Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
venerdì 21 novembre 2014
giovedì 20 novembre 2014
Andrea Scanzi - sondaggi
Ho sottomano dei sondaggi, teoricamente segreti, e capisco perché Renzi rida meno del solito.
Come capisco perché, adesso, preferisca votare nel 2016 e non nel 2015: gli conviene. I fedelissimi raccontano che sia indispettito perché persino alcuni giornali iper-renziani - come La Stampa - lo abbiano qua e là sbertucciato.
La prova evidente che non si vive di sole slide e promesse.
Alcuni italiani si stanno disilludendo.
Non c'è straccio di una ripresa e Renzi resta forte, ma non più fortissimo.
In costante e per lui sfibrante calo. Infatti è nervoso, piccoso e permaloso. Qualcuno, a questo punto, potrebbe esultare.
Magari i 5 Stelle. Che però non salgono per niente, anzi. Sarà significativo il test in Emilia Romagna, dove i 5 Stelle diedero segno di sé anzitempo ma dove spesso sono implosi in pallosissime lotte interne (era emiliano il consigliere frignone attualmente indagato, giusto?). Anche ricordando che i 5 Stelle non brillano quasi mai alle comunali e regionali, la sensazione è che domenica sera i "grillini" emiliani non rideranno granché.
Il dato su cui tutti concordano è la crescita continua della Lega Salvini. Più o meno al 15%. Probabilmente davanti a Grillo, probabilmente davanti a Forza Italia. Seconda forza in alcune regioni, terza forza nazionale. Ecco il nuovo interlocutore di Renzi: Salvini. Matteo I versus Matteo II. Pacioccone Mannaro versus Jabba The Salv. Wow.
Quindi: Renzi cala, ma resta primo. Salvini cresce imperiosamente. Berlusconi crolla, ma rimane comunque lui a scrivere regole e Costituzione. La sinistra "vera" è morta o clandestina. I 5 Stelle son contenti così e rimbalzano le critiche al grido di "siamo l'unica alternativa fanculo la tivù!", però smottano sistematicamente. Un bel quadretto edificante. Vamos?
P.S. L'unica buona notizia vera è che la Pinotti, per via dello scandalo-volo di Stato sollevato da M5S e raccontato anzitutto dal Fatto Quotidiano, si è giocata il posto al Quirinale. Ottimo. Continuo però a pensare che sia stato aberrante anche solo ipotizzare di avere una come la Pinotti Presidente della Repubblica.
Mafia & trasporti, 23 arresti a Catania nell’affaire traghetti anche Matacena.
Un’indagine del Ros mette a fuoco l’intreccio criminale tra imprenditori e Cosa nostra: nelle carte, i rapporti con la politica fino alla costituzione nel 2008 del ”Partito nazionale degli autotrasportatori” messo a disposizione dell’allora presidente della Regione.
I carabinieri stanno eseguendo, nella provincia di Catania, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 23 indagati per associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza e intestazione fittizia di beni. Al centro delle indagini del Ros l’infiltrazione di Cosa nostra nei settori dei trasporti marittimi e terrestri, dell’edilizia e della grande distribuzione alimentare. Nel corso delle indagini sequestrati beni aziendali e quote societarie per circa 50 milioni di euro.
L’inchiesta ha confermato la “vocazione imprenditoriale” della famiglia di Cosa Nostra catanese: nel settore dei trasporti opererebbe infatti Vincenzo Ercolano, figlio di Giuseppe e fratello di Aldo, condannato all’ergastolo. Ercolano risulta titolare di imprese di trasporti di “considerevoli” dimensioni e per aumentare i propri affari avrebbe fatto ricorso alla forza di intimidazione derivante dalla storia mafiosa della sua famiglia. L’indagine ha fatto emergere alleanze a livello regionale, in particolare con i Pastoia di Belmonte Mezzagno (Palermo) e con imprenditori collegati a Cosa Nostra agrigentina.
L’inchiesta ha confermato la “vocazione imprenditoriale” della famiglia di Cosa Nostra catanese: nel settore dei trasporti opererebbe infatti Vincenzo Ercolano, figlio di Giuseppe e fratello di Aldo, condannato all’ergastolo. Ercolano risulta titolare di imprese di trasporti di “considerevoli” dimensioni e per aumentare i propri affari avrebbe fatto ricorso alla forza di intimidazione derivante dalla storia mafiosa della sua famiglia. L’indagine ha fatto emergere alleanze a livello regionale, in particolare con i Pastoia di Belmonte Mezzagno (Palermo) e con imprenditori collegati a Cosa Nostra agrigentina.
E’ stato anche appurato che i guadagni derivanti dalle attivita’ imprenditoriali hanno anche determinato l’interesse e l’occulta partecipazione di Vincenzo Aiello e del fratello di quest’ultimo, Alfio, imprenditori nel commercio di carne nella grande distribuzione, attraverso l’intestazione fittizia di sociatà di settore e accordi con l’imprenditore calabrese Giovanni Malavenda.
Ercolano e Aiello sono riusciti a infiltrarsi nei due settori “anche tramite gli imprenditori-affiliatiFrancesco Caruso e Giuseppe Scuto“. Erano questi ultimi a tenere i rapporti con affiliati mafiosi catanesi ed agrigentini e con esponenti della politica, tra i quali gli inquirenti menzionano Giovanni Cristaudo e Raffaele Lombardo, entrambi imputati nel processo Iblis. Secondo quanto ricostruito, la società Servizi Autostrade del Mare, fittiziamente intestata a Caruso ma in effetti facente capo agli Ercolano e i fratelli Aiello, aveva stipulato con la società Amadeus spa, riconducibile ad Amedeo Matacena, un contratto di affitto di tre navi da utilizzare come vettori per i collegamenti tra la Sicilia e la Calabria.
