Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 31 luglio 2025
RUSSOFOBI COL BRONCIO. - Marco Travaglio
mercoledì 30 luglio 2025
Glioblastoma, nuova terapia sperimentale.
Tre pazienti con glioblastoma, uno dei tumori cerebrali più letali che esistano. Una nuova terapia sperimentale. E risultati che hanno lasciato tutti a bocca aperta.
Sentite un po' questa storia dal Mass General Cancer Center. Il glioblastoma è roba seria: sopravvivenza media di appena 15 mesi. Ma questi ricercatori hanno provato qualcosa di rivoluzionario.
Hanno preso le cellule immunitarie dei pazienti, le hanno riprogrammate come soldati speciali contro il tumore, e le hanno iniettate direttamente nel cervello. Non nel sangue, direttamente dove serve. La terapia si chiama CARv3-TEAM-E e combina due strategie: cellule che riconoscono due bersagli diversi sul tumore, più molecole che chiamano rinforzi dal sistema immunitario.
I risultati? Incredibili. In pochi giorni dal trattamento, tutti e tre i pazienti hanno mostrato una drastica riduzione del tumore. Uno di loro ha avuto una regressione quasi completa.
Ma ecco il colpo di scena: dopo alcuni mesi, il tumore è tornato a crescere in tutti i pazienti.
Diciamoci la verità, non è ancora la cura definitiva. Ma vedere un tumore cerebrale letale ridursi così rapidamente è un segnale che siamo sulla strada giusta. I ricercatori ora stanno studiando come prolungare questi effetti.
La scienza non si ferma mai, e questa è solo l'inizio di qualcosa che potrebbe cambiare tutto.
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Un 38enne recupera la vista grazie a una terapia genica: primo caso al mondo a Napoli.
Un uomo affetto da sindrome di Usher torna a vedere dopo un intervento sperimentale alla Clinica Oculistica della Vanvitelli. È il primo paziente trattato con una terapia genica a doppio vettore sviluppata dal TIGEM.
Raggiunto un traguardo senza precedenti per la medicina italiana, un paziente affetto da una rara malattia genetica ha recuperato la vista grazie a una nuova terapia sperimentale. Il trattamento, realizzato presso la Clinica Oculistica dell'Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli", ha restituito la vista a un uomo di 38 anni colpito dalla sindrome di Usher di tipo 1B. Si tratta del primo caso al mondo in cui una terapia genica a doppio vettore si è dimostrata clinicamente efficace per combattere una patologia oculare ereditaria. Il protocollo è stato sviluppato dal TIGEM (Istituto Telethon di Genetica e Medicina), e i risultati fanno di Napoli il primo centro internazionale ad aver avviato il trattamento su pazienti reali.
Cosa sono le terapie geniche e come funzionano
Le terapie geniche mirano a correggere mutazioni
genetiche alla base di numerose malattie rare, trasferendo all'interno delle
cellule versioni corrette dei geni difettosi. Si utilizzano vettori virali
modificati, capaci di trasportare il materiale genetico terapeutico là dove
serve, senza provocare infezioni. Questo approccio può ripristinare la
funzionalità cellulare, ridurre i sintomi o, in alcuni casi, riportare alla
normalità funzioni perse. Finora la terapia genica era impiegata con successo
in alcune malattie del sangue e immunodeficienze. Nel campo oculistico, i
progressi sono più recenti, ma promettenti.
Cos'è la sindrome di Usher di tipo 1B
La sindrome di Usher è una
malattia genetica rara che combina sordità congenita e perdita progressiva
della vista. Il tipo 1B è una delle forme più gravi: si manifesta con sordità
alla nascita, alterazioni dell'equilibrio e, entro i primi dieci anni di vita,
con una retinite pigmentosa che compromette la vista fino alla cecità. La causa
è una mutazione del gene MYO7A, coinvolto nella produzione di una proteina
fondamentale per la funzione dei fotorecettori della retina. Attualmente, non
esistono terapie risolutive per la componente visiva della malattia, il che
rende ogni avanzamento terapeutico una svolta cruciale per i pazienti.
