lunedì 17 agosto 2020

I parassiti millenarie Virginia Raggi. - Massimo Fini

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La storia insegna - Catilina, Caligola e Nerone tentarono, di portare equità nel sistema politico della Città Eterna, “da sempre lassista e corrotta in quasi ogni strato sociale”. Fallirono. Come può lei in 5 anni?
Sul Giornale del 12 agosto il direttore Alessandro Sallusti così descrive Virginia Raggi: “La signora è stata il peggior sindaco della storia romana, monumento perenne all’incapacità. La città non è mai stata così conciata da tutti i punti di vista: sporcizia e incuria sono temi all’ordine del giorno, la gestione del trasporto pubblico una barzelletta…”. Un giudizio apodittico, senza appello. Del resto quando si tratta di “grillini” la loro incapacità è data per scontata, ma nel caso di Raggi c’è un accanimento particolare.
Io invece stimo Virginia Raggi. Ammiro la tenuta nervosa di questa giovane e bella donna che da quando è sindaco di Roma ha dovuto tener testa a un volume incredibile di attacchi portati da ogni settore del circuito mediatico e politico (è questo il vero “plotone di esecuzione”, mister Berlusconi). Non aveva fatto ancora in tempo a mettere piede in Campidoglio che il Corriere della Sera, non la Gazzetta di Peretola, inaugurava su due pagine una rubrica intitolata “Caos Roma”. Il Corriere e tutti gli altri media nazionali scoprivano le strade dissestate di Roma, come se non ci fossero mai state prima, i topi di Roma, i ragni di Roma, le ragnatele di Roma, i maiali di Roma, gli ippopotami di Roma e, per non farsi mancar nulla, anche animali fiabeschi come l’ippogrifo e l’ircocervo. Se Raggi si affacciava sulla terrazza del Campidoglio con un collaboratore le veniva subito appioppato come amante. A questa insaziabile ninfomane ne sono stati attribuiti una dozzina e su Libero Vittorio Feltri, il campione olimpionico della volgarità, ha titolato “La patata bollente”. Nell’estate del 2017 Roma è stata colpita da un periodo di grave siccità per cui l’acqua faticava ad arrivare ai rubinetti. Di chi la colpa? Naturalmente di Virginia Raggi. Per cui si è dovuto cambiare il celebre motto “piove governo ladro” in “non piove governo ladro”. È seguito un periodo alluvionale che ha allagato qualche quartiere periferico di Roma. Di chi la colpa? Di Virginia Raggi naturalmente. A Milano periodicamente straripa il Seveso, un fiumiciattolo insignificante che oltretutto scorre in pianura ed è quindi facilmente contenibile a differenza di un torrente che vien giù dalle montagne alle spalle di Genova, si allaga mezza città ma nessuno si sogna di darne la responsabilità al sindaco Sala.
Roma è una città clientelare e parassitaria dall’epoca della Repubblica e dell’Impero romani. La “plebs frumentaria” non lavorava e si manteneva con gli aiuti dello Stato, cioè grano come dice il nome stesso. Questi fais neant, non avendo appunto niente da fare, erano causa di continue risse e tumulti. Non tutti però gli appartenenti alla “plebs frumentaria” erano volutamente dei fannulloni. Non tutti infatti erano romani, per una certa parte si trattava di contadini e piccoli proprietari provenienti dall’Etruria che erano stati spossessati dei loro terreni dai latifondi senatoriali.