L’attività si protrasse con ottimi risultati nei mesi a cavallo tra gli anni 2005 e 2006, fino a quando – per ragioni legate a scelte effettuate da un’altra società estranea alle indagini – si interruppe improvvisamente la navigazione con consistenti danni per la Servizi Autostrade del Mare.
Ma le manovre della mafia sul terreno della politica si sono spinte fino alla costituzione nel 2008 di un partito (il Partito nazionale degli autotrasportatori) che con l’intento di garantire gli interessi criminali, era stato messo a disposizione dell’allora Presidente della Regione in occasione delle elezioni europee del 2009. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 presso il comando provinciale carabinieri di Catania.
Eternit, Cassazione annulla condanna. Renzi: prescrizione da cambiare, è incubo.
Colpo di spugna al processo Eternit.
La prima sezione penale Cassazione ha annullato senza rinvio, dichiarando prescritto il reato, la sentenza di condanna per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny nel maxiprocesso Eternit.
Sono stati annullati anche i risarcimenti per le vittime. La prescrizione è maturata al termine del primo grado.
Il sostituto procuratore della Cassazione Francesco Iacoviello aveva chiesto di dichiarare prescritto il maxi-processo Eternit per disastro ambientale e, di conseguenza, di annullare la condanna a 18 anni di carcere per l'unico imputato, che era stato condannato dalla corte d'appello di Torino il 3 giugno 2013.
Il maxi-processo Eternit è stato la più grande causa mai intentata in Europa e al mondo sul fenomeno dei danni alle persone e alle cose provocati dall'amianto. Le parti lese erano un migliaio, tra malati (soprattutto di mesotelioma), eredi dei defunti ed amministrazioni locali.
Schmidheiny era stato ritenuto responsabile nei precedenti gradi di giudizio di disastro ambientale, con drammatiche conseguenze soprattutto per la salute degli operai, legato alle attività degli stabilimenti Eternit di Casale Monferrato (Alessandria), Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia).
La decisione della Cassazione ha suscitato le proteste dei numerosi familiari delle vittime dell'amianto presenti in aula. «Vergogna, vergogna», hanno detto in tanti, urlando subito dopo la lettura del verdetto. «Eternit, ingiustizia è fatta»: così i familiari delle vittime hanno scritto su uno striscione esposto davanti alla Cassazione dopo la lettura del verdetto.
«Purtroppo c'è chi li ha illusi»: questo, a quanto si è appreso, è il commento trapelato da fonti vicine alla Procura Generale della Cassazione dopo la lettura del verdetto.
«La decisione della Suprema Corte conferma che il Processo Eternit, nei precedenti gradi di giudizio, si è svolto in violazione dei principi del giusto processo. Schmidheiny si aspetta che ora lo Stato italiano lo protegga da ulteriori processi ingiustificati e che archivi tutti i procedimenti in corso». Così un portavoce del magnate svizzero commenta la sentenza.
La Cassazione - precisa il portavoce del magnate svizzero in una nota diffusa da Zurigo - ha assolto Schmidheiny dai reati ascrittigli. «La Corte ha condiviso le argomentazioni della difesa: Stephan Schmidheiny «non ha mai assunto un ruolo operativo nella gestione dell'azienda», e il gruppo svizzero è stato il principale azionista di Eternit spa «soltanto per un periodo di circa 10 anni», periodo in cui «non ha mai ricavato alcun profitto dalla sua partecipazione nella Eternit spa, anzi».
«Aspetto di leggere la sentenza. Non bisogna demordere. Non è una assoluzione. Il reato c'è. E adesso possiamo aprire il capitolo degli omicidi». Questo il commento del pm Raffaele Guariniello, che in primo grado e in appello aveva ottenuto la condanna di Schmidheiny.
Con la sentenza della Cassazione che ha dichiarato la prescrizione ed ha cancellato la condanna al magnate svizzero Schmidheiny sfuma anche la possibilità per i familiari delle vittime e per le comunità locali di ottenere i risarcimenti.
La Cassazione ha anche condannato al pagamento delle spese legali, la cui cifra per ora non è nota, l'Inps e l'Inail che avevano fatto ricorso per non essere state ammesse come parte civile dalla Corte di appello di Torino nel processo Eternit. Condannato a pagare le spese legali anche un parente di una delle vittime dell'amianto che era stato escludo dal diritto degli indennizzi.
«Per l'Inail i costi per le sole prestazioni ai lavoratori colpiti dalle patologie provocate dall'amianto sono costate 280 milioni di euro che non si recupereranno più perché il verdetto della Cassazione ha demolito in radice questo processo». Lo ha detto l'avvocato generale dell'Inail Giuseppe Vella.
«Siamo allibiti, non ce lo aspettavamo - ha detto Bruno Pesce, coordinatore dell'Associazione Familiari e Vittime dell'Amianto (Afeva) -. Questa sentenza ci dice che non è possibile giudicare un disastro provocato dall'amianto perché è passato troppo tempo e il reato è prescritto. Ma dimentica che l'amianto è una bomba a orologeria a lungo periodo: non è possibile che coloro che l'hanno innescata siano trattati come dei gran signori. Per quanto ci sforziamo, continuiamo a ritenere incomprensibile questa decisione».
Dello stesso tenore i commenti di sindacati e ambientalisti. «È scandaloso che di fronte a un reato che ha portato migliaia di morti oggi si arrivi alla prescrizione, come se la morte potesse essere prescritta - dice il segretario di Fiom Cgil Giorgio Airaudo, che in Piemonte seguì in prima persona la lunga vicenda Eternit -. Il procuratore Guariniello aveva tentato di fare giustizia portando la vicenda nei confini che deve avere. La Corte d'Appello a suo tempo gli diede ragione. Oggi invece in Cassazione la prescrizione va in un'altra direzione, come se la morte potesse essere prescritta».
