venerdì 27 giugno 2025

Tecnica rivoluzionaria converte le cellule del cancro in cellule sane: speranze per terapie innovative. - Andrea Centini

Mettendo mano alla complessa rete di geni che regola la differenziazione cellulare, scienziati sudcoreani sono riusciti a riconvertire le cellule del cancro al colon retto in cellule intestinali sane. La tecnica potrebbe sfociare in terapie antitumorali rivoluzionarie, prive dei rischi di tossicità e resistenza della chemioterapia.

I ricercatori hanno creato una tecnica rivoluzionaria grazie alla quale è possibile riconvertire le cellule del cancro (cancerose) in cellule normali e dunque sane. L'approccio potrebbe essere alla base di innovative terapie antitumorali che invece di uccidere le cellule malate le trasforma in comuni cellule del nostro organismo, con tutti i vantaggi che ciò garantirebbe. Basti pensare agli effetti delle aggressive chemioterapie e radioterapie, che possono essere molto tossiche ed eliminare anche le cellule sane, oppure al fatto che le cellule tumorali sono in grado di sviluppare resistenza ai trattamenti, catalizzando il rischio di recidiva e tumori secondari a causa delle metastasi. Al momento la tecnica è ancora sperimentale, ma è stata testata con successo sia su cellule in coltura che su modelli animali, pertanto gli scienziati sono fiduciosi che in futuro questo approccio possa essere trasferito nella pratica clinica, cioè nel trattamento dell'essere umano.

A mettere a punto la tecnica in grado di trasformare le cellule cancerose in cellule normali è stato un team di ricerca sudcoreano del Dipartimento di Ingegneria Biologica e del Cervello del Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST), guidato dal professor Kwang-Hyun Cho. I ricercatori si sono concentrati sul processo di regressione delle cellule tumorali, che durante l'oncogenesi perdono le tappe della loro differenziazione (in pratica, da cellule specializzate diventano “indifferenziate”). La differenziazione delle cellule normali è guidata da una serie di geni che si attivano e disattivano all'occorrenza; il professor Kwang-Hyun Cho e colleghi hanno creato dei cosiddetti gemelli digitali della rete genica coinvolta nel meccanismo di differenziazione e hanno identificato i master molecular switch, cioè i regolatori molecolari che controllano questo processo. Per farlo si sono avvalsi di una simulazione al computer chiamata single-cell Boolean network inference and control (BENEIN).

Poiché i geni di controllo risultano mutati o spenti nelle cellule tumorali, l'obiettivo degli scienziati era sfruttare i master switch identificati nei gemelli digitali cellulari per riattivare la rete di regolazione genica e innescare nuovamente la differenziazione nelle cellule malate, permettendone la trasformazione in cellule sane. Ed è esattamente quello che sono riusciti a fare, sia attraverso esperimenti molecolari in vitro che in test su modelli animali (in vivo). Per quanto concerne le cellule in coltura, gli scienziati sudcoreani si sono concentrati sulle cellule del cancro all'intestino, uno dei più comuni e mortali al mondo (in Italia ogni anno si registrano circa 50.000 nuove diagnosi e 20.000 decessi, in base ai dati del registro tumori AIRTUM). Applicando il sistema BENEIN a queste cellule, sono stati identificati tre specifici master switch chiamati MYB, HDAC2 e FOXA2. Quando vengono inibiti contemporaneamente si induce la differenziazione delle cellule intestinali ed è possibile trasformare le cellule del cancro al colon retto in cellule intestinali (enterociti) normali, un processo che “sopprime la malignità”, come spiegato dagli autori dello studio.

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“Il fatto che le cellule cancerose possano essere riconvertite in cellule normali è un fenomeno sorprendente. Questo studio dimostra che tale inversione può essere indotta sistematicamente”, ha dichiarato il professor Kwang-Hyun Cho in un comunicato stampa. “Questa ricerca introduce il nuovo concetto di terapia reversibile del cancro mediante la conversione delle cellule cancerose in cellule normali. Sviluppa inoltre una tecnologia fondamentale per identificare i target per la reversione del cancro attraverso l'analisi sistematica delle traiettorie di differenziazione delle cellule normali”, ha chiosato lo scienziato.

