martedì 25 maggio 2021

Arrestato boss della ’ndrangheta Morabito: era uno dei 10 latitanti più pericolosi.

 

Operazione congiunta dei carabinieri del Ros e del Servizio di cooperazione internazionale di polizia, con la collaborazione di Dea, Fbi e dipartimento di giustizia statunitense.

Il boss della 'Ndrangheta Rocco Morabito è stato arrestato in Brasile in un'operazione congiunta dei carabinieri del Ros e del Servizio di cooperazione internazionale di polizia, con la collaborazione di Dea, Fbi e dipartimento di giustizia statunitense. Morabito, ricercato dal 1994, era inserito nell'elenco dei 10 latitanti più pericolosi del Viminale.

Arrestato anche Vincenzo Pasquino.

Il boss era già stato arrestato nel 2017 in Uruguay dopo 23 anni di latitanza ma due anni dopo era riuscito a fuggire dal carcere di Montevideo dove era in attesa di estradizione in Italia. Con Morabito è stato arrestato anche Vincenzo Pasquino, latitante originario di Torino, anche lui inserito nell'elenco dei latitanti pericolosi. All'indagine che ha portato all'arresto dei due hanno collaborato anche il gruppo dei carabinieri di Locri e quelli del comando provinciale di Torino.

La cattura in un albergo.

Rocco Morabito è stato arrestato in un albergo di Joao Pessoa, capitale dello stato di Paraiba, assieme ad altri due stranieri, secondo quanto ha rivelato il ministro della Giustizia brasiliano, Anderson Torres. «L'arresto compiuto dalla polizia federale dimostra, ancora una volta, il nostro impegno nella lotta alla criminalità. Congratulazioni per la brillante operazione di polizia e di intelligence», ha detto Torres. Il sito del ministero della Giustizia e della sicurezza pubblica brasiliano ricorda che Morabito era ricercato dal 2019, dopo l'evasione in Uruguay, e sul suo capo pendeva un mandato di cattura emesso dal Supremo tribunale federale (Stf).

La soddisfazione della Dda.

«Siamo soddisfattissimi di questa attività, iniziata il giorno dopo la sua fuga in stretta collaborazione con l'autorità giudiziaria e la polizia giudiziaria uruguaiana, in collegamento con la Dda di Reggio Calabria, i carabinieri del Ros del comando provinciale di Reggio Calabria e di Locri, successivamente con il supporto della Dea, dell'Fbi, della polizia brasiliana e Interpol. Abbiamo messo in campo tutte le eccellenze investigative per raggiungere questo risultato». Lo dice all'AdnKronos, commentando la cattura del superboss Rocco Morabito, il capo della Dda di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri.

La precedente fuga.

«La fuga di Morabito poco prima dell'estradizione in Italia era una sconfitta – aggiunge -, ringraziamo anche la Direzione generale della Cooperazione internazionale del ministero che ci ha supportati in questa ricerca. Sono state messe in campo tutte le collaborazioni a livello internazionale di cooperazione di polizia giudiziaria che ci hanno consentito questo risultato importantissimo».

«Fra l'altro con Morabito è stato arrestato anche un altro pericoloso latitante seguito dalla Dda di Torino con cui abbiamo collaborato. Un risultato importante che testimonia come non si è mai abbassato il livello di guardia nella lotta al narcotraffico e ai latitanti che si sottraggono alle ricerche a loro carico».

IlSole24Ore


Benedetta Pilato, chi è la nuotatrice che a 16 anni ha battuto il record del mondo nei 50 rana. - di Arianna Ravelli, inviata a Budapest

 

Le parole definitive sulla nuotatrice le ha dette Federica Pellegrini: «Lei a 16 anni è molto più sveglia di come ero io a 19»

Ciao mondo, mi chiamo Benedetta Pilato, ho 16 anni e sarai costretto a fare i conti con me. La più veloce, la più potente, la più esplosiva nei 50 metri rana adesso è lei, che batte il record del mondo della regina Lilly King, 29’’30 contro 29’’40 della statunitense, un mostro sacro verso il quale Benny non mostra alcun timore reverenziale: «È molto simpatica, se la sai prendere. Io l’ho conosciuta proprio qui a Budapest a ottobre, durante la Isl», che è una competizione privata che raccoglie i migliori nuotatori e che per Bendetta è stata un bel passaggio di crescita: «Sono stata qui due mesi da sola, mi è servito tanto: alla mattina seguivo le lezioni in Dad, al pomeriggio allenamento e gare».

