sabato 15 maggio 2021

Professione pericolo. - Marco Travaglio

 

Le motivazioni della condanna di Chiara Appendino a 18 mesi per la disgrazia di piazza San Carlo confermano tre impressioni che avevamo avuto a caldo. 

1) L’apprezzamento perché la sindaca non dice una parola contro il giudice (qualunque altro politico tirerebbe in ballo Palamara, che ormai si porta su tutto, e ora pure Amara). 

2) Lo sconcerto per il fatto stesso che sia stata processata, e per giunta condannata per disastro, omicidio e lesioni colpose, pur avendo adottato tutte le misure di sicurezza in un evento organizzato – come sempre in questi casi – da una società ad hoc. 

3) Il timore che, letta una simile sentenza, nessuno in Italia voglia più fare il sindaco o che, se qualcuno lo fa, proibisca qualunque evento di piazza, fosse anche una sagra di paese o una festa rionale. Quella sera del 3 giugno 2017, durante la proiezione in piazza di Juve-Real Madrid, una banda di rapinatori armati di spray al peperoncino scatenò un falso allarme bomba, un’ondata di panico e un fuggifuggi che provocò la morte di due donne e il ferimento di centinaia di tifosi, caduti o calpestati su un tappeto di vetri rotti (le bottiglie di birra che incredibilmente la polizia aveva lasciato vendere nella piazza transennata, dopo aver perquisito a uno a uno i tifosi). Il tipico evento imprevedibile, aggravato dalle colpe di chi gestiva l’ordine pubblico.

Invece il giudice fa di tutta l’erba un fascio: la sindaca fu “frettolosa, imprudente e negligente” (ma il transennamento e il filtraggio della piazza e la proiezione in un altro spazio, il Parco Dora, per alleggerire l’afflusso dicono l’opposto). Motivo? “È prevedibile che in un assembramento di migliaia di persone… possa accadere un qualunque avvenimento, naturalistico o antropico, atto a innescare una prima scintilla di panico”: “petardo, rissa, grido d’allarme per scherzo, infiltrazione di terroristi o squilibrati”. Siccome tutto ciò può accadere anche allo stadio, alle feste di quartiere, alle sagre patronali, ai concerti al palasport o all’aperto, nelle arene estive, nelle discoteche, se la sentenza diventasse definitiva nessun sindaco autorizzerebbe più nulla per non rischiare la galera. Quindi si spera che venga rivista in appello, assegnando a ciascun imputato le sue responsabilità personali, e non vaghe colpe “oggettive”. Nell’attesa, il M5S dovrebbe cogliere l’occasione dell’arrivo di Conte per metter mano al Codice etico. Giusto l’automatismo tra condanne e dimissioni per reati dolosi e gravi. Per il resto, l’ultima parola va a un collegio di probiviri: se i fatti non sono incompatibili con cariche pubbliche, niente dimissioni neppure in caso di condanna definitiva; se invece i fatti sono infamanti, fuori subito anche con un semplice avviso di garanzia.

IlFQ

venerdì 14 maggio 2021

Grazie a tutti. - Luciano Scanzi

 

Sono abili, confondono le idee, ci spacciano la merda per finissima cioccolata. E noi abbiamo i neuroni rattrappiti da un devastante e perenne lockdown mentale, che rende quello dovuto alla pandemia una piccola pausa di riflessione.

