venerdì 11 giugno 2021

AstraZeneca, verso l’esclusione per chi ha meno di 60 anni. Per la terza dose si punta su Pfizer. - Nicola Barone

 

Per la probabile terza dose nei prossimi mesi l’opzione è per Pfizer, destinata principalmente ad anziani e fragili.

Sono in arrivo nuove prescrizioni del Comitato tecnico sull’utilizzo di AstraZeneca nelle fasce più giovani, a seguito dei dubbi tra gli esperti motivati dagli effetti avversi. Il mostrarsi di eventi trombotici in alcune giovani donne con un rischio trascurabile di conseguenze importanti anche nel caso di malattia severa da Covid-19 (e contemporanea disponibilità di altri vaccini) rende plausibile una raccomandazione all’uso del vaccino anglo-svedese verosimilmente solo per chi ha più di 60 anni. Resta aperto il dibattito sulla possibilità di somministrare una dose diversa (cosiddetta ’eterologa’) agli under 60 che hanno ricevuto la prima con Astrazeneca e sulla valutazione dei tempi del richiamo.

Aifa: 1 caso trombosi ogni 100milioni dosi AstraZeneca.

Il quinto Rapporto di Farmacovigilanza dell’Aifa sui vaccini Covid-19, ad ogni modo, segnala che i casi di trombosi venose intracraniche e in sede atipica in soggetti vaccinati con Vaxzevria di AstraZeneca sono in linea con quanto osservato a livello europeo: 1 caso ogni 100.000 prime dosi somministrate e prevalentemente in persone con meno di 60 anni. Nessun caso è stato segnalato dopo la seconda dose: è quanto rileva.

Open Day tra conferme e rimodulazioni.

Anche se in Italia il vaccino di AstraZeneca è già preferenzialmente raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età, le Regioni da Nord a Sud si sono mosse ognuna per conto proprio. Alcune hanno già adottato una linea di cautela dopo i casi critici, annullando o rivedendo i frequentatissimi Open Day già programmati. In corsa si ripiegherà su Pfizer e Moderna alla “serata vaccini” organizzata dalla Asl Napoli 2 Nord, competente sul territorio di 32 Comuni comprese le isole di Ischia e Procida, malgrado due giorni fa fosse stata annunciata la somministrazione di AstraZeneca. In Sicilia invece torna da oggi a domenica 13 giugno l’iniziativa per i cittadini dai 18 anni in su, privi di fragilità, che potranno vaccinarsi su base volontaria senza prenotazione con AstraZeneca e Johnson & Johnson. Nel Lazio sono aperte da ieri le prenotazioni per un open week over 18 Astrazeneca con vaccinazioni da oggi a domenica 13 giugno con ticket virtuale su app Ufirst. Sempre meno, in Abruzzo, gli Open Day per i vaccini contro il Covid-19, ma per questioni organizzative e logistiche.

Chi ha già detto no.

In Friuli Venezia Giulia, ha ricordato il presidente Massimiliano Fedriga, non sono stati organizzati “Astra-day” dedicati ai giovani, e Luca Zaia, presidente del Veneto, ha rivendicato la scelta della sua regione di non somministrare più i vaccini a vettore virale (Astrazeneca e J&J) sotto i 60 anni. Nelle Marche non ci sono stati Astra Day per i giovani: la scorsa settimana la Regione ha organizzato dei Vax Day per i maturandi ma con il vaccino Pfizer, mentre in Puglia da tempo non si fanno più prime dosi con AstraZeneca, ma solo seconde, perchè ci sono oltre 300mila richiami da fare. La Sardegna prosegue sulla strada già intrapresa: non utilizzare AstraZeneca fuori dalle fasce d’età previste, nemmeno in occasione degli Astra Day che sono stati dedicati, nell’Isola, alla somministrazione di seconde dosi per il personale scolastico che sarà impegnato negli esami di maturità.

I numeri sulle complicanze gravi.