La speranza è che i promettenti risultati di questi esperimenti preclinici possano in futuro sfociare in terapie anticancro rivoluzionarie, dove le cellule tumorali invece di essere bombardate e distrutte con tecniche aggressive vengono “semplicemente” riconvertite in cellule buone, mettendo mano al complesso della regolazione genica. I dettagli della ricerca “Control of Cellular Differentiation Trajectories for Cancer Reversion” sono stati pubblicati su Advanced Science.

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Decreto sicurezza, bocciato dalla Corte di Cassazione

 

La Corte di Cassazione ha bocciato il "Decreto Sicurezza" (Decreto Legge n. 48/2025, convertito nella Legge n. 80/2025), rilevando che viola la legalità con aggravanti ingiustificate.
In particolare, secondo quanto riportato da diverse fonti, la Cassazione ha espresso preoccupazioni su vari aspetti del decreto, tra cui:
* Mancanza di urgenza e norme eterogenee: La Corte ha sottolineato la mancanza dei requisiti di urgenza per l'emissione di un decreto legge e la disomogeneità delle norme contenute.
* Violazione della legalità e della proporzionalità: Alcune disposizioni del decreto sono state ritenute lesive dei principi di legalità e proporzionalità.
* Rischio di carcere per marginalità e dissenso: Si è evidenziato il pericolo che il decreto possa portare all'incarcerazione di persone per motivi legati alla marginalità sociale o al dissenso.
* Creazione di "gruppi eversivi da zero": È stata sollevata la preoccupazione che il decreto possa permettere alle forze di sicurezza di "creare gruppi eversivi da zero" a fini preventivi, con un rischio di mancanza di controllo democratico e devianze.
Questa decisione della Cassazione si inserisce in un dibattito più ampio che ha visto molte critiche al Decreto Sicurezza, da parte di giuristi, associazioni e forze politiche, che hanno evidenziato profili di incostituzionalità e la compressione di alcuni diritti fondamentali.
Considerando che l'opposizione con questa legge elettorale è stata annullata, ecco perché ci tengono tanto a riformare la giustizia, dare pieni poteri alla polizia, restaurare il regime del ventennio.

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Museo di scienze oceaniche in Cina.

 

È proprio come un'astronave... l'impressionante museo di scienze oceaniche in Cina.
È il più grande museo di scienze marine del mondo situato a Zhuhai. Ha una superficie totale di 370.000 metri quadrati.

Cappadocia - Turchia

 

La Cappadocia, una terra magica nel cuore della Turchia, è da tempo legata a leggende mistiche e paesaggi unici. Secondo il folklore turco, un tempo era abitata da esseri umani e fate, finché una storia d'amore tra loro non fece infuriare la regina delle fate. Questa, trasformò tutte le fate in colombe e le imprigionò nelle strutture rocciose, mentre gli esseri umani furono condannati a prendersene cura. Ancora oggi, le colombe vivono in Cappadocia, e le montagne rocciose della regione sono scolpite con piccoli fori che fungono da nidi. La popolazione locale continua a prendersi cura di loro, utilizzando i loro escrementi come fertilizzante per i campi, specialmente nella Valle delle Colombe, tra Goreme e Uchisar.
L'immagine più iconica della Cappadocia sono le "canne delle fate": alte colonne di pietra che possono raggiungere i 40 metri, con cime coniche che sembrano sfidare la gravità. Queste colonne, modellate dall'erosione del tempo e dagli agenti atmosferici, sono il risultato di una combinazione di roccia vulcanica morbida (tufo) e basalto più resistente.
Oltre ad essere rifugi per le colombe, i fori nelle rocce sono stati utilizzati anche dagli esseri umani come abitazioni. Per migliaia di anni, queste "canne delle fate" sono diventate un simbolo della terra di Cappadocia, e gli abitanti del luogo le chiamano spesso "kale" (castelli).
Ma oltre alle imponenti colonne, un intero mondo diverso si nasconde sotto terra in Cappadocia. Gli antichi Ittiti iniziarono a costruire città sotterranee per sfuggire ai nemici, che in seguito furono utilizzate dai cristiani perseguitati come rifugio. Nella zona sono state scoperte circa 40 città sotterranee, tra cui le più famose sono Derinkuyu e Kaymakli, che possono raggiungere una profondità di 100 metri.
La Cappadocia è una terra di affascinanti misteri e leggende, un luogo dove storia, cultura e natura maestosa si intrecciano, attirando turisti da tutto il mondo pronti a esplorarla.