Ci fregano facile. Ci fregano sempre. Ne compriamo a barattoli.
Certo, la mia è una visione di parte, essendo io ignorante, grillino, populista, qualunquista, massimalista, giustizialista e ovviamente comunista di merda, perciò vale quello che vale. Ma voi andate oltre, fate finta che da qui in avanti a scrivere sia uno intelligente, democratico e obiettivo come per esempio… sì insomma tipo… che somigli a… va be’, fate finta e basta.
Pd e 5s hanno contribuito a formare il governo del federisarcatuttinabarca, voluto da un Presidente troppo di parte, sostenuto da confindustria, appoggiato dalle banche e presieduto da una sorta di epica divinità evocata come un messia da quasi tutti i media.
Questo dopo che il precedente era stato eliminato da un killer, e per ogni killer c’è un mandante, come previsto dal piano segreto noto con il nome in codice “togliersi di culo Conte e i 5S”.
Ora, non potendo chiamare questo nuovo esecutivo “God and the New Providence” perché pareva troppo anche a loro, l’hanno chiamato “Governo dei migliori”, così, per complimentarsi un po’, però con sobrietà.
Costoro hanno proseguito il percorso già tracciato da quelli di prima, e questa è stata la sola cosa giusta, ma l’hanno fatto peggio e hanno farcito il tutto impreziosendolo con piccole gemme lucenti, tipo il ripristino dei vitalizi per il celeste, a ribadire la vocazione mistica, nuovi condoni, abolizione del salario minimo, braccino corto sulla Sanità, i viaggi della Serbelloni Mazzanti, di nuovo ‘sto cazzo di Ponte sullo Stretto, i silenzi complici su durigon e renzi, e soprattutto quello che ancora non sappiamo, o dovrà succedere quando si aprirà il barattolo della marmellata.
Però fanno tutto questo per noi, per renderci meno traumatico il passaggio quando al governo andrà la destra più becera e pericolosa, che nel frattempo sta acquattata nell’ombra e aumenta il proprio consenso fingendo un’opposizione che non fa.
Un po' come quando il mio urologo, per curarmi le ragadi, mi segnò una serie di supposte graduate, da piccola a enorme, che dovevo mettermi via via aumentando la misura, e io mi tenni le ragadi.
In attesa che succeda e che mi ritrovi la meloni presidentessa del consiglio, con le altre due grazie a corredo, vorrei ringraziare tutti per questo grandissimo risultato.
Grazie a letta e al suo pd, fonti imperiture di vuoto cosmico, eredi di una tradizione di delusioni inenarrabili che si tramanda ormai da decenni, ideologi dell’assenza più dannosa e colpevole rispetto ai bisogni delle persone che dovrebbero rappresentare; e grazie ai 5S, che, con audacia e sprezzo del periglio, si stanno consegnando al martirio e quindi alla leggenda in nome di non si sa cosa, o forse si sa fin troppo bene.
Entrambi, in questo governo contano meno di Ringo Starr nelle canzoni dei Beatles e di quell’altro negli 883.
Grazie ai media, agli opinionisti, ai salottieri mentani, agli intell… va be’, davvero un bel risultato quello del partito unico, dalle prospettive entusiasmanti.
E grazie a quei miei connazionali che appena si è parlato di riaperture hanno festeggiato inondando i social di selfie dove inneggiavano alla libertà brandendo uno spritz.
Grazie a tutti.
Io però ho un’altra idea di libertà.

Orso Grigio, blog

Gli inutili idioti. - Marco Travaglio

 

Appena nacque il governo Draghi, M5S, Pd e Leu annunciarono un intergruppo parlamentare per affrontare compatti la sfida ai neoalleati forzati di centro-destra (Lega, FI, Iv e altri centrini sfusi). Poi, siccome era un’ottima idea, la lasciarono cadere. Risultato: i forzaleghisti fanno il bello e il cattivo tempo, ottenendo da Draghi quasi tutto quel che vogliono. Le teste di Arcuri, di Borrelli, di metà dei membri del Comitato tecnico-scientifico. Poi le riaperture premature il 26 aprile all’insaputa del nuovo Cts. E l’altroieri il licenziamento del capo del Dis, generale Vecchione. Pezzo per pezzo si sta smontando l’esperienza giallo-rosa, come se la maggioranza di Draghi potesse esistere senza M5S, Pd e Leu. La domanda è semplice: quousque tandem subiranno in silenzio? Che aspettano a coordinarsi in un intergruppo che restituisca loro un’influenza sul governo pari al peso parlamentare? Il caso 007 è emblematico: nessuno discute le capacità della nuova direttora Belloni, beatificata dai soffietti dei giornaloni come estranea alla politica, come se non navigasse alla Farnesina nel sistema dei partiti dalla notte dei tempi e l’avesse portata la cicogna. La verità la conoscono tutti: Vecchione ha l’unica colpa di essere stato nominato da Conte, dunque dava noia ai due Matteo. Infatti è l’unico a saltare, senza uno straccio di spiegazione, mentre i capi di Aise e Aisi, trasversalmente protetti, restano. E resta incredibilmente pure il caporeparto del Dis Mancini, malgrado l’incontro carbonaro con l’Innominabile, o forse proprio per quello.