Il primo a porsi seriamente il problema fu Catilina, il quale fece approntare dal tribuno Servilio Rullo una legge, la “legge agraria”, che se approvata avrebbe consentito di tagliare le unghie ai latifondisti e restituire una parte dei terreni ai vecchi proprietari. In questa occasione Cicerone, con l’orazione De lege agraria si superò ammonendo la plebe che se si spostava da Roma non avrebbe più potuto vendere la cartella, cioè il loro voto. Il programma catilinario era esplosivo e questo grande aristocratico romano, difensore degli “umiliati e offesi”, perse in battaglia la sua battaglia. Sulla linea di Catilina si metterà un secolo dopo l’imperatore Caligola. Che verrà regolarmente assassinato. Per infamarlo si è detto e anche purtroppo scritto che era un pazzo che aveva nominato senatore il suo cavallo.
Per la verità i fannulloni a Roma non erano soltanto i plebei, ma anche, e soprattutto, i senatori che volevano solo godersi le loro ricchezze e i loro latifondi e non volevano saperne di lavorare cioè, nel loro caso, di partecipare al governo della cosa pubblica. Allora Caligola disse: “Se le cose stanno così allora potrei nominare senatore anche il mio cavallo”. Che è cosa un po’ diversa. Nerone, altro infamato seriale, fu colui che, in modo meno irruente di Catilina e Caligola, cercò di portare nell’Impero un minimo di perequazione sociale e politica. Cercò in tutti i modi di associare i senatori al governo dello Stato, ma di fronte alla loro riluttanza in un discorso famoso tenuto in Senato li accusò letteralmente di assenteismo, parola molto moderna. Fu costretto a suicidarsi.
Roma è quindi da sempre una città lassista e corrotta in quasi ogni strato sociale. Come si può pensare che un sindaco, in soli cinque anni, rimonti duemila anni di Storia. Inoltre, nel frattempo, la situazione di Roma si è aggravata perché la Capitale ha assorbito, come una cozza, il peggio delle emigrazioni dal Meridione, con la loro mentalità intrinsecamente mafiosa (i meridionali che vennero al Nord all’epoca del boom era gente che aveva voglia di lavorare e che si integrò benissimo). Quando venne alla ribalta, diciamo così, il “mondo di mezzo”, i media, i soliti media, esultarono perché non risultava che fosse legato alla Mafia propriamente detta, senza rendersi conto che era molto peggio perché la Mafia è almeno una struttura organizzata, mentre il “mondo di mezzo” è liquido e dentro ci puoi trovare di tutto.
Virginia Raggi è stata accusata per alcune scelte sbagliate, ma io sfido chiunque a trovare in Roma, quando si seleziona il personale amministrativo, qualcuno di cui si possa esser certi che non ha qualche scheletro nell’armadio. Comunque Raggi è stata sempre assolta.
Raggi non ha fatto assolutamente nulla, come pretende Sallusti? Ha detto no alle Olimpiadi a Roma rendendosi conto che la città, nelle condizioni in cui è, non può reggere un simile impegno. Apriti cielo: i soliti “grillini” che, da quegli incompetenti che sono, dicono sempre niet a tutto. Ma no alle Olimpiadi lo aveva detto anche Mario Monti che di tutto si può accusare tranne che di essere un improvvisato.
Raggi ha dimezzato le cubature della speculazione edilizia che si voleva fare sui terreni dell’ex ippodromo di Tor di Valle in relazione al nuovo stadio della Roma. A Milano si vuole abbattere lo stadio di San Siro, un monumento nazionale, per consentire alle proprietà transnazionali di Inter e Milan un’enorme speculazione edilizia negli spazi adiacenti.
C’è infine una cosa che ha fatto Virginia Raggi che dovrebbe piacere persino a Sallusti. Nel novembre del 2017 il sindaco “nullafacente” guidò personalmente 500 agenti della polizia municipale per abbattere otto ville abusive appartenenti al clan dei Casamonica. Insomma ci ha messo la faccia. Sallusti, mi spiace dirlo, alle volte quando scrive ci mette solo il culo.