Le parole definitive su Benedetta Pilato, questa ragazza figlia del Sud che sembra rifiutare tutti i luoghi comuni («Taranto è dove ci sono i miei legami ma io sto bene ovunque»), non una parola sul fatto che a casa non c’è la piscina di 50 metri e che lei e l’allenatore devono andare a Bari due volte alla settimana per allenarsi («È anche divertente»), non una lamentele sul lavoro che non c’è, le ha dette Federica Pellegrini, una che comunque quanto a precocità non ha scherzato: «Io avevo 19 anni, quando, a Melbourne, ho conquistato il mio primo record del mondo, dopo non riuscii a dormire: ma lei a 16 anni è molto più sveglia di come ero io a 19, io faticavo con la pressione mediatica, lei la regge bene».

Corsera

Considerazioni su informazione, disinformazione e conoscenza nel XXI secolo. - Sara Sapienza











                 Parliamo di informazione disinformazione e del paradosso dell’era moderna nella quale la conoscenza è a portata di tutti, basta un tocco sul cellulare per accedere alla vasta e sconfinata raccolta di sapere disponibile online.

Il paradosso sta proprio nella possibilità di inserire qualsiasi informazione, opinione, pensiero, sentimento su di un blog, un proprio sito internet, avallando ipotesi e ragioni personali, anche senza fornire spiegazioni logiche o matematiche che siano state comprovate oppure, come sovente accade, senza citare nessuna fonte storica, scientifica, nessuna divulgazione.

Nulla e basta.

Allora accade che il nostro World Wide Web per quanto vasto e senza confini si componga e ricolmi di informazione e disinformazione.

Di conseguenza , si perde l’abitudine di filosofare, di pensare criticamente o semplicemente mettere in discussione ciò che si apprende. Perché in realtà non lo si apprende.

Perché se davvero una persona volesse comprendere o apprendere qualcosa dovrebbe di conseguenza documentarsi in toto, comprendendo le sfumature che compongono l’insieme di un concetto.

Non osserviamo più ciò che ci circonda ponendoci domande, ci abituiamo piuttosto a non porne, un po’ per pigrizia, un po’ perché non abbiamo tempo, un po’ perché di fatto, non ce ne poniamo più.

Cito a tal proposito: «Chi pensa sia necessario filosofare deve filosofare e chi pensa non si debba filosofare deve filosofare per dimostrare che non si deve filosofare; dunque si deve filosofare in ogni caso o andarsene di qui, dando l’addio alla vita, poiché tutte le altre cose sembrano essere solo chiacchiere e vaniloqui.» (Aristotele, Protreptico o Esortazione alla filosofia, B6)

L’età dell’informazione globale sembra quindi aver portato l’uomo ad avere tutto pronto secondo le leggi del consumismo.

Ragionamenti fatti senza sforzi e conquistati senza comprensione.

Basta aprire il motore di ricerca e selezionare con un click la prima cosa che troviamo. Fenomeno che notiamo spesso con le testate giornalistiche, la verità può essere presentata in tanti modi diversi, con altrettanti giochi di parole diversi. Con il tempo, si perde anche l’abitudine o la voglia di pensare in maniera critica, di studiare un argomento e poi di studiare quello posto di contro così da vedere i volti opposti della stessa medaglia.

Quando tutto è a portata di mano in maniera così semplice, ci disabituiamo tutti a chiederci come si arriva ad una tale soluzione, come si giunge ad un certo ragionamento. Ci disinteressiamo semplicemente, poiché abbiamo comunque già la soluzione dinanzi i nostri occhi, non ci serve altro del resto.

Persino io qui oggi posso dire la mia, avvalorando le mie affermazioni senza nemmeno incontrare una critica, perché posso scrivere indisturbata e pubblicare il mio contenuto senza nulla citare, dichiarando la veridicità dei miei intenti.

Così viaggia facilmente la disinformazione ai giorni nostri.

Giorni distanti dal periodo in cui hanno vissuto altri uomini come Newton che osservavano il mondo desiderando comprenderlo come nessuno aveva mai fatto fino a quel momento, per poterlo spiegare ad altri. Pronti anche a filosofeggiare sulle soluzioni, sia che fossero personaggi insofferenti o iracondi come il sopracitato, sia che fossero pronti a mettere in discussione le proprie scoperte. Perché prima il pensiero critico veniva insegnato ancora nelle accademie, scuole e licei.