La situazione è aggravata da due fatti. 

1) Draghi ha affidato la delega dei Servizi a Gabrielli, tutt’altro che neutrale nella partita, essendo stato il capo del Sisde e dell’Aisi e avendo ricevuto incarichi tanto da destra e da sinistra (altro che estraneo alla politica). 

2) Il presidente del Copasir, che per legge dev’essere dell’opposizione e va preventivamente consultato sulle nomine degli 007, è il leghista Volpi, esponente della maggioranza. Così, sul nuovo capo del Dis, il premier e Gabrielli hanno consultato un alleato del loro governo, ovviamente favorevole.

Tutto in famiglia. E su queste vergogne non s’è levata una sola voce di protesta. Così come quando Draghi ha glissato in Parlamento sul sottosegretario leghista al Mef Durigon, che non dovrebbe restare al suo posto un minuto di più dopo aver detto che l’ufficiale della Guardia di Finanza che indaga sulla Lega “l’abbiamo messo noi” (la Gdf dipende dal Mef). Resta da capire quale sia la funzione di M5S, Pd e Leu, le tre forze maggioritarie che sostengono Draghi: a parte quella degli (in)utili idioti che tacciono e acconsentono, ingoiano e votano tutto.

IlFQ

Navigator, previsti 11.600 posti nei centri per l'impiego dopo il 2021. - Giorgio Pogliotti

 

I 2.549 navigator di Anpal possono ora puntare a un posto fisso negli stessi centri per l’impiego dove operano dall’estate del 2019 da precari.

I punti chiave

I 2.549 navigator di Anpal servizi hanno ottenuto una proroga del contratto di collaborazione fino a fine anno, ma nel futuro di molti di loro c’è un posto fisso negli stessi centri per l’impiego dove operano dall’estate del 2019 da precari. Sono giovani (età media 35 anni, in prevalenza donne), tutti in possesso di laurea (prevale giurisprudenza), non stupisce che in molti si stiano candidando per gli 11.600 posti banditi dalle regioni nei centri l’impiego.

Navigator versus dipendenti delle regioni.

La loro vicenda sin dall’inizio è stata accompagnata da polemiche. In origine i navigator erano 2.980, ma il loro ingresso nei centri per l’impiego è stato oggetto di un lungo braccio di ferro con le regioni che non vedevano di buon occhio la presenza nelle loro strutture di dipendenti di altre amministrazioni, così si è trovata la soluzione “ibrida”; possono svolgere l’attività diretta o in affiancamento al dipendente del centro per l’impiego, sempre d’intesa con il responsabile dei Cpi. «Erano un tentativo di costruire un sistema parallelo ai Cpi senza avere strutture e competenze, vista la competenza delle regioni in materia - sostiene Maurizio Del Conte ordinario di diritto del lavoro alla Bocconi di Milano -. I navigator andrebbero impegnati non solo per i percettori del reddito di cittadinanza, ma per tutta la rete di politiche attive».

Pochi i dati sull’attività svolta dai navigator.