La rovina del giornalismo italiano. - Tommaso Merlo



Secondo la stampa mainstream il Movimento ormai è un partito come gli altri perché si è rimangiato il secondo mandato. Gli è bastato omettere che la modifica si riferisce solo agli amministratori locali per confezionare l’ennesima fake-news da diffondere sotto gli ombrelloni. Le condizioni del giornalismo italiano sono davvero disperate. Ormai perfino i pesci si rifiutano di venire incartati con certi quotidiani. Pretendono anche loro un congedo dignitoso. La stampa mainstream è uno di quegli ambiti in cui sono più evidenti i mali che ancora affliggono il nostro paese. Quel vecchio regime politico ma anche culturale che non si vuole rassegnare al suo triste tramonto. Ingoiata l’ennesima fake sul secondo mandato, i lettori di quei giornali borbottano sotto il solleone contro il Movimento che ha tradito se stesso. Si agitano come inconsapevoli burattini delle balle propagandistiche che si son appena bevuti. Certo giornalismo manca di rispetto prima di tutto ai propri lettori. Li considera stupidi e facilmente manipolabili e li tratta come tifosi disposti a credere ad ogni scempiaggine pur di scagliarsi contro gli avversari politici. Perché di questo si tratta. Di politica, non di giornalismo. Di propaganda, non d’informazione. Invece cioè di svolgere il suo ruolo d’informare, la stampa mainstream disinforma a fini politici. Le divergenze di opinioni non c’entrano nulla. Un’opinione basata su fatti falsi non è un’opinione. È fango. È inquinamento del dibattito pubblico. Così come tutte le soap sfornate dai retroscemisti. Acqua sporca al mulino del proprio padrone. Un modo di fare informazione da giornali di partito che ha infettato tutta la stampa mainstream. Ma invece che un partito, oggi servono una lobby, servono una linea politica restauratrice di un ordine a loro conveniente. Il risultato è che in Italia il giornalismo vero sta scomparendo. Si deve rifugiare in riserve indiane e nicchie digitali. La stampa mainstream è in mano a pochi facoltosi padroni. E intere generazioni di giornalisti si devono omologare per mangiare e fare carriera, si devono aggregare al gregge, si devono piegare alle esigenze padronali. È questa la rovina del vero giornalismo. La dipendenza da interessi lobbistici che invece di premiare l’onestà intellettuale e la schiena dritta, premia i giornalisti più spregiudicati e faziosi e che s’immolano per la causa politica e commerciale del proprio padrone. Una deriva suicida per il giornalismo. Questo perché mentre le caste giornalistiche si arroccano per difendere il proprio castello di carta, i cittadini sviluppando gli anticorpi e si evolvono. Ormai la verità è a portata di click e certe balle durano secondi. E più aumenta la consapevolezza e la capacità di discernimento dei cittadini, più quel modo di fare informazione si ritorce contro chi lo fa. A furia di scivolare nella meschina faziosità e nel conformismo, il giornalismo ha perso il suo bene più prezioso che è la credibilità. Diventando sempre più marginale. Le conseguenze per la nostra democrazia sono devastanti. Invece di arricchire il dibattito pubblico, il giornalismo lo inquina. Invece di promuovere la verità, il giornalismo la umilia manipolandola. Invece di stimolare una coscienza collettiva, il giornalismo spacca la società e la infarcisce di astio per meschino tornaconto. Davvero una rovina per il giornalismo e per il nostro paese. La stampa mainstream è uno di quegli ambiti in cui sono più evidenti i mali che ancora ci affliggono. Quel vecchio regime politico ma anche culturale che non si vuole rassegnare al suo triste tramonto.

https://repubblicaeuropea.com/2020/08/17/la-rovina-del-giornalismo-italiano/

Dall’inizio dell’epidemia i Nas hanno oscurano 36 siti web che vendevano farmaci vietati e pubblicizzati come curativi anti-Covid. I dati dell’attività operativa dei Carabinieri.