«Apprendo con sorpresa e disappunto della decisione della Corte di Cassazione di annullare, causa prescrizione del reato, la sentenza di condanna a Stephan Schmidheiny nel processo Eternit - afferma il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino -. Non può che destare profonda indignazione il fatto che migliaia e migliaia di persone e famiglie siano private del riconoscimento dei danni e delle responsabilità per ragioni che sono poco più che cavilli burocratici. Quando il diritto cozza con le più elementari ragioni di giustizia è segno che c'è qualcosa di profondo che non funziona nei meccanismi della giustizia italiana. Il danno provocato dagli stabilimenti piemontesi e italiani dell'Eternit va al di là delle morti finora contabilizzate e allunga la sua ombra sulle generazioni future: alle famiglie delle vittime, alle associazioni che si sono battute in questi anni e a tutti coloro che attendevano un giudizio di giustizia ed equità, vanno la mia solidarietà, il mio sostegno e la mia vicinanza».
«Sono dispiaciuta e amareggiata, ma preferisco aspettare domani prima di aggiungere altro». Così Concetta Palazzetti, sindaco di Casale Monferrato, uno dei centri più colpiti dalla tragedia della Eternit, commenta a caldo la sentenza Eternit. «Domani mattina - aggiunge - riunirò la giunta comunale per decidere che cosa fare».
Renzi: prescrizione è un incubo O una vicenda come Eternit «non è un reato o se è un reato ma prescritto, vuol dire che bisogna cambiare le regole del gioco sulla prescrizione» perché «non ci deve essere l'incubo della prescrizione», ha detto il premier Matteo Renzi a Rtl: «le domande di giustizia - osserva - non vengono meno» nel tempo. «Cambieremo il sistema del processo e le regole del gioco della prescrizione». «Da cittadino mi colpiscono le interviste ai familiari e mi fanno venire anche un po' di brividi. Perché mostrano un'abilità straordinaria perché credono nella giustizia più di quanto ci creda talvolta un servitore dello Stato e continuano a combattere non perché le morti siano consolate - sono inconsolabili - ma per l'idea di attaccarsi fortemente alla giustizia come etica di un Paese. È un dolore e una bellezza senza fine».
«Non è possibile su alcune vicende avere regole che col tempo fanno saltare la domanda di giustizia, perché ci sono dei dolori che non hanno tempo», sottolinea Renzi. «Dobbiamo far sì che i processi siano più veloci e non ci sia modo di chiudere la partita più velocemente perché è passato tanto tempo come se le domande di giustizia venissero meno. No, non vengono meno». «La giustizia deve essere tempestiva. Non possiamo cedere davanti alla prescrizione. I processi devono essere veloci e giusti», sintetizza poi il premier su Twitter.
http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/eternit_condanna_annullata_reato_prescritto_renzi/notizie/1022120.shtml
mercoledì 19 novembre 2014
LA FARSA DELL' ASSEDIO A JULIAN ASSANGE - John Pilger
L'assedio intorno a Knightsbridge è tutta una farsa. Per due anni, una presenza esagerata e costosa della polizia intorno all'Ambasciata del Ecuador di Londra è servita al solo scopo di ostentare il potere dello stato. La preda assediata è un australiano accusato di nessun crimine, un rifugiato che fugge dall'ingiustizia, la cui unica salvezza è una stanza concessagli da un paese sudamericano coraggioso. Il suo vero crimine è aver dato il via ad una ondata di verità in un'epoca di bugie, di cinismo e di guerra.
La persecuzione di Julian Assange deve finire. Ovviamente anche il governo britannico ritiene che deve finire. Il 28 ottobre, il Vice Ministro degli Esteri, HugoSwire, ha detto al Parlamento che avrebbe "accolto attivamente" il procuratore svedese a Londra e che "avrebbe fatto assolutamente di tutto per facilitare il suo lavoro". Il tono era di impazienza.Il procuratore svedese, Marianne Ny, si è rifiutata di andare a Londra per interrogare Assange per le accuse di cattiva condotta sessuale a Stoccolma nel 2010 - anche se la legge svedese lo consente e se questa procedura è di routine sia per la Svezia che per il Regno Unito. Le prove documentali di una minaccia alla vita e alla libertà di Assange da parte degli Stati Uniti - se dovesse lasciare l'ambasciata - sono schiaccianti. Il 14 maggio di quest'anno, alcuni documenti della Corte degli Stati Uniti hanno rivelato che un sono in corso ulteriori "indagini-multiple" contro Assange.
La Ny non ha mai dato adeguate spiegazioni sul perché non andrà a Londra, così come le autorità svedesi non hanno mai spiegato perché si sono rifiutate di dare ad Assange una garanzia che non lo avrebbero estradato verso gli Stati Uniti, nel quadro di un accordo segreto tra Stoccolma e Washington. Nel dicembre 2010, l'Independent rivelò che i due governi avevano discusso su una possibile estradizione verso gli Stati Uniti ancor prima che fosse emesso ilmandato d'arresto europeo.
La Ny non ha mai dato adeguate spiegazioni sul perché non andrà a Londra, così come le autorità svedesi non hanno mai spiegato perché si sono rifiutate di dare ad Assange una garanzia che non lo avrebbero estradato verso gli Stati Uniti, nel quadro di un accordo segreto tra Stoccolma e Washington. Nel dicembre 2010, l'Independent rivelò che i due governi avevano discusso su una possibile estradizione verso gli Stati Uniti ancor prima che fosse emesso ilmandato d'arresto europeo.
Forse una spiegazione può essere che, contrariamente alla sua reputazione di bastione liberal, la Svezia è, di fatto, tanto vicina a Washington da aver fatto "concessioni segrete" alla CIA - compresa la deportazione illegale dei rifugiati. La consegna e la successiva tortura di due rifugiati politici egiziani nel 2001 è stata condannata sia dal Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura, che da Amnesty International e da Human Rights Watch; la complicità e la doppiezzadello stato svedese sono state documentate nel contenzioso civile e da WikiLeaks.