Non esiste un quadro aggiornato delle attività dei navigator, o dei risultati che hanno conseguito nei Cpi. L’ultimo report ufficiale di Anpal risale a ottobre 2020. Il presidente Mimmo Parisi - in uscita a breve, prima della scadenza del contratto (febbraio 2021) su istanza del ministro del Lavoro Andrea Orlando, che intende commissariare l’Agenzia in previsione di un cambio di governance - ha annunciato che prima di andar via farà uscire i dati. Ma la conoscenza di questi dati non dovrebbe essere lasciata alla discrezionalità dei vertici.

Tuttavia un documento interno, ancora non pubblicato, contiene la fotografia al 31 gennaio: da settembre 2019 i navigator hanno supportato gli operatori dei Cpi nell’accoglienza dei beneficiari di RdC, tramite 994.981 convocazioni o colloqui realizzati (37.068 a gennaio), nell’attività di “presa in carico” di 469.578 beneficiari del RdC per la stipula del Patto per il Lavoro; nelle regioni che autorizzano i Navigator ad operare direttamente, hanno seguito 228.484 piani personalizzati di accompagnamento al lavoro, ne hanno monitorati 156.980 e hanno svolto attività di verifica dell’attuazione delle azioni previste dai Piani con 739.764 contatti con i beneficiari. Complessivamente hanno reso disponibili ai beneficiari RdC 429.984 tra vacancies, opportunità formative o orientative.

Il sistema informativo di Anpal non è mai decollato.

Il problema è che i navigator sono solo un tassello di un sistema che non è mai decollato, la cosiddetta seconda gamba del reddito di cittadinanza, ovvero le politiche attive del lavoro. Al 31 ottobre 2020 i beneficiari del reddito di cittadinanza (RdC) occupabili erano 1.369.779, di questi in 352.068 hanno avuto almeno un rapporto di lavoro successivo alla domanda, ma alla stessa data i rapporti di lavoro ancora attivi erano 192.851. Del resto, anche guardando oltre il Rdc è tutto il sistema informativo unitario di Anpal a non essere mai decollato, l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro per cittadini, aziende e operatori con il portale MyAnpal fa registrare numeri assai bassi (22mila rapporti di lavoro avviati dal 1 gennaio 2020).

Lenzi (navigator): «Spesso mancano competenze digitali».

«Da luglio del 2019 ho seguito oltre 200 percettori del Rdc - racconta Antonio Lenzi (42 anni), navigator, laurea con 110 e lode in scienze politiche e dottorato, portavoce di Anna (associazione di navigator) -. Con le persone convocate nei Cpi facciamo più colloqui, per spiegare come funziona il percorso di attivazione, vagliare le carenze formative. Spesso abbiamo in carico ultracinquantenni con bassa scolarizzazione, competenze digitali quasi nulle, carriere discontinue e bassa qualificazione professionale. Costruire con loro un piano personalizzato non è semplice. In molti casi hanno spesso bisogno di formarsi, di avere cognizioni informatiche di base per potersi ricollocare. Monitoriamo se si sono attivati nella ricerca di un posto disponibile e se c’è una posizione aperta li prepariamo al colloquio di lavoro. La soddisfazione più grande è aver convinto dei giovani a completare gli studi».

Verso il concorso per il posto fisso.

Per il futuro? «Ho superato la prova di preselezione per un posto nel centro per l’impiego - aggiunge Lenzi -, qui in Lombardia a fine mese c’è il concorso». Le posizioni nei Cpi riguardano spesso profili amministrativi, perchè buona parte dell’attività dei dipendenti è per sbrogliare pratiche burocratiche. «Serve una revisione complessiva della rete di 550 centri per l’impiego - aggiunge Del Conte -. Si parla molto delle 11.600 assunzioni, ma il problema non è solo quantitativo, è anche qualitativo. La riforma va fatta d’accordo con le regioni, per costruire un modello di centri ad assetto variabile, con una griglia di servizi di base che assicuri gli stessi tempi e le stesse modalità di erogazione delle prestazioni su tutto il territorio».

IlSole24Ore

Copasir chiede a Draghi ispezione sulla vicenda Renzi-Mancini.

