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mercoledì 16 giugno 2021

Gdf scopre traffico di rifiuti e frode fiscale da 300 mln.

 

Inchiesta a Pordenone, trasferiti in Cina 150 milioni.

La Guardia di Finanza di Pordenone sta eseguendo, in varie regioni italiane, arresti, perquisizioni e sequestri su delega della Procura - Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, nell'ambito di un traffico illecito di rifiuti. Nell'operazione, denominata 'Via della Seta', sono indagate 58 persone, alcune delle quali sarebbero state arrestate.

Le Fiamme gialle hanno scoperto una frode fiscale di 300 milioni euro e il trasferimento occulto in Cina di 150 milioni. 

ANSA

venerdì 14 maggio 2021

Copasir chiede a Draghi ispezione sulla vicenda Renzi-Mancini.

 

La decisione del Comitato risale alla seduta di martedì scorso dopo l'audizione del direttore del Dis Gennaro Vecchione.

L'Ufficio di presidenza del Copasir ha deciso di chiedere al presidente del Consiglio Mario Draghi l'attivazione di un'inchiesta interna sul caso dell'incontro tra il segretario di Iv Matteo Renzi ed il capocentro del Dis Marco Mancini in un autogrill documentato dalla trasmissione Report. 

La decisione del Comitato risale alla seduta di martedì scorso, dopo l'audizione del direttore del Dis Gennaro Vecchione (di cui ieri Draghi ha deliberato la sostituzione con Elisabetta Belloni), dedicata proprio al caso Renzi-Mancini.

Nella prossima seduta il Copasir, fa sapere il presidente Raffaele Volpi, avvierà così la procedura prevista dall'articolo 34 della legge sull'intelligence, che prevede che l'organismo parlamentare, "qualora, sulla base degli elementi acquisiti nell'esercizio delle proprie funzioni, deliberi di procedere all'accertamento della correttezza delle condotte poste in essere da appartenenti o da ex appartenenti agli organismi di informazione e sicurezza, può richiedere al presidente del Consiglio dei Ministri di disporre lo svolgimento di inchieste interne".

E' l'Ufficio ispettivo del Dis che può svolgere, "autorizzato dal presidente del Consiglio dei ministri, inchieste interne su specifici episodi e comportamenti verificatisi nell'ambito dei servizi di informazione per la sicurezza". Le relazioni conclusive delle inchieste interne, prevede sempre la legge, sono trasmesse integralmente al Copasir. 

ANSA

mercoledì 16 dicembre 2020

Maxioperazione anti-pedopornografia, arresti in tutta Italia.

 

Due italiani promuovevano e gestivano gruppi pedopornografici, organizzandone l'attività e reclutando nuovi sodali provenienti da ogni parte del mondo.

Una maxioperazione anti-pedopornografia è in corso in tutta Italia, con l'impiego di oltre 300 uomini della polizia Postale che stanno eseguendo perquisizioni e arresti, in flagranza, in 53 province e 18 regioni. Gli agenti, che hanno lavorato per diversi mesi sotto copertura su Telegram e WhatsApp, hanno smantellato 16 associazioni criminali ed identificato oltre 140 gruppi pedopornografici.

Sono 432 le persone coinvolte in tutto il mondo: 81 sono italiani.

Due italiani coinvolti dell'operazione promuovevano e gestivano gruppi pedopornografici, organizzandone l'attività e reclutando nuovi sodali provenienti da ogni parte del mondo. Quella della Postale di oggi è la più imponente operazione di Polizia degli ultimi anni contro la pedopornografia online.    "Sono coinvolti affermati professionisti, operai, studenti, consulenti universitari, pensionati, impiegati privati e pubblici, tra cui un vigile urbano". E' in questo variegato elenco la portata dell'operazione contro la pedopornografia online coordinata dalla procura di Milano e condotta dalla Polizia Postale di Milano e del Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale di Roma. "La più grande degli degli ultimi anni", sottolineano gli investigatori, che si sono avvalsi anche di agenti sotto copertura infiltrati per due anni nelle chat dei pedofili. Dei 159 gruppi individuati dagli investigatori della Postale, gli investigatori, diretti dai procuratori aggiunti Eugenio Fusco e Letizia Mannella, hanno individuato 432 utenti attivi su gruppi e canali Telegram e WhatsApp "finalizzati alla condivisione di foto e video pedopornografici ritraenti vere e proprie violenze sessuali su minori, a volte anche neonati". Sedici erano "delle vere e proprie associazioni per delinquere, al cui interno era possibile distinguere promotori, organizzatori e partecipi, con ruoli e compiti ben definiti". In ogni "stanza" c'erano regole ben precise per limitare dal massimo l'esposizione e il possibile tracciamento da parte delle forze dell'ordine. Appena c'era il sentore di un pericolo, l'utente veniva espulso dal gruppo. Il 35% degli 81 italiani indagati dalla Postale milanese si concentra tra Lombardia e Campania. Tra questi ci sono un 71enne napoletano di professione ottico e con collaborazioni universitarie, e un 20enne veneziano disoccupato. I due sono ritenuti i promotori e gestori dei gruppi, attraverso i quali reclutavano altri complici da ogni parte del mondo. Questo carattere di transnazionalità accomuna tutti i gruppi scoperti dagli agenti infiltrati. Sono infatti 351 gli utenti stranieri coinvolti nell'indagine, ognuno pedinato online fino all'individuazione. 