Nell'estate del 2010, Assange era andato in Svezia per parlare delle rivelazioni di Wikileaks sulla guerra in Afghanistan - in cui la Svezia aveva inviato proprie truppe sotto il comando degli Stati Uniti.
Gli americani stanno perseguitando Assange perché WikiLeaks ha rivelato i loro epici crimini in Afghanistan e in Iraq: l'uccisione incontrollata di decine dimigliaia di civili - rimaste segrete - e il disprezzo dimostrato per la sovranità nazionale e per il diritto internazionale, come risulta in modo colorito nei dispacci diplomatici trapelati.Per parte sua, nel rivelare come i soldati afghani e i civili iracheni siano stati assassinati, l'eroico soldato Bradley (ora Chelsea) Manning si è preso una condanna di 35 anni, dopo essere stato tenuto per più di mille giorni in condizioni che, secondo il relatore speciale delle Nazioni Unite, è equiparabile alla tortura.
Ci sono pochi dubbi che, se gli Stati Uniti dovessero mettere le mani su Assange, non lo attenderebbe niente meno che un destino del genere. Minacce di cattura e di morte sono diventate moneta corrente dell'estremismo politico USA messo in atto dal Vicepresidente Joe Biden, che accusa e insulta Assange indicandolo come "cyber-terrorista". Chiunque abbia un dubbio sulla spietatezza USA dovrebbe ricordare l'obbligo di atterraggio imposto lo scorso anno all'aereo del Presidente della Bolivia - sul quale si credeva, a torto, che si fosse imbarcato Edward Snowden.
Secondo i documenti pubblicati da Snowden, Assange è su una "lista di obiettivi Ricercati". I tentativi di Washington di prenderlo - dicono dei dispacci diplomatici australiani - sono "senza precedenti per portata e natura". Ad Alessandria, in Virginia, un gran giurì segreto ha passato quattro anni per cercare di escogitare un delitto con cui Assange possa essere perseguito.
Ci sono pochi dubbi che, se gli Stati Uniti dovessero mettere le mani su Assange, non lo attenderebbe niente meno che un destino del genere. Minacce di cattura e di morte sono diventate moneta corrente dell'estremismo politico USA messo in atto dal Vicepresidente Joe Biden, che accusa e insulta Assange indicandolo come "cyber-terrorista". Chiunque abbia un dubbio sulla spietatezza USA dovrebbe ricordare l'obbligo di atterraggio imposto lo scorso anno all'aereo del Presidente della Bolivia - sul quale si credeva, a torto, che si fosse imbarcato Edward Snowden.
Secondo i documenti pubblicati da Snowden, Assange è su una "lista di obiettivi Ricercati". I tentativi di Washington di prenderlo - dicono dei dispacci diplomatici australiani - sono "senza precedenti per portata e natura". Ad Alessandria, in Virginia, un gran giurì segreto ha passato quattro anni per cercare di escogitare un delitto con cui Assange possa essere perseguito.
Cosa non facile. Il primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti protegge editori,giornalisti e informatori. Quando era candidato alla presidenza nel 2008, Barack Obama espresse il suo apprezzamento per gli informatori, come "parte diuna sana democrazia [che] deve essere protetta dalle ritorsioni". Sotto la presidenza di Obama, sono stati perseguiti tanti informatori che il loro numero supera il totale de i perseguitati da tutti gli altri Presidenti USA messi insieme. Ancor prima che il verdetto sia stato annunciato nel processo di Bradley Manning, Obama aveva già definito il whisletblower-informatore colpevole.
"I documenti diffusi da WikiLeaks da quando Assange si è trasferito in Inghilterra", ha scritto Al Burke - Direttore del Nordic News Network online, un'autoritàsui tanti colpi di scena e pericoli corsi da Assange - "indicano chiaramente che la Svezia abbia sempre ceduto alle pressioni USA in materia di diritti civili. Cisono tutte le ragioni di preoccupazione per ritenere che se Assange dovesse essere preso in custodia dalle autorità svedesi, potrebbe essere consegnato agli Stati Uniti senza la dovuta considerazione dei suoi diritti legali. "Ci sono segnali che né gli svedesi né la comunità giuridica appoggino l'intransigenza delprocuratore Marianne Ny e anche quando la stampa svedese era implacabilmente ostile ad Assange, uscivano titoli come: "Vai a Londra, per l'amor di Dio".Perché non ci vuole andare? Più precisamente, perché non vuole acconsentire che la Corte svedese abbia accesso alle centinaia di messaggi SMS che la polizia ha trovato nel telefono cellulare di una delle due donne coinvolte nelle accuse di cattiva condotta? Perché non vuole che siano consegneti agli avvocatisvedesi di Assange? Dice che non è tenuta a farlo per legge, fino a quando non venga fatta una richiesta formale, e lei si è appellata a questo cavillo. Allora,perché non ha fatto la richiesta?
Questa settimana, la Corte d'Appello svedese deciderà se ordinare alla Ny di consegnare i messaggi SMS o la questione andrà alla Corte Suprema e alla Corte Europea di Gustizia. Come in una farsa, agli avvocati svedesi di Assange è stato consentito solo di "riascoltare" i messaggi SMS, quelli che hanno avuto il tempo di imparare a memoria.
Uno dei messaggi della donna dimostra chiaramente che non voleva fare nessuna accusa contro Assange, "ma la polizia era decisa di arrestarlo in qualche modo".
Questa settimana, la Corte d'Appello svedese deciderà se ordinare alla Ny di consegnare i messaggi SMS o la questione andrà alla Corte Suprema e alla Corte Europea di Gustizia. Come in una farsa, agli avvocati svedesi di Assange è stato consentito solo di "riascoltare" i messaggi SMS, quelli che hanno avuto il tempo di imparare a memoria.
Uno dei messaggi della donna dimostra chiaramente che non voleva fare nessuna accusa contro Assange, "ma la polizia era decisa di arrestarlo in qualche modo".