A tal proposito: non sapevo nulla dell’indole  iraconda di Newton, riportata nell’articolo “sembrano i Pink Floyd e invece è Newton” quindi sono andata a cercare su diversi siti, per appurare ed approfondire questa nuova.

Origine Immagine: WEB

Radio Off

lunedì 24 maggio 2021

Energia cara (e troppo inquinante), ora i minatori di Bitcoin si accordano con i petrolieri. - Virginia Della Sala

 

La joint venture tra chi estrae idrocarburi e i produttori di criptovalute:  quando viene estratto il greggio fuoriesce gas naturale che viene usato per fare monete elettroniche.

Cosa unisce direttamente i minatori di Bitcoin e i petrolieri? Nelle scorse settimane il patron di Tesla, Elon Musk, ha annunciato che non venderà le sue auto con le crypto perché bitcoin, per il suo consumo energetico, non è sostenibile per il Paese e non lo sarà fino a che non si troverà un’alternativa ecologica alla produzione di energia. Una selezione che è quanto mai lontana e che non è escluso abbia inferto un colpo quasi mortale alla reputazione delle cripto dato che il Mondo è nella fase in cui tutto ciò che non è green è destinato al fallimento.

In attesa dunque che il mondo del Bitcoin si faccia magari trascinatore del vero switch alle rinnovabili e all’energia verde, dalla Reuters arriva una storia magnifica e degna di essere raccontata. In pratica, sulle aree petrolifere statunitensi che si estendono lungo le Montagne Rocciose e le Grandi Pianure, esiste una strana joint venture tra i petrolieri e i minatori di Bitcoin. In sostanza, spiega la testata, quando i petrolieri estraggono il greggio generano spesso la fuoriuscita di gas naturale. Solo che non avendo gasdotti disponibili o non essendo in quantità tali da giustificarne la creazione, questo si disperde nell’atmosfera.

Così, i minatori si sono muniti di veri e propri rimorchi dotati di tubi, generatori e computer con i quali catturano questo gas, lo trasformano in energia e producono le cripto. Si tratta, spiega Reuters, di supercomputer che raggiungono una temperatura di 71 gradi Celsius. Per i petrolieri è un modo per rispondere anche alle pressioni delle istituzioni che gli impongono di ridurre le emissioni. Così, in pratica, le eliminano vendendole o regalandole. Altrimenti dovrebbero bruciare quel gas, caricandosi anche dell’onere dell’inquinamento. Così invece lo spostano sui minatori di cripto.

Secondo un rapporto degli analisti della Bank of America le emissioni complessive di C02 dell’industria globale di Bitcoin sono aumentate a 60 milioni di tonnellate, pari allo scarico di circa 9 milioni di automobili. Si tratta di oltre 20 milioni di tonnellate in più rispetto a due anni fa.

E nel sogno al momento fantascientifico di chi vorrebbe che questo finisse, tali operazioni potrebbero essere la soluzione all’inquinamento prodotto in Asia proprio per l’elettricità delle cripto. Anche così però la sostenibilità non è garantita. E da essa, ormai, dipende il futuro di Bitcoin&c.

IlFQ

Bielorussia dirotta volo e arresta dissidente, von der Leyen: “Abbiamo bloccato 3 miliardi di aiuti”. Consiglio Ue discute ulteriori sanzioni.

 

Il caso Protasevich irrompe sul piano diplomatico, con il segretario di Stato Usa che chiede un'indagine internazionale. Il Cremlino si schiera a fianco del regime di Lukashenko, che difende la sua azione, e coglie l'occasione per attaccare l'Occidente. E per ribadire che sul fronte dei diritti non si accettano interferenze esterne. Ceo Ryanair: "È stato sequestro di Stato. Agenti del servizio di sicurezza bielorusso (Fsb) a bordo del volo". E Minsk blocca volo diretto a Francoforte per "minaccia terroristica".

L’Unione europea blocca il pacchetto d’investimenti da 3 miliardi di euro che dovevano finire in Bielorussia dopo il dirottamento di un volo Ryanair e l’arresto del dissidente Roman Protasevich che viaggiava a bordo. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, entrando al Consiglio Ue che, tra le altre cose, dovrà decidere quali provvedimenti prendere nei confronti del governo di Minsk, ha dichiarato che “serve una risposta molto forte contro questo dirottamento completamente inaccettabile. Lukashenko deve capire che questo atto non può essere senza conseguenze. Il pacchetto economico da 3 miliardi di investimenti pronto ad andare dalla Ue in Bielorussia resta congelato finché la Bielorussia non diventerà democratica”. E si stanno discutendo sanzioni dirette contro individui ed entità economiche che finanziano il regime e contro l’aviazione.