 

La decisione del Comitato risale alla seduta di martedì scorso dopo l'audizione del direttore del Dis Gennaro Vecchione.

L'Ufficio di presidenza del Copasir ha deciso di chiedere al presidente del Consiglio Mario Draghi l'attivazione di un'inchiesta interna sul caso dell'incontro tra il segretario di Iv Matteo Renzi ed il capocentro del Dis Marco Mancini in un autogrill documentato dalla trasmissione Report. 

La decisione del Comitato risale alla seduta di martedì scorso, dopo l'audizione del direttore del Dis Gennaro Vecchione (di cui ieri Draghi ha deliberato la sostituzione con Elisabetta Belloni), dedicata proprio al caso Renzi-Mancini.

Nella prossima seduta il Copasir, fa sapere il presidente Raffaele Volpi, avvierà così la procedura prevista dall'articolo 34 della legge sull'intelligence, che prevede che l'organismo parlamentare, "qualora, sulla base degli elementi acquisiti nell'esercizio delle proprie funzioni, deliberi di procedere all'accertamento della correttezza delle condotte poste in essere da appartenenti o da ex appartenenti agli organismi di informazione e sicurezza, può richiedere al presidente del Consiglio dei Ministri di disporre lo svolgimento di inchieste interne".

E' l'Ufficio ispettivo del Dis che può svolgere, "autorizzato dal presidente del Consiglio dei ministri, inchieste interne su specifici episodi e comportamenti verificatisi nell'ambito dei servizi di informazione per la sicurezza". Le relazioni conclusive delle inchieste interne, prevede sempre la legge, sono trasmesse integralmente al Copasir. 

ANSA

giovedì 13 maggio 2021

QUESTA UDIENZA NON S'HA DA FARE. - Rino Ingarozza

 

Ora si sta rasentando il ridicolo.
Anzi si è abbondantemente superato il limite.
Ma in che razza di Paese viviamo?
Il pregiudicato, il frodatore, il finanziatore della mafia, il corruttore di giudici e frequentatore di minorenne Berlusconi, pensa che il fatto di avere tanti soldi, tante proprietà, tante attività, lo autorizzi a prendersi gioco della giustizia.
Pensa che il fatto di avere tanti soldi lo renda immune. Pensa che col denaro possa sfuggire dalle sue responsabilità.
È l'ottava volta che Berlusconi fa rinviare l'udienza che lo vede imputato a Siena nel cosidetto Ruby ter.
E dai....ma non è possibile farsi prendere in giro così, da questa persona e dal suo medico.
È una cosa inaccettabile.
Se una persona normale non va al lavoro perché ammalato, gli mandano la visita fiscale a casa, perché non si fa altrettanto con lui?
Perché i giudici non mandano in ospedale dei periti di parte per verificare la veridicità delle certificazioni del suo medico curante? Così come si farebbe per qualsiasi persona?
Il motivo l'ho detto prima. La differenza la fanno i soldi. I soldi comandano. Tutto e tutti. I soldi indicano la strada, la costruiscono, la modellano. È ora di cancellare quella ridicola frase impressa in tutti i tribunali. "La legge è uguale per tutti" un paio di palle. Sono disgustato da questa persona e da chi lo sostiene.
Perdonatemi ma quando arriverà il suo momento (e avrò l'opportunità di poterlo vedere) certamente non avrò nessuna pietas cristiana. Non lo tollero più. È una persona disgustosa che pensa di comprare tutti e tutto
"Deve smaltire i postumi del covid" questa è la certificazione firmata da Zangrillo. Guarda caso deve smaltirli sempre in concomitanza con le date del processo. La cosiddetta "malattia ad orologeria" una malattia rara, anzi rarissima. Colpisce una persone su 7 miliardi. In pratica solo lui. Quando deve andare da Draghi è sempre in perfetta salute. Quando deve andare in tribunale gli viene l'allergia alla toga.
Ma non esistono le video conferenze?
Le fanno nei processi di mafia, perché non le possono fare anche con lui?
Perché ha i soldi e può pagare trentotto avvocati?
Voi rappresentate la legge. Dovete trovare una contromossa per non farvi prendere in giro. Per non fare irridere voi e tutte le istituzioni. Per evitare di diventare gli zimbelli del mondo.
E poi la sua parte politica parla sempre che si devono snellire i processi. E come si possono sveltire con gente così. Parlano, parlano, parlano ma poi fanno il contrario.
Ma come caxxo si fa a votare sta gente? Ma cosa avete al posto del cervello? Non vi accorgete che vi prendono per il culo?
Non avete esaurito la vaselina? Questo si crede il padrone di tutto e di tutti e forse ha convinto anche voi. Voi che lo continuate a votare ed a osannare. Probabilmente è riuscito a comprare anche le vostre menti.
Forse anche voi vi siete convinti che
questa udienza non s'ha da fare.
Rino Ingarozza (12/05/2021) Fb