Sono 15 le persone arrestate in flagranza dalla polizia postale nell'ambito dell'operazione 'Luna Park' contro vere associazioni criminali composte da centinaia di persone che si scambiavano foto e video pedopornografici attraverso le chat istantanee come Telegram e WhatsApp. Dopo due anni di indagini condotte "sotto copertura" su internet, la Postale di Milano e del Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale di Roma, coordinati dai procuratori aggiunti Fusco e Mannella insieme con i sostituti Barilli e Tarzia della Procura distrettuale di Milano, hanno identificato 432 utenti che utilizzavano canali e chat per scambiarsi il materiale che ritraeva vere e proprie violenze sessuali su minori. Gli abusi, in particolare, riguardavano prevalentemente bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati. Dei 159 gruppi individuati, 16 erano delle vere e proprie associazioni per delinquere, al cui interno era possibile distinguere promotori, organizzatori e partecipi, con ruoli e compiti ben definiti. Tra i principali gestori e amministratori compaiono anche due italiani, un ottico 71enne napoletano con collaborazioni universitarie e un disoccupato 20enne veneziano. Coinvolti anche 351 stranieri, con arresti avvenuti anche in Europa e in tutto il mondo.

Oltre allo scambio di video e immagini di violenze su bambini, in alcuni casi i presunti pedofili individuati nel maxi blitz anti-pedopornografia, che ha fatto emergere una rete criminale in tutto il mondo, avrebbero offerto anche la possibilità di arrivare ad avere "contatti diretti" con minori vittime di abusi. Emerge dalle indagini della polizia postale, coordinate dagli aggiunti Letizia Mannella e Eugenio Fusco e dai pm Barilli e Tarzia. Durante il lockdown e la pandemia, ha spiegato Mannella, i bambini "sono molto più indifesi e più facilmente vittime di adescamenti" e c'è stato un "aumento dei reati di pedopornografia". Dalle indagini è venuto a galla che in alcuni occasioni, nel corso degli scambi delle immagini sugli abusi, sulle chat individuate si parlava pure della possibilità di avere contatti diretti con i minori vittime delle violenze sessuali. Inquirenti e investigatori, nell'inchiesta con al centro il reato di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico che ha portato a 15 arresti in flagranza a seguito dell'esecuzione di decreti di sequestri e perquisizioni, stanno approfondendo proprio i filoni relativi agli abusi filmati e poi fatti girare sui gruppi della rete criminale. E sono in contatto con le autorità di diversi Paesi, anche perché l'indagine sarebbe partita da una segnalazione arrivata dagli Usa. Il procuratore aggiunto Mannella ha voluto sottolineare come in questo periodo di emergenza sanitaria legata al Covid e in particolare durante i lockdown i bambini si ritrovano davanti ai pc "e sono molto più indifesi e più facilmente vittime di adescamenti".

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2020/12/16/maxioperazione-anti-pedopornografia-arresti-in-tutta-italia_ee078a96-b341-472d-b7c6-6c1ca9b23b89.html

martedì 9 giugno 2020

Operazione contro la camorra, arrestati tre fratelli del senatore Cesaro.

Un'operazione dei carabinieri in un'immagine d'archivio ©
Un'operazione dei carabinieri in un'immagine d'archivio.

Colpiti i clan "Puca", "Verde" e "Ranucci", sequestrati beni per 80 milioni di euro.