Per non correre rischi gratuiti, stando alle voci delle ultime ore, si potrebbero imporre dei limiti di non fattibilità persino sotto i 30 o i 40 anni. «Sulla base dei dati pubblicati su Science ad aprile riferiti al Regno Unito, è emerso che il rischio di complicazioni gravi di questo vaccino, come la trombosi associata a trombocitopenia, tra i 20 e 29 anni era di 1,1 per 100.000, mentre il rischio di avere una forma grave di Covid per quella fascia d’età va da 0,8 a 6,9 per 100.000», ha spiegato l’immunologo Giuseppe Remuzzi. Ecco perché l’Ema, continua, «ha scelto di non sconsigliare le somministrazioni per genere o fasce d’eta’, lasciando la decisione ai singoli Stati, in base alle loro esigenze».

Per la terza dose si punta su Pfizer.

Quanto a una assai probabile terza dose nei prossimi mesi l’opzione sarà per Pfizer, in base a quanto risulta a Repubblica. Destinatari saranno principalmente coloro che rischiano di più venendo in contatto con il coronavirus, magari nel frattempo mutato, dunque le persone dai 60-65 in su e i fragili per motivi di salute. In seconda battuta operatori sanitari e forze dell’ordine.

IlSole24Ore

giovedì 10 giugno 2021

Palermo, il fratello del boss Cillari gestiva un giro d’usura: 4 arresti. Fra le vittime il conduttore Marco Baldini. - Salvo Palazzolo

 

Nella rete degli strozzini sono finiti soprattutto antiquari, fra la Sicilia e Roma. L'indagine della Guardia di finanza ha fatto scattare un sequestro di beni per 500 mila euro, sigilli a un ristorante.

I suoi complici lo chiamavano “succhiasangue”. Salvatore Cillari, fratello di un boss all'ergastolo, era uno spietato usuraio, imponeva tassi di interesse fino al 140 per cento annuo. Stanotte, è stato arrestato dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, ai domiciliari sono finiti il figlio Gabriele e altre due persone, Matteo Reina e Giovanni Cannatella. Un quinto indagato, Achille Cuccia, ha il divieto di dimora a Palermo. Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Sergio Demontis  e dalla sostituta Federica Paiola hanno svelato un vasto giro di usura fra la Sicilia e Roma. Fra le vittime, anche il conduttore radiofonico Marco Baldini, che già altre volte era finito nelle grinfie degli strozzini. Dalle intercettazioni è emerso che nel giugno 2018 doveva dare ancora 60 mila euro a Cillari.

Le intercettazioni.

Sono drammatiche le conversazioni captate dalla Finanza: “Ora domenica parte – un complice raccontava l’ultima chiamata di Cillari a Baldini – ci ha telefonato… vedi che sto salendo, ti sto venendo a rompere le corna”. Nelle intercettazioni sono finite anche le telefonate fra l’usuraio e il conduttore. “Sti soldi, com’è finita Marco? Manco una lira”, diceva lo strozzino. Era il gennaio 2017. “Domani ci vediamo, stai tranquillo”, rispondeva Baldini. Tre mesi dopo, i toni di Cillari erano più pesanti: “Mi dai sempre delle notizie, poi sempre mi lasci in asso”. E ancora: “Tu dici che dovevi prendere i soldi, sono passati sette mesi, non prendi nulla. Marco io so solo una cosa, ti ho fatto solo del bene a te… Lo sai quanto ti voglio bene e quanto ti ho aiutato”. Nel giugno 2018, una nuova telefonata dell’usuraio: “Ora basta, sono passati anni. Ora basta Marco. Mercoledì sono a Roma e ci sto fino a venerdì”. Cillari, che ha 63 anni, aveva sempre modi alquanto sbrigativi. E, soprattutto, tante frequentazioni, anche con esponenti della criminalità organizzata. Il gip Marco Gaeta parla di "contiguità" con esponenti del mandamento mafioso di Porta Nuova, "favoriti dal rapporto con il fratello Gioacchino", ritenuto un killer di Cosa nostra.

Il ristorante L'Acerba sequestrato dalla Finanza 

Il riciclaggio.

I proventi del giro di usura sarebbero stati riciclati dal figlio di Cillari, Gabriele, che negli ultimi anni era diventato uno dei protagonisti della movida palermitana: aveva aperto un locale all’interno del mercato del Capo, l’Acerba osteria dinamica, a metà fra galleria d’arte e ristorante. Adesso, l’attività è sotto sequestro. Sigilli anche a due immobili, conti correnti e una moto.