Acqua sporca. - Marco Travaglio

 

Fa discutere, ma anche ridere, l’ideona dell’Ue di annacquare il vino contro l’abuso di alcol. Ma nessuno si accorge che quella trovata demenziale è alla base della sentenza della Consulta sull’ergastolo “ostativo” e delle cosiddette riforme della Giustizia escogitate dalla Cartabia. Dice la Corte che pure gli ergastolani possono uscire anzitempo dal carcere anche se hanno commesso stragi e collaborano con la giustizia. E allora che ci sta a fare l’ergastolo, che per definizione è “fine pena mai”? E che deve fare un criminale per restare dentro sino alla fine, se non bastano neppure le stragi e il mancato pentimento? Invece di abolirlo, hanno inventato l’ergastolo annacquato. Cioè finto. Stesso discorso per le tre presunte riforme della giustizia. La prima è la pretesa incostituzionale di abolire l’appello, ma solo sulle assoluzioni: le condanne resterebbero appellabili. Come se gli errori giudiziari da correggere non fossero anche le assoluzioni dei colpevoli. Anziché abolire l’appello tout court, si aggiunge un po’ d’acqua e morta lì. La seconda è il Parlamento che decide quali reati le Procure devono perseguire e quali tralasciare: invece di depenalizzare quelli inutili, i politici li tengono nel Codice penale ma decidono di lasciarli impuniti (intanto ne sfornano di nuovi, vedi legge Zan). Un po’ d’acqua per allungare il brodo e il gioco è fatto.

La terza è la prescrizione che, cacciata dalla porta con il dl Bonafede, rientra dalla finestra con questo geniale marchingegno: si fissa per legge la durata massima dei processi e poi, se uno dura anche un giorno di più, la prescrizione torna a galoppare. L’idea di sveltire i processi fissandone la durata per legge è roba da menti malate: un conto è chiamare i giudici a rispondere dei ritardi (dovuti spesso alla loro pigrizia, più spesso a carenze di personale e procedure farraginose, ancor più sovente a manovre dilatorie degli avvocati); un altro è scrivere che i processi devono durare di meno per farli durare di meno. E, se durano di più, premiare con la prescrizione gli imputati che li han fatti durare di più. Così i colpevoli avranno tutta la convenienza a farli durare di più, in barba alla tabella di marcia della ministra. È la blocca-prescrizione diluita con acqua (sporca). Poi, naturalmente, tutti a strillare perché i terroristi Di Marzio e Bergamini non possono più essere estradati dalla Francia perché sono riusciti a restare latitanti quanto basta a far scattare la prescrizione (non del reato, ma della pena). Il bello è che l’estradizione, dopo Bonafede, l’ha chiesta la Cartabia. E i più indignati sono i partiti e i giornali di destra: gli stessi che rivogliono la prescrizione per tutti. Ma quelli l’acqua ce l’hanno al posto del cervello.

IlFQ