La terapia sperimentale: come funziona il doppio
vettore
La terapia adottata per la
sindrome di Usher di tipo 1B è basata su un sistema "a doppio
vettore", una tecnica all'avanguardia che supera uno dei limiti principali
della terapia genica: la capienza dei vettori virali. Il gene coinvolto nella
patologia, MYO7A, è infatti troppo grande per essere contenuto in un singolo
vettore. Il team guidato da Francesca Simonelli ha
risolto il problema dividendo il gene in due porzioni trasportate da due
distinti vettori, iniettati sotto la retina. Una volta all'interno delle
cellule, le due metà si ricompongono per produrre la proteina mancante. Il
trattamento è stato ben tollerato e ha dimostrato i primi effetti positivi già
a pochi giorni dall'intervento.
Il primo paziente e il ritorno alla vista
Il protagonista di questo
risultato è un uomo di 38 anni, affetto fin dalla nascita da sordità e da una
progressiva perdita della vista. Prima dell'intervento, riusciva a vedere solo
ombre indistinte. Oggi riconosce volti, legge sottotitoli da lontano, si muove
autonomamente anche in ambienti scarsamente illuminati. "Non è solo vedere
meglio: è iniziare a vivere", ha dichiarato l'uomo, il primo al mondo a
essere sottoposto a questa nuova terapia. A un anno dal trattamento, eseguito
nel luglio 2024, non è più ipovedente e ha recuperato gran parte del campo
visivo.
I numeri dello studio LUCE-1 e i risultati sugli altri
pazienti
Il caso rientra nello studio
internazionale LUCE-1, avviato nel centro partenopeo in collaborazione con
istituti di Londra. Finora, oltre al primo paziente, altri sette sono stati
trattati tra ottobre 2024 e aprile 2025. Le prime somministrazioni hanno usato
dosi basse e intermedie della terapia, dimostrando un buon profilo di
sicurezza: nessun evento avverso serio, e infiammazioni oculari risolte con
terapia corticosteroidea. A breve si passerà a testare un terzo dosaggio su
altri sette pazienti. L'obiettivo è dimostrare l'efficacia e la riproducibilità
del metodo anche su più ampia scala.
Cos'è il TIGEM e perché è centrale nella ricerca
Il TIGEM, Istituto Telethon di Genetica e Medicina, con sede a
Pozzuoli, è uno dei centri di ricerca più avanzati d'Europa nel campo delle
malattie genetiche rare. Fondato dalla Fondazione Telethon,
è guidato dal genetista Alberto Auricchio, ed è anche il nucleo da cui è nata
AAVantgarde Bio, azienda che sponsorizza lo studio LUCE-1. Il TIGEM ha messo a
punto la piattaforma tecnologica che consente di utilizzare vettori doppi per
geni troppo grandi, una frontiera della terapia genica che amplia le
possibilità di trattamento per molte patologie finora irrisolvibili.
Un traguardo per la ricerca genetica italiana
Il risultato ottenuto a
Napoli è stato celebrato anche dalle istituzioni. "Questo traguardo
descrive l'eccellenza della ricerca pubblica italiana e la sua capacità di
trasformare visione e dedizione in progresso reale per il Paese", ha dichiarato
Maria Rosaria Campitiello, del Ministero della Salute. Il rettore Gianfranco
Nicoletti ha sottolineato l'importanza del ruolo dell'Università Vanvitelli
nella sperimentazione clinica, riconoscendo l'impegno della professoressa
Simonelli e del suo team. La ricerca pubblica, supportata anche dai fondi del
PNRR, dimostra di essere in prima linea per offrire risposte concrete ai
pazienti.
La sperimentazione non si ferma. I prossimi pazienti arruolati riceveranno dosaggi differenti per testare ulteriormente efficacia e durata del trattamento. Gli studiosi confidano che l'approccio a doppio vettore possa essere esteso ad altre malattie oculari ereditarie legate a geni troppo grandi per i vettori tradizionali. Se i risultati saranno confermati, si aprirà una nuova stagione nella medicina oculistica, con trattamenti personalizzati capaci di restituire funzioni vitali a chi pensava di averle perse per sempre. Napoli, ancora una volta, si conferma laboratorio d'innovazione al servizio della salute.
Chrysomallon squamiferum o gasteropode dalle zampe squamose.