La vicenda che ha coinvolto l’ex direttore del canale Telegram Nexta, nonché oppositore politico di Lukashenko, si allarga di ora in ora sul piano diplomatico, con la Bielorussia che si difende dagli attacchi dell’Occidente che “politicizza la situazione” e Mosca che prende le difese dell’alleato storico, aprendo una nuova frattura con Usa e Ue dopo i recenti scontri sul caso di Alexei Navalny. Il Consiglio Ue che si riunisce stasera ha in cima all’agenda la discussione su possibili sanzioni a Minsk, mentre la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha commentato: “Abbiamo assistito a un atterraggio forzato, tutte le altre spiegazioni sono del tutto inverosimili. Roman Protasevich deve essere rilasciato immediatamente, così come la sua compagna”. La Farnesina, così come altri Paesi europei, ha convocato l’ambasciatore bielorusso. E anche il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, chiede una presa di posizione forte da parte dell’Unione: “I fatti di ieri sono di una gravità inaudita. Chiediamo l’immediato rilascio e un’indagine internazionale. La nostra risposta dev’essere forte, immediata e unitaria. L’Unione europea deve agire senza esitazioni e punire i responsabili. Stasera avete una grande responsabilità per dimostrare che l’Unione non è una tigre di carta“. Anche il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, “appoggia le richieste di un’indagine completa, trasparente e indipendente”.

“Ricevuta una minaccia da Hamas” – Le autorità bielorusse avevano giustificato il loro intervento e l’atterraggio parlando di allarme bomba a bordo: un allarme che, ha detto il direttore del dipartimento dell’aviazione del ministero dei Trasporti Artem Sikorsky, proveniva da Hamas ed è arrivato via mail. “Noi, i soldati di Hamas, chiediamo che Israele cessi il fuoco a Gaza e chiediamo che l’Ue rinunci al suo sostegno a Israele. I partecipanti al forum economico di Delfi tornano a casa con il volo 4978. Una bomba è stata messa in questo aereo. Se non soddisfate le nostre richieste, esploderà sopra Vilnius“, recitava la mail comunicata da Sikorsky. A questo però non è seguito il ritrovamento di alcun ordigno, ma solo l’arresto di Protasevich. Igor Goloub, comandante dell’aeronautica, ha inoltre aggiunto che la decisione dell’atterraggio “è stata presa dal comandante dell’equipaggio senza interferenze esterne”.

Una versione dei fatti lontanissima da quella data alla radio irlandese Newstalk dal ceo di Ryanair Michael O’Leary, che ha denunciato un “sequestro di Stato” da parte di Minsk e ha aggiunto che a bordo dell’aereo ci fossero agenti del servizio di sicurezza bielorusso (Fsb). “Sembra che l’intenzione delle autorità fosse quella di far uscire un giornalista e la persona che viaggiava con lui”, ha spiegato. “Crediamo anche che all’aeroporto siano sbarcati agenti del Fsb“, ha aggiunto. E a meno di 24 ore dallo scoppio del caso Protasevich, un volo Lufthansa per Francoforte dall’aeroporto di Minsk è stato sospeso per la minaccia un imminente atto terroristico. “L’indirizzo mail dell’aeroporto nazionale ha ricevuto un messaggio da persone non identificate sull’intenzione di commettere un atto di terrorismo sul volo Lufthansa LH1487 sulla rotta Minsk-Francoforte. Il volo doveva decollare alle 14:20. L’imbarco su questo volo è stato sospeso”, si legge nel comunicato.

Ue discute nuove sanzioni – Dagli Usa il segretario di Stato americano, Antony Blinken bolla l’azione bielorussa del dirottamento come un atto “sfrontato e scioccante” e insiste sulla necessità di una “indagine internazionale”, mentre domani gli ambasciatori della Nato discuteranno del caso. In Europa, invece, dove il Consiglio Ue è chiamato in serata a discutere di nuove sanzioni contro Minsk, il ministero degli Esteri tedesco ha convocato l’ambasciatore bielorusso perché “le spiegazioni avute fin qui dal governo bielorusso per l’atterraggio forzato sono assurde e non credibili”. “Il primo punto all’ordine del giorno del Consiglio europeo è la Bielorussia, quello che è successo ieri è uno scandalo internazionale, lavoriamo a sanzioni che sono sul tavolo del summit”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Mentre il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha detto di augurarsi “una risposta forte a quello che è successo ieri”, un episodio “veramente senza precedenti, un fatto vergognoso e incredibile a cui l’Ue deve dare una risposta. Mi attendo il massimo di risposta possibile perché non si può stabilire un precedente di questo genere”.