Si vis bellum, spara balle. - Marco Travaglio

 


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giovedì 26 giugno 2025

Sul nucleare iraniano sterminati branchi di castronerie. - di Massimo Zucchetti

 Insegno al MIT un corso dal titolo: “Protect yourself at all times. Nuclear proliferation and control strategies through technology“.

Nonostante quello che mi hanno fatto, l’anno prossimo lo terrò anche al Politecnico di Torino, in un corso di dottorato.
La prima frase del titolo è quello che dicono gli arbitri ai due pugili prima dell’incontro.
Succede che il sottoscritto sia il maggior esperto italiano di disarmo nucleare. E’ un fatto, non una vanteria. C’è una classifichina internazionale piena di stranieri, perché in Italia – essendo un paese di servi asservito agli USA – pochi *tecnologi* se ne occupano. Sono, bontà loro, il primo italiano in codesto elenco, se si escludono colleghi che lavorano per la IAEA, ma quando sei lì rinunci naturalmente alla tua “nazionalità”.
Ho partecipato ai negoziati per l’accordo JPCOA con l’Iran nel 2015.
Leggo in questi giorni – da buoni e cattivi – castronerie a branchi. Sterminati branchi di castronerie.
Proviamo a smentirle, non si sa mai che uno su un milione capisca in quale oceano di bullshit lo stanno affogando.
1) L’Iran NON ha la bomba atomica. Non ci è neanche vicino, ad averla.
2) La IAEA ha ultimamente intensificato la frequenza delle sue ispezioni, dati i timori USA sulla non-adempienza dell’Iran ad alcune regolette, soprattutto sull’arricchimento dell’uranio. USA e Iran stavano facendo colloqui bilaterali, Trump al solito giocava sporco, mettendo avanti dei proclami ideologici del direttore della IAEA che purtroppo non è un El Baradei, ma un amico del “carota”. Gli Iraniani facevano notare che nei rapporti ufficiali degli ispettori IAEA non c’erano dati che giustificassero tutto il cancan di Trump, che però quando va in fissa, difficile farlo ragionare. Ma pian piano si sarebbe arrivati a un accordo.
3) La IAEA è fatta apposta per quei controlli: dato che abbiamo “convinto” gli iraniani a firmare il Protocollo Aggiuntivo del TNP, ha potere di intromissione totale nel nucleare iraniano: ispezioni a sorpresa, controlli distruttivi, etc. sappiamo davvero tutto, anche quante volte vanno al bagno.
4) In 80 anni, la tecnologia nucleare bellica ha fatto molti passi avanti, bimbi belli, non si parla più di “bombe atomiche” come ai tempi di Oppenheimer, ma di ordigni come minimo a tre stadi fusione-fissione-fusione termonucleare. La “bomba atomica” vecchio stile è solo più un innesco per le moderne bombe. E per queste, NON SERVE una bomba all’Uranio, ma al Plutonio weapons-grade a implosione: parlando come al tempo dei nonni, qualcosa di simile al Fat Man caduto su Nagasaki.