Dice il generale Antonio Quintavalle Cecere, il comandante provinciale della Guardia di finanza di Palermo: “Purtroppo, dispiace registrare che le vittime non sono state collaborative con gli investigatori, nonostante le pressanti intimidazioni e minacce subite dagli usurai. Ribadisco ancora una volta che l’unico modo per uscire dalla morsa dell’usura, così come dell’estorsione, è denunciare questi criminali”.

Le vittime di Cillari sono soprattutto antiquari, come Cannatella, ritenuto il referente del gruppo nella Capitale. Gli usurai puntavano a nuovi affari. Cercavano di trarre il massimo di profitto dalla crisi economica dovuta all’emergenza Covid. “I rischi di usura sono sensibilmente aumentati – spiega il colonnello Gianluca Angelini, il comandante del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo – per questo, l’impegno investigativo è costante per contrastare ogni tentativo della criminalità di strumentalizzare le difficoltà di famiglie e imprese per ottenere ulteriori profitti illeciti”.

La Repubblica

Ecco Mr. Michetti: danni alla Regione per 839mila euro. - Vincenzo Bisbiglia

 

Il sito “Gazzetta amministrativa”.

Per una serie di abbonamenti, accessi web e servizi di formazione del personale, ora alcuni ex politici della Regione Lazio rischiano che venga contestato un danno erariale di oltre 800 mila euro. Perché quei servizi – finiti nel mirino della Corte dei conti – secondo la Finanza sono stati acquistati in passato a prezzi gonfiati o in altri casi erano fruibili gratuitamente. Chi vende è la società Gazzetta Amministrativa Srl, legata alla Fondazione Gari, presieduta da Enrico Michetti, da ieri candidato del centrodestra come sindaco di Roma, voluto da Giorgia Meloni. La società gestisce il portale Gazzetta Amministrativa.it. Nel mirino dei pm contabili – che, come rivelato dal Fatto hanno aperto un fascicolo – ci sono finiti i soldi spesi in gran parte fra il 2010 e il 2012 dal Consiglio regionale della Regione Lazio (allora guidata dalla Polverini). Spese che secondo la Gdf potrebbero aver causato un danno erariale di 839.540 euro. I rilievi che non riguardano direttamente né l’imprenditore-candidato né la Gazzetta Amministrativa Srl, ma l’ente pubblico che ha acquistato i servizi.

Gli investigatori in un’informativa del 30 marzo hanno ripercorso dunque tutti i pagamenti della Pisana. Un affidamento riguarda “servizi online di supporto tecnico-giuridico all’Amministrazione regionale degli enti locali, nel triennio 2011-2014”, mediante l’attivazione di 1.500 accessi riservati al portale. Costo totale: 810 mila euro. Il pacchetto di accessi al sito fu acquistato in seguito a un protocollo d’intesa firmato il 5 aprile 2011 dall’allora presidente del Consiglio regionale, Mario Abbruzzese (ex FI): a suo carico i finanzieri ipotizzano un danno erariale (non ancora contestato dai pm contabili) di 701.100 euro, in solido con l’allora segretario generale, Nazzareno Cecinelli, che ratificò la convenzione. Per gli inquirenti, alcuni dei servizi contrattualizzati con il Consiglio regionale “potevano essere fruiti gratuitamente”. Non solo. Dalle verifiche è emerso che la Gazzetta Amministrativa srl aveva autorizzato ben 9.309 accessi riservati, “sintomatico – scrive la Gdf – di un minor valore degli accessi riservati acquistati”, il cui costo i militari quantificano in 29 euro l’anno, contro i 180 euro “riconosciuti dalla convenzione”. La Regione, per la Gdf, avrebbe dovuto pagare 108.900 euro, contro gli 810.000 euro bonificati.