La Farnesina ha invece convocato l’ambasciatore bielorusso a Roma per esprimere la forte condanna dell’Italia, mentre la Francia evoca già l’opportunità di vietare lo spazio aereo bielorusso e da Bruxelles il Ppe chiede “l’istituzione di una no-fly zone sulla Bielorussia, l’adozione del quarto pacchetto di sanzioni e il rilascio immediato e incondizionato di Pratasevich“. “Il dirottamento di un volo dell’Ue da parte del regime di Lukashenko è una violazione del diritto internazionale e un atto di terrorismo di stato. Il limite è superato! I nostri governi devono agire ora”, si legge nella nota dei popolari europei. La Lituania ha reso invece noto di aver vietato a tutti i voli di attraversare lo spazio aereo bielorusso, che anche le compagnie Air Baltic e Sas eviteranno fino a nuove disposizioni. Anche il ministro dei Trasporti di Boris JohnsonGrant Shapps, ha chiesto alle compagnie aeree britanniche di non entrare nello spazio aereo bielorusso, mentre il governo di Londra ha convocato l’ambasciatore bielorusso e sta valutando sanzioni contro Minsk, come riferito dal ministro degli Esteri, Dominic Raab.

L’asse Bielorussia-Mosca contro le critiche dell’Occidente – Il governo di Minsk prende le distanze dalle condanne arrivate finora da Bruxelles e Washington – convinte che il dirottamento giustificato dalla minaccia di una bomba fosse in realtà finalizzato all’arresto dell’oppositore a bordo – e difende le sue azioni che, dichiara il ministero degli Esteri, “hanno rispettato pienamente le regole internazionali stabilite”, aggiungendo che il caso del volo Ryanair in viaggio da Atene e Vilnius dovrebbe essere visto dal punto di vista della sicurezza che è stata fornita e che in Occidente politicizzano la situazione e arrivano a conclusioni affrettate. Il governo ha anche invitato “l’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea e le autorità aeronautiche interessate a partecipare a un’indagine imparziale sull’incidente che ha avuto luogo. Minsk è pronta a fornire tutte le informazioni imparziali” , ha dichiarato il direttore del dipartimento dell’aviazione presso il Ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni, Artyom Sikorsky.

A fianco della Bielorussia si schiera prontamente Mosca, suo storico alleato: “È scioccante che l’Occidente consideri l’incidente nello spazio aereo bielorusso ‘scioccante'”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova sulla sua pagina Facebook, notando che i Paesi occidentali sono stati in passato colpevoli di “rapimenti, atterraggi forzati e arresti illegali”. Per parte sua la Bielorussia si è inoltre detta disponibile a ricevere esperti e a dimostrare tutti i materiali relativi all’atterraggio del volo Ryanair a Minsk. “Non ho dubbi che possiamo garantire la piena trasparenza in questa questione, gli esperti saranno ricevuti e tutti i materiali saranno dimostrati, se necessario, al fine di escludere le insinuazioni“, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri bielorusso Anatoly Glaz in una dichiarazione pubblicata sul sito del ministero.

I passeggeri arrestati sul volo – Oltre a Protasevich ieri è stata arrestata a Minsk anche la sua compagna Sophia Sapega, cittadina russa di 23 anni che sta frequentando un master all’Università Europea di Scienze Umanistiche di Vilnius nell’ambito del programma di Diritto Internazionale e dell’Ue. Anche lei è finita in manette e si trovava sempre a bordo dello stesso volo dirottato da un MIG-29 dell’aeronautica bielorussa. Protasevich e Sapega non sono però gli unici due passeggeri fatti scendere a Minsk e fermati dalle autorità: un membro del Presidium del Consiglio di coordinamento dell’opposizione bielorussa, l’ex ministro della cultura Pavel Latushko, citato da Interfax, spiega che in tutto sono 4 i passeggeri di nazionalità russa che non hanno proseguito il viaggio verso Vilnius dopo il dirottamento. Protasevich è di nazionalità bielorussa. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, spiega però che il Cremlino non dispone di informazioni sul presunto fermo “di una cittadina russa o di cittadini russi”.

