scherzare tra loro. Avevo una sensazione di paura. Lui mi raggiungeva e diceva questa frase.

Mi è venuto in mente questo sogno apprendendo di Alex Roca. Sarebbe un atleta. Ma è riduttivo definirlo così. Ha fatto due volte la Titan Desert. 600 km in pieno deserto del Marocco in bici (per lui un tandem con un partner), 5 gare di triathlon e 4 mezze maratone. Lo scorso marzo ha raggiunto un traguardo storico: l’intera maratona di Barcellona. Il tutto a 32 anni.

Alex all’età di 6 mesi ha avuto un herpes cerebrale che gli ha procurato una paralisi permanente e un’invalidità del 76% oltre a impossibilità di parlare. I medici gli avevano dato pochi mesi di vita, dopo, dicevano, sarebbe morto o entrato in coma vegetativo. E adesso se rileggete ancora quanto ha fatto sopra forse vi renderete conto che tantissimi di noi senza alcuna patologia non sarebbero nemmeno in grado di cominciare quello che lui ha finito.

Ha voluto frequentare la scuola pubblica e i compagni per parlare con lui hanno imparato la lingua dei segni. Inoltre fatto il corso per assistente alla disabilità. Quando si è presentato gli hanno detto “tu dovresti essere integrato, non provare a integrare gli altri”, lui ha fatto spallucce e ha ottenuto la qualifica in un anno. Ce ne vogliono tre. Ma non gli hanno concesso il titolo.
Gira il mondo facendo conferenze su come andare oltre i limiti che ci impongono gli altri e insegna come si superano i pregiudizi e le sentenze facili su chi ha disabilità.

Tempo fa una persona gli ha scritto per ringraziarlo. Con le sue parole ha affrontato e vinto una dipendenza da alcool che lo stava uccidendo.

Ha una compagna meravigliosa che ha scelto di dividere la sua vita con lui: Mari Carme. Quando si sono conosciuti lei aveva solo 19 anni, 5 anni fa. Era una sua spettatrice a una conferenza e si è innamorata. Hanno deciso di stare insieme e come dice lui “viviamo giorno per giorno perché non so cosa sarà di me domani, mi ha colpito la sua maturità. La maggior parte delle ragazze non vorrebbero nemmeno sentir parlare di un rapporto così, lei è sempre con me, come la mia famiglia e viene a tutte le gare che voglio fare ”. E credo che le immagini di loro due insieme siano il sunto dell’amore come poche cose al mondo.

Ripenso a quel sogno e alla vita di Alex; è riuscito ad andare oltre pregiudizi, facili oracoli, gente supponente e tranciante, egoriferiti e tromboni, che la vita te la peggiorano costringendoti a una mediocrità desolante e tossica. Forse il segreto di Alex è stato proprio questo. Contare su qualcosa di essenziale. Gli amori della sua vita, chi lo sostiene in progetti e scelte apparentemente folli che poi si rivelano scosse di adrenalina e vita pura. Perché Alex lo ha capito prima degli altri che non si sa cosa saremo domani. Tutti. E questa incertezza l’ha trasformata in vita, scelte, amore. Si è levato tutta la merda da dosso. Lui.

https://www.facebook.com/photo?fbid=6424283140935678&set=a.211974708833250