Il secondo affidamento riguarda un “servizio formativo” per 430 dipendenti della Regione Lazio, come stabilito da una delibera del 2012, firmata da Abbruzzese e ratificata da Cecinelli. Per la Finanza, “per i 2 corsi erogati in convenzione, nel periodo 2012-2013, sono stati richiesti dalla società e pagati dall’Ente regionale 365.000 euro, ovvero 182.500 euro per edizione/corso”. Il problema è che, successivamente, la società aveva proposto un pagamento “in via forfetaria” rifiutato dalla Regione: “Se nell’atto convenzionale – si legge – fossero state applicate le stesse condizioni economiche poi proposte dalla società appaltatrice (…) i 2 corsi erogati e pagati avrebbero avuto un costo di 240.000 euro invece di 365.000”. La Finanza ha analizzato anche l’acquisto di 320 abbonamenti annuali alla rivista trimestrale “Gazzetta Amministrativa dei Comuni e delle Province d’Italia”, comprati dalla Regione nel 2007 (presidente Marrazzo). Per i militari il prezzo finale degli abbonamenti è gonfiato, non essendo stato applicato lo sconto del 25%, previsto in listino, per chi acquistava più di 100 copie. Nei giorni scorsi sui servizi acquistati dalla Pisana la fondazione Gari ci ha scritto: “Trattasi di attività espletate da soggetto distinto e diverso dalla Fondazione, (…) eventuali verifiche della Corte dei conti (…) potrebbero riguardare unicamente l’operato del soggetto pubblico e giammai il soggetto privato che ha svolto regolarmente le attività”. Sono le spese della Regione Lazio a finire nel mirino dei pm contabili. Non la società che ha erogato i servizi, per la Finanza però acquistati a prezzi gonfiati.

ILFQ

Le larve intese. - Marco Travaglio

 

Fa discutere il processo a Torino contro l’assistente di Gianni Vattimo per circonvenzione di incapace ai danni del grande filosofo, che peraltro nega di essere mai stato circonvenuto. In ogni caso, se anche il reato ci fosse, sarebbe circonvenzione di capace. Intanto, nell’indifferenza generale, si consuma una collettiva circonvenzione di incapaci (e anche di capaci): quella del governo più sopravvalutato della storia ai danni del popolo italiano. È una sorta di incantesimo a mezzo stampa e tv che obbliga tutti a giurare fedeltà a Draghi e pure ai suoi ministri, quasi tutti scarsi, per non parlare di altri fenomeni tipo il commissario Penna Bianca. Chiunque azzardi una sia pur timida critica viene additato come sabotatore e disfattista, nemico del popolo e della nazione. E se chi rappresenta in Parlamento un milione di elettori si permette di suggerire una legge, un emendamento, un comma, apriti cielo! Come osa la zecca “piantare bandierine in un momento come questo”? “Tirare Draghi per la giacchetta”? Non sa che “i partiti devono fare un passo indietro” (perchè, non è dato di sapere)? Non sa che “l’Europa ci guarda e non vuole divisioni in questa fase” (Conte invece si poteva lapidarlo; e figurarsi se ci guardassero pure l’Asia, l’Africa, l’America e l’Oceania)? A questo sortilegio tutto magico e niente politico si può opporre soltanto la forza dei fatti, casomai fregassero a qualcuno.

Finora, a parte copiare il 95% del Recovery Plan (con un 5% peggiorativo) e proseguire (in peggio) la campagna vaccinale del governo precedente, questo Governo dei Mediocri spacciati per Migliori ha, nell’ ordine: varato il condono fiscale e la sanatoria sui precari della scuola, nascosto un condono edilizio nel Superbonus, attentato ai poteri dell’Anticorruzione, sbloccato i licenziamenti, cancellato il salario minimo, anticipato la chiusura delle scuole dopo aver promesso di allungarla, sdoganato il Ponte sullo Stretto, dirottato la transizione ecologica su nucleare, idrogeno blu e inceneritori, gonfiato i consensi alle destre. E ora pasticcia sugli Open Day per svuotare i magazzini pieni di Astrazeneca e Johnson&Johnson, mettendo in pericolo i giovani (che rischiano più da quei vaccini consigliati agli over 60 che dal Covid). Un giorno o l’altro, si avvererà la fiaba di Andersen del re vanitoso che, convinto da due impostori a indossare un abito magnifico, ma invisibile agli stolti e agli indegni, sfila in déshabillé senza che nessuno obietti alcunché, perché tutti temono di passare per stolti o per indegni. Finché un bimbo, ignaro di tutto, rompe l’incantesimo: “Ma il re è nudo!”. E scattano 92 minuti di applausi (ah no, quelli erano per Fantozzi sulla Corazzata Potëmkin, ma ci siamo capiti).

IlFQ

La Commissione avvia una procedura contro l'Italia sul mercato dei mutui.