Carabinieri Nas

Il Nucleo Anti Sofisticazione dei Carabinieri, anche in collaborazione con Europol e Interpol, dall’inizio dell’emergenza coronavirus ha sequestrato oltre un milione di dispositivi medici e igienizzanti e oscurato 36 siti web che vendevano farmaci vietati e pubblicizzati come curativi anti-Covid. Sono alcuni dei dati resi noti dall’Arma a Ferragosto. Proseguono i controlli presso le strutture ricettive per anziani e disabili. I Nas hanno ricevuto 370 deleghe d’indagine dall’Autorità giudiziaria per verificare l’applicazione delle misure igieniche di prevenzione. Inoltre, di loro iniziativa hanno effettuato circa 500 ispezioni, segnalando alle autorità sanitarie e amministrative 118 strutture per le carenze organizzative rilevate.
Inoltre, nel quadro delle disposizioni di prevenzione sanitaria riguardanti le attività produttive, il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, in collaborazione con i Reparti dell’Organizzazione territoriale ha già ispezionato circa 2 milioni di attività commerciali e aziende, verificando il rispetto delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro, anche in vista della piena ripresa produttiva. La fase della ripresa economica rappresenta un’occasione anche per le organizzazioni criminali che puntano al riciclaggio dei proventi illeciti, specie quelli provenienti dal narcotraffico.
Nella provincia di Milano, l’11 giugno i Carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 22 persone, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti ed estorsione, documentandone l’operatività della locale di ‘ndrangheta di Seregno (MI). Inoltre, il 6 luglio, un’ulteriore operazione ha condotto in carcere 17 persone ritenute responsabili di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, appartenenti alla cosca “Barbaro Papalia” di Plati’ (RC), che operavano nell’hinteland milanese.
Sul fronte del contrasto al terrorismo internazionale, grazie alle informazioni provenienti anche dai 13 Teatri operativi all’estero in cui sono presenti assetti dell’Arma – dal Kosovo all’Iraq, dall’Afghanistan al Libano – 170 stranieri sono stati segnalati al Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo per l’emissione di provvedimenti di inammissibilità in area Schengen.
Un ulteriore impegno si registra sul fronte del controllo dei flussi migratori verso l’Italia. Nel 2020 sono stati oltre 1.800 i migranti rintracciati su tutto il territorio nazionale dai Reparti Carabinieri. Inoltre, l’Arma, al momento, impiega quasi 500 unita’ per la vigilanza ai Centri per immigrati. In particolare, a Lampedusa, i 23 Carabinieri in servizio – unico presidio di polizia sull’isola e posto di polizia di frontiera – sono impegnati nelle attività di rintraccio e gestione degli sbarchi, coadiuvati dalle 80 unita’ dei Battaglioni e Reggimenti Carabinieri.

Un motivo c'è. - Massimo Erbetti

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Se si decide di chiudere le discoteche, un motivo c'è, non si può pensare come affermano alcuni, che è una punizione verso i giovani, anche perché mi piacerebbe capire perché dovrebbero essere puniti? A quale scopo? Perché prendersela con i giovani? Forse quello della chiusura delle sale da ballo è e sarà una delle norme più impopolari che questo governo ha preso. 

Ti fai nemici milioni di ragazzi...e cosa ci guadagnerebbe il governo nel fare ciò? Qualcuno me lo deve proprio spiegare.
La spiegazione della decisione è puramente scientifica:
"L'attività in una discoteca aumenta la respirazione profonda, le persone vanno in anaerobiosi, si muovono, hanno bisogno di respirare molto di più. Questo facilita le infezioni.....Discoteca al chiuso o all' aperto, cambia poco" e a dirlo non sono certo io ma Crisanti.

Certo è che gli imprenditori e tutti i lavoratori del settore subiranno gravi danni da questa decisione, questo è un serio problema, ma chi più o meno è rimasto indenne dai danni portati dal covid?

Una ricerca ci dice che di questo passo, a breve arriveremo di nuovo a oltre 1000 contagi al giorno e non possiamo permettercelo.

Chi nega questa evidenza, chi dice che "non ce ne è più di covid", chi si ostina ad essere "negazionista", rispetto al virus, dovrebbe per un attimo smettere di indossare i panni del tifoso e cercare di guardare la realtà...i giovani sono pieni di risorse, i giovani se la caveranno comunque, con o senza discoteche...e magari grazie a questo potranno continuare ad abbracciare in futuro i propri genitori e i propri nonni.