Nelle profondità dell'oceano Indiano, a circa 2.700 metri sotto la superficie, vive una creatura che sembra uscita dalla fantascienza: la lumaca del vulcano, conosciuta anche come Chrysomallon squamiferum o gasteropode dalle zampe squamose.
Questo straordinario animale, scoperto nel 2001, è l'unica creatura vivente nota in grado di sviluppare naturalmente un'armatura metallica.
La lumaca del vulcano vive esclusivamente in tre aree con sorgenti idrotermali sottomarine, un ambiente estremo caratterizzato da acqua bollente, alta acidità e abbondanza di metalli pesanti. Lontano dall'essere un ostacolo, queste condizioni ostili vengono sfruttate dalla lumaca per rafforzare la sua straordinaria armatura.
Ciò che rende veramente unico questo gasteropode è il suo guscio, composto da tre strati. Lo strato esterno è formato da solfuri di ferro, principalmente pirite e greigite, conferendo proprietà magnetiche. Questa caratteristica è così pronunciata che la lumaca può aderire agli imani, un fenomeno senza precedenti nel regno animale.
Ma le sorprese non finiscono qui. Il piede della lumaca, normalmente una parte morbida e vulnerabile in altri molluschi, è coperto da centinaia di migliaia di scaglie metalliche. Queste scaglie, anch'esse composte di solfuri di ferro, formano una sorta di cotta di maglia naturale che fornisce ulteriore protezione.
La struttura di questa armatura naturale ha attirato l'attenzione di scienziati e ingegneri, che vedono in essa un potenziale modello per lo sviluppo di nuovi materiali di protezione. La combinazione di durezza e flessibilità offerta potrebbe ispirare il design di armature più efficienti per uso militare o civile.
Oltre alla sua impressionante difesa, la lumaca del vulcano presenta altre affascinanti adattamenti. Non ha bisogno di nutrirsi nel modo convenzionale, dato che ospita batteri simbiotici in un sacco collegato al suo esofago. Questi batteri effettuano chemiosintesi, ossidando lo zolfo presente nell'ambiente per produrre energia, permettendo alla lumaca di sopravvivere in un ecosistema dove la luce solare non penetra.
La scoperta e lo studio di questa creatura unica ci ricordano l'incredibile capacità di adattamento della vita sul nostro pianeta. La lumaca del vulcano non solo riesce a sopravvivere in un ambiente che sarebbe letale per la maggior parte degli organismi, ma ha evoluto la capacità di sfruttare queste condizioni estreme a suo vantaggio, sviluppando un'armatura che la rende un vero guerriero delle profondità marine.
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La favola di Robin Hood, in Italia. - Giancarlo Selmi
martedì 29 luglio 2025
Sandro Pertini sulla situazione tra Israele e Palestina (1981) #ilcapita...
sabato 26 luglio 2025
Il buco nero degli aiuti all’Ucraina. - Antonio Pitoni
Una pioggia di miliardi su Kiev. Che malgrado i casi di malversazione ha limitato l’autonomia delle agenzie anti-corruzione. Tra le proteste.
Tenete a mente questo numero: 164,8 miliardi di euro. È la cifra monstre che “dall’inizio della guerra di aggressione, l’Ue e i suoi stati membri hanno fornito… a sostegno dell’Ucraina e della sua popolazione”. Campeggia in bella vista sul sito del Consiglio europeo/Consiglio dell’Unione europea, “fermamente al fianco” dell’ex Repubblica sovietica “e della sua popolazione”. Il 65% di questa cifra è stato devoluto al governo di Kiev sotto forma di sovvenzioni o sostegni in natura. Il 35% è rappresentato da prestiti. Una pioggia di denaro a cui si aggiungono circa 120 miliardi di dollari di aiuti dagli Usa. Senza contare i “circa 210 miliardi di euro di beni della Banca centrale di Russia nell’Ue”, bloccati con il terzo pacchetto di sanzioni a Mosca del 20 febbraio 2022, a quattro giorni dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina.