I carabinieri del Ros stanno hanno eseguito una misura cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura distrettuale, a carico di 59 indagati accusati di numerosi reati, tra i quali associazione mafiosa, concorso esterno, corruzione elettorale, estorsione e turbata libertà degli incanti.
L'operazione colpisce i clan "Puca", "Verde" e "Ranucci" operanti a Sant'antimo (Napoli) e comuni limitrofi, svelando - secondo gli investigatori - una fitta rete di 'cointeressenze' sia in ambito politico sia imprenditoriale.
Il gip di Napoli Maria Luisa Miranda, che ha firmato le misure cautelari, si è riservato di prendere una decisione in relazione alla posizione del senatore Luigi Cesaro, "all'esito - si legge nell'ordinanza - dell'eventuale autorizzazione all'utilizzo delle intercettazioni, ritenute rilevanti, secondo la procedura che verrà attivata da questo ufficio".
Nell'ambito dell'operazione dei Ros sono stati arrestati anche i tre fratelli del senatore di Forza Italia Luigi Cesaro. Nei confronti di Antimo Cesaro il gip di Napoli ha emesso un provvedimento cautelare in carcere. Ai domiciliari invece gli altri due fratelli, Aniello e Raffaele. L'accusa contestata è di concorso esterno in associazione mafiosa. Tra i destinatari delle misure cautelari figurano anche diversi elementi di spicco della criminalità organizzata.
Contestualmente è in fase di notifica anche un sequestro di beni per un valore di oltre 80 milioni di euro.

giovedì 12 dicembre 2019

Indagato Salvini per i voli di Stato, verifiche su 35 viaggi.


Un aereo in uso alla Polizia di Stato (foto archivio).


Procura Roma trasmette gli atti al tribunale dei ministri.

L'ex vicepremier e ex titolare del Viminale Matteo Salvini è indagato per abuso d'ufficio dalla procura di Roma, che ha trasmesso gli atti al tribunale dei ministri.Lo scrivono il Corriere della Sera e il Fatto quotidiano.L'accusa si riferisce a 35 voli di Stato già considerati illegittimi dalla Corte dei Conti, che tuttavia archiviò il fascicolo che aveva aperto -trasmettendo però gli atti alla procura di Roma- non riscontrando un danno erariale. La Corte dei conti si interessò della vicenda dopo un'inchiesta di Repubblica sugli abbinamenti di molti appuntamenti istituzionali di Salvini in giro per l'Italia con comizi o altre manifestazioni di partito nella stessa zona. Trasferte eseguite a bordo di aerei in dotazione alla polizia o ai vigili del fuoco. L'uso di quei velivoli venne ritenuto illegittimo dai giudici contabili perchè i mezzi della polizia e dei pompieri sono riservati allo svolgimento di compiti istituzionali o di addestramento e non ai cosiddetti voli di Stato, per cui vige un'altra normativa.  

mercoledì 6 novembre 2019

Ristruttura con i soldi della municipalizzata.

 © ANSA

In manette dirigente società, indagati farmacista e imprenditore.

Il direttore generale di una società municipalizzata del Comune di Castellanza (Varese), Paolo Ramolini, è stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di truffa aggravata ai danni di ente pubblico e peculato, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal Gip di Busto Arsizio (Varese).Tra le accuse, quella di aver caricato sui costi aziendali i lavori di ristrutturazione di casa di sua figlia. Indagati per concorso in peculato anche una farmacista di Castellanza (Varese) e un imprenditore di Legnano (Milano).Alla direzione della 'Csp' di Castellanza (Varese), il direttore generale arrestato stamane dai carabinieri, secondo le indagini, oltre a caricare 13 mila euro di costi per il restauro della casa della figlia alla società, avrebbe anche fatturato 50 ore lavorative mai svolte alla titolare di una farmacia del medesimo comune. La donna è ora indagata per truffa aggravata in concorso. Indagato in concorso per peculato anche un imprenditore 61enne, titolare di una ditta di infissi di Legnano, il quale avrebbe emesso alcune fatture per lavori di manutenzione relativi ad immobili di proprietà della 'Csp', quando invece sarebbero serviti a installare i serramenti nuovi in casa della figlia del dirigente.L'indagine è partita lo scorso aprile dalla denuncia di una dipendente della municipalizzata, che si occupa dei servizi pubblici locali, tra cui servizi farmaceutici e cimiteriali, gestione e manutenzione di centri sportivi, del patrimonio immobiliare e delle mense scolastiche.