Era "scioccata" quando lo hanno arrestato perché lei "voleva solo che lui facesse un [HIV] test". Lei "non voleva accusare JA di niente" e "è stata la polizia che ha formulato le accuse".
(In una testimonianza, è scritto che ha dichiarato di essere stata "railroaded - guidata - dalla polizia e da altre persone che le erano attorno".)
La donna non ha neanche sostenuto di essere stata violentata. Infatti, entrambe le donne hanno negato di essere state stuprate e una di loro ha anche mandato un tweet: "Io non sono stato violentata." Che queste donne siano state manipolate dalla polizia e che le loro parole siano state ignorate è evidente - qualunque sia la cosa che dicono oggi i loro avvocati. Certo, sono vittime di una saga degna di Kafka.Per Assange, l'unico processo a cui è stato sottoposto è il processo dei media. Il 20 agosto 2010, la polizia svedese ha aperto una "indagine per stupro" e subito - e illegalmente - ha dichiarato ai tabloid di Stoccolma che era stato emesso un mandato d'arresto per Assange per lo "stupro di due donne".
Questa è stata la notizia che ha fatto il giro del mondo.
A Washington, un sorridente segretario alla Difesa USA, Robert Gates, disse ai giornalisti che l'arresto "sembra una buona notizia per me" e subito gli account Twitter che diffondono le notizie per conto del Pentagono cominciarono a descrivere Assange come uno "stupratore" e un "latitante". Meno di 24 ore più tardi,il procuratore capo di Stoccolma, Eva Finne, assunse le indagini e non perse tempo per annullare subito il mandato d'arresto, dicendo: "Non credo che ci sia nessun motivo per sospettare che sia stato commesso uno stupro." Quattro giorni più tardi chiuse l'inchiesta, dicendo: "Non c' è nessun sospetto di un qualsiasi delitto." Il file è stato chiuso.Poi è arrivato Claes Borgstrom, un politico di alto profilo nel Partito socialdemocratico, futuro candidato alle imminente elezioni generali in Svezia. Pochi giorni dopo il caso era stato licenziato dal capo dei procuratori, Borgstrom, che era avvocato, annunciò ai media che rappresentava le due donne e che aveva cercato un altro procuratore nella città di Göteborg. Questo nuovo procuratore era Marianne Ny, che Borgstrom conosceva bene. Anche lei eracoinvolta con i socialdemocratici.
Il 30 Agosto, Assange si presentò volontariamente a una Stazione di Polizia di Stoccolma e rispose a tutte le domande che gli fecero. Comprese che la storia era finita. Due giorni dopo, la Ny annunciò che stava riaprendo il caso. A Borgstrom fu chiesto da un giornalista svedese perché si doveva riaprire il caso, quando era già stato chiuso, ricordando che una delle donne che aveva detto di non essere violentata. Borgstrom rispose: "Ah, ma quella donna non è un avvocato." L'avvocato australiano di Assange, James Catlin, rispose: "Ma questa è una barzelletta ... pare che i processi si possano chiudere e riaprire ......."
Questa è stata la notizia che ha fatto il giro del mondo.
A Washington, un sorridente segretario alla Difesa USA, Robert Gates, disse ai giornalisti che l'arresto "sembra una buona notizia per me" e subito gli account Twitter che diffondono le notizie per conto del Pentagono cominciarono a descrivere Assange come uno "stupratore" e un "latitante". Meno di 24 ore più tardi,il procuratore capo di Stoccolma, Eva Finne, assunse le indagini e non perse tempo per annullare subito il mandato d'arresto, dicendo: "Non credo che ci sia nessun motivo per sospettare che sia stato commesso uno stupro." Quattro giorni più tardi chiuse l'inchiesta, dicendo: "Non c' è nessun sospetto di un qualsiasi delitto." Il file è stato chiuso.Poi è arrivato Claes Borgstrom, un politico di alto profilo nel Partito socialdemocratico, futuro candidato alle imminente elezioni generali in Svezia. Pochi giorni dopo il caso era stato licenziato dal capo dei procuratori, Borgstrom, che era avvocato, annunciò ai media che rappresentava le due donne e che aveva cercato un altro procuratore nella città di Göteborg. Questo nuovo procuratore era Marianne Ny, che Borgstrom conosceva bene. Anche lei eracoinvolta con i socialdemocratici.
Il 30 Agosto, Assange si presentò volontariamente a una Stazione di Polizia di Stoccolma e rispose a tutte le domande che gli fecero. Comprese che la storia era finita. Due giorni dopo, la Ny annunciò che stava riaprendo il caso. A Borgstrom fu chiesto da un giornalista svedese perché si doveva riaprire il caso, quando era già stato chiuso, ricordando che una delle donne che aveva detto di non essere violentata. Borgstrom rispose: "Ah, ma quella donna non è un avvocato." L'avvocato australiano di Assange, James Catlin, rispose: "Ma questa è una barzelletta ... pare che i processi si possano chiudere e riaprire ......."
Il giorno in cui Marianne Ny riaprì il caso, il capo dei servizi di intelligence militare svedese ("MUST") denunciò pubblicamente WikiLeaks in un articolo intitolato "WikiLeaks [è] una minaccia per i nostri soldati." Assange fu avvertito che i servizi segreti svedesi, SAP, avevano detto che i loro omologhi USA avrebbero "tagliato fuori" la Svezia dai loro accordi, se avessero continuato a ospitare Assange.
Per cinque settimane Assange attese in Svezia che la nuova inchiesta facesse il suo corso.
