giovedì 4 novembre 2021

Berlusconi al Colle...??? Spero che non succeda!

 

Berlusconi al Colle?

Il solo pensiero che ciò si possa verificare, mi sconvolge.

Quest'uomo è, a mio parere, una brutta, bruttissima persona.

Lui, un nessuno di turno, da cantante e intrattenitore sulle navi da crociera insieme all'amico Fedele Confalonieri e da venditore porta a porta di scope elettriche insieme all'amico Guido Possa, all'età di 25 anni, fonda un'impresa immobiliare: la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Pietro Canali. 

Il primo acquisto immobiliare fu un terreno in via Alciati a Milano, per 190 milioni di lire, grazie alla fideiussione concessagli del banchiere Carlo Rasini - titolare e cofondatore della Banca Rasini, nella quale lavorava il padre di Silvio - e i cui correntisti erano Totò Riina, Pippo Calò, Bernardo Provenzano.

Facendo due più due, è lecito ed anche logico pensare che l'impresa non sia una sua idea, e che lui fungesse solo da prestanome.

Il suo, infatti, è il tipico atteggiamento dello spocchioso individuo che interpreta la parte di imprenditore di successo, ma altri non è che un signor nessuno che ha fatto soldi cedendo la sua anima al diavolo.

E non gli basta mai nulla, lui vuole tutto: vuole frodare lo stato ed essere Presidente del Consiglio; vuole fare il bunga bunga durante le cene eleganti e diventare Presidente della Repubblica...

Vi immaginate le stanze del Colle invase di belle ragazze in abiti succinti che danzano al ritmo di bunga bunga?

Che vergogna!

Avere un Presidente della Repubblica che è stato condannato in via definitiva per frode fiscale non è un vanto, è una vergogna!

Avere un Presidente della Repubblica che ha imbastardito la Giustizia italiana facendo approvare leggi, ben 21, che andavano esclusivamente a suo vantaggio, non è un vanto, è una vergogna!

cetta

Renzi e il volo a scrocco per gli Usa (poi pagato da Open): “Devo votare contro quelle m…e di grillini”. - Valeria Pacelli

 

LE CARTE - Nei nuovi atti i messaggi dell’ex premier. Il viaggio da Clinton a spese della “fondazione culturale”. La caccia al “passaggio”: “Chiedere a Kerry?. No, sembriamo dei morti di fame”. Il preventivo per il Falcon: 130mila euro. Bianchi: “Matteo ha perso la testa”. E Lotti: “Non ho parole…”

Il 5 giugno 2018 è una giornata piena di impegni per Matteo Renzi. Uno fondamentale. Votare contro la fiducia al Conte-1 e poi volare a Washington dove è stato invitato per la cerimonia del 50esimo anniversario della morte di Bob Kennedy. Il leader di Italia Viva vuole partire dopo il voto. Ha bisogno di un volo e ne parla con l’imprenditore Vincenzo Manes. Sono le 11:09 del 3 giugno 2018. Scrive Renzi: “Mi ha invitato Bill Clinton mercoledì mattina ad Arlington per la cerimonia di Bob Kennedy, 50 anni dopo. Lui farà un discorso ufficiale. A me hanno chiesto di leggere discorso sul Pil. Una roba da seghe. Devo però votare contro i grillini martedì alle 17. Rischio di non avere voli. C’è qualche tuo amico riccone che viaggia dopo le 18 verso Washington? O hai contratti per prendere un aereo a poco? È una figata storica quella di parlare ad Arlington ricordando Bob Kennedy, ma non posso evitare di votare la sfiducia a queste merde. Conosci qualcuno?”. Il messaggio è allegato alle carte dell’indagine della Procura di Firenze sulla Fondazione Open, l’inchiesta chiusa da poche settimane e che vede indagati tra gli altri, con l’accusa di concorso in finanziamento illecito, l’ex premier, gli ex ministri Luca Lotti e Maria Elena Boschi e l’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Fondazione. I pm – che ritengono la Open un’articolazione politico-organizzativa della corrente renziana del Pd – hanno depositato migliaia di atti.

Il senatore “non chiedere, sembriamo dei morti di fame”

Tra questi c’è lo scambio di messaggi Whatsapp tra Vincenzo Manes (imprenditore mai indagato nell’inchiesta fiorentina, in passato tra i finanziatori della Fondazione) e Renzi. Il 3 giugno 2018, Renzi dice di essere stato invitato negli Usa e chiede a Manes se conosce qualcuno “che viaggia dopo le 18 verso Washington”.