 

Una seconda procedura contro l'Italia per i ritardi nei pagamenti.


BRUXELLES -  La Commissione Ue ha aperto una procedura di infrazione contro l'Italia perché non applica pienamente la direttiva Ue sul credito ipotecario, in particolare le disposizioni su libertà di stabilimento, libera circolazione e vigilanza dei servizi degli intermediari del credito. L'obiettivo della direttiva, ricorda Bruxelles, è aumentare la protezione dei consumatori nel settore dei mutui e promuovere la concorrenza, tra l'altro, aprendo i mercati nazionali agli intermediari. "Una maggiore concorrenza dovrebbe andare a vantaggio dei consumatori, consentendo una scelta più ampia e a costi inferiori", precisa Bruxelles.

La Commissione ha aperto una procedura d'infrazione contro l'Italia per non essersi conformata alla direttiva sui ritardi di pagamento con "effetti negativi sulle aziende in quanto ne riducono la liquidità, ne impediscono la crescita e ostacolano la loro resilienza e la loro capacità di diventare più ecologiche e più digitali". La direttiva sui ritardi di pagamento impone alle autorità pubbliche di saldare le fatture entro 30 giorni (60 giorni nel caso degli ospedali pubblici). La Commissione ha inviato una lettera di messa in mora all'Italia, in quanto la normativa nazionale sulle spese di giustizia esclude dall'ambito di applicazione della direttiva il noleggio di apparecchiature per intercettazioni telefoniche nelle indagini penali. Per la Commissione "l'esclusione di tali transazioni" impedisce alle società di noleggio "di esercitare i diritti previsti dalla direttiva stessa". L'Italia ha 2 mesi per rispondere alla lettera e per adottare le misure necessarie, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

ANSA

mercoledì 9 giugno 2021

Ammettiamolo: Conte è un leader che nessun partito ha. - Angelo Rinascente Maragliano

 

Ammettiamolo: Conte è un leader che nessun partito ha.

E sarà il politico che cambierà l'Italia, con la sua coerenza, la sua onestà, la sua cultura, la sua umanità e il suo amore per il popolo, specie per gli ultimi.

La volgarità e il ridicolo pressapochismo di pseudo giornalisti, alla fine, gli danno l'assist per far notare l'abissale differenza di stile, classe e cultura.

Il Sistema impazzisce. Aspettiamoci palate di fango, di fake news, di inganni, di accordi sottobanco per delegittimarlo, ma dovremo essere noi, il popolo, a dargli gli strumenti per realizzare il cambiamento in Italia. Noi, col nostro voto: unico strumento legale per fermare la restaurazione che cialtroni, potenti sol perché ricchi, hanno messo in atto. Quello che sta accadendo in Parlamento è molto allarmante. Per chi non lo avesse ancora capito, Berlusconi ha aperto il mercato delle vacche per il Quirinale. Ed io, per quanto avanti negli anni, non potrei mai accettare che un delinquente con rapporti con la mafia, sia il PdR e il Presidente del CSM. Sarebbe come affidare lo Stato, i governi, il Parlamento, la magistratura e le forze dell'ordine a Matteo Messina Denaro. In quel caso sarei disposto a prendere le armi per difendere la legalità e la democrazia. A qualunque costo. Bisogna schierarsi da subito. E chi parla di aprire al dialogo con FI, vada cacciato dal M5S. Finché FI sarà Berlusconi, nessun dialogo sarà possibile. Sarebbe come legittimare il male, accettandolo come indispensabile. Stare per ora al governo con lui è solo una transitoria emergenza nazionale, per quanto io non lo condivido, ma lo comprendo, per tanti motivi che, spero, non ci facciano tacciare come alleati di Berlusconi. A questo ci pensano Mattarella e Draghi, che lo ricevono al quirinale e palazzo Chigi, come una personalità di cui vantarsi con il mondo. Conte lo vedo come l'ultima speranza prima della deriva di questo Paese. Non lasciamolo solo.