The Guardian, in quel tempo stava per pubblicare i "War Logs " sull'Iraq, sulla base delle rivelazioni di Wikileaks, che Assange doveva andare a controllare. Il suo avvocato di Stoccolma chiese alla Ny se avesse obiezioni a che Assange lasciasse il paese e lei disse che era libero di andarsene.Inspiegabilmente, non appena ebbe lasciato la Svezia - nel bel mezzo del clamore scatenato dai media e dal pubblico per le informazioni rilasciate da WikiLeaks - la Ny emise un mandato d'arresto europeo e un "allarme rosso" per l'Interpol, del tipo che normalmente si una per terroristi e criminalipericolosi. Lo fece tradurre in cinque lingue e lo mandò in giro per tutto il mondo, assicurando il lavoro dei media che colsero l'occasione con frenesia.
Assange si presentò a una stazione di polizia di Londra, fu arrestato e passò dieci giorni in isolamento nella prigione di Wandsworth. Rilasciato su cauzione £ 340.000, gli misero un braccialetto elettronico con l'obbligo di presentarsi tutti i giorni al posto di polizia, virtualmente agli arresti domiciliari, mentre il suo caso iniziò il lungo iter verso la Corte Suprema. Non era ancora stato accusato di nessun reato. I suoi avvocati ripetettero l'invito alla Ny di interrogare Assange a Londra, sottolineando che era stata lei stessa ad avergli dato il permesso di lasciare la Svezia e chiesero di interrogarlo in una struttura specialepresso Scotland Yard, ma lei si rifiutò.
Katrin Axelsson e Lisa Longstaff di Women Against Rape scrissero: "Le accuse contro [Assange] sono una cortina di fumo dietro la quale un certo numero di governi sta cercando di reprimere WikiLeaks per aver audacemente rivelato al pubblico i piani segreti su guerre e occupazioni che portano a stupri, omicidi e distruzione ... Le autorità hanno tanto poco rispetto per la violenza contro le donne che manipolano le accuse di stupro come vogliono. [Assange] ha messo in chiaro che è disponibile per essere interrogato dalle autorità svedesi, in Gran Bretagna o via Skype. Perché si stanno rifiutando a fare questo passo tanto essenziale per le indagini? di che cosa hanno paura ?"
Questa domanda è rimasta senza risposta, e la Ny ha disposto un mandato d'arresto europeo ( EAW - European Arrest Warrant), un prodotto draconiano studiato per la "guerra al terrore" presumibilmente progettato per catturare terroristi e criminali mafiosi. Questo EAW ha cancellato l'obbligo degli stati di fornire le prove di un crimine. Vengono emessi oltre mille mandati ogni mese; solo pochi però hanno qualcosa a che fare con i potenziali crimini del "terrore". La maggior parte sono emessi per reati banali, come ad esempio spese bancarie o multe pagate in ritardo. Molti di quelli che ci capitano in mezzo, vengono estradati e passano mesi in carcere senza nessuna accusa. Ci sono stati una serie di errori giustiziari scioccanti, e molte critiche da parte dei giudici britannici.
Il caso Assange finalmente è arrivato alla Corte Suprema del Regno Unito a maggio 2012. In una sentenza che ha accolto il mandato d'arresto europeo -scritto in modo da non lasciare quasi nessuno spazio di manovra ai giudici - che hanno scoperto che i procuratori europei potrebbero emettere warrant di estradizione nel Regno Unito senza passare da nessun controllo giurisdizionale, anche se il Parlamento ha deliberato diversamente. Hanno messo in chiaro che il Parlamento era stato "ingannato" da parte del governo Blair. La corte si è divisa - 5 contro 2 - e di conseguenza ha votato contro Assange.
Tuttavia, il Presidente della Corte Suprema, Lord Phillips, ha fatto un errore applicando la Convenzione di Vienna alla interpretazione dei trattati, consentendoalle procedure dello Stato di ignorare la lettera della legge. Come ha sottolineato l'avvocato di Assange, Dinah Rose QC, questo non si applica ai mandati di arresto europei.La Corte Suprema ha riconosciuto solo questo errore cruciale quando ha dovuto esaminare un altro ricorso contro il mandato d'arresto europeo a novembre dello scorso anno. La decisione su Assange era sbagliata, ma era troppo tardi per tornare indietro.
La scelta che doveva fare Assange era forte: l'estradizione in un paese che si era rifiutato di dire se lo avrebbe mandato o no negli Stati Uniti, o cercare una via che sembrava l' ultima possibilità di rifugio e di sicurezza. Supportato dalla maggior parte dell'America Latina, il coraggioso governo dell'Ecuador gli aveva concesso lo status di rifugiato sulla base di prove documentate e di una consulenza legale, che vedeva la prospettiva di una pena crudele e inusualenegli Stati Uniti; minaccia questa in violazione dei diritti umani fondamentali visto che il governo del suo paese, l'Australia, colluso con Washington, lo aveva abbandonato. Il governo laburista del Primo Ministro Julia Gillard minacciò anche di ritirargli il passaporto.
Assange si presentò a una stazione di polizia di Londra, fu arrestato e passò dieci giorni in isolamento nella prigione di Wandsworth. Rilasciato su cauzione £ 340.000, gli misero un braccialetto elettronico con l'obbligo di presentarsi tutti i giorni al posto di polizia, virtualmente agli arresti domiciliari, mentre il suo caso iniziò il lungo iter verso la Corte Suprema. Non era ancora stato accusato di nessun reato. I suoi avvocati ripetettero l'invito alla Ny di interrogare Assange a Londra, sottolineando che era stata lei stessa ad avergli dato il permesso di lasciare la Svezia e chiesero di interrogarlo in una struttura specialepresso Scotland Yard, ma lei si rifiutò.
Katrin Axelsson e Lisa Longstaff di Women Against Rape scrissero: "Le accuse contro [Assange] sono una cortina di fumo dietro la quale un certo numero di governi sta cercando di reprimere WikiLeaks per aver audacemente rivelato al pubblico i piani segreti su guerre e occupazioni che portano a stupri, omicidi e distruzione ... Le autorità hanno tanto poco rispetto per la violenza contro le donne che manipolano le accuse di stupro come vogliono. [Assange] ha messo in chiaro che è disponibile per essere interrogato dalle autorità svedesi, in Gran Bretagna o via Skype. Perché si stanno rifiutando a fare questo passo tanto essenziale per le indagini? di che cosa hanno paura ?"