Dopo il messaggio di Renzi ecco lo scambio con Manes:

Manes (M): Aereo da Roma a Washington che parta martedì sera?

Renzi (R): Yes. O perché qualcuno deve essere ripreso in Usa e quindi aereo deve comunque viaggiare. Altrimenti costa troppo.

M: Hai chiesto a Diego?

R: È in Cina.

M: Oppure guarda se c’è connection da Londra. Cioè parti privato da Roma x Londra e prendi aereo x Washington che parte tardi. Adesso mi informo.

R: Ultimo volo troppo tardi.

M: Troppo tardi nel senso che arriva troppo tardi??

R: Ya.

M: Chiedi al Panerai se sanno di Ge!! Ma non ti portano secondo me. Marchionne?

R: Ora mi informo.

M: Privato costa 100mila.

R: 100mila è troppo anche per Bobby Kennedy.

M: Chiedo a Kerry se sa di qualcuno.

R: No, lascia stare. Sembriamo morti di fame.

I messaggi proseguono sullo stesso argomento. Poi il 4 giugno Renzi comunica a Manes che il volo lo prenderà la Fondazione Open: “Stiamo prendendo un volo privato come fondazione. Non abbiamo alternative, temo. Speriamo di poter partire da Parigi o Londra in serata. Oppure voliamo diretti su Washington”.

Secondo la Guardia di Finanza, questo scambio di messaggi “evidenzia la posizione di preminenza del sen. Renzi rispetto agli impegni economici della Fondazione stessa”. In base a quanto ricostruito dalla Gdf, inoltre, dall’analisi della documentazione della Open emerge un contratto di noleggio tra la Fondazione e la società Leader Srl per un “Jet bi-reattore tipo Dessault Falcon 900 – configurazione 12 posti pax” “al costo complessivo di 134.900, per la tratta Ciampino/Washington con andata 5 giugno e ritorno 6 giugno 2018”.

Chi paga, dunque, è la Open, che – secondo quanto ricostruito dalla Finanza – in quel momento “non disponeva della somma, ovvero della ‘copertura’ necessaria a far fronte all’impegno economico assunto, come emerge dal saldo del conto corrente (…) che ammontava a 6.511,87 euro”.

Alberto Bianchi “134.900? Matteo ha perso la testa?”

Del volo per Washington parlano anche Alberto Bianchi e Luca Lotti. Ecco lo scambio di messaggi Whatsapp del 5 giugno 2018.

Bianchi (B): 134.900???! Ma ha perso la testa?

Lotti (L): Non ho parole. Io gli ho detto che senza copertura non si può.

B: È il minimo.

L: Eyu quanto mette?

B: Senti Ele. Ma non mi pare bastino.

La Finanza ha poi analizzato i contributi incassati da Open. Dall’analisi della documentazione contabile emerge che il 6 giugno 2018 “viene accreditato sul conto corrente della Fondazione il ‘contributo volontario’ di 20 mila euro proveniente dalla Fondazione Eyu”, “ente – la descrivono gli investigatori – di diretta emanazione del Pd”. La Tci Telecomunicazioni Italia srl “da ricondurre all’onorevole Gianfranco Librandi (onorevole di Italia Viva, non indagato, ndr), ha erogato 100mila euro a favore della Fondazione tramite due bonifici di 50mila euro cadauno, effettuati il 4 e l’11 luglio 2018”. Sono contributi che secondo la Guardia di Finanza “appaiono funzionali alla ‘copertura’ dei costi del noleggio dell’aeromobile con cui Renzi si è recato a Washington”. E aggiungono: “In tal senso si evidenzia la circostanza i bonifici sono pervenuti alla Open prima dell’emissione della fattura Leader srl n. 206 del 16 luglio 2018”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/11/04/renzi-e-il-volo-per-gli-usa-ce-un-riccone-che-parte/6378895/

Cose dell'altro mondo.

 

Questo signore, tale Stefano Puzzer, autoproclamatosi leader dei portuali triestini non vax e no pass, dopo il flop della manifestazione di Trieste, conclusasi con un dilagare dell'epidemia, decide di recarsi a Roma e, seduto su una panchina di Piazza del Popolo, inizia la sua manifestazione personale, durante la quale pretende di essere ricevuto dal Papa, da Draghi e da chissà quale altro personaggio di spicco. 

Naturalmente, con il suo comportamento oltranzista, ha solo suscitato l'interesse della polizia, che lo ha prelevato, portato in caserma con l'accusa di manifestazione non autorizzata e gli ha rilasciato un foglio di via con il divieto di mettere piede in Roma per un anno, pena l'arresto immediato.