"Un motivo c'è"...smettete di esser contro a prescindere, smettete di guardare tutto in un'ottica di fazioni contrapposte, smettete di giudicare "politiche" scelte che di politico non hanno niente...smettete di ascoltare le "sirene" che sfruttano la situazione per un pugno di voti...pensate a voi, ai vostri cari, pensate alla salute perché nella sventurata ipotesi di perderla, sarete costretti a dire che se foste stati meno tifosi, forse le cose sarebbero andate meglio.

Un motivo c'è...non mettetevi la benda sugli occhi...perché non vi salverà dal virus.
P. S. Se qualcuno ha intenzione di tirare fuori la storia dei migranti che ci infettano, è pregato di farlo con dati verificabili e certi, le chiacchere da bar non servono a nulla.

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio


Oscuri presagi. “Nonostante Covid19 ci abbia consegnato un tempo di sofferenza, dobbiamo continuare con determinazione e fiducia a credere nella vita. E a batterci ogni giorno perché ognuno possa guardare al suo futuro con la speranza di farcela. Buon ferragosto a tutti!” (Piero Fassino, deputato Pd, Twitter, 15.8). Qui mi sa che si mette male.
Double face. “Pentito io? Per nulla. Con il mio post non mi sono autodenunciato: ci ho proprio messo la faccia” (Franco Mattiussi, consigliere regionale FI in Friuli e percettore del bonus povertà, 12.8). “Ora pretenderò che si vada fino in fondo. Su una serie di altre questioni morali, anche perché qui non è stato fatto nulla di illegittimo, tutto a norma di legge. Un decreto scritto palesemente male, vuoi per la fretta giustificabile, ma anche per l’incapacità di alcuni soggetti. Sono pronto ad assumermi le mie responsabilità e a metterci la faccia” (Marco Rizzone, deputato M5S, percettore del bonus-povertà, 14.8). Sicuri che fosse proprio la faccia?
Dara e avere. “La Lega sospende Murelli e Dara: ‘Hanno preso il bonus partite Iva’” (La Stampa, 13.8). Mica erano 49 milioni, sennò li promuovevano.
En plein. “Resurrezione di Salvini: ‘Così torno a vincere. Non sbagliai a lasciare il governo. Nel 2021 si voterà. Premier bugiardo, deve dimettersi. Se il virus riparte è colpa di Conte. Felice se Giorgia Meloni sale nei consensi’” (Libero, 10.8). Altre cazzate?
Testa o croce. “Le mie brevi vacanze si sono interrotte bruscamente. Oggi durante una partita di paddle tra amici ho colpito violentemente la testa contro un’inferriata metallica. Nessun problema neurologico, però mi hanno dovuto dare 30 punti per due profonde ferite al capo. Devo ringraziare il 118 di Santa Margherita per l’efficienza e i medici e gli infermieri del PS di Lavagna per la professionalità e la disponibilità. Ora sono rientrato a Milano e rimarrò ricoverato un paio di giorni in osservazione, speriamo senza problemi e conseguenze” (Giulio Gallera, FI; assessore al Welfare e alla Sanità della Regione Lombardia, Facebook, 16.8). Mille auguri all’assessore Gallera, anche per la sensazionale scoperta di avere una testa.