Questa domanda è rimasta senza risposta, e la Ny ha disposto un mandato d'arresto europeo ( EAW - European Arrest Warrant), un prodotto draconiano studiato per la "guerra al terrore" presumibilmente progettato per catturare terroristi e criminali mafiosi. Questo EAW ha cancellato l'obbligo degli stati di fornire le prove di un crimine. Vengono emessi oltre mille mandati ogni mese; solo pochi però hanno qualcosa a che fare con i potenziali crimini del "terrore". La maggior parte sono emessi per reati banali, come ad esempio spese bancarie o multe pagate in ritardo. Molti di quelli che ci capitano in mezzo, vengono estradati e passano mesi in carcere senza nessuna accusa. Ci sono stati una serie di errori giustiziari scioccanti, e molte critiche da parte dei giudici britannici.
Il caso Assange finalmente è arrivato alla Corte Suprema del Regno Unito a maggio 2012. In una sentenza che ha accolto il mandato d'arresto europeo -scritto in modo da non lasciare quasi nessuno spazio di manovra ai giudici - che hanno scoperto che i procuratori europei potrebbero emettere warrant di estradizione nel Regno Unito senza passare da nessun controllo giurisdizionale, anche se il Parlamento ha deliberato diversamente. Hanno messo in chiaro che il Parlamento era stato "ingannato" da parte del governo Blair. La corte si è divisa - 5 contro 2 - e di conseguenza ha votato contro Assange.
Tuttavia, il Presidente della Corte Suprema, Lord Phillips, ha fatto un errore applicando la Convenzione di Vienna alla interpretazione dei trattati, consentendoalle procedure dello Stato di ignorare la lettera della legge. Come ha sottolineato l'avvocato di Assange, Dinah Rose QC, questo non si applica ai mandati di arresto europei.La Corte Suprema ha riconosciuto solo questo errore cruciale quando ha dovuto esaminare un altro ricorso contro il mandato d'arresto europeo a novembre dello scorso anno. La decisione su Assange era sbagliata, ma era troppo tardi per tornare indietro.
La scelta che doveva fare Assange era forte: l'estradizione in un paese che si era rifiutato di dire se lo avrebbe mandato o no negli Stati Uniti, o cercare una via che sembrava l' ultima possibilità di rifugio e di sicurezza. Supportato dalla maggior parte dell'America Latina, il coraggioso governo dell'Ecuador gli aveva concesso lo status di rifugiato sulla base di prove documentate e di una consulenza legale, che vedeva la prospettiva di una pena crudele e inusualenegli Stati Uniti; minaccia questa in violazione dei diritti umani fondamentali visto che il governo del suo paese, l'Australia, colluso con Washington, lo aveva abbandonato. Il governo laburista del Primo Ministro Julia Gillard minacciò anche di ritirargli il passaporto.
Gareth Peirce, un noto avvocato per la difesa dei diritti umani, che rappresenta Assange a Londra, scrisse all'allora Ministro degli Esteri australiano, KevinRudd: "Data la portata della discussione pubblica, alimentata spesso solo sulla base di presupposti del tutto falsi ... è molto difficile tentare di rispettare la presunzione di innocenza di Assange. Sul signor Assange ora incombono non una ma due spade di Damocle per una potenziale estradizione verso due giurisdizioni differenti, per due diversi presunti crimini, nessuno dei quali sono crimini riconosciuti nel suo paese, quindi la sua sicurezza personale è messa a rischio per circostanze che sono imputabili fortemente a motivi politici. "
Non arrivò nessuna risposta fino a quando Peirce si mise in contatto con l'Australian High Commission a Londra, che rispose che nessuno dei punti sollevati era urgente. In un incontro a cui ho partecipato anch'io, il Console generale australiano, Ken Pascoe, fece la sorprendente affermazione di sapere «solo quello che ho letto sui giornali» su questo caso. Nel frattempo, la prospettiva di un grottesco aborto spontaneo della giustizia stava annegando in una campagna di vituperazione contro il fondatore di WikiLeaks. Attacchi personali feroci, disumani e profondamente meschini per distruggere un uomo non accusato di nessun crimine e ma già sottoposto ad un trattamento che non verrebbe riservato nemmeno a imputati con l'accusa di aver ucciso la moglie e che, per questo, potrebbero essere estradati.
Il fatto che la minaccia USA contro Assange fosse una minaccia per tutti i giornalisti e per la libertà di parola, è passato con arroganza sotto silenzio.
Sono stati pubblicati libri, film su questo fatto e i media hanno lanciato delle campagne contro Wikileaks con il presupposto che attaccare Assange era una cosa giusta, sapendo che era troppo povero per resistere a lungo. La gente ci ha fatto i soldi con questa storia, spesso un sacco di soldi, mentre WikiLeaks lottava per sopravvivere. Il direttore del Guardian, Alan Rusbridger, ha definito le informazioni passate da Wikileaks -pubblicate sul suo giornale - "uno dei più grandi scoop giornalistici degli ultimi 30 anni". E queste notizie entrarono a far parte del piano di marketing del giornale per aumentare il prezzo di copertina.
Nemmeno un centesimo è arrivato a Assange o a WikiLeaks, del libro pubblicizzato dal Guardian che poi è diventato un redditizio film di Hollywood. Gli autori del libro, Luke Harding e David Leigh, lo hanno descritto - senza giustificazione - come una "personalità disturbata e insensibile" e hanno anche rivelato la password segreta - che avevano avuto come prova di fiducia - che serviva per proteggere un file digitale che contiene i cables dell'ambasciata USA. ConAssange ora intrappolato nell'ambasciata ecuadoregna, Harding, in piedi fuori tra la polizia fuori, gongola dal suo blog che "Sarà Scotland Yard a ridere per ultima".