Io gli avrei anche addebitato il costo delle spese sanitarie che lo Stato, ahimè noi, dovremo, spendere per curare tutti gli infettati durante la manifestazione triestina, oltre all'obbligo di frequentare un corso di apertura mentale che lo aiuti a comprendere i rudimenti della medicina che tratta gli interventi da adottare nel caso si verificasse un'epidemia virale.

Questa gente va istruita, va seguita, l'ignoranza produce menti bacate, insulse, a volte dannose, il cui unico interesse è mettersi in mostra, rendersi visibile, non importa come e con quale motivazione, ne abbiamo tanti in Italia che adottano questo sballatissimo sistema, per poi approdare in politica e provocare danni, a volte, irreparabili.

cetta

mercoledì 3 novembre 2021

Sorella di chi?

 

Alla sorella d'Italia Meloni, sorella di chi non si sa, di certo non mia, sostiene che, se con l'obbligo del green pass si dichiara il prolungamento dello stato d'emergenza, vuol dire che il green pass non serve, vorrei rispondere che, purtroppo, per colpa di chi non si vaccina e non accetta l'uso del green pass, chi ha fatto il vaccino ed ha il green pass, è costretto a sorbirsi lo stato d'emergenza per colpa sua e di quelli come lei.
Non ci vuol molto a capire che chi non accetta le regole stabilite per la salvaguardia dei cittadini, inficia la salvaguardia stessa.

Le sue parole: "Il governo dei migliori” ci aveva garantito che con il green pass gli italiani avrebbero riacquistato la libertà. Non è così. Speranza ammetta di aver sbagliato."

Se tutti avessimo usato il green pass, avremmo distrutto il virus, ma poichè ci sono quelli come lei che rifiutano il green pass e il vaccino, siamo punto e daccapo!
La sorella di non si sa chi ha sbagliato e deve chiedere scusa a tutti gli italiani che si sono sacrificati indossando le mascherine, vaccinandosi, ottenendo il green pass, ed ora debbono subire altre restrizioni a causa della sua dabbenaggine!!!! 

cetta

martedì 2 novembre 2021

Calenda-Michetti e i voti a perdere dei poveri romani. - Antonio Padellaro

 

I seicentomila voti a perdere degli elettori romani, quelli ricevuti e poi gettati nel cassonetto da Enrico Michetti e Carlo Calenda, che non siederanno in Consiglio comunale perché hanno di meglio da fare, rappresentano una salutare lezione per chi ancora si ostina a recarsi alle urne ignorando l’evidenza dei fatti.

Benedetta ingenuità, ma come si fa a non rendersi conto che il voto è un apostrofo rosa tra le parole tu non conti niente? Infatti, cos’è il Parlamento dei nominati se non il certificato di un’interdizione legale? Come dire: sbarrate il simbolo del partito, analfabeti che non siete altro, che al resto pensiamo noi. E il governo dei Migliori (come tutti i Migliori che in questi anni si sono succeduti a palazzo Chigi) lo ha forse eletto qualcuno? L’ultima volta che siete andati a votare avete per caso trovato sulla scheda elettorale il nome di Draghi, o quello di Conte, o di Letta, o di Gentiloni, o di Renzi, o di Monti?

L’ultimo premier votato dagli italiani fu Silvio Berlusconi, e ciò non depone a favore del suffragio universale. Si dirà che con tutte le storture e le camarille le Camere sono chiamate pur sempre a rappresentare la volontà dei cittadini. Mica vero a leggere il sondaggio di Ilvo Diamanti sul ddl Zan (la Repubblica), secondo il quale la legge contro l’omotransfobia “piace al 60% degli italiani con punte del 70-85% tra giovani e under 40”. Fantastico, infatti l’hanno affondata.

Si dirà che da Michetti (374 mila voti) e da Calenda (220 mila) non era lecito aspettarsi nulla di diverso visto che hanno cose più importanti da fare. Il primo è impegnato a far sottoscrivere abbonamenti alle sue preziose gazzette amministrative. Al secondo bisogna dare atto di avere mantenuto la carica di europarlamentare “più importante e meglio retribuita ma avrebbe potuto cumularla a quella di consigliere comunale e non ci sarebbe stato nulla di male, a meno di non pensare che anche Calenda subisca l’egemonia ideologica degli anti-casta, coloro che sono soliti definire i ruoli istituzionali ‘poltrone’” (testuale su Repubblica, giornale che alla campagna elettorale di Cumulator ha dedicato più spazio perfino di quello riservato a Renzi d’Arabia).