Meritocrazia. “Il caso Raggi dimostra come il merito in quel partito non conti nulla” (Alessandro Sallusti, il Giornale, 12.8). Nemmeno un’igienista dentale o una escort o un pregiudicato in lista: vergogna.
Onestà omeopatica. “Noi eravamo onestissimi, questi sono zero” (Paolo Cirino Pomicino, ex ministro andreottiano della Dc, due volte condannato in via definitiva per Tangentopoli, Il Venerdì di Repubblica, 14.8). Non rubano abbastanza.
La parola agli esperti. “I nuovi contagiati sono 574. Mai così tanti dal 28 maggio” (Corriere della sera, 15.8). “Il virus è sotto controllo, l’allarmismo meno” (La Verità, 15.8). A me La Verità piace proprio perchè si chiama La Verità.
Chissà perchè. “Conte dovrebbe essere arrestato… È curioso che quando indagano me si va a processo e indagano il governatore della Lombardia per una donazione di camici, mentre per Conte e il governo è un atto dovuto e viene subito archiviato” (Matteo Salvini, segretario Lega, 13.8). Fatti denunciare anche tu dal Codacons e dall’avvocato Taormina, così magari archiviano anche te.
Senti chi pirla. “L’ignoranza dell’esecutivo in 20 pagine di rapporto” (Libero, 14.8). “Chi di giudici ferisce, di giudici perisce” (Vittorio Feltri, Libero, 14.8). La virgola fra il soggetto e il verbo: e danno degli ignoranti agli altri.
Ohibò. “Zingaretti: sulla legge elettorale adesso dovrà intervenire Conte” (La Stampa, 13.8).Ma non era il Pd a dire che le leggi elettorali non le fanno i governi a colpi di maggioranza?
Bravo Merlo. “Forza Italia è meglio dei 5Stelle… A me piacerebbe non vergognarmi dei ministri del mio Paese, come mi succede con i Cinque Stelle… Per me i Cinque Stelle non sono una forza democratica… Se immaginiamo un nuovo governo, con un nuovo presidente del Consiglio scelto dal Parlamento, probabilmente all’interno di Forza Italia si potrebbero trovare delle persone più degne per dare una mano… In Forza Italia militano tante persone perbene… Brunetta non è un incompetente… può diventare una risorsa: certamente è una delle personalità di Forza Italia che si possono utilizzare… Sulla pandemia Conte è stato un disastro” (Francesco Merlo, editorialista di Repubblica, a Tpi, 28.7). Salvini, è lei?
Il titolo della settimana/1. “Juventus, una sorpresa coraggiosa. Agnelli consegna la panchina a Pirlo” (La Stampa, 8.8). A questo punto sorge un dubbio atroce: che sia la Juventus sia La Stampa abbiano qualcosa a che fare con la famiglia Agnelli.
Il titolo della settimana/2. “La svolta di Agnelli. Nasce un’altra Juve ai piedi di Pirlo, scelto per le idee e per il legame con il club” (la Repubblica, 8.8). Oddìo no: mica sarà passata agli Agnelli pure la Repubblica?