L'ingiustizia inflitta ad Assange è uno dei motivi per cui il Parlamento alla fine votarà per una riforma del mandato d'arresto europeo. Il modo in cui è stato braccato allora, oggi non potrebbe più ripetersi; ci vorrebbero delle prove e il solo "mettere in discussione" non sarebbe più motivo sufficiente per chiederel'estradizione. "Il suo caso è stato vinto in blocco, armi e bagagli," mi ha detto Gareth Peirce "questi cambiamenti nella legge significano che il Regno Unitoormai riconosce come giusto tutto quanto è stato sostenuto in questo caso. Eppure Assange non ne può avere nessun beneficio. E la genuinità di offerta dell'Ecuador di offrire un riparo non è messa in discussione né dal Regno Unito, né dalla Svezia ".
Il 18 marzo 2008, la guerra contro Wikileaks e Julian Assange è stata progettata in un documento segreto del Pentagono e preparata dal "Cyber Counterintelligence Assessments Branch" con un piano dettagliato per distruggere quel "senso di fiducia", che per Wikileaks è il "centro di gravità". Questo doveva essere raggiunto con minacce di esposizione a "procedimenti penali" per tappare la bocca e criminalizzare questa rara fonte di giornalismo indipendente: era questo lo scopo e a questo è servito il metodo.
Sono stati pubblicati libri, film su questo fatto e i media hanno lanciato delle campagne contro Wikileaks con il presupposto che attaccare Assange era una cosa giusta, sapendo che era troppo povero per resistere a lungo. La gente ci ha fatto i soldi con questa storia, spesso un sacco di soldi, mentre WikiLeaks lottava per sopravvivere. Il direttore del Guardian, Alan Rusbridger, ha definito le informazioni passate da Wikileaks -pubblicate sul suo giornale - "uno dei più grandi scoop giornalistici degli ultimi 30 anni". E queste notizie entrarono a far parte del piano di marketing del giornale per aumentare il prezzo di copertina.
Nemmeno un centesimo è arrivato a Assange o a WikiLeaks, del libro pubblicizzato dal Guardian che poi è diventato un redditizio film di Hollywood. Gli autori del libro, Luke Harding e David Leigh, lo hanno descritto - senza giustificazione - come una "personalità disturbata e insensibile" e hanno anche rivelato la password segreta - che avevano avuto come prova di fiducia - che serviva per proteggere un file digitale che contiene i cables dell'ambasciata USA. ConAssange ora intrappolato nell'ambasciata ecuadoregna, Harding, in piedi fuori tra la polizia fuori, gongola dal suo blog che "Sarà Scotland Yard a ridere per ultima".
L'ingiustizia inflitta ad Assange è uno dei motivi per cui il Parlamento alla fine votarà per una riforma del mandato d'arresto europeo. Il modo in cui è stato braccato allora, oggi non potrebbe più ripetersi; ci vorrebbero delle prove e il solo "mettere in discussione" non sarebbe più motivo sufficiente per chiederel'estradizione. "Il suo caso è stato vinto in blocco, armi e bagagli," mi ha detto Gareth Peirce "questi cambiamenti nella legge significano che il Regno Unitoormai riconosce come giusto tutto quanto è stato sostenuto in questo caso. Eppure Assange non ne può avere nessun beneficio. E la genuinità di offerta dell'Ecuador di offrire un riparo non è messa in discussione né dal Regno Unito, né dalla Svezia ".
Il 18 marzo 2008, la guerra contro Wikileaks e Julian Assange è stata progettata in un documento segreto del Pentagono e preparata dal "Cyber Counterintelligence Assessments Branch" con un piano dettagliato per distruggere quel "senso di fiducia", che per Wikileaks è il "centro di gravità". Questo doveva essere raggiunto con minacce di esposizione a "procedimenti penali" per tappare la bocca e criminalizzare questa rara fonte di giornalismo indipendente: era questo lo scopo e a questo è servito il metodo.
Nemmeno all'inferno si può trovare un accanimento come quello che può mettere in moto una grande potenza che si sente schernita.
Articoli correlati :
http://justice4assange.com/extraditing-assange.htmlhttp://www.independent.co.uk/news/uk/crime/assange-could-face-espionage-trial-in-us-2154107.html
https://www.youtube.com/watch?v=1ImXe_EQhUI http://pdfserver.amlaw.com/nlj/wikileaks_doj_05192014.pdf
https://wikileaks.org/59-International-Organizations.html
E' UFFICIALE : GLI USA HANNO RUBATO L'ORO DELL'UCRAINA. - traduzione Bosque Primario
FONTE CLUBORLOV (BLOG)
E’ ufficiale: Gli USA hanno rubato l'oro dell' Ucraina
Solo questo: si scopre che le voci che giravano alla fine avevano ragione. Almeno una parte della ragione per cui il Dipartimento di Stato e la CIA hanno organizzato un colpo di stato in Ucraina - che ha rovesciato il suo governo democraticamente eletto per installare un regime neo-nazista fantoccio -per rubare l'oro dell'Ucraina.
Si diceva che poco dopo il colpo di stato l'oro fosse stato tranquillamente caricato su un aereo per portarlo negli Stati Uniti. Ora arriva la rivelazione ufficiale:l'Ucraina non ha più riserve auree.
L'oro è stato venduto per pagare una fallimentare campagna militare in Ucraina orientale e per sostenere ancora per un qualche tempo il prezzo dell'oro nel mercato fasullo dell'oro-di-carta. A questo punto c'è solo da aspettarsi che una volta che il risultato di questa "correzione" si esaurirà, il prezzo dell'oro schizzerà alle stelle, il dollaro crollerà come un sasso e gli americani dovranno aggiungere anche la parola"iperinflazione" alla lunga lista dei loro guai.
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