5) Quindi, tutte queste beghe sull’arricchimento dell’uranio sono senza senso, oggi la strada per dotarsi di un’arma termonucleare non passa più attraverso l’Uranio arricchito, ma attraverso il Plutonio: ln Iran in questo momento non c’è un grammo di Plutonio weapons-grade. I controlli sono così stretti che li teniamo letteralmente per le palle. Certamente, uno può in teoria pensare ancora a fabbricare una bomba all’uranio arricchito al 90% come Little Boy: è un vicolo cieco e da 70 anni non le fa più nessuno, però è sempre una atomica. L’Iran è lontanissimo da questo. Piccolo partitolare: 90% è l’arricchimento richiesto, la disputa USA-Iran riguardava se loro avessero superato il limite imposto dal JPCOA, intorno al 3,5%. Si noti che il JPCOA del 2015, per il quale si son sudate sette camicie, è stato denunciato proprio dagli USA. I quali per metterla in caciara hanno addirittura chiesto che l’Iran NON arricchisse più l’Uranio. Al che gli iraniani han chiesto: e i nostri reattori con cosa li facciamo funzionare? A brillantina?
6) Israele, che di punto in bianco si sostituisce alla IAEA e al TNP, al diritto internazionale a suon di bombe, sa bene queste cose. E comunque da che pulpito: Israele non ha mai sottoscritto il TNP (gli altri stati-canaglia come loro si contano sulle dita di una mano) perché “non vuole controlli” per “motivi di sicurezza“. Ed ha circa 150 ordigni termonucleari “mai dichiarati” e pronti all’uso.
7) La Russia, la Cina, la DPRK non aiuteranno mai l’Iran fornendo loro assistenza per sviluppare atomiche o addirittura dandogliele “chiavi in mano”; verrebbero beccate ALL’ISTANTE e sarebbero guai serissimi.
8 ) Anche se le installazioni nucleari iraniane sono state bombardate, non si tratta di esplosioni atomiche, ma di contaminazioni radioattive localizzate che sono davvero un piccolo problema rispetto a questo enorme casino.
Mi fermo qui.
Qualche volta sogno di aprire la TV e ascoltare un giornalista o un politico fare su questi argomenti un discorso sensato e privo di minchiate da ignoranti.
Esempio *per assurdo* di discorso “sionista”: “beh Israele vuole l’egemonia nell’area, è una potenza nucleare bellica, non tollera l’Iran, e ha deciso – vista l’impunità di cui gode, specie ultimamente – di infliggergli un’umiliazione cosmica, colpirlo nel loro punto di orgoglio, il loro programma nucleare. Che non è un pericolo: ma è dove abbiamo potuto dar loro una bella ridimensionata. Questo può portare all’escalation e alla guerra? Eccoci, siamo qua pronti. Siete solo chiacchiere e distintivo: chiunque ci dà un minimo fastidio, lo attacchiamo e lo facciamo a pezzi“.
Ecco. Nessun “erano a due settimane dall’aver la bomba“, “ci sentivamo minacciati“, “bombardiamo per la liberazione delle donne“…
Basta castronerie!
* docente di Radiation Protection, Tecnologie Nucleari, Storia dell’energia, Centrali nucleari al Politecnico di Torino, più volte componente delle missioni Onu di verifica del rispetto dei trattati di non proliferazione nucleare, indicato nella cinquina finale dei candidati al Premio Nobel per la Fisica nel 2015.

Valle di Tashyaran - Usak - Turchia.

 

Una serie di canyon e chine piene d'acqua su entrambi i lati formano un'oasi con acque turchesi situata tra formazioni rocciose di arenaria ad alta quota,
Valle di Tashyaran - Usak
La Valle di Ta şyaran sull'autostrada U şak-Izmir che dista circa 45 km dal centro della città; si è formata a seguito di acqua, vento e movimenti tettonici. Le rocce che ricoprono la valle di diversi colori partendo da terra sembrano la tavolozza di colori di un pittore.