domenica 16 agosto 2020

Le “liti temerarie” che minacciano la libertà di stampa. - Giovanni Valentini

Il valore della libertà di stampa | Roma
“La stampa non può essere sottoposta ad autorizzazioni o censure”.
(Articolo 21, II comma della Costituzione italiana)
Per un movimento politico come i Cinquestelle, approdato in Parlamento sull’onda della legalità e accusato spesso di giustizialismo, rappresentano senz’altro un titolo di merito i due provvedimenti che il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è riuscito a far approvare nei giorni scorsi dal Parlamento: il primo sulla riforma del Consiglio superiore della magistratura contro il correntismo e l’altro contro le “porte girevoli” fra l’attività giudiziaria e quella politico-parlamentare. Dimostrano, se non altro, che il M5S non soffre un complesso di subalternità o peggio di sudditanza nei confronti dei magistrati, come qualcuno continua a ritenere. L’impossibilità di tornare a fare il magistrato, dopo aver fatto il parlamentare e il consigliere comunale o aver ricoperto incarichi di governo, ripristina almeno parzialmente quella terzietà del giudice che può rassicurare il cittadino di fronte alle legge.
Ma ora c’è in lista d’attesa un altro provvedimento proposto dai Cinquestelle che riguarda i rapporti fra giustizia e informazione. E non è meno rilevante dei primi due. Punta a regolare la delicata materia delle cosiddette “liti temerarie”, quelle che in genere intentano i colpevoli contro i giornali, pretendendo risarcimenti pecuniari spesso superiori ai danni effettivamente subiti.
L’ha presentato da tempo il senatore Primo Di Nicola, già giornalista del settimanale L’Espresso e poi collaboratore del Fatto Quotidiano, insieme ad alcuni colleghi del M5S. Era stato approvato dalla Commissione Giustizia del Senato e messo in calendario a gennaio per la ratifica definitiva ma, nonostante fosse stato raggiunto un accordo politico di maggioranza, dopo sette mesi non è ancora arrivato in aula. A quanto pare, le resistenze di Italia Viva hanno frenato l’iter parlamentare e si sospetta che all’origine ci siano le numerose vicende giudiziarie che coinvolgono l’ex premier.
Oltre al pregio non trascurabile di essere composto da un solo articolo, il disegno di legge prevede una semplice aggiunta all’articolo 96 del Codice di procedura civile. Nei casi di diffamazione a mezzo stampa, “in cui risulta la malafede o la colpa grave di chi agisce in sede di giudizio civile per il risarcimento del danno”, il testo stabilisce che quando la domanda viene respinta dal tribunale l’attore è condannato a pagare al convenuto una somma non inferiore a un quarto di quella richiesta (in origine, si prevedeva la metà). Un sorta di deterrente, insomma, contro le liti temerarie che diventano in pratica una forma di intimidazione, di bavaglio o di censura preventiva nei confronti dei giornalisti e delle aziende editoriali: secondo i dati del ministero della Giustizia, raccolti da Ossigeno per l’informazione, nel 2015 le querele infondate sono state 5.125 (quasi il 90%) e 911 le citazioni per 45,6 milioni di euro di richieste per risarcimento danni.
C’è da augurarsi, dunque, che alla ripresa dell’attività parlamentare dopo la pausa estiva, il Senato trovi il tempo e la volontà, per non dire la decenza, di approvare definitivamente il provvedimento anche per rispettare l’articolo 21 della Costituzione in forza del quale “la stampa non può essere sottoposta ad autorizzazioni o censure”. Così Italia Viva avrà l’occasione per dimostrare che il suo garantismo non è a senso unico. E non mira a difendere gli interessi del suo leader perfino contro “la malafede o la colpa grave”.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/08/15/le-liti-temerarie-che-minacciano-la-liberta-di-stampa/5900823/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=commenti&utm_term=2020-08-15

