domenica 10 agosto 2025

Giudice Esposito i giornalisti che lo diffamarono riconoscono la loro non correttezza e chiedono scusa.

 

Sul Fatto del 09/08/2025

Un’altra vittoria per il giudice Antonio Esposito, presidente del collegio che in Cassazione rese definitiva, nel 2013, la condanna per frode fiscale di Silvio Berlusconi.

Nel 2020 fu oggetto di un violento attacco diffamatorio da parte dei giornali e delle tv berlusconiane che definivano la sua una “sentenza politica” espressa da un “plotone di esecuzione”.

Sono già arrivate le condanne in sede civile ai giornalisti di Libero, al direttore del Giornale e del Riformista nonché ad Alessandro Sallusti e Pietro Sansonetti per le dichiarazioni rese nel programma condotto da Nicola Porro Quarta Repubblica.

Oggi un lungo elenco di giornalisti chiude la partita in sede penale sottoscrivendo il seguente comunicato che riceviamo e pubblichiamo dal dottor Esposito, allegato all’atto di transazione: “I giornalisti di Libero, Pietro Senaldi (all’epoca direttore), Fausto Carioti, Vittorio Feltri, Fabrizio Cicchitto Fabrizio, Azzurra Barbuto, Renato Farina e Cristiana Lodi e i giornalisti del Giornale, Alessandro Sallusti (direttore) e Stefano Zurlo, tutti imputati in un procedimento penale per diffamazione a mezzo stampa ai danni del dottor Esposito pendente al Tribunale di Roma, hanno riconosciuto in una lettera indirizzata al dott. Esposito, la non correttezza e la ingenerosità delle accuse di cui il magistrato è stato fatto oggetto su articoli di stampa e nel corso di trasmissioni televisive, confermando che la funzione giurisdizionale dallo stesso esercitata è stata regolare e corretta.
Il dott. Esposito, preso atto dei chiarimenti, si è impegnato a rimettere le querele a suo tempo presentate”. 

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La ruta.

 

Vi siete mai chiesti perché nei vecchi orti di pietra dei monasteri raccoglievano una particolare pianta sempre a mani nude? La ruta. Una pratica che sembrava quasi un rituale.

I nostri antenati erano convinti che questa pianta fosse come uno scudo invisibile, una protezione contro malattie e malefizi. La coltivavano nei loro piccoli orti protetti da muretti di pietra, la raccoglievano senza guanti, con una reverenza che oggi ci farebbe sorridere.

Ma ecco la cosa incredibile che la scienza moderna ha scoperto.

La ruta contiene davvero composti chimici potentissimi: flavonoidi e alcaloidi con proprietà antinfiammatorie reali. Quello che i nostri nonni chiamavano "scudo invisibile" era in realtà una protezione chimica naturale che funzionava davvero.

Pensate un po': secoli prima dei laboratori e delle analisi molecolari, avevano già capito qualcosa che noi stiamo riscoprendo solo ora. Non era superstizione, era conoscenza empirica tramandata di generazione in generazione.

Forse dovremmo ascoltare di più la saggezza di chi ci ha preceduto. A volte dietro quello che chiamiamo "credenza popolare" si nasconde una verità scientifica che aspetta solo di essere spiegata. 

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sabato 9 agosto 2025

Carte cosmiche di 6000 anni fa.

 

Carte cosmiche vecchie di 6.000 anni.
I Sumeri hanno mappato il nostro sistema solare con una precisione sorprendente, mostrando pianeti orbitanti intorno al sole, simboli simili al DNA e "dei" che portano simboli medici che usiamo ancora oggi. Erano antichi astronomi, o semplicemente sapevano molto di più?
Molto prima dell'invenzione dei telescopi o della scienza moderna, i Sumeri, la prima civiltà sulla Terra, incise tavolette di argilla con carte celesti così precise da sfidare l'interpretazione. Le loro mappe stellari vecchie di 5.000 anni raffigurano il sole come la stella centrale (non la Terra! ), con pianeti come Giove, Saturno e persino Nettuno in posizioni orbitali corrette. Questa è una conoscenza che l'Europa non ha colto fino a Copernico nel XVI secolo. Ma i misteri diventano ancora più complessi, poiché alcune delle tavolette raffigurano figure torreggianti che chiamavano Anunnaki, che venivano dal cielo alla terra, manipolando strane forme a doppia elica che assomigliano stranamente al DNA.
E ancora più strano? I loro simboli medici - serpenti avvolti intorno alle barre - riflettono un moderno cudgel, e i loro testi descrivono interventi chirurgici avanzati. Quindi come faceva una cultura che risale al 4000 a.C. a saperlo? L'archeologia mainstream lo attribuisce alla mitologia, ma i teorici alternativi si chiedono: I Sumeri hanno imparato da qualcosa o qualcuno oltre il genere umano?

Ambystoma mexicanum. / axolotl / salamandra messicana.


Dimenticate tutto quello che sapete sulla guarigione. Non stiamo parlando di cicatrici o di recupero lento: stiamo parlando di una biologia che sembra presa dalla fantascienza.

Lui è l’axolotl, un anfibio messicano dall’aria perennemente sorridente. Se un predatore gli strappa una zampa, o se subisce un danno a un occhio o persino a una parte del cervello, non si preoccupa. Il motivo è semplice, ma sbalorditivo.

Non si limita a “guarire”. Lui rigenera.

Questo piccolo drago d’acqua non ripara il tessuto danneggiato, ma lo ricrea da zero. Le sue cellule hanno la capacità quasi magica di tornare bambine, trasformandosi in cellule staminali che possono ricostruire un arto, un organo o tessuto cerebrale perfettamente funzionante, senza lasciare la minima traccia o cicatrice.

È come se il suo corpo avesse il progetto originale sempre a disposizione. Questo suo superpotere non è solo una stranezza della natura, ma una miniera d’oro per la scienza, che lo studia per svelare i segreti della rigenerazione e, forse, cambiare per sempre il futuro della medicina. 


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