A questo punto, visto che si parla di comici, come non ricordare la strepitosa battuta di Beppe Grillo? “Non sono andato a votare e mi vergogno. L’ho fatto per protesta. Ma poi ho scoperto che si dividono anche i voti degli assenti e anche le nulle, sì quelle schede su cui scrivono ‘vaffanculo’. Si sono divisi anche ‘l’affanculo’: 30% alla Dc, 17% al Pds eccetera”. (Scusate lo sfogo ma sono un elettore compulsivo e sto cercando di smettere).

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/11/02/calenda-michetti-e-i-voti-a-perdere-dei-poveri-romani/6376163/?fbclid=IwAR2QhUz6q66aNPl_CaX6ZLFyGkkvnblgtr9dBBLPvGk_CdBXStPwEdyIX4o

Il flop trionfale. - Marco Travaglio




















Il flop del G20 sulla stampa internazionale: “Vertice debole” (Cnn), “non riesce a colmare le divisioni” (Los Angeles Times), “progressi limitati… le possibilità di rimanere al di sotto di 1,5 gradi stanno svanendo” (The Guardian), “I Paesi del G20 non riescono a concordare obiettivi climatici più ambiziosi” (Frankfurter Allgemeine Zeitung). Il flop del G20 sulla stampa italiana di domenica: “Obiettivo 1,5 gradi senza più una data” (Corriere), “La strada è in salita” (Repubblica), “Trattativa in stallo” (Stampa). Il flop del G20 sulla stampa italiana di lunedì, dopo che Draghi si è autoelogiato per il “successo” e il “passo in avanti”: “La tattica dell’empatia. Così Draghi ha ‘smosso’ anche Pechino e Mosca ed evitato il fiasco finale”, “Il premier tessitore che consolida i nuovi equilibri… Difficile negare il successo del G20. Voto 9” (Corriere), “Un passo avanti per curare il clima”, “Il tessitore Draghi: ‘È stato un successo, teniamo vivi i sogni, è la vittoria del multilateralismo con Russia, Cina e India’”, “Draghi sottolinea giustamente il successo”, “Greta ragazza incontentabile… Draghi è stanco: qualcosa ha costruito” (Repubblica), “Successo di Draghi, ma spiccioli per il clima” (sic), “Bentornato multilateralismo”, “Ora Cina e Russia vanno recuperate”, “Il premier è il faro del dopo Merkel” (Stampa), “Passo avanti sul clima”, “Nuovo corso mondiale e l’Italia guida la svolta”, “Il multilateralismo soppianta i populismi” (Messaggero). Il flop del G20 di Roma secondo la stampa italiana, se a presiederlo fosse stato Conte: “Il G20 di Giuseppi senz’anima né visione”,“Disastro/catastrofe/ flop/caos/figuraccia mondiale del Conte Casalino”, “Disfatta della pochette populista in mondovisione”, “Ciancia di multilateralismo per nascondere che è un servo di Putin e Xi Jinping, che però lo snobbano e non vengono”, “Multilateralismo? No, trasformismo: lo schiavo di Casalino ci svende a Mosca e Pechino, come già a Caracas, e stringe la mano a Erdogan dopo avergli dato del dittatore”, “Da Trump a Biden, gli Usa lo elogiano per compassione”, “I Grandi del mondo sfilano al funerale dei 5Stelle”. Roma sede del G20 con la Raggi: “I Grandi accolti da topi e cinghiali”, “Slalom dei Venti tra buche e rifiuti”, “I Grandi con la mascherina per non sentire la puzza”, “Biden si porta 50 Suv perché ne perderà la metà nelle buche e nei roghi dei flambus”, “Caos Roma”, “Raggi vattene”. Roma sede del G20 con Gualtieri, ma senza giunta: “Boom di turisti”, “Il Centro torna ai romani. C’è persino chi si sposa”, “Gualtieri fa da guida alle first lady: ‘La città ha superato la sfida’”, “Vince la grande bellezza” (Messaggero). Sempre sia lodato.

Così è, se vi pare.

 


Loro blaterano, come afferma la Thunberg, ma fanno i loro porci comodi.

Tanto sappiamo benissimo che le regole che dettano valgono solo per noi.

Loro sono i nostri tutori, hanno tutte le necessità derivanti dal ruolo che noi, fessi incalliti, gli abbiamo assegnato.

cetta