Cari ministri, dove sono finite le riforme “green”? - Vittorio Emiliani

Green Deal europeo
Il commissario Paolo Gentiloni – che un bel po’ di anni fa “nacque” alla politica dirigendo Nuova Ecologia – ha lanciato l’avvertimento ai governanti italiani: mandate in Europa progetti precisi, non indicazioni vaghe. Invece, green, green! Sembra un campanello. Molto leggero, quasi lezioso. La “gamba” ambientalista di questo governo doveva essere i 5 Stelle, ma soltanto una parte (modesta) di essi lo è. Il Pd ha cambiato natura nella fusione fredda fra comunisti, socialisti e popolari. Taluni della Margherita venivano dai Verdi come Rutelli e difatti il suo Codice per il paesaggio del 2008 (con Salvatore Settis) “tiene” ancora. Se solo venisse applicato da Mibact e Regioni… Invece, appena 3 piani paesaggistici co-pianificati, da allora: Toscana dopo furibonde polemiche per porticcioli e Apuane ormai sfasciate, Puglia sia pure dopo aver inondato la Daunia di pale eoliche (lì almeno il vento c’è), il Piemonte. C’era il Piano Salvacoste della validissima squadra guidata dal compianto Eduardo Salzano per la Giunta di centrosinistra di Renato Soru: spiagge libere difese per centinaia di metri dal cemento, centri storici valorizzati nel rapporto col mare, distretti minerari trasformati in attrazioni turistico-culturali. “Normale” che la giunta di centrodestra Catenacci si accanisse a schiodarlo a martellate, anche con un referendum bocciato dai sardi. Invano. Parrà incredibile, ma ci sta riprovando la Giunta fra Sardisti e Pd e le si oppone il governo Conte!
Il Pci anni fa era diviso, ma stava più dalla parte di Fanti-Cervellati-Cederna che non da quella di Libertini-Aymonino. Non più. Come se avesse vinto su tutta la linea Matteo, spregiatore delle Soprintendenze “e de che?”. Il Pd è questo e questo si riconferma. A livello nazionale e regionale (la legge urbanistica Bonaccini è pessima). Con frange di minoranza quasi irriconoscibili. E se sollevano il capino, ci pensano Bonaccini, lo stesso Zingaretti a castigarle. Anche con piccoli atti: che senso ha, ad esempio, riaprire la caccia alle specie protette ai margini del Parco Nazionale d’Abruzzo nel Lazio quando si sa che anche qualcuno fra i 50 preziosi Orsi marsicani superstiti potrebbe sconfinare e venire abbattuto?
Per mesi è infuriata una sacrosanta polemica sulla legge Caleo (Massimo, senatore del Pd) destinata chiaramente a svuotare ulteriormente la solida legge-quadro per le aree protette firmata da Gianluigi Ceruti e da Antonio Cederna (entrambi Italia Nostra) che in pochi anni ha avuto il merito, nel nostro Paese collinare e montuoso, di farci passare da un misero 4 per cento di territorio protetto a oltre il 10 per cento, da 4 miseri Parchi Nazionali a 23. Prima che la cura Pecoraro Scanio spegnesse il partito dei Verdi col solito metodo clientelare. Non era tanto il numero bensì la qualità dei deputati e dei senatori verdi: Scalia, Turroni, Paissan, De Finetti, Corleone, Semenzato e altri alla Camera; Manconi, Pieroni, Boato, Procacci, e altri al Senato. Un primo decisivo segnale di cambiamento in segno ecologista doveva essere il consapevole ritiro dalla discussione della insabbiata legge Caleo, la sfascia parchi. Macché. In molti la sognano e lasciano i Parchi alla deriva.
Nel ’96 (mi pare), un gruppo del Pd unì i propri voti a quelli della Lega Nord per ribaltare un assunto storico e cioè “tutti i beni culturali pubblici sono inalienabili salvo eccezioni”: tutti i beni culturali pubblici diventavano “alienabili salvo eccezioni”. Ci volle la concreta minaccia dei Verdi di non votare la fiducia al Senato per convincere l’allora ministro Melandri a parlare a favore di quel principio “storico”.
Torniamo al “green, green”. Ci sono stanziamenti certi e mirati per la difesa idrogeologica italiana? Per i Distretti di Bacino fluviali? Non mi pare. Ci sono stanziamenti mirati per un realistico piano di messa in sicurezza sismica della dorsale appenninica e delle Prealpi Friulane? Per ora non ne vedo. Ci sono stanziamenti paragonabili a quelli del governo Prodi-Veltroni del 1997 per imprimere impulso alla stentata, deludente ricostruzione umbro-marchigiana 2016? Non mi pare. E sì che il Mibact sarebbe tutto da rifare. Se lo devono rifare Franceschini, Casini (Lorenzo) e Nastasi stiamo freschi.
E dov’è la legge nazionale sul consumo di suolo che – come in Germania e Gran Bretagna – rallenti una folle corsa di asfalto+cemento? Non si sa. Ci sono leggi regionali? Certo. Nel Veneto, da anni in cima al consumo di suoli, cave, cementifici, coperture di canali, alluvioni, la legge consente di consumare nell’anno 400 ettari liberi distribuiti fra i 541 Comuni. Potete però “trattarne” una fetta o fettona in più se da voi si insedia, che so, un Polo Amazon. Con tanti saluti alla buona terra coltivabile e al verde forestale!