Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 1 dicembre 2025
MARCO TRAVAGLIO - Tre porcellini (più uno) - IFQ - 30 novembre 2025
domenica 30 novembre 2025
La Russia non può più lanciare astronauti.
Per la prima volta dal 1961, da quando 64 anni fa il primo essere umano entrò in orbita attorno alla Terra, la Federazione Russa non è in grado di lanciare astronauti nello spazio.
Questo che vedete è il pad di lancio 31/6 del cosmodromo di Bajkonur, in Kazakistan, così come appariva prima e dopo il lancio della Soyuz MS-28 di giovedì. A bordo della capsula tre astronauti: due russi (Sergey Kud-Sverchkov e Sergey Mikayev) e un americano (Christopher Williams), che staranno a bordo della ISS per i prossimi 8 mesi. E per un po' potrebbero essere gli ultimi a essere partiti con una capsula Soyuz.Abbiamo chiamato spesso il razzo Soyuz "la Panda dello spazio": semplice, affidabile, resistente e con migliaia di lanci avvenuti con successo, tra i quali le centinaia di lanci di capsule Soyuz con equipaggio e Progress con cargo. Ultimamente però l'economia russa è in alto mare (la guerra di aggressione all'Ucraina e le sanzioni economiche internazionali si fanno sentire) e questo ha portato a un significativo ridimensionamento del programma spaziale. Le basi in grado di supportare il lancio di un Soyuz si sono ridotte al solo pad 31/6, specie dopo la trasformazione del pad 1 (quello da cui partì Gagarin) in un museo.
E giovedì i russi hanno ben pensato di danneggiare catastroficamente il 31/6. Non sono chiari i dettagli, ma dalle immagini dal drone è chiaro che un'intera sezione delle strutture di supporto al razzo è collassata nel deflettore di fiamma. Si tratta di una piattaforma mobile da 20 tonnellate, utilizzata per accedere inferiormente ai motori del razzo durante le preparazioni al lancio. E che non è stata assicurata prima del lancio - i gas di scarico del razzo l'hanno sradicata e scaraventata nel deflettore. Una conseguenza forse delle condizioni critiche della Roscosmos, tra tagli ai finanziamenti, corruzione e lassità nelle procedure di manutenzione e sicurezza.
La Roscosmos minimizza l'accaduto: hanno tutti i componenti di ricambio e sono già all'opera per ripristinare il pad 31/6. Ma la Roscosmos non è nuova a dichiarazioni che spesso hanno il gusto della pura propaganda, specie in un momento in cui la Russia è in guerra e non può certo permettersi di mostrare debolezza o ammettere errori. E infatti non sono del medesimo avviso molti osservatori internazionali: riparare un danno così esteso richiederà tempo, forse due anni. Certo, ci sono altre basi di lancio - ma vanno adattate. Il tutto in un contesto di finanziamenti ridotti a un rigagnolo e soprattutto con la fine del programma ISS fissata al 2030. La Russia potrebbe decidere che non ne vale la pena di ritornare a lanciare Soyuz per partecipare giusto un altro paio d'anni alla ISS, dalla quale hanno già minacciato più volte di ritirarsi.
Questo aumenta ancora di più la pressione su (e il vantaggio di) SpaceX, che è appena diventato l'unico soggetto nel mondo occidentale in grado di mandare un essere umano nello spazio. Ci sarebbe dovuta essere anche la Boeing, ma sappiamo come sta andando la storia della Starliner. Intanto, Orion della NASA non ha ancora visto un astronauta a bordo. Tempi sempre più interessanti.
Lorenzo
sabato 22 novembre 2025
Oleksiy Oleksiyovich Goncharenko, deputato ucraino.
Stop ai politici inutili.
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94 MORTO CHE MENTE. - Marco Travaglio
Siccome dicono che bisogna lasciar stare i morti, FI ha arruolato, oltre alla buonanima di B., anche quella di Tortora in una sceneggiata napoletana per Cirielli in Campania e il Sì al referendum, 31 anni dopo quello che Tajani chiama “un episodio molto grave e triste”: “L’avviso di garanzia a Berlusconi, impegnato a presiedere a Napoli un vertice mondiale contro la criminalità organizzata… consegnato non all’interessato, ma al Corriere della Sera… per reati inesistenti da cui anni dopo fu regolarmente assolto”. Purtroppo, come spesso gli accade, non sa quel che dice. Non era un avviso di garanzia, ma un invito a comparire per interrogarlo. I carabinieri inviati dal Pool di Milano a notificarlo il 21 novembre ’94 (dopo aver aspettato le elezioni amministrative) raggiunsero B. a Roma, dov’era atteso dopo il primo giorno del vertice. Ma cambiò idea e restò a Napoli. Così gli telefonarono e gli lessero l’atto fino al secondo dei tre capi d’imputazione: tre tangenti Fininvest alla Guardia di Finanza. B. mise giù senza dar loro il tempo di leggere la terza. E decise di presiedere il summit anti-crimine anche l’indomani, pur sapendo di essere indagato e di esporre l’Italia alla berlina mondiale. Non cambiò idea neppure il mattino dopo, quando il Corriere (con Avvenire) uscì con lo scoop: “Milano, indagato Berlusconi”. Ma il Corriere riferì solo “due pagamenti alle Fiamme gialle” e non il terzo, che il Pool aveva inserito nell’atto, ma i carabinieri non avevano fatto in tempo a leggere a B. È la prova che la notizia (peraltro nota all’indagato e non più segreta) non la passò il Pool, ma B. o uno dei suoi per scatenare l’Operazione Martirio.
“Reati inesistenti”? Magari: per le tangenti alla Gdf furono condannati i manager Fininvest corruttori e i finanzieri corrotti. B. fu condannato in primo grado, ma assolto in appello e Cassazione per “insufficienza probatoria”. La prova doveva fornirla il testimone David Mills, che gli aveva creato le società estere per fondi neri e tangenti. Ma mentì ai giudici e anni dopo scrisse al suo commercialista di aver incassato una mazzetta Fininvest di 600 mila dollari per “tenere Mr B. fuori dal mare di guai in cui l’avrei gettato se solo avessi detto tutto quel che sapevo”. Condannato in primo e secondo grado, Mills fu prescritto in Cassazione. B. invece, tra una legge vergogna e un finto impedimento, fu salvato già in Tribunale dalla prescrizione che aveva appena dimezzato per legge. Che c’entra in tutto ciò la separazione delle carriere? Nulla. Ma le Regionali c’entrano: la prescrizione-lampo fu un gentile omaggio della norma che porta il nome di Cirielli. Non avendolo ringraziato da vivo, B. rimedia da morto tramite il suo medium personale: Tajani. Che però, quando entra in trance, non ne esce più.
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