Angelo Rinascente Maragliano - Fb

Lo scandalo dei miliardari Usa esentasse. - Mauro Suttore

 

DREW ANGERER VIA GETTY IMAGES

WASHINGTON, DC - MAY 17: A mobile billboard calling for higher taxes on the ultra-wealthy depicts an image of billionaire businessman Elon Musk, near the U.S. Capitol on May 17, 2021 in Washington, DC. Organized by the group "Patriotic Millionaires," the mobile billboards are rolling through Washington, DC and New York City on Monday to mark Tax Day, calling for higher taxes for wealthy Americans. (Photo by Drew Angerer/Getty Images)

Non c’è bisogno di essere di sinistra per scandalizzarsi di fronte al clamoroso scoop del sito statunitense ProPublica.


Non c’è bisogno di essere di sinistra per scandalizzarsi di fronte al clamoroso scoop del sito statunitense ProPublica.

I 25 uomini più ricchi d’America (e del mondo) pagano poche o nessuna tassa sul reddito: Jeff Bezos (Amazon), Mark Zuckerberg (Facebook, Instagram, Whatsapp), Elon Musk (Tesla), Bill Gates (Microsoft), Michael Bloomberg, Rupert Murdoch, George Soros, Warren Buffett e gli altri hanno versato 13 miliardi di irpef federale nel 2014-2018 su un reddito complessivo di 400 miliardi. La loro aliquota, quindi, è poco più del 3%. 

Ma grazie a una sapiente e legale elusione fiscale, alcuni ricchissimi sono addirittura scesi a zero. Come Musk, la seconda persona più ricca del mondo, che nel 2018 non ha pagato neanche un cent. Buffett ha versato lo 0,1% sui 24 miliardi di crescita della propria ricchezza dei cinque anni esaminati: 23 milioni. L’aliquota di Bezos è stata dell′1%, quella di Bloomberg dell′1,3%, per tre anni Soros è riuscito a stare a zero.

Com’è possibile? L’aliquota massima dell’imposta sui redditi negli Usa è del 37%. La famiglia media americana paga il 14% di tasse federali su un reddito di 70mila dollari. Ma i miliardari dichiarano una minima frazione di reddito annuo rispetto al patrimonio (soprattutto azioni) che non può essere tassato finché non è liquidato. E, soprattutto, beneficiano di miliardi in deduzioni: scaricano praticamente tutte le spese, dagli aerei privati ai palazzi e ville, fino alle fondazioni di beneficienza e ai finanziamenti per i musei. Nel 2011, per esempio, la ricchezza di Bezos aumentò di 18 miliardi, ma lui dichiarò un bilancio in rosso, denunciando perdite sugli investimenti. Così riuscì a ottenere perfino 4mila dollari in assegni familiari per i figli.

È evidente che il sistema non può continuare così. Il presidente Biden annuncia una riforma delle leggi fiscali. Ma il sito ProPublica è pessimista: “Non serve aumentare le aliquote massime, se non si disbosca la giungla delle detrazioni e dei trust ai Caraibi”.

Da tempo si sapeva delle astronomiche diseguaglianze che piagano gli Stati Uniti degli ultimi decenni. In confronto ai miliardari di oggi, i Rockefeller, Carnegie e Vanderbilt un secolo fa erano dei poveracci. Nel 2011 Buffett chiese a Obama di pagare più tasse: “Ho guadagnato tre miliardi, mi avete chiesto solo sette milioni”.

Ma solo ora, con i documenti dell’Irs (Internal Revenue Service, la nostra Agenzia delle entrate) pubblicati da ProPublica in barba alla privacy dei ricchissimi, ci sono cifre sconvolgenti a sostanziare denunce generiche.

Particolarmente fastidiosa risulta la pretesa dei Paperoni di spacciarsi pure per filantropi. Il velo sollevato sulla fondazione Gates dal divorzio fra Bill e Melinda comincia a rivelare aspetti deplorevoli.

A New York e nelle altre metropoli americane si è sviluppata una vera e propria industria dei “charity gala”, le feste di fundraising per le buone cause più disparate con cui i ricchi si lavano la coscienza. E con cui aumentano le deduzioni fiscali per guadagnare ancora di più.

Secondo Forbes nei sedici mesi dell’epidemia Covid, mentre centinaia di migliaia di americani morivano e milioni perdevano il lavoro, i miliardari Usa hanno accumulato altri 1.200 miliardi di guadagni. Inconcepibile, per un impero nato 245 anni fa e cresciuto grazie a due parole: libertà, ma anche eguaglianza.

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