Cosa rischia Protasevich – Nel settembre 2020 Nexta e gli altri canali associati erano stati dichiarati “estremisti” e messi fuori legge in BielorussiaProtasevich e il collega Stsyapan Putsila erano stati iscritti nella lista delle “persone coinvolte in atti di terrorismo” e incriminati per “incitamento a disordini di massa”, “incitamento all’odio sociale” e “gravi violazioni dell’ordine pubblico”, reati per i quali rischiano fino a 15 anni di carcere. Protasevich, ricercato per aver organizzato le proteste dello scorso anno contro Lukashenko, dal 2019 vive in esilio in Polonia, Paese che ha respinto la richiesta di estradizione di Minsk.

IlFQ

Ma mi faccia. - Marco Travaglio

 

Povera patria. “Franco Battiato, grande Artista ma piccolo Uomo” (Matteo Salvini, 27.3.2013). “‘Perché sei un essere speciale ed io, avrò cura di te…’. Una preghiera, un ricordo e una canzone per il grande Maestro, Franco Battiato” (Matteo Salvini, 18.5.2021). “Salvini? Cambio canale” (Franco Battiato, Ottoemezzo, La7, 12.11.2015).

L’era del somaro bianco. “Roma nell’era del cinghiale”, “L’impressione è che l’era del cinghiale abbia pure qualche risvolto elettoralistico a carico della sindaca Raggi, che ne ha subìto l’escalation senza fare nulla…” (Filippo Ceccarelli, Repubblica, 17.5). “I cinghiali ‘ladri’ nuovo simbolo del degrado della Capitale. Siamo a Formello, a Nord di Roma… Il video ha preso a girare sui social. Lo ha ripreso anche il britannico Guardian dedicandogli un articolo non certo lusinghiero per Roma e dintorni” (Repubblica, 17.5). Formello non c’entra nulla col Comune di Roma: è un Comune a sé, amministrato da un sindaco della Lega. E la fauna selvatica è competenza della Regione Lazio. Ma d’ora in poi, ogni volta che Libero o il Giornale sparano una cazzata, saremo autorizzati a dire che l’hanno scritta Repubblica e dintorni.

Cheerleader. “L’altro giorno parlavo con un politologo che mi diceva che Draghi è come Ronaldo” (Silvia Sciorilli Borrelli del Financial Times, Ottoemezzo, La7, 21.5). “Passioni (poco) politiche: le Draghine raccontano le notti romantiche con il loro SuperMario. Le fan del Premier si scatenano sui social”; “In una missione sotto copertura ho scoperto le pagine delle ‘Draghine’, anche note come ‘Draghi Queens’, solo alcuni dei nomi in codice usati dalle fan più adoranti e perverse dell’attuale presidente del Consiglio. Si tratta delle naturali eredi di un’importante tradizione che vede le sue origini nelle ‘Bimbe di Conte’, fenomeno esploso durante la quarantena e poi diventato irrefrenabile. Per le Draghine, Mario non è semplicemente e solo Mario, no, è Granpa SuperMario, Daddy Draghi, se possibile Sexy Daddy” (Giornale, 12.5). Spegniamo le luci e lasciamoli soli.

Il dito e la luna. “Come scatarrare sui cittadini onesti” (Lucia Azzolina, deputata M5S, sul Senato che restituisce il vitalizio al corrotto Formigoni, 18.5). “Non male per l’ex Ministro della pubblica istruzione. Scatarrare. Sofisticato” (Carlo Calenda, eurodeputato Pd e leader di Azione, 18.5). “Che finezza la Azzolina che scatarra su Formigoni” (Noemi Barbuto. Libero, 20.5). “Scatarrare è un verbo poco elegante per un’ex ministra dell’Istruzione. C’è chi sputa l’anima per imparare le buone maniere e c’è chi usa un lessico politico appiccicato con lo sputo.

Questione di gusti. O di disgusti” (Aldo Grasso, Corriere della sera, 23.5). Grande sdegno per scatarrare, non una riga sul Senato che usa i nostri soldi per pagare un corrotto appena condannato pure dalla Corte dei Conti a restituire allo Stato 47,5 milioni di refurtiva insieme ai suoi complici. Scatarriamoci per loro.

Scambio di persona. “Tutto sta cambiando, dunque, e molto è già cambiato: Davigo e Beppe Grillo sul banco degli imputati” (Andrea Cangini, senatore FI, Foglio). No, gioia, Davigo e Grillo non sono neppure indagati. È il tuo padrone che è imputato e pregiudicato. Fattene una ragione.

