Miseramente fallito come presidente di Regione, Artiglio Fontana diventa editorialista del Corriere, diretto dal suo omonimo Luciano Fontana, che anziché correre all’anagrafe per cambiare cognome gli pubblica una lettera in cima alla pagina dei commenti. Spazio ben meritato, viste l’autorevolezza del mittente e l’acutezza dell’analisi. L’incipit è folgorante: “Caro direttore, il Covid ha cambiato il mondo”. Perbacco. “Ha stravolto il nostro modo di vivere”, tipo quando rischiò di strozzarsi con una mascherina. “Bisogna immaginare la Lombardia e l’Italia del domani”, dal che si deduce che la Lombardia non è in Italia (infatti lui i soldi li aveva alle Bahamas e i conti in Svizzera). “Sarà dura per tutti quando finiranno le misure che vietano i licenziamenti”: tipo il suo e quello di Gallera, peraltro già consentiti. “Occorre mettere mano alla legislazione dei contratti e degli appalti”, perché ora “servono tre anni solo per aggiudicare un’opera” (ma per suo cognato bastano un paio di giorni). Sennò addio “opere per le Olimpiadi Invernali del 2026”: e questo, visto che mancano 6 anni, più che mettere mano alle leggi, è mettere le mani avanti.
E la sua Regione? Possono definirla “pasticciona” e parlare di “disastro Lombardia” sulla sanità solo “commentatori distratti o faziosi”, incapaci di accorgersi che “il sistema ha retto”. Infatti, anche grazie alle mancate zone rosse e all’ordinanza che mandava gl’infetti nelle Rsa, ha sterminato 25mila persone (un terzo dei morti di tutta Italia, che sarebbe sotto la media europea se i morti lombardi fossero nella media nazionale). Ma l’editorialista Fontana, anziché scusarsi, dimettersi e andare a nascondersi, avverte: “Non siamo disposti a mettere in discussione il principio di libera scelta dell’individuo di farsi curare dove vuole a carico del sistema sanitario”: lo Stato paga e i privati intascano. Segue minaccia terrificante sul Recovery: ”Le Regioni devono giocare un ruolo da protagonista (sic, ndr)”: così pure quello finisce come i vaccini e le Rsa. Bisogna “lasciarle più libere” (di fare altri danni). Così alla fine gli sgovernatori potranno “essere premiati o puniti dai cittadini” (un chiaro tentativo di suicidio). Il crescendo fontaniano tocca l’acme con una perla di cultura: “Siamo chiamati a scorgere l’alba dentro l’imbrunire”. Citazione a cazzo da Prospettiva Nevskij di Battiato, che non meritava lo sfregio. Noi avremmo optato per “Quante squallide figure che attraversano il Paese, com’è misera la vita negli abusi di potere”. O “Povera patria, schiacciata dagli abusi del potere di gente infame che non sa cos’è il pudore”. O meglio: “E perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti?”.
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