Mazzette di Stato
Ora segnatevi questa data: 24 gennaio 2023. È l’inizio di uno scandalo, dettagliatamente ricostruito due giorni dopo dal Daily Focus dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), che dà il via a Kiev ad una raffica di dimissioni. Tra le quali quelle del numero due della segreteria del presidente Volodymyr Zelensky, come riportato dal Washington Post, quattro vice ministri, cinque governatori regionali e un assessore. Nella lista c’è pure il vice ministro delle Infrastrutture, arrestato dalla polizia anti-corruzione ucraina, mentre intascava una tangente da 350mila dollari sugli appalti per la fornitura di generatori elettrici. Ma non è tutto. Dopo un’inchiesta del giornale ZerkaloNedeli, anche il vice ministro della Difesa è stato costretto alle dimissioni per il sospetto che il prezzo di 326 milioni di euro per l’acquisto di generi alimentari destinati ai soldati fosse stato gonfiato per pagare tangenti. Un esempio? Un uovo, che nei supermercati ucraini costava all’epoca dei fatti, 7 grivnia (l’equivalente di 18 centesimi di euro) era stato comprato a 17. E neppure la difesa del ministero, secondo cui si sarebbe trattato di un mero errore di trascrizione, è servita a salvargli la poltrona.
Pessimi segnali
Quindi, ricapitolando, mentre da Stati Uniti e Ue scorreva già un fiume di denaro per sostenere la causa ucraina, un plotone di funzionari e politici veniva travolto da un vorticoso giro di presunte tangenti che non avrebbero risparmiato neppure i fondi destinati a finanziare la stoica resistenza ucraina contro l’invasore russo. Non c’è da sorprendersi più di tanto. Nell’ultima classifica di Transparency International, del resto, l’Ucraina figura tra i Paesi messi peggio in tema di corruzione (105esimo posto su 180). “Il paese (l’Ucraina, ndr), dipende dagli aiuti internazionali, e un fallimento nei meccanismi di controllo di questo enorme flusso di denaro metterebbe a rischio la sua sopravvivenza stessa – scriveva Kateryna Pishchikova (Ispi Associate Research Fellow) commentando i casi di malversazione scoperti nel 2023 -. Fortunatamente, sembra che il lavoro dei giornalisti e le riforme implementate dal 2014 dietro richiesta dell’Unione Europea stiano dando i primi frutti. Alcuni dei casi di corruzione di questi giorni sono infatti emersi grazie al lavoro del Bureau Nazionale Anticorruzione, dei procuratori, dell’Agenzia Nazionale di Prevenzione e dei media”.
Colpo di Spugna
Segnali incoraggianti, insomma, arrivati al capolinea nelle ultime ore. Martedì scorso il Parlamento ucraino ha approvato a larga maggioranza una legge che cancella l’indipendenza delle istituzioni anticorruzione del Paese. Un provvedimento, già firmato dal presidente Zelensky, che ha scatenato proteste di piazza in diverse città. Che ne pensano a Bruxelles i sostenitori della candidatura dell’Ucraina all’adesione alla Ue? Di certo in Russia non hanno perso tempo per infilare il dito nella piaga, cavalcando la notizia. “È ovvio che una parte significativa del denaro ricevuto dall’Ucraina sia stata rubata – ha detto Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin -. Il Paese è pieno di corruzione. Ciò significa che il denaro dei contribuenti americani ed europei è stato, in larga misura, rubato in Ucraina, e può essere affermato con un elevato grado di certezza”.
Grana Ue
Accuse pesanti che, almeno per ora, dall’Unione europea non vengono minimamente avallate. Sebbene il caos generato dalla legge che rischia di allontanare l’Ucraina dall’adesione all’Ue non è certo passato inosservato. “Lo smantellamento delle principali garanzie a tutela dell’indipendenza della Nabu rappresenta un grave passo indietro – ha detto la commissaria per l’Allargamento, Marta Kos -. Organismi indipendenti come Nabu e Sapo (le due agenzie anticorruzione colpite dalla legge, ndr) sono essenziali per il percorso dell’Ucraina verso l’Ue. Lo Stato di diritto rimane al centro dei negoziati di adesione”. Concetto ribadito pure da Ursula von der Leyen. Parole chiare che ora però aspettano i fatti. Continuerà l’Europa ad alimentare la vorace macchina bellica ucraina anche a rischio che, senza controlli indipendenti, parte dei miliardi dei contribuenti finiscano per gonfiare le tasche di burocrati e funzionari corrotti? Si accettano scommesse.
https://www.lanotiziagiornale.it/editoriale/il-buco-nero-degli-aiuti-allucraina/