L’ideona. “Voto agli avvocati per rendere più trasparenti le promozioni dei magistrati” (Alfredo Bazoli, deputato Pd, Dubbio, 21.5). L’ideale sarebbe farli nominare direttamente dagli imputati.

Senti chi parla. “Dopo la delusione come autore Casalino torna al soldo del M5S” (Domani, 22.5). In effetti il suo libro ha venduto solo trenta volte Domani.

The Genius. “Letta è identico a Zingaretti. Pure lui vuole legarsi ai 5Stelle” (Ivan Scalfarotto, Iv, sottosegretario all’Interno, Libero, 17.5). Bizzarro che, tra un movimento al 17-18% e un partitucolo al 2, il Pd preferisca il primo.

Il rosicone. “Di Gurdjieff si sa che ispirò anche Gianroberto Casaleggio, forse Beppe Grillo, e probabilmente certi ultimi tristi duetti del Maestro con Marco Travaglio. Ma di questo non si può dare colpa a nessuno” (Alberto Piccinini, Domani, 19.5). Triste sarai tu, noi ci siamo divertiti moltissimo. Comunque, se ti sbrighi, sei ancora in tempo a farti un duetto con Pupo.

Il titolo della settimana/1. “Crescita, la frusta di Draghi” (Stampa, 21.5). Oh sì, dài, SuperMario, frustaci ancora!

Il titolo della settimana/2. “Draghi: ‘Vaccinare il mondo’” (Corriere della sera, 22.5). E le altre galassie niente?

Il titolo della settimana/3. “I palestinesi nella pace di Abramo” (Piero Fassino, deputato Pd, espone il suo piano per la crisi israelo-palestinese, Repubblica, 17.5). Israeliani e palestinesi hanno molte colpe, ma forse un piano Fassino non se lo meritavano.

l titolo della settimana/4. “Nessuno dirà che Battiato era di destra” (Renato Farina e Francesco Specchia, Libero, 19.5). Forse perché non lo era.

Il titolo della settimana/5. “Parla Palamara: ‘Io come Davigo. I due casi sono analoghi, ma io sono sotto processo. Serve uniformità’” (Foglio, 18.5). Uahahahahah.

IlFQ

“A voi ragazze interessano solo i soldi”: il manager collezionista di corpi accecato dal lusso. - Gianluigi Nuzzo



Quest' ennesima mattanza di corpi violati si poteva evitare. E c' è poco da meravigliarsi se i telefonini di Barbablu, al secolo Antonio Di Fazio, il ricco violentatore seriale che narcotizza le vittime per poi palpeggiarle e fotografarle, sfornano gli scatti di altre vittime. 

In tutto, nell' ordine di cattura il giudice Chiara Valori indica 54 foto riconducibili a quattro vittime, una nel 2019, le altre negli anni successivi, ma sarebbero molte di più. Oggi tre ragazze si faranno avanti in procura e solo lì si capirà se sono tra le ritratte nei telefonini o altre.

 

antonio di fazioANTONIO DI FAZIO

Ma questa storia va avanti da più tempo e a più riprese erano emersi gli atteggiamenti quantomeno borderline di questo imprenditore farmaceutico, classe 1971, che vede nel suo passato almeno dal 2009 le prime segnalazioni, le prime denunce vuoi per stalking o per sequestro di persona. Indagini poi archiviate per mille motivi ma che adesso potrebbero venire rivitalizzate in una prospettiva tale da indurre il procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella ad allargare il fronte dell' inchiesta.

 

Per stagliare un primo orizzonte bisognerebbe bussare a un ingresso secondario dell' ambasciata americana di via Veneto a Roma, dal quale si accede ai discreti uffici dell' archivio: in un' annotazione informativa ormai ingiallita, risalente al decennio scorso, si fa riferimento proprio a lui.

 

Gli americani inciampano su Di Fazio dopo il suo rocambolesco rapporto con una cittadina di Chicago di origini italiane, iniziato con il classico «due cuori e una capanna» e matrimonio, ma in sei mesi precipitato in incubo, sfociando in separazione e reciproche querele.

ANTONIO DI FAZIOANTONIO DI FAZIO

 

La signora aveva denunciato il marito per stalking e persino sequestro di persona, ma l' imprenditore era riuscito a riequilibrare i ruoli, perché mentre la donna si medicava in ospedale, era corso a denunciarla a sua volta, sostenendo di esser stato da lei aggredito a colpi di spray al peperoncino.

 

Di Fazio respingeva ogni accusa ma negli Usa l' ex moglie, forte del padre avvocato di Chicago, aveva raccolto ampi sostegni. Partirono anche raccolte di fondi per tutelare la connazionale che voleva portare l' imprenditore farmaceutico in un' aula di giustizia. Il giudice archiviò entrambe le posizioni.

 

Insomma, uno scontro senza esclusione di colpi, dal quale emerge però un aspetto certamente interessante: ritroviamo infatti un' inattesa analogia con la dinamica giudiziaria dell' ultimo episodio al vaglio ora degli inquirenti. Infatti, la giovane studentessa bocconiana di 21 anni, appena dopo aver denunciato gli abusi sessuali è stata denunciata da Di Fazio per un' improbabile estorsione, pur di delegittimarla.

ANTONIO DI FAZIOANTONIO DI FAZIO

 

Ma non è stato creduto. Del resto, Di Fazio non ha mai avuto alcuna particolare considerazione del gentil sesso e le scelte estreme hanno sempre caratterizzato la sua esistenza. L' aveva capito anche una sua ex fidanzata quando si era ritrovata pedinata da un investigatore privato, che tra l' altro le aveva piazzato numerose microspie in casa per ascoltarne ogni respiro.

 

L' imprenditore temeva che la donna lo tradisse e per questo aveva arruolato un' agenzia di investigazioni che controllava tutti i movimenti con telecamere collocate nell' appartamento.

 

antonio di fazioANTONIO DI FAZIO

Anche questo era un campanello d' allarme rimasto inascoltato. Sono passati 12 anni da quell' episodio ma l' idea sul mondo femminile è sempre la stessa. Lo capisce bene anche e proprio l' ultima vittima quando si ritrova nella casa dell' aguzzino di via Tamburrini, la sera di venerdì 26 marzo.

 

Di Fazio vuole impressionarla con il suo tenore di vita, le auto di lusso, il grande appartamento dietro al parco Sempione. «Eh vedi, i soldi... i soldi... a voi donne interessano solo gli uomini con il denaro», le dice tronfio, in una curiosa inversione psicologica dove attribuisce agli altri quello che forse pensa lui stesso.

 

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Lei strabuzza gli occhi, incredula: «Ma guardi - gli risponde - il mio ragazzo non è certo ricco, anzi, ha origini umili ma assai oneste e dignitose e se lo amo non è certo per i soldi». Ed è un dettaglio che rimane impresso nella mente di Di Fazio per giorni e giorni, almeno fino al 5 aprile, quindi dopo la denuncia, quando conversando con la propria fidanzata al telefono, cerca di ridimensionare le accuse e riferendosi al fidanzato della vittima lo liquida con disprezzo, come un «pecoraro senza soldi».

 

Un brutto incubo che vedrà farsi avanti diverse vittime. Di oggi, di ieri e di anni fa. Donne che magari non avuto il coraggio di denunciare. «Sono sconvolta per chi ho incontrato - afferma la studentessa di 21 anni - ma sono anche fiduciosa nei magistrati e negli inquirenti, stanno lavorando con grande attenzione». Poi, un sorriso dolce e ferito, saluta e torna a studiare.


(art. di Gianluigi Nuzzo per La Stampa, riportato su Dagospia)


Cerco di capire che cosa scatta nella mente di un uomo quando commette un atto mostruoso come quello in questione.
Sete di potere? Mania del sesso? "Impotenza da rapporto normale"?
In ogni caso, l'atto dello stupro non rientra nell'uso comune.
Io personalmente credo che lo stupro sia la conseguenza di uno stato di frustrazione dovuta allo stress provocato dall'"impotentia coeundi".
Sono convinta che questi uomini, non riuscendo a provare godimento durante l'atto sessuale naturale, normale, lo cercano scatenando la loro frustrazione su altri soggetti inermi o resi tali, praticamente riescono a provare orgasmo solo possedendo la mente ed il corpo di altri esseri resi inermi, impossibilitati a partecipare, per dimostrare a se stessi di essere i padroni indiscussi, assoluti.
In altri termini, sono mentalmente deviati.
Leggo su Dagospia (un articolo di Nuzzi su La Stampa) di un suo matrimonio finito dopo soli 6 mesi e di una fidanzata che lo ha accusato di stalkeraggio.
Il tizio va tolto dalla circolazione perchè estremamente